ilTorinese

Bardonecchia, dopo 40 anni un nuovo Piano Regolatore

Il 5 febbraio scorso l’Amministrazione comunale di Bardonecchia ha concluso una tappa importante attesa da quarant’anni: l’approvazione del nuovo Piano regolatore Generale Comunale. Il precedente era stato, infatti, approvato il 5 marzo del 1985.

Un lungo percorso di definizione ed approvazione iniziato molti anni fa, sospeso all’inizio degli anni 2000 a seguito dell’entrata in vigore del Piano di Assetto Idrogeologico e per la gestione delle varianti urbanistiche necessarie per permettere la realizzazione degli interventi per la realizzazione dei XX Giochi Olimpici invernali di Torino 2006.

Un percorso ripreso quindi nel 2011, che ha poi visto seguire il nuovo procedimento di formazione ed approvazione definito dalla legge regionale n. 3/2013 che ha modificato sostanzialmente la L.R. 56/77 introducendo le “conferenze di copianificazione” con la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino ed il Ministero della cultura/Soprintendenza.

Si sono svolte in questi anni ben 3 cicli di conferenze che hanno coinvolto 3 amministrazioni comunali.

Il Consiglio comunale nella seduta dello scorso 5 febbraio ha quindi approvato all’unanimità un Piano Regolatore redatto seguendo principi ed azioni volte alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, alla riduzione del consumo di suolo, all’adattabilità climatica.

In particolare, fra gli obiettivi strategici principali del nuovo Piano Regolatore:

Il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente con particolare attenzione agli elementi ed immobili di valore documentario, storico e paesaggistico;

– una particolare attenzione al sistema delle aree a servizi pubblico, con l’identificazione di oltre 1.000.000 di metri quadrati di aree, suddivise in circa 300 sotto-aree a servizio (parcheggi, sport, servizi culturali ed educativi, generali ed impiantistici);

– una pianificazione territoriale ed un sistema di norme finalizzate alla tutela e valorizzazione delle risorse naturali, allo sviluppo delle aree rurali, del verde urbano, al riconoscimento e potenziamento dei comprensori sciistici e sportivi (aree sciabili e di sviluppo montano) nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio, alla tutela delle Zone Speciali di Conservazione di cui alla Rete Natura 2000;

– la definizione del quadro dei dissesti idrogeologici ai sensi del Piano di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino fiume Po e della normativa regionale in materia, e delle opportune misure di mitigazione del rischio idrogeologico, seguendo un approccio di adattamento ed aggiornamento conseguente agli eventi che hanno interessato il territorio comunale.

– l’individuazione delle esigenze infrastrutturali atte a migliorare la logistica, i trasporti ed a ridurre la vulnerabilità territoriale in caso di eventi calamitosi;

– la valorizzazione e tutela delle risorse idriche con la puntuale individuazione delle fonti di approvvigionamento idropotabile e delle relative aree di salvaguardia;

– la definizione delle opportune misure atte a mitigare e compensare gli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piano;

– la riduzione del consumo di suolo per le nuove previsioni di espansione urbanistica con un incremento del +0,30% del suolo urbanizzato esistente, ampiamente inferiore al 6% posto quale limite dal Piano Territoriale Regionale, ed una riduzione di 29 ettari di aree di espansione previste nel Piano regolatore vigente del 1985 oggi sottoposte alla tutela idrogeologica o perché di significativo valore paesaggistico.

“Un risultato importante – sottolinea il sindaco di Bardonecchia Chiara Rossetti – fortemente voluto dall’Amministrazione. Un grazie particolare all’Area Tecnica del Comune per il grande lavoro svolto ed ai professionisti che l’hanno affiancata. Con l’approvazione del Piano Regolatore per la nostra cittadina si apre una nuova pagina e si dota l’Amministrazione di uno strumento moderno, attento alle tematiche ambientali, alla criticità idrogeologiche del nostro territorio, alle esigenze di una località turistica al passo con i tempi quale Bardonecchia vuole essere”.

 

“LoST EU”, nuova “tournée” in Deutschland

Ritornano in Germania, con un ricco programma di eventi promozionali, gli otto formaggi, tre piemontesi, dell’Associazione “Alte Terre DOP”

Dal 14 al 24 febbraio

Alba (Cuneo)

Ancora bello pimpante dopo il successo ottenuto l’anno scorso (primo evento) a Berlino, ritorna per il secondo anno consecutivo in Germania e con una proposta di eventi particolarmente ricca, il progetto “LoST EU”, progetto dell’Associazione “Alte Terre DOP”, teso ad una nuova promozione (battere il ferro finché è caldo!) degli “8 Formaggi DOP” del suo “Paniere”: tre, quelli piemontesi, il Murazzano, il Roccaverano e l’Ossolano. Dalla Lombardia lo Strachitunt, dal Trentino il Puzzone di Moena, seguiti dal campano Provolone del Monaco e dai siciliani Vastedda della Valle del Belice e dal Pecorino di Sicilia.

Esattamente un anno fa, nel febbraio del 2024, il progetto approdava a Berlino, all’estremo nord del paese, dando inizio al suo percorso di “costruzioni di rete”, attraverso una capillare sensibilizzazione dei consumatori, dei ristoratori berlinesi e dei proprietari di “retail” ospiti alle “masterclass” e al “walk around tasting”. Un lavoro certosino e proficuo quello compiuto nel corso dell’anno da poco trascorso da parte degli “Ambassador”, il gruppo di lavoro composto da “professionisti tedeschi” e “produttori” che ha selezionato nella capitale tedesca quei ristoratori e proprietari di negozi maggiormente sensibili ai messaggi di filiera corta, “benessere umano ed animale e tutela dei piccoli produttori italiani di qualità intrinsechi al progetto LoST EU”.

Un reale dato di fatto che permetterà, nuovamente, nei giorni compresi fra venerdì 14 e lunedì 24 febbraio prossimi di rinnovare le “Restaurant Week”settimane dedicate ai formaggi “Dop” del Paniere, grazie alle quali i clienti di alcuni dei più rinomati ristoranti berlinesi potranno assaggiare questi prodotti unici, con banchi d’assaggio gratuiti e corner dedicati sia nei ristoranti che nei retail della capitale.

Tra i ristoranti di Berlino per ora confermati troviamo l’“Enoteca l’Angolino”, piccolo ma raffinato ristorante sulla Knesebeckstrasse di Charlotttenburg; il “Bertolini Feinkost”, una vera e propria istituzione tra gli amanti della cucina italiana, sempre a Charottenburg; la “Bocca di Bacco”, uno dei migliori ristoranti italiani a Berlino; il “Facciola’s”, rinomato “wine bar” frequentato specialmente dai giovani;  “‘A Muntagnola”, altro ristorante molto celebre nella capitale tedesca che ha accolto negli anni numerose “celebrities” e personaggi illustri.

Orbene, se da un lato, la nuova mission tedesca punterà , sempre più, a rafforzare il frutto del lavoro già compiuto nei mesi precedenti, dall’altro – e questa è la vera grande novità – mirerà con uguale fervore ed entusiasmo all’obiettivo “Sud del Paese”, ad ampliare cioè le potenzialità del “Made in Italy” verso la città dell’“Oktoberfest”, quella città di Monaco di Baviera, che è crocevia commerciale di tre mercati importanti quali l’Austria, la Svizzera e l’Italia, e da sempre “porta” della Germania attraverso la quale si estendono poi al resto del paese i gusti e le tradizioni enogastronomiche più varie. E, dunque, proprio a Monaco di Baviera si concentrerà, lunedì 24 febbraio, il momento culminante delle attività in Deutschland. Sarà infatti l’esclusiva enoteca di “Eataly Munich” ad ospitare una giornata perfetta per tutti gli appassionati di formaggio, in compagnia dei nostri produttori. In questa giornata, saranno organizzate una “Masterclass” e a seguire un “Walkaround Tasting” dedicati a professionisti e giornalisti per portare all’attenzione del pubblico del Sud della Germania questi “gioielli caseari italiani” ancora poco conosciuti all’estero e di difficile reperibilità, date le logiche concentrate sul prezzo a cui è improntata la grande distribuzione.

La “Masterclass” avrà inizio alle 14,30 con una breve presentazione dei produttori, per raccontare a un pubblico selezionato di giornalisti, grossisti, importatori e ristoratori tedeschi le tecniche di produzione, le tradizioni e la sapienza millenaria da cui hanno origine questi formaggi così unici che rappresentano l’identità di alcuni territori agricoli di eccellenza in Italia.

A seguire, intorno alle 15,30, avrà inizio il “Walk around tasting”, durante il quale i produttori saranno a disposizione per condividere gli antichi segreti e le caratteristiche intrinseche che rendono questi formaggi unici al mondo.

Inoltre, anche a Monaco di Baviera, così come a Berlino, sono previste “Restaurant Week” che coinvolgeranno i ristoranti “Ciccio’s Tavernetta”“Bar del Giorno”“L’Antipasto Nuovo”“Partenopeo”“Ristorante Al Pacino”“Casa Italiana Feikosten” per far conoscere le “DOP” del Paniere. Sono previste altresì attività di “tasting days in store” presso “Maybachufer”“Sudstern” e “Arkonplatz” di Berlino e presso i celebri negozi “Superissimo” e “Farnetani” di Monaco.

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio

Giulia di Barolo, la progressista della beneficenza e della compassione

Una straordinaria figura del nostro ‘800

Nata nel 1786 a Maulevrièr, in Francia, Juliette Françoise Victurnie Colbert discendente di una importante famiglia che aveva visto il padre Ministro delle Finanze del Re Luigi XIV, in seguito alla Rivoluzione Francese, dopo aver perso beni e parenti, si trasferi’ in Germania e in Olanda. Nel 1804, quando Napoleone Bonaparte si incorono’ imperatore dei francesi, Jiuliette, tornata in patria, divenne una delle dame di compagnia dell’imperatrice ed e’ proprio in questo rinnovato contesto che conobbe il suo futuro marito: il marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo appartenente ad una delle più importanti famiglie aristocratiche del Piemonte. Nonostante fu un matrimonio combinato, come si usava ai tempi, la loro unione si trasformo’ in un sodalizio molto forte dovuto sia alle loro affinita’ d’interessi, di cultura e ad una spiccata sensibilita’ per le questioni sociali, ma anche alla reciproca compensazione caratteriale, “più ardente, generosa e volitiva, intransigente nelle idee per temperamento e tradizione” lei ,” meno espansivo, più liberale e facilmente remissivo, ma non meno ricco di sentimento e di bontàlui.

Dopo il matrimonio si stabilirono nella Torino dei Savoia, ma anche di Cavour e di D’Azeglio, a Palazzo Barolo in via delle Orfane, dove iniziarono le loro attivita’ benefiche in una citta’ che soffriva molto di poverta’, vagabondaggio, criminalita’ e dove le carceri affollate versavano in terribili condizioni di igiene e invibilita’. Tutto comincio’ durante una passeggiata domenicale quando Jiuliette, oramai Giulia, incrocio’ una processione che portava il viatico ad un carcerato che ribellandosi disse che non voleva conforto, ma piuttosto del cibo. Giulia volle subito visitare le carceri, quelle maschili prima, le femminili dopo, che trovo’ in uno stato disumano. Questo terribile scenario la convinse subito a voler fare qualcosa e chiese al Re di poter insegnare loro a leggere e il catechismo, ma soprattutto di restituirgli una dignita’ oramai persa. Ci riusci’ e cosi’ comincio’ il suo percorso di supporto alle carcerate che divento’ un vero e proprio impegno istituzionale quando divento’ sovraintendente delle prigioni di Torino. Come prima cosa fece trasferire le “forzate” nelle Torri Palatine, un luogo piu’ luninoso e salutare, ma la cosa piu’ importante, per cui mise tutto il suo impegno, fu la riforma per le carceri piemontesi che si ispirava a quelle inglesi e danesi. Riusci’ a far commutare le pene in lavoro, accorcio’ i processi e trasformo’ le leggi discutendone prima con le detenute. Nacquero cosi’ dei “refugium peccatorum” dove si poteva lavorare, guadagnare, ma sopra ogni cosa era possibile essere reinserite all’interno della societa’. Dopo questi epocali cambiamenti che impattarono sul tessuto sociale i coniugi di Barolo crearono scuole e asili nido che affidarono alle suore di Sant’Anna, ma anche orfanotrofi, dove passava a dare la sua benedizione anche Don Bosco che collaboro’ molto con Giulia, e l’Ospedaletto per i bambini disabili. Per essere sicura che il suo impegno si protraesse anche quando non ci fosse stata piu’ istitui’ l’Opera Pia Barolo e fece costruire la chiesa di Santa Giulia, nel quartiere Vanchiglia, dove riposa dal 1899. Le sue iniziative, le sue idee, i progetti, ma anche i suoi pensieri sono raccolti in un diario da cui si evince la personalita’ di Giulia di Barolo, una donna straordinaria, romantica, generosa, una eroina di tutti i tempi.

E’ possibile rivivere la storia dei marchesi di Barolo visitando il Palazzo omonimo a Torino che fu il piu’ famoso salotto del Risorgimento di Torino e dove venne ospitato Silvio Pellico.

MARIA LA BARBERA

“The Brutalist”, un lungo percorso per un grande attore

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Làszlò Tòth non è mai esistito, non ha mai fatto parte della Storia. Brady Corbet – una delle voci autoriali del mondo del cinema più tenute d’occhio, un passato d’attore che collabora con registi del calibro di Michael Haneke e Lars von Trier, di Ruben Östlund e Olivier Assayas e Noah Baumbach, e che passa nel 2015 con “L’infanzia del capo” dietro la macchina da presa – ne ha fatto un personaggio inserito nel turbinio delle vicende tragiche, private e pubbliche, e quelle legate all’architettura, del Novecento, una “immagine”, con una sceneggiatura, firmata con la moglie Mona Fastvold, ricavando (anche) momenti e pagine dalla “Fonte meravigliosa” di Ayn Rand – ne trasse il film omonimo King Vidor nel ’49, Gary Cooper protagonista che adombrava Frank Lloyd Wright – e dalle figure degli architetti legati alla corrente del Brutalismo, non ultimo Marcel Breuer, che metteva le radici nel Bauhaus (l’abitazione del regista Erwin Piscator a Berlino), che guardava agli edifici e agli arredamenti d’ambiente, autore in seguito dell’Università del Massachusetts e del Whitney Museum di New York, più volte collaboratore di Gropius: corrente nata in Inghilterra nel ’54 con al centro il “cemento a vista” (“béton brut”) di Le Corbusier, una architettura che, nel far posto, al di là dell’estetica, più spesso alla rudezza dei materiali impiegati, ha la volontà di “stabilire dei rapporti emozionanti”. Ha dato vita a “The Brutalist”, Brady Corbet, già vincitore a Venezia del Leone d’argento-Premio speciale per la regia e per ora opzionato con dieci candidature ai prossimi Oscar.

Làszlò Tòth, ebreo ungherese – in una lunghissima storia di tre ore e 35 minuti, suddivisa in due capitoli e un epilogo -, ha potuto abbandonare le morti e la disperazione di Buchenwald, è stato separato dalla moglie Erzsébet, ha potuto raggiungere Filadelfia (il suo primo sguardo sugli States è una Statua della Libertà capovolta e gli appelli di Ellis Island) e trovare ospitalità nella casa di un cugino che sta costruendo una illuminata fortuna. Riescono entrambi a trovare l’occasione giusta quando inaspettatamente arriva il rampollo Van Buren a esprimere il desiderio che siano loro a dare una nuova veste allo studiolo del padre Harrison, nella casa di famiglia. Il padre è assente, e il ragazzo con la sorella vuole preparare per lui una sorpresa. Non sarà ben accetta, la nuova luce e le librerie a scomparsa al ritorno non avranno il successo sperato, con urla e la negazione del pattuito e la cacciata dall’Eden. Il nuovo approccio con l’american dream s’oscura ancor più con menzogne e avvilimenti quando Audrey, la moglie cattolica del padrone di casa, lo convince d’essere stata insidiata da Tòth.

Ma Harrison ha avuto modo nel giro di pochi anni di rivedere le proprie posizioni, il suo studiolo è stato il punto d’interesse della buona e ricca società e ha conosciuto meglio il passato di un uomo che oggi vive in un dormitorio e spala carbone per sopravvivere. C’è un nuovo e inaspettato incarico per lui, la costruzione sulla collina di un centro che raggruppi differenti ambienti, per quanti vorranno servirsene, dedicato alla memoria della madre scomparsa. Incessante, torrentizia, frammentata di sottostorie, serpeggiante di piccoli personaggi, di contorno che non hanno sviluppo, e momenti e anfratti narrativi che non poche volte la ostacolano, di dialoghi che spesso faticano a cercare un chiaro svolgimento e una foce – tra l’artista e il mentore, soprattutto -, cenni non sempre chiariti, la sceneggiatura si fa faticosa e affaticata, certo all’interno di una grandiosità di pensiero, di costruzione e di realizzazione che non oscura affatto l’impresa possente di Corbet. Credo che la troppa carne al fuoco abbia nuociuto alla concretezza dell’idea e splendore del racconto, innegabili: lo si vede soprattutto nella seconda parte, dal titolo “Il nocciolo duro della bellezza”, con il ritorno di Erzsébet e della nipote rimasta orfana e ammutolita, con le interruzioni del lavoro, con le traversie progettuali dove qualcuno tenta d’inserirsi con brutali correzioni e con quelle di coppia che non calmano gli animi e non li rasserenano, con la piaga della droga di cui Làszlò cade vittima, della ricerca del marmo di Carrara per la monumentalità di un altare, che fa correre in Italia l’artista ormai non più considerato dal mecenate “una compagnia intellettualmente stimolante” ma una vittima ad intermittenza di parole e comportamenti xenofobi (“tu qui sei soltanto tollerato”, aggiungerà il giovane Van Buren), brutalizzata sessualmente tra la notte delle cave.

C’è tutto questo e moltissimo altro ancora nello riempimento forzato della storia, sino alla celebrazione dell’artista malato che è al centro della Biennale del 1980, dove riecheggia ancora quella sua frase secondo la quale “conta la destinazione, non il viaggio”. Grandioso e opulento già in quella decisione di voler girare – il direttore della fotografia è un oscarizzabile Lol Crawley, al suo terzo appuntamento con Corbet – in VistaVision, 70 mm, che non si vedeva più da “I due volti della vendetta” per la regia di Marlon Brando, prova a tratti geniale ma altresì pronta a cadere e ad arenarsi, scivolosa e colpevole d’inciampo, pure vecchio cinema americano che s’inchina al piacere di raccontare, portatrice di lotta tra l’arte e la sottomissione di un “capitale” corrotto. Corbet aggiunge immagini a immagini, riesce a mostrarci in eccesso i palazzi veneziani confrontati con la ruvidità proposta da Tòth (le differenze vanno sottolineate, va bene, ma una guida turistica mi pare eccessiva). Sopra ogni cosa il talento indiscusso di Adrien Brody, già Oscar per “Il pianista” quando non era che ventinovenne, mansueto e rivoltoso, febbricitante ed eroe dei propri spazi, rivoluzionario, indistruttibile, amoroso e caustico, pronto a tenere in mano la sua seconda statuetta, sono pronto a credere con buona pace del pur bravissimo e giovane Chalamet. Senza dimenticare, in un film di simile portata e invenzione, l’apporto più che significativo – vero capolavoro, questo – della sezione scenografica, dovuta al genio di Judy Becker e Patricia Cuccia, appassionate, incredibili collaboratrici.

Settimo, misure per il commercio di vicinato

Il commercio di vicinato deve affrontare sfide complesse: la concorrenza dell’e commerce, la coesistenza con la grande distribuzione e la ripresa dopo le difficili conseguenze della pandemia. Da tempo il Comune di Settimo, come altre amministrazioni, lavora per mettere in campo azioni specifiche per supportarlo. «Fissato l’obiettivo, per predisporre le misure occorre avere un approccio integrato, che coordini e raccolga gli sforzi delle istituzioni, dei singoli esercenti, delle associazioni di categoria e degli operatori economici del territorio – interviene l’assessora al commercio Carmen Vizzari – Per questo abbiamo cercato di costituire un pacchetto di misure che provi a rispondere alle esigenze del commercio sotto vari punti di vista: supporto economico, valorizzazione del ruolo del commercio di vicinato e della sua funzione sociale. Il risultato si è concretizzato in dieci misure piuttosto diverse fra loro, ognuna delle quali è stata messa in campo dal Comune in collaborazione con chi opera sul territorio: le associazioni, gli enti sovracomunali, le banche, in una sinergia che ci aiuta ad affrontare la sfida con più strumenti». Le 10 azioni 1) Le misure per il Natale Per rendere più attrattiva la Città il Comune ha predisposto quattro azioni distinte: il rinnovamento degli addobbi natalizi con l’installazione del boschetto di Natale; la sospensione della sosta a pagamento negli orari dello shopping, nelle settimane precedenti al Natale; l’istituzione del concorso “Settimo in vetrina” che premia le tre vetrine più votate dai settimesi (e non solo); l’attivazione della passeggiata musicale con una programmazione dedicata. Alcune misure, come il concorso “Settimo in vetrina” e l’attivazione della passeggiata musicale sono attive anche al di fuori del periodo natalizio. 2) Il DUC È stato istituito il Distretto Unico del Commercio di Settimo, in collaborazione con ASCOM. La misura, molto articolata, ha permesso il finanziamento di oltre 300mila euro fra contributi diretti agli esercenti che rinnovavano i loro locali (fino a 10mila euro a negozio), la sistemazione del mercato di via Fantina, l’installazione di nuovi arredi nell’isola pedonale (panchine, fioriere). Il progetto prosegue e nei prossimi mesi verrà individuato il manager del Distretto, uno specialista in marketing che sarà il referente dei commercianti. Verrà inoltre potenziata la cabina di regia che coordina le attività del DUC e assume le decisioni strategiche, in particolare in riferimento alla partecipazione a bandi di finanziamento. 3) Il Bando Imprese Un bando comunale che mette a disposizione risorse per le attività con sede nel DUC. L’obiettivo è sostenere investimenti in innovazione, digitalizzazione, risparmio energetico e sostenibilità ambientale. Sono previsti rimborsi fino a 2000 euro. 4) Il Fondo Sorriso Nato in collaborazione con Fondazione Operti sull’esperienza del progetto Microcredito, la misura dà la possibilità alle imprese non bancabili di ottenere un prestito a condizioni agevolate. 5) La Convenzione con CNA Si tratta di una mappatura del comparto produttivo del territorio, che permetterà di censire con maggiore precisione le imprese in modo da favorire il confronto, la comunicazione e il coordinamento di azioni finalizzate a rafforzare l’economia locale 6) Il Progetto Val.E Il progetto, promosso da Confartigianato e sostenuto dal Comune, mette a disposizione consulenze gratuite per avviare o rafforzare le attività di impresa. 7) Le agevolazioni bancarie In collaborazione con Banca Sella, il progetto mette a disposizione servizi bancari a condizioni agevolate per supportare le attività commerciali operanti sul territorio. L’iniziativa è stata avviata su impulso del Comune, che ha coinvolto gli istituti di credito del territorio. 8) Il progetto Voice In collaborazione con l’Unione NET, il progetto è finalizzato al promuovere l’inclusione delle persone con difficoltà comunicativa. I negozi aderenti si dotano di materiali (menu, volantini, ecc) che aiutano le persone con difficoltà a comunicare utilizzando la Comunicazione Alternativa Aumentativa (CAA). Sono previste anche attività di formazione. L’obiettivo è favorire l’inclusione e conseguentemente rafforzare il valore sociale e comunitario del commercio di vicinato. 9) Sold Aut Il progetto Sold Aut, portato avanti da CSEN in collaborazione dal Comune, supporta l’inclusività delle attività commerciali e degli operatori. L’obiettivo è formare gli operatori per promuovere un approccio inclusivo. 10) Le misure per il commercio ambulante Per supportare il commercio ambulante il Comune ha rivisto le tariffe dei mercatali, prevedendo anche il pagamento puntuale per l’utilizzo effettivo degli stalli, precedentemente non previsto

Consiglio aperto in Regione sulla crisi dell’auto

Oggi martedì 11 febbraio 2025, ore 9.30, si terrà il Consiglio regionale aperto sulla crisi del settore automobilistico. Poiché l’Aula di palazzo Lascaris è in fase di ristrutturazione, l’assemblea si riunirà presso la sala Auditorium della Città metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7.

Sono previsti molti interventi per affrontare un tema che riguarda da vicino il torinese e tutto il Piemonte.

All’introduzione del presidente del Consiglio Davide Nicco, seguirà quello della Giunta regionale e quindi gli interventi esterni: quelli programmati sono 39. Interverranno rappresentanti dei ministeri del Lavoro e delle Imprese, i parlamentari nazionali, gli europarlamentari, l’Inps, i Comuni, le Province e la Città metropolitana, gli Atenei piemontesi, le Organizzazioni sindacali, le Organizzazioni di categoria e i rappresentanti di Stellantis.

Rivoli aderisce a “M’illumino di Meno 2025”

Quest’anno la Città di Rivoli partecipa a M’illumino di Meno 2025, la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, promossa da Rai Radio2 e dal programma Caterpillar. L’iniziativa, giunta alla sua ventunesima edizione, si estenderà per un’intera settimana, dal 16 al 21 febbraio, con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e comunità sull’importanza della sostenibilità e del risparmio energetico.

Domenica 16 febbraio, giornata inaugurale dell’iniziativa, Rivoli aderirà simbolicamente spegnendo le illuminazioni di tre luoghi simbolo della città: il Castello di Rivoli, l’Obelisco e il Campanile di Santa Maria della Stella. Un gesto che vuole ribadire l’importanza dell’uso consapevole dell’energia e la necessità di adottare stili di vita più sostenibili.

La moda sostenibile arriva a Rivoli
Nell’ambito di M’illumino di Meno, Rivoli promuove anche il riuso e la sostenibilità nella moda, con appuntamenti dedicati al second-hand e alla riduzione degli sprechi.

– Mercoledì 19 febbraio dalle ore 16:00 alle 18:30 presso la sede del Comitato di Quartiere Maiasco in via Tevere 41/B avrà luogo l’incontro, ad accesso libero, dal titolo “Ripara, Riutilizza, Rinnova: combattere la Fast Fashion” organizzato dallo “Spazio Donne” del quartiere, per scambiare consigli pratici per un approccio consapevole al guardaroba.

– Sabato 22 febbraio, presso il Centro d’Incontro del quartiere Borgo Nuovo (corso De Gasperi 20), si terrà uno Swap Party, organizzato in collaborazione con Swap Party Torino, dalle ore 15:00 alle 18:30. Lo Swap Party è un’occasione per dare nuova vita a vestiti, accessori e libri non più utilizzati, scambiandoli con altre persone in un ambiente conviviale e responsabile. I partecipanti potranno portare fino a 10 capi che verranno selezionati e suddivisi per categoria. Gli abiti rimasti saranno donati ad associazioni che si occupano del riutilizzo dei tessuti, in un’ottica di economia circolare e solidarietà. Instagram: @swappartyto – Facebook : Swap Party To

L’Assessore all’Ambiente Angelo Tribolo dichiara: “Tornare a partecipare a M’illumino di Meno è un segnale concreto del nostro impegno per la sostenibilità. Lo spegnimento simbolico dei monumenti più rappresentativi della nostra città vuole ricordare a tutti che ogni piccolo gesto può fare la differenza nella lotta contro lo spreco energetico e il cambiamento climatico. Inoltre, promuovere il riuso attraverso iniziative come lo Swap Party rappresenta un’opportunità per sensibilizzare la comunità sull’importanza della condivisione e della riduzione degli sprechi, favorendo un’economia circolare più sostenibile.

Un’iniziativa per la comunità
Con questo evento, Rivoli non solo si unisce al messaggio di M’illumino di Meno, ma contribuisce a creare una comunità più consapevole e attenta alle tematiche ambientali, promuovendo azioni concrete per un futuro più sostenibile. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare e a fare la loro parte per diffondere la cultura del riuso e del risparmio energetico.

Una insolita crostata alla crema di mele

/

Le torte di mele, declinate in numerosissime varianti, non deludono proprio mai…Provate questa insolita e squisita crostata, il suo cremoso ripieno vi conquisterà!

Ingredienti

Frolla: 180gr. di farina, 100gr. di burro, 60gr. di zucchero, 2 tuorli, un pizzico di sale.

Farcia: 4 grosse mele Renette, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, 2 cucchiai di zucchero, 100gr. di cioccolato amaro 70%, un pizzico di cannella

Preparare la frolla impastando velocemente tutti gli ingredienti, avvolgere in pellicola e far riposare in frigo per 30 minuti.
Pelare e tagliare 3 mele a tocchetti, cuocere con il vino, lo zucchero e la cannella sino a quando si saranno spappolate. Lasciar intiepidire e aggiungere mescolando il cioccolato.

Stendere la frolla in una teglia rotonda foderata con carta forno, bucherellare il fondo e riempire con la crema di mele. Affettare la mela rimasta, spruzzarla con il succo del limone e posarla sulla crema, cospargere con un poco di zucchero. Cuocere in forno statico a 220 gradi per 45 minuti.

Paperita Patty

Bussoleno tra le stazioni Sala Blu

Lo scalo ferroviario di Bussoleno entra ufficialmente nel circuito delle Sale Blu, il servizio di RFI dedicato ai viaggiatori con difficoltà di movimento, anche temporanea.

Prosegue l’impegno di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) di eliminare le barriere architettoniche in tutte le stazioni e assicurare progressivamente a tutti i viaggiatori autonomia negli spostamenti.

È stato così anche per Bussoleno: dopo una prima fase di interventi strutturali, con innalzamento dei marciapiedi di binari, percorsi tattili all’interno e all’esterno della stazione, installazione di ascensori per l’accesso ai binari, sistema d’informazione visiva e sonora e ulteriori interventi, oggi si completa il progetto con la consegna di due carrelli elevatori.

I viaggiatori potranno richiedere l’ausilio di operatori specializzati che li assisteranno nella fase di salita o discesa dal treno e nei percorsi dell’area della stazione.

Il servizio è gratuito e prenotabile con 12 ore di anticipo attraverso le Sale Blu di Rete Ferroviaria Italiana.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito internet di RFI alla pagina dedicata al servizio Sala Blu

All’ “Environment Park” di via Livorno “Cristallo di Luce” di Diego Scroppo

Una nuova “Luce” per “Luci d’Artista”

Giovedì 13 febbraio, ore 18

E’ stato definito “progetto visionario” per la sua capacità di coniugare mirabilmente materiali come vetro, acciaio ed alluminio, al servizio di una suggestiva rievocazione delle “imponenti forme del paesaggio alpino che caratterizza la ‘landscape’ torinese”. Ad innalzarlo oltre la semplice fisicità del reale, un piccolo (ma neppure tanto) particolare, una “pianta d’ulivo”, simbolo di “resilienza” e “adattamento”, collocata al suo interno quale invito alla riflessione sul rapporto fra uomo e natura.

Parliamo della grandiosa installazione d’arte pubblica “Cristallo di Luce” creata dall’artista torinese Diego Scroppo e curata dall’Associazione “The Sharing”, nata a Torino nel 2003 da un’originale idea di Chiara Garibaldi e oggi punto di riferimento internazionale per la creazione di contenuti artistici legati all’arte digitale. L’opera di Scroppo verrà presentata ufficialmente, alla presenza delle Istituzioni e dei sostenitori del progetto, giovedì 13 febbraio , alle 18, presso l’“Envi Park” (via Livorno, 60), il “Parco Tecnologico” di Torino, che diverrà la sua sede permanente e casa ideale, in quanto luogo della città dove, da oltre vent’anni, si lavora per supportare “Pubbliche Amministrazioni” e imprese nei loro percorsi di sostenibilità ed innovazione culturale. Non solo. “Cristallo di Luce” entrerà, infatti, a pieno titolo, a fare parte della sezione “Luminarie” della rassegna torinese “Luci d’Artista”, consolidando, ancora una volta, lo stretto legame tra “arte contemporanea” e “sostenibilità urbana”. L’appuntamento rientra nel progetto “Accademia della Luce”, un percorso di iniziative e attività che integrano e accompagnano le “installazioni luminose” sul territorio cittadino sin dal 2018, sottolineando quanto la comunione tra il Cristallo” e “Luci d’Artista” avvenga pienamente all’insegna dell’intento condiviso dalla Città e da “The Sharing” di “mettere sempre di più le opere d’arte in diretta relazione con gli spazi cittadini e i propri abitanti”. Afferma lo stesso Scroppo: “Parte della mia arte è stata privatizzata, tolta al pubblico. Ma l’arte deve sempre essere pubblica; paradossalmente non appartiene nemmeno all’autore”. L’arte, dunque, come “gesto condiviso”. E sempre prodotto sotto il segno della più ampia “sostenibilità”.

Dotata di “tecnologia fotovoltaica”, “Cristallo di Luce”, nello specifico, ha infatti una profonda “anima sostenibile”: è in grado di autoalimentarsi e di generare energia, fornendo circa 900 kWh all’anno, sufficienti per ricaricare in una giornata 4 e-bike, 45 laptop a ricarica completa e 200 smartphone. Con questo progetto, “The Sharing” incontra alcuni importanti punti del Sustainable Development Goals (SDG-ONU): il miglioramento dell’efficienza globale nel consumo di risorse e nel tentare di scollegare la crescita economica dalla degradazione ambientale, la riduzione entro il 2030 dell’impatto ambientale negativo pro-capite delle città e l’implementazione di strumenti per lo sviluppo sostenibile del turismo.

Dopo gli studi alla torinese “Accademia Albertina di Belle Arti”, Scroppo, validissimo erede di una ben solida “tradizione monumentale”, mantiene un modo singolare di “fare arte” attraverso “uno stile – si è scritto – modernissino e arcaico al tempo stesso, al pari delle forme che immagina e dei materiali che usa”. Sono visioni che l’artista elabora, imponendosi di osservare il “reale” senza mai restarne del tutto soggiogato; le sue “creature” volano alto, portandoci non poche volte al confronto con certe atmosfere onirico – surrealiste in cui d’improvviso “cose” e “oggetti” si fanno originale pretesto alla messa in piena libertà di sogni, memorie ed emozioni che faticano a rapportarsi con la stessa monumentalità dei progetti. Per la realizzazione del suo Cristallo di Luce”, Scroppo si è ispirato agli antichi obelischi egizi, richiamando la loro “funzione simbolica e spirituale”. Con i suoi sette metri di altezza, “il ‘Cristallo’ incarna un dialogo tra luce e ombra, tradizione e innovazione, rappresentando un microcosmo delle tensioni e delle bellezze del nostro pianeta”. La base, che riproduce l’ombra tridimensionale del monolite, ospita i pannelli fotovoltaici, creando un “paradosso visivo”: è, infatti, nell’oscurità che la luce viene catturata e trasformata in energia.

Dopo la presentazione ufficiale dell’opera, la serata del prossimo giovedì 13 febbraio, sarà arricchita dalla “performance sonora” interattiva Suoni nella luce”ideata da “Diego Scroppo e Sintetica” e curata da “The Sharing”, che permetterà al pubblico di interagire appieno con l’opera.

Per infowww.toshareproject.it

g.m.

Nelle foto: “Cristallo di Luce” e Diego Scroppo