ilTorinese

Prende a pugni l’infermiera ma non finisce in carcere

Al  112 erano arrivate ripetute chiamate di cittadini che lamentavano di un individuo, palesemente ubriaco, che dava in escandescenze nella centrale piazza Cavour di Vercelli  molestando gli avventori di più locali. Il giovane, un marocchino pregiudicato di 29 anni, portato  in ambulanza al Pronto soccorso, riprende ad agitarsi e sferra un violento pugno al petto di un’infermiera di 35 anni che riporta lievi lesioni allo sterno e al  torace. Il ragazzo  finisce in manette e nei suoi confronti scattano gli arresti domiciliari nella sua abitazione. Il giorno successivo patteggia sei mesi di reclusione:  per i benefici previsti dalla legge, non li sconterà in carcere.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

“Parla con me”: comunicare il sistema montano

L’importanza di promuovere, valorizzare e comunicare il sistema montano e le aree interne italiane 

Nella puntata che andrà in onda giovedì 9 febbraio 2023 alle ore 18.00 si parlerà del ritorno del turismo nelle località montane e di aree interne italiane.
La nuova edizione del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano di Roberta Garibaldi analizza la volontà di unire la vacanza in alta quota con la scoperta delle produzioni locali e della ristorazione. Oltre il 90% degli intervistati vuole partecipare a degustazioni in montagna e i due terzi intende visitare i luoghi di produzione del cibo. La popolazione femminile è particolarmente attratta dalle fabbriche di cioccolato, quella maschile dai birrifici.
Nelle località di montagna emerge quindi che è tornato il turismo. Siamo nel pieno della stagione invernale e le piste da sci dell’arco alpino sono state prese d’assalto già prima di Natale siamo a febbraio ed è il mese più importante per le settimane bianche. Ma attenzione, come spesso Simona Riccio, conduttrice e curatrice del programma  sostiene, per la scelta delle vacanze (invernali e non solo), oggi non conta soltanto la qualità dell’offerta sciistica ma anche, e sempre di più, quella legata alla gastronomia, alla ristorazione e alla produzione di cibi che rappresentano l’espressione del territorio.
Ma a fronte di questo meraviglioso scenario, si chiede Simona, a che punto siamo con i servizi di prima necessità in montagna e nelle aree interne? Forse non ci sono proprio tutti e laddove ci fossero renderebbero i territori attrattivi per nuovi abitanti ma anche smartworker che con il nuovo modo di lavorare…potrebbero approfittare di luoghi meravigliosi dove alzare lo sguardo. Laddove no ci fossero….la montagna soprattutto morirebbe e perderebbe abitanti, turisti, viaggiatori…
Di questo ne parla con:
Andrea Cerrato Presidente Federconsorzi Turismo Piemonte
Marco Bussone Presidente Uncem – National Union of Mountain Municipalitie Guido Calleri Conte Guido Calleri di Sala
Parla Con Me, il format dedicato al settore agroalimentare, all’innovazione, alla tecnologia ed al territorio condotto e ideato da Simona Riccio, Social Media Marketing Manager e Digital Strategist nel settore agroalimentare, continua il palinsesto dopo il grande successo dello Special live sullo spreco alimentare di domenica scorsa.
Da quest’anno le trasmissioni saranno LIVE sulla pagina Linkedin e sul canale YouTube di Parla Con Me ma anche sul profilo Linkedin Top Voice e Facebook di Simona Riccio.
Parla Con Me ha aperto il Canale Telegram, vi invitiamo a seguirlo.
Tutte le comunicazioni saranno fornite sui canali social.
Per riascoltare tutte le edizioni precedenti potete visitare il sito www.parlaconmeofficial.it

Legge elettorale Regione, le opposizioni: no all’aumento dei costi della politica

PRESIDENTI GRUPPI DI OPPOSIZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE: “ CHIEDIAMO L’ABOLIZIONE DEL LISTINO E DI APPROVARE SUBITO LA DOPPIA PREFERENZA”

8 febbraio 2023 – Si è tenuto oggi l’ennesimo tavolo di confronto sulla legge elettorale piemontese e come Gruppi di Opposizione abbiamo, ancora una volta, ribadito le nostre posizioni.

Abbiamo ripetuto il nostro No all’aumento dei costi politica, con l’introduzione di supplenti e sottosegretari, un ampliamento inutile che graverebbe sui cittadini piemontesi.

Abbiamo chiesto che la parola venga restituita agli elettori, con l’abolizione del listino. I 10 Consiglieri, eletti con premio di maggioranza, secondo la legge elettorale attuale, verrebbero redistribuiti sui collegi delle preferenze, diluendo la competizione, aumentando la rappresentatività territoriale e offrendo maggiori possibilità.

Avremmo preferito poterci confrontare, durante tutto l’incontro, con la Giunta. Certo i colleghi della maggioranza hanno preso impegni a nome del Governo regionale in particolare sul tema dei sottosegretari, ma l’avallo di un esponente della Giunta avrebbe consentito di scrivere e confermare le proposte.

Abbiamo chiesto, infine, di togliere subito dal tavolo di confronto il tema della doppia preferenza. Proponiamo di portarlo avanti con una Commissione legislativa che consentirà mettere in sicurezza questo aspetto su cui siamo tutti d’accordo.

Raffaele Gallo, Presidente del Gruppo del Partito Democratico

Sarah Disabato, Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle

Silvana Accossato, Presidente del Gruppo Liberi Uguali Verdi

Mario Giaccone, Presidente del Gruppo Chiamparino per il Piemonte – Monviso

Giorgio Bertola, Presidente del Gruppo Misto – Europa Verde

Francesca Frediani, Presidente del Gruppo Misto – M4O Unione Popolare

L’ospedale da campo del Piemonte in partenza verso Turchia e Siria

Per il soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e Siria la Regione Piemonte ha messo a disposizione del Dipartimento nazionale di Protezione civile l’ospedale da campo in dotazione alla Maxiemergenza 118. In queste ore si stanno completando le operazioni di assemblaggio del materiale, che verrà imbarcato a Brindisi su una nave militare italiana.

L’operazione si avvale del supporto di una squadra specializzata di medici e infermieri del reparto di Maxiemergenza, con il coordinamento di Mario Raviolo.

“Ancora una volta il Piemonte è in prima linea per dare il proprio aiuto di fronte a questa enorme tragedia – dichiara il presidente Alberto Cirio – Nei nostri occhi ci sono le immagini strazianti di ciò che è accaduto e inviamo questo ospedale che rappresenta una eccellenza in Europa, nella speranza che possa dare il massimo supporto per salvare delle vite”.

“Rispondiamo con tempestività alla chiamata di soccorso del Meccanismo europeo di Protezione civile – puntualizza l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi – con il contributo di un collaudato staff di professionisti già impegnato in più occasioni in analoghe missioni internazionali. L’intervento è coordinato dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, con il quale stiamo seguendo passo per passo l’evoluzione della situazione in rapporto alle necessità logistiche richieste sul campo”.

La struttura della Regione Piemonte è una delle dodici certificate in tutto il mondo per operare negli scenari delle catastrofi internazionali con una squadra medico-chirurgica di altissimo livello professionale. Due anni fa l’intervento in India e precedentemente in Mozambico e in diversi altri Paesi. Comprende un’area di triage, un Pronto soccorso predisposto in spazi per la corretta gestione dei vari codici colore, sale operatorie, un’area di laboratorio (radiologia e esami ematochimici) e 4 letti di terapia intensiva.

Malore in auto. Uomo muore nello schianto contro un albero

A Corio un’auto stamane è uscita di strada schiantandosi contro un albero. Il conducente, di 64 anni, ha probabilmente avuto un malore.  È morto all’ospedale di Ciriè. Sul posto il 118,  i vigili del fuoco del distaccamento di San Maurizio Canavese e i carabinieri di Venaria.

8 febbraio 1975, quel gol di Tardelli

Accadde oggi

È una data importante, da ricordare per tutti gli amanti del calcio e, soprattutto, per Marco Tardelli che, sette anni dopo, luglio 1982 segnerà la storica rete del 2-0 (parziale) alla Germania Ovest nella finale di Spagna ’82, con la mitica corsa e l’urlo Liberatorio entrato nella leggenda. Il giovane 21enne si mette in luce con un gol nella partita Verona-Como.
La rete è importante perché è il suo primo gol che viene commentato in TV. Tardelli è stato uno dei centrocampisti più forti al mondo,nella storia del calcio mondiale. Quel giorno, però, giocava come terzino destro. A fine stagione, dopo tante ottime prestazioni in Serie B, il presidente della Juventus, Giampiero Boniperti, grande esperto e conoscitore di calcio,lo acquistò dal Como per 950 milioni di lire.Da allora cominciò il mito Tardelliano nella squadra bianconera.

Enzo Grassano

Torino, bici lanciata dai Murazzi: fermati cinque giovani, due sono minorenni L’accusa è tentato omicidio

La madre della minorenne fermata dai carabinieri con altri quattro suoi amici per il lancio della bici dai Murazzi che ha ferito gravemente un giovane ha dichiarato di non sapere nulla della vicenda ma che se sua figlia ha sbagliato è giusto che paghi. Sui giornali trapelano alcune frasi scritte sul diario personale della giovane, dopo quel gesto irresponsabile: “avevamo bevuto”. Sono 5 i  ragazzi tra i 15 e i 18 anni, fermati a Torino dai carabinieri e già interrogati, con l’accusa di aver lanciato dalla strada sopra i Murazzi la bici elettrica di 15 chili che ha ferito, mandandolo in coma,  lo studente palermitano Mauro Glorioso. Ora sta recuperando ma è in prognosi riservata. I giovani, due 18enni e tre minorenni, sono stati fermati con l’accusa di tentato omicidio per i fatti avvenuti il 23 gennaio scorso. I giovani fermati non sono appartenenti ad alcuna baby gang ma ragazzi comuni, amici da anni, residenti nel quartiere di Madonna di Campagna.

Elogio della cravatta

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

Non ho mai avuto ne’ affinità’ ne’ buoni rapporti con un consigliere comunale di Torino che dice di essere radicale , dimenticando che l’unico radicale nella Sala “rossa“ fu l’on. Bruno Villabruna, un vecchio gentiluomo liberale, seguito da Marco Pannella eletto nel 1985 che rinunciò alla carica appena eletto.

Quel consigliere “radicale” si è distinto per le sue polemiche spesso astiose, quasi sempre abbastanza irrilevanti , anche se i giornali gli danno spazio e un rilievo non corrispondente alla serietà dei lavori del Consiglio comunale che non viene più seguito dalle Cronache della “Stampa” dai tempi di Bona Alterocca e di Giuseppe Sangiorgio, cronisti esemplari del bel tempo che fu.

E’ il consigliere che ossessivamente da anni vuole togliere il Crocifisso dall’Aula del Consiglio comunale e adesso propone di eliminare l’obbligo della cravatta per partecipare ai lavori del Consiglio Comunale,  considerandola un segno di arretratezza e addirittura di discriminazione di genere. Il Consiglio comunale ha respinto la sua proposta, forse avanzata solo per essere ad ogni costo più visibile. Infatti ci sono tante fotografie di quel consigliere con giacca e cravatta anche fuori dal Consiglio comunale che contraddicono la proposta di potersi scravattare.

In questa società sempre più sciatta il portare la cravatta e’ diventato un optional sempre più raro. Le magliette hanno sostituito le camicie e la camicia con il collo aperto e’ diventata una regola. A Torino i negozi dell’eleganza maschile, forse salvo uno, hanno chiuso da parecchi anni e nessuno ricorda più il mitico Ruffatti. Oggi tutti vogliono l’abbigliamento comodo: un individualismo accettabile in casa o all’osteria, ma non compatibile con altri luoghi.

Secondo quel combattivo Consigliere anche il Consiglio comunale dovrebbe adeguarsi all’andazzo di quella che in passato era considerata la “società civile”. Chi scrive porta la cravatta da quando era alunno della IV elementare. Non ho mai modificato la mia vita.  In casa mia anche d’estate si andava a cena con la giacca e la cravatta, anche in campagna sotto il pergolato. Uno stile del vecchio Piemonte a cui non ho mai voluto rinunciare, anche se i rigori paterni si sono via via allentati.

Infatti da tempo, appena entro in casa, tolgo subito la cravatta, ma solo d’estate al mare non metto la cravatta se esco. Quando alla sera vado a fare una conferenza in Riviera, mi rimetto la cravatta .Non sono solo io a fare così. Ricordo che Giovanni Spadolini, direttore del “Corriere”, chiese ad un giornalista in maniche di camicia perché si fosse messo in mutande in redazione. Certo, oggi già la sola giacca e’ diventata un’ eccezione quasi snob. Ricordo con orrore che negli Anni Settanta in una scuola torinese i professori erano in maglietta o in giacca a vento, quella che allora si usava solo in montagna per sciare.

Ho conosciuto dei professori, si fa per dire, che non hanno mai indossato una giacca e non sanno neppure cosa sia una cravatta. Dei prof. sempre in jeans sono piene le scuole anche oggi, quelli che il mio amico Beppe Lodi definiva ironicamente i rappresentanti del “baracchinaggio scolastico”. Ricordo che al liceo d’Azeglio un’avvenente professoressa cinquantenne si presentò in settembre per far lezione in reggiseno striminzito e pantaloni attillati a vita bassa come se fosse a Saint – Tropez e volesse far rivivere il mito di Brigitte.

Il mio amico preside di quel liceo, il pur grande Giovanni Ramella, non osò obiettare nulla alla professoressa che forse sarebbe stata felice di far lezione magari anche in topless, con grande godimento visivo degli allievi sicuramente più attenti alla docente che alla materia insegnata.

Per altri versi, le ascendenze del consigliere “radicale “ si ritrovano proprio nel clima infuocato e contemporaneamente rilassato di quei maledetti anni di piombo in cui si giunse putroppo alle violenze più inaudite, oltre che al modo di vivere del “libero amore“ all’insegna di un libertarismo sessuale molto individualistico. Non c’è’ bisogno di essere l’”inutile“ Conte Giovanni Nuvoletti che scrisse un libro sulla cravatta per capire il valore simbolico di un certo modo di vestire. Nuvoletti era entrato nella famiglia degli Agnelli dove gli eredi sono spesso molto disinvolti come il prode Lapo, ad esempio, nel modo di vestire.

Anche l’Avvocato amava un abbigliamento sportivo, ma era rigorosamente rispettoso delle istituzioni e delle forme. La cravatta spesso nera di Gianni Agnelli era la norma. Al contrario penso che nelle cravatte ci si possa un po’ sbizzarrire, magari scegliendo le cravatte di Marinella, un gusto napoletano amato in tutto il mondo. La cravatta e’ sicuramente inutile, ma e’ l’unica cosa un po’ fantasiosa che può essere consentita ad un uomo elegante. Capisco che parlare oggi di eleganza sia quasi una bestemmia.  Mario Soldati con i suoi celebri papillons francesi oggi inorridirebbe camminando in via Roma. Capisco che, scrivendo queste cose,  mi candido ad una condanna a morte per snobismo, ma credo che le regole nei luoghi pubblici vadano rispettate.

Quella “Sala rossa” va considerata anche per la sua storia. In quell’ aula sedettero tanti uomini e donne di alto livello, da Cavour a Fusi, da Peyron a Castellani, da Magnani Noya a Frida Malan. Le istituzioni vanno rispettate perché il pubblico non può coincidere con il privato. Giustamente alcuni comuni balneari hanno vietato di girare per le vie in costume da bagno. Una delle poche regole che sopravvive  al diluvio della banalità libertina o libertaria nel vestire va difesa perché appartiene allo stile Torino.

Gli ex agitatori nostalgici dell’ eskimo fanno quasi un po’ di pena. Ciascuno può vestirsi ed oggi anche svestirsi a suo piacimento, ma, se si fa eleggere in una istituzione, deve rispettare le regole. Non vorrei ricordare male ma, se non sbaglio, mi sembra che anche negli anni Settanta qualche consigliere trasgredisse alla regola della cravatta durante l’estate, malgrado il regolamento e l’oppositore e poi sindaco Novelli esibisse il borghesissimo gilet in ogni stagione. Almeno in questo, Novelli , era meglio di tanti altri.

Donne, un percorso di ricerca

Un viaggio, un percorso personale di ricerca e studio offerto a donne desiderose di comprendere e di lottare con e per le altre e gli altri; suggerito a uomini audaci e impazienti di riacquistare un ruolo decisivo nella creazione della società in cui vivono, capaci di costruire senza prevaricazioni e senza arroganza. Spunti di riflessione e pensieri che si intrecciano e si intersecano a formare una ragnatela che tutto collega.

 

L’autrice

Maria Rita Mottola, nata nel 1956, avvocato e autrice di testi giuridici e non solo, collabora con il prof. Paolo Cendon, presidente di A.L.E.R.A.MO. onlus associazione culturale che offre e promuove la bellezza delle arti nella terra del Monferrato. Collabora con associazioni di volontariato e culturali, a gruppi d lavoro e di studio. Convinta che solo il dubbio possa consolidare la fede.

 

L’EVOLUZIONE DELLE DONNE

Un lungo viaggio che conduce a una domanda che è anche la domanda da cui è possibile partire: siamo giunti al punto di non ritorno? L’atmosfera che si respira negli ultimi mesi non lascia spazio a dubbi. Stiamo attraversando un guado, andando verso un oltre. Sta a noi scegliere in che direzione andare, se fermarci per pensare e progettare il futuro, affrontarlo a testa alta ma insensatamente, o analizzare con onestà ciò che è stato e ciò che siamo, ciascuno e tutti, per affrontare una sfida che sconcerta e spaventa, emoziona e sprona a procedere, a non fermarsi, a costruire un mondo nuovo, vero e vitale. Questa sfida non può essere affrontata da soli e men che mai uomini contro donne armati, e viceversa. Solo insieme con umile consapevolezza, vestiti di coraggio e determinazione, forti della conoscenza di storia e pensiero filosofico, armati degli strumenti del diritto e della scienza potremmo procedere, insieme verso la cima della montagna. Il saggio che presento è un viaggio e un percorso personale di ricerca e studio offerto a donne desiderose di comprendere e di lottare con e per le altre e gli altri, senza voltarsi indietro e senza prescindere da ciò che è stato; suggerito a uomini audaci e impazienti di riacquistare un ruolo decisivo nella creazione della società in cui vivono, capaci di costruire senza prevaricazioni e senza arroganza. Spunti di riflessione, brani di testi e saggi, giurisprudenza e sociologia, pensiero filosofico e religioso, raccontando si intrecciano e si intersecano a formare una ragnatela che tutto collega. Il puzzle piano, piano si perfeziona e l’immagine si fa più nitida e chiara. Non vuole essere la fine di un lungo e complesso lavoro ma un inizio e una provocazione per i lettori. Una agorà, un luogo di incontro e confronto.

Una premessa (Per chi, perché e come Incontri Letture Ricerche) e 14 capitoli.

Suddiviso in Parti (sei) a loro volta suddivise in capitoli e alla fine di ogni capitolo un paragrafo “Tiriamo le fila” che fa il punto per riassumere e preparare la lettura successiva.

Gli argomenti:

PARTE I La politica; PARTE II La famiglia; PARTE III La cosmesi dei diritti; PARTE IV La salute; PARTE V l’evoluzione e il progresso; PARTE VI DonnaDonne

IL CERCHIO Iniziative editoriali

I tre porcellini Favole a merenda