ilTorinese

Elezioni: Ivrea al Centrosinistra, Orbassano al Centrodestra

/

A Ivrea vince al primo turno il centro-sinistra con Matteo Chiantore, nuovo sindaco della città. La coalizione di centro-sinistra comprendeva anche il Movimento 5 Stelle e ha superato per qualche centinaio di voti il 50%. Sconfitto il sindaco uscente, Stefano Sertoli, sostenuto dal Terzo Polo, attorno al 30%, e il centro-destra di Andrea Cantoni con poco più del 15% dei voti. A Orbassano ha invece vinto il Centrodestra. Cinzia Bosso è stata confermata sindaca con oltre il 55 per cento, sconfitto Luca Di Salvo.

La Reale Mutua inizia nel modo migliore i playoff!

15 maggio 2023

Iniziano nel migliore dei modi i quarti di finale playoff per la Reale Mutua Torino: al Pala Gianni Asti la squadra di coach Ciani vince 82-70 Gara-1 contro l’Urania Milano e si porta 1-0 nella serie. Tra meno di quarantotto ore le due squadre saranno nuovamente in campo per Gara-2, sempre al Pala Gianni Asti. Miglior realizzatore di Gara-1 è stato capitan De Vico, autore di 15 punti.

Il primo canestro della partita porta la firma di Pullazi, ma dall’altra parte Vencato sblocca la Reale Mutua (2-2). Milano spinge e va sul 7-2, ma ancora Vencato riporta Torino ad un solo possesso (7-4 dopo 2’ di gioco). Si iscrive alla partita anche Jackson che porta Torino sul +3 (10-7), ma l’Urania grazie a Potts e Ebeling torna avanti (12-10). Guariglia segna cinque punti in fila che valgono il +5 torinese (19-14 a 4’ dalla prima pausa). Sulla schiacciata di Jackson (21-16) coach Davide Villa decide di fermare la partita con il time-out. Si scuote Milano che con due canestri in contropiede si riavvicina sul -1 (21-20). Il primo quarto va in archivio con il punteggio di 23-20 in favore della Reale Mutua.

Il secondo quarto si apre con il canestro di capitan De Vico che vale il nuovo +5 gialloblù (25-20). Amato segna in penetrazione e Milano torna ad un solo possesso di distanza, ma Schina trova la tripla che vale il +6 (31-25). Pepe trova la prima tripla della sua serata e la Reale Mutua va sul +9 (34-25 a 6’ dall’intervallo lungo). Il gap torinese tocca la doppia cifra grazie al semi-gancio di Taflaj (38-27). A 2’ dall’intervallo lungo e sul punteggio di 41-27 coach Franco Ciani decide di chiamare i suoi in panchina chiedendo time-out. Milano si riavvicina sul -9 grazie a Piunti e a Amato (41-32) che è anche il punteggio con cui si va negli spogliatoi.

Al rientro in campo dopo la pausa lunga la partita riprende con il canestro di De Vico, che ridà la doppia cifra di vantaggio alla Reale Mutua (43-32). Milano mette però a segno due triple consecutive e si riporta sul -5 (43-38). L’Urania continua a ridurre il gap e grazie ai liberi di Amato torna a sul -2 (47-45 dopo 4’ di terzo quarto). Mayfield segna a rimbalzo d’attacco e la Reale Mutua torna avanti dopo il pareggio del solito Amato (49-47). Milano trova il vantaggio grazie a Hill (53-51), ma De Vico segna la tripla in contropiede che porta nuovamente avanti la Reale Mutua (54-53). Zanotti, al suo esordio in maglia gialloblù, segna la tripla del +5 (59-54), ma Potts gli risponde con la stessa moneta (59-57). Il terzo quarto si chiude sul 59-57 in favore della Reale Mutua.

L’ultimo quarto parte con un parziale di 5-0 firmato da Schina e Mayfield (64-57 dopo 1’ di gioco). Ancora Pepe segna da tre punti, Torino va sul +8 (67-59) e coach Villa deve fermare precipitosamente la partita con il time-out. Zanotti segna ancora da tre punti e spinge la Reale Mutua sul +11 (70-59 a 6’ dalla fine della partita). Capitan De Vico cinque punti in fila e Torino vola sul +15 (76-61) costringendo coach Villa a fermare di nuovo la partita con il time-out. Le due squadre entrano negli ultimi 2’ di partita sul punteggio di 78-63. Milano mette insieme un parziale di 5-0 e torna sul -10 (78-68) e questa volta è la panchina torinese a fermare la partita. Il canestro ed i liberi di Zanotti chiudono la gara: Torino vince 82-70 e si porta 1-0 nella serie.

 

Reale Mutua Basket Torino – Urania Milano 82-70 (23-20, 41-32, 59-57)

Reale Mutua Torino: Mayfield 10, Fea, Vencato 4, Taflaj 2, Ruà, Schina 9, Jackson JR. 10, Guariglia 13, De Vico 15, Beltramino, Pepe 9, Zanotti 10. All.: Franco Ciani.

Urania Milano: Potts 10, Piunti 8, Ebeling 12, Valsecchi, Hill 7, Amato 14, Montano 5, Ciccarelli 2, Marra, Pezzola, Pullazi 10, Cavallero 2. All.: Davide Villa.

 

Il commento di coach Franco Ciani: “Partita che a grandi linee ha rispecchiato i due confronti della regular season. Sono emerse le capacità di entrambe le squadre di fare parziali importanti e di recuperare quei parziali. Sembrava che avessimo il controllo, invece Milano è stata brava a recuperare. Poi a differenza delle altre occasioni, siamo stati bravi a riprendere il controllo grazie alla nostra difesa: abbiamo tolto quella continuità offensiva che Milano sembrava aver trovato, per cui direi che siamo stati più maturi”.

Regione e Università per gli specializzandi nei pronto soccorso

Azienda Zero come collettore delle istanze delle Aziende sanitarie regionali e delle Scuole di Medicina, aggiornamento dell’accordo tra Regione e Università e migliore comunicazione verso gli specializzandi per chiarire e favorire il più possibile i percorsi che consentono l’impiego degli specializzandi nei Pronto Soccorso, attraverso l’applicazione del decreto Calabria e gli incarichi libero professionali.

Sono gli impegni assunti ieri sera nel tavolo congiunto convocato dalla Regione, con Azienda Zero, le Università del Piemonte e le rappresentanze nazionali e regionali delle Società scientifiche dei medici dell’Emergenza Urgenza per superare gli eventuali equivoci interpretativi delle norme.

Insieme all’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi,  le parti hanno concordato sulla necessità di implementare il più possibile l’utilizzo degli specializzandi nei reparti di Emergenza, venendo incontro in modo significativo alle drammatiche necessità del momento, per consentire non soltanto di allentare la pressione sui medici urgentisti, ma anche di limitare il ricorso al personale esterno.

La medicina narrativa per ridurre la conflittualità in sanità

Inizia martedì 16 maggio anche a Torino l’innovativo progetto portato avanti da SIMeN con Regione Piemonte

 Inizia anche a Torino martedì 16 maggio, nella sede dell’Assessorato alla Sanità in corso Regina Margherita, la formazione in Medicina Narrativa per i professionisti della sanità piemontese, già avviata lunedì 15 maggio all’ospedale Maggiore della Carità di Novara.

Questa iniziativa, di carattere laboratoriale, rappresenta una delle azioni  principali del primo progetto in Italia finalizzato a validare l’efficacia della Medicina Narrativa e a valutarne l’impatto nella pratica clinica, nell’ottica di una sempre maggiore attenzione alla relazione tra operatore di cura e persona assistita.

Si chiama NAME ed è portata avanti dalla Società Italiana di Medicina Narrativa (SIMeN) insieme alla Regione Piemonte e alla società di consulenza manageriale Apertamente, per sviluppare tra i dipendenti delle Aziende sanitarie e ospedaliere la formazione sulla Medicina Narrativa che, è dimostrato, aiuta a ridurre il conflitto tra sanitari e pazienti.

L’Istituto di Management della Scuola Superiore S. Anna di Pisa sarà a fianco di SIMeN durante tutto il percorso con lo scopo di validare dal punto di vista scientifico i risultati intermedi e finali.

L’innovativo progetto, avviato da SIMeN attraverso il Dipartimento delle Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI) della Regione Piemonte, si svilupperà in quattro città: oltre a Novara e Torino, anche  Alessandria e Cuneo.

In tutte queste realtà, da questo mese di maggio 2023 vengono allestiti altrettanti “laboratori narrativi” a cui è prevista la partecipazione di molti professionisti della sanità: una platea qualificata, multidisciplinare e motivata a raggiungere importanti obiettivi. Oltre allo sviluppo della formazione sulla Medicina Narrativa, verranno individuati e verificati specifici indicatori come la rivisitazione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA), l’aderenza alle terapie da parte dei pazienti e, appunto, la riduzione del conflitto tra sanitari e pazienti.

Il processo attivato nella Regione Piemonte entra quindi nella sua fase operativa, dopo alcuni passaggi di carattere più logistico e organizzativo.

Intanto era stata formalizzata la partnership tra SIMeN e Regione Piemonte, tramite DAIRI, per sviluppare un progetto formativo accreditato ECM sulla Medicina Narrativa.

Un focus group che si è svolto lo scorso 16 febbraio nella sede dell’Assessorato alla Sanità a Torino, ha poi permesso di definire gli indicatori più adeguati e di mettere a punto una Cabina di regia composta dai referenti delle Aziende sanitarie.

Il 7 marzo, sempre in Assessorato, c’è stata la presentazione ufficiale delle attività, mentre a partire da questo mese di maggio 2023 e fino ad aprile 2024 sono previste 6 sessioni formative di tipo laboratoriale per tutti i sanitari che avranno aderito. In tal modo ogni operatore seguirà 24 ore di didattica.

Alla formazione prendono parte professionalità diverse: medici specialisti (neurologi, ematologi, oncologi, chirurghi generali etc), infermieri, farmacisti ospedalieri, personale delle Direzioni generali e sanitarie.

È prevista, successivamente, l’analisi degli indicatori individuati per misurare l’impatto della medicina narrativa nella formazione e nella pratica clinica. Una fase, quest’ultima che sarà condotta da SIMeN in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore S. Anna di Pisa.

“Siamo davvero grati alla Regione Piemonte – evidenziano la presidente nazionale SIMeN Stefania Polvani e il responsabile dei rapporti con le istituzioni SIMeN Giovanni Melani – per aver permesso, tramite il DAIRI, la realizzazione di questo progetto unico a livello nazionale. Grazie anche agli altri nostri partner: Scuola S. Anna di Pisa e Apertamente di Milano.

In base alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità con il termine di medicina narrativa si intende una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo terapeutico-assistenziale. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso personalizzato (storia di cura).

Curare la malattia e curare la persona che vive l’esperienza della malattia sono due cose ben diverse. Il paradigma deve cambiare e la medicina narrativa nasce proprio dal riconoscimento di un’esigenza comune tra i professionisti della salute e le persone che si trovano ad affrontare un’esperienza di malattia.

Oggi è indispensabile conoscere e comprendere i caratteri essenziali di una pratica che concorre alla razionalizzazione delle risorse, anche economiche ma che, soprattutto, produce effetti importanti tra cui l’aumento della compliance delle terapie e la prevenzione e riduzione della conflittualità, che spesso in sanità è generata da problemi relazionali, comunicativi e di umanizzazione.

Con l’empatia e con le abilità di comunicazione, che possono essere insegnate da esperti e quindi apprese da tutti i sanitari, è possibile migliorare entrambe le parti della relazione.

Il progetto con Regione Piemonte permetterà, infatti, di agire in maniera positiva sia sul paziente (miglioramento degli esiti della relazione, gradimento dell’esperienza e dei servizi, minore conflittualità) che sull’operatore sanitario (gestione di situazioni di burn out, miglioramento della capacità di ascolto e di diagnosi, comunicazione e relazione)”.

Da sottolineare anche il contributo non condizionante al progetto delle aziende Sobi e Orion Pharma.

L’auspicio, sia di SIMeN che delle Istituzioni, è che il progetto NAME Piemonte diventi buona pratica di cura e di governance in sanità e che la metodologia narrativa possa essere davvero a servizio di tutti i cittadini piemontesi.

Il corso della vita è immutabile, impariamo ad invecchiare con eleganza

LIBERAMENTE di Monica Chiusano

Il corso della vita è immutabile, come quella sua natura che diviene unica e semplice, con la sola differenza di poterla saper vivere con forza, intelligenza e positività.
Ma non  saranno i capelli bianchi ad identificarci troppo, nè le rughe sul nostro viso a conferirci o a toglierci l’autorevolezza di essere vigili a noi stessi  e puri nel nostro intento di osare la meraviglia di ciò che ancora ci appartiene!
Nessuno di noi sarà  tanto vecchio da non credere di poter vivere ancora un anno, o magari due, tre o quattro ancora…
Un uomo diventa vecchio solo quando non ascolta più la sua curiosità.
Impariamo ad invecchiare con eleganza, consapevolezza e originalità!

Sicurezza, servizi e movida. Torino avrà un governo della notte

La Città vara un piano per il governo della notte. Le linee guida sono state approvate nel corso di una seduta straordinaria della Giunta comunale e si propongono di intervenire nelle zone della movida per ridurre il rumore, garantire la tutela della salute dei cittadini residenti e, insieme, la sicurezza dei frequentatori dei locali notturni senza dimenticare la garanzia economica degli operatori del divertimento e la distribuzione più adatta dei servizi.

Le delibera,  in un’ottica di compartecipazione, traccia un piano di azioni che vedranno sin da subito il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati: già domani, infatti, è in programma un primo confronto con le associazioni di categoria dei commercianti sulle misure da attuare. Il documento porterà a provvedimenti puntuali (ordinanze e modifiche di regolamenti esistenti) ed è frutto di un lavoro di sei mesi che ha coinvolto più assessorati della Città, in collaborazione con altre istituzioni, in attività di analisi e sperimentazione: l’assessorato al Decentramento insieme al Politecnico ha lavorato sul progetto Mover la Movida, l’assessorato all’Innovazione con Anci per ToNite, mentre quello alla Sicurezza si è concentrato su un piano regolatore della notte vero e proprio nell’ambito del Forum Italiano della sicurezza urbana.

Il principale obiettivo è quello di ridurre il rumore della movida, oggetto di una sentenza del Tribunale di Torino (poi parzialmente riformata dalla Corte d’Appello e attualmente al vaglio della Corte di Cassazione) che chiedeva provvedimenti urgenti per far cessare “le immissioni rumorose superiori alla normale tollerabilità”.

Un fenomeno, quello dell’inquinamento acustico, così complesso e variabile da far sì che l’individuazione degli interventi da attuare non possa prescindere da un’ ampia partecipazione di tutti i soggetti coinvolti dal momento che le azioni presuppongono anche la modifica di regolamenti comunali, come, ad esempio, il 329 “Regolamento per l’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande degli esercizi pubblici”,  il 388 per la “Disciplina dell’allestimento di spazi e strutture all’aperto su suolo pubblico, o privato ad uso pubblico, attrezzati per il consumo di alimenti e bevande annessi a locali di pubblico esercizio di somministrazione” e il 318 ovvero il “Regolamento comunale per la tutela dall’inquinamento acustico”.

L’Amministrazione ritiene inoltre necessario implementare il coordinamento tra le politiche cittadine, le azioni dei soggetti economici del territorio e le esigenze dei residenti. Le linee guida saranno perciò incentrate sull’accrescere la sensibilità sul tema dell’inquinamento acustico e la consapevolezza della responsabilità di ognuno, compresi i clienti della movida, per contribuire a ridurlo e ad individuare nuovi modelli di business per i soggetti economici delle aree interessate, che valorizzino, come azione di responsabilità sociale delle imprese, il contributo al miglioramento della qualità acustica attraverso l’adozione di comportamenti più consapevoli.

In programma non ci sono soltanto modifiche normative ma anche la sperimentazione di strumenti innovativi per  rendere più efficaci le azioni di riduzione del rumore e del disturbo, come ad esempio totem fonometrici che consentano agli esercenti di monitorare la soglia di decibel superiore ad un livello di normale tollerabilità, insegne luminose che avvisino i clienti dell’imminente chiusura del locale, variazioni del cromatismo dell’illuminazione pubblica anche in risposta all’andamento nel tempo dei livelli di rumorosità ambientale, utilizzo di elementi mutuati dai giochi e di grafiche accattivanti per diffondere messaggi positivi e stimolare i giovani frequentatori della vita notturna a comportamenti più coscienziosi.

“Siamo alla fine di un periodo di incontri e approfondimenti, ma pronti per avviare la fase operativa nel modo più condiviso possibile – spiega l’assessora alla Sicurezza Gianna Pentenero-. Oggi ci troviamo a varare un atto di indirizzo che è stato condiviso qualche settimana fa con il Ministro Piantedosi e che, nella sua complessità, affronta il tema della riduzione del rumore e punta a nuove risorse per videosorveglianza e potenziamento dell’illuminazione. Dobbiamo pensare a una sorta di piano regolatore del tempo notturno, che scriveremo grazie al contributo e alla partecipazione di tutti i soggetti interessati”.

“Chi ha fatto il turno di notte”. Izet Sarajlic tra poesia e impegno civile

 

L’ANGOLO DELLA POESIA

Di Gian Giacomo Della Porta e Mara Martellotta

 

 

Izet Sarajlic, nato a Doboj nel 1930, è stato uno dei più importanti poeti bosniaci del Novecento.

Si trasferì a Sarajevo nel 1945 dove conseguì la laurea in Lettere presso la Facoltà di Filosofia.

Fondò nel 1954 un’originale movimento di innovazione poetica chiamato “Giornate poetiche di Sarajevo”.

Il suo impegno civile emerse in tutta la sua bellezza e tragicità durante l’assedio di Sarajevo in cui perse le due sorelle Nina e Raza. Fu una delle pochissime personalità a rimanere in città per rinfrancare lo spirito dei suoi concittadini per i quali, nelle buie notti di guerra, tra il frastuono delle bombe, organizzava letture di poesia.

Da questa circostanza nacque un suo modo di dire che, una volta terminata la guerra, propose al pubblico per rimarcare l’importanza che ebbe la poesia in quei tragici momenti: ”Chi ha fatto il turno di notte per impedire l’arresto del cuore del mondo? Noi, i poeti”.

Sarajlic dimostrò quanto la musica e il potere di una parola consapevole potessero accendere un lumicino nell’oscurità portata dalla disperazione generale. Ebbe molti rapporti con l’Italia, Paese che amò intensamente, nonostante gli avesse portato via l’amato fratello durante la seconda guerra mondiale.

Sarajlic dichiarò : ”Mio fratello non fu ucciso dalle camicie nere italiane, ma dalle camicie nere del mondo”.

Infatti ebbe molte collaborazioni soprattutto nella città di Salerno con il grande poeta italiano Alfonso Gatto e, successivamente, con la Casa della Poesia di Baronissi, della quale fu nominato presidente onorario.

Dal 2002 la Casa della Poesia organizza a suo nome un Festival internazionale nella capitale bosniaca.

Ricevette il suo ultimo premio, il Moravia, proprio in Italia.

Morì nel 2002 a Serajevo.

La sua poetica si esprime, oltre che nell’impegno civile, anche nell’amore per sua moglie, di cui rimase vedovo. La sua perdita lo relegò a una vecchiaia malinconica, segnata dalla sensazione di non essere più un essere completo in se stesso, e ricercando continuamente la figura amata.

Molto rappresentativi sono i versi “Magari fosse ancora quel terribile/ quel tante volte maledetto anno 1993!/ Avrei ancora cinque anni pieni/da poterti guardare/e da tenerti per mano”.

Lo stile utilizzato da Sarajlic è quello del verso libero, uno stile che gli garantiva la possibilità di arrivare alle emozioni della gente senza essere vincolato o ingabbiato dalla metrica. La sua è una poesia semplice, comprensibile a tutti e che tratta argomenti universali. Ognuno di noi può riconoscersi, all’interno delle personali e particolari esperienze, tradotte in versi da Sarajlic.

“Quei due abbracciati sulla Riva del Reno a Gotlieben/ potevamo essere anche tu e io/ ma noi due non passeggeremo mai più/ su nessuna riva abbracciati/Vieni, passeggiamo almeno in questa poesia”.

 

 

Serata-evento per il decimo capitolo del franchise global blockbuster “Fast & Furious”

FAST X: DAL 18 MAGGIO ARRIVA IN SALA IL DECIMO CAPITOLO DEL FRANCHISE GLOBAL BLOCKBUSTER “FAST & FURIOUS”

 

DOPO AVER OSPITATO LE RIPRESE, TORINO SARÀ PROTAGONISTA DI UNA SERATA-EVENTO ALL’IDEAL CITYPLEX, CON PROIEZIONE DEL FILM IN ANTEPRIMA PER LE ISTITUZIONI LOCALI, LA TROUPE E GLI APPASSIONATI DELLA SAGA

 

Il Presidente di FCTP Beatrice Borgia dichiara che «la nostra Film Commission è estremamente soddisfatta di aver contribuito alla realizzazione di un progetto capace di posizionare sempre più Torino e il Piemonte sulla mappa delle grandi produzioni internazionali. Fast X ha rappresentato un prestigioso banco di prova per il territorio e una straordinaria occasione in termini economici, con più di 4 milioni di euro di ricaduta ottenuti esclusivamente grazie ai servizi e all’operato offerti dalla nostra Fondazione e dagli uffici competenti delle istituzioni, e grazie a maestranze e professionalità sempre più qualificate, a dimostrazione dell’esistenza di un polo cinematografico locale di enorme efficienza e qualità, strutturato e competente».

«Grazie a Fast X il territorio ha dimostrato come mai in passato una rara capacità di accoglienza e di organizzazione, insieme alle sue enormi potenzialità in termini di location», commenta il Direttore di FCTP Paolo Manera, che aggiunge«la città ha saputo adattarsi alle esigenze del set e della sceneggiatura del progetto, rendendo possibili le riprese di scene complesse e spettacolari, difficilmente riproducibili altrove. Nel corso degli anni Torino ha saputo vestire i panni di New York, Londra, Parigi, San Pietroburgo, trasformandosi in un grande teatro di posa in grado di ospitare un numero di produzioni in costante crescita, diventandone “casa ideale” e garantendo così una continuità di lavoro e un virtuoso meccanismo industriale di livello internazionale».

 

Per l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte «c’è un legame storico tra Torino e il Cinema, per questo possiamo diventare la prima meta nazionale per la produzione di film internazionali e fiction. Qui c’è tutto: accoglienza e conoscenza, l’esperienza di capitale della tecnica e dell’ingegno. E proprio quest’anno abbiamo garantito al settore dell’audiovisivo un investimento di 20 milioni per il prossimo triennio, di cui 12 impiegati proprio per attrarre nuove produzioni. Un investimento strutturale che coinvolge tutta la filiera e di cui l’intera filiera potrà beneficiare».

«La Città di Torino si conferma ancora una volta un punto di riferimento di caratura internazionale per l’industria cinematografica. Un set complesso, una grande sfida portata a compimento grazie a un grande lavoro di squadra che ha coinvolto la produzione, la Film Commission Torino Piemonte e le istituzioni cittadine». Così commenta l’Assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia, aggiungendo che «la bellezza della nostra città, con le sue vie e piazze ricche di storia, ha rappresentato uno scenario unico, che grazie a Fast X, girerà per le sale cinematografiche del mondo».

Sarà dunque Torino, che lo scorso anno ne ha ospitato le riprese per due settimane, ad accogliere la serata-evento di “FAST X“, decimo capitolo del global blockbuster della Universal Pictures “FAST & FURIOUS” che ha incassato oltre 6 miliardi di dollari in tutto il mondo. La proiezione speciale si terrà alle ore 21.00 di mercoledì 17 maggio presso l’Ideal Cityplex alla presenza delle istituzioni, della troupe locale e dei molti appassionati e fans della saga.

Prodotto da Universal Pictures, con Wildside – Società del Gruppo Fremantle – responsabile della produzione esecutiva per l’Italia, e realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, Città di Torino e Regione Piemonte, “FAST X” è interpretato da Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Jason Momoa, Nathalie Emmanuel, Jordana Brewster, John Cena, Jason Statham, Sung Kang, Alan Ritchson, Daniela Melchior, Scott Eastwood, Helen Mirren, Charlize Theron, Brie Larson e Rita Moreno.

Girato anche a Roma e Londra, il film ha avuto due settimane di riprese effettive a Torino – tra fine maggio e inizio giugno dello scorso anno – che hanno reso necessario un lungo e articolato lavoro di preparazione con la produzione del film che ha avuto la sua base operativa presso la sede di Film Commission Torino Piemonte per circa cinque mesi.

Numerose le location torinesi diventate set a cielo aperto, con una troupe di più di 500 persone (tra cui 150 professionisti piemontesi in tutti i reparti) che ha lavorato in svariate aree del centro città, da Piazza Crimea a Corso Fiume, da Ponte Vittorio Emanuele, da Corso Moncalieri ai Murazzi del Po, da Corso Vinzaglio a Via San Quintino, con ultimo ciak in Piazza IV Marzo.

Le scene realizzate nelle principali vie, piazze e ponti torinesi sono state di grande impatto scenico e alto contenuto action: come ogni film della serie “FAST & FURIOUS” sono stati infatti gli inseguimenti – che hanno coinvolto alcuni tra i migliori stuntman professionisti specializzati – al centro delle riprese, riconfermandosi come vero e proprio tratto distintivo del franchise.

L’imponente set di Fast X ha rappresentato una complessa sfida organizzativa e logistica mai affrontata in precedenza e resa possibile soltanto grazie alla grande sinergia e collaborazione tra la produzione, Film Commission Torino Piemonte e gli Assessorati alla Cultura, ai Grandi Eventi, Viabilità e Trasporti, Verde pubblico e Sicurezza, insieme a tutti gli uffici competenti, alla Questura e alla Prefettura di Torino.

SINOSSI

Nel corso di molte missioni e contro sfide impossibili, Dom Toretto (Vin Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia, spiazzato e sconfitto ogni nemico presente sul loro cammino. Ora devono confrontarsi con l’avversario più letale che abbiano mai affrontato: una terrificante minaccia che emerge dalle ombre del passato, alimentata da una vendetta di sangue, e che è determinata a distruggere questa famiglia, e distruggere tutto – e tutti coloro che Dom ama, per sempre.

 

In Fast & Furious 5 del 2011, Dom e la sua squadra hanno eliminato lo spietato boss della droga brasiliano Hernan Reyes, e decapitato il suo impero su un ponte a Rio De Janeiro. Quel che non potevano certo immaginare, era che il figlio di Reyes, Dante (Jason Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto, e ha passato gli ultimi 12 anni a ideare un piano per far pagare a Dom un prezzo molto alto.

 

Il complotto di Dante farà disperdere la famiglia di Dom da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile a Londra e dal Portogallo all’Antartide. Verranno forgiate nuove alleanze e riemergeranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom scopre che suo figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry, Black-ish) è l’obiettivo finale della vendetta di Dante.

 

Diretto da Louis Leterrier (Scontro tra Titani, L’incredibile Hulk), Fast X è interpretato dai membri originali del cast Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Chris “Ludacris” Bridges, Nathalie Emmanuel, Jordana Brewster, Sung Kang, Jason Statham, John Cena e Scott Eastwood, con le attrici premi Oscar® Helen Mirren e Charlize Theron.

 

Il film presenta anche uno straordinario nuovo cast, tra cui l’attrice premiata con l’Oscar® Brie Larson nei panni di Tess, una rappresentante corrotta dell’Agenzia; Alan Richtson (Reacher) nei panni di Aimes, il nuovo capo dell’Agenzia che non nutre la stessa ‘simpatia’ del suo predecessore, il Sig. Nessuno, verso la squadra di Dom; Daniela Melchior (The Suicide Squad) nei panni di una pilota di strada brasiliana con un forte legame con il passato di Dom; e la leggendaria vincitrice dell’Oscar® Rita Moreno nei panni della nonna di Dom e Mia, Abuelita Toretto.

Il tetto che scotta 

IL PUNTASPILLI  di Luca Martina 

Ai problemi che il presidente Joe Biden si trova ad affrontare si è aggiunta nelle ultime settimane un’altra gatta da pelare.

Si tratta del raggiungimento del tetto massimo di spesa.

Il Congresso degli Stati Uniti ha fissato un “Debt ceiling”, un limite al debito che il Governo può creare, sin dal 1917.

Prima di allora ogni debito assunto dal Governo andava autorizzato dalle due Camere ma l’ingresso degli USA nel primo conflitto mondiale rese necessaria una maggiore flessibilità e velocità di azione e fu così previsto un ammontare, un tetto, sino al quale non era più necessario attraverso il voto di deputati e senatori.

Va detto che non si tratta assolutamente di un fatto inusuale: il Congresso ha autorizzato l’innalzamento del debito per ben 78 volte dal 1960 (l’ultima nel 2021) e quasi sempre questo è avvenuto senza che fossero necessarie estenuanti negoziazioni tra il partito del Presidente e quello all’opposizione.

Questo nuovo modus operandi ha però sicuramente contribuito ad una violenta crescita del debito pubblico nel nuovo millennio, quando si è passati dai 5 mila miliardi, nel 2000, ai 31.400 miliardi dollari, all’inizio di quest’anno, arrivando a toccare per l’ennesima volta il tetto prestabilito.

La crescente polarizzazione tra i due schieramenti, Democratici e Repubblicani, dell’ultimo decennio ha complicato ulteriormente la vita dei governi, costringendoli più volte negli ultimi 15 anni a prove di forza che hanno fatto temere il “default” tecnico (una, solo temporanea, incapacità di fare fronte agli impegni assunti).

E’ stato in particolare sotto la presidenza di Barack Obama che si sono verificati due momenti di altissima tensione, nel 2011 e nel 2013, che, pur conducendo sull’orlo di una “crisi del debito” (pari a quel tempo a 16,4 mila miliardi di dollari), non arrivarono però, per fortuna, a generare un vero e proprio default in quanto un accordo in extremis venne sempre raggiunto.

Il danno provocato dall’incertezza si fece comunque sentire: i mercati finanziari vissero settimane di grande volatilità e anche il costo del debito americano (gli interessi sui titoli di Stato) ne pagò le spese, aumentando di più di un miliardo di dollari nei 12 mesi immediatamente successivi all’introduzione del nuovo tetto.

La situazione attuale è del tutto simile a quanto avvenuto un decennio fa.

Anche oggi la presidenza è democratica e la negoziazione, in atto con il partito di Trump, che controlla la Camera dei Rappresentanti, è quanto mai difficile.

La richiesta repubblicana di approvare un aumento di 1,500 miliardi, impegnando però il Governo a ridurre le spese in settori quali quello dell’istruzione e dei servizi sociali, con l’obiettivo, nei prossimi 10 anni, di tagliare la spesa pubblica del 14%, ha trovato sinora una fiera opposizione da parte del Presidente.

Che si tratti di un muro contro muro, molto più politico ed opportunista che ideologico, lo possiamo chiaramente comprendere dal fatto che il partito repubblicano, ora paladino del contenimento della spesa, abbia esso stesso approvato aumenti durante la presidenza Trump pari a 3,800 miliardi dollari.

Le conseguenze sui mercati finanziari di questa “impasse” non sono state sinora così evidenti.

Le borse, ferme o leggermente calanti da un mese a questa parte, sembrano in attesa di capire meglio quale direzione indicheranno i prossimi dati economici (su inflazione, occupazione e crescita) e come questi influenzeranno la politica delle banche centrali (che sembrano essere ormai vicine ad una pausa del ciclo di aumento dei tassi d’interesse) e non particolarmente interessate alle schermaglie in atto a Capitol Hill.

Più nervoso è il comportamento del mercato obbligazionario statunitense, dove il rischio di un default (anche se di pochi giorni) potrebbe impedire il pagamento delle cedole e, sebbene più difficilmente, il rimborso dei titoli in scadenza inducendo così le agenzie di rating a rivedere i loro giudizi (attualmente fermi al massimo dei voti, la tripla A, con l’eccezione di Standard and Poor con un lusinghiero AA+) al ribasso, con effetti molto negativi per i detentori dei titoli pubblici (e con un deciso aumento dei tassi).

Le trattative tra Repubblicani e Dem procedono intanto freneticamente anche perché, pur non essendo possibile dire con precisione fino a quando le risorse finanziarie saranno sufficienti per pagare gli stipendi degli statali e pensioni ciò potrebbe avvenire già nelle prime settimane di giugno, secondo quanto ha dichiarato recentemente la segretaria del Tesoro, Janet Yellen.

La mancanza di un accordo potrebbe arrestare l’erogazione di molti servizi pubblici (alcuni stimano che il 30-40% sarebbero a rischio) ed aprire la porta ad infiniti contenziosi in quanto si imporrebbe una scelta dei dipendenti e dei fornitori da pagare e di quelli per i quali ciò non sarà possibile.

Questo scenario non mancherebbe, poi, di avere ripercussioni sul dollaro, nel quale sono accumulate la metà delle riserve valutarie mondiali, con scosse che si avvertirebbero ben al di là delle sponde statunitensi.

Il rischio, seppur remoto, è che il rallentamento dell’economia, necessario per riportare l’inflazione sotto controllo, possa materializzarsi troppo velocemente e che l’inchiodata possa rendere eccessivi gli ultimi aumenti dei tassi di interesse da parte della Fed, provocando così una vera e propria recessione.

Ecco spiegato perché la questione del tetto (del debito) è davvero scottante e dobbiamo solo sperare che oltre oceano prevalga (com’è molto probabile) il ben noto pragmatismo e si eviti così un incendio in grado bruciare le, ancora elevate, possibilità di uscire non troppo malconci dall’ondata inflattiva (frutto del doppio tsunami pandemia-guerra in Ucraina).

Aggiungiamo dunque alle nostre preghiere per la fine del conflitto anche un pensiero per una rapida soluzione di questa nuova potenziale incognita perché “Quando brucia il tetto non serve né pregare né lavare il pavimento. Comunque pregare è molto più pratico.”

Artisti lettoni in Accademia

Tra le molte mostre che offre la capitale sabauda in questo periodo, c’è n’è una frutto dello scambio   tra Accademie. Nell’ipogeo dell’Accademia Albertina di Torino – via Accademia Albertina 6 orario 10-18 eccetto il mercoledì,giorno di chiusura- si possono ammirare le opere allestite dagli studenti dell’Art Academy di Latvia  – Riga ” Circle of Arts”.

Accompagnati da docenti e ambasciatrice,nel salone d’onore della storico istituto di Belle Arti torinese è stato presentato il frutto di uno scambio culturale che va al di là del confronto scolastico, ma un vero scambio artistico che si realizzerà quando gli allievi italiani andranno ad esporre nella capitale Lettone.Progetto fortemente voluto dal  direttore Salvo Bitonti e dalla presidente Paola Gribaudo dell’ ‘Accademia Albertina di Torino.

Ai cittadini non resta che andare ad ammirare  l ‘ esposizione di   opere originali, per soggetti, fantasia e colori.
GABRIELLA DAGHERO