ilTorinese

Festa del Volontariato a Collegno

19° FESTA DEL VOLONTARIATO
dal 7 al 10 giugno P.zza Pertini – Collegno
“UN MONDO DA FAR GERMOGLIARE”
La festa del volontariato è un’occasione per le associazioni che operano nel sociale, di far conoscere i propri progetti, intrecciare rapporti con le altre realtà di volontariato creando un clima di comunità e per fare attività propria di autofinanziamento.
Ecco il programma completo.

 

Merlo: Calenda pensa ad una riedizione del PRI. Il Centro è un’altra cosa

“Diciamo a Calenda che i Popolari e i cattolici democratici sono una componente essenziale e
decisiva per dar vita ad un partito di centro. Un Centro dinamico, riformista, democratico e di
governo. Si tratta di una cultura e di una tradizione ideale che non sono marginali, o meramente
aggiuntivi, rispetto ad un progetto politico centrista e riformista. Anche perchè, e forse per
Calenda non è ancora ben chiaro, una ‘politica di centro’ in Italia non può limitarsi ad essere una
banale riedizione del partito liberale, o repubblicano o tardo azionistra. Seppur in forma
aggiornata e rivista. Quello sarebbe un partito di Centro in miniatura che configge anche con la
storia politica del nostro paese.

Giorgio Merlo, Dirigente Tempi Nuovi-Popolari uniti.

Maria Elena Romano,”Un pomeriggio per caso”: le cose accadono per un motivo

Informazione promozionale

IL ROMANZO

Elisa è una trentenne come là fuori ce ne sono tante…Piena di sogni, di energia e voglia di vivere. Ha tanti sogni e pochi cassetti in cui riporli, al punto che alcuni di essi sono stati spediti nell’angolo più remoto dell’anima, in una zona poco illuminata e fredda, posti sotto la stretta sorveglianza della Paura.


Elisa è una ragazza fragile e forte, spigliata, ma anche tanto introversa. È una di quelle persone che si perdono alla vista di un bel fiore, o un profumo sentito per caso sulla metro o sull’autobus; una di quelle persone che amano fino allo sfinimento e annaspano tra le loro paure perché in fondo temono terribilmente la sofferenza. Una sofferenza che Elisa già conosce fin troppo bene.

Non soffermarti ad osservare il mondo dalla finestra…”, le disse suo padre prima di morire. Avrebbe tanto voluto seguire il consiglio dell’uomo più importante della sua vita, ma, ora che non c’era più lui a farla sentire amata e protetta, era ancora più complicato mantenere quel monito. Si sentiva come un randagio rannicchiato sotto un’auto durante un temporale: sola e indifesa. Sarà lo zio Mario a curare le sue ferite e carezzare le sue cicatrici. Mario non è davvero lo zio di Elisa, è un amico di famiglia, ma se ne prende cura come se lo fosse. Ben presto un trovatello farà capolino nella vita di Elisa e sarà per lei un importante e “silente” compagno, un particolare buffo animaletto che le donerà un amore indescrivibile.

Attraverso i suoi pensieri, i suoi sogni e le vicende che si susseguiranno, faremo compagnia ad Elisa nel suo cammino alla ricerca di una felicità che ad oggi le appare soltanto come una mera illusione data dai media e dalla religione. Le faremo compagnia all’interno della sua soffitta, mentre passeggerà nel viale dei ricordi di una famiglia sgretolata, disciolta come un castello di sabbia colpito dalle onde inesorabili del mare. Ciò che, però, nasconde quella soffitta è ben più di ciò che la stessa Elisa si aspettava.
Non tutto passa per il libero arbitrio, spesso nella vita di tutti i giorni veniamo posti in situazioni singolari, che fanno echeggiare nella nostra mente “…E se fosse stato destino?”.

Questo romanzo ci ricorda che ci sono cose che accadono per un motivo. Il caso non esiste.

 

L’AUTRICE

Maria Elena Romano nasce a Reggio Calabria il 3 Settembre del 1986. Scrive fin da piccolissima e divora libri come fossero caramelle, spaziando di volta in volta tra diversi generi. Anche nei generi di scrittura non si è mai risparmiata, ha diverse stesure incomplete nel cassetto, ma, per adesso, gli unici scritti che hanno raggiunto la pubblicazione, oltre ad “Un pomeriggio per caso”, sono un racconto breve, “Belinda”, e una fiaba, “Le avventure di Ninni e del bruco Arturo”. Sono il risultato della vittoria conseguita in due competizioni differenti, entrambi concorsi pubblicati da Idrovolante Editore, rispettivamente “L’automobile” e “Fiabe della buonanotte”.

«Mi sono avvicinata anche al teatro nel corso degli anni. Credo che tra teatro e scrittura ci sia ben poco che li separi. L’una è il momento della creazione, dei personaggi e della storia, l’altro è il momento dell’esposizione di tutto ciò che tu o qualcun altro avete precedentemente creato. Probabilmente il ponte tra queste due passioni è il motivo per cui recitare a tutt’oggi mi manca così tanto.»

Durante i suoi anni trascorsi all’Accademia dei Bardi di Roma, ha avuto il piacere di vestire i panni di Elena nel “Sogno di una notte di mezz’estate” di W.Shakespeare. Ha anche partecipato e vinto al concorso “Comic’aria” del 2018 come miglior testo comico, da lei scritto e interpretato.

«C’è molto di me in Elisa, soprattutto quella scalpitante voglia di vivere che è rimasta per un certo periodo imprigionata tra le quattro mura di casa. “Un pomeriggio per caso” ha visto la fine della sua stesura durante i mesi di lockdown, e lì la solitudine si è avvertita parecchio. Nel libro non nomino volontariamente il covid, né faccio menzione a pandemie o simili, nonostante la storia sia ambientata in questi anni. Il motivo è uno soltanto. Scrivevo anche per evadere da tutto quello che mi accadeva intorno e, se avessi permesso al covid di contagiare anche il mio romanzo, sarebbe stata una sorta di sconfitta, considerato l’obiettivo iniziale: evadere. Ancora oggi non me ne pento.»

Attualmente l’autrice sta nel bel mezzo della stesura del suo secondo romanzo, il seguito, che si chiamerà “Un mattino per caso”, e di un altro lavoro di cui preferisce ancora mantenere un certo riserbo.

 

Il libro, edito dalla casa editrice BookSprint Edizioni, sita in Salerno, è disponibile in versione cartacea e in formato e-book e può essere acquistato su Amazon, Google Libri, Feltrinelli e altre librerie online. Può anche essere acquistato sul sito della casa editrice BookSprint al seguente indirizzo: https://www.booksprintedizioni.it/libro/romanzo/un-pomeriggio-per-caso.

 

La stagione degli asparagi

La stagione degli asparagi sta finendo. La tradizione torinese degli asparagi di Santena  e di Poirino impone tra pochi giorni di andare a fare l’asparagiata dal mitico “Andrea” che non a caso si è da tempo trasferito da Santena a Poirino  perché Santena è stata letteralmente cementificata  anche sui terreni agricoli dedicati alla coltivazione del l’asparago.
La capitale dell’asparago piemontese e’ oggi Poirino che la sindaca Angelita Mollo  ha saputo promuovere insieme alle tinche, finalmente riabilitate  .  Peccato che i ristoranti torinesi non abbiano mai pensato all’asparagiata, salvo un ristorantino in località Lingotto che offre però  un menu deludente. Anche il “Cambio” ignora  o quasi l’asparago che era nel menu con il grande commendator Parandero. Io ricordo quando mio padre mi portava da Pinin a Santena e in un ristorante di un hotel  di Cambiano purtroppo chiuso da tempo. C’era  anche il “Cigno“ oggi soprattutto pizzeria che ha perso lo smalto antico . Pinin era un personaggio di altri tempi che faceva nella settimana il rappresentante di tessuti e nel fine settimana faceva il ristoratore. Ma i suoi asparagi erano solo alla parmigiana  o alla Bismarck con le uova. Solo Andrea invento’ il menu tutto asparagi. I miei amici maestri tipografi Janni per molti anni mi portavano in omaggio gli asparagi di Santena sempre molto grandi e buoni  e mi consigliarono la trattoria della Pace a Santena  dove si mangiava un’asparagiata eccezionale. Poi la troppa frequentazione ha guastato la trattoria .Anche ad Albenga in provincia di Savona  c’è la specialità degli asparagi violetti , una squisitezza prediletta dai Reali inglesi. Solo Luciano al “Pernambucco” cucina in modo squisito i violetti. E il presidente dell’Accademia italiana della cucina , il medico – umanista Roberto Pirino ha fatto un’opera benemerita per valorizzare il violetto . Petrini penso ‘ di tutelare l’asparago ingauno  quando ormai i migliori terreni erano stati cementificati con l’approvazione del sindaco comunista Viveri . Il presidio di Slow Food si rivelò una beffa affidata ad un anziano savonese, tal  Albertazzi, accusato successivamente di essere un fascistoide. Gli asparagi erano molto amati dal Conte di Cavour  sepolto a Santena.  Ma gli asparagi sono anche coltivati nel Trevigiano e dintorni; sono bianchi, ma meno buoni dei verdi e dei violetti. Io li comprai sulle rive del Piave , ma furono una delusione. La mia amica Luisa mi ha fatto conoscere gli asparagi pugliesi  che piacevano tantissimo al Duca delle Puglie  Amedeo, poi divenuto Duca d’Aosta, l’eroe dell’Amba Alagi. Il suo omonimo nipote che pretese di essere l’erede dei Savoia con il consenso  autorevolissimo di un preside di scuola  saluzzese, non sapeva neppure dell’esistenza  degli asparagi pugliesi. E, in verità, ignorava, poveretto, tante altre cose.
PIER FRANCO QUAGLIENI

Willie Peyote: “riparto con un nuovo tour e un locale”

Willie Peyote, classe 1985, “nichilista, torinese e disoccupato. Perché dire rapper fa subito bimbominkia e dire cantautore fa subito Festa dell’Unità”. Guglielmo Bruno non ama incasellarsi in una categoria precisa o semplicemente non vuole riconoscersi in qualcosa, di modo da avere la libertà di spaziare.

Ed è proprio quello che ha fatto in questi anni, combinando e sperimentando nuova musica e diverse tematiche, facendosi così spazio nel panorama musicale nostrano. Willie inizia ufficialmente la sua carriera nel 2013, con il suo primo album “Non è il mio genere, il genere umano“, anche se la sua gavetta inizia ben prima. Quell’album, però, segna il suo debutto davanti al grande pubblico. Da quel momento seguiranno, “Educazione sabauda” che suscita l’ attenzione anche da parte di alcuni personaggi politici per le accuse irriverenti alla società, nel 2017 la “Sindrome di Tôret” e nel 2019 “Iodegradabile” con cui fa suo ingresso alla Virgin Records. Il lungo stop dovuto al Covid lo allontana momentaneamente dalle scene musicali, per tornare in grande stile nel 2021 sul Palco del Festival di Sanremo dove si aggiudica il premio della critica “Mia Martini” grazie al singolo “Mai dire mai(la locura)”. L’8 aprile 2022 esce il branoFare schifo”, realizzato con la partecipazione di Michela Giraud, a cui ha segue “La colpa al vento. Entrambi hanno anticipato il suo quinto album Pornonostalgia, con cui Willie si sofferma sulla nostalgia galoppante in cui viviamo, di ciò che non ci è appartenuto, di ciò che non è mai stato nostro e “delle cose che non riusciamo a tenere in mano per più di un tot di tempo”.

Con il lancio del nuovo singolo “Picasso”, Willie tornerà di nuovo a calcare i palchi dei maggiori club della penisola, subito dopo l’estate, con un tour che riprende il nome del primo album “Non è (ancora) il mio genere”. Intanto è diventato socio di un locale di nuova apertura ai Murazzi, luogo musicalmente simbolo della sua città. In questa intervista proviamo ad indagare questo aspetto un po’ inedito di Willie.

Hai scelto di diventare socio di due nuovi locali ai Murazzi. Come mai questa scelta?

E’ stato un po’ un caso, perché sono molto amico dei ragazzi che avevano il progetto già in atto. Quando me l’hanno proposto ho accettato gioiosamente. Potrò dare una mano nella programmazione artistica o magari organizzare eventi. Sono felice di poter contribuire alla valorizzazione dei Murazzi: sono molto affezionato a quel luogo.

I nuovi locali sembrano avere uno stile molto raffinato rispetto ad un tempo.

Sì è così, anche se- essendo socio- non è stata una mia scelta decidere questo aspetto. In ogni caso il nuovo look è dato dal fatto che sono passati 12 anni ed è cambiato il mondo intanto e di conseguenza si è voluta dare un’altra impostazione.

Ti è molto caro questo posto della tua città. Ha inciso anche sulla tua musica?

Sì, come per tutti i ragazzi della mia generazione è stato un luogo di incontro ma anche di scoperta di tanta nuova musica. Era percepito come il centro della scena torinese ed era bello andare fuori da Torino e sentire che tutti conoscessero i Murazzi: un luogo di interesse musicale e non nell’immaginario collettivo italiano. Ci sono dei riferimenti nelle mie canzoni a questo posto perché ha fatto parte della mia vita e ci sono un cresciuto.

La vicinanza alla tua città è molto forte come si evince dalle tue canzoni. Inoltre capita di incontrarti in città e sei sempre rilassato e disponibile. Il successo non ha inciso sulle tue abitudini?

Non mi infastidisce che la gente mi fermi perché penso sia semplicemente una questione di educazione e di saper discernere il momento giusto. Lo reputo sempre un buon segno. In ogni caso non ho mai pensato di poter cambiare abitudini per fare questo lavoro: il successo basta non inseguirlo troppo e non arriva, ti permette di vivere una vita normale.

VALERIA ROMBOLA’

Movida, controllati 6 locali e 173 persone

Nel fine settimana hanno avuto luogo, come di consueto, i controlli congiunti della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia – Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale –  nelle aree cittadine interessate dal fenomeno della “movida”.

L’attività, iniziata alle ore 20 del sabato sera, si è concentrata in aree maggiormente interessate dall’afflusso di persone: Piazza Vittorio Veneto, Piazza Santa Giulia, via Vanchiglia, via Mattero Pescatore, via Berthollet, via Saluzzo, via Belfiore e via Galliari.

Complessivamente, sono state controllate 173 persone e 6 locali pubblici, questi ultimi ubicati nei quartieri Vanchiglia e San Salvario. A uno di questi esercizi, un kebab pizza di via Vanchiglia, è stata contestata la violazione del regolamento d’igiene.

A fronte di una segnalazione di disturbo della quiete pubblica, i controlli sono stati estesi in via Reggio con il monitoraggio dell’area all’incrocio con via Pisa.

I servizi di polizia nelle aree sopra menzionate continueranno con cadenza regolare.

Condove: i volontari risistemano il mercato coperto

Solidarietà impegno e dedizione al prossimo sono la forza delle nostre associazioni, anche a Condove. Qui, in vista del ricchissimo calendario di eventi estivi,  Fidas e Umc hanno rinfrescato l’aspetto del mercato coperto di Piazza Primo Maggio. Il Comune: “ai super volontari, un enorme grazie da parte dell’amministrazione comunale”.

Mancanza di controllori sul Treno Regionale Veloce per Milano

Caro direttore, segnalo la mancanza di controllori sul Treno Regionale Veloce per Milano di Trenitalia, cosicché in prima classe passeggeri salgono senza biglietto e non prenotati. Per questo ho scritto all’amministratore delegato Luigi Corradi.

Mino Bartolomeo Giachino ex sottosegretario ai trasporti

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Brigitte Giraud “Vivi veloce” -Guanda- euro 18,00

Con questo romanzo la scrittrice, traduttrice, giornalista ed ex libraia, Brigitte Giraud, (nata in Algeria nel 1960), ha vinto il premio Goncourt nel 2022. Un libro sul destino, dove in poco meno di 200 pagine ha ripercorso tutti i micro eventi che hanno portato al fatale incidente di moto in cui ha perso la vita il marito.

Storia di una perdita avvenuta 22 anni fa, il 22 giugno 1999, con la quale ha fatto i conti senza autocommiserazione e con una lucidità razionale sorprendente.

Ha ricostruito quello che definisce «…puro movimento coreografico», ovvero la sequela dei tanti “se” che scandiscono ogni capitolo del libro, nel tentativo di mettere in fila ordinata e cronologica le coincidenze che hanno portato Claude su quella strada, in quel preciso momento e a bordo di una moto maledetta che non era nemmeno sua.

Non si dà risposte, ma semplicemente rivive tappe, minimi avvenimenti e imprevisti che, col senno di poi, sembrano essersi concatenati fino ad invertire quel destino che sembrava pieno di prospettive. E ragiona sui tanti minuscoli segnali che non ha saputo cogliere.

Aveva insisto con Claude per comprare a tutti i costi una nuova casa, da ristrutturare . Lei stava per pubblicare il suo secondo romanzo; lui aveva il suo lavoro come direttore della sezione musicale della biblioteca di Lione, inoltre scriveva articoli come esperto di musica. Avevano un figlio di 8 anni che crescevano con una precisa e armoniosa condivisione di compiti. Tra i quali andare a prendere il bimbo a scuola, Claude a bordo della sua «mansueta Suzuki che guidava pian pianino».

Ma un brutto giorno, il destino beffardo, gli mette davanti la moto del fratello di Brigitte: un pericoloso modello di Honda, una moto da corsa che in Giappone è proibita, mentre viene venduta all’estero, dove miete vittime.

Il caso ci ha messo lo zampino, lei aveva fatto un favore al fratello ospitando il bolide nel garage della nuova casa. Ed è per caso che Claude una mattina cambia la sua solita routine e inforca il bolide del cognato per andare a prendere il figlio. Rispetta l’ultimo semaforo rosso della sua vita, ma quando riparte perde il controllo delle due ruote e quella sarà la sua impennata definitiva.

Brigitte, che al momento era a Parigi per incontrare il suo editore, ospite di un’amica, scoprirà al ritorno la tragedia sulla quale non smette più di interrogarsi con tutta la sequenza dei “se” che costellano la vita di tutti noi.

Banalmente, basta trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato…..e una frazione di secondo può fermare il nostro percorso per sempre, stravolgendo tutto. Un bellissimo romanzo su cui meditare.

 

John Galsworthy “La saga dei Forsyte” -Bompiani- euro 24,00

L’editore Bompiani riporta in libreria “La saga dei Forsyte”, il monumentale ciclo narrativo pubblicato tra 1906 e 1921 dallo scrittore e drammaturgo inglese John Galsworthy; nato in una ricca famiglia del Surrey nel 1867 a Kingston upon Thames e morto ad Hampstead nel 1933, l’anno dopo aver ottenuto il Premio Nobel.

Figlio di un avvocato, era destinato seguire la carriera di famiglia, ma quello che ama di più è viaggiare ed è proprio al ritorno da un tour in Australia che sulla nave il suo destino incrocia quello di Joseph Conrad, ed è la svolta. Tra i due si crea un’amicizia che durerà nel tempo; soprattutto, al cospetto del grande scrittore, Galsworthy mette a fuoco quello che vuole veramente fare nella sua vita.

E’ così che si scopre scrittore, iniziando a pubblicare a proprie spese e sotto pseudonimo; poi l’idea della trilogia che lo renderà famoso e immortale.

La saga è costituita da tre romanzi: “Il possidente”, “Nella ragnatela” del 1920 e l’anno dopo “Affittasi” ultimo capitolo, più due racconti intitolati “Interludi”.

E’ la complessa storia di una ricca famiglia inglese che scivola dal successo al declino, sullo sfondo della tarda società vittoriana fino al primo dopoguerra.

Un mosaico di personaggi che si muovono imbrigliati tra rivalità, rancori, inimicizie, tradimenti, ed incarnano i valori borghesi dell’epoca. Una famiglia in cui ardono volontà di intraprendenza, individualismo, senso di appartenenza all’élite, accentuato attaccamento alla proprietà e all’idea che tutto si possa ottenere comprandolo.

Nel primo volume di oltre 800 pagine è tracciata la struttura del nucleo familiare: i primi 10 capostipiti generano 21 eredi che a loro volta ne mettono al mondo solo 17.

A contare sono i maschi, mentre le donne hanno poco peso, anche se poi le loro vite incideranno parecchio sul destino familiare.

Galsworthy li osserva tutti in modo meticoloso e li mette in scena lungo un’infilata di capitoli scanditi da improvvisi salti di scena, passaggi temporali repentini e dialoghi spesso serrati e altamente rivelatori delle varie personalità.

La narrazione inizia in un pomeriggio del 1896 in cui la famiglia si trova riunita per il fidanzamento della piccola di casa, June, con l’architetto spiantato Philip Bosinney.

A osservare dall’alto la scena c’è il patriarca 80enne Jolyon, dubbioso sull’opportunità di quel matrimonio.

Al giovane povero in canna viene comunque affidato un incarico di tutto rispetto: progettare e costruire fuori città una casa per Soames, Forsyte di seconda generazione e la sua irrequieta moglie Irene. Un matrimonio senza figli e con parecchie sorprese……

 

 

Sana Krasikov “I patrioti” – Fazi Editore- euro 20,00

L’autrice è nata in Ucraina nel 1979, ma poi si è trasferita con la famiglia negli Stati Uniti nel 1987, e in questo corposo romanzo racconta la storia familiare di una migrante americana nella Russia degli anni 30. Fondamentalmente tenta di dare una risposta al quesito: se sei immigrato a quale patria ti senti di appartenere e sei fedele?

Protagonista è Florence Fein, figlia di genitori ebrei e con una nonna lituana. L’America è attanagliata nella morsa della Grande Depressione e lei a 23 anni rincorre un uomo che l’ha stregata, sognando un grande futuro che pensa possa realizzarsi solo nel sistema sovietico. Finirà per ritrovarsi pericolosamente intrappolata nell’Urss di Stalin.

Il libro copre la storia di tre diverse generazioni sullo sfondo di avvenimenti storici ricostruiti con grande serietà e frutto di scrupolose ricerche. Un mosaico narrativo che parla di vari retroscena poco noti, totalitarismo che soffoca le vite private, corruzione, inganni, delusioni, promesse mancate e grandi passioni.

Il sogno di Florence, planata a Magnitorsk, finisce per incrinarsi e travolgerla.

Quasi 75 anni dopo, il figlio Julian, che lavora in America per una Compagnia Petrolifera, coglie l’occasione di un viaggio di lavoro a Mosca per ricostruire il passato materno. Vuole sapere cosa è successo alla madre sopravvissuta alla prigionia e ai campi di lavoro per 7 anni, mentre il figlio finiva nell’ orfanotrofio di Saratov.

Chiede di consultare i dossier del terribile Kgb, disponibili per chi annovera parenti arrestati, uccisi o deportati durante la spietata dittatura staliniana.

Anche la vita del figlio di Julian, Lenny, oscillerà sospesa tra due paesi diversissimi, due società e due culture opposte e in conflitto tra loro. Un romanzo che ci porta a riflettere su temi complessi come identità e libertà.

 

Alicia Giménez Bartlett “La presidente” -Sellerio- euro 16,00

Solo momentaneamente la famosa scrittrice spagnola ha lasciato in panchina la sua eroina per eccellenza Pedra Delicado, e ha fatto scendere in campo, a Valencia, due giovani ragazze, fresche di Accademia di Polizia.

Sono le poco più che 30enni sorelle Berta e Marta Miralles, diversissime tra loro. Una musona dopo una delusione sentimentale e attenta alla dieta, l’altra decisamente più leggera e capace di godersi la vita. Battibeccano spesso, ma in realtà sono molto affiatate.

Alle due protagoniste viene subito affidato un caso che è un’autentica mina vagante. Devono indagare, ma sottotraccia, sulla misteriosa morte della presidente della Comunità Valenciana, l’ex sindaca Vila Castelli, trovata senza vita in una camera d’hotel a Madrid, avvelenata da un caffè al cianuro.

Era stata una donna con un grande potere, poi caduta in disgrazia e coinvolta in un’indagine per corruzione.
La versione ufficiale è morte naturale, ma forse è stata messa a tacere perché qualcuno temeva che potesse rivelare segreti scomodi.

Tra le pagine serpeggia anche un certo sospetto maschile verso le colleghe femmine e le loro presunte competenze. Forse la scottante indagine è affidata alle due novelline, proprio perché ritenute opportunamente inesperte e incapaci di scavare troppo a fondo.

Inutile dire che Berta e Marta vi sorprenderanno e che ancora una volta Alicia Giménez Bartlett ci regala un noir trasudante ironia e -come nel caso dei divertenti scontri ironici tra Pedra Delicado e il suo braccio destro Fermin- anche qui sono gustosissimi i contrasti tra le sorelle.

Una formula collaudata che è il marchio di fabbrica della scrittrice spagnola. Ed ora che Pedra è sugli schermi televisivi, dove ha preso forma in una strepitosa Paola Cortellesi e un altrettanto grande Andrea Pennacchi, non possiamo che apprezzarla ancora di più. E aspettare il prossimo libro con lei al centro, al quale la Bartlett sta lavorando.

Intanto gustiamoci le due sorelle alle prese con un caso ispirato da un fatto di cronaca vero. Il coinvolgimento in un’indagine per corruzione di Rita Barberà che era stata sindaca di Valencia per un ventennio: donna molto popolare, dichiaratamente gay, imprevedibile e autoritaria, ma di grande humor.