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Rock Jazz e dintorni a Torino: Lucio Corsi e i Negrita

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Alle OGR suona il trio del sassofonista Jerry Weldon. Al teatro Concordia si esibisce Lucio Corsi.

Anteprima del Torino Jazz Festival con 4 appuntamenti: alla Bocciofila Rami Secchi suona il quartetto di Paolo Agrati, al Comala Pietro Paris quartet, al circolo Mossetto il trio Bellavia- Chiappetta-Deidda, allo Spazio 211 il trio High Fade. Al Capodoglio è di scena Dario Sansone.

Mercoledì. Al Fame Club si esibisce Caterina Cropelli. Al Vinile sono di scena i The Club. Al Capolinea 8 suona Feu Marinho & Federico Zaltron. Al teatro Concordia si esibiscono i Negrita. Per l’anteprima del TJF alla bocciofila Rami Secchi suona il quintetto di Claudio Bonadè. Al Comala la jam session mista Marmellata Jam (musicisti, poeti, disegnatori).

Giovedì. Al teatro Concordia si esibisce Eugenio in Via Di Gioia. Al Vinile sono di scena Tony Degruttola & Giulia Piccarelli. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Cristiano Godano. Allo Ziggy suona il trio Sommacal-Ardizzoni-Cignoli. Per l’anteprima del TJF al Magazzino sul Po è di scena il The New Maurizio Brunod Ensemble, al Folk Club suona Attilio Zanchi Quintet, al Blah Blah si esibisce Aleloi & The Toxic Jazz Factory. All’Off Topic è di scena Il Mago del Gelato.

Venerdì. Al Circolino suona Max Gallo con Pino Daniele Jazz. Al Peocio di Trofarello si esibisce la Neil Zaza Band. Al Capolinea 8 suonano gli Edna. Al Magazzino sul PO è di scena Stefano Pilia. Al Blah Blah si esibiscono i The Trip.

Sabato. Allo Ziggy suona la Disharmonic Orchestra + Miscreance. Alla Divina Commedia sono di scena i Number 9.

Domenica. Per l’anteprima del TJF suona il quartetto della sassofonista Melissa Aldana all’Double Tree by Hilton. Alla Divina Commedia si esibisce La Bbbanda.

Pier Luigi Fuggetta

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“Shisha bar”, sequestro di melassa per narghilè

A Torino, durante la scorsa settimana, nell’ambito dei controlli disposti da Comando Gruppo Tutela Salute Milano, i Carabinieri del N.A.S. di Torino, unitamente a personale dell’A.D.M. e ai militari delle Stazioni Carabinieri territorialmente competenti, Torino Monviso e Torino San Salvario, hanno eseguito diverse verifiche presso gli esercizi pubblici denominati “shisha bar”.
I militari del N.A.S. di Torino hanno sequestrato complessivamente Kg 1,230 di melassa per narghilè, poiché detenuta, priva di autorizzazione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (A.D.M.) di Torino.
Due i titolari delle attività segnalati all’Autorità Amministrativa.

Rapina alle Poste: individuato uno degli autori

I Carabinieri  di Torino hanno individuato uno degli autori della rapina all’ufficio postale di Caselle, avvenuta lo scorso 16 gennaio. È un 44enne del luogo che è stato indagato a piede libero per rapina aggravata in concorso. Secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe una delle due persone che sono entrate nelle Poste  a volto coperto e armate di pistola e coltello a serramanico. Bottino, meno di duemila euro.

Campionati Italiani Assoluti Unipol primaverili di nuoto

I riflettori sono puntati sullo Stadio del Nuoto di Riccione che da  domenica 13 a giovedì 17 aprile ospiterà i Campionati Italiani Assoluti Unipol primaverili di nuoto.

La prova sarà valida come qualificazione all’impegno principale della stagione: i campionati del mondo che si disputeranno a Singapore dal 27 luglio al 3 agosto.

Oltre all’appuntamento di Singapore in palio anche i pass per i Giochi mondiali universitari di Berlino e per quanto riguarda la squadra giovanile costituirà prova di selezione per la seconda edizione dei campionati europei under 23 e per i campionati mondiali ed europei juniores.

Tra i big il Piemonte sarà presente con il bronzo Olimpico della Staffetta 4×100 Stile Libero, Alessandro Miressi (GS Fiamme Oro/CN Torino), gli olimpionici Sara Curtis (CS Esercito/CS Roero) e Ludovico Blu Art Viberti (GS Fiamme Oro/CN Torino) e la fuoriclasse Tarantina ma torinese d’adozione Benedetta Pilato (CC Aniene).

Tutte le finali in diretta dalle 18:00 su Rai Play Sport 3 domenica 13 aprile e da lunedì 14 a giovedì 17 aprile su Rai Sport HD con il commento di Tommaso Mecarozzi e Luca Sacchi. Zona mista a cura di Elisabetta Caporale.

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Foto DBM

Il peso dell’anima. Sempre che un’anima esista

Siamo dotati di una vita spirituale che abita gli spazi più reconditi del nostro materiale corpo fisico, oppure siamo esseri meccanicistici solo guidati da istinti, cellule, fibre, ossa, muscoli e circuiti neuronali?

Questa è una ‘insignificante domanda che semplicemente’ tormenta’ l’umanità dai suoi primordi.

Pur volendo ammetterne una non ancora provata esistenza, cosa formerebbe l’anima/coscienza? Si potrebbe delinearne una forma, definendone addirittura il peso?

In Occidente esiste un’antica raffigurazione dell’XI secolo, ancora visibile nel santuario di Monte Sant’Angelo, in Puglia. Lo stabilire il peso delle anime dei Cristiani spetterebbe all’arcangelo Michele, raffigurato con una bilancia che pesa le anime.

Bisogna tornare però indietro nel tempo e allontanarsi dall’Europa per altre testimonianze di questa operazione.

La teoria religiosa più storicamente affascinante risale al mito egizio della Psicostasia che ne stabiliva (bilanciato dal peso di una piuma) il valore di ogni essenza spirituale.

Nel Libro dei morti, il testo funerario egizio, viene descritta la pesatura del cuore o pesatura dell’anima. L’anima del defunto, prima di essere accolta nell’aldilà, veniva sottoposta a questo processo. Nella sala del tribunale di Osiride il dio Anubi, divinità della mummificazione (oppure Horus, dio della luce, del cielo e della bontà), poneva su uno dei piatti di una bilancia il cuore della persona; sull’altro piatto si reca invece una piuma, che rappresentava Maat (dea della giustizia).

Al dio Thot, divinità della saggezza, spettava l’esito dell’operazione. Se il cuore della persona era uguale al peso della citata piuma, significava una vita passata nella giustizia. In caso contrario interveniva Ammit, creatura mostruosa divoratrice delle anime.

Le interpretazioni su cosa sia la vita dopo la vita, sono però tantissime, praticamente collegate ad ogni cultura passate e presente.

Il loro fascino è indubbio ma noi cercheremo di affrontare l’argomento senza appoggiarci all’archeologia, a teorie religiose e ai miti, ma lavoreremo su confronti similmente razionali (quindi in linea di massima scientifici e riproducibili).

Secondo il medico statunitense Duncan Mac Dougall, nato nel 1866 in Massachusetts, l’anima avrebbe un peso riscontrabile e da lui calcolata nel 1907, con un proprio sistema empirico, in 21 grammi circa.

Pur se descriviamo esperimenti condotti con logiche di inizio XX secolo, il dato non può che portare ancora oggi a riflettere. Quale il sistema utilizzato dal medico statunitense? La medicina di allora era poco paragonabile con quella del giorno d’oggi, anzi, la sua logica di intervento – oggettivamente riscontrata – fu addirittura più vicina alla misurazione della tara dei gravi, rispetto a una teoria medica.

Mac Dougall pesò i corpi di sei persone sulla soglia della morte, ripesandoli dopo il decesso (allora i malati di diabete o tubercolosi a livello terminale erano portati in ospedale, che funzionava un po’ come i nostri Hospices).

A seguito di ripetute verifiche, il medico si rese conto che il corpo perdeva impercettibilmente peso.

Lo stesso esperimento con alcuni cani non diede alcuna variante di peso “prima-dopo”.

I risultati di tale esperimento vennero pubblicati sull’American Medicine Association con una sua teoria che quantificò in 21 grammi circa il peso dell’anima, in quanto i cadaveri stabilmente diminuivano di peso e tutti con simili differenze.

Ovviamente questa teoria, benché pubblicata, fu accolta dalla comunità scientifica con grande scetticismo, anche per la mancanza di esatte prove effettive sui metodi utilizzati, né tantomeno – ora come allora – dell’esistenza stessa dell’anima.

Secondo la maggior parte dei medici del tempo, questa diminuzione di peso si spiegò con il fatto che la temperatura del sangue in vita sia più alta e quindi tale cambiamento sarebbe provocato da una forma di sudorazione. Inoltre il medico utilizzò una bilancia industriale giudicata di scarsa sensibilità. Per un esperimento del genere il medium tecnologico deve essere invece precisissimo.

Altra spiegazione empirica fu trovata con l’osservazione nell’attimo del fine vita: con la cessazione del battito cardiaco, i polmoni si svuotano esalando il cosiddetto “ultimo respiro”. Infatti l’aria, per quanto minimo un suo peso ce l’ha!

Questo lontano esperimento, seppur non attendibile scientificamente, è diventato però estremamente popolare e rimasto impresso nell’immaginario collettivo. Fatto scientificamente curioso è però che dal 1907 nessuna ricerca ha più cercato di approfondire, confutare, affermare (soprattutto grazie agli stupefacenti traguardi raggiunti dalla scienza) sperimentalmente quanto messo a disposizione dal Duncan Mac Dougall.

Potremmo azzardare l’ipotesi che sia ancora in essere da parte della Scienza Medica una ritrosia culturale ad affrontare enormi concetti come l’esistenza di Anima, Coscienza e Spirito.

Recenti commenti (non sperimentali) ai fatti del 1907 portano almeno teoricamente a spiegazioni piuttosto convincenti. La perdita di peso di alcuni grammi non sarebbe un indizio al peso dell’anima, perché unicamente attribuibile a processi fisiologici come la perdita dei fluidi corporei, il rilassamento dei muscoli (che può portare ad espellere aria residua dai polmoni), nonché un veloce inizio di decomposizione dei tessuti e la presenza di insetti necrofagi.

Prima di addentrarci ulteriormente sull’argomento con un’altra più recente fonte, consideriamo utile portare a una veloce scorsa ai tre concetti, approssimativamente simili ma invece con sensibili differenze[1]:

. Anima = essenza metafisica, eterna e individuale e risultato dell’incontro/scontro fra spirito e materia. L’anima sarebbe la forma del corpo e di un suo intangibile principio vitale.

. Spirito = Lo Spirito rappresenterebbe Dio stesso, inafferrabile entità che risiederebbe in ognuno di noi.

. Coscienza = capacità della mente di presenza in uno stato di veglia (contrapposizione di incoscienza) nella quale si acquisisce consapevolezza del Sé, raggiungendo una “unità” di ciò che viene appreso con l’intelletto. Nella vita di tutti i giorni utilizziamo infatti spesso l’espressione “peso della coscienza”. Il termine è anche declinato come senso di Morale.

Su ciò ha lavorato il famoso Fisico francese Jean Emile Charon (Parigi 1920 – Ballainvilliers 1998). Ingegnere chimico, si specializzò in ingegneria nucleare, per orientarsi definitivamente verso la Fisica Teorica Fondamentale.

Charon, dopo lunghi studi è pervenuto all’ipotesi dell’elettrone (particella subatomica con carica elettrica negativa, ritenuta particella elementare); questa sarebbe anche fondamentale come dimensione dello Spirito e sinonimo di Forza Vitale.

Per ridurre il concetto a una facile comprensione, l’elettrone sarebbe il luogo fisico in cui la dimensione dello Spirito (il divino?) trova il suo collegamento con la dimensione della materia il cui piano, in questa prospettiva, cessa di presentarsi come essenza unicamente materica.

Innovatore totale, pur se non ancora riconosciuto (fatto non certo unico fra le grandi menti), questo Fisico francese, con una produzione intellettuale in bilico fra scienza teorica e filosofia ha scritto che:

“una Scienza che studi la formazione, la struttura e l’evoluzione dell’universo “deve lasciar coesistere nel suo linguaggio Materia e Spirito, anche se comunque sia compatibile con le esigenze di ogni linguaggio scientifico: rigore logico, rispetto scrupoloso dell’osservazione … Il compito più importante del XXI secolo sarà proprio quello di sviluppare lo studio dello Spirito, quale proprietà essenziale della materia e dei suoi poteri”.

Il suo lascito resta un aperto invito ad accogliere una prima idea su ciò che Hegel chiamò Fenomenologia dello Spirito, un concetto di vicinanza immateriale da leggere come ponte verso il linguaggio scientifico. Per condensare il concetto, La concezione dell’Evoluzione in Charon sarebbe imperniata sullo Spirito, quale autentico deus ex machina della stessa evoluzione, governata dallo Spirito e non dalla materia, o almeno non dalla sola materia.

Quindi torniamo all’inizio dell’articolo: esiste un’anima in ognuno di noi, esiste un Dio come essenza primigenia a capo di tutto ciò che viviamo e vediamo?

Le prime, elementari ricerche del medico Mac Dougall sull’esistenza di un corpo immortale residente nel corpo mortale potrebbero avere un senso o questi 21 grammi sono unicamente legati ad un umanissimo polmone che si svuota d’aria dopo la morte? Sono un minimo realistici remoti concetti religiosi come il biblico Uomo Pneumatico, essere vivente solo grazie a un divino e inesprimibile soffio vitale?

Albert Einstein, che di sistemi planetari, forze fisiche e masse stellari se ne intendeva, ci ha lasciato un possibilistico pensiero, pur se non collegato alla sua invitta Teoria della Relatività:

“Tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile”.

.. e se di misteri ne ha parlato lui, come possiamo vivere ancorati a troppe certezze noi?

Ferruccio Capra Quarelli

[1] I termini sono solo indicativi perché numerose fonti filosofico/religiose/psicologiche portano a sottili divergenze interpretative per ogni concetto.

Il termovalorizzatore del Gerbido ha aperto le porte all’ente nazionale Sordi

Il termovalorizzatore del Gerbido ha accolto una numerosa delegazione dell’ente Nazionale Sordi (ENS) di Torino, confermando la sua vocazione all’inclusività e all’apertura di tutti i tipi di pubblici.

La visita, resa possibile grazie al supporto di un interprete LIS, ha coinvolto oltre cinquanta partecipanti che hanno potuto seguire l’intero percorso, dalla presentazione introduttiva al sopralluogo negli spazi degli impianti in modo chiaro e partecipato. L’esperienza è stata arricchita da materiali visivi e infografiche che hanno facilitato la comprensione del processo di termovalorizzazione.

TRM si conferma così un punto di riferimento per la trasparenza e il dialogo con il territorio, offrendo visite su misura per scuole, enti, associazioni, con particolare attenzione però alle esigenze di ogni interlocutore. A testimoniarlo anche i numeri. Nel solo 2024 l’impianto ha infatti ospitato circa 2900 persone per visite didattiche a scuole di ogni ordine e grado, associazioni, professionisti, stakelholder territoriali.

 

Mara Martellotta

Dove sono gli scrutatori?

L’approssimarsi dei referendum del prossimo mese di giugno (e delle elezioni amministrative in alcuni Comuni) ripropone l’annoso problema delle defezioni di quanti vengano incaricati di svolgere la funzione di scrutatori (e Presidenti) nei seggi elettorali.

Vi sono appositi elenchi, nei quali ci si può iscrivere ma che vengono solitamente alimentati in autonomia dai Comuni, ai quali si attinge poi per formare gli equipaggi dei vari seggi.

Soprattutto negli ultimi anni si assiste al fenomeno dell’astensionismo (o dell’assenteismo, se preferite) mettendo così a rischio la formazione delle singole sezioni; malattie improvvise e assenze ingiustificate obbligano il Ministero dell’Interno a correre ai ripari reclutando in fretta i sostituti necessari, anche precettando dipendenti comunali.

Facciamo un passo indietro: negli anni 80, quando cominciai a votare, gli scrutatori erano designati dai vari partiti cosicché ogni partito, se non altro per vigilare che non venissero lesi i propri interessi, proponeva il numero necessario di componenti.

Successivamente vennero istituiti gli elenchi comunali, nei quali potevano iscriversi tutti i cittadini dai 18 anni in su.

Qualche anno fa, almeno a Torino, la precedenza nell’incarico di scrutatore venne data ai disoccupati pensando in tal modo, l’Amministrazione, di risolvere un minimo i problemi economici dei designati.

Fu l’inizio della fine: defezioni enormi, abbandoni durante le operazioni di voto misero in luce la difficoltà di coniugare senso civico, possibilità di guadagno e organizzazione di un diritto-dovere.

Vedremo quest’anno come andrà: certamente si nota, ogni giorno di più, la mancanza di senso civico e di voler partecipare, anche in un aspetto collaterale al voto, alla vita politica del Paese.

Vigilare sul corretto svolgimento del voto e, soprattutto, sullo spoglio delle schede significa garantire al Paese il rispetto della volontà degli elettori; io fin dal 1981 (appena diciottenne, in concomitanza col primo voto) ho sempre prestato servizio come scrutatore tranne durante il servizio militare, quando non mi chiamarono e con la riforma dei disoccupati descritta sopra. Ora si assiste ad una diserzione di massa, inspiegabile da qualsiasi parte la si guardi.

A chi presti servizio come scrutatore (o segretario) viene riconosciuto un compenso di 120 euro per 2 giornate di lavoro; nel caso si svolgano anche elezioni amministrative il compenso è notevolmente superiore. Se consideriamo, dunque, l’aspetto economico rinunciare a tale possibilità significa rinunciare a permettersi una cena per due, un week end da solo o un libro di testo universitario.

Se, guardando all’aspetto civico, pensiamo che è dovere di ognuno di noi garantire la democrazia, il regolare svolgimento delle elezioni, e svolgere incarichi amministrativi allora, a maggior ragione, non si comprende il perché di tale defezione di massa.

E’ vero che l’assenteismo ai seggi si osserva tanto tra gli elettori quanto fra i componenti dei seggi e, dunque, pare essere un fenomeno sociale ancora da studiare; di certo è che occorre arginare, se non sia possibile risolverlo, il fenomeno.

Perché continuiamo a usare schede cartacee e matite, anziché consultare un monitor e apporre una scelta digitale? Sarebbe sufficiente avere due sistemi separati, uno che verifichi se l’elettore ha titolo per votare e l’altro che raccolga il voto, non connessi tra di loro per evitare di abbinare l’elettore al suo voto, con sistemi che ormai qualsiasi azienda informatica può realizzare.

Così facendo si potrebbero unire due sezioni rendendo sufficienti 3-4 componenti, anziché 10, ed il problema sarebbe arginato.

Siamo sicuri di voler risolvere la questione? A chi non conviene?

Sergio Motta

De Gasperi, no alla ridicolizzazione

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Un dato è sufficientemente certo ed oggettivo. E cioè, il magistero politico, culturale, sociale, istituzionale e di governo dei grandi leader e statisti del passato non è replicabile. E questo non solo per ragioni oggettive ma anche, e soprattutto, perchè le dinamiche politiche del passato non trovano più cittadinanza alcuna nella cittadella politica contemporanea. È il caso, nello specifico, del magistero di Alcide De Gasperi, forse il più grande leader e statista politico del secondo dopoguerra. Certo, è indubbiamente importante che molti – forse addirittura troppi – oggi ne richiamino la straordinaria coerenza nell’aver perseguito un disegno politico democratico, riformista, europeista, di governo e autenticamente costituzionale. E, con De Gasperi, anche quello del suo partito, la Democrazia Cristiana.
Detto questo per onestà intellettuale, non possiamo però assistere passivamente ad operazioni che appaiono quasi blasfeme sotto il versante politico. Penso, nello specifico, a chi oggi pensa di tradurre concretamente nella cittadella politica italiana una riflessione che le cronache dell’epoca riportano proprio ad Alcide De Gasperi. E cioè, la definizione della sua Democrazia Cristiana come di “un partito di centro che guarda a sinistra”. Operazione, francamente goliardica, fatta propria oggi dal partito personale di Italia Viva. E questo per due ragioni di fondo.
Innanzitutto perchè l’attuale coalizione di sinistra e progressista è composta – del tutto legittimamente – da 3 sinistre che si contendono la leadership politica di quella futura alleanza. E cioè, la sinistra radicale, massimalista e libertaria della Schlein; la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle e la sinistra estremista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Una coalizione, come emerge ogni giorno in modo persin plateale, che non tollera al proprio interno la presenza di una esperienza centrista, riformista e moderata. Se non come puro ornamento. Ne è conferma proprio l’esperienza del partito personale di Italia Viva che quotidianamente deve giurare fedeltà al progetto della Schlein e, addirittura, al verbo populista e demagogico dei 5 stelle. Di qui la “tolleranza” verso il partito di Renzi e le ospitate televisive nei talk di sinistra e politicizzati de La7 e sugli organi di informazione funzionali alla sinistra radicale e populista.
In secondo luogo “un partito di centro”, anche se “guarda a sinistra”, non può essere definito tale se si riduce ad essere l’espressione di una sola persona. Quello, al massimo, è un cartello elettorale che non declina un progetto politico ma è funzionale, come la concreta esperienza insegna, all’ottenimento di una manciata di seggi parlamentari per “grazia ricevuta” da parte dell’azionista di maggioranza della coalizione.
Ecco perchè, prima di scomodare la storia con la S maiuscola, forse è consigliabile essere leggermente più prudenti. Perchè si può, e si deve, giustamente ispirarsi al magistero politico dei grandi leader e statisti del passato. Meno consigliabile, appunto, è sfregiarne il magistero con operazioni politiche che più che propagandistiche rischiano di diventare puramente, se non esclusivamente, macchiettistiche.