A Quincinetto è stato rinvenuto il cadavere di una donna di 90 anni, nelle acque prossime alla diga della Dora Baltea. Secondo le prime ipotesi, sembrerebbe trattarsi di un gesto volontario.
A Quincinetto è stato rinvenuto il cadavere di una donna di 90 anni, nelle acque prossime alla diga della Dora Baltea. Secondo le prime ipotesi, sembrerebbe trattarsi di un gesto volontario.
Nella serata di ieri, personale del Commissariato di P.S. San Secondo con la collaborazione di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte, di unità cinofile dell’UPGSP e di personale GTT, ha effettuato un servizio di controllo straordinario nel quartiere Crocetta.
Sono stati effettuati diversi posti di controllo, in corso Monte Lungo e in corso Stati Uniti, che hanno portato al controllo di 16 veicoli e all’identificazione di una quarantina di persone. Nel corso dell’attività, inoltre, è stato sottoposto a controllo anche un bar di via Gorizia, già chiuso nel 2018 ai sensi dell’art. 100 TULPS, nel quale è stata riscontrata la presenza di diversi avventori con precedenti di polizia.
Nella seconda parte del servizio, il personale GTT ha controllato 290 passeggeri che si trovavano a bordo delle vetture della linea 4; 65 passeggeri sono stati sanzionati per mancanza o irregolarità nel titolo di viaggio, per un valore complessivo superiore ai 4000 euro.
Durante i controlli le unità cinofile antidroga hanno individuato 4 passeggeri, tutti successivamente sanzionati amministrativamente con segnalazione alla locale Prefettura, perché in possesso di modiche quantità di sostanza stupefacente.
Due cittadini stranieri, inoltre, sono stati accompagnati in Questura e denunciati in stato di libertà per la violazione delle norme sull’immigrazione in quanto inottemperanti al decreto di espulsione ed ordine di allontanamento dal Territorio Nazionale.
I controlli continueranno con cadenza regolare.
Abitava in Marocco da 20 anni e nei giorni scorsi era nei pressi di Agadir, quando è stato ucciso a coltellate. L. C. 76 anni, originario di Novara, sarebbe stato colpito con più coltellate alla schiena, all’addome e a una gamba. Potrebbe essere stato ucciso da un gruppo organizzato. Il delitto potrebbe essere legato ad accuse di presunte molestie e pedofilia mosse nei suoi confronti. Gli abitanti del posto lo avevano già minacciato lanciando sassi contro le sue finestre.
A Lione le delegazioni italiana e francese della commissione intergovernativa si sono riunite per la nuova ferrovia Torino-Lione in vista della riunione del 22 giugno, dedicata ai tempi della Francia per realizzare le vie d’accesso al tunnel transfrontaliero della Tav. Negli ultimi giorni sono emerse preoccupazioni in Italia e nella Ue dopo il rapporto del Consiglio d’orientamento delle Infrastrutture di Parigi che ha proposto di ritardarne di dieci anni l’entrata in servizio.
Aveva preso accordi con una prostituta per 150 euro in cambio di un rapporto sessuale a pagamento di due ore. La donna invece, trascorsa la prima ora, lo ha fatto uscire dalla propria abitazione a Vercelli perchè stava arrivando un parente.
L’uomo ha così chiamato i carabinieri e ha riferito di avere avuto un diverbio con lei, di essersi sentito trattato ingiustamente e di volere restituita metà della somma. Visto che non era stata commessa alcuna condotta illecita da parte di entrambi, i militari hanno con calma invitato il giovane a riconsiderare la propria richiesta, spiegando che non era compito loro intervenire.
Da oggi Torino ha una targa per ricordare i Giusti tra le Nazioni, tutte quelle persone che, nel mezzo del periodo storico più drammatico del secolo scorso, decisero con coraggio di aiutare gli ebrei a sfuggire all’Olocausto, alla deportazione nei campi di sterminio.
La targa, che si trova all’interno del giardino intitolato a Francesca Laura Morvillo, nel quartiere di santa Rita, è stata scoperta ieri durante una cerimonia cui hanno partecipato: la vicesindaca Michela Favaro, il vicepresidente del Consiglio comunale Domenico Garcea, l’assessore regionale Fabrizio Ricca, il vicepresidente della Circoscrizione 2 Giuseppe Genco, il presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni, il prefetto del distretto Rotaract 2031 Matteo Cammisuli.
Giova ricordare che i Giusti tra le Nazioni èanche un’onorificenza conferita dallo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme che, fin dal 1953, celebra tutti i non ebrei che hanno agito a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista.
Come ha ricordato Disegni, oltre ventimila donne e uomini, fra cui cinquecento italiani e una ventina di torinesi che dimostrarono virtù e rettitudine, un senso del dovere capace di riportare la luce nel momento più buio per l’umanità. Un esempio, per Disegni, che rappresenta un potente vaccino contro ogni forma di odio e di intolleranza e come tale deve essere proposto e riproposto in tutte le possibili declinazioni della comunicazione e dell’insegnamento.
Un tema ripreso da Garcea che, nel suo intervento, ha sottolineato come la vicenda dei Giusti tra le Nazioni, per noi italiani sia sovrapponibile al tema della Resistenza, che ha saputo unire le persone, coraggiose nello scegliere da che parte stare, mettersi in gioco rischiando in prima persona, incapaci di essere indifferenti di fronte alla sofferenza altrui.
Nel suo intervento, Fabrizio Ricca ha ringraziato chi ha voluto questa targa, perché ha voluto dare un segnale forte contro l’antisemitismo, contro il razzismo, memoria e anticorpo vero per la nostra società, ad evitare il rischio che possa tornare il buio di quegli anni terribili del Novecento.
Ha concluso la serie dei saluti istituzionali la vicesindaca che ha ribadito come memoria e ricordo siano antidoti importanti, utili per tramandare valori e rinsaldare legami di una comunità. Per Favaro, il richiamo al diritto naturale nei momenti più bui della storia degli Stati può non coincidere con il diritto delle leggi. Queste vanno certamente applicate ma non vanno mai dimenticati i valori che stanno alla base di un popolo, di uno stato, di una democrazia: la giustizia sociale, il rispetto delle persone, l’uguaglianza e la fratellanza. I Giusti tra le Nazioni furono in grado di sentirli propri e non esitarono nel rischiare di persona per sostenere questi valori, diventando un esempio da seguire.
Ogni anno si svolge la Notte Europea dei Musei, serata dedicata all’arte e diffusa nelle più grandi città europee.
L’iniziativa è organizzata dal Ministero della Cultura francese e patrocinata dall’Unesco, dal Consiglio d’Europa e dall’ICOM.
Il tema della Giornata Internazionale dei Musei 2023 è “sostenibilità e benessere”.
Quest’anno la Notte Europea dei Musei si svolge sabato 13 maggio 2023.
Tutti i musei statali aderiscono alla Notte Europea dei Musei.
A Torino sarà possibile visitare i Musei Reali sabato 13 maggio dalle 19.30 alle 22.30 (chiusura biglietteria ore 21.30) e accedere al costo di 1 euro ai seguenti musei:
Fondazione Torino Musei
GAM, MAO e Palazzo Madama saranno straordinariamente aperti fino alle 23 (ultimo ingresso ore 22)
A partire dalle 18, si potranno visitare con la tariffa speciale di 1 euro le collezioni permanenti e la maggior parte delle mostre in corso.
La tariffa speciale di 1 euro sarà applicata anche ai possessori di Abbonamento Musei.
La Fondazione Torino Musei e Theatrum Sabaudiae propongono inoltre in ogni museo una serie di visite guidate alle collezioni e alle mostre temporanee, oltre a workshop serali.
ore 21:00 VISITA ALLE GALLERIE DEDICATE A CINA E GIAPPONE
L’itinerario attraverso le opere esposte si trasforma in un viaggio verso l’Asia Orientale. Il percorso parte dagli oggetti d’arte della Cina antica, caratterizzati da vasellame neolitico, bronzi rituali, lacche e terrecotte – databili dal Periodo Neolitico al X secolo d.C. – per proseguire nella suggestiva galleria dedicata al Giappone, che presenta statue lignee di ispirazione buddhista, eccezionali paraventi, armature dei samurai e dipinti su rotolo verticale e xilografie policrome note come ukiyo-e, ‘immagini del mondo fluttuante’.
Costo della visita guidata: 6 € (+ biglietto di ingresso 1 €) – Info e prenotazioni: t. 011 5211788, prenotazioniftm@arteintorino.com
Palazzo Carignano
Apertura straordinaria dalle 18.00 alle 21.00 e biglietti di ingresso a 1 euro.
Info e prenotazioni 011 5641711.
Vernice, la rivista semestrale di formazione e cultura, edita dal 1994 a Torino e diretta da Sandro Gros-Pietro, si occupa da quasi trent’anni di letteratura proponendo nuovi testi di poesia, narrativa, teatro e testimonianze di arte contemporanea. L’ultimo numero, il sessantunesimo, come tradizione dedica la copertina e un’ampia biografia a un protagonista della cultura italiana, proponendo il profilo della scrittrice e poetessa Wilma Minotti Cerini. Milanese di nascita – è nata nel capoluogo lombardo nel 1940 – attualmente vive a Pallanza, sul lago Maggiore. Nell’ampio spazio dedicatole ( che ospita anche il racconto inedito Storia di un foglio puntiglioso ) emerge la ricca e avventurosa vita di questa donna dai molti interessi che ha vissuto un infanzia difficile durante la guerra, con la perdita prematura di entrambi i genitori – il padre partigiano venne ucciso dai fascisti ai primi di aprile del ’45 mentre era in missione per conto del Cln – ma seppe affrontare mille difficoltà fino ad affermarsi, frequentando i circoli culturali memeghini e sposando il Visconte Livio Cerini di Castegnate, fine gastronomo e studioso, membro dell’Accademia Italiana della Cucina. Personaggio di indubbio fascino e spessore culturale, Cerini ha pubblicato con Sonzogno, Salani e Longanesi volumi di grande interesse e successo sulla gastronomia e sulla storia della cucina. Wilma Minotti Cerini nel corso della sua lunga carriera ha pubblicato molte opere tra le quali vanno segnalate il monumentale lavoro di ricerca sulla vita e la poesia dell’inglese Peter Russell, diverse sillogi poetiche, l’interessante saggio dedicato a Guido Gozzano, il racconto filosofico I figli dell’illusione, i romanzi Ci vediamo al Jamaica e Le verità nascoste. Recentemente ha curato i libri Il re mangia solo e altri racconti del marito Livio Cerini di Castegnate e C’era una volta il Bagutta, dedicato alla famosa trattoria milanese dove è nato il più antico premio letterario italiano, forse quello dalle origini più insolite che risalgono al 1927, scaturito dall’idea di un gruppo di amici, artisti, scrittori e giornalisti che avevano l’abitudine di riunirsi in quel locale per discutere di letteratura.
Marco Travaglini
Domenica 14 maggio, dalle 14,30
Si mette in bella mostra, domenica prossima14 maggio, sfilando in totale e colorata allegria per le sue strade, la storica “Barriera di Milano” o “Barriera dl’Emme”, come ancora la chiamano i più attempati torinesi. In agenda, una ricca “parata culturale”, per dirla con le varie associazioni del quartiere che la organizzano, raggruppate – evocando la forte suggestione di lontani mari tropicali – in “Barriera Corallina” o “organismo collettivo di resistenza culturale”. La parata parte da un luogo simbolo di “Barriera di Milano”, piazza Foroni (ritrovo alle 14,30), e si dirige al “Parco Peccei”, la grande superficie ex industriale chiusa tra passante ferroviario, via Cigna e via Valprato che è ora il cuore verde del quartiere: “L’iniziativa –sottolinea Giulia Gozzellino, coordinatrice di ‘Barriera Corallina – nasce per celebrare la diversità e la bellezza della condivisione. Abbiamo scelto di riempire lo spazio pubblico con le voci, i suoni e i giochi di quartiere tra ‘marching band’, acrobazie, animazioni teatrali e ‘slam poetry’. Sfiliamo e partecipiamo con divertimento per una ‘Barriera Corallina’ gioiosa e accogliente”.
E Luca Bosonetto del “Comitato Arci Torino”: “Barriera di Milano è un quartiere fragile ma anche effervescente, solidale, colorato. Negli ultimi anni infatti abbiamo assistito a una crescita di realtà associative locali, spesso nuove e giovani. Anche ‘Arci’ vede rifiorire la sua presenza in Barriera tra mutualismo, inclusione, cultura, con una decina di nuovi spazi aperti o rigenerati dopo la fine della pandemia”. “’Barriera Corallina’ – continua Bosonetto – è un concreto esempio di questa effervescenza, che parte dalla nostra rete per coinvolgere tutto il territorio. Un modello che vuole declinare la parola ‘prossimità’ in forma virtuosa e che sceglie il modo più bello per concludere un primo anno di progetto e rilanciare: scendere in strada e sfilare” .
Si inizia, come detto, alle 14,30, in piazza Foroni, la piazza del mercato di “Barriera”, qui famigliarmente conosciuta come piazza Cerignola, per arrivare alle 16 al “Parco Peccei”. Peculiarità: tutte le realtà coinvolte sia nella parata sia poi nell’animazione al Parco sono di “Barriera di Milano”. Tutto a “Km zero”.
La sfilata sarà animata, in primis, dalle Associazioni “Pietra Tonale” e “La Folamurga” con musica e perfomance dal vivo, marching band, danze, fiati e percussioni . A dare ulteriore colore alla parata, l’animazione con acrobati sui trampoli della “Fondazione Uci Casa Circostanza” e dell’ “Associazione Slip”.
Vera chicca l’accompagnamento floreale di“FiëscaVerd”, realtà torinese nata con l’obiettivo di promuovere la rigenerazione urbana e l’inclusione sociale attraverso il recupero di aree verdi marginali e l’attivazione di percorsi di agricoltura urbana.
Al “Parco Peccei” sono, quindi, previsti momenti di convivialità, cultura e condivisione. Ci saranno un punto informativo e di ascolto, un angolo della cura dove trovare hennè eprodotti naturali gestito dagli adolescenti del “Centro Interculturale” e di “Asai”. Curioso lo “Swap party”, la festa per scambiarsi i vestiti che non si usano più, per non parlare degli interventi delle molte realtà teatrali operanti in Barriera che non mancheranno di dare il loro contributo, dal “Teatro Carillon”all’“Asola di Govi”, da “TzimTzum” ad “APS” e a “Onda Larsen”. Non mancheranno ovviamente momenti di animazione per i più piccoli, gestiti da “Ricette d’Africa” e “RenkenOnlus”, due realtà che operano all’interno degli spazi del “Bunker”, e dei “Bagni Pubblici” di via Agliè. Nel programma anche uno “Speakers Corner” (rivolto alle nuove idee in campo editoriale) e un tocco di poesia con “A/Traverso – Rassegna di poesia”, format che ha già proposto le presentazioni di ParimahAvani, poetessa iraniana, ai “Bagni Pubblici” di via Agliè, e di Mister Caos, poeta di strada milanese, al circolo “La scimmia in tasca” e alla Biblioteca “Primo Levi”. In questo caso, trattandosi di un’iniziativa all’aperto, verrà proposta una presentazione di poesie di alcuni autori attivi a Barriera di Milano. Infine, “corner radio” con “Radio Banda Larga”, “Radio Ohm” e “Spazio 211”.
g.m
L’amicizia è uno dei miti più antichi: Eurialo e Niso, Finzia e Damone, Achille e Patroclo fino a Don Chisciotte e Sancho Panza e rappresentazioni cinematografiche come Amici miei o Yuppies.
Possiamo dire che l’amicizia sia innata nel genere umano perché l’uomo è un animale sociale, vive in gruppo e, specie nell’antichità, aveva bisogno di unire la sua forza a quella di altri per la caccia o per combattere quando non esistevano armi a distanza.
Molti di noi sono rimasti in contatto con i compagni delle elementari o delle medie nonostante siano passati decenni e forse sono proprio le amicizie più antiche quelle destinate a durare maggiormente: io vedo ancora i compagni delle elementari e delle medie, si partecipa agli inevitabili dolori che colpiscono ora l’uno ora l’altro, ci si aiuta dove e come si può anche se si sta talvoltamesi senza sentirci.
Poi incontri persone nuove, magari accomunate da un numero maggiore di affinità, ma l’amicizia non riesce a decollare e rimane una semplice conoscenza, seppur approfondita, destinata a naufragare nel giro di poco tempo o a rimanere tiepida.
Ma cos’è l’amicizia? E’ un sentimento tra due persone fra le quali vi sia una carica emotiva ed è basata su stima reciproca, affetto ed interessi comuni.
Un proverbio dice “Gli amici si vedono nel momento del bisogno”; peccato che alcuni lo intendano come bisogno loro: se non hanno bisogno spariscono per mesi o anni salvo ricomparire quando non sanno a chi rivolgersi.
Troppo spesso, tuttavia, l’amicizia viene confusa con l’opportunismo, la semplice conoscenza, la comunione di intenti quali la palestra, il calcetto, il lavoro o l’associazione cui si è entrambi iscritti.
Al giorno d’oggi l’amicizia ha però assunto una connotazione diversa, esagerata, e messa in discussione per la massiccia diffusione dei social. La possibilità di dialogare virtualmente senza mai incontrare di persona l’interlocutore hanno creato relazioni, chiamate amicizia, che con l’amicizia poco o nulla hanno in comune o che, se di amicizia si tratta, questa era presente dal vero prima dell’incontro sui social.
Ma quali sono i limiti da imporre ad un’amicizia? Vi sono diverse scuole di pensiero: alcuni ritengono che un amico vada sempre supportato ed i suoi comportamenti sempre condivisi; altri, al contrario, pensano che l’amicizia sia il motivo giusto per segnalargli i comportamenti sbagliati ed i gesti che si disapprovano. Ognuno segua la scuola che meglio rappresenta i propri convincimenti.
Di sicuro, coltivare un’amicizia richiede impegno, volontà e sacrifici; la ricompensa a tutto ciò è avere accanto qualcuno nei momenti che contano, siano essi gioiosi o tristi.
L’amicizia, e la capacità di contrarne di nuove, cambia proporzionalmente all’età: maggiore è la nostra età minore è il numero delle amicizie strette che ci circondano. Il motivo è da rinvenirsi nella maggior selettività da parte nostra, nel disincanto con cui ci avviciniamo alle persone e, non ultime, la memoria e l’esperienza di amicizie che ci hanno delusi.
Una cosa è sicura: l’amicizia non potrebbe mai sparire dalla vita e dalla cultura del genere umano.
Perché oggi, più che anni addietro, l’amicizia è così in crisi? Ritmi frenetici, impegni assunti per non fermarsi a pensare, carriera ci hanno portato ad aumentare l’individualismo cercando, semmai, il conforto che potrebbe darci un amico in uno smartphone, in un videogioco o nel branco col quale ci sentiamo forti, potenti, invincibili.
I genitori per primi, come la scuola, dovrebbero sviluppare nei figli il senso dell’amicizia, anziché fomentare l’eccessiva competitività e l’odio e non dovrebbero favorire, dalla più tenera età, una competitività basata sulla possibilità o meno di vestire con abiti griffati, di giungere a scuola col SUV anziché in autobus o di abitare in una villa anziché in un alloggio di edilizia popolare.
In una società dove è normale essere figli unici l’amico può essere la giusta compensazione alla mancanza di un fratello cui confidare problemi di cuore e cui chiedere consigli disinteressati.
Quando incontriamo qualcuno che potrebbe diventare un buon amico accantoniamo i pregiudizi sulla sua etnia, sulla differenza di età, sul ceto sociale o su eventuali difetti fisici e viviamo la frequentazione in modo lucido, senza fanatismi né preclusioni. Se la persona è quella giusta l’amicizia nascerà da sola, senza forzature, in modo silenzioso e si svilupperà giorno dopo giorno.
Condividere tutto con un amico non significa privarsi di qualcosa, ma arricchirsi di qualcosa.
Sergio Motta