LA NOTA DELLA REGIONE – Grazie al lavoro dell’assessore regionale alla Casa, Chiara Caucino, e grazie alla struttura la Regione è riuscita laddove altri in più di 20 anni avevano fallito: le risorse immediatamente disponibili sono oltre 10 milioni suddivisi sulle tre Atc. Di questo importo il 20% minimo dovrà essere per legge riservato a interventi su alloggi di risulta al momento non assegnabili per gravi carenze manutentive. Il resto verrà assegnato per interventi di recupero e riqualificazione di interi fabbricati per far fronte alle note necessità dovute all’emergere delle nuove povertà. I restanti 8 milioni rappresentano gli accantonamenti che potranno essere utilizzati dalle Atc previa dichiarazione dei rispettivi Cda.
Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino
Mercoledì 7 giugno, ore 21.30
Il pianista, compositore ed arrangiatore Paolo Ricca presenta brani tratti dal suo cd con musiche per pianoforte “My Italian Piano Songbook”, uscito nell’ottobre 2022, in distribuzione mondiale con Ma.ra.Cash Records.
Il cd propone suoi arrangiamenti originali per pianoforte di brani celebri della storia della musica italiana (dalle canzoni alle colonne sonore) e della musica napoletana.
Il concerto sarà arricchito da arrangiamenti originali per pianoforte di standard jazz e latin-jazz, di brani provenienti dal mondo classico e di sue composizioni tratte dall’ultimo cd “Mumble” del Paolo Ricca Group.
Ora di inizio: 21.30
Ingresso:
15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)
Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta
Info e prenotazioni
Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it
Lo chiederò alla Giunta in Consiglio Regionale del Piemonte con un Question Time presentato.
Intende questa Giunta permettere l’integrazione del CUP (Centro Unificato di Prenotazione) regionale con le piattaforme terze, cioè di realtà non istituzionali, che offrono servizi di prenotazione delle visite mediche? Lo chiederò alla Giunta con un Question Time già presentato. Questa misura è fondamentale per diverse ragioni: per ridurre le liste d’attesa anzitutto, ma anche per garantire ai piemontesi un servizio più efficiente e per limitare il fenomeno delle prenotazioni non onorate (attualmente, secondo le stime, l’8% del totale). Su dieci segnalazioni di difficoltà ricevute dai pazienti sono oltre sette, secondo i dati del Rapporto Civico sulla Salute 2022 di Cittadinanzattiva, quelle relative agli eccessivi tempi di attesa per accedere alle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario. L’impossibilità per il cittadino di consultare nella sua interezza l’offerta sanitaria disponibile in una determinata area geografica è una variabile in grado di peggiorare la situazione. Secondo Quorum/YouTrend, gli italiani identificano nell’ampliamento degli orari di apertura dei CUP e nella possibilità di prenotare le proprie prestazioni tramite canali digitali due importanti elementi potenzialmente migliorativi dell’accesso al Sistema Sanitario. Alla luce di queste considerazioni, crediamo che l’integrazione delle piattaforme terze di prenotazione, secondo linee guida e regole definite, sia fondamentale nell’ottica di fornire un miglior servizio e un accesso più facile, veloce ed equo ai cittadini. Una più aggiornata e completa digitalizzazione dei servizi offerti è un requisito fondamentale per garantire ai cittadini stessi i benefici di una Sanità davvero digitalizzata. L’integrazione del CUP regionale con piattaforme di prenotazione terze renderebbe ancora più accessibile la prenotazione delle visite, semplificando la possibilità di rimodulare gli appuntamenti senza costi aggiuntivi a carico della Regione.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
In mostra l’incontro fra due eccellenze della manifattura tessile
Venerdì 9 giugno
Chieri (Torino)
Esito della sinergia avviata nel 2021 con la “Fondazione Arte della Seta Lisio” di Firenze, il Progetto “Nodo Chieri – Firenze”sarà protagonista a Chieri nella “Notte degli Archivi”, in agenda per “Archivissima”, che vede anche quest’anno l’adesione della “Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile”. L’appuntamento è per venerdì 9 giugno, dalle 18 alle 21, presso la Sala – Studio dell’“Archivio Storico Chierese” (in via Giovanni De Maria, 10) che verrà aperta liberamente al pubblico per la visione di un “disegno particolare” del Fondo “Serra e Carli” e dei “campioni di velluto” che ne restituiscono il motivo in forma di tessuto grazie al sapiente lavoro della prestigiosa manifattura fiorentina.
Un disegno a tempera dal Fondo Chierese“Serra e Carli” del Novecento è stato infatti studiato nella storica manifattura fiorentina per realizzarne la versione in trama e ordito. Il progetto “Nodo Chieri-Firenze” si è articolato in elaborazione del disegno tecnico per la tessitura del motivo originale su telaio jacquard, previa foratura e legatura e montaggio dei cartoni, inserimento dei ferri a telaio e infine tessitura e cimatura. Il risultato – vedere per credere! – è uno splendido velluto tagliato, prodotto in tre varianti colore blu, rosso, verde.
“Coniugando – spiega Melanie Zefferino, presidente della ‘Fondazione Chierese Museo del Tessile’ – le diverse tradizioni di due eccellenze manifatturiere, quella di Chieri più orientata al cotone e quella della ricca Firenze, più focalizzata su lana e seta, si è completato il percorso creativo appena abbozzato in un disegno del XX secolo che era rimasto solo rappresentazione grafica di una ‘idea per stoffa’. La sua realizzazione contemporanea oltre Chieri, infonde nuova linfa vitale all’ ‘Archivio Storico’ dell’Ente fondato nel 1997 da Armando Brunetti (1934-2015) con l’intento di preservare la cultura del tessile per le generazioni a venire”.
Al contempo, l’iniziativa congiunta presentata ad “Archivissima 2023” è un arricchimento, senza alcun dubbio, anche per la “Fondazione” fiorentina che deve la sua esistenza a Fidalma Lisio (1910-2001), la quale ha voluto salvaguardare e trasmettere l’“Arte della Seta” trasformando la “Manifattura” di Giuseppe Lisio in “Fondazione” nel 1971 portandola nel nuovo millennio.
Il “nodo” che lega l’“Archivio di Chieri” alla “Tessitura di Firenze” è frutto di una collaborazione che può esser vista “come un ‘viaggio’ fra due città a forte vocazione tessile ma anche fra due realtà che coniugano memoria storica e sviluppi contemporanei”. In quest’ottica, il Progetto ben si inserisce nel quadro tematico “Carnet de voyage” di “Archivissima”, dove “il viaggio è esplorazione … un andare – sottolineano ancora gli organizzatori – che non esisterebbe senza il racconto di ciò che è stato”. Così le trame immaginate in un disegno e tessute a telaio sono divenute “segni vivi, in cui risuonano emozioni, senza cui tutto resterebbe segno muto”.
g.m.
Ingresso libero
Per info: “Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile”, via Giovanni De Maria 10, Chieri (To), tel. 329/4780542 o www.fmtessilchieri.org
A Piossasco, a Casa Lajolo


Nichelino, in provincia di Torino, è l’assoluta protagonista dell’ultima estrazione del Lotto grazie ad un ricco colpo doppio da quasi 200.000 euro. Sono stati infatti centrati due terni identici sulla ruota di Roma con i numeri 8-18-81 dal valore rispettivamente di 112.500 euro e 72mila euro, per un totale di 184.500 euro. Ovviamente queste due vincite si sono piazzate nei primi due posti tra quelle più alte del concorso di sabato. E’ quanto riporta l’agenzia di stampa specializzata ‘Agimeg’. A completare il podio c’è la vincita da 50.596 euro centrata a Manfredonia, in provincia di Foggia, grazie ad una quaterna sulla ruota di Bari. La ruota pugliese ha regalato grandi soddisfazioni in questa estrazione perché sono state realizzate altre quattro vincite da Top Ten. A Bari è stato centrato un terno da 26.250 euro. A Montesilvano, in provincia di Pescara, vinti 25mila euro, mentre a Brescia la somma vinta ammonta a 24mila euro. Infine, a Lanciano (CH) vinti 23.750 euro. ac/AGIMEG |
Una strafortunata vincita di ben 6 milioni di euro è stata registrata a Torino grazie ad un singolo tagliando ‘Vinci in Grande’, dal costo di soli 25 euro, il quale permette di raggiungere la più alta vincita possibile tra tutti i Gratta e Vinci disponibili. La grande vincita è stata centrata presso la tabaccheria Svizzera, situata in corso Svizzera 43/c a Torino. È importante sottolineare che si tratta della più grande vincita dell’anno per quanto riguarda la categoria dei Gratta e Vinci. La notizia è stata riportata oggi da Agimeg.
MIGLIORA LA QUALITA’ DELL’ARIA NEI PRIMI MESI DEL 2023, PRIMA DELL’ARRIVO DELLA PIOGGIA CHE HA ANCHE QUASI AZZERATO DEFICIT IDRICO
Il presidente Alberto Cirio e l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati alla presentazione della Relazione sullo Stato dell’Ambiente: «Misure per 470 milioni già nel 2023. Risorse anche dai fondi europei della programmazione 2023-2027, triplicate rispetto a 2014-2021»
Quasi azzerato il deficit di piogge e migliorati i dati della qualità dell’aria: questa l’anteprima 2023 sullo stato dell’ambiente in Piemonte in occasione della presentazione della Relazione sullo stato dell’Ambiente in Piemonte, redatta da Arpa e Regione Piemonte.
Per quanto riguarda la siccità, le piogge del mese di maggio – più di 230 millimetri – hanno permesso di recuperare, quasi del tutto, il deficit di pioggia: nel periodo gennaio-aprile 2023 il deficit era a -50%, ora, grazie alle precipitazioni delle ultime settimane, si è arrivati a -7%, grazie ad un +90% della media di precipitazioni del mese di maggio registrate dal 1991.
Sul fronte della qualità dell’aria, il 2023 fotografa, nei primi cinque mesi dell’anno, un miglioramento dei dati relativi al PM10 e anche della concentrazione degli ossidi di azoto rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, nella stazione di Torino Rebaudengo, nel 2023 le giornate di sforamento sono state 40, mentre nel 2022 erano state 49. Si tratta di periodi del tutto sovrapponibili, perché l’ultimo sforamento nel 2022 era stato il 25 marzo, e nel 2023 il 22 marzo, in entrambi i casi dopo mesi di siccità.
Al miglioramento della qualità dell’aria hanno contribuito le misure messe in atto dalla Regione: nella programmazione 2023-2027 dei FESR, Fondi Europei di Sviluppo Regionale, ha previsto lo stanziamento di 475 milioni di euro per la transizione ecologica, oltre il doppio rispetto programmazione precedente, quando per questa voce c’erano 181 milioni. Anche nella programmazione 2023-2027, del Psr, il Programma di Sviluppo Rurale, ci sono 73,2 milioni di euro, mentre tra il 2014-2022 erano 64,3.
Nel 2023 la Regione lavora su 470 milioni di euro, da varie fonti di finanziamento, per il miglioramento della qualità dell’aria, per i trasporti, per l’efficientamento energetico, le green community e l’idrogeno.
Per quanto riguarda i trasporti, sono stati acquistati, con 36 milioni di euro del Ministero dell’Ambiente, 145 nuovi pullman e altri 488 con 78 milioni di euro provenienti da vari fondi.
Altri 100 mezzi sono in arrivo, entro il 2026, con le risorse di completamento del Pnrr (29 milioni).
I 5,3 milioni di risorse regionali hanno già consentito di sostituire 317 veicoli commerciali di imprese e privati inquinanti con mezzi green; grazie a 1,4 milioni sono state acquistate oltre 700 stufe a basso impatto ambientale, e 3,1 milioni sono in campo per favorire progetti di mobilità sostenibile in città.
«Abbiamo triplicato le risorse rispetto al passato perché quella della tutela dell’ambiente e della qualità dell’aria è una partita nella quale non c’è tempo da perdere – spiega il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – i dati del 2023 sono migliori rispetto a quelli del 2022 e questo è per noi stimolo per proseguire sulla strada intrapresa e premere sull’acceleratore delle misure a favore dell’ambiente. Per farlo abbiamo previsto risorse, per sostituire i mezzi pubblici, per aiutare i privati ad acquistare auto a ridotto impatto ambientale e sostituire gli impianti di riscaldamento. E’ vero che la conformazione geomorfologica del Piemonte non ci aiuta, ma questo non può essere un alibi, deve anzi uno stimolo a proseguire su questa strada e fare meglio».
«Il primo obiettivo che ci siamo dati al momento del nostro insediamento, nel 2019, è stato quello di aggiornare tutti i piani relativi alle questioni ambientali ed energetiche che erano fermi da anni – ha commentato l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati – E li abbiamo fatti tutti: dal nuovo Piano di Tutela delle Acque, fermo al 2007, al Piano Energetico Ambientale, datato 2004, passando per l’approvazione della nuova Strategia di Sviluppo Sostenibile all’approvazione del primo stralcio della Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e da ultimo, ma non ultimo, il nuovo Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani, con nuove grandi sfide. I primi 200 milioni di euro, una prima parte dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale sono già stati destinati all’ambiente e alla competitività e prevedono azioni ad ampio raggio che spaziano dal miglioramento dell’efficienza energetica delle imprese ad interventi di sistemazione idrogeologica, per promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione del rischio di catastrofe, la resilienza, tenendo conto degli approcci ecosistemici, e interventi finalizzati ad aumentare la resilienza dei territori fluviali al cambiamento climatico». E sulla siccità: «la pioggia è arrivata, l’agricoltura tira un respiro di sollievo ma non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo lavorare per ridurre la dispersione idrica mentre in parallelo è già partita la strategia per la creazione di nuovi invasi».
«I dati – sottolinea il direttore generale di Arpa Piemonte, Secondo Barbero – indicano che il 2022 è stato l’anno più caldo mai misurato, con un’anomalia positiva di 1,5 °C rispetto alla temperatura media del Piemonte, e il più secco con -45% delle precipitazioni medie annuali. Con le piogge dell’ultimo mese di maggio e i primi giorni di giugno, con precipitazioni medie di circa 230 mm di pioggia, il deficit del 2023 è quasi completamente recuperato e le portate dei fumi sono tornate nella norma -spiega Secondo Barbero direttore generale di Arpa Piemonte – Per quanto riguarda la qualità dell’aria i dati del Pm10 nei primi 5 mesi dell’anno, se paragonati ai primi 5 mesi del 2022 hanno valori inferiori sia come concentrazioni medie che come numeri di giorni di superamento».
A questo link è disponibile la sintesi della Relazione sullo Stato dell’ambiente
Music Tales, la rubrica musicale
“Non devi toccarlo per sapere che
L’amore è ovunque tu vada
Non devi toccarlo per sentire che
L’amore è ogni secondo che rubiamo
L’amore è amore non è niente senza di te
L’amore è amore è tutto ciò che fai”
Il 22 maggio scorso Pac Man ha compiuto 43 anni: era il 22 maggio del 1980 quando venne lanciato il videogioco che divenne icona del suo tempo. E che, ancora oggi, gli italiani ricordano con più nostalgia: secondo un sondaggio che Deliveroo ha condotto in collaborazione con SWG, è il videogioco a cui sono più legati, superando anche un grande classico come Super Mario. La faccina gialla e i quattro fantasmini sono i preferiti anche dei giovani nati tra il 1990 e il 2000, tra cui Pac Man raggiunge picchi di gradimento del 37%.
Ma quali sono i ricordi e le memorie degli Anni Ottanta più ricorrenti nel cuore e nelle mente degli italiani? Tra gli oggetti eletti a simbolo di una decade così capace di ispirare e di far parlare di sé ci sono il motorino, il rullino fotografico e lo zaino da scuola, specie tra chi è nato negli Anni Settanta.
Il Commodore 64. Un computer così lento che, mentre si accendeva, nel frattempo ti era passata tutta la vita davanti!
Chi ha vissuto gli Anni Ottanta non può avere dimenticato i suoi iconici film e programmi tv. Tra le pellicole che hanno segnato intere generazioni ci sono «Ritorno al futuro», la saga con Michael J. Fox e Christopher Lloyd, il romanticissimo «Il tempo delle mele», interpretato da una giovanissima Sophie Marceau e l’appassionante «Dirty Dancing», con i mitici Patrick Swayze e Jennifer Grey. Tra i programmi TV, sono rimasti nel cuore «Drive In» e «Bim Bum Bam», con l’indimenticabile pupazzo rosa Uan. Qualcuno ricorda con nostalgia anche i sabato sera della «Corrida» di Corrado.
Mi ricordo le Timberland, irrinunciabili per il bagaglio del paninaro perfetto assieme al giubbotto di jeans, le suddette cinture del Charro, le felpe daltoniche della Best Company e il più blasonato piumino Moncler, che ti faceva sentire un omino Michelin felicemente ridicolo e teoricamente sexy. Molto teoricamente.
Oltre 1 italiano su 4 dichiara che avrebbe voluto essere adolescente proprio in quegli anni, passati alla storia per la dinamicità, l’ottimismo, la fiducia nel futuro, ma anche per le tendenze musicali e le grandi innovazioni.
Le musicassette, i dischi in vinile, i walkman, i paninari, ma quel che a me manca di più in assoluto è quella leggerezza data non dalla mancanza di avvenimentoi brutti, ma dalla “protezione” regalata dall’assenza di internet. Mi odieranno alcuni di voi, ma io ci stavo meglio.
La bellezza di tale leggerezza era palpabile nella musica, nella moda, nei contatti umani, nel gioco…nel fatto semplice che si pensava alla vita come un dono splendido quale è.
Era il tempo del Moncler e delle sfitinzie…era il tempo in cui “noi” eravamo davvero felici e non lo sapevamo.
Cominciava un decennio, gli anni Ottanta, che per tanti versi a molti di noi sembrarono brutti, superficiali, vacui, vuoti; ma furono pur sempre l’ultimo periodo in cui l’Italia cresceva, l’economia tirava, le famiglie si arricchivano, il futuro non appariva un problema ma un’opportunità. L’ultima volta in cui siamo stati felici; anche se in modo diverso rispetto al decennio precedente.
Negli anni Ottanta io sapevo sognare e credere nei sogni e non solo perché ero bambina. Era proprio l’atmosfera ad essere diversa, prima che i decenni successivi ci disilludessero, rendendoci troppo adulti tutti, perfino i più giovani.
Gli anni ‘80 sono stati forse l’ultimo periodo in cui i ragazzi hanno avuto la speranza di poter fare qualcosa per il proprio futuro.
“La vita è gloriosa quando è felice. I giorni sono spensierati quando sono felici.”
Buon ascolto
Love Is Love (Remastered 2003)
CHIARA DE CARLO
scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
Ecco a voi gli eventi da non perdere!
Informazione promozionale
La scrittura di questo libro è il risultato di un lavoro di ricerca complesso
L’autrice
Laura Sugamele filosofa e dottoressa di ricerca. È docente in filosofia, storia e scienze umane. Si occupa di reificazione del corpo femminile, violenza sessuale come questione politica e relazioni tra patriarcato, nazionalismo e guerra, temi che l’autrice ha sviluppato nel libro “Corpo femminile e violenza politica. Lo stupro tra nazionalismo e conflitto etnico” (Stamen 2022 / Collana Studi).
Di cosa parla il suo libro?
Il libro è incentrato su una riflessione che tenta di mettere in connessione due questioni principali: il corpo femminile e lo stupro come violenza politica. La connessione tra corpo femminile e violenza politica viene esaminata, considerando quelle rappresentazioni patriarcali che, sin dalle fasi più remote della storia umana, hanno determinato una identificazione sociale e culturale della donna con il suo corpo, un corpo che, in una specifica “narrazione” maschile-patriarcale, è stato considerato in termini per lo più sessuali, riproduttivi e procreativi e proprio questo aspetto, nel libro, viene collegato alla questione dello stupro etnico in Bosnia.
Il suo libro è frutto di un lavoro di ricerca?
Si certamente. La scrittura di questo libro è il risultato di un lavoro di ricerca complesso e per la sua elaborazione ho deciso di adottare un metodo multidisciplinare, nel senso che l’approccio adoperato è stato diretto ad una integrazione di diverse linee teoriche, non collocabili esclusivamente nell’ambito della teoria politica femminista, a cui nel testo, comunque, viene fatto riferimento, ma che riguardano anche l’ambito filosofico piuttosto che storico-antropologico.
Nel libro, lei parla di corpo femminile collegando il tema alla connessione tra virilità sessuale, identità nazionale e guerra. Perché?
Come ho già sottolineato nella risposta precedente, il tema del corpo femminile, della reificazione sessuale e della violenza politica è piuttosto ampio, per cui ho compreso la necessità di adottare una prospettiva di riflessione più larga. Per tale ragione, la riflessione che ho affrontato nel libro, non poteva escludere ulteriori aspetti come la connessione tra virilità sessuale, identità nazionale e guerra (quest’ultima come dimensione patriarcale), i quali, in una prospettiva storica, hanno influito sul piano di una costruzione culturale e dicotomica, oltre che su una categorizzazione sessuale uomo-donna.
Negli ultimi capitoli, soprattutto nel quinto, lei collega la questione della reificazione del corpo allo stupro come “arma” politica di guerra. Cosa intende?
Nel quinto capitolo e in parte nel sesto, mi sono occupata della questione della reificazione del corpo femminile esaminando gli stupri etnici che hanno caratterizzato la guerra in Bosnia (1992-1995). Dalle ricerche che ho svolto per la scrittura del mio libro, ho potuto notare, quanto nella dimensione conflittuale e di guerra, legata alla contrapposizione tra i gruppi etnici, il corpo delle donne sia diventato, immediatamente, il centro delle azioni militari e delle violenze che, all’epoca del conflitto, erano finalizzate ad uno scopo politico ben preciso: quello della “purificazione” etnica, alla cui base vi era anche il riferimento ad una ideologia politica e nazionale che in ex-Jugoslavia, specialmente nella fase post-titina, ha prodotto un sostanziale incardinamento del ruolo femminile sulla sfera domestica e in particolare su quella sessuale.
In che senso le violenze sono politiche?
Il riferimento che io faccio nel libro, in merito agli stupri di massa contro le donne della Bosnia, mette in evidenza la profonda connessione che vi è tra stupro e ideologia politica, nel momento in cui “coloro che commettono gli stupri” affermano, in modo tangibile, l’intenzionalità dell’atto, che è politico e ciò, dal mio punto di vista, ha sempre caratterizzato la storia umana con i suoi conflitti e le sue guerre, poiché violentare la donna determina una lesione dell’onore sessuale e sociale del gruppo, della comunità o della nazione considerata nemica e a cui lei appartiene.
L’ultimo capitolo è incentrato sulle iniziative femminili nella Bosnia post-bellica. Potrebbe spiegarsi meglio?
Nell’ultima parte del libro, rispetto alla questione dello stupro, le cui conseguenze hanno impattato sulla vita delle donne non solo sul piano fisico, bensì su quello psicologico laddove, stupro ed eventuale gravidanza sono sinonimi di stigmatizzazione sociale, mi sono focalizzata sulla possibilità dell’elaborazione del trauma e ciò è avvenuto, grazie alla mobilitazione di associazioni come “Donne in Nero” di Belgrado che, all’epoca del conflitto e in fase post-conflitto, ha dato un contributo importante per aver sostenuto le donne vittime di violenza, dando loro non solo la possibilità di un reinserimento nel tessuto sociale di appartenenza, ma facendo comprendere alle stesse donne, anche la necessaria e personale rielaborazione del dolore rispetto all’esperienza e al trauma vissuto. In ambito internazionale, passi decisivi sono stati compiuti dal Tribunale delle donne di Sarajevo e, in tal senso, vanno citate anche le conferenze sui diritti umani di Vienna del 1993 e di Pechino sulle donne del 1995. Tali eventi hanno spinto infatti, in favore della protezione dei diritti, della formazione dell’empowerment femminile e della “sicurezza di genere”, tuttora, nozione cardine su cui stabilire iniziative rivolte alla sicurezza e alla tutela delle donne in situazione di confitto armato.
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