ilTorinese

Cantieri, progetto di alta formazione e ricerca artistica

Formazione, sperimentazione e ricerca per le arti performative

Al via ad aprile la prima parte dei workshop di alta formazione: protagonisti Ferracchiati e Muñoz

Parte il 12 aprile, a Torino, l’edizione 2023 di Cantieri, progetto di alta formazione e ricerca artistica dedicato a professioniste e professionisti delle arti performative, ideato e organizzato da Play with Food festivalCasa Fools e Sineglossa, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e la collaborazione del Circolo dei lettori.

Cantieri 2023 si articolerà in quattro workshop gratuiti, che si terranno ad aprile e giugno 2023 a Torino. I partecipanti sono stati selezionati attraverso una call for artists, conclusasi il 19 marzo, che ha registrato più di 120 candidature dall’Italia e dall’Europa.

L’obiettivo del progetto, la cui ideazione nel 2022 emerge dalle criticità del settore performativo evidenziate dal periodo pandemico, è promuovere e sostenere la formazione e la professionalizzazione degli artisti che operano nell’ambito delle arti performative, offrendo gratuitamente preziose occasioni di alta formazione e sperimentazione con professionisti di eccellenza, momenti di confronto e scambio con colleghi, operatori, incontro con il pubblico e opportunità produttive.

I progetti Cantieri 2023 e Food Data Digestion sono sostenuti dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “ART~WAVES. Per la creatività, dall’idea alla scena” che guarda al consolidamento dell’identità creativa dei territori attraverso il sostegno alla programmazione nel campo delle performing arts e alla produzione creativa contemporanea, unendo ricerca, produzione, offerta e distribuzione in una logica di ecosistema per rafforzare le vocazioni artistiche del territorio.

Tra il 12 e il 20 aprile si terranno i primi due workshop.

MI FA MALE L’AUTOFICTION! è l’emblematico titolo del workshop di drammaturgia che Liv Ferracchiati, drammaturgo, regista e scrittore, condurrà al Circolo dei lettori dal 12 al 14 aprile, in concomitanza con le repliche dello spettacolo Uno spettacolo di fantascienza dell’autore umbro, in scena dall’11 al 16 aprile al Teatro Gobetti per la stagione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

L’autofiction nasce come genere di scrittura narrativa, molto utilizzato anche in teatro, che trasforma la finzione in un inestricabile groviglio di verità e inganno. Obiettivo del laboratorio è individuare un motore tematico che inneschi la scrittura, cercare di definire cosa sia scrittura autobiografica e cosa non lo sia e verificare come, partendo da un input di carattere personale, sia impossibile non ricorrere all’invenzione.
Cosa trasforma, quindi, l’esperienza in arte? Qual è la differenza tra l’essere un autore e raccontare fatti propri? Ma soprattutto, è possibile scrivere in modo puramente autobiografico?

Liv Ferracchiati (Todi, Italia, 1985) si diploma in regia teatrale presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano nel 2014, dopo una laurea in Letteratura Musica e spettacolo – Lettere e Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma.

Nel 2016  mette in scena il suo primo lavoro, Todi is a Small Town in the Center of Italy e intanto, fonda la compagnia teatrale The Baby Walk per la quale scrive e dirige La Trilogia sull’identità: Peter Pan guarda sotto le gonneStabat Mater (Premio Hystrio – Nuove scritture di Scena 2017) Un eschimese in Amazzonia (Premio Scenario 2017 ).  Nel 2017 la Biennale di Venezia gli dedica una personale. 

In dialogo con i testi del canone realizza due riscritture personali di classici: La tragedia è finita, Platonov da Cechov (menzione speciale alla Biennale di Venezia nel 2020) e Hedda Gabler. Come una pistola carica da Ibsen (nel 2022,  produzione Piccolo Teatro di Milano).

Chiamato per l’edizione speciale dell’École des Maîtres 2020 dedicata ai drammaturghi europei scrive Uno spettacolo di fantascienza, attualmente in tournée. Ferracchiati oggi è artista associato presso il Piccolo Teatro di Milano con il quale sta realizzando una nuova scrittura a partire da Il gabbiano di Anton Čechov. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo Sarà solo la fine del mondo.

Si prosegue dal 16 al 20 aprile Casa Fools con A WORKSHOP ON TRUST, masterclass di clownerie condotta da Gabriela Muñoz, artista messicana nota in tutto il mondo.

La fiducia è un fattore fondamentale nel clown‚ dove il buon esito del lavoro dipende da tutti i presenti: clown, tecnici e spettatori uniti insieme da un patto. La fiducia è strettamente connessa alla disponibilità dei partecipanti a mettersi nelle mani dei clown per farsi condurre nel loro universo, lasciarsi sollevare in aria per poi tornare a terra. Fondamentale è creare un accordo con gli spettatori, basato proprio sulla fiducia, in modo che accettino il viaggio con slancio, senza fare domande. Il workshop si concentra sull’esperienza ludica del clown per creare confidenza con il pubblico e con le proprie azioni. Partendo dal silenzio, andremo alla ricerca dell’autenticità, lasciandoci alle spalle approcci intellettuali, reazioni preorganizzate e idee preconcette. Là, troveremo la nostra voce, la nostra verità, la nostra fiducia, quindi il nostro potere di connetterci.

Gabriela Muñoz ha terminato i suoi studi presso la London International School of Performing Arts (LISPA) sulla base della pedagogia di Jacques Lecoq, seguendo un corso post-laurea di 2 anni e un corso annuale presso la School of Physical Theatre di Londra.

Dal 2010 ad oggi con gli spettacoli di Chula The Clown, suo pseudonimo, ha girato il mondo. Perhaps Perhaps Quizas, il suo primo spettacolo di clown, è stato replicato in vari festival di clown e teatro in tutto il mondo: America, Australia, Brasile, Colombia, Repubblica Ceca, Cina, Finlandia, Francia, Georgia, Italia, Lituania, Messico, Nuova Zelanda, Romania, Scozia, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Nel 2020, per celebrare i suoi 10 anni da clown, pubblica un libro (Chula The Clown) edito da Sicomoro Ediciones. Nello stesso anno ha ricevuto una medaglia al merito internazionale dal Congresso di Città del Messico nel campo della promozione culturale.

Attualmente collabora con il direttore d’orchestra Alondra de la Parra in The silence of sound, uno spettacolo sinfonico per clown e orchestra che ha avuto la sua prima mondiale al Festival PAAX GNP nel 2022.

Il suo ultimo spettacolo, Julieta, ha debuttato nel maggio 2022 con il sostegno di MICC (Marché International du Cirque Contemporain), FONCA e in coproduzione con Chamäleon Berlín, TOHU e Ruhrfestpiele, Recklinghausen. Tutta la musica dello spettacolo è composta da brani originali composti da Natalia Lafourcade.

Cantieri 2023 proseguirà a giugno con i workshop di Mariano Dammacco (recitazione) e Andrea Cerri (organizzazione).

Cantieri è un progetto di:

PLAY WITH FOOD – LA SCENA DEL CIBO

Play with Food è dal 2010, in Italia, il primo e unico festival di teatro e arti performative interamente dedicato al cibo e alla convivialità, organizzato a Torino da Associazione Cuochilab, con la direzione artistica di Davide Barbato. Nel 2015 la rivista Hystrio, nel dossier Teatro e cibo,  indica Play with Food come esperienza di riferimento tra le programmazioni artistiche dedicate a questo tema. Tra le molte compagnie ospitate nel corso delle edizioni: Lella Costa,  Sara Bertelà, Michele Sinisi, Ninni Bruschetta, Teatro delle Ariette, Gabriele Vacis, Frosini/Timpano, I Sacchi di sabbia, Cuocolo/Bosetti, Abbiati/Capuano, Carlo Massari, Daniele Ninarello, Maria Pilar Pérez, Claudio Massari, Stivalaccio teatro, Collettivo LunAzione.

CASA FOOLS

La Compagnia Fools (composta da Luigi Orfeo, Roberta Calia e Stefano Sartore) nel 2018 rileva a Torino l’ex Caffè della Caduta, nasce così Casa Fools, spazio teatrale che si pone come obiettivo la valorizzazione di artisti, musicisti, attori e compagnie professionali, con un occhio di riguardo ai giovani esordienti. L’idea alla base di Casa Fools è quella di dar vita ad un luogo aperto alla comunità che funga da incubatore di legami, dove la cultura sia il mezzo e non il fine, un luogo dove entrare in contatto con se stessi e con gli altri.  Casa Fools è un teatro dalla natura informale e accogliente di una Casa.  Una Casa con un Teatro dentro, un Teatro di tutti. Dove artisti e spettatori possono confrontarsi in un continuo dialogo.

SINEGLOSSA

Sineglossa è un’organizzazione culturale che applica i processi dell’arte contemporanea alle sfide del nostro tempo, per costruire modelli virtuosi di sviluppo sostenibile. Il nostro approccio si ispira all’idea di un “Nuovo Rinascimento”: attraverso la contaminazione tra discipline umanistiche e scientifiche, ricerchiamo soluzioni belle, sostenibili e inclusive. Per questo lavoriamo all’interno di ecosistemi ibridi che coinvolgono artistз, scienziatз, imprenditorз e umanistз — ma anche università, pubbliche amministrazioni e comunità locali. Crediamo nel fondamentale ruolo sociale della cultura e ci impegniamo a promuovere un’innovazione a base culturale. Sineglossa sviluppa progetti in una dimensione costituzionalmente e ambiziosamente europea. Siamo partner ufficiale del New European Bauhaus, un progetto ambientale, economico e culturale lanciato dalla Commissione Europea a gennaio del 2021, che ha l’obiettivo di combinare design, sostenibilità, accessibilità e investimenti per realizzare l’European Green Deal.

Torino Comics al Lingotto Fiere dal 14 al 16 aprile

Giunta alla sua ventisettesima edizione, è  sempre più accessibile e family friendly

 

Dal 14 al 16 aprile si terrà al Lingotto Fiere la XXVII edizione di Torino Comics.

L’evento, organizzato  da “Just for funk in joint venture” con GL Events Italia, richiama ogni anno sul territorio piemontese decine di migliaia di appassionati da tutta Italia. La manifestazione si svolgerà nei Padiglioni 1,2,3 del Lingotto Fiere.

Le aree tematiche principali dell’evento sono: Area Comics, con i protagonisti del mondo dei fumetti, sketch, disegni personalizzati, conferenze e incontri; area Cosplay, di competizioni internazionali,  grandi ospiti e Karaoke, karacosplay e workshop tematici.

Una sezione sarà destinata ai games, export e videogames, con le finali dei tornei dei più importanti titoli del mercato, giochi di ruolo, carte e da tavolo, dimostrazioni dal vivo e presenza dei maggiori editori italiani; la sezione “Musica & live” comprenderà intrattenimento, esibizioni e concerti. Saranno anche presenti una sala dedicata al cinema, che ospiterà rassegne di cinema di animazione;  una sezione di doppiaggio, con le voci dei più celebri film, serie tv e cartoni animati; e il content creatore, dove youtuber, tiktokers e streamer incontreranno il pubblico.

Si tratta di una fiera accessibile e fruibile per tutti, frutto del lavoro svolto in collaborazione con il progetto Agenda della Disabilità, realizzato dalla Consulta per le Persone in difficoltà  con la Fondazione CRT, per promuovere l’inclusione sociale delle persone con disabilità. Vicino al main stage sarà  presente un’area per le persone in carrozzina e pedane che ne faciliteranano l’accesso.

Un’area del padiglione 2 è concepita e allestita per proporre al pubblico attività, giochi e percorsi per provare a mettersi nei panni dell’altro e per comprendere come la disabilità non sia un mondo a parte, ma faccia parte di questo mondo.

Questa edizione vedrà presenti tra i vari editori specializzati nel fumetto NPE edizioni, 001 Edizioni,  9Art, Edizioni  BD, Comicout,  Cut-up Publishing, Sbam! Comics, Magic Press e Tunue.

Il manifesto ufficiale della 27esima edizione di Torino Comics è stato disegnato da Gabriele Dell’Otto, fumettista e illustratore romano, celebre in tutto il mondo e ospite d’onore della manifestazione.

Oltre agli ospiti vi sarà il ritorno dell’area Dungeon, a cura dell’associazione La Fortezza, che accoglie nel suo spazio percorsi di gioco di ruolo dal vivo, un gruppo di falconieri e momenti di intrattenimento per grandi e piccini, e un ospite di eccezione, l’argentino Hector Gustavo Cabral Corvolan, in arte Ciruelo, uno dei più  grandi nomi dell’arte fantasy contemporanea.

Una delle grandi novità di questa edizione è  rappresentata dall’area family, area di gioco, attività e relax protetta, ma stimolante, in collaborazione  con Carioca, che da sempre promuove il colore e la creatività  per tutta la famiglia.

Due volte al giorno è  previsto un vero e proprio itinerario di attività  con spettacoli, letture animate. Ospite dell’area anche la magia di Masters of Magic. Debutteranno anche per le scuole i laboratori Torino Comics,  con progetti educativi, laboratori e incontri.

MARA MARTELLOTTA

Metro, Gallo (Pd): “Trovare risorse per la linea 15 a Grugliasco”

PRESIDENTE DEL GRUPPO PD IN CONSIGLIO REGIONALE: “METRO 2: BENE IL COMMISSARIO”

“Bene l’approvazione dell’emendamento per il Commissario di metro 2 che accelera la costruzione di un’opera importante e strategica che consentirà di sviluppare al meglio la rete dei trasporti su ferro di Torino e della Città Metropolitana e di rilanciare alcune aree del nostro territorio.” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale.

“In linea con il piano trasporti presentato dalla città e in scia alla buona notizia su metro 2 coglierò l’occasione della discussione del Bilancio in Consiglio regionale per stimolare la Giunta a individuare, subito, le risorse per la linea 15 a Grugliasco, un altro tassello fondamentale per il sistema dei trasporti del futuro” conclude Gallo.

Salvatore / “Facce da scuola” 4

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ

Quarant’anni fa, a Vallette… I “migliori” anni della mia scuola

Gianni Milani

Per anni ho conservato appeso nel cucinino del mio primo  alloggio da “maritato” in via Invorio, a ridosso della Pellerina, il suo regalo di nozze. E ho dovuto lottare con Patrizia, mia moglie, perché non subisse anch’esso l’ingloriosa fine di mille altri cadeaux da matrimonio rotolati “per caso” a terra o irrimediabilmente perduti (in imballaggi killer!) nella disperazione generale di parenti, amici, conoscenti e affini. Era una specie di dipinto naif, quello regalatomi da Salvatore. Credo fosse una  tempera su vetro raffigurante una più che sobria “natura morta”, una bottiglia filiforme messa lì a fissare dall’alto del suo lungo collo “alla modì” un misero frutto (non ricordo quale) tagliato a metà e adagiato di sghimbescio sul piano di un altrettanto misero tavolo. Certo non era un granché sotto l’aspetto estetico. Ma per me e per lui significava più di una “firma” d’artista. Era il segno tangibile di un affetto profondo nato fra le pareti di un’aula. Al di qua e al di là della cattedra. Tre anni alla “Carlo Levi” in cui Salvatore credo abbia ricevuto e donato all’infinito in termini di umanità. Lui era il grande e grosso “angelo” buono della classe. Sempre pronto a star dalla parte dei più deboli. Loro difensore, verbalmente e, all’occorrenza, anche “manualmente”. Dal padre muratore aveva ereditato due manone da paura e un fisicone che, già alle medie, gli attirava in abbondanza le simpatie del popolo femminile. Arrivava dalla Sicilia. E a Torino era “salito”, mi pare di ricordare, solo con il padre. Della madre non l’ho mai sentito parlare. Ma gli mancava tanto e lo si capiva bene. Qualche volta al mattino si pigliava la sedia, arrivava triste alla cattedra e piagnucolava profe, oggi posso stare vicino a te? Erano i momenti della memoria. Fatti di un’ingarbugliata tristezza che faticava a venire a galla per dare, forse, un po’ di sollievo. Papà Antonio si occupava molto di lui. E alla scuola teneva parecchio. Spesso si presentava ai colloqui. Mi “spezzava” quasi la mano destra nella sua destra, dove il bianco della calce, più forte dell’acqua e sapone, stentava a scomparire del tutto e mi ripeteva ogni volta  Tore deve imparare a leggere e a scrivere e a far di conto, ma soprattutto io ci tengo all’educazione, guai se vi manca di rispetto e si comporta malamente.

 

Era un bravo papà. E Salvatore lo sapeva e lo amava profondamente. A 13 anni, Tore era già uomo tutto d’un pezzo. Educatissimo, studioso pur fra mille difficoltà lasciategli addosso da una preparazione scolastica – come si usava allora e credo si usi ancora oggi dire – alquanto lacunosa. Quando all’esame finale di terza media terminò le prove orali, mi si fece appresso in corridoio e mi abbracciò senza risparmio di energie.Grazie di tutto, prof. urlò quasi. Sei stato grande, Salvatore, devi essere contento e anche il tuo papà lo sarà gli dissi, commuovendomi un po’. Era il giugno dell’80. Fammi avere tue notizie gli ricordai. Lui annuì, poi mi girò le spalle e se ne andò, libri in mano, abbracciato a grappolo dai compagni. Lo rividi una decina d’anni dopo. Uno dei tanti incontri a distanza con allieve e allievi di un tempo che, coi loro anni, coi loro matrimoni, coi loro figli ti fanno sentire inesorabilmente e improvvisamente vecchissimo, nonostante la gioia di essere stato, proprio tu, riconosciuto da loro. Fu per caso che tornai ad imbattermi  in Salvatore. L’auto quasi a secco, un distributore di benzina. Ancora a Vallette, via Sansovino. Cicli e ricicli storici. Sto infilando la pompa del carburante nell’apposita finestrella dell’auto, con la solita imbranataggine che mi blocca ogni volta che devo esprimermi in gesti di banale manualità. Ma…professò…è proprio lei!? Mi giro e il finanziere, l’agente in divisa grigio-verde che mi trovo davanti, una mole d’uomo, sorride allargando le braccia. Mi afferra come una piuma e mi solleva come fosse Benigni con Pippo Baudo. Salvatore! Il suo abbraccio era inconfondibile e soffocante e rinvigorito dal  tempo. Mi rimette a terra e mi srotola addosso più di dieci anni di vita. Il diploma, il servizio militare, l’ingresso nelle “Fiamme Gialle”, una fidanzata da sposare non appena sistemato. Il solito grande, bravo ragazzo. E’ un fiume in piena, Salvatore. Mi aiuta anche – meno male – a riempire il serbatoio dell’auto. Poi mi riabbraccia. E’ lo stesso ragazzone di sempre.

 

Sono contento, professò!Grazie alla scuola, grazie a te. Che pazienza avete avuto tutti, ma ne è valsa la pena! Oggi so di aver scelto la strada giusta!Aveva ragione Salvatore. Ed ora eccolo lì, con i conti della vita in ordine e la voglia di una vita semplice e normale, con una moglie, i figli, il papà che toccherà il cielo con un dito se presto gli regalerà un nipotino. Eccolo Salvatore, nella sua perfetta inappuntabile divisa da finanziere. Avrei voluto impacchettarlo e portarmelo via come un trofeo: guardate gente quello che la scuola riesce ancora a fare…  anche alle Vallette, alla Falchera o a Mirafiori! Poi lo guardo fisso negli occhi: Bravo Salvatore, ce l’hai fatta. E’ proprio vero quello che allora ci dicevamo. Ricordi? Fuori di qui, spetta a voi scegliere. O con la legge o contro la legge! O ‘salvati’ o ‘sommersi’! E quante, purtroppo, le scelte sbagliate. Tante, troppe. Arrivate al capolinea di una panchina. La siringa ancora in vena. E i visi da bambino, terrei e increduli con quegli occhi sbarrati a trattenere le sagome di un piccolo mondo fatto di palazzoni infiniti e piccoli giardini, invisibili nella nebbia invernale e paesi di sedie con popolo vociante nella calura delle notti estive. Scelte. A volte terribili, senza via di ritorno. Rotolate dietro la porta di una cella  dove entrare ed uscire all’infinito o dietro deliri d’onnipotenza con bottiglie di birra infilate in gola, senza uscite di sicurezza né alternative a vite da vivere così o niente. O guardie o ladri, insomma, Salvatore! E Salvatore, per grazia del cielo, aveva scelto da par suo. Era diventato “guardia”! Nel vero senso della parola.

Gianni Milani

Prezzi alle stelle, i piemontesi scelgono il discount

Nel primo trimestre del 2023 il 15 percento in più tra i piemontesi rispetto allo scorso anno effettua i propri acquisti di alimentari nei discount.

“Sono soprattutto le fasce più deboli economicamente a ricorrere  a scorte di beni a lunga scadenza, come scatolame, in cerca dell’offerta migliore”.

Lo afferma Patrizia Polliotto, responsabile di Torino e del Piemonte per l’Unione nazionale consumatori che ha realizzato uno studio in cui si conferma la crescita nelle chiusure dei negozi al dettaglio, a livello nazionale di circa 2 all’ora nel 2022, e che in Piemonte ha portato a un incremento del 13% di scomparsa di botteghe alimentari e di generi vari per la concorrenza della grande distribuzione.

E molti piccoli comuni restano senza un punto commerciale di generi di prima necessità, penalizzando così soprattutto i più anziani.

MAO Museo d’Arte Orientale ospita Le Salamanda

Per il penultimo appuntamento del public program della mostraBuddha10 il MAO Museo d’Arte Orientale ospita Le Salamanda per una performance che mescola dub, house lo-fi, rullanti reggaeton, ritmi dembow, ambient e sintesi vocale in un avvolgente bozzolo di toni armoniosi.

Le Salamanda sono un duo di dj e produttrici di musica ambient leftfield di Seoul composto da Uman Therma (Sala) e Yetsuby (Manda). Il duo si è fatto conoscere al pubblico internazionale con i primi due album: Allez! (Good Morning Tapes, 2020) e Sphere (Metron Records, 2021) e con i mixtape che realizzano per diverse stazioni radio globali tra cui Seoul Community Radio, NTS e LYL.

Il titolo del nuovo album “ashbalkum” (Human Pitch) deriva da un modo di dire coreano che indica la consapevolezza che la “realtà” altro non è che sogno. Espressione di un ambient ultraterreno, il quarto disco del duo, dischiude un portale verso un universo parallelo, dove verità e fantasia sono la stessa cosa.

Un mondo onirico costruito da paesaggi sonori ambientali e ritmi minimali, un punto di vista affascinante su come interagiamo con il mondo che ci circonda, dove il linguaggio, la natura e il nostro stesso essere sono infinitamente mutevoli.

Il calendario completo degli eventi sul sito.

La nuova campagna di Candiolo per il 5×1000

RICERCATORI E MEDICI DELL’ISTITUTO DI CANDIOLO-IRCCS PROTAGONISTI DELLA NUOVA CAMPAGNA DELLA FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO

Undici volti  e lo slogan: ”E’ amore per la ricerca” caratterizzano la nuova campagna di sottoscrizione del 5X1000 lanciata dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, che ha voluto raccontarsi attraverso il patrimonio umano, e scientifico, dell’Istituto di Candiolo-IRCCS.

Le persone sono da sempre centrali in questo progetto. E sono passione e competenza a spingere quotidianamente Francesco, Alberto, Federica, Maria Domenica, Flavia, Sushant, Alice, Barbara, Daniela, Marco e Annamaria – e gli altri 300  ricercatori italiani e internazionali dell’Istituto di Candiolo IRCCS – a impegnarsi negli studi focalizzati su patologie che ancora oggi rappresentano una sfida per la medicina oncologica.

Grazie proprio al contributo del 5X1000 sono stati attivati, e sono in corso, importanti progetti di ricerca con l’intento di comprendere i meccanismi con i quali i tumori insorgono ed interagiscono con il nostro organismo, trovando il modo di sopravvivere nonostante le nostre difese intrinseche. L’obiettivo è scoprire nuove soluzioni per la prevenzione e la cura di diversi tipi di tumore, dal pancreas alla mammella, dal polmone al colon-retto, dal tumore ovarico a quello alla mammella e a quelli del distretto testa-collo. Tutto attraverso un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato per ogni paziente.

Un’attività svolta in 38 laboratori, in collaborazione con i più prestigiosi centri di ricerca e cura del mondo, che ha permesso di realizzare una produzione scientifica che nel 2022 è quantificabile in 309 pubblicazioni e più di 13 mila citazioni sulle più importanti riviste scientifiche internazionali.

Ma la ricerca ha costi elevati, perché è in continua evoluzione. Ecco dunque l’importanza di sottoscrivere il 5X1000 per fare in modo che l’Istituto di Candiolo-IRCCS continui a dare un significativo contributo alla scienza e allo sviluppo delle terapie innovative in ambito oncologico.

Chi compie questo semplice e gratuito gesto può sentirsi parte attiva nel progresso degli studi e conseguentemente delle cure oncologiche. Da qui l’invito della nuova campagna lanciata dalla Fondazione: “Contro il cancro firma per la ricerca sanitaria”.

La Fondazione, inoltre, sta ultimando la realizzazione del primo lotto del piano di sviluppo dell’Istituto, Oncolab, dove vi saranno laboratori dotati di nuove tecnologie, in cui i ricercatori lavoreranno per la messa a punto di nuove soluzioni farmacologiche, e tra pochi giorni entrerà in funzione la nuova Tomotherapy, grazie a un investimento di circa 3,5 milioni di euro reso possibile solo grazie alla generosità delle persone.

Un gioco di specchi e il rifiuto della vecchiaia che avanza

Sugli schermi “Il ritorno di Casanova”

PINETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Tanti quanti hanno raccontato le gesta di Giacomo Casanova, del grande amatore, del Cavalier de Seingalt, delle sue prodezze e delle prigioni, delle continue debolezze e della necessità di un sostentamento tra le varie corti europee: dallo spensierato e giovanile Comencini all’Accorsi di Battiato, dal più che romanzato Lasse Hallström a Fellini con gli ultimi aneliti e un girotondo con la bambola meccanica, sino al “Mondo nuovo” di Scola, inteso a descrivere tutto il disfacimento dell’uomo sorpreso dalla Rivoluzione francese. Personaggio famoso, forse abusato ma nulla a confronto dei “patrioti” d’oltralpe che continuano a cavalcare ancora in questi giorni il mito dei tre moschettieri dumasiani, quasi come fosse carne fresca. Quel disfacimento lo accarezza l’ultimo Salvatores, prendendo le mosse dal “Ritorno di Casanova” che Arthur Schnitzler scrisse, nel 1917, a specchio del dissolvimento e agli ultimi walzer dell’impero viennese. Il gioco del doppio, nello spazio e nel tempo, il trascorrere degli anni e l’incubo della vecchiaia che annulla, senza freni.

Con la collaborazione del fedelissimo Italo Petriccione, l’oggi è immerso in un ottimo bianco e nero e il colore scalda al riparo della luce delle candele  (sembra di aver fatto un salto nel “Barry Lyndon” di Kubrick) un elegante Settecento. Oggi Leo Bernardi, regista in piena crisi professionale, che inizia a sentire le pesanti decadi degli anni e soprattutto accusa le intromissioni di quelle nouvelle vague di giovani artisti che un’unica opera hanno fatto per vederli entrare nelle grazie dei critici famosi, lui e il giovane Lorenzo Marino a guardarsi in un cagnesco misurato dai sorrisi sul red carpet della Mostra veneziana, è impegnato nel montaggio del suo ultimo film, “Il ritorno di Casanova”, come Gabriele Salvatores in un riflettente gioco di specchi, ancora Schnitzel a proporre precise parole e azioni. Leo è stanco, disamorato, solitario, assillato da un modernismo che respinge.

L’inizio del film è pronto ma non c’è nient’altro, il montatore di sempre, l’eterno Gianni (un eccellente Natalino Balasso) che lo guida e lo spinge, può fare ben poco. Anche il produttore preme, sogna il film in concorso a Venezia. C’è anche dell’altro, in Leo: l’imbattersi in una ragazza lontana dal suo mondo (Silvia, Sara Serraiocco), fieramente indipendente, una ragazza che ama i campi e gli animali, l’innamoramento e la passione, non ultima certo la consapevolezza del trascorrere degli anni, il disfacimento fisico e sentimentale, il respingimento di una paternità per cui non sa offrire sicurezze.

Respinge il proprio mondo, quel mondo fino a ieri cercato, quei paparazzi che gli piombano in albergo sono da allontanare, potesse da annientare con un fioretto in mano. E Giacomo? Grottescamente schizzato in questa sua ricerca amorosa senza fine, incontra sulla strada che lo riporta a Venezia il suo vecchio amico Olivo, la cui casa (e la moglie) lui frequentò un tempo: oggi tra quelle stesse stanze si mette alla ricerca della più giovane Marcolina, quasi una scommessa per lui, un corteggiamento rifiutato, visto che la ragazza ha occhi e sensi per il giovane tenente Lorenzi. Un corteggiamento da cercare nel suo termine finale anche con l’inganno; ma non sarà altro per Casanova che ancora una conferma delle sembianze della vecchiaia mentre Lorenzi reclama giustizia con un duello, entrambi emblematicamente spogli di ogni abito, guardando lo spettatore ai vecchi “Duellanti” di Ridley Scott o alla lotta delle figure maschili del Ken Russell di “Donne in amore”, duello in cui Lorenzi perirà. Le ultime scene sono affidate ai momenti del cinema dei nostri giorni, sulla spiaggia del Lido, Leo e Silvia si ritrovano, forse in un futuro di maggiore serenità.

Ironico, illusorio, per certi versi commovente, tanta malinconia negli occhi e qualche attimo di rilassatezza, a tratti troppa leggerezza d’intenti, spavaldo nella ricerca del corpo (altrui, maschile o femminile che sia), chiuso nella contrapposizione senza tempo tra Arte e Vita, scuro nella sottolineatura della vecchiaia che non risparmia, costruito su un montaggio che non lascia respiro allo spettatore, emozionalmente refrattario, il “Casanova” di Salvatores, tante cose troppe cose, dovrebbe crescere nello spirito del pubblico, dovrebbe catturarlo, le parti “antiche” dovrebbero via via acquistare nel disegno dell’autore e ottenere nel loro svolgersi maggior peso: al contrario finiscono con l’essere le più debolmente narrate, e semplicemente, seppure l’amara consapevolezza di un ammirevole Fabrizio Bentivoglio riempia la narrazione. La parte “moderna”, dove Toni Servillo comincia ad accusare la stanchezza di una qualche ripetitività – i movimenti, le pause, gli sguardi -, appare con il peccato del già visto, già conosciuto (non facciamo neppure il richiamo all’”8 1/2” felliniano), il gioco di specchi tra i doppi tripli personaggi, davanti e dietro la macchina da presa, nel passato e nel presente, finiscono con l’essere macchinosi, al di fuori di ogni più limpido sguardo.

Confartigianato imprese: “Prudenza sul Codice appalti”

 Enzo Tanino (Presidente di Confartigianato Imprese edilizia):” Apprezziamo l’impegno per semplificare e razionalizzare una disciplina molto complessa ma dobbiamo essere prudenti perché, se da una parte favorisce l’accesso alle imprese più piccole, dall’altra potrebbe favorire, in alcuni casi, infiltrazioni illegali”

  

  Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “riteniamo necessario che il governo avvii tavoli di concertazione con le organizzazioni imprenditoriali e tutti gli attori del mercato degli appalti per scrivere insieme le regole mancanti”

 

 

 

“Apprezziamo l’impegno per semplificare e razionalizzare una disciplina molto complessa, come quella del Codice appalti, e la volontà del Governo di renderla operativa in tempi rapidi. Semplificazione, certezza delle norme e velocità dei procedimenti sono indispensabili per favorire il lavoro e la crescita delle imprese – afferma Enzo Tanino, Presidente di Confartigianato Piemonte edilizia – bene anche la volontà di coinvolgere maggiormente le MPI anche applicando il subappalto a cascata”.

Si tratta di una riforma strutturale, cosiddetto “Codice Salvini”, dal nome del Ministro alle infrastrutture che lo ha fortemente voluto, che segue gli impegni assunti nell’ambito del PNRR e che mira a ridurre i tempi della burocrazia e dei cantieri.

 

“Dobbiamo, però, essere prudenti – continua Tanino – perché, se da una parte favorisce l’accesso alle imprese più piccole, dall’altra potrebbe favorire, in alcuni casi, infiltrazioni illegali. A questa perplessità si aggiunge anche quella riferita all’affidamento diretto e alla procedura negoziata fino alla soglia di 5, 3 milioni di euro. Bene l’affidamento diretto ma questo non deve diventare un sistema che impedisca alla piccola media impresa artigiana di prendere direttamente un lavoro costringendola a lavorare solo in subappalto. Noi sosteniamo la suddivisione in lotti di un lavoro, ci lascia però perplessi il fatto che, a fronte di questa previsione, il Legislatore non abbia, neanche questa volta, disciplinato in maniera articolata e completa una tipologia di aggregazione come la rete d’impresa che permetterebbe più agevolmente una partecipazione aggregata delle imprese artigiane alle gare per vedersi affidare questi lotti. Confidiamo quindi di poter ritrovare questa disciplina nel il futuro regolamento attuativo del Testo Unico. Mi sento infine di esprimere un giudizio positivo sul fatto che il Testo unico preveda un punteggio premiale in fase di valutazione dell’offerta per tutti coloro che utilizzeranno materiali Made in Italy. È un tema che stiamo portando avanti da tempo e non possiamo che essere soddisfatti che il Legislatore ne abbia voluto tener conto”.

 

“La riforma andrebbe ulteriormente perfezionata, tuttavia non si poteva andare avanti con le regole precedenti ed era importante evitare di continuate a ripetere vecchi errori-commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – e bisogna farlo insieme a chi opera sul campo. Per questo riteniamo necessario che il governo avvii tavoli di concertazione con le organizzazioni imprenditoriali e tutti gli attori del mercato degli appalti per scrivere insieme le regole mancanti e mettere a punto alcuni aspetti ancora deboli. Insomma, per costruire un Codice a prova d’urto che deve funzionare efficacemente per i prossimi anni. Il Codice degli appalti è perfettibile, certo, ma è uno degli strumenti che dovrà permetterci di rilanciare l’economia e di non perdere le risorse che abbiamo a disposizione per costruire il futuro dell’Italia”.

Negli uffici postali di Torino la cartolina dedicata alla Pasqua

Ancora un’iniziativa filatelica di Poste Italiane, che dedica una colorata cartolina alla Pasquaacquistabile a 1,00 € negli Uffici Postali con sportello filatelico della provincia di Torino e nello “Spazio Filatelia” di Via Alfieri 10 oltre che online. Una nuova occasione per i collezionisti o per chi vuole ricordare in modo originale una giornata speciale,un modo per sostenere il valore della scrittura e custodire nel tempo un ricordo della festività.

Dal 3 all’ 11 aprile sarà inoltre disponibile negli Spazio Filatelial’annullo tondo a datario mobile mentre quello lineare sarà utilizzato negli uffici postali con sportello filatelico sempre in abbinamento al datario mobile.

Per qualsiasi informazione o curiosità sul mondo della filatelia è possibile visitare il sito filatelia.poste.it.