ilTorinese

Ultimo saluto al farmacista: comunità in lutto

Ultimo saluto nei giorni scorsi al dottor Carlo Armosino, morto a 62 anni. Il medico lavorava nella farmacia Dallocchio di via Torino, a Nichelino, vicino al municipio. Numerosi i messaggi di cordoglio sui social da parte dei clienti della farmacia che hanno evidenziato la gentilezza e la professionalità del medico.

Muore improvvisamente noto ex giocatore di basket

E’ morto a 56 anni all’ospedale di Sassari per una improvvisa malattia, Alex Hottejan

Il giocatore fu elemento di spicco di Pallacanestro Biella nella prima stagione 1994-1995.

Negli  anni ’80 era una grande promessa del basket nazionale e arrivò a Biella, dopo aver militato in serie A1 con Torino e Varese. Ottenne  la promozione in B1 con l’Olbia nella stagione 1993-1994.

In Sardegna negli ultimi anni ha lavorato come istruttore cinofilo.

Intesa Sanpaolo, un miliardo a famiglie e imprese danneggiate dal maltempo

Intesa Sanpaolo al fine di rispondere nel più breve tempo possibile alla situazione di emergenza venutasi a creare in seguito agli eventi atmosferici che hanno colpito diversi territori del Paese, ha stanziato un plafond di 1 miliardo di euro a condizioni agevolate a sostegno delle famiglie e delle imprese che hanno subito danni a seguito dell’eccezionale maltempo.

Il plafond è destinato alle famiglie, alle imprese, ai piccoli artigiani, commercianti e alle imprese del settore agroalimentare che hanno subito danni, dando loro un sostegno finanziario dedicato. Il Gruppo Intesa Sanpaolo prevede la possibilità di richiedere la sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate dei finanziamenti in essere per famiglie e imprese, residenti nelle zone colpite dal maltempo.

La Banca mette a disposizione tutte le proprie filiali sul territorio per fornire prontamente informazioni ed assistenza.

“Intesa Sanpaolo, riaffermando la vicinanza ai territori in cui opera e l’attenzione verso le necessità delle popolazioni – dichiara Stefano Barrese, responsabile Banca dei Territori si è attivata subito in soccorso di tutte le realtà che stanno subendo danni per il maltempo, stanziando immediatamente un consistente intervento finanziario. Una prima e rapida risposta per rendere possibile alle imprese di proseguire nella loro attività e alle famiglie di affrontare questa situazione di emergenza”.

La Valcerrina per i torinesi raccontata nella vecchia guida

“Questo piccolo e modesto opuscolo è stato preparato con un solo scopo: fare conoscere una bellissima zona del Monferrato, raggiungibile da Torino in poco meno di un’ora, percorrendo la S.S. 590, tutta panoramica, partendo da San Mauro e passando per Gassino, Cavagnolo e Brozolo.

Chi ci va una volta, ci ritorna una seconda volta, e poi un’altra ancora, e poi periodicamente sente il bisogno di passare una giornata fra quei colli”. In queste poche righe si condensa la ‘Guida breve della Valcerrina – (Alla scoperta del Basso Monferrato’ realizzata da Giuseppe Negro ed edita nel 1974 dalla Tipografia Editrice Cav. G. Capella e Figli di Ciriè. Si tratta di una rarità nel suo genere perché, se è vero che di guide sul Monferrato se ne annoverano diverse e tutte di qualità, opere specifiche sulla Valcerrina, in realtà, non se ne trovano, quanto meno in tempi recenti. Questa, pur non essendo analitica (rinvenuta tramite un amico in un mercatino antiquario a Moncalieri qualche mese fa) tuttavia ha il pregio di focalizzarsi su una parte dei comuni della Valle in Provincia di Torino (Murisengo, Villadeati, Valcerrina (Cerrina Monferrato), Gabiano, Mombello, Serralunga di Crea) e di Asti (Robella). Qualcuno potrà obiettare, giustamente, che mancano altri centri come Odalengo Grande, Villamiroglio, Moncestino (e poi ancora Odalengo Piccolo, Ponzano Monferrato, Alfiano Natta)  in Provincia di Alessandria e Moransengo nella provincia astigiana, oltre a quelli nell’attuale Città Metropolitana di Torino, toccati dalla  ex Strada Statale 590 (oggi provinciale) ma il pregio della pubblicazione, che si snoda in 66 pagine con fotografie che all’epoca erano attualissime, è focalizzarsi su una zona che non ha mai realmente valorizzato il suo enorme potenziale turistico, pur trovandosi lambita da due Patrimoni dell’Umanità Unesco (il Santuario di Crea ed il territorio di Langhe-Rosero e Monferrato) oltre che dalla Collina Po. L’autore, così almeno si evince leggendola sua premessa, ha voluto illustrare soprattutto a chi vive a Torino le bellezze e le ricchezze della Valle, posta ad una breve distanza dal capoluogo regionale e facilmente raggiungibile in auto. E la direttrice di Torino, ancora oggi all’inizio del secondo ventennio del XXI secolo, è quella privilegiata perché la Valcerrina possa accogliere quei flussi turistici della gita fuori porta della domenica o dei festivi, più che quelli provenienti dal Milano o dalla Lombardia che sinora si sono sempre orientati verso un asse Casale Monferrato – Crea – Moncalvo. Naturalmente non è un’affermazione assoluta ma un’attenta osservazione non può che portare a queste conclusioni. Prima di entrare nelle caratteristiche dei 7 paesi visitati Negro ha affidato a Giuseppe Colli, un contributo su ‘Paesi e Castelli’. Colli, nato a Lu (oggi Lu e Cuccaro Monferrato) e scomparso a Torino nel 201, fu nel secondo dopoguerra uno dei più intraprendenti artefici della ricostruzione culturale torinese, fondando alcune associazioni e nel 1952 il periodico letterario ‘Il Solitario’. Tra le sue opere una ‘Monferrato’ del 1960 è stata ristampata da Alzani Editore nel 2005. Un altro interessante contributo è quello di Remo Grigliè ‘Monferrato alla sbarra’ nel quale viene evidenziato come il Monferrato sia oggi (1974) ‘trascurato ancor più che in passato’, pur essendo fra le ‘subregioni italiane, una delle più note per la sua storia millenaria’. Grigliè, autore di ‘Invito al Monferrato’ edito da Andrea Viglongo nel 1965 e di un ‘Invito alla Collina Torinese’, comasco di origine, aveva diretto la Gazzetta dello Sport per un anno tra il 1975 ed il 1976. Ma i riflettori della Guida breve sono tutti sulla Valcerrina ed i suoi paesi descrivendone, sia pure succintamente, l’economia, la storia, le tradizioni, i luoghi dove si mangiava e si beveva bene, le fondi idropiniche (Murisengo e Villadeati) e dedicando, nella parte di Serralunga di Crea una lunga descrizione al Santuario di Crea. Nello spazio dedicato a Gabiano, una scheda è riservata a Cantavenna ed ai suoi ristoranti e vini. Il pregio dell’opera è di focalizzarsi unicamente sulla Valcerrina, area che è ricca di storia e tradizioni e, che pur essendo parte del Monferrato, tuttavia è opportuno che riesca a mantenere una propria identità, andando anche al di là dei suoi confini provinciali alessandrini nella direzione di Asti e di Torino. Un’opera della quale di avverte la necessità che venga ripresa, seguendone la traccia che ha dato, anche con uno sguardo al futuro che non dimentichi il passato

Massimo Iaretti

Alle Molinette eccezionale trapianto in blocco di cuore e polmoni salva ragazza 19enne

Un donatore di Trieste ha salvato con il proprio cuore e i propri polmoni una ragazza colpita dall’ipertensione polmonare primitiva. L’eccezionale e unico trapianto multiplo di cuore e due polmoni in Ecmo è avvenuto alle Molinette. 

L’intervento, tecnicamente riuscito, è durato 12 ore.

 

È la storia miracolosa di una ragazza pugliese di 19 anni. Stava vivendo la sua giovinezza come tutti i suoi coetanei, ma ecco che a fine maggio arrivano le prime avvisaglie, qualcosa in lei non va e si avvertono i primi problemi di salute: le manca il fiato, si stanca facilmente ed iniziano a gonfiarsi le gambe. Mamma e papà si accorgono che non è più la stessa e la convincono ad andare in ospedale. Al suo arrivo i medici si accorgono che la situazione è molto seria: il suo cuore è molto affaticato e si sta per fermare. La diagnosi è presto fatta: ipertensione polmonare primitiva, una rarissima patologia, caratterizzata da elevate pressioni nei vasi polmonari che causa una disfunzione del cuore.
Le condizioni cliniche precipitano rapidamente ed Aurora necessita di una macchina che le permette di aiutare il cuore ed i polmoni: l’ECMO (per garantirle la circolazione extracorporea e che faccia le veci dei suoi organi). Nonostante una terapia farmacologica specifica non si vedevano gli effetti desiderati e la ragazza non poteva essere staccata dall’ECMO e dalla ventilazione meccanica. Ecco che si fa strada l’unica opzione terapeutica rimasta: il trapianto in blocco del cuore e dei polmoni. Dal Policlinico di Bari, Aurora viene trasportata con un volo speciale dell’Areonautica Militare a bordo di un C-130 presso il Centro Trapianti Cuore – Polmone dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Mauro Rinaldi). Qui viene ricoverata presso la Cardiorianimazione, coordinata dalla dottoressa Anna Trompeo, e dopo un’attenta valutazione si procede alla richiesta in urgenza nazionale dei tre organi per un unico trapianto salvavita. Dopo 5 giorni la chiamata più attesa per i genitori provati per le gravi condizioni cliniche della figlia, il Centro Regionale Trapianti (diretto dal professor Antonio Amoroso) propone un donatore. Inizia la corsa contro il tempo, l’équipe prelievo vola verso Trieste per prelevare il blocco cuore – polmoni. La ragazza viene portata in sala operatoria e sottoposta ad un lungo e delicato intervento di oltre 12 ore, eseguito dal professor Mauro Rinaldi e dal professor Massimo Boffini, con l’aiuto degli anestesisti Antonio Toscano e Federico Canavosio. Completate le ultime suture il cuore ed i polmoni nuovi iniziano subito a funzionare e la paziente riesce ad essere svezzata dall’ECMO. Dopo alcuni giorni le condizioni cliniche migliorano e la giovane paziente inizia nuovamente a respirare da sola. Il cammino è ancora lungo, perché anche gli altri organi hanno sofferto molto prima del trapianto e devono ancora riprendersi completamente, ma adesso con un cuore e due polmoni nuovi è solo una questione di tempo.
“E’ una storia bellissima a lieto fine per la giovane ragazza e per la vita da vivere che ha ancora davanti a sé. Complimenti alle nostre équipes ed al sistema trapianti, che ancora una volta si confermano punto di eccellenza della Città della Salute” commenta il dottor Giovanni La Valle (Direttore generale Città della Salute di Torino

 

 

Bimbo cade in un dirupo. Ferito alla testa

È un undicenne residente in provincia di Varese il ragazzino  che assieme alla famiglia stava camminando in quota in Valle Antigorio. E’ scivolato in un dirupo riportando ferite alla testa e traumi alla schiena. L’elisoccorso, allertato dai genitori, lo ha portato all’ospedale di Novara

Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto Quarto appuntamento: “Be My Guest” (2022) di Elsa Yeoman

In piazza Bottesini a Torino, dal 10 agosto al 12 settembre 2022

 

Da mercoledì 10 agosto fino al 12 settembre è fruibile in piazza Bottesini a Torino il quarto appuntamento di Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto, progetto ideato da Alessandro Bulgini e curato, per questa edizione dedicata all’arte islandese, dall’artista Jòn Gnarr.

Nell’alternanza di immagini, forme e ispirazioni dei manifesti 6×3 metri in piazza Bottesini, il caldo mese di agosto accoglierà la stravaganza culinario-fotografica di Elsa Yeoman, artista, politica e cuoca, scoperta dallo stesso Jòn Gnarr e trascinata tra le fila del suo partito “The Best Party”, nel quale Gnarr ha coinvolto tantissimi artisti islandesi nella convinzione che solo l’arte possa, in determinate occasioni, fornire un reale spunto per il cambiamento. La lista di Gnarr ha poi vinto le elezioni comunali di Reykjavík così dal 2010 al 2014 Gnarr è stato Sindaco della capitale dell’Islanda e la Yeoman ha svolto il ruolo di assessore alla Cultura.

Sulla sua opera Elsa Yeoman dice: “Quello che faccio e penso è cibo. Amo tutto ciò che lo riguarda: il gusto, l’aspetto, il modo in cui fa sentire le persone. I miei lavori ruotano intorno al concetto di cibo e mi piace trovare modi interessanti per presentarlo agli ospiti, con colori, consistenza e colpi di scena divertenti. ‘Be My Guest’ è un modo di dire che di solito si usa per dare, educatamente, il permesso a qualcuno di fare qualcosa. Quindi, creare qualcosa che per decenni ha avuto un certo aspetto e farlo sembrare completamente diverso è il mio obiettivo. Rompere le tradizioni e vedere la reazione delle persone è ciò che cerco. Prestare attenzione a come ci si sente quando si guarda il piatto. È sempre una questione di reazione. È stato lo scrittore Marco Gavio Apicio, il buongustaio romano del I secolo, a pronunciare la frase ‘Si mangia prima con gli occhi’. E credo che sia ancora vero, o che lo sia sempre stato. Il foraging – la ricerca di cibo nutriente – è una delle funzioni più importanti del cervello. E in noi esseri umani, questa attività si basa principalmente sulla vista.

 

L’artista opera in modo semplice ma efficace, partendo dal cibo, abbatte le frontiere date dalle consuetudini e dalle tradizioni. Un’opera che entra nella nostra quotidianità per scardinarne le certezze; minare le sicurezze prima di tutto visive ci predispone al “diverso”, perché i cambiamenti più profondi partono da ciò che ci è più vicino.

“Quindi, accomodatevi pure e godete l’opera” – conclude l’artista.

 

Il progetto artistico di Opera Viva, il Manifesto ha portato, dal 2015, in Barriera di Milano a Torino più di 40 artisti, italiani e stranieri, interpreti dello spazio pubblico di 6×3 metri (Cimasa 50530) in piazza Bottesini.

 

La qualità del prossimo Parlamento non sarà migliorata dalla presenza o meno della Senatrice Casellati…

Con le logiche attuali anche un Donat-Cattin avrebbe rischiato 

Il  rinnovo del Parlamento dovrebbe essere il momento più alto nella vita del Paese a prescindere da chi vincerà le elezioni perché la qualità del Parlamento potrà dare leggi di riforma di grande rilievo  che aiutino la economia e la società italiana a tenere il passo con la economia globale e con i grandi cambiamenti climatici . Purtroppo nella scelta dei partiti non prevale più la logica della qualità e della competenza ma quella della vicinanza al commissario regionale ..o altro
Anche i giornali hanno le loro responsabilità. Invece di presentare agli elettori il bilancio del lavoro svolto dal Deputato X o dal Senatore Y a difesa del proprio territorio o del proprio Paese , ai giornali interessa conoscere il Gossip e sapere chi verrà designato e soprattutto ai giornali e alle TV interessa sapere chi vince. Mentre nel calcio tifosi e allenatori sono sempre più interessati alla qualità dei giocatori che i patron acquistano al mercato estivo,  che in Parlamento vengano eletti esperti nelle varie materie , politici che rappresentino bene i propri territori , interessa solo a una minoranza illuminata. Mentre  nell’800 i Deputati locali difendevano al meglio i propri territori ora capita  che i parlamentari eletti non si accorgono che nella ultima Legge Finanziaria non vi sono finanziamenti a favore del settore auto , per fare un esempio o che i fondi per la Intelligenza artificiale siano stati ridotti a un quinto.
Così a difendere la TAV non sono scesi in piazza i ben pagati deputati e senatori torinesi ma bensì noi della Società civile.
Torino seppe riprendersi dalla perdita della Capitale garanzie anche alla qualità dei suoi Consiglieri Comunali che contemporaneamente erano anche Ministri del Governo nazionale.(Quintino Sella).
Quando i leader di partito difendono i parlamentari uscenti dovrebbero fornire un Bilancio della attività svolta nell’ultima legislatura , una delle più modeste di sempre.
Partiti e deputati deboli che non Han saputo opporsi alla demagogia dei 5 stelle che con un taglio esagerato del numero dei parlamentari non hanno risolto alcun problema del Paese anzi renderanno più difficile la attività di Camera e Senato future.
Cosicché oggi il taglio del numero dei parlamentari rischia di tagliare ancora di più la qualità degli eletti. Perché la legge di Grishan , la moneta cattiva scaccia quella buona, non  vale solo nella economia ma anche in politica .Così la brava Porchietto rischia il posto a favore di persone che non hanno brillato per qualità ma che verranno premiati per altre qualità . Cosicché chi ha guidato la iniziativa che ha portato a Torino la Autorità dei trasporti o che ha avuto il coraggio di organizzare la Piazza che ha salvato la TAV, difendendo alla grande gli interessi dei torinesi di oggi e di domani , viene dimenticato. Non capito’ così a Luigi Arisio l’organizzatore della Marcia dei 40.000 che al contrario venne portato in Parlamenro dall’allora PRI.
E invece con candidature di qualità , esperienza e passione , Torino avrebbe potuto essere rappresentata maglio in Parlamento e contare di più a Roma.
Mino GIACHINO 
SITAV

Quel lungo “viaggio” in ascensore con Mr. James

Ascoltare e vedere per credere

“Basta ca rump nen le bale”: avevamo appena lasciato in sala pranzo la raffinata coppia  della Granda, quando simpaticamente ondeggiando me lo vedo arrivare. Eccolo a due passi. A vederlo, pacioso e sorriso senza fine, ha l’aria (e lo sarà anche) del gigante buono. Camicione hawaiano a maniche corte, dai colori vivaci – che di più – con variopinte fantasie floreali, taglia XXXL (esponenziale) e bermudoni fucsia – magenta elettrico – che faticosamente scavalcano gli “addominali” (si fa per dire) per riposare pesantemente sotto le ginocchia, Mr. James ci raggiunge – il sottoscritto e mia moglie – davanti all’ingresso dell’ascensore. In mano ha ancora lo smartphone, gioiello d’ultima generazione, con cui avrà scattato la trecentesima foto (forse più) con i vicini di tavolo e d’abbuffate e gran bevute. Il colorito é rubicondo bruciacchiato dal sole su epidermide bianco-candida all’origine, la fronte come sempre copiosamente imperlinata da vistose (anche loro!) gocce di sudore e i capelli bianchi perfettamente spettinati alla maniera del suo, non meno eccentrico, compatriota Boris, primo ministro UK. Un attimo di imbarazzante panico. Poi sbotta con un chiassoso ridanciano “Hi” e aggiunge ” Come with you?”.
“???”, io (zero in inglese).
“Let me see how many people”, viene in soccorso mia moglie. Pausa. ” ???”, sempre io (sempre zero in inglese).
“It’s ok”, ancora mia moglie.
“Ok”, pappagalleggio io.
“Today bad weather”, James.
“Just for two hours”, se non ci fosse quella santa donna di mia moglie! Io, timido colpettino di tosse. Mi sento tanto Totò e Peppino (scegliete voi) spaesati e sperduti davanti al “ghisa” in piazza Duomo a Milano. Evito il “nous volevon savoir” (sarebbe troppo!) e in soccorso ci si aprono le porte del mai tanto agognato ascensore. Due piani, noi. Quattro, lui, senza mascherina (d’obbligo), fra l’altro! Poco più di un minutino di imbarazzante, dannata eternità. Dentro é un tornado di parole e risatone a senso unico. Fa tutto lui. Domanda e si risponde. E ride e ride. Rido anch’io e mi sento un ebete vestito e calzato di tutto punto. Su una travolgente cascata di un centinaio di parole, ne colgo due o tre: Italy, good wine, Italiani very very nice! Yes, ridacchio. Ci mancano solo più: pizza, pasta e mandolino. Vai che vai. Ed eccoci al secondo piano. Il mio sorriso diventa urlo di gioia. Imperlato di goccioloni di sudore adesso lo sono anch’io. E James continua. Lo sentiamo ridere anche ad ascensore riavviato. Troverà la stanza giusta? Ci grida ancora dall’alto: ” Hi hi!”. Io sussurro impaurito: ” Goodbye”. ” Ma che ‘goodbye’ “, mi rimbrotta mia moglie. ” Troppo ufficiale. Basta ‘hi’!”. “Hi, hi”, “Ahi, Ahi”, sussurro un po’, ma appena un po’, rimbambito. Che viaggio, ragazzi! Non trovo neanche più le chiavi della stanza.

Gianni Milani

Stendhal, la sindrome d’amore per l’Italia e il lago Maggiore

La scrittore Marie-Henri Beyle, più noto con lo pseudonimo di Stendhal, soggiornò più volte nel Verbano, incantato dalle bellezze del lago e dei territori che lo circondano.

“Niente al mondo può essere paragonato al fascino di queste giornate trascorse ai laghi (…) nei boschi di castagni cosi verdi, che sembrano immergere i loro rami nell’acqua”: l’autore de Il rosso e il nero e La Certosa di Parma così la passione che provò per questo lago diviso tra Piemonte, Lombardia e Svizzera ticinese.

In una famosa lettera si spinse addirittura oltre: ” Quand, par hasard, on a un coeur et une chemise, il faut vendre sa chemise pour voir les environs du lac Majeur …” (..se si ha un cuore sensibile, bisogna vendersi anche la camicia pur di visitare i dintorni del lago Maggiore). Della romantica bellezza delle sue rive si ricordò scrivendo il suo romanzo più famoso, La Certosa di Parma. Sul Verbano ambientò le vicende di due capitoli, il ventiduesimo e il ventitreesimo. E’ lì che si rifugiano il tribolato protagonista Fabrizio e la duchessa Sanseverina, segretamente innamorata di lui. La duchessa “aveva preso una casa a Belgirate, un paese incantevole che mantiene quel che il nome promette“, vale a dire belle gite nei dintorni, sul lago o sulle colline del Vergante.

Ma il giovane era ricercato dalla polizia, e perciò “la duchessa aveva mandato Fabrizio ad abitare a Locarno, una città svizzera sull’estremità del lago Maggiore. Ogni giorno andava a prenderlo in barca e facevano lunghe gite sul lago“. In altra occasione Stendhal visitò le isole Borromee e le definì “divine“. Nella parte bassa della sponda piemontese, poco distante dal centro di Arona, visitò il Sancarlone, la colossale statua di bronzo che sorge nei pressi delle rovine della rocca. “Una superba statua del buon San Carlo colpisce i nostri sguardi: ha sessantanove piedi d’altezza e il suo piedestallo ne ha venti; con un gesto maestoso della mano accenna al porto, con l’altra regge un lembo della cotta; è attraverso questo lembo che si entra nell’interno della statua. Un uomo sta dritto nel suo naso. Tranquilla essa sorge in mezzo al lago. Niente l’aveva turbata da molto tempo, quando ultimamente durante l’assedio di Arona una palla la colpì al petto, per fortuna senza danneggiarla“.

Appassionato dell’Italia, Stendhal ne subì il fascino dell’arte, della cultura e dei paesaggi.   L’opportunità di varcare le Alpi e conoscere la penisola si presentò nel 1800 quando si arruolò volontario nell’esercito di Napoleone per la liberazione di Milano dall’Austria. Da quel momento il suo amore per l’Italia divenne sempre più forte e profondo, portandolo a lunghi soggiorni come quelli a Milano dove conobbe, infatuandosene, la fascinosa Angela Pietragua (  “Senza dubbio la donna più bella che io abbia avuto, e forse anche che io abbia visto (…). Faceva pensare ad un essere superiore che avesse preso la bellezza perché questo travestimento gli si addiceva meglio di un altro, e che, con i suoi occhi penetranti, vi leggesse in fondo all’anima. Era il volto di una sublime sibilla”). Marie-Henri Beyle avvertì per il Belpaese un trasporto tale da preferirlo alla Francia che pure gli aveva dato i natali. Una vera e propria devozione, una vertigine come la sindrome che porta il suo nome e che volle rendere esplicita persino sulla lapide che sovrasta la sua ultima dimora al cimitero parigino di Montmartre dove, in italiano, si legge ”Arrigo Beyle. Milanese, scrisse, amò, visse”.

 Marco Travaglini