ilTorinese

“Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il papà dei carabinieri”

Il primo libro per bambini dedicato alla storia del Generale dei carabinieri  Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso dalla mafia il 3 settembre 1982 a Palermo. Con la introduzione di Simona Dalla Chiesa. Di Maristella Panepinto (Navarra Editore). In uscita il 2 maggio

In uscita in tutte le librerie “Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il papà dei carabinieri” (Navarra Editore, pp. 58, € 12,00, ISBN 9788832055917, età di lettura 6+), il nuovo lavoro della giornalista siciliana Maristella Panepinto, primo testo per bambini dedicato al grande Generale dei carabinieri ucciso dalla mafia a Palermo il 3 settembre 1982. Una storia esemplare che trasmette ai più piccoli valori civili e morali. Il libro ha l’introduzione di Simona Dalla Chiesa, figlia del Generale, e la prefazione del magistrato Fernando Asaro. Le illustrazioni del libro sono state realizzate dai piccoli alunni della scuola dell’infanzia dell’Istituto palermitano Sant’Anna, mentre la copertina é firmata dal giovanissimo studente liceale Gabriel Romano.

Quando un famoso giornalista chiese a mio padre come avrebbe raccontato la sua vita ai nipotini, lui, con gli occhi divenuti improvvisamente tristi, rispose che ai bambini si raccontano le favole, e la sua vita non era stata certamente una favola. – scrive nell’introduzione al testo Simona Dalla Chiesa – Ecco, oggi, grazie a questo libro intessuto di dolcezza, l’impegno e il coraggio di papà si sono trasformati proprio in una favola da dedicare ai lettori più piccoli. […] Anche i tanti momenti difficili, che papà ha dovuto affrontare, trovano spazio nella favola, ma Maristella Panepinto, è lei che con mano gentile traduce la vita in favola, riesce a non interrompere la delicatezza del racconto”.

Voce narrante della storia è il papà carabiniere del piccolo Emanuele: passeggiando mano per la mano per la Caserma palermitana intitolata a Carlo Alberto Dalla Chiesa, il bimbo incuriosito dal busto del Generale chiede al padre di raccontargli la storia di quell’uomo dallo sguardo austero. E così, da Saluzzo, cittadina del Piemonte dove è nato, fino a Palermo e a quel 3 settembre 1982, la vita di Dalla Chiesa scorre come un film sotto gli occhi di chi legge. Gli studi, la Resistenza, l’incontro con la prima moglie Dora Fabbo, gli incarichi sempre più impegnativi, la famiglia che si allarga con l’arrivo dei tre figli, i continui trasferimenti, il rapporto con la grande famiglia dell’Arma. Poi le sfide più difficili, il terrorismo e la mafia.

Accompagnati da un martellante BOOM BOOM BOOM, in questa favola moderna arrivano i colpi di pistola. Maristella Panepinto non risparmia ai suoi piccoli lettori neanche i momenti più duri della storia, ma con un linguaggio sempre vicino ai bambini e rispettoso dei loro sentimenti racconta dei tanti uomini giusti caduti per mano della mafia: Placido Rizzotto, Boris Giuliano, Mauro De Mauro, Pietro Scaglione, Pio La Torre.

Mirabilmente – scrive il dott. Asaro nella prefazione – l’autrice in queste pagine racconta al piccolo Emanuele quegli anni da noi vissuti: La mafia figlio mio è una delle cose più brutte che ci siano sulla faccia della terra; perché toglie la libertà e semina sangue; è quando la prepotenza vince sull’intelligenza; è come quando va via d’improvviso la luce e non troviamo una candela a portata di mano. […] Era quella Palermo una città spenta, buia, priva di sogni, rassegnata, piegata dalla violenza più becera, che contava i numeri di morti ammazzati senza distinzione di ruoli, di sesso, di età. In quegli anni, ti poteva capitare di incontrare per strada, mentre percorrevi le vie della città girando in motorino, il corpo di una persona appena uccisa. E si potevano sentire gli spari della mafia, il boom, boom, boom di paura, buio, dolore espresso da Maristella Panepinto scuotendo Emanuele e tutti noi.

E alla fine cade anche l’eroe della storia: Dalla Chiesa viene ucciso nella sua auto con la seconda moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo nel 1982.

Muore il papà di tutti i carabinieri? chiede sconvolto Emanuele quasi alla fine del libro. Sì, figlio mio. Quel giorno però il nostro Generale diventa immortale, perché da quel sangue finito per strada, nascono prima uno, poi due, poi cento e quindi mille germogli di coscienza.

Profumate novità, a Torino apre Lush

Ci sono profumate novità in casa Lush: lo store di Torino aprirà in una nuova location e con un look rinnovato venerdì 19 maggio alle ore 11.00. Il nuovo store del brand inglese di cosmetici freschi e fatti a mano, si prepara ad accogliere i clienti in via Garibaldi 13/m in una superficie raddoppiata di 90mq.
In un momento storico che ha visto il settore Retail sotto una grande pressione economica, Lush si impegna ad investire nelle strade principali per portare una ventata di innovazione e rivoluzionare la customer experience. Nel 2023 Lush ha un programma di investimento di circa £6,1 milioni in nuovi negozi, relocation e ristrutturazioni nel Regno Unito e in Europa.
Il nuovo concept del negozio di Torino nasce per rispecchiare al meglio la mission Lush “Leaving The World Lusher Than We Found It” (lasciare il mondo più Lush di come l’abbiamo trovato) e, proprio per questo, uno dei focus principali del nuovo design è quello della riqualificazione e riutilizzo degli elementi di arredo per ridurre l’impatto ambientale e gli sprechi nel processo di ristrutturazione del negozio. Anche per quanto riguarda l’allestimento dei negozi, Lush adotta gli stessi valori che utilizza per l’approvvigionamento degli ingredienti dei prodotti.

L’Istituto Confucio al Salone del Libro con fantascienza e traduzioni

 

L’Istituto Confucio dell’Università di Torino sarà  quest’anno presente al Salone del Libro, giunto ormai alla sua 35esima edizione, in programma dal 18 al 22 maggio al Lingotto Fiere, dal titolo  “Attraverso lo specchio”.

All’interno dello spazio espositivo  “L’isola del futuro “ al terzo padiglione, stand P06 Q05, l’Istituto Confucio ospiterà una serie di eventi e workshop dedicati all’editoria di fantascienza, al lavoro di traduzione, alla cultura cinese e alla sua influenza internazionale.

Venerdì 19 maggio alle ore 16 si terrà  un incontro con Caterina Viglione e Barbara Leonesi, due traduttrici di letteratura cinese che propongono le loro riflessioni sulle risorse e criticità  di un lavoro a quattro mani.

Sabato 20 maggio l’appuntamento è  con la fantascienza e il gruppo di letture mandarine e con lo scrittore  Lu Ban che dialogherà  con Giulia Malano, insegnante di cinese,  fondatrice e anima delle “Letture mandarine”, con il suo gruppo di lettori. Lu Ban è vincitore dello Science Fiction Galaxy Award, il premio di fantascienza più  prestigioso in Cina, ed è  stato considerato il miglior autore esordiente per il racconto “Upstart”, in cui esplora le relazioni presenti tra la tecnologia e i sistemi di controllo.

All’incontro parteciperanno anche gli editori Sara Chen, della rivista Science Fiction Wolrd, e Francesco Verso di Future Fiction.

Domenica 21 maggio, alle 17.30, in Sala Internazionale, si terrà l’incontro dal titolo “Science Fiction World”, alla presenza del professore dell’Università di Torino Stefania Stafutti, direttrice dell’Istituto Confucio, di Lu Ban, Sara Chen e Francesco Verso, autore e editore di fantascienza.

Verrà  anche dato uno spazio al workshop già a partire da venerdì 19 maggio, quando si terrà un laboratorio sul gioco da tavolo de Majiang, con trucchi e curiosità.

Domenica 21 maggio si terrà dalle ore 14 un laboratorio di calligrafia.

MARA MARTELLOTTA

Ospedale alla Pellerina, seduta aperta in Regione

La costruzione del nuovo ospedale nella zona nord ovest dell’Asl Città di Torino è indispensabile: lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità aprendo la seduta aperta del Consiglio regionale che si è svolta ieri nell’Aula di Palazzo Lascaris.

Dagli studi effettuati, ha aggiunto l’assessore, risulta ottimale la dimensione di 511 posti letto su una superficie di 76,5 mila metri quadri su più piani, con un’occupazione di suolo di circa 20 mila metri quadri. Le aree individuate dal Comune sono sette: l’area giostre della Pellerina, la Vitali, il Comando dei Vigili del fuoco di corso Regina Margherita, la Regaldi, quella tra corso Regina Margherita e via Pietro Cossa, l’area Vallette e quella dell’ex macello di via Traves. Tra queste la prima è risultata la localizzazione migliore.

La parte edificata si limiterà all’attuale giostrai, preservando completamente la zona verde del parco.

È poi intervenuto l’assessore all’Urbanistica di Torino, che ha sottolineato come la scelta della Pellerina sia una scelta tecnica, basata su studi accurati. Non si tratta di un’area priva di criticità ma la Regione e il Comune, ciascuno per la propria parte, intendono farsene carico, a cominciare dalla compensazione delle aree di suolo occupate.

I presidenti delle Circoscrizioni 4, 5 e 6 hanno condiviso la necessità di una nuova struttura ospedaliera ma avrebbero preferito un maggiore coinvolgimento nella scelta della sua ubicazione.

Il direttore generale della Asl Città di Torino, Carlo Picco, ha auspicato che la struttura venga costruita in tempi rapidi, dal momento che da quasi settant’anni a Torino non si fa un nuovo ospedale. Il Maria Vittoria, ha aggiunto, è l’ospedale con il maggiore numero di passaggi in pronto soccorso di tutto il Piemonte, quasi 80 mila l’anno, ma è ormai del tutto obsoleto.

Anche il vicepresidente dell’Ordine medici di Torino Guido Regis e il coordinatore di Cittadinanza attiva – Tribunale del malato Mauro Bidoni hanno sottolineato la necessità di coinvolgere maggiormente la popolazione nei processi decisionali, mentre la segretaria generale della Cgil Torino Gabriella Semeraro, parlando a nome di Cgil, Cisl e Uil ha chiesto che l’impostazione della nuova struttura tenga conto della contrazione delle nascite e della tendenza all’invecchiamento della popolazione.

Chiara Rivetti della Segreteria regionale Anaao-Assomed ha quindi raccomandato che le scelte messe in atto da Giunta e Comune siano trasparenti, condivise e ponderate; il coordinatore nazionale di Migep Angelo Minghetti ha chiesto che si faccia chiarezza sul futuro di Maria Vittoria e Amedeo di Savoia.

Piena adesione a quanto messo in atto da Giunta e Consiglio è stata espressa da Daniele Imperiale del Comitato Nuovo Ospedale Maria Vittoria-Amedeo di Savoia, mentre la vicepresidente di Italia nostra di Torino Maria Teresa Roli e il vicepresidente di Pro Natura Torino Emilio Soave, intervenuto anche a nome di Wwf e Legambiente, si sono detti contrari alla scelta di un’area libera in una città che necessita di aree verdi.

La capogruppo di M4o-Up ha lamentato la mancanza di condivisione della scelta con il territorio e ha aggiunto che la Pellerina non pare il sito più idoneo, perché esondabile.

Per il Pd si tratta di una decisione e di un investimento importante, dal momento che Torino ha drammaticamente bisogno di nuovi ospedali: si può discutere e ragionare tenendo insieme le esigenze urbanistiche e sanitarie oltre ai bisogni di salute della popolazione.

Per Ev non è in discussione la scelta di costruire un nuovo ospedale ma quella dell’area, che si teme possa non essere sufficiente e idonea. Bonificare l’area dell’ex Thyssen avrebbe potuto rappresentare l’occasione per restituire quegli spazi ai cittadini.

Il M5s ha denunciato che la scelta dell’area della Pellerina potrebbe comportare l’abbattimento di circa duecento alberi: le bonifiche in aree alternative richiedono tempo, ma non è un buon motivo per andare a impattare su aree verdi e terreni liberi.

Per i Moderati il sindaco di Torino e il presidente della Giunta avrebbero potuto chiedere una bonifica dell’area industriale della ex Thyssen a spese dei proprietari dell’azienda quale risarcimento alla città. È necessario procedere per assicurare all’ospedale le strutture e le tecnologie necessarie per il personale e per i pazienti.

Anche Luv ha lamentato il mancato confronto con le parti sociali. Pur comprendendo la necessità di agire in fretta e procedere nell’iter, si rende necessario che la Giunta sia chiara e certa sulle risorse.

Fdi ha sottolineato che i problemi legati alla localizzazione non devono far perdere di vista la notizia principale: la nascita di un nuovo ospedale. Comune e Regione sono giunti all’individuazione dell’area in seguito a studi tecnici e si auspica che, poiché l’iter è ancora lungo, per il futuro il Comune tenga in maggior considerazione gli enti ad esso collegati, a cominciare dalle Circoscrizioni.

Per la Lega, il presidente del Consiglio regionale ha sottolineato l’impegno degli operatori sanitari che lavorano in condizioni drammatiche, in strutture in continua manutenzione, inadeguate a un paese civile. Il nuovo ospedale deve essere fatto e oggi ci sono le condizioni. Non è vero, ha aggiunto, che la maggioranza è divisa e ha annunciato la presentazione di un atto di indirizzo per sostenere la realizzazione del nuovo ospedale: che sia fatto al meglio e velocemente, per arrivare presto alla posa della prima pietra.

Al termine l’assessore all’Ambiente ha assicurato che il nuovo ospedale interesserà esclusivamente l’area al momento presa in considerazione e non si espanderà; il percorso condiviso con il Comune, inoltre, è finalizzato a minimizzare gli impatti ambientali anche attraverso compensazioni. Proprio a questo scopo, ha concluso, si sta lavorando con il Politecnico di Torino alla definizione di linee guida alla progettazione ecocompatibili e sostenibili.

Malinpensa by Telaccia, in mostra Gianalberto Righetti: “Quattro alberi”

 Opera fotografica ispirata alla magica poesia di Emily Dickinson

 

Si intitola ‘Quattro alberi’ la mostra fotografica personale dell’artista Gianalberto Righetti, ospitata dal 16 al 27 maggio prossimo alla galleria d’arte Malinpensa by Telaccia.

La rappresentazione fotografica dell’artista Gianalberto Righetti vive di un processo dialettico particolarmente espressivo, che comunica una carica emotiva e una coerenza interpretativa ricca di sensibilità intimistica, che va oltre la resa formale. Il gioco di luci, di colori, di linee e di forme costituisce una dimensione altamente suggestiva e dirompente.

L’evoluzione dinamica della natura, che muta al mutare del soggetto, sviluppa una profonda analisi e un pensiero capace di sorprendere il fruitore con una potenza introspettiva e con un linguaggio vibrante di simbolismo.

La tematica che ci propone l’artista Gianalberto Righetti, ispirata dalla poesia di Emily Dickinson, si rivolge al rapporto tra l’uomo e l’ambiente, in cui gli alberi sono assoluti protagonisti e occupano un ampio spazio di indagine sull’ energia e di chiarezza evocativa e lirica, raggiungendo risultati notevoli sia dal punto di vista estetico sia da quello contenutistico. Le sue sono opere che raggiungono l’anima, suscitando immediate sensazioni perché la veridicità fotografica, l’autenticità poetica e l’aspetto scenografico evidenziano un percorso autonomo, in cui l’artista presentato in mostra ne conosce l’importanza espressiva.

“Natura è tutto ciò che vediamo – affermava la poetessa Emily Dickinson – il colle, il pomeriggio, lo scoiattolo, l’eclissi, il calabrone, o meglio la natura è il paradiso”.

Una gamma incantevole di alberi e di taglia compositivi dalla magistrale capacità tecnica e dal sapiente dinamismo cromatico regalano un’atmosfera ben definita dove i mille riflessi dei valori tonali si specchiano in un’immagine di assoluta potenza narrativa con immediatezza visuale all’insegna di una vera padronanza del mezzo fotografico utilizzato.

La descrizione degli alberi, imponenti nell’atto della loro tensione espressiva, si movimenta di un’essenza intima e di un’eleganza dei volumi; dimostra un valore artistico di tipo concettuale e intellettuale che si pone in relazione ad un impianto personale e originale sia di ideazione sia di realizzazione.

È per l’artista Righetti di estrema importanza convertire l’immagine in sentimento; nel silenzio della natura i suoi alberi parlano di una propria verità interiore dove la memoria tra spazio e tempo e i ricordi del vissuto si stabilizzano nelle opere con un descrittivismo attento e originale.

L’immobilità, lo spazio, la solitudine e l’essenza del reale evocate dall’immagine dei “Quattro alberi” – spiega l’artista Gianalberto Righetti – fanno eco ai versi della poesia della Dickinson e mi regalano una forte energia creativa. Da sempre volgo lo sguardo e l’obiettivo della mia fotocamera agli alberi e all’ambiente in cui sono immersi e io con loro. Radicato nel campo, nel bosco o nella grande foresta, l’albero apre uno spazio di esistenza reale sia per sé stesso sia per ciò che lo circonda e con cui interagisce. Crea un suo mondo in cui si pone in connessione con l’uomo che osserva la natura, gli esseri che passano o stazionano nei suoi pressi, tutte cose di cui è testimone.

Nel realizzare questo tipo di relazione l’albero è cosa viva e, pur radicato e stabile, alimenta uno slancio generatore di vita”.

“In questa esposizione personale – aggiunge l’artista – il mio intendimento è quello di restituire questa essenza dinamica dell’albero evidenziandone la connessione con le cose. A tal fine ho definito i titoli delle opere connotandone, oltre al luogo e anno di scatto, ciò di cui l’albero è testimone, nel tentativo di creare un’opera significativa di questo poetico messaggio”.

Mara Martellotta

 

Galleria d’arte Malinpensa by Telaccia, corso Inghilterra 51. 10138 Torino

Tel 5628220

Sito web www.latelaccia.it

L’Orchestra Polledro prosegue i festeggiamenti per il suo decennale con il terzo concerto della stagione

Sul podio Federico Bisio direttore, primo oboe il maestro Carlo Romano

 

Martedì 23 maggio prossimo, alle 20.30, al teatro Vittoria in via Gramsci 4, si terrà il terzo concerto della stagione del decennale dell’Orchestra Polledro con Federico Bisio sul podio quale direttore Stabile dell’orchestra; Stefano Fracchia e Federico Fantozzi corni solisti; già primo oboe dell’Orchestra nazionale della Rai il maestro Carlo Romano.

Il programma del concerto prevede la Sinfonia in Sol maggiore op.11 n. 1 di Joseph Boulogne Chevalier de Saint George; di Antonio Rosetti il concerto per due corni e orchestra in Mi bemolle maggiore M C 56, con solisti Stefano Fracchia e Federico Fantozzi; di Carl Ditters von Dittersdorf la Sinfonia in Fa maggiore “Andromeda salvata da Perseo”), che fa parte delle Sinfonie sulle Metamorfosi di Ovidio.

Joseph Boulogne Chevalier de Saint-George nasce nel 1745 aGuadalupe, frutto di una relazione clandestina tra un ricco proprietario terriero di nome George Boulogne de Saint George e una schiava di origine senegalese di nome Nanon. Il giovane Boulogne si trasferì a Parigi molto giovane e ricevette un’educazione molto rigida e trasversale. Grazie alla sua abilità nella spada divenne presto ufficiale della Guardia del Re. Contemporaneamente portò a compimento lo studio della musica con Jean Marie Leclair e con Francois Joseph Gossec, diventando un virtuoso del clavicembalo, del violino e direttore d’orchestra.

Nel 1769 Boulogne diventa primo violino e poi direttore del Concert des Amateurs, ne l 1775 viene nominato direttore dell’Opera di Parigi e direttore musicale  personale della regina Maria Antonietta.

Al 1785 risale la Fondazione dell’Orchestra de la LogeOlympique, che porterà  in scena le sei sinfonie parigine composte da Haydn proprio per questa orchestra. La sua forte vicinanza agli ideali di fratellanza e eguaglianza, dopo la Rivoluzione francese, lo condurranno a un progressivo isolamento.

Le due sinfonie dell’opera 11 sono state composte quando ilmusicista aveva circa trent’anni, molto probabilmente a metà degli anni 1770. La Sinfonia in Sol maggiore op. 1 riflette una solida formazione  musicale e, pur mostrando le semplicità della maggior parte delle prime sinfonie, non presenta alcun tratto di tipo studentesco. Si tratta, invece, di un esempio finemente realizzato di ciò che erano le Sinfonie dell’epoca o forse di quelle di un decennio prima.

Si compone di tre movimenti soltanto e dei convenzionali due oboi, due corni e archi.

Il primo movimento rappresenta una forma sonata facile da seguire, che inizia con un primo tema vivace, con accenti dinamici e archi pizzicati; il secondo tema è un po’ più lirico e conduce a un materiale di chiusura veloce, il tutto all’interno delle convenzioni dell’epoca.

Il secondo movimento è un’elegante danza da sala in due sezioniche ricorda piuttosto un minuetto,  in tempo binario e non ternario.

L’ultimo movimento è strutturato in una semplice forma binaria, che presenta un brillante gioco tra i primi e i secondi violini, capace di aggiungere interesse lungo il percorso.

Antonio Rosetti, in origine Anton Rosler, è stato un compositore e contrabbattista cieco, nato nel 1750 a Litomerice, città  della Boemia settentrionale. Intenzionato inizialmente al sacerdozio, compì i suoi primi studi musicali presso il collegio dei Gesuiti di Praga, dove entrò  all’età  di sette anni. Quindi, dopo l’abolizione dei Gesuiti in Boemia, entrò  come contrabbassista nella cappella di corte del principe Kraft Ernst con Oettingen Walleristein, vicino ad Augusta,  dove, l’anno successivo, diventò ufficialmente  musicista di  corte. Nel 1776, in occasione della morte del suo patrono, Rosetti compose svariata musica da camera per arricchire il repertorio di corte e nel 1781 intraprese anche un viaggio a Parigi, dove le sue composizioni furono eseguite nelle migliori orchestre cittadine, tra i quali il famoso Concert Spirituel. Negli anni Ottanta incrementò la sua formazione compositiva presso la Corte e nel 1785 divenne maestro di cappella.

Nonostante questa prestigiosa carica, numerosi erano i suoi problemi finanziari, tali da indurlo a lasciare, nel 1789, Wallerstein e entrare a servizio come maestro di cappella di Federico Francesco I, duce del Meclemburgo. La crescita della sua reputazione gli consentì di ottenere importanti commissioni e proprio il 14 dicembre 1791, per commemorare la morte di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguì il suo Requiem nel 1776. Morì il 30 giugno 1792.

Le sue prime composizioni sono caratterizzate da un linguaggio e stile piacevoli, seppur a  volte prevedibili; le opere della maturità, composte dopo il 1784, denotano, invece, un grande influsso cromatico nella melodia e un ricco linguaggio armonico.

Rosetti scrisse molta musica, tra cui un gran numero di sinfonie  e concerti, all’interno dei quali nascono diversi scherzi e trucchi, con l’intento di deliziare l’ascoltatore.

Il concerto per due corni e Orchestra in Mi bemolle maggioreM.C56 è sopravvissuto in unica copia manoscritta che lo attribuisce  a Michael Haydn. Più tardi la musicologia pensò di ravvisarvi il perduto concerto per due corni di Franz Joseph Haydn.

Il primo movimento ha una lunga introduzione orchestrale tipica di Rosetti e con il suo primo e secondo tema si orienta verso lo schema formale della Sinfonia classica. Qui l’orchestra non solo non assume funzioni di accompagnamento, ma diventa spesso partner paritario dei solisti.

Il secondo movimento “Romance” e il Rondò  conclusivo “a la chasse “ rispondono al modello rosettiano.

Il concerto inizia in modo insolito con un segnale triadico dei corni solisti che funge da primo motivo del tema principale .

La sequenza di tonalità dei tre movimenti,  ancora inusuale per l’epoca, il modo di concepire le parti stilistiche in modo virtuosistico e l’orchestrazione sono caratteristiche tipiche di analoghi concerti solistici di Rosetti.

L’episodio lirico dei corni risulta introdotto da un effetto sorpresa tipico di Rosetti; la successiva romanza in mi bemolle minore colpisce l’ascoltatore per la sua forza espressiva e risulta perfettamente in sintonia con il carattere sonoro romantico del corno. Il terzo movimento risulta un rondò a la chasse, che richiama la tradizione del corno naturale come strumento da caccia, con il segnale di caccia rafforzato dagli oboi, capaci di suggerire malinconia e struggimento.

Ultimo compositore le cui musiche saranno protagoniste del concerto  è  Carl Ditters con Dittersdorf, nato nel novembre del 1739, a Vienna.

Brillante violinista già da bambino, suonò regolarmente dall’età di dodici anni e divenne amico del compositore Gluck, accompagnandolo a Bologna nel 1761, dove ottenne una notevole celebrità grazie al suo modo di suonare il violino.

Sono giunte a noi soltanto sei delle dodici Sinfonie scritte sulla Metamorfosi del poeta latino Ovidio.

Furono composte nel 1783 ma presentate anni dopo, in occasione di una visita del compositore per la prima esecuzione nella capitale austriaca.

La Quarta Sinfonia in Fa Maggiore sul “Salvataggio di Andromeda da parte di Perseo” è  orchestrata per coppie di oboi e corni, con archi. Il primo movimento non ha una dicitura latina, ma pare rappresentare il volo di Perseo, volo percepibile nella melodia dell’oboe solo, su archi in sordina.

Il Presto seguente ha in

in testa una citazione da Ovidio “Motis talaribus aera findit”, in cui è  raffigurato Perseo che si innalza nell’aria, volando sui suoi sandali alati e vedendo sotto di sé la terra degli Etiopi e del loro re Cefeo.

MARA MARTELLOTTA

Concerto martedì 23 maggio alle 20.30

Teatro Vittoria Via Gramsci 4

Pd Regione: “Case comunità extra Pnrr, tutto resta in sospeso”

GALLO, PRESIDENTE DEL GRUPPO PD IN CONSIGLIO REGIONALE: “NESSUNA CERTEZZA SULLA REALIZZAZIONE”

16 maggio 2023 – “Dopo aver ricevuto una risposta scarna e approssimativa da parte dell’Assessore regionale alla sanità alla mia interrogazione a risposta immediata del 4 ottobre scorso, ho chiesto nuovamente chiarimenti in merito all’iter progettuale delle Case di Comunità la cui realizzazione non è legata a finanziamenti del PNRR, in particolare a quelle della Città Metropolitana di Torino. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, ha richiesto il rafforzamento della rete erogativa di prestazioni sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali, quali le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali. Delle 91 Case di Comunità previste la Giunta regionale aveva stabilito, il 22 febbraio 2022, che 9 sarebbero state finanziate nell’ambito del piano INAIL di investimento immobiliare nel campo dell’edilizia sanitaria” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale.
“Nella sua risposta – prosegue l’esponente dem – l’Assessore regionale alla sanità ha affermato che si intende dare corso alla realizzazione delle 9 Case di Comunità extra PNRR attraverso fondi del Piano Inail, per alcune, e attingendo alle risorse statali art. 20. Il contributo a carico della Regione (5%) è stato stanziato nel Bilancio di previsione 2023-2025 e le Aziende stanno provvedendo alla redazione degli studi. Queste affermazioni lasciano, purtroppo, aperti molti interrogativi e la tipologia di copertura a valere su fondi nazionali ex art 20 e INAIL, senza alcuna previsione concreta, non ci rassicura affatto. Ma quante cose devono essere finanziate con il fondo Inail e i fondi ex art 20 recentemente usati anche per gli ospedali del VCO? Dopo 8 mesi mi sarei atteso qualche certezza e invece nulla. Ribadisco ancora una volta che un ritardo e peggio la mancata realizzazione delle 9 Case di Comunità extra PNRR costituirebbe, in particolare per l’area metropolitana di Torino, una gravissima perdita che pagherebbero i cittadini”.

Comitato Salviamo la Pellerina: “Alla fiera dell’ipocrisia”

Oggi abbiamo assistito ad una dimostrazione di quanto la politica torinese e piemontese sia lontana dai cittadini e dalla difesa dell’ambiente. Partiti di governo e cosiddetti dell’opposizione, con rare eccezioni, presso la sala del Consiglio regionale del Piemonte si sono distinti per avvallare la scelta fatta fuori dalle aule consiliari, senza alcun dibattito pubblico preliminare, senza aver ascoltato i vari comitati dei cittadini, le varie associazioni degli ambientalisti, le stesse organizzazioni sindacali o i rappresentanti delle circoscrizioni.
In un’aula, per lo più deserta nella parte dei consiglieri di maggioranza, si è inscenata la farsa dell’illustrazione della scelta dell’area della Pellerina come migliore area individuata dai tecnici sia del Comune di Torino che da parte di quelli della Regione, così come esposto dall’assessore Icardi che, ovviamente, pochi minuti dopo l’esposizione sua e dell’assessore all’urbanistica della Città di Torino Mazzoleni, ha pensato bene di andarsene senza ascoltare il poco dibattito consentito. Scelta tecnica, ribadita più volte e non politica. Peccato che il Comune non ha neppure chiesto un parere preventivo alla propria divisione “Verde e Parchi”…
Criteri molto discutibili per la scelta dell’area dove individuare il nosocomio, con la premessa che l’individuazione non poteva prendere in considerazione aree da bonificare. Su questo punto diversi interventi hanno ribadito la necessità di bonificare l’area della Thyssen, ovviamente a spese di chi ha inquinato come previsto dalla legge, ma vista l’urgenza tutti hanno convenuto, sia dall’opposizione (con esclusione dei 5 stelle, del gruppo Misto Europa Verde e del gruppo misto Unione Popolare) che dagli esponenti della maggioranza che l’area della Pellerina non può essere cambiata, spostando la tematica sugli aspetti sanitari piuttosto che quelli ambientali.
Con giri di parole, con un linguaggio “politichese”, supportati da diversi interventi per lo più di sanitari e contrastato da pochi interventi riservati alle sole associazione ambientaliste riconosciute (10 minuti in tutto), senza concedere la possibilità di intervenire a chi rappresenta veramente, dal basso i cittadini ossia al Comitato Salviamo la Pellerina e agli altri comitati facenti parte di Resistenza Verde, si sono trovati d’accordo a realizzare il nuovo ospedale in un parco, nel più grande polmone verde della Città, in barba agli aspetti idrogeologici, di traffico, di mancate bonifiche e soprattutto in barba ai cittadini. Una vera e propria passerella che ha rappresentato una vera fiera dell’ipocrisia da parte di chi a parole difende l’ambiente ma nei fatti porta avanti logiche che con l’ambiente e il bene comune non hanno nulla a che fare.
Ribadiamo che è scandaloso che un gruppo spontaneo di cittadini, unitamente ad Associazioni torinesi che hanno subito condiviso la delicatezza del problema, che sollevano domande serie e tecnicamente argomentate e ben lungi dalla protesta meramente emotiva, vengano regolarmente osteggiati e con il rifiuto di prendere seriamente in carico tali domande proprio da coloro che in definitiva dovrebbero essere null’altro che i Rappresentanti dei primi. E’ il crollo della politica, con conseguente palesata assenza di democrazia sia per la mancanza di coinvolgimento iniziale dei veri rappresentanti dei cittadini, sia oggi per non aver neppure ascoltato le loro voci.
La loro arrogante mancanza di trasparenza e rispetto fanno pensar male, molto male…

Comitato Salviamo la Pellerina Coordinamento Resistenza Verde

Motociclista ferito a una gamba nello scontro con un’auto a San Salvario

Un incidente si è verificato in corso Dante a Torino, coinvolte una moto e una Fiat Tipo. Il conducente della moto  ha subito un infortunio alla gamba. Il 118 è intervenuto con il personale medico per fornire le cure e trasportare il motociclista in ospedale. La Polizia Locale è stata chiamata sul posto per indagare sulla dinamica dell’incidente e stabilire le eventuali responsabilità dei conducenti coinvolti.

 

TAV e Ponte, Grimaldi (Verdi Sinistra): Opere ciclopiche e anacronistiche

.Governo peggior nemico dell’ambiente

“La TAV Torino Lione e il Ponte sullo Stretto sono opere ciclopiche e anacronistiche, figlie di un paradigma che dovremmo rovesciare completamente. Oggi tutti gli sforzi e gli investimenti infrastrutturali devono concentrarsi sul rafforzamento delle linee ferroviarie in quei territori drammaticamente carenti, sul ripristino delle tantissime linee cancellate nonostante il bisogno e sulla promozione della mobilità sostenibile e intermodale in tutte le città e in tutto il Paese” – ha dichiarato in aula il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, durante la discussione sulla conversione in legge del decreto sul Ponte.
“È tempo di chiudere la stagione delle grandi opere in calcestruzzo e simili.
Invece ci viene proposto di bypassare ogni procedura a evidenza pubblica e riprendere la concessione con la Società Stretto di Messina S.p.A., senza alcuna chiarezza sui costi complessivi dell’opera e su come e dove saranno reperite le risorse” – prosegue Grimaldi. – “Si ripete come un mantra che il Ponte sarebbe atteso da decenni. Ma da chi? Certamente non dai siciliani, ma nemmeno da tutti e tutte coloro che quotidianamente si muovono con i treni lungo la nostra frammentata penisola. Ogni sforzo del Governo dovrebbe essere concentrato a sistemare la nostra rete ferroviaria, soprattutto al sud e nelle isole. Questo Governo è il peggior nemico dell’ambiente”.