Questa mattina a Torino in un incidente tra un’auto e uno scooter tra via Pio VII e via Bossoli il motociclista è rimasto ferito ed è stato ricoverato in gravi condizioni al Cto. E’ meno grave l’uomo alla guida dell’auto.
Auto sbanda e finisce dentro il teatro Colosseo
Nella notte un uomo ha perso il controllo della sua auto in via Madama Cristina a Torino finendo nella hall del teatro Colosseo. Fino ad alcune ore prima si era tenuto lo spettacolo degli Oblivion. La vettura ha abbattuto la fioriera che separa la zona pedonale e ha sfondato la serranda e la vetrata, finendo nel foyer. Il conducente è rimasto lievemente ferito, mentre i danni alla struttura sono significativi.
(Foto Facebook Teatro Colosseo)
Aumentati i sinistri stradali. Enormi danni al comparto agricolo.
15 febbraio 2023 – “L’emergenza ungulati continua a non trovare soluzioni e il problema è ancora più evidente in Piemonte che è una delle regioni d’Europa dove la presenza di questi animali è maggiore, in particolare a causa del numero di cinghiali. La situazione parrebbe essere fuori controllo. Le derive riguardano aspetti precisi: i danni al comparto agricolo, la sicurezza pubblica, l’aumento delle spese a ristoro dei danni, l’impatto negativo sulla biodiversità. All’emergenza generale si aggiunge quella specifica della Peste Suina Africana la cui gestione presenta criticità che abbiamo denunciato pubblicamente più volte purtroppo senza essere ascoltati dalla destra al governo del Piemonte” dichiarano la Vicepresidente della III Commissione del Consiglio regionale Monica Canalis e il Consigliere regionale Pd Domenico Ravetti.
“Non è un caso – proseguono gli esponenti dem – se in Consiglio regionale abbiamo proposto l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla gestione degli ungulati e della Peste Suina Africana. E non è un caso se la maggioranza in Consiglio regionale ha respinto la nostra proposta. In quella sede avremmo voluto elaborare con precisione i dati a disposizione, approfondire le dinamiche gestionali, analizzare gli strumenti a disposizione e migliorarli. Non è stato possibile. Così in Piemonte rispetto ai sinistri stradali causati dagli ungulati siamo passati dai 236 del 2018 con quantificazione dei danni pari a circa 650 mila euro, a 809 del 2022 con quantificazione dei danni pari a circa 1 milione e 750 mila euro. Una crescita del 37% in soli quattro anni. Gli ultimi dati a disposizione rispetto ai danni alle colture causati dai cinghiali risalgono al 2021 e riportano 5733 domande accertate da parte degli agricoltori, per un importo pari a circa 5 milioni e 700 mila euro. Mentre nel 2021 i danni alle colture causati dai caprioli sono rilevabili dalle 507 domande accertate per importi pari a circa 738 mila euro”.
“In Piemonte, insomma, – concludono Canalis e Ravetti – il numero eccessivo di ungulati è ormai una calamità, alla quale la Giunta regionale dovrebbe rispondere con più decisione, non solo per salvaguardare l’ecosistema e le attività agricole, ma anche per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico per tutti i cittadini piemontesi. E’ finalmente arrivato il momento di impostare nuove e più efficaci progettualità di contenimento. Quanto fatto finora è evidentemente insufficiente. Noi siamo a disposizione”.
SOCCORSO TERREMOTO
SARÀ IMPIEGATO NELL’OSPEDALE DA CAMPO EMT2 CHE LA PROTEZIONE CIVILE PIEMONTESE STA ALLESTENDO AD ANTIOCHIA.
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE, ALBERTO CIRIO: «AIUTARE CHI HA BISOGNO E’ UN DOVERE MORALE, SIAMO ORGOGLIOSI DEI NOSTRI SANITARI E DEI NOSTRI VOLONTARI»
L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUIGI ICARDI: «METTIAMO A DISPOSIZIONE LE NOSTRE MIGLIORI PROFESSIONALITA’»
Sono partiti questa mattina dall’aeroporto di Cuneo Levaldigi i due aerei della Guardia di Finanza con a bordo il team sanitario della Maxiemergenza della Regione Piemonte alla volta della Turchia, dove l’organico sarà impiegato nell’ospedale da campo Emergency medical team type 2 (Emt2) messo a disposizione dalla stessa Regione per il soccorso dei terremotati turchi.
L’ospedale è arrivato ieri al porto di Alessandretta, trasportato dalla nave militare San Marco, insieme ad oltre 40 volontari della Protezione civile del Piemonte, che ne stanno curando l’allestimento nell’area di un impianto sportivo vicino all’ospedale di Antiochia distrutto dal terremoto.
A salutare la partenza dei sanitari piemontesi della Maxiemergenza, sono intervenuti il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi.
«Aiutare chi ha bisogno non è solo un dovere istituzionale – ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio -, ma un dovere etico e morale, scritto nel cuore di ognuno di noi. A un anno dai voli che da Torino partivano per andare a prendere i bambini e i ragazzi malati di cancro dell’Ucraina per curarli in Piemonte al Regina Margherita, oggi il nostro ospedale da campo per le emergenze internazionali parte per prestare soccorso alle popolazioni terremotate della Turchia. Diciamo grazie ai nostri sanitari e ai nostri volontari della Protezione civile che rappresentano l’orgoglio piemontese e italiano nel mondo».
Al gruppo riunito sulla pista di decollo, è giunto anche il messaggio di ringraziamento che il capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio ha affidato alla lettura dello stesso presidente Cirio.
«Ringrazio il personale sanitario piemontese – ha osservato l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, che ancora una volta si è dimostrato pronto a rispondere con generosità e grande spirito di servizio all’ennesima chiamata della Protezione civile nazionale sul fronte delle catastrofi che maggiormente richiedono soccorsi sanitari tempestivi ed efficaci. Mettiamo a disposizione della Comunità internazionale le migliori professionalità sanitarie della nostra Regione, l’ospedale da campo Emergency Medical Team Type 2 (Emt2) del Piemonte è unico in Italia e tra le dodici strutture di questo genere al mondo».
L’OSPEDALE DA CAMPO EMT2 DELLA REGIONE PIEMONTE
Nello specifico, l’ospedale da campo Emt2 della Regione Piemonte è costituito da 14 tende per strutture mediche (una tenda per Triage/accettazione, due Pronto Soccorso, una Unità di terapia intensiva con 4 posti letto, una sterilizzazione e presala operatoria, una sala operatoria, una sala parto naturale/cesareo convertibile in seconda sala operatoria, tre degenze da 20 posti letto, una sala radiologica/laboratorio analisi, una tenda di isolamento per malati infettivi con 2 posti letto, una farmacia/magazzino, un obitorio e una tenda di comando per direzione sanitaria e logistica), oltre a 16 tende per servizi e logistica (otto dormitori, un dormitorio diurno per personale turno notte, una tenda per cucina, due tende per refettorio, una tenda docce, una tenda per lavanderia e due tende relax).
A queste, si aggiungono 15 tende bagno con cabine singole per personale e degenti, tre generatori elettrici, un impianto elettrico campale dotato di selettività verticale ed orizzontale, trasformatore di isolamento per sala operatoria, UPS per sala operatoria, ICU e laboratorio/radiologia, un impianto idraulico campale composto da serbatoi flessibili, sistema acqua fredda e calda, un sistema di purificazione e potabilizzazione dell’acqua per 3000 l/h, un produttore di ossigeno PSA 6000 Litri/ora, una cucina attrezzata per 100 persone a pasto, approvvigionamento alimentare per 7‐10 giorni e un veicolo trainante dotato di carrello elevatore.
L’ospedale, del volume complessivo equivalente a una trentina di container, sarà allestito su una superficie di almeno 4.000 metri quadrati.
IL TEAM SANITARIO
Il team sanitario, coordinato da Mario Raviolo della Maxiemergenza della Regione Piemonte, è composto da 76 persone: un team leader (chirurgo), un deputy team leader (chirurgo), un medico infettivologo, quattro medici urgentisti, un medico pediatra, cinque medici anestesisti, quattro chirurghi, tre chirurghi ortopedici, due ginecologi, un’ostetrica, un fisioterapista, trentuno infermieri (inclusi coordinatori, strumentisti, infermieri sala operatoria), due tecnici di radiologia, due tecnici di laboratorio, un assistente amministrativo, un ingegnere, tre tecnici logisti e dodici tecnici logistici afferenti al Coordinamento regionale del Volontariato di Protezione Civile.
«Contiamo di rendere l’ospedale completamente operativo entro venerdi sera – ha spiegato il coordinatore del team, Mario Raviolo -, sappiamo di intervenire in una delle zone più disastrate del Paese, ma siamo preparati a farlo, grazie all’esperienza maturata in molti anni di attività. Il governo turco ha già preso contatti con la nostra Organizzazione per organizzare l’accesso dei pazienti all’ospedale».
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Gli agenti, giunti immediatamente sul posto, in un appartamento a Novara, chiamati telefonicamente, hanno trovato la donna in stato di shock. Ha riferito loro che il compagno l’aveva minacciata di morte e distrutto oggetti presenti in casa. Infatti l’uomo, arrestato dalla polizia, aveva tagli sulla mano e tracce di sangue dopo aver danneggiato la porta della stanza in cui la donna, insieme con la figlia, si erano chiuse a chiave.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
A Torino maxi sequestro di beni da parte della Guardia di Finanza a un pregiudicato: una palestra, sei unità immobiliari e una ditta di apparecchiature da intrattenimento. Sono stati inoltre sequestrati sette veicoli e diversi conti correnti.
EDIZIONE LIMITATA
Montblanc e Ferrari hanno presentato una nuova creazione da collezione realizzata in collaborazione con Ferrari Design che rende omaggio alla Ferrari Daytona SP3, l’ultimo modello della serie Icona, durante un esclusivo evento organizzato ieri nella boutique Montblanc di Torino
Montblanc Ferrari Stilema SP3 Limited Edition nasce dalla volontà di coniugare la tradizione artigianale di uno strumento da scrittura Montblanc con il design e le prestazioni della nuova Daytona SP3 e rappresenta un nuovo capitolo della partnership tra Montblanc, leader nella produzione di strumenti da scrittura, e Ferrari, la leggendaria casa automobilistica.
Per celebrare questa nuova creazione, è stato organizzato un esclusivo evento a Torino nella boutique Montblanc; durante la serata è stato possibile ammirare per la prima volta in Italia il nuovo strumento da scrittura.
Progettato in collaborazione con Flavio Manzoni, Chief Design Officer di Ferrari, Montblanc Ferrari Stilema SP3 Limited Edition 599 si ispira all’inconfondibile linguaggio stilistico Ferrari per dare vita a uno strumento da scrittura Montblanc dalla forma innovativa. Montblanc Ferrari Stilema SP3 rende omaggio al DNA Ferrari che contraddistingue il design di ogni automobile: l’architettura, le proporzioni, le superfici, i volumi e l’aerodinamica. Questo DNA è noto anche come stilema, in riferimento agli elementi estetici immediatamente riconoscibili e riconducibili all’identità e al creatore del marchio.
“Sebbene uno strumento da scrittura abbia una funzione e una realizzazione completamente diverse rispetto ad un’automobile, il nostro obiettivo è stato innanzitutto quello di creare uno strumento da scrittura che fosse in linea con la filosofia e il linguaggio di design del Cavallino Rampante, per poi passare a considerare gli elementi tecnici. Insieme a Flavio abbiamo deciso di creare una nuova famiglia di strumenti da scrittura che unisse perfettamente le identità di Ferrari e Montblanc ridefinendo gli standard di design e innovazione all’interno delle nostre rispettive aziende”, spiega Nicolas Baretzki, CEO di Montblanc.
La serie Icona è uno dei segmenti Ferrari più esclusivi: i suoi modelli reinterpretano l’intramontabile design delle iconiche Ferrari usando materiali innovativi e tecnologie all’avanguardia. La seconda automobile della serie Icona in edizione limitata è la Daytona SP3, il cui nome rievoca la leggendaria tripletta conquistata nella 24 Ore di Daytona del 1967, una delle imprese più spettacolari della storia Ferrari. L’ultima arrivata della serie Icona rende omaggio ai prototipi che contribuirono a fare entrare il marchio nella leggenda degli sport motoristici.
Montblanc Ferrari Stilema SP3 rievoca la forma fluida di questa automobile grazie all’utilizzo di un unico materiale sia per il cappuccio che per il corpo: il titanio leggero, raramente utilizzato per gli strumenti da scrittura Montblanc. L’angolo della sommità del cappuccio simula il modo la parte anteriore della Ferrari Daytona SP3 squarcia l’aria, mentre le linee sulla parte davanti e sul corpo si ispirano alle lame che si trovano sul paraurti dell’automobile e creano un effetto ottico di luci e ombre con le barre che sembrano scomparire.
Se l’esterno sfoggia l’inconfondibile design Ferrari, l’interno nasconde un “motore” interamente concepito da Montblanc. Il cuore della Ferrari Daytona SP3 è il suo ruggente motore V12; quello della Montblanc Ferrari Stilema SP3, invece, è costituito da un pennino in oro bianco massiccio Au750 e da un meccanismo di caricamento nascosto, che consentono a un tipo di benzina diverso di scorrere nelle sue vene: l’inchiostro. Realizzato magistralmente a mano attraverso più di 30 passaggi, il pennino Montblanc è espressione di una maestria artigianale consolidata nel tempo, mentre la nuova posizione del meccanismo di caricamento dell’inchiostro riflette lo spirito innovativo che unisce Montblanc e Ferrari. Ispirato alla visione ingegneristica di Ferrari Design, il meccanismo di caricamento dell’inchiostro di Montblanc Ferrari Stilema SP3 è stato realizzato in modo del tutto nuovo rispetto alla tradizione Montblanc e si integra perfettamente con la silhouette sottile dello strumento da scrittura. Il meccanismo di caricamento dell’inchiostro è nascosto dietro una lama rossa semitrasparente che attraversa il corpo in titanio come un fendente, rievocando l’energia e il dinamismo della Ferrari Daytona SP3. Realizzato in oro bianco massiccio, il meccanismo di questa edizione limitata è visibile soltanto quando si estrae la lama. Dopo aver riempito il serbatoio ed aver fissato nuovamente la lama nella posizione iniziale, la Montblanc Ferrari Stilema SP3 è pronta a sfrecciare sulla carta e a tracciare la prima linea.
Il pennino in oro bianco massiccio Au750 presenta una speciale incisione “SP3”, mentre l’iconico Cavallino Rampante Ferrari è saldato al laser sul cappuccio. L’emblema Montblanc collocato come da tradizione sulla sommità del cappuccio è anch’esso realizzato in oro bianco massiccio Au750.
“Trasferire le proporzioni e la fluidità della Daytona SP3, un’automobile pensata per prestazioni dinamiche e velocità incredibili, su uno strumento da scrittura senza rinunciare alla qualità dell’esperienza di scrittura è stata una sfida di design affascinante. Ci siamo concentrati non solo sulla fluidità della forma, ma anche sulla funzionalità, così da rimarcare la straordinaria sensazione di tenere in mano una stilografica che rappresenta la massima espressione di eccellenza e artigianato. Oltre all’inchiostro liquido, la penna deve supportare i movimenti rapidi della mano mentre scrive, in modo che i pensieri possano fluire liberamente”, spiega Flavio Manzoni, Chief Design Officer di Ferrari.
Proprio come l’automobile a cui questo inedito design è ispirato, lo strumento da scrittura è limitato a soli 599 esemplari in tutto il mondo. Montblanc Ferrari Stilema SP3 è il secondo strumento da scrittura nato dalla collaborazione tra due brand iconici nel settore del lusso dopo la collezione Montblanc Great Characters Enzo Ferrari Edition, un omaggio al grande pioniere e al visionario fondatore del prestigioso marchio automobilistico Ferrari.
Montblanc Ferrari Stilema SP3 è disponibile dietro speciale accordo e su base limitata. Per maggiori informazioni visita il sito www.montblanc.com
Montblanc
Animata dallo spirito pionieristico che la caratterizza fin dal 1906, Montblanc ha rivoluzionato la cultura della scrittura con straordinarie innovazioni. Oggi la Maison continua a spingersi oltre i confini e a promuovere l’evoluzione delle maestrie artigianali in tutte le sue categorie di prodotto, raggiungendo l’eccellenza negli strumenti da scrittura, orologi, pelletteria, nuove tecnologie, accessori e fragranze. A ogni innovazione, Montblanc offre nuove funzionalità e design rivoluzionari permeati dalla tradizione di raffinatezza della Maison e realizzati secondo i più alti canoni grazie alle competenze dei suoi artigiani in ciascuna delle sue Manifatture: Amburgo, Germania, per gli strumenti da scrittura, il Giura svizzero di Le Locle e Villeret per gli orologi e Firenze per la pelletteria. In linea con la missione della Maison di creare raffinati compagni di vita ispirandosi alle idee più innovative, l’iconico Emblema Montblanc è oggi è il più riconosciuto simbolo di performance, innovazione, qualità e stile. Come parte dell’impegno nel sostenere coloro che inseguono con dedizione le proprie passioni al fine di lasciare un proprio segno, Montblanc continua a incoraggiare programmi di istruzione in tutto il mondo e a promuovere iniziative che ispirino le persone a esprimere il loro massimo potenziale.
In occasione del congresso invernale del 28 – 30 gennaio di ” Identità golose”a Milano”, riferimento di punta per la celebrazione delle eccellenze enogastronomiche italiane e internazionali, il Consorzio dell’Asti Doc, nella figura del suo direttore Giacomo Pondini, lunedì 30 gennaio è stato premiato con il Premio Innovazione Continua: è stata riconosciuta, infatti, la straordinaria capacità di essere versatile e innovatore dei tempi, proprio come l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti.
La Docg piemontese, espressione piena del Monferrato, è una denominazione storica che può vantare un ruolo da precursore nella comunicazione e nelle numerose declinazioni del prodotto, grazie a un continuo rinnovamento nel tempo secondo i cambiamenti della società e delle innovazioni tecnologiche.
La Docg Asti così si è resa ancora una volta protagonista delle grandi manifestazioni del food & wine, così come dei momenti di festa e convivialità, che ravviva – portando nel calice – tutte le vibrazioni positive delle colline piemontesi Patrimonio dell’Umanità Unesco, dove centinaia di famiglie di viticoltori lavorano con passione per assicurare gli aromi inconfondibili dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti, rivolgendosi a un sempre maggior numero di estimatori nel mondo, trasversali a tutte le generazioni.
Noi del ” Il Torinese” eravamo presenti alla cerimonia di premiazione e abbiamo avuto il piacere di intervistare brevemente proprio il Direttore del Consorzio:
Oltre che a essere partner della manifestazione, qual è il significato per il Consorzio esprimersi e divulgarsi anche sul territorio dei “cugini” lombardi?
Senza dubbio trovarci nel polo gastronomico, Identità golose appunto, che meglio esprime le eccellenze del cibo e della ristorazione italiana nel mondo, è per noi anche un modo efficace per divulgare come l’aspetto conviviale rappresentato – appunto- dall’Asti Spumante, si possa esprimere a tutto pasto, non solo abbinato a un dessert. Per ciò che riguarda l’aspetto della comunicazione dei vini, lavoro – com’è noto – a cui noi del Consorzio storicamente abbiamo sempre dedicato particolare attenzione – qui in Lombardia ci ha trovato particolarmente affini nelle modalità di divulgazione delle rispettive eccellenze enologiche , come espressione profonda delle identità regionali.
Sempre in tema di comunicazione del vino: su quali aspetti il Consorzio suggerirebbe di migliorare o quali sarebbero le tematiche da affrontare ex novo?
Nel nostro lavoro di continua diffusione per ciò che attiene le caratteristiche dei nostri prodotti, notiamo che il pubblico principale un po’ più assente risulta essere per lo più quella dei giovani che, talvolta, possono apparire slegati da un tipo di comunicazione sul vino a volte troppo ancorato alla descrizione del terroir di appartenenza. Questo è sicuramente un aspetto da cui non si può e non si deve prescindere ma, cercando di rivolgersi al pubblico consumatore attraverso dei linguaggi semplici e comprensibili, forse il racconto del e sul vino potrebbe concretamente e realmente destinarsi a un pubblico trasversale e tramandato a diverse generazioni.
Noi del Consorzio, fin dal 1932 – anno della sua fondazione – ci siamo sempre affidati alla comunicazione del vino come emblema di un momento da festeggiare, di celebrazione di qualsiasi aspetto della vita quotidiana attraverso immagini emblematiche che parlassero di persone, di luoghi riconoscibili all’osservatore: le nostre famose locandine pubblicitarie, eredità immensa che cerchiamo oggi di divulgare, ci rende fortemente persuasi di questo e procederemo in questa direzione.
Il claim della manifestazione milanese è ” La Rivoluzione è servita” : quali sono gli aspetti rivoluzionari o innovativi del vino?
Le tecnologie che si rinnovano e che innovano le modalità di produzione del vino, sono di stimolo a stare al passo coi tempi: allo stesso modo, le questioni riguardanti i cambiamenti climatici e come questi incidono in maniera concreta sul tentativo di mantenere l’identità del vino e i successivi passaggi per la sua commercializzazione, non sono tanto rivoluzionari, ma tappe e sfide obbligate per soddisfare una clientela esigente, attenta e sensibile alle rivoluzioni. In qualunque settore, non solo quello
vinicolo. Il Consorzio, in questo senso, accoglie con fiducia e coraggio questa sfida.
Chiara Vannini
Dipinti e disegni in mostra alla “Fondazione Giorgio Amendola” di Torino
Fino al 28 febbraio
Avrebbe potuto utilizzarlo come titolo alla sua nuova personale subalpina.”A tutti i miei incontri con persone, animali e cose” è invece l’originale dedica che Stefano Levi Della Torre (Torino, 1942) scrive, in apertura di catalogo, a tutti i “protagonisti” (persone, animali e cose per l’appunto) raccontati in una ricca antologica ospitata, fino a martedì 28 febbraio nelle sale espositive della “Fondazione Giorgio Amendola” di Torino. Una sessantina i dipinti esposti, accompagnati ad alcune pagine grafiche di rapida puntuale cifra stilistica, datati fra il 1985 ed il 2022. Quarant’anni di intensa attività artistica, praticata a compendio e prezioso collante ai tanti altri “mestieri” portati avanti negli anni da questo raffinato intellettuale torinese, saggista e studioso della tradizione e della cultura ebraica, nonchè docente alla “Facoltà di Architettura” del Politecnico di Milano, scrittore e, soprattutto, pittore. “Credo – sottolinea Levi Della Torre – di pensare molto per immagini… Penso che per me la pittura sia la guida anche della scrittura”.
Qualche giorno fa, ho visitato la sua mostra alla “Fondazione” di via Tollegno. Poco dopo, ci siamo sentiti per telefono. Stefano Levi Della Torre è uomo di grande cordialità, la voce pacata, pochi sorrisi appena accennati, una dolce mitezza. Il tutto mi ha ricordato l’incontro nel 1987 con il di lui zio materno Primo Levi. L’occasione, un’intervista, pochi mesi prima della sua tragica fine, al grande autore delle pagine di “Se questo è un uomo”, voluto dal “bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi” dell’Inferno di Auschwitz. Fra i due, assonanze comuni. Il cui riferimento, credo, l’artista abbia gradito, inviandomi dopo poco un suo scritto sullo zio (“piuttosto lungo, se non ha tempo di leggerlo– cortese ironia – non mi offendo”) con in esergo le illuminanti parole di Kafka: “Una volta gettato, un ponte non può smettere di essere un ponte senza precipitare”.
Ed eccolo, in parete, “Primo Levi che guarda nel buio”, olio su tavola del 2022, fra le opere più suggestive presenti in mostra. Avvolto nella cupezza di grigie rossastre tonalità, lo scrittore pare congedarsi dal mondo reale, gli occhi rivolti a un buio infinito, l’immagine palesata dal biancore del volto, della barba e dei candidi capelli. Per lui, la fine di un tormento, di un lungo martoriante incubo, raccontato nell’opera a fianco: il grande “Diluvio” (1985) che distrugge, avvolge in un abbraccio mortale cose, animali, esseri viventi trascinati nel gorgo del non ritorno. Metafora della condizione umana. Sono i “Sommersi” della Shoa, che il lager non ha risparmiato e verso cui i “Salvati” nutrono forti “sensi di colpa” per esser loro sopravvissuti; sono gli infuriati, terrorizzati e mordaci “gallinacei” dal becco rosso reclusi, nell’agitazione di forme ed espressionistici colori, nell’“Allevamento” del ’91. Disposizione non casuale, non effettuata in base a date, “ma – sottolinea l’artista – a seconda di come i quadri si parlano e si richiamano l’un l’altro”.
Stefano Levi Della Torre ama il colore. La pennellata avvolgente ed inquieta che, senza trasgredire al figurativo, gioca con la materia, libera nel gesto, nella sovrapposizione di toni in cui l’immagine trova rapida, nervosa e perfino imprevista e imprevedibile caratterizzazione. E’ la grande eredità lasciatagli da un altro importante zio (di parte paterna), quel Carlo Levi, il “torinese del sud” del “Cristo si è fermato a Eboli” e dei “Sei di Torino”, il cui buen retiro estivo, sulla prima collina di Alassio (“Benedetto chi viene a casa Levi” la scritta in ebraico sovrastante la porta d’ingresso), il giovane Stefano ebbe probabilmente modo di frequentare con una certa assiduità, assorbendo l’amore dello zio per la natura rigogliosa del grande parco di casa. E da lui apprendere a trasgredire, nei limiti concessi, le regole di una pittura comunque e sempre “spontaneamente figurativa”. Suggestiva e, a tratti, intrigante la carrellata dei personaggi che hanno fatto la storia, più o meno grande, del “libero pensiero” torinese del Novecento e d’oggi: dal suo pacato “Autoritratto” del ’96, a un giovane Carlo Ginzburg del’94, fino all’elegante figura di Giovanna Galante Garrone in posa a strimpellare la chitarra. Notevoli, per linguaggio e capacità introspettiva, i ritratti dell’indimenticato Norberto Bobbio e della moglie Valeria Cova Bobbio, scomparsa nel 2001, tre anni prima del marito, di cui era stata la più stretta collaboratrice.
Gianni Milani
“Stefano Levi Della Torre. Dipinti e disegni, 1985 – 2022”
Fondazione Giorgio Amendola e Associazione lucana Carlo Levi, via Tollegno 52, Torino; tel. 011/2482970 o www.fondazioneamendola.it
Fino al 28 febbraio
Orari: lun. – ven. 10/12,30 e 15,30/19; sab. 10/12,30
Nelle foto:
– “Villa Levi ad Alassio”, olio su tela, 2006
– “Primo Levi che guarda nel buio”, olio su tavola, 2022
– “Norberto Bobbio”, olio su tela, 1993
– “Diluvio”, olio su tela, 1985
– “Allevamento”, olio su tela, 1991