ilTorinese

Degustare il territorio (in musica) all’enoteca dell’Albugnano

IL SECONDO APPUNTAMENTO CON “SENSUM”:

MUSICA E VINO ALL’ENOTECA REGIONALE DELL’ALBUGNANO

Sabato 26 novembre a partire dalle 17, la quindicesima Enoteca Regionale del Piemonte ospita un nuovo appuntamento per gustare alcuni dei vini simbolo del territorio a “suon di musica”, romanticamente affacciati sul “Balcone del Monferrato”

 

Dopo il successo dello scorso ottobre, all’Enoteca Regionale dell’Albugnano (Via Roma 9 ad Albugnano in provincia di Asti) torna Sensum, una degustazione guidata a ritmo di musica.

L’appuntamento è per Sabato 26 novembre, a partire dalle 17.

Durante la serata sarà possibile assaporare cinque diverse etichette dei vini del territorio, bianchi e spumanti locali, il Freisa, l’Albugnano e la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, accompagnati da altrettanti brani musicali proposti dal Trio Quodlibet, un giovane ma già affermato gruppo torinese, con la partecipazione della flautista piemontese Rebecca Viora.

Attraverso le note di Vivaldi e Dvořák, Beethoven e Mozart, un viaggio multisensoriale per stimolare tutti i sensi, dal gusto alla vista, dall’olfatto all’udito, affacciati sul Balcone del Monferrato per godersi un panorama unico.

Il costo per partecipare a “SENSUM” è di 20 euro.

A seguire, chi fosse interessato potrà gustarsi un aperitivo a base di prodotti tipici locali e vini del territorio al costo aggiuntivo di 12 euro.

La prenotazione è obbligatoria contattando il numero 333.6269361 o scrivendo
all’indirizzo

Dopo questo secondo appuntamento con SENSUM, l’Enoteca Regionale dell’Albugnano tornerà protagonista il 3 dicembre con l’inaugurazione della mostra dell’artista Mario Saini dal titolo “dipinti non solo dipinti”, che sarà esposta fino al 30 dicembre, creando un intrigante connubio tra vino e arte.

Queste iniziative rientrano nel progetto dell’Enoteca Regionale dell’Albugnano, volto a promuovere le numerose tipicità enogastronomiche di un territorio ricco di tesori, compreso tra la Collina Torinese e il Nord Astigiano, e a creare interessanti collaborazioni all’insegna dell’arte e della cultura. Inaugurata lo scorso maggio, l’Enoteca non è solo un punto di riferimento enogastronomico ma è anche un punto di partenza informativo e turistico per andare ad esplorare i tesori artistici e culturali del “romanico”, a cominciare dalla vicina magnifica Abbazia di Vezzolano.

 

 

Enoteca Regionale dell’Albugnano

Via Roma, 9 – 14022 Albugnano (AT)

enotecalbugnano@gmail.com

Popolari, si è aperta una nuova fase politica

In attesa che le numerosissime correnti del Pd si riposizionano in vista della scelta del futuro segretario del partito, assistiamo ad una gamma di divertenti contraddizioni su cui è bene stendere solo un velo pietoso. Un dato su tutti: i due principali candidati alla segreteria del partito – il Presidente e il Vice Presidente della Regione Emilia Romagna – sono entrambi radicalmente “contro le correnti” e, al contempo, tutti i capi correnti e le svariate bande interne del partito sono impegnate di giorno e di notte per decidere su quale candidato orientarsi. E questo perchè, per chi lo avesse dimenticato, il Pd è e sarà un partito imperniato rigorosamente e scientificamente attorno a correnti e gruppi sufficientemente definiti e ben recintati. Chi dice il contrario, a cominciare dai candidati alla segreteria, sa di dire una plateale falsità ed una oggettiva e quasi plastica ipocrisia.

Detto questo, però, è del tutto evidente che ci sono alcune culture politiche storiche che in quel partito ormai sono del tutto evaporate e non hanno più alcun ruolo se non quello di essere presenti e visibili nel momento in cui le varie correnti si spartiscono le candidature nei vari livelli istituzionali. Un dato, questo, che è talmente evidente che non richiede neanche di essere ulteriormente approfondito e commentato.
Ora, per tornare al tema centrale, è abbastanza chiaro che l’area culturale Popolare e cattolico sociale, la stessa tradizione ideale del cattolicesimo politico italiano non hanno più alcun ruolo all’interno di un partito che era decollato per far convergere le migliori culture riformiste e costituzionali in un unico progetto politico. Fallito quel progetto, come ammette la stessa maggioranza dei “fondatori” di quel partito nato nel lontano 2007, è abbastanza chiaro che, per fermarsi all’area Popolare e cattolico sociale, è giunto il momento di intraprendere un nuovo cammino. Una nuova avventura.
E, al riguardo, sono almeno 2 gli elementi costitutivi di questa nuova, ed ennesima, “ripartenza”.
Innanzitutto è necessaria l’unità più ampia possibile dell’area e del mondo Popolare. Almeno di tutti coloro che non rinunciano a giocare un ruolo attivo e protagonistico nella geografia politica italiana. E cioè, quel mondo Popolare presente soprattutto a livello periferico e nelle migliaia di amministrazioni comunali che richiede, oggi più che mai, di una nuova e credibile rappresentanza politica, culturale ed organizzativa. Uno spazio politico che esiste nel nostro paese e che non va più banalmente strumentalizzato o irresponsabilmente emarginato. Per questo è utile un salto di qualità e una nuova assunzione di responsabilità di chi continua a riconoscersi nel filone popolare e cattolico sociale.
In secondo luogo, questa cultura politica può e deve giocare un ruolo attivo e fecondo nell’area politica di un Centro riformista, moderno, innovativo e di governo. Uno spazio politico che oggi è rivendicato da alcuni partiti che, però, difettano di alcuni limiti all’origine. O perchè si tratta di partiti prevalentemente personali e che non riescono, di conseguenza, a dispiegare sino in fondo la pluralità culturale che necessita un Centro autenticamente moderno e ampio o perchè, al contrario, si tratta di forze che sono del tutto marginali se non addirittura irrilevanti ai fini del progetto politico che si vuol perseguire.
Due condizioni che adesso richiedono, anche per il nostro mondo culturale e politico, di aprire una nuova pagina. Perchè, semplicemente, si è aperta una nuova fase politica. Chi pensa di attardarsi sul passato, sui partiti del passato e sulle formule organizzative del passato si avvia inesorabilmente verso un triste ed irreversibile declino. E questo lo si deve fare, comunque sia, con amicizia e senza alcuna polemica personale o di gruppo.

Giorgio Merlo

Cantieri scuola nei beni confiscati Protocollo d’intesa

Tra Città e F.S.C. Torino

La Città di Torino e F.S.C. Torino (Formazione, Scuola, Sicurezza), hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la promozione e la creazione di opportunità ed esperienze formative dirette a favorire lo sviluppo delle conoscenze e delle capacità tecniche degli allievi del corso per Operatore Edile realizzato da F.S.C. Torino al fine di agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro.

Il Protocollo dà così l’avvio ad un progetto pilota che prevede la realizzazione presso gli immobili confiscati di “cantieri scuola” per piccoli interventi di manutenzione ordinaria e il rinnovo di finiture. Il primo cantiere scuola sarà realizzato in un appartamento sito in corso Lecce di circa 130 metri quadrati che diventerà una casa per giovani stranieri in cammino per iniziare la vita autonoma. Il cantiere impegnerà inizialmente 8 ragazzi e successivamente, a rotazione altri 20, di età compresa tra 14 e i 18 anni. L’iniziativa si potrà estendere anche ad altri beni confiscati.

La Città di Torino, infatti, è assegnataria di 15 unità immobiliari ubicate sul proprio territorio confiscate alla criminalità organizzata e intende promuovere e valorizzare questi beni per farne strumenti di promozione, crescita e rafforzamento della cultura della legalità, della giustizia sociale e della solidarietà, nonché di offerta di nuove opportunità di sviluppo economico e culturale, attraverso la trasformazione dei beni confiscati in luoghi di crescita personale e aggregazione della cittadinanza.

L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) ha assegnato alla Città nel mese di agosto un immobile di circa 85 mq in via Bardonecchia e, a inizio novembre, un grande immobile di circa 1000 mq nei pressi di via Lanzo noto come Castelletto di Bramafame.

Per altri immobili è già in corso l’iter amministrativo necessario all’acquisizione.

F.S.C. Torino è l’Ente bilaterale del Settore edile di Torino che si occupa della formazione e addestramento di ragazzi con licenza media.

Nel Protocollo è inoltre previsto l’inserimento nella programmazione didattica di un modulo formativo di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva rivolto agli allievi impegnati nei “cantieri scuola” finalizzato a valorizzare il significato e la ricaduta sociale delle attività svolte dagli studenti nell’ambito del ripristino di un bene confiscato alla criminalità.

Il protocollo avrà validità ed efficacia fino al 31 dicembre 2024.

La vicesindaca Michela Favaro, con delega alla Legalità: “un bene confiscato e recuperato è una ferita rimarginata nella Città. Attraverso la destinazione ad uso sociale dei beni contribuiamo a rinforzare il rapporto di fiducia con i cittadini che vedono ripristinata la legalità e possono godere di nuovi servizi a loro dedicati. Attraverso il Protocollo coinvolgiamo in questo percorso anche ragazzi e cittadini in formazione della scuola edile. Li rendiamo protagonisti e reali artefici di un pezzo di bene comune di cui sono certa si sentiranno orgogliosi e responsabili anche in futuro”.

L’assessora Gianna Pentenero: “Restituire un luogo alla città dopo averlo sottratto alla criminalità organizzata è già una vittoria delle istituzioni. Usare questo luogo per la formazione e la crescita di ragazze e ragazzi, garantisce un futuro a quel luogo e rappresenta un arricchimento per tutta la comunità. Sarà bello pensare che il sapere e il saper fare saranno elementi nella formazione degli studenti e delle studentesse, ma apprendere in questo nuovo spazio renderà loro dei professionisti migliori e dei cittadini e della cittadine migliori“.

Il presidente di FSC Torino Massimo Maccagno “Gli studenti della nostra scuola, durante le ore di lezione del corso per operatore edile, svolgono molte ore di pratica in cantieri simulati, ma questa volta potranno occuparsi di manutenzione e ristrutturazione vera nell’ambito di un progetto importante e di grande impatto sociale e civile.

La nostra partecipazione al progetto è strettamente legata con la funzione educativa del nostro Ente di formazione professionale. Per noi, l’attività di formazione professionale è da sempre strettamente connessa con i principi del rispetto della legge attraverso l’educazione alla legalità; una pratica che consente di formare futuri lavoratori-cittadini capaci di rispetto, responsabilità nei confronti del prossimo e della comunità.”

Monologo di donna con…

venerdì 25 novembre – in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne – alle ore 21,00 andrà in scena al Teatro Magnetti di Ciriè (via Cavour 28), l’anteprima del nuovo spettacolo di Giulia Cerruti, Monologo di donna con…

Un assaggio di stand-up comedy scritto da una donna con un desiderio di maternità parecchio ingombrante.
“Ci sono alcune trentenni che percepiscono che i parenti ai pranzi di famiglia cominciano a guardarle come si guarda un panetto di stracchino in scadenza” commenta la Cerruti, artista che si è distinta come autrice e attrice in numerosi festival e concorsi nazionali.
Un simpatico affresco di delusioni d’amore raccontate con cinico sarcasmo, ma anche una riflessione su alcune aspettative sociali nei confronti delle detentrici di due cromosomi X.

Teatro al Femminile ha deciso di celebrare così il 25 novembre, valorizzando come sempre la forza delle donne ed evidenziandone l’ironia e la potenza.
“Troppo spesso vediamo passare un messaggio erroneo e distorto: una donna vittima di violenza e/o discriminazione, è una donna debole. Non è così – afferma Virginia Risso, direttrice artistica di Teatro al Femminile – La discriminazione diventa più forte quando noi, come società e come cultura, glielo permettiamo”.

Monologo di donna con…
di e con Giulia Cerruti
venerdì 25 novembre ore 21,00
Teatro Magnetti (via Cavour 28, Ciriè TO)

Costo della serata € 12,00
Prenotazione obbligatoria: teatroalfemminile@gmail.com

Con Conad Nord Ovest mille nuove alberi a Torino

Conad Nord Ovest ha svolto un’iniziativa concreta di tutela ambientale attraverso la piantagione di 1.000 alberi nel comune di Torino, settima tappa del progetto “Forestiamo insieme l’Italia”.

 

L’iniziativa “Forestiamo insieme l’Italia” è promossa dal Consorzio Nazionale Conad in occasione del sessantesimo anniversario dalla sua fondazione.

 

Conad Nord Ovest partecipa attivamente all’iniziativa “Forestiamo insieme l’Italia” attraverso un progetto di tutela ambientale nel comune di Torino, in collaborazione con Rete Clima, ente non profit che promuove azioni di Corporate Social Responsibility (CSR), di sostenibilità e di decarbonizzazione.

L’area oggetto della forestazione è il Parco Pietro Colletta, un parco periurbano della città di Torino di quasi 500.000 metri quadri. Il parco attuale è stato realizzato alla fine degli anni ottanta, recuperando una vasta area abbandonata e molto degradata. Il parco oggi copre la zona lungo il corso occidentale del fiume Po, tra la confluenza della Dora Riparia, a sud, e della Stura di Lanzo, a nord, dove inoltre confina con il parco della Confluenza.

La forestazione delle 1.000 specie avrà luogo in un grande prato, che ospiterà specie tipiche del querco-carpineto planizale, la formazione forestale della pianura pre-collinare. Tra gli esemplari arborei la farnia, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore, il pioppo, mentre tra gli arbusti la rosa canina, il ligustro, il corniolo, il biancospino. Ad assistere all’attività di piantagione Gianmichele Cirulli, responsabile unità operativa alberate della Città di Torino.

 

“È con piacere che, dopo le tappe di Aosta e Roma, Conad Nord Ovest, insieme a Rete Clima, continua il suo impegno anche a Torino. – Afferma Adamo Ascari, Amministratore delegato di Conad Nord Ovest – Sono per noi da sempre obiettivi importanti, quelli di tutelare la naturalità del territorio locale e la diffusione di una cultura sostenibile. Poter contribuire a rinaturalizzare il territorio italiano, grazie all’impegno di tutta la Cooperativa, col coinvolgimento diretto di Soci e collaboratori, ci fa sentire ancora di più parte del grande progetto, Sosteniamo il Futuro Conad, per noi così importante.”

 

“Siamo orgogliosi di poter fare questo bellissimo regalo al nostro territorio. Una dimostrazione concreta del nostro impegno per la crescita e il benessere della Comunità in cui operiamo. Noi Soci per primi conosciamo infatti molto bene l’importanza di ogni azione quotidiana per il domani e per questo vogliamo fare la nostra parte partecipando a questo progetto virtuoso. – Afferma Stefano Giallombardo Socio e Consigliere di Amministrazione Conad Nord Ovest, insieme ai Soci del territorio – Naturalmente ci preme ringraziare tutti i nostri clienti che hanno partecipato attivamente all’iniziativa presso i nostri punti di vendita contribuendo in maniera diretta ed efficace a questo progetto, attraverso l’acquisto di prodotti a marchio Conad. Poter prendere parte a questa iniziativa direttamente, con le nostre mani, è per noi motivo di grande orgoglio e senso di responsabilità.”

 

Francesco Tresso, Assessore al Verde della Città di Torino ha commentato: “Ringrazio Conad e tutti i suoi clienti per questa importante iniziativa, attraverso cui verranno messi a dimora 1000 alberi nel Parco Colletta, una delle aree verdi fluviali presenti in città. Interventi come questo sono un vero e proprio investimento sul futuro dei centri urbani. I servizi ecosistemici generati dalle foreste urbane, infatti, hanno importanti benefici per l’ambiente e la salute dei cittadini, mitigando l’inquinamento atmosferico, contrastando gli effetti dei cambiamenti climatici e contribuendo a mantenere e ad aumentare la biodiversità.”

 

“Le attività di forestazione Rete Clima – afferma Andrea Pellegatta, co-fondatore e responsabile dei progetti forestali di Rete Clima – prevedono la piantagione e la cura post impianto di piante autoctone, appartenenti a diverse specie arboree ed arbustive, tipiche dell’Ecoregione della Pianura Padana. Le piante sono coltivate nei vivai locali perché lo scopo dei progetti è anche quello di valorizzare la filiera florovivaistica italiana. Tutte le piante sono inoltre accompagnate da Passaporto fitosanitario, che garantisce il controllo, la tracciabilità e l’assenza di malattie, la cui diffusione potrebbe causare gravi danni economici ed ambientali”, conclude Pellegatta.

L’iniziativa “Forestiamo insieme l’Italia” è parte della campagna “Foresta Italia”, patrocinata dal Ministero della Transizione Ecologica e dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e prevede entro il 2023 la piantagione di 20.000 alberi su tutto il territorio nazionale – mille in ciascuna regione – grazie al prezioso aiuto delle Cooperative, dei Soci e dei clienti i quali hanno partecipato alla campagna di forestazione nei punti vendita lungo tutto il territorio nazionale attraverso l’acquisto di prodotti a marchio Conad.

Le attività di forestazione rientrano nella strategia concreta di sostenibilità di Conad “Sosteniamo il Futuro”, basata su tre dimensioni: Ambiente e Risorse, Persone e Comunità, Imprese e Territorio.

Conad Nord Ovest – Conad Nord Ovest è una delle maggiori imprese italiane della distribuzione associata, con un giro di affari di 4,35 miliardi di euro. I territori in cui opera con 381 soci imprenditori e oltre 18 mila addetti sono Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna (province di Modena, Bologna e Ferrara), Toscana, Lazio (province di Roma, Viterbo), Lombardia (provincia di Mantova) e Sardegna. Conad Nord Ovest conta 600 punti di vendita, in cui sono presenti tutti gli attuali format distributivi.

 

Rete Clima I.S. – ente non profit, da oltre 10 anni realizza progetti di nuova forestazione urbana nazionale, con finalità di rinaturalizzazione territoriale e come strategia di concreta attuazione della responsabilità ambientale delle Aziende. Questi progetti forestali, che prevedono la piantagione e la cura post impianto di alberi in Italia, generano molteplici benefici a livello ambientale, climatico, sociale e di salute pubblica.

 

Prevenire e difendersi dalla violenza digitale di genere

Nel corso della propria vita, secondo l’Istituto nazionale di statistica,  il 6,8% delle donne ha avuto proposte inappropriate o commenti osceni o maligni sul proprio conto attraverso i social network e all’1,5% è capitato che qualcuno si sia sostituito per inviare messaggi imbarazzanti o minacciosi o offensivi verso altre persone. La diffusione delle molestie che avvengono per mezzo della rete è in aumento, coerentemente con il maggiore uso dei social network negli anni più recenti. Più del 44% delle molestie sui social si è ripetuto più volte nel caso di vittime donne.

Su 42.143 post e tweet analizzati da Amnesty International, nel rapporto “Il barometro dell’odio 2020 –Sessismo da tastiera”,  più di 1 su 10 (14%) è offensivo, discriminatorio o hate speech. Guardando ai soli casi di hate speech, se ne trovano quasi 1 su 100 (0,7%). Il 25,6% dei commenti offensivi e discriminatori riguarda in particolare il tema donne e i diritti di genere; il 23,2% sono messaggi sessisti. Secondo un rapporto pubblicato da Women’s Aid, il 45% delle vittime di violenza domestica ha subito una qualche forma di abuso online, mentre il 48% è stato oggetto di molestie o abusi online dopo la fine di una relazione. Nel 2019 è stato rilevato un aumento mondiale del 67% annuo dell’utilizzo di programmi di monitoraggio su dispositivi mobili. I paesi europei più colpiti sono Germania, Italia e Francia.

 

Interventi:

“Come Consiglio regionale –  ha esordito in aula il presidente Stefano Allasia  – non intendiamo sottrarci all’impegno a cui ci richiamano gli esperti del Consiglio d’Europa. Il rapido sviluppo delle tecnologie ha moltiplicato le occasioni di violenza contro donne e ragazze, esponendole a maggiori rischi di abuso.Quattro sono i pilastri su cui il Consiglio d’Europa, attraverso la Convenzione di Istanbul, ci invita ad intraprendere azioni concrete: prevenzione, protezione, azione penale e politiche coordinate. Alle istituzioni come il Consiglio regionale il compito di continuare con convinzione il lavoro fondamentale che da tempo stiamo portando avanti con gli istituti scolastici e le giovani generazioni, anche con l’aiuto delle famiglie: alfabetizzazione digitale e della sicurezza online a tutti i livelli di istruzione; uso consapevole dei social network; educazione di genere e lotta al sessismo”.

Per Sara Zambaia, vice presidente del Comitato diritti umani e civili della Regione Piemonte  “ciò che emerge e colpisce  è la vasta tipologia di violenze. Oggi la violenza psicologica è riconosciuta al pari della violenza fisicia ma più difficile da dimostrare e far recepire. Dobbiamo contribuire a creare coscienza, partendo proprio dai più giovani. La Propensione al digitale e alla rete va controllata e monitorata  affinchè non sfoci in cyberviolenza.

Giampiero Leo, vice presidente del Comitato diritti umani e civili della Regione Piemonte  riprendendo una famosa citazione di un film ha dichiarato: ” da grandi poteri nascono grandi responsabilità”. Purtroppo non è sempre così. Internet, il digitale danno alle persone “cattive” un potere enorme di offendere, colpire, ferire senza neanche correre il rischio di “metterci la faccia”. Dunque è giusto intelligente e opportuno organizzare un convegno come questo, per affrontare il problema, nonché le possibili soluzioni, da ogni punto di vista.

Secondo Ornella Toselli, presidente Consulta femminile regionale “anche il legislatore deve rincorrere le repentine evoluzioni del digitale. I reati aumentano e si diversificano a seconda delle piattaforme. Prezioso in questo senso il contributo delle forze dell’ordine e del mondo dell’associazionismo”.

Fabiola Silvestri, dirigente Polizia Postale e delle Comunicazioni di Piemonte e Valle d’Aosta- “La presenza continua e permanente degli strumenti digitali nella nostra vita, rende alcuni fenomeni criminali, più  insidiosi e di maggiore lesività esponendo le vittime a rischi occulti che possono trasformarsi in lesioni gravi della sfera giuridica e personale delle vittime. Basti pensare all’enorme portata lesiva del revenge porn o peggio di aggressioni protese nel tempo come il cyber stalking. Esiste una sofferenza per così dire sommersa fatta di paure, ansia, apprensione per la propria reputazione, timore per la propria incolumità o ancora violazione dell’intimità. “

Barbara De Toma, Dirigente Divisione anticrimine Polizia di Stato – segnala che sono tre i tipi di ammonimento del Questore. Quasi sconosciuto quello per cyberbullismo, anche se introdotto nel 2017 (Questura Torino solo 7 da allora), servirebbe maggior conoscenza tra i giovani anche con contributo della scuola. L’ammonimento per stalking introdotto nel 2009, insieme al delitto per stalking richiede necessaria istanza della persona offesa, quindi è meno diffuso di quello per violenza domestica, introdotto dal 2013 e che può essere adottato d’ufficio. Nel 2022, la Questura di Torino ha accolto  42 ammonimenti per stalking nei confronti di 31 uomini e 11 donne. Recidiva per i casi di stalking (9 per cento), 6 per la violenza domestica”.

Secondo Manuela Monti, Centro studi di informatica giuridica (CSIG), Ivrea, “l’odio in rete colpisce spesso donne che ricoprono posizioni di potere, discorso aggressivo amplificato da canali comunicazione. Ansia nelle vittime nasce anceh dal fatto che gli autori di hate speech sono spesso nascosti”.

Per Elena Ferrara, Comitato regionale Diritti Umani e Civili “I ragazzi dicono che il cyberbullismo è una delle forme più gravi della violenza in rete. Nel 2018 l’Istituto di Sanità ha rilevato che la maggior parte dei ragazzi pensa che i compagni di classe siano gentili e disponibili, ma le ragazze sono quelle che sentono meno questo ambiente favorevole. Ci sono però dei campanelli di allarme, perché c’è una fascia consistente che non la pensa così. Secondo la piattaforma Elisa l’8% degli intervistati ha subito episodi di cyberbullismo e sono soprattutto le ragazze a sentirsi più minacciate. Le prevaricazioni viaggiano soprattutto in rete, con una crescita nel periodo postpandemico nelle scuole secondarie di secondo grado e nelle agenzie formative.
I dati ci dicono che il referente cyberbullismo previsto dalla legge 71/2017 è poco conosciuto, così come la legge stessa.

Pierangela Peila Castellani, Direttivo Telefono Rosa Piemonte, La violenza digitale annienta ogni tipo di relazione, colpisce la donna nella sua stessa modalità di essere persona. L’anonimato, in una prima fase, destruttura la donna che però oggi sta trovando degli strumenti per reagire in una seconda fase. I sentimenti maggiori che sono emersi durante i confronti sono la paura e l’angoscia, la relazione diventa pubblica e la persona con cui si sono condivisi dei sentimenti diventa un nemico. La donna prova un senso di vergogna e di colpa per questo tipo di violenza che mette in pubblico fatti personali, a cui si uniscono sfiducia e senso di impotenza. È possibile uscire dal trauma quando emerge il desiderio di reagire e di chiedere aiuto all’autorità pubblica e ai centri specializzati come il nostro”.

Per Giovanna Perino, Istituto ricerche economico sociali del Piemonte (IRES) “L’indice sull’uguaglianza di genere assegnato all’Italia nel 2021, pari a 63,8 su 100, ci colloca al 14mo posto tra i 27 Stati UE con 4,2 punti sotto la media. Quello della violenza contro le donne è un fenomeno di difficile misurazione perché in larga parte sommerso, ma dagli approfondimenti effettuati su diverse fonti informative è possibile delinearne le caratteristiche in vari contesti, tra cui quello digitale, di cui si rilevano minacce e al contempo opportunità per la prevenzione e il contrasto. Fondamentale, a questo riguardo, per acquisire gli elementi utili alla definizione di politiche mirate, sono le attività di rilevazione, analisi, monitoraggio e valutazione dei dati, con una metodologia comune a livello europeo”.

 

Il Piccolo Principe al teatro Colosseo

«L’essenziale è invisibile agli occhi» 

 

A 80 ANNI DALLA SUA PRIMA PUBBLICAZIONE

 

DOPO ESSERE STATO TRADOTTO IN OLTRE 500 LINGUE 

E AVER VENDUTO PIÚ DI 200 MILIONI DI COPIE IN TUTTO IL MONDO

 

ARRIVA A TEATRO NEL 2023

LA STORIA PIÚ LETTA E AMATA DI TUTTI I TEMPI

IL PICCOLO PRINCIPE

di Antoine de Saint-Exupéry

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LO SPETTACOLO ANDRÁ IN SCENA A 

ROMA (Teatro Sistina) 

da mercoledì 1 a domenica 12 febbraio 2023

BOLOGNA (Teatro Celebrazioni) 

da giovedì 16 a domenica 19 febbraio 2023

TORINO (Teatro Colosseo) 

da giovedì 23 a domenica 26 febbraio 2023

FIRENZE (Tuscany Hall) 

da giovedì 2 a domenica 5 marzo 2023

MILANO (Teatro Repower) 

da giovedì 23 marzo a domenica 2 aprile 2023

PARIGI | FRANCIA TOURNÉE 

novembre – dicembre 2023

 

Le prevendite sono disponibili su TicketOne Il Sistina

 

Nel 2023, a 80 anni dalla pubblicazione, arriva a teatro “IL PICCOLO PRINCIPE” di Antoine de Saint-Exupéry, la storia più letta e amata di tutti i tempi. Lo spettacolo teatrale, diretto da Stefano Genovese e prodotto da Razmataz Livedebutterà mercoledì 1° febbraio a Roma, presso il Teatro Sistina, e sarà in tour in Italia per tutta la prima parte dell’anno, per poi approdare in Francia il prossimo autunno e ad AmsterdamBerlinoDublinoLisbona Madrid nel 2024.

“IL PICCOLO PRINCIPE” è la storia che tutti conoscono ma nessuno ricorda, quasi a provare che quanto dice il suo autore corrisponde a verità: gli adulti non pensano mai alle cose veramente importanti. E quali sono queste cose? Quelle che ci insegnano da piccoli e che dimentichiamo una volta diventati grandi. Spetta proprio al Piccolo Principe, eterno bambino, rinfrescarci la memoria.

 

«Tutti gli adulti sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano»

Pubblicato nel 1943, “IL PICCOLO PRINCIPE” è un racconto senza tempo, che ha incantato grandi e piccini per generazioni. È il libro più tradotto dopo la Bibbia (oltre 500 lingue e dialetti) e ha venduto più di 200 milioni di copie in tutto il mondo (19 milioni solo in Italia), tanto da meritarsi di essere inserito da “Le Monde” tra i migliori libri del XX secolo. Un’opera fortemente trans-mediale, che negli anni è stata adattata e declinata in innumerevoli forme, dai fumetti, ai film, dalle serie animate al balletto.

Lo show firmato Razmataz Live è una rappresentazione unica nel suo genere, che si snoda attraverso gli innumerevoli linguaggi che la narrazione, la musica, il canto, la scenografia e, più in generale, la performance offrono. In equilibrio tra prosa, musical, arte circense e installazione, ogni significato, ogni personaggio, ogni snodo della vicenda attinge al codice più adatto ad arrivare allo spettatore. «Ciascuna scena non si ferma agli occhi o alle orecchie o all’olfatto» – racconta il regista Stefano Genovese – «Quelli sono solo porte sensoriali per arrivare alla destinazione finale: il cuore di ogni spettatore».

Fedele allo stile dell’opera originale, nel mettere in scena “IL PICCOLO PRINCIPE” Stefano Genovese ha deciso di non lasciare alle parole il ruolo centrale, ma di affidare il racconto all’immaginazione, traducendolo in un’esperienza spettacolistica evocativa che solo il teatro, per sua stessa natura, è in grado di restituire.

Le verità sono semplici e diventano assolute proprio in virtù della loro essenzialità. Le immagini – come sosteneva lo stesso Antoine de Saint-Exupéry – aiutano a non dimenticare, a rendere reale ciò che, se fosse solo raccontato, non sarebbe creduto. Un pensiero molto attuale, estremamente all’avanguardia in un’epoca in cui ancora la fotografia era agli albori, quasi a predire l’importanza che essa, un secolo dopo, avrebbe iniziato ad avere nelle vite di ciascuno di noi.

“IL PICCOLO PRINCIPE” vanta un cast creativo di primordine: Stefano Genovese (Adattamento e Regia), Carmelo Giammello (Scene), Paolo Silvestri (Direzione e arrangiamenti musicali) e Guido Fiorato (Costumi). Uno spettacolo imperdibile, pronto a incantare il pubblico di tutte le età, che non appena annunciato ha attirato su di sé grandissima attenzione, tanto da raccogliere, per i casting svolti tra Roma e Milano, oltre 1650 richieste e curricula, 380 dei quali di bambini.

Le prevendite sono disponibili su TicketOne Il Sistina.

 

L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti al di fuori dei circuiti di biglietteria autorizzati e non indicati nei propri comunicati ufficiali.

 

 

CALENDARIO TOURNÉE

ROMA (Teatro Sistina) 

da mercoledì 1 a domenica 12 febbraio 2023

BOLOGNA (Teatro Celebrazioni) 

da giovedì 16 a domenica 19 febbraio 2023

TORINO (Teatro Colosseo) 

da giovedì 23 a domenica 26 febbraio 2023

FIRENZE (Tuscany Hall) 

da giovedì 2 a domenica 5 marzo 2023

MILANO (Teatro Repower) 

da giovedì 23 marzo a domenica 2 aprile 2023

PARIGI | FRANCIA TOURNÉE 

novembre – dicembre 2023

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Successo per la donazione straordinaria di sangue promossa da Sol.Id Onlus e Avis

Ieri  mattina i volontari della Onlus Solid hanno effettuato una donazione di sangue straordinaria in collaborazione con l’Avis di Torino. L’autoemoteca è stata posizionata nel quartiere Crocetta di Torino nei pressi del rinomato mercato cittadino.

La Onlus spiega in una nota: “la donazione è stata un successo grazie alle donazioni di alcuni volontari e di buona parte della cittadinanza sensibilizzata, nei giorni scorsi, tramite l’affissione di locandine promuoventi l’evento di solidarietà.”

“L’impegno che ci siamo presi per il futuro – ha concluso Solid – è quello di fissare due donazioni straordinarie all’anno per dare il nostro contributo e sensibilizzare i torinesi verso una cosa importante come la donazione di sangue. Perché ‘io ho quel che ho donato’ “.

“Io e Giorgio”, la storia intensa di Faletti raccontata dalla moglie

IL LIBRO DI VERONICA IANNOTTI: “IO E GIORGIO” LA BIOGRAFIA DI ROBERTA BELLESINI FALETTI

Roberta Bellesini racconta la sua vita e il marito Giorgio Faletti

Si intitola “Io e Giorgio” il nuovo libro della giornalista e scrittrice Veronica Iannotti, edito da Real Press. La biografia di Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti, che racconta della sua vita insieme al marito.
La Iannotti racconta la storia intensa di una donna lontana dalle luci dei riflettori e di un artista amatissimo, poliedrico e geniale, rimasto immortale nel cuore di chi lo ha conosciuto e seguito. La vita di Roberta e Giorgio narrata attraverso gli occhi di una moglie che del marito raccoglie e prosegue i progetti, diventandone l’eredità artistica e personale.
Roberta parte dagli albori della sua giovinezza per arrivare all’incontro con Giorgio, alla loro vita insieme, ai retroscena, raccontando ciò che si cela dietro al personaggio. Gioie e difficoltà di una vita vissuta pienamente e appassionatamente, per un uomo mancato troppo presto e una donna che dovrà riscoprire se stessa molteplici volte, per rinascere a nuova vita. Un percorso costellato da grandi successi, momenti bui e profonda ironia.

“Io e Giorgio” è il primo volume di una collana intitolata “Il canto delle cicale”, un insieme di biografie dedicate a raccontare storie di donne, attraverso le quali affacciarsi su tanti, diversi mondi – spiega l’autrice Iannotti – Questo, è un progetto a cui tengo moltissimo e a cui penso da diversi anni. Sono felice di avergli dato vita e continuerà attraverso molte altre storie, sto già lavorando alla prossima dedicata ad un personaggio noto al grande pubblico”.


Questo libro persegue anche una finalità sociale, parte del suo ricavato sarà donato a sostegno di Aziende Ospedaliere del Piemonte, per i reparti di terapia intensiva neonatale e oncologia e a finanziamento di borse di studio per la ricerca oncologica.
Veronica Iannotti è giornalista e biografa monferrina. Dirige lo Studio di Servizi Editoriali Real Press sito in provincia di Alessandria, dove si occupa di pubblicazioni e comunicazione. Già giornalista televisiva, è dipendente della Camera dei Deputati, per il Gruppo Misto, Ufficio Stampa, fino al 2013. É stata Consigliere Comunale e di Unione Collinare. Dal 2016 è membro della Giuria della Stampa del Festival di Sanremo.
Il libro è prenotabile scrivendo a info@realpress.it Per info: www.realpress.it

 

(Nella foto, da sinistra, Roberta Bellesini e Veronica Iannotti)

“Essere Alice”, no alla violenza sulle donne

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si terrà “Essere Alice”, una serata a teatro dove saranno presenti diverse performance artistiche e dibattito sulla tematica, a sostegno del Progetto Alice, Educazione all’Amore 
Ospite della serata sarà la scrittrice Maria Dell’Anno, autrice di molte opere sul tema del femminicidio. In particolare nel suo ultimo libro “El modo ancor m’offende”, un capitolo è proprio dedicato alla storia di Alice.
Ma avremo anche:
– Orlando Cristiani presenterà le sue opere pittoriche a sostegno del Progetto, con la possibilità di acquistarle per beneficenza in loco.
– Irene Giannecchini, creatrice del marchio INNER QVIET, metterà a disposizioni le magliette e le felpe della sua collezione a sostegno del Progetto, con la possibilità di acquistarle per beneficenza in loco.
Saranno anche presenti la scuola di danza “L’accademia del Balletto” di Leinì e la scuola di musica “Mezzo Forte Music Academy” di Torino.
Intrattenimento musicale a cura di Danilo Ghiglieri.
Per info e prenotazioni 3395827680
 
 
E ‘l modo ancor m’offende è una raccolta di racconti dedicati a donne vittime di femminicidio, uccise da uomini che dicevano di amarle, mariti, ex mariti, fidanzati ed ex fidanzati: i racconti sono scritti in prima persona, quindi sono le stesse donne a raccontare la propria vita e la propria morte, la loro versione dei fatti. Sono donne che hanno rivendicato la propria libertà, la libertà di decidere della propria vita, la libertà di dire no, e che sono state punite per questo. Pur essendo elaborazioni narrative, i racconti si basano su un attento lavoro di ricerca di informazioni e notizie apparse sulla stampa, nelle sentenze processuali e/o riportate in altri studi, nonché in alcuni casi sulla diretta testimonianza dei familiari delle vittime personalmente contattati/e dall’autrice.
Le voci di queste undici vite spezzate ci aprono gli occhi e rispondono a domande che non possiamo evitare: Cosa pensavano queste donne della loro vita, dei loro uomini, del loro essere mogli e madri? Come hanno lottato per riacquistare una vita libera dalla violenza maschile? Chi poteva e doveva aiutarle? Cosa ha fatto per loro lo Stato di cui erano cittadine? Cosa deve cambiare nella nostra cultura e nel rapporto tra uomini e donne? E cosa può fare ciascuno e ciascuna di noi per cambiarlo?
Maria Dell’Anno è giurista, criminologa e soprattutto scrittrice. Solo quando scrive sente che sta facendo ciò per cui è nata. Da alcuni anni studia e scrive sulla violenza maschile contro le donne, dopo essersi formata in due centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna. Crede fermamente che solo un profondo cambiamento culturale potrà mettere la parola fine a questa perfida forma di violenza. Ha pubblicato i romanzi “Troppo giusto quindi sbagliato” (Ed. Le Mezzelane, 2019), “Fuori tempo” (Ed. Eretica, 2021), e i saggi “Se questo è amore. La violenza maschile contro le donne nel contesto di una relazione intima” (Ed. LuoghInteriori, 2019), “Parole e pregiudizi. Il linguaggio dei giornali italiani nei casi di femminicidio” (Ed. LuoghInteriori, 2021). Ha vinto vari premi letterari e suoi racconti sono pubblicati in antologie. Scrive articoli su NoiDonne.org e Filodiritto.com.