ilTorinese

Giovani che hanno fatto camminare la storia

La presentazione del libro Giovedì 27 marzo 2025

Sala Proiezioni – ore 18.30

Piazza dei Mestieri – via Durandi 10

(Ingresso gratuito; prenotazione OBBLIGATORIAall’indirizzo email eventi@piazzadeimestieri.it)

Un’opera a più mani alla ricerca di storie di giovani che si sono spesi per la crescita, per la trasformazione positiva delle loro comunità e delle società più vaste a cui sono appartenuti.

Agli autori è stato chiesto di individuare tali storie secondo le loro personali sensibilità e di raccontarle in maniera “dialogante” con i giovani di oggi, senza toni paternalistici o amicali, bensì riferendosi semplicemente ai fatti, rimarcando le condizioni di partenza, il coraggio manifestato, gli obiettivi raggiunti, le sconfitte subite, le ricadute nei loro ambienti.

I libri di Storia ci riportano fatti dei cui protagonisti raramente evidenziano le età che avevano: così anche quando sono giovani li immaginiamo o ci vengono descritti come persone mature, mentre in realtà erano ancora in ricerca. Intraprendenti, visionarie, strategiche sì, ma caratterizzate anche da ingenuità e da incertezze. Eppure, hanno trainato l’intera società (o settori significativi di essa) verso il cambiamento culturale, etico, religioso.

Un libro che vuole anche veicolare un messaggio alle nostre nuove generazioni, che vuole mettere insieme la maggioranza degli adulti e gli stessi giovani nel garantire il futuro di questa Terra, sostenendo libertà e diritti insieme ai doveri.

gli autori

Edoardo Di Mauro, Bruno Ferrero, Graziella Luttati, Ezio Marinoni, Fulvia Natta, Carlo Palumbo, Mario Parodi, Luca Reteuna, Luca Rolandi, Salvatore Tripodi.

introduzione

Luca Rolandi, giornalista e scrittore

saluti

Giampiero Leo, portavoce coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”

interviene

Donatella Genisio, fondatrice Cooperativa Sociale EtaBeta

modera

prof. Salvatore Tripodi

In collaborazione con

conclusioni

Antonio Rocco Labanca, editore, Edizioni Mille                                                                        

                                    info011.197.09.600 – eventi@piazzadeimestieri.it  www.eventinpiazza.it

Pet food e benessere animale: Innovazioni e strategie di marketing

Giovedì 28 marzo, dalle 18:00 alle 19:00, torna Parla con Me®con una nuova puntata dedicata al mondo del pet food e del benessere animale, approfondendo questa volta il ruolo della comunicazione e del marketing cinofilo nel raccontare e promuovere un settore in continua evoluzione.

Dopo il successo della prima parte, in cui si è discusso di trend, accoglienza e nutrizione per animali, ci addentriamo ora nel cuore delle strategie di comunicazione, dei nuovi linguaggi e delle innovazioni che stanno trasformando l’intero ecosistema pet, dal punto di vista di aziende, professionisti e consumatori.

Ospiti della puntata:

Paola Di Giambattista , Specialista Food & Hospitality, Chef Nutraceutico
Adriano De Sanctis , Consulente e formatore per l’eccellenza nella Dog Hospitality
Rocco Voto , Editore di Dogsportal.it | Consulente e formatore in marketing cinofilo

Anche in questa puntata ci saranno Lola e Stella, le  ospiti a 4 zampe, simbolo di un’accoglienza davvero pet-friendly, non solo dichiarata ma anche praticata.

Si parlerà di:

Come sta cambiando la comunicazione nel settore pet?
Quali strategie di marketing funzionano davvero con i petlovers?
Quanto conta oggi etica, trasparenza e sostenibilità nella scelta del pet food?
Le strutture ricettive sanno comunicare (e offrire) una vera ospitalità per cani?
E cosa possono imparare le aziende del settore da chi vive ogni giorno con e per gli animali?

Una puntata che unisce esperienze sul campo e visione strategica, pensata per chi lavora nel settore pet, nella ristorazione, nel turismo o nella comunicazione, e per chi vuole offrire un’accoglienza autentica anche agli ospiti a quattro zampe.

 Streaming diretto su :

LinkedIn Top Voice di Simona Riccio
Facebook di Simona Riccio
YouTube di ParlaConMe® : urly.it/3144rz

Per rivedere le puntate precedenti: www.parlaconmeofficial.it

📍Torino , lì 25 marzo 2025

“Risveglio di primavera” debutta al Gobetti

Martedì 1 aprile, alle ore 19.30, debutto al Teatro Gobetti di “Risveglio di primavera” del drammaturgo tedesco Frank Wedekind, nella traduzione di Roberto Cavosi, per la regia di Marco Bernardi. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e dal Teatro Stabile di Bolzano resterà in scena per la stagione in abbonamento fino a domenica 6 aprile prossimo.

“In 19 brevi scene dal ritmo travolgente, con una struttura simile a quella del montaggio cinematografico, Wedekind, appena ventiseienne, ci racconta con una straordinaria forza drammatica l’eterno conflitto tra adolescenti e adulti, e non si fa mancare nulla – commenta il regista Marco Bernardi a l’avere di un testo che è simbolo delle condizioni giovanili di ogni tempo – dalla scoperta del sesso alle difficoltà di comunicazione, dall’importanza dell’amicizia alla struggente speranza di dare un senso alla vita, dallo smarrimento della ricerca della propria identità alla paura del primo amore. Così il grande autore tedesco, padre dell’espressionismo teatrale, ci colpisce ancora oggi per la modernità dei temi trattati e la sensibilità nei confronti dei giovani e delle loro speranze, spesso tradite”.

“Risveglio di primavera”, scritto da Frank Wedekind nell’inverno 1890-91, viene portato in scena, a causa della censura, solo 15 anni dopo. Fu Max Reinhardt a portarlo al debutto a Berlino. Era il 1906 e lo spettacolo scandalizzò i benpensanti, entusiasmò la critica e il pubblico liberale e progressista. Di questa pièce teatrale sono state messe in scena diverse edizioni nei teatri del mondo, riscritture comprese, e ne sono derivati film memorabili come “L’attimo fuggente” di Peter Weir del 1989. La forza dirompente dell’adolescenza e il conflitto generazionale sono i temi centrali della messa in scena di Bernardi, che dirige una compagnia di 14 attori, dieci dei quali sono giovani selezionati in tutta Italia tramite 100 provini. Bernardi li guida attraverso i vertiginosi cambi di registro di Wedekind, nell’alternarsi continuo di scene comiche e drammatiche, nella rapido passaggio tra un quadro e l’altro, da un dialogo a un monologo, da una situazione all’altra, seguendo l’acuta e ostinata ricerca che caratterizza l’autore. Questa rilettura è ispirata a un altro artista contemporaneo di Wedekind, il pittore di Ostenda James Ensor, con le sue maschere misteriose e grottesche. Oltre a una assoluta libertà creativa, li accomuna il bisogno di esprimersi attraverso regimi stilistici apparentemente opposti, da un lato un’intensa vena drammatica, dall’altro una specie di ansia dello sberleffo, una macabra vena farsesca.

Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino

Orari: martedì, giovedì, sabato ore 19.30/mercoledì e venerdì ore 20.45/domenica ore 16

Biglietteria: teatro Carignano – piazza Carignano 6, Torino. Telefono: 011 5169555 – biglietteria@teatrostabiletorino.it

Mara Martellotta

Le ragioni del pappagallo

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Arsenio era un pappagallo cinerino dal piumaggio prevalentemente grigio, con tonalità più scure sulla testa e sulle ali, e un bel becco nero e ricurvo.

Giorgio lo ricevette in regalo dallo zio Arialdo che a sua volta l’aveva portato con se a Torino al termine di un lungo viaggio in Africa equatoriale. Il piccolo pennuto, originario delle foreste pluviali nel cuore del continente nero, aveva una caratteristica particolare che lo distingueva dagli altri volatili e da gran parte degli animali: l’eccezionale intelligenza, secondo alcuni esperti paragonabile a quella di un bambino di tre anni. Perfettamente in grado di associare alle parole ripetute l’esatto significato, con gli anni e adeguatamente istruito, aveva imparato ad esprimersi con brevi frasi compiute, interloquendo nelle conversazioni. Ghiotto di frutta e semi, Arsenio era diventato a tutti gli effetti un membro della famiglia di Giorgio, scapolo impenitente. La strana coppia filava d’amore e d’accordo, condividendo l’appartamento in Corso Casale che offriva una suggestiva vista sul verde del parco Michelotti e sul Po. Giorgio, progettista di una nota azienda, si era formato al dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale del Politecnico torinese. La sua attività gli consentiva di passare buona parte del tempo lavorando da casa, condividendo le giornate con il fedele Arsenio. Appassionato di calcio, era cresciuto nel mito del Grande Torino, la compagine degli “invincibili” capitanati da Valentino Mazzola che persero tragicamente la vita nell’incidente aereo del 4 maggio 1949, schiantandosi sulla collina di Superga. Trasmettere quel sentimento d’affetto al pappagallo non fu per nulla difficile, tant’è che Arsenio imparò a ripetere con infallibile memoria l’esatta sequenza della storica formazione, imitando la voce del suo padrone con un lieve timbro nasale: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Un bel giorno l’azienda chiese a Giorgio la disponibilità  di recarsi per un periodo di sei mesi all’estero, in America del Sud, allo scopo di contribuire all’avvio di un nuovo sito produttivo a Montevideo, la capitale dell’Uruguay. Era un’occasione davvero importante e quasi unica per la sua carriera ma occorreva risolvere il problema del pappagallo, abituato a convivere con il suo padrone. Tra l’altro a Montevideo avrebbe dovuto dividere l’appartamento con un collega.

Erano due locali più i servizi nel quartiere della città vecchia, a poca distanza dalla piazza dell’Indipendenza. Uno spazio abbastanza angusto e per di più l’altro tecnico pareva fosse allergico al piumaggio degli uccelli. Non vi era dubbio sul fatto che Arsenio non potesse seguirlo nella missione. A chi lasciarlo in custodia, allora? Parenti non ne aveva più, avendo perso i genitori in tenera età e morto da un anno anche il vecchio zio Arialdo. Era un cruccio enorme, un tormento da togliere il sonno. Ad un certo punto maturò un’idea. L’unico vero amico che aveva, un compagno di università con il quale trascorreva talvolta le serate e qualche fine settimana, era stato sfrattato e stava cercando una sistemazione. Lo chiamò spiegando il suo problema e chiedendogli la cortesia di occupare il suo alloggio per il tempo della missione. Non avrebbe avuto nessuna spesa e l’unico obbligo di prestare cura al ciarliero pappagallo. L’amico, che si chiamava Giulio, invitato a cena accettò con entusiasmo la proposta. Arsenio, con le sue spiccate capacità intuitive, colse dai discorsi dei due amici seduti a tavola nell’alloggio di corso Casale dei frammenti di discorso che non gli piacquero,  e si chiuse in un ostinato mutismo. Ma ben presto dovette fare buon viso alla situazione che si venne a creare con la partenza del padrone di casa, accettando la novità. Il pennuto, superato l’imbarazzo delle prime giornate dove prevalse una lieve malinconia, considerando che il nuovo inquilino gli dava regolarmente da mangiare, gli parlava e qualche volta canticchiava dei motivi di suo gradimento, al punto che ne ripeteva qualche parola, accettò la presenza di Giulio. Anzi, con il passare dei giorni, gli si affezionò. L’uomo raccontava all’uccello storie e confidenze quasi avesse a che fare con una persona e decise anche  di fare un piccolo scherzo all’amico. Tifoso sfegatato della Juventus, la vecchia signora antagonista del Torino, oltre a insegnare al pappagallo parole e proverbi in piemontese, gli ripeté una frase che avrebbe certamente fatto colpo su Giorgio: “Viva la  goeba”. Ai bianconeri juventini era stato incollato addosso   anche questo curioso soprannome, riservato tanto ai giocatori quanto ai tifosi, di “gobbi”. Pareva che il termine risalisse a un curioso episodio degli anni ’50 quando per una intera stagione, durante le corse dei giocatori, le loro maglie trattenendo l’aria,  si gonfiavano creando una specie di gobba. Una malignità, probabilmente creata ad arte dai rivali, tifosi dei granata. Fatto sta che quel “viva la Gobba” in piemontese piacque molto ad Arsenio che lo ripeteva di continuo come un mantra, accompagnandolo con altri spezzoni del dialetto subalpino.

Un giorno, dopo l’uscita di Giulio per delle compere, un fattorino si presentò sull’uscio per consegnare un pacco. Dopo aver suonato il campanello udì una voce gracchiante rispondere dall’interno: “Chi è?”. “Devo farle una consegna, signore!”, disse l’uomo. “Chi è?” rispose Arsenio, ripetendo l’invito più volte. “Sono il fattorino. Ho qui un pacco per lei. Mi può aprire, per favore?”, replicò il dipendente della ditta spedizioniera, tradendo un certo fastidio. Il pappagallo, per tutta risposta, inanellò una serie di frasi mescolando il piemontese con l’italiano: “Cosa fai daré ëd la pòrta?”, “Va via, fafioché d’un fafioché” ( in pratica dandogli del buono a nulla, di colui che parla tanto e non conclude niente), “Gavte la nata, balengo” (l’equivalente dell’invito a togliersi il tappo, un modo come un altro per suggerire di farsi furbo). Spazientito, il fattorino rispose con un epiteto che provocò la furibonda reazione di Arsenio che alzò ancor di più la sua stridula voce. Offeso l’uomo ridiscese le scale, visibilmente infuriato. Incontrando il portiere dello stabile gli chiese chi fosse quel maleducato che abitava al terzo piano. L’addetto alla custodia, stupito, rispose a sua volta non gli risultava nessuno in casa, avendo visto uscire una mezz’ora prima il signor Giulio. Bastò questa risposta perché il fattorino gli sbattesse tra le braccia il pacco urlandogli un seccatissimo “Visto che ci sono i fantasmi, allora a consegnare questo ci pensi lei!!”, infilando il portone e andandosene per la sua strada con un diavolo per capello. Passarono i giorni, le settimane, i mesi e il pappagallo sviluppò un attaccamento morboso nei confronti di Giulio, manifestando episodi sempre più costanti di gelosia.

Uno dei casi più frequenti si manifestava quando Giulio era costretto a uscire. Era sufficiente che indossasse la giacca o un cappotto perché Arsenio strillasse con sofferenza, roso dal tormento: “Non andare via! Stai qui! Non uscire!”. Per ingannare l’intelligentissimo volatile era arrivato al punto di calare dalla finestra, con la complicità del portinaio, la giacca o il soprabito, fugando il sospetto di una imminente fuga. Al termine dei sei mesi, al ritorno di Giorgio, il pappagallo raggiunse l’apice della possessività gridando disperatamente: “Giulio non andare via.. A l’è mej n’amis che des parent (è meglio un amico che dieci parenti).. Non mi lasciare, non abbandonarmi.. A basta ‘n to soris! (basta un tuo sorriso). Erano scenate davvero strazianti, a riprova di un amore che spezzava il cuore. Un diluvio di parole che Arsenio, rifiutandosi di mangiare, emetteva con una voce acuta e stridente che pareva sul punto di spezzarsi in pianto. I due amici, non potendo restare indifferenti davanti a tanta sofferenza, considerato che l’appartamento era abbastanza grande e che Giulio un alloggio per se non l’avevo ancora trovato, decisero di condividere l’abitazione di corso Casale. Il pappagallo ascoltò con attenzione il discorso che gli fecero, quasi si stessero rivolgendo a un bambino. E come un marmocchio davanti ai doni trovati sotto l’abete la mattina di Natale, Arsenio dimostrò tutta la sua felicità svolazzando per le stanze, pur senza rinunciare ad avere l’ultima parola: “I papagal l’an sempre rason”. I pappagalli hanno sempre ragione. E come si poteva dargli torto?

Marco Travaglini

Occupazione, Pd: “Lavoro povero e dati gonfiati”

Dietro al picco assunzionale lavoretti saltuari e pensionati trattenuti in servizio.

 Qualche giorno fa l’assessora regionale al Lavoro, nonché vice presidente della Regione, esibiva trionfalmente sui suoi canali social tre dati apparentemente molto positivi, tratti dal rapporto Unioncamere 2024: tasso di occupazione piemontese al 69% (in aumento), tasso di disoccupazione al 5,4% (in diminuzione) e 1.854.000 occupati con un +3% rispetto al 2023.

Ancora una volta, però, i dati non sono affatto così positivi come Chiorino vorrebbe far credere, attribuendo alle politiche della sua giunta le ragioni del successo.

Innanzitutto, il numero di occupati non corrisponde a effettivi posti di lavoro. Nella definizione di occupato, infatti, rientrano tutte le casistiche, anche gli impieghi di poche ore, i classici “lavoretti”, o il lavoro precario e parcellizzato: attività sporadiche o intermittenti che non garantiscono retribuzioni sufficienti e che, secondo l’ISTAT rappresentano addirittura il 10 per cento del totale. Tra gli occupati sono conteggiati anche gli over 50 (sempre più numerosi), che non sono nuovi assunti, ma persone che restano al lavoro per lo slittamento legislativo dell’età pensionabile: casi che non si possono considerare alla stregua delle nuove assunzioni. Questo meccanismo interessa ancor più le donne che, in maggior quantità rispetto alle generazioni precedenti, completano la carriera retributiva e che poi come gli uomini sono trattenute in servizio dalle norme che ritardano l’etá della pensione.

L’incremento del tasso di occupazione non equivale quindi necessariamente alla creazione di nuovi posti di lavoro come sembra volerci far credere l’assessora Chiorino!

Prima di dire che va tutto bene e che l’aumento del tasso di occupazione piemontese è merito delle politiche attive messe in campo dalla sua Giunta, Chiorino dovrebbe darci i dati sui lavoratori poveri, che messi insieme gonfiano le statistiche, ma singolarmente rappresentano situazioni di emergenza sociale. Oltre ai macrodati, buoni solo per la propaganda, ci vorrebbe una operazione-trasparenza sulle categorie dei lavoratori a seconda della stabilità dell’impiego, della data di inizio dei contratti e della distribuzione per genere e per età degli assunti, con la possibilità di una comparazione con le altre Regioni.

Nel 2008, 2013 e 2020 il Piemonte ha avuto saldi negativi del tasso di occupazione, quindi il 2024 ha sicuramente un segno “più” davanti, ma c’è crescita e crescita e quella piemontese non risulta nei fatti così entusiasmante come viene presentata.

Nonostante l’aumento del 2024, il tasso di occupazione dei 15-64enni ad esempio è ancora inferiore rispetto a quelli delle regioni del Centro Nord, con le sole eccezioni di Liguria, Marche e Lazio.

Ci risulta che tutte le regioni del Centro Nord, ad eccezione di Liguria e Lazio, abbiano tassi di disoccupazione inferiori a quello del Piemonte: l’assessora può smentirci?

Monica CANALIS, vice presidente commissione Lavoro del Consiglio regionale

Maria Grazia GRIPPO, responsabile Lavoro PD Piemonte

Massimo TAMIATTI, responsabile Lavoro PD Torino

Le vostre foto, Torino stile Liberty

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La lettrice Alessandra Macario ci invia una foto dell’interno di Via Susa 33 a Torino.

‘Il cortile del Palazzo Ansaldi, situato in via Susa, è stato progettato dal Carrera all’inizio del ‘900 in un suggestivo ed elegante stile liberty. Sullo sfondo, la splendida Torre Westminster.’

Don Fabio Attard  è  l’11° successore di Don Bosco

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Il 29° Capitolo generale della Società di San Francesco di Sales (Salesiani), riunito nella Casa Madre di Maria Ausiliatrice, ha eletto come Rettor Maggiore dei Salesiani, 11° successore di Don Bosco, don Fabio Attard, maltese, classe 1959. Nato a Gozo, Malta, don Fabio Attard è cresciuto a Victoria, dove ha frequentato le scuole primarie e secondarie pubbliche. La sua vocazione ha iniziato a prendere forma durante gli anni trascorsi al Seminario Maggiore di Gozo. Come nuovo Rettor Maggiore, don Fabio Attard guiderà una Congregazione composta da 13.750 salesiani presenti in 136 nazioni. “Con la sua profonda spiritualità, la sua visione carismatica, il suo brillante percorso accademico e i suoi decenni di esperienza, scrive l’Agenzia Salesiana Ans che ha diffuso la notizia riportata sul sito on line del settimanale cattolico La Voce e il Tempo, don Fabio Attard è pienamente preparato per animare e governare la Congregazione Salesiana e la Famiglia Salesiana nel XXI secolo”.   fr

Il nuovo appuntamento del “Circolo dei Cantautori”

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Venerdì 28 marzo Club Arci Circolo Corso Parigi – ore 21

Tante voci e brani per valorizzare la canzone autorale torinese

Venerdì 28 marzo alle ore 21, nel suggestivo Club Arci Circolo Corso Parigi, in corso Dante 28/A, riprende il secondo appuntamento con il “Circolo dei Cantautori“. Un collettivo di artisti fondato da Luigi Antinucci, nato con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone attraverso iniziative e una rete territoriale di musicisti. 

Venerdì 28 marzo l’appuntamento è dedicato a “Zucchero”, grazie all’esibizione di Luca “Cipo” Sperindio, il più accreditato fra i cantanti tributo di Fornaciari. Sul palco saliranno anche Luigi Antinucci, direttore artistico del Circolo dei Cantautori e vicepresidente dell’associazione Magica Torino Ets, che porterà alcune sue canzoni e un paio di brani di grandi maestri storici; Maurizio Seren Rosso con un’anteprima del suo nuovo lavoro discografico e Marco Roagna alla chitarra. 

“Il Circolo dei Cantautori vuole essere propulsore e portavoce di un “movimento culturale” vicino alla tradizione cantautorale poetica, quella dei grandi artisti quali i piemontesi Luigi Tenco, Paolo Conte o Gian Maria Testa” – commenta il direttore artistico del Circolo dei Cantautori, Luigi Antinucci – “Anche nella nostra Torino, come ad esempio a Genova, Bologna, Roma, Napoli, è giusto parlare di “scuola torinese”, riguardo la canzone d’autore. Se le voci degli autori piemontesi si uniranno sono sicuro che creeremo un coro potente che non potrà passare inosservato, al fine di tutelare e dare risalto a quella canzone d’autore che come ben sappiamo, oggi non è più adeguatamente valorizzata”.

L’ingresso è riservato ai possessori di tessera Arci, per prenotare è necessario scrivere a corsoparigi2019@gmail.com

Ha riaperto al pubblico l’ufficio postale di Bibiana

Sono terminati nella sede  i lavori di ristrutturazione e ammodernamento finalizzati ad accogliere tutti i principali servizi della Pubblica Amministrazione grazie al progetto “Polis – Casa dei Servizi Digitali”, l’iniziativa ideata da Poste Italiane per promuovere la coesione economica, sociale e territoriale nei 7 mila comuni con meno di 15mila abitanti contribuendo al loro rilancio.

Tra gli interventi effettuati il rinnovo della pavimentazione, lavori di tinteggiatura, nuovi arredi e postazioni ergonomiche. Oltre ai servizi postali, finanziari, di assicurazione ed energia presso gli uffici postali sono disponibili anche i servizi INPS (il cedolino della pensione, la certificazione unica e il modello “OBIS M” che riassume i dati informativi relativi all’assegno pensionistico).

L’ufficio postale sarà a disposizione dei cittadini con il consueto orario dal lunedì al venerdì dalle ore 8.20 alle ore 13.45 e il sabato fino alle 12.45

Poste Italiane conferma, ancora una volta, non solo la missione al servizio del sistema Paese ma anche il valore della capillarità, elemento fondante del proprio fare impresa, in netta controtendenza con il progressivo abbandono dei territori.

Dopo l’autorizzazione della Commissione Europea a fine ottobre 2022 i lavori di ristrutturazione sono stati avviati in oltre 3390 Uffici Postali in tutta Italia ed entro la fine del 2026 saranno complessivamente 7000 i nuovi uffici Polis.

R-Lab, il Competence Center per l’analisi e il riutilizzo delle batterie

Un polo di ricerca, testing e innovazione al centro di Torino, Capitale europea dell’innovazione 2025. Sostenuto da un contributo di 500.000 euro concesso da Finpiemonte sul Bando della Regione Piemonte, R-Lab è il nuovo polo dedicato al testing, al riutilizzo e all’innovazione nelle soluzioni di accumulo energetico.

 

 Reefilla, punto di riferimento italiano nella progettazione avanzata di sistemi mobili di accumulo di energia, ha dato vita a un nuovo hub di innovazione dedicato alla valutazione, al riutilizzo e alla gestione avanzata degli accumulatori: R-Lab | Battery & Energy Competence Center. Reefilla, Riuso, Riciclo: tre parole per innovare il modo in cui si pensa alle batterie.

Lo sviluppo del Competence Center, già avviato da Reefilla l’autunno scorso, sarà ulteriormente accelerato da un contributo pubblico di 500mila euro ottenuto sul bando della Regione Piemonte “Consolidamento patrimoniale e crescita delle startup innovative”, recentemente concesso dalla finanziaria regionale e che va ad integrare le risorse private già erogate, grazie all’investimento del capitale di Finpiemonte nel Fondo Piemonte Next, lo scorso novembre.

Dopo aver testato e lanciato a Torino ormai 2 anni fa il modello innovativo di accumulo e ricarica mobile nel contesto della Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino CTE NEXT ed aver scalato su più territori in Italia, Reefilla inaugura il R-Lab | Battery & Energy Competence Center a Torino: un ecosistema che comprende uffici, laboratori e linee di produzione con l’obiettivo di trasformare la città – che nel 2025 è stata insignita di due premi europei come “Capitale dell’Innovazione” e “Capitale del turismo smart” – in un hub di riferimento per l’innovazione nel settore del testing e della qualifica delle batterie. La nascita di questo centro si inserisce nelle strategie di crescita avviate da Reefilla, anche a seguito del recente aumento di capitale di 4,5 milioni di euro chiuso a novembre scorso.

All’interno di R-Lab, situato sul Lungo Dora Pietro Colletta, verranno sviluppate nuove tecnologie per il testing, la qualifica e la gestione avanzata delle batterie delle auto elettriche a fine vita, con l’obiettivo di massimizzarne efficienza e sostenibilità per una “second life”. Secondo stime recenti, il mercato globale delle batterie second-life provenienti da veicoli elettrici (EV) raggiungerà 4,7 miliardi di dollari entro il 2030, con un CAGR del 25,5%1.

“Questo finanziamento è una conferma del valore della nostra visione: rendere l’economia circolare una realtà concreta nel mondo delle batterie. Il Bando Consolidamento non è solo un supporto economico, ma un segnale chiaro che stiamo andando nella direzione giusta. Ci permetterà di rafforzare la nostra crescita e amplificare il messaggio che le batterie non sono un problema, ma una risorsa da valorizzare.” Gabriele Bergoglio, Co-Founder e Finance Officer di Reefilla.

Second-life battery: intelligenza artificiale e testing avanzato per un riutilizzo sostenibile

Entro il 2030, oltre 420mila tonnellate di batterie in Europa avranno esaurito il loro primo utilizzo2. Capire lo stato di salute di una batteria è la chiave per darle una seconda vita. Moduli e celle che vengono smontati, ad esempio, da un veicolo elettrico possono durare altri 3-5 anni in sistemi di accumulo per energie rinnovabili o in dispositivi di storage mobile.

Reefilla trasforma questo problema in opportunità, sviluppando tecnologie avanzate di testing e qualificazione. Già consolidate diverse collaborazioni con grandi OEM, player della mobilità e centri di ricerca per la raccolta di batterie e sperimentazione congiunta.

“Adottare procedure standardizzate e affidabili per valutare lo stato di salute delle batterie è essenziale per garantire un riutilizzo efficiente e un riciclo sostenibile”. – racconta Piera Di Prima, ingegnera dei materiali che, dopo aver concluso un dottorato di ricerca presso il Politecnico di Torino, si è unita a Reefilla per dirigere le attività di R&D di R-Lab – “Stiamo sviluppando una soluzione innovativa basata sull’intelligenza artificiale per stimare rapidamente lo stato di salute di una cella o di un modulo, senza bisogno di dati storici. Questo approccio ci permetterà di migliorare l’efficienza e la sostenibilità nella gestione delle batterie.”

R-Lab: un centro di innovazione aperto a nuovi talenti

Con la nascita di R-Lab, Reefilla vuole affermare il ruolo di innovatore nel settore dell’energia e delle batterie e si apre a nuove collaborazioni.

La nascita di questo competence center oltre a rendere orgogliosa la Città che ha accompagnato Reefilla sin dai primi test prototipali in strada, avviene in un momento strategico per Torino, Capitale europea dell’Innovazione – afferma l’Assessora all’Innovazione, Mobilità e Transizione ecologica Chiara Foglietta. Proprio quest’anno il titolo ci consentirà di lavorare all’attrazione e retention di talenti. Siamo felici che Reefilla abbia deciso di rafforzare e qualificare la sua presenza a Torino, puntando su un tema strategico per il futuro della Città, orientato a sostenere e catalizzare la transizione ecologica di Torino e dell’Italia”.

Il Competence Center si propone infatti come un punto di riferimento per professionisti, ricercatori e ingegneri che vogliono contribuire allo sviluppo di tecnologie all’avanguardia nel campo dell’energy storage. Reefilla è alla ricerca di talenti e personale specializzato che voglia mettere le proprie competenze al servizio di un progetto ambizioso e sostenibile.