ilTorinese

Ospedale Briançon, Gallo (Pd): “Da Icardi no ad accordi temporanei”

 “Continuano i problemi organizzativi tra l’ospedale francese di Briançon e l’Asl To3 per quanto concerne il riconoscimento e il rimborso delle spese sanitarie per visite, esami e prestazioni effettuate dai cittadini italiani dell’alta e media Valsusa nel presidio ospedaliero transalpino, punto di riferimento per tanti piemontesi che si appoggiano a quella struttura collocata al massimo tra i venti e i quaranta chilometri da casa. Si tratta di un servizio di primaria importanza dato che, senza questa opportunità, sarebbero costretti a viaggiare fino a Rivoli (80 km) o addirittura fino a Torino” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Negli ultimi tempi – prosegue l’esponente dem – i pazienti non possono più avvalersi della collaborazione tra il nostro Paese e la Francia per ricevere cure oltre confine con il sostegno economico dell’Asl di competenza perché sarebbe scaduto l’accordo tra i due territori e, a partire dal mese di settembre, ai pazienti italiani curati presso il presidio francese stanno arrivando le fatture da pagare per le prestazioni”.

“Per fare chiarezza su un tema tanto delicato – prosegue Gallo – ho interrogato l’Assessore regionale alla sanità per sapere se l’attuale Amministrazione regionale abbia la reale volontà di risolvere il problema aprendo un tavolo con l’ospedale di Briançon per cercare di raggiungere un accordo, un’intesa o un protocollo, quanto meno provvisorio, tra l’Asl To3 e il nosocomio transalpino, in attesa che, a livello nazionale, sia formalizzato un nuovo accordo tra governi per rinnovare la convenzione transfrontaliera oppure che a livello regionale del Piemonte parta l’effettiva realizzazione del nuovo progetto Interreg”.

“Nella sua risposta l’Assessore Icardi ha affermato di conoscere bene il problema e che, attualmente, sarebbe in fase di predisposizione un disegno di legge per normare la materia delle prestazioni transfrontaliere, e ha anche precisato che la normativa che continuerà a essere applicata è quella nazionale. In queste parole leggiamo la mancanza di volontà da parte della Giunta di centrodestra di fare accordi temporanei per migliorare l’offerta sanitaria per i cittadini della Valsusa e di rinviare qualsiasi decisione a data da destinarsi, quando il Governo si farà finalmente carico di dialogare con la Francia per cercare un accordo” conclude Gallo.

Fibromialgia, Zambaia (Lega): istituito Osservatorio e Registro  incidenza

Approvata legge regionale 

“Dopo un lungo percorso finalmente approviamo la legge regionale sulla fibromialgia: un primo passo per promuovere il riconoscimento di questa malattia come patologia cronica invalidante“. Così Sara Zambaia, consigliera regionale della Lega e depositaria della proposta di legge, commenta l’approvazione dell’Aula di Palazzo Lascaris del Testo unificato “Disposizioni in favore delle persone affette da fibromialgia“. “È una legge che ci permette di realizzare un sistema integrato di prevenzione, diagnosi e cura, istituendo un Osservatorio regionale, aderendo ai registri nazionali e istituendo il Registro regionale”.

“La fibromialgia – spiega Zambaia – è una complessa sindrome che provoca dolore cronico muscoloscheletrico, accompagnato da disturbi che vanno dall’astenia ai problemi cognitivi e psichici, come ansia e depressione. Una patologia che impatta sulla vita quotidiana di chi ne soffre. È una malattia ‘invisibile’ che colpisce soggetti apparentemente sani, soprattutto donne tra i 40 e i 60 anni”.

Il Testo unificato assorbe la proposta di legge presentata dalla leghista Sara Zambaia e prevede la creazione di un Osservatorio scientifico regionale sulla fibromialgia, composto da medici ed esperti, che predisponga le linee guida per il percorso diagnostico e terapeutico multidisciplinare, elabori programmi di formazione e aggiornamento per i medici e proponga campagne di sensibilizzazione e prevenzione tra la popolazione che culmineranno con la Giornata regionale della Fibromialgia il 12 maggio.

A sostegno dell’Osservatorio è istituito anche un Registro dedicato per monitorare l’incidenza della malattia, l’andamento e la ricorrenza della patologia, oltre l’analisi e la raccolta dei dati clinici dei pazienti anche al fine di rilevare le eventuali complicanze insorte.

“Seppure allo stato attuale la fibromialgia non sia ancora stata inserita nel nomenclatore tariffario nazionale – sottolinea Zambaia – in Piemonte i malati sono comunque presi in carico dal sistema sanitario. Infatti, nonostante siano passati più di vent’anni da quando l’Oms ha riconosciuto come malattia la sindrome fibromialgica, molti Paesi europei, Italia compresa, non hanno ancora condiviso questa classificazione. Con questo provvedimento avviamo così un percorso di promozione e riconoscimento della fibromialgia come patologia cronica, così come hanno fatto altre regioni, Valle d’Aosta, Lombardia, Marche”.

La nuova Legge stabilisce anche di individuare un Centro di riferimento regionale per il coordinamento del sistema di prevenzione, diagnosi e cura della fibromialgia.

Inoltre viene riconosciuto e valorizzato l’apporto delle associazioni di volontariato per l’aiuto e la solidarietà verso le persone affette da fibromialgia.

Tra gli obiettivi prefissati c’è anche quello di promuovere l’istituzione di progetti di inserimento lavorativo per i pazienti.

Aiutare i bambini. C’è qualcosa di più dolce?

Fino al 10 dicembre ogni dolce di Natale acquistato sullo Shop Online di Fondazione Crescere Insieme ONLUS e nelle attività commerciali di Torino e Provincia aderenti all’iniziativa sono un aiuto concreto per i bambini del Reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale Sant’Anna

Aiutare i bambini. C’è qualcosa di più dolce? Iniziano  con la consueta cerimonia del taglio del panettone da parte della Madrina Alena Seredova al Reparto di Terapia Intensiva Neonatale Ospedaliera (TINO) del Sant’Anna di Torino, le vendite dei Panettoni Solidali Natalizi, che si concluderanno il 10 dicembre in Piazza San Carlo con il tradizionale appuntamento per la Città di Torino del Concerto Gospel “Sunshine Gospel Choir”, il cui ricavato sarà devoluto alla Fondazione Crescere Insieme ONLUS.

Tutto questo grazie agli sponsor MAINA, CRAI ed ASCOM Torino che, in questi anni, hanno creato una sinergia vincente permettendo la realizzazione di innumerevoli progetti a sostegno dei bambini prematuri nati al Sant’Anna, polo d’eccellenza e punto di riferimento per le famiglie e i bambini in tutto il Piemonte e di tutta Italia.

Dal 2009 ad oggi, grazie alla generosità di tutta la città, abbiamo raccolto e donato oltre 500 mila euro alla Fondazione Crescere Insieme racconta Piero Boccalatte Ex Presidente Codè Crai Ovestsiamo molto felici di proseguire con questa tradizione natalizia e con questa collaborazione che nel tempo ha contribuito al miglioramento delle condizioni e della qualità della vita dei piccoli degenti del Reparto di Terapia Intensiva Neonatale di una struttura ospedaliera fondamentale per il nostro territorio.”

Grazie all’aiuto di tutti e al lavoro della Fondazione si è potuta finanziare la ristrutturazione e l’ampliamento dei Reparti di Neonatologia e Terapia Intensiva dell’ospedale, aggiornare continuamente la struttura con tutte le tecnologie necessarie e supportare lo studio scientifico nel campo della Neonatologia.

Alena Seredova, Madrina dell’iniziativa dichiara: “pensavate che quest’anno non ci fossimo? Vi siete sbagliati, arrivano i panettoni e pandoro “Due volti buoni” della Fondazione Crescere Insieme. Anche quest’anno ci siamo e abbiamo bisogno di tutti voi, grandi e piccini, anche solo un panettone può fare la differenza”.

Rinnoviamo con piacere anche quest’anno il nostro sostegno all’evento promosso dalla Fondazione Crescere Insieme Onlus – dichiara Marco Brandani, amministratore delegato di MAINA attraverso i nostri panettoni desideriamo infatti sostenere questa iniziativa con cui si intende migliorare sempre più i percorsi terapeutici e le strutture del Reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. Siamo sempre stati al fianco delle attività della Fondazione attraverso ciò sappiamo fare meglio, ossia i nostri dolci, e desideriamo continuare a farlo, fornendo la nostra piena collaborazione e disponibilità per la buona riuscita di un evento che unisce buona musica, atmosfera natalizia e solidarietà”.

Daniele Farina, Presidente della Fondazione Crescere Insieme ONLUS commenta: “tornano anche quest’anno i nostri panettoni solidali. Il taglio del panettone sarà particolarmente emozionante poiché si svolgerà in Terapia Intensiva, la nostra casa e la nostra famiglia: con noi i nostri sponsor CRAI, MAINA e la nostra madrina Alena Seredova, uniti come una grande famiglia che abbraccia i nostri piccoli pazienti”.

Siamo orgogliosi di essere al fianco del Dipartimento di Neonatologia dell’Ospedale Sant’Anna di Torino, dove il professor Daniele Farina dirige un’equipe di grande competenza, per sostenere progetti a favore dei neonati prematuri e delle loro famiglie – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa -. Di fronte alle sfide attuali, soprattutto quelle relative alla salute, diventa cruciale l’impegno collettivo. Auspichiamo che la raccolta di fondi essenziali per il supporto dei neonati e per la ricerca scientifica possa essere sempre più ricca per aiutare sempre più bambini e famiglie”.

“Lee Miller. Photographer & Surrealist” Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Cento scatti raccontano la vita e l’opera della grande fotografa americana che osò “profanare” la vasca da bagno che fu del Führer.

Fino al 7 gennaio 2024

Un incidente miracolosamente evitato. Da lì, l’inizio di una carriera artistica da “mille e una notte”. 1925: una graziosa studentessa dell’“Art Students League” di New York, cammina tranquillamente per le strade di Manhattan quando d’improvviso un’auto rischia di investirla. Per lei avrebbero potuto esserci gravi conseguenze, se un passante non fosse riuscito a trattenerla per un braccio evitandole seri guai. Incontro salvifico. Il destino aveva in mente ben altre cose per il futuro di quella giovane. Il suo nome: Elizabeth “Lee” Miller, nata nel 1907 a Poughkeepsie, nello Stato di New York, elegante e bella da togliere il fiato. Lui, il provvidenziale “angelo custode”: nientemeno che Condé Nest, editore di “Vanity Fair” e di “Vogue”, che, folgorato da “cotanta beltade”, le propone un contratto da fotomodella, dedicandole pochi anni dopo una copertina su “Vogue”. Lee diventa in breve una delle modelle più richieste dalle riviste di moda, ritratta da fotografi di gran calibro. Fra tutti e tanti: Man Ray, di cui fu, non solo modella, ma altresì musa ispiratrice ed amante. E forse proprio la frequentazione con il leggendario artista e padre della “fotografia surrealista” instillò in lei il desiderio di cambiar mestiere e “postazione”. Di stare cioè non più davanti, ma dietro l’obiettivo fotografico. Nel 1929 si trasferisce a Parigi, collabora con Ray e, insieme, sviluppano la tecnica della “solarizzazione”, così chiamata dai “dagherrotipisti”. Sue le parole di allora: “Preferisco fare una foto che essere una foto”. E fino agli anni ’50 (quando, dopo il secondo matrimonio con il pittore surrealista Roland Penrose e una vita accolta in tutte le sue estreme – e anche dolorose – sfaccettature, diventò soprattutto “Lady Penrose”, preferendo alla macchina fotografica, l’arte della cucina, anch’essa, estrosa e impeccabile) Lee Miller fu fotografa di “sguardo surrealista” di eccelsa bravura, eclettica senza limiti, tanto da diventare pur anche impavida corrispondente di guerra. A raccontarlo sono oggi i cento scatti (“Lee Miller. Photographer & Surrealist”), provenienti dall’“Archivio Lee Miller” presentati, fino al 7 gennaio del 2024, nelle antiche Cucine della “Palazzina di Caccia” di Stupinigi, in una lodevolissima mostra  – a cura di “ONO Arte Contemporanea”, produzione “Next Exhibition” in collaborazione con l’“Associazione Culturale Dreams” – che ripercorre, sotto la curatela di Vittoria Mainoldi, la vicenda umana e professionale dell’artista americana, scomparsa a Chiddingly nel 1977, ponendo l’attenzione su immagini che travalicano il reale, “caratterizzate dall’uso di metafore, antitesi e paradossi visivi volti a rivelare la bellezza inconsueta della quotidianità”. Ricco e ben studiato il percorso espositivo. In parete si galoppa dalle prime “sperimentazioni” in studio a Parigi, al mondo della “moda” e della “pubblicità” con lavori realizzati nello studio di New York, fino alle poetiche “nature morte” e ai “paesaggi” (mirabile “Portrait of Space”) testimonianza del suo trasferimento al Cairo, dopo il matrimonio (1932) con l’uomo d’affari egiziano Aziz Eloui Bey. Assolutamente suggestivi e intriganti anche gli scatti dedicati agli artisti più famosi dell’epoca: da Charlie Chaplin, che posa con un candelabro in testa, a Picasso, a Ernst o alla superlativa Dora Maar, fino a Mirò a Magritte, al “ragazzo terribile” Cocteau e, ovviamente, a Man Ray. Poco prima dello scoppio della “Seconda Guerra Mondiale”, nel 1939, lascia l’Egitto per trasferirsi a Londra e, ignorando gli ordini dell’ambasciata americana di tornare in patria, inizia a lavorare come fotografa freelance per “Vogue”. Nel 1944 diventa corrispondente accreditata al seguito delle truppe americane e collaboratrice del fotografo David E. Scherman (da lei fotografato con in viso la maschera antigas) per le riviste “Life” e “Time”. E’ lei l’unica fotografa donna a seguire gli alleati durante il “D-Day” e a documentare le attività al fronte e durante la Liberazione. Le sue fotografie ci testimoniano anche gli orrori dei campi di concentramento di “Dachau” e “Buchenwald”. Ed é proprio nei giorni febbrili del dopo conflitto (1945), quando viene fatta la scoperta degli appartamenti di Hitler a Monaco di Baviera, che l’inarrestabile Miller scatta quella che diventa la sua fotografia più celebre, presente in mostra: l’“Autoritratto nella vasca da bagno del Führer”: Lee al centro, a sinistra sul bordo della vasca una fotografia di Hitler, a destra una statuetta di “Venere al bagno”, davanti sul tappetino bianco i suoi scarponi sporchi di fango, su uno sgabello la sua uniforme e l’orologio. Immagine iconica. Violenta e triste. Nonostante l’eccentrica bizzarria. “Per lavare via – scrisse Lee – la polvere di Dachau”.

Gianni Milani

“Lee Miller. Photographer & Surrealist”

“Palazzina di Caccia”, via Principe Amedeo 7, Stupinigi , Nichelino (Torino); tel. 011/6200634 o www.mostraleemiller.it

Fino al 7 gennaio 2024

Orari: dal mart. al ven. 10/17,30; sab. dom. e festivi 10/1830

Nelle foto: “Self Portrait with headband”, New York, 1932; “Portrait of Space”, Egypt, 1937; “David E. Sherman dressed for war”, Londra, 1943; “Picasso and Lee Miller in his studio”, Liberation of Paris, 1944

Fa tappa oggi a Torino il Coca-Cola Christmas Tour

Fa tappa oggi a Torino il Coca-Cola Christmas Tour, che porta la gioia del Natale lungo tutta la penisola, con un messaggio che invita a riflettere sul significato più profondo del Natale e sull’importanza della condivisione.  Piazza Vittorio Veneto ospita infatti, fino alle ore 20.00, il Coca-Cola Truck 100% elettrico, grazie alla collaborazione con Volvo Trucks, e l’accogliente Christmas Area, in cui respirare la magica atmosfera natalizia e scoprire il Babbo Natale che è in ognuno di noi, attraverso concreti gesti di solidarietà.  All’interno dell’Area è infatti possibile partecipare a diverse attività esperienziali e al quiz “Scopri il Babbo Natale che è in te”, grazie all’utilizzo della Coke App, mentre un Food Truck offre la possibilità di gustare dell’ottima pizza accompagnata da Coca-Cola e di donare a favore delle attività di Banco Alimentare. Inoltre, è possibile entrare dentro al Truck di Coca-Cola e vivere un’esperienza indimenticabile, provando l’ebrezza di volare sulla slitta di Babbo Natale.

 

Per il settimo anno consecutivo Coca-Cola è infatti al fianco di Banco Alimentare per aiutare chi è in difficoltà, attraverso un’iniziativa che permette di sostenere la distribuzione di prodotti alimentari per oltre un milione e mezzo di pasti[i]. Una partnership che nel corso degli ultimi 7 anni si è tradotta nella distribuzione di alimenti pari a 14 milioni di pasti[1].

 

Il Coca-Cola Christmas Tour ribadisce il percorso costante dell’Azienda verso un’economia sempre più circolare e nella sensibilizzazione dei consumatori sul tema del riciclo. All’interno della Christmas, infatti, il personale dedicato gestisce la raccolta di tutte le lattine per bevande consumate durante l’evento, che saranno poi conferite al Consorzio CIAL, che, grazie all’adesione al progetto internazionale Ogni Lattina Vale (Every Can Counts) si occuperà del loro avvio al riciclo al termine della giornata. Quest’anno Radio 105accompagna il Coca-Cola Christmas Tour durante le sue tappe nelle principali città italiane, come radio ufficiale dell’evento. Attraverso la voce dei principali conduttori, Radio 105 promuove attività speciali di intrattenimento e un racconto dell’evento, il tutto accompagnato da un’ottima selezione musicale.

 

[1] 1 pasto equivalente corrisponde a 500g di alimenti in base ai LARN – Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana

 

[i] 1 pasto equivalente corrisponde a 500g di alimenti in base ai LARN – Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana

Una sala di Palazzo Lascaris intitolata a Dino Sanlorenzo

Con una partecipata cerimonia è stata intitolata una sala del secondo piano di Palazzo Lascaris a Dino Sanlorenzo, secondo presidente dell’Assemblea legislativa del Piemonte dal 1975 al 1980.

L’evento commemorativo di Sanlorenzo, morto a Torino il 5 dicembre 2020 all’età di 90 anni, si è svolto nella sala Viglione del Consiglio regionale alla presenza dei  famigliari, dei consiglieri regionali e di molte personalità che hanno conosciuto e collaborato con uno dei protagonisti della vita politica piemontese. Dino Sanlorenzo, nato in Borgo San Paolo a Torino il 22 Maggio del 1930, dirigente autorevole del Partito Comunista Italiano, fu tra i “costituenti” della Regione nel 1970, Presidente del Consiglio regionale dal ‘75 all’ 80 e successivamente vice presidente della Giunta regionale fino al 1983 quando lasciò l’incarico in piazza Castello per la Camera dei Deputati dove, dal 1983 al 1987, fece parte della commissione affari esteri di Montecitorio. Dotato di una intelligenza curiosa e vivace, di un carattere vulcanico e anticonformista che lo portava ad esprimere in modo diretto le proprie convinzioni, Dino Sanlorenzo fu tra i principali protagonisti di una lunga stagione politica nella seconda metà del secolo scorso. Dirigente politico, segretario della federazione del Pci a Novara per un decennio, esponente di spicco dell’area riformista fu uno dei più intransigenti difensori delle istituzioni democratiche negli anni tragici del terrorismo. Sanlorenzo ha sempre vissuto con passione e intensità gli impegni istituzionali e quelli di direzione politica. Una delle esperienze più significative dove emerse con un profilo da protagonista furono i tredici anni in Consiglio regionale e gli incarichi di vertice a Palazzo Lascaris e in piazza Castello. In quel periodo i piemontesi e non solo loro ebbero l’opportunità di conoscere quest’uomo dall’infaticabile capacità di lavoro al servizio delle istituzioni e dalla prorompente personalità. Dino Sanlorenzo, con la sua inconfondibile schiettezza si dimostrò capace di esprimere dei pensieri lunghi, accompagnandoli con una visione per nulla provinciale dello sviluppo del Piemonte, immaginandone il futuro in un contesto più ampio. Le regioni nascevano nel 1970 dopo una lunga attesa e, come disse lui stesso in più occasioni “senza soldi e con poteri scritti sulla carta e impossibili da esercitare in concreto”. Dunque, per coinvolgere i cittadini in quell’impresa che dava corpo ad uno dei dettati costituzionali, occorreva mettere al “centro della politica e dello Statuto la partecipazione popolare”. Fu determinante il suo impegno nel creare ,nel corso della II legislatura, gli organismi consultivi come il Comitato Resistenza e Costituzione, la Consulta europea e quella femminile. Nel periodo più buio della storia recente di Torino, nei sanguinosi anni di piombo, di fronte agli attentati terroristici delle Br, di Prima Linea e della galassia di sigle della violenza che si richiamava al comunismo Dino Sanlorenzo ruppe ogni indugio e denunciò con energica veemenza quel fenomeno, contestando le tesi di chi sosteneva si trattasse di “compagni che sbagliano” evidenziando come si trattasse invece di delinquenti e assassini la cui mira era puntata contro lo Stato, gente che sparava per ammazzare, ferire, gambizzare quelli che erano i “simboli” di quello Stato democratico che intendevano abbattere. Sanlorenzo, da dirigente del Pci non si nascose che c’erano anche radici di sinistra all’origine dei terroristi. E lo palesò con grande determinazione. Disse in una intervista che “per troppo tempo si era pensato ad azioni di provocatori. Si arrivava dagli attentati fascisti, da piazza Fontana. In effetti, ci fu un terrorismo nero prima di quello rosso. C’erano tra i terroristi giovani che arrivano dal variegato mondo della politica e della società. Curcio aveva avuto un’educazione cattolica, come la Cagol. Il figlio di Donat Cattin fu tra i protagonisti di Prima linea. Molti ragazzi provenivano da famiglie-bene. E c’era anche chi era stato nel Pci come Franceschini, Bonavita, Gallinari. Nelle Br c’era di tutto: il fenomeno è stato complesso, ma l’adesione è sempre stata di singoli”. Per Sanlorenzo “la Regione” doveva essere “d’orientamento per la cittadinanza contro la violenza politica”. E quando “i terroristi cominciarono a minacciare di colpire le scuole” venne deciso “di intervenire come istituzioni perché non potevamo lasciare sole le forze dell’ordine e la magistratura ad arginare quel fenomeno”. Il Pci, anche sotto la sua spinta, scelse di impegnarsi a fondo con i suoi uomini nelle istituzioni dove, dopo i successi a metà degli anni ’70, aveva un peso rilevante. E non furono soli. Fu ancora lui a rammentare come l’intesa politica fosse generale: “Un ruolo rilevante lo ebbe il capogruppo Dc, Bianchi, medaglia d’argento della resistenza. I socialisti e il Psdi erano con noi. Con gli altri partiti democratici, Dc, Pli, Pri ci fu unità di intenti. Le nostre furono scelte difficili, ma nette. La politica della fermezza fu giusta. Siamo stati un indiscutibile baluardo, uniti nella difesa della democrazia e della libertà, in prima fila nelle istituzioni per proteggere lo Stato e il Paese”. Fu sua l’idea di dotare il Consiglio regionale di un organismo come il Comitato Resistenza e Costituzione che vide la luce, con un’apposita legge, nel 1976. L’obiettivo “di riaffermare i valori e gli ideali democratici della lotta di Liberazione che erano alla base della Costituzione repubblicana” era quanto mai attuale. E il primo obiettivo che venne posto fu quello di rafforzare il senso dello Stato nella convinzione che “il terrorismo andasse sconfitto anche sul piano politico, morale, culturale e ideale; che fosse cioè necessaria la mobilitazione delle coscienze. E la mobilitazione democratica degli uomini e delle istituzioni per far fronte a un acerrimo nemico della democrazia”. Un nemico spietato e violento che feriva e uccideva uomini innocenti responsabili soltanto di lavorare in una azienda, giornalisti, poliziotti che facevano il loro dovere, magistrati coraggiosi. Così il terrorismo che aveva fatto tante vittime venne isolato e battuto. Dino Sanlorenzo raccontò in diversi libri le vicende nelle quali fu protagonista. Dal famoso Gli anni spietati su quel tremendo decennio tra il 1972 e il 1982, a Noi cominciammo così dedicato alle radici dell’impegno di centoventi esponenti della vita politica di Torino, a tanti altri tra i quali i due monumentali volumi sulle Immagini da un secolo, album fotografici “per la memoria storica del movimento democratico, popolare, antifascista e progressista di Torino”. Una doppia raccolta di centinaia di immagini uscite dagli archivi degli Istituti Storici come quello della Resistenza, la Fondazione Vera Nocentini, il Gramsci, il Centro Gobetti e, cosa ancora più importante, emerse dai cassetti di tanti torinesi che le avevano conservate come memoria della propria famiglia e che hanno contribuito a illustrare una memoria collettiva. Sempre attivo nonostante gli acciacchi dell’età negli ultimi anni ricordava con lucidità e un misto di delusione e amarezza il tempo in cui i partiti erano composti da tantissimi semplici cittadini che sentivano di essere parte di un progetto generale e riempivano la loro esistenza del significato civile e morale, di una identità laica, di una missione. Non era nostalgia ma desiderio che si recuperasse il primato di una politica concreta e al tempo stesso mossa da grandi idealità, capace di incontrare e interpretare “il dolore del mondo” e la speranza del riscatto degli ultimi. Ostile, durissimo nei confronti di carrierismo e degenerazioni, rilasciò in una intervista dichiarazioni molto critiche, paragonando la situazione venutasi a creare con quella degli anni del suo impegno. “Penso a quegli anni, quando ci riunivamo per scrivere lo Statuto della Regione che doveva nascere. Un lavoro all’inizio gratuito perché non c’erano ancora i soldi dello Stato. Nessuno sapeva come si doveva fare, ma tutti studiavamo, era tutto da inventare”. E aggiungeva, con fierezza: “Con noi c’erano persone della levatura di Mario Giovana, Valerio Zanone, Nerio Nesi, Adriano Bianchi, medaglia della Resistenza, Adalberto Minucci. In quarant’anni si sono persi i principi che avevamo allora. La politica era davvero un servizio. Io arrivavo da Novara e si stava in Consiglio regionale ogni giorno dalle nove di mattina alla sera e poi il sabato e la domenica si giravano i territori a spiegare quello che stavamo facendo. Prima i principi erano merito, onestà, coerenza. Adesso sono apparenza, successo, denaro. Un cambiamento radicale, difficile da correggere. Ora fare politica significa occupare un posto dove si guadagna bene, non dovrebbe essere così. Ci sono persone che fanno politica e non sono più in grado di parlare ad un comizio o di scrivere un articolo in cui esprimono le loro idee”. Il peso degli anni non gli fece perdere un grammo della passione e dell’impegno, preoccupandosi che l’opinione pubblica maturasse un rifiuto totale della politica (“sarebbe drammatico”, diceva). Nutriva la speranza che la politica, soprattutto nel suo campo d’appartenenza, potesse e dovesse mostrarsi diversa, migliore. A Dino Sanlorenzo, al suo rigore e all’impegno i torinesi e l’intera comunità regionale devono molto.

Marco Travaglini

Nota catena di abbigliamento impiegava irregolarmente il personale

Operazione della Guardia di Finanza di Torino in Piemonte, Liguria e Lombardia. Ore di straordinario non pagate. Per l’azienda un risparmio ai fini retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali, per circa 1.200.000 euro.

 

La Guardia di Finanza di Torino, nell’ambito di attività di controllo del territorio e del contrasto alle forme di criminalità economico-finanziaria, ha individuato 237 lavoratori che venivano impiegati irregolarmente all’interno di una società operante per una nota catena di distribuzione di abbigliamento.

È stato proprio il personale dipendente a richiedere l’intervento del Corpo, segnalando ai militari del Gruppo di Orbassano modalità di consuntivazione delle prestazioni rese e di retribuzione ritenute irregolari.

Dalla documentazione acquisita dai Finanzieri nel corso dell’intervento, è effettivamente emerso che numerosi lavoratori erano stati inquadrati contrattualmente con la qualifica di “apprendistato professionalizzante”, senza che il datore di lavoro avesse predisposto un idoneo affiancamento con la prevista figura di un tutor aziendale. Comportamento, questo, che aveva consentito alla società di ottenere un ingente risparmio ai fini retributivi, contributivi, assicurativi e fiscali, quantificabili in circa 1.200.000 euro.

I riscontri della Guardia di Finanza – che hanno riguardato anche punti vendita aziendali ubicati non solo in Piemonte, ma anche in Lombardia e Liguria – hanno altresì consentito di acclarare che taluni dipendenti, impiegati quali “gerente di filiale”, operavano senza che venissero quantificate e retribuite le ore di straordinario dagli stessi maturate.

Le violazioni individuate, riguardanti complessive nr. 237 posizioni lavorative concernenti più annualità, sono state contestate in capo a tre rappresentanti legali pro-tempore della società, nonché al Direttore del personale e al Procuratore speciale, nei cui confronti sono state comminate sanzioni amministrative pari, nel massimo, a 120.000 euro

StraVol.To – La gara di tutti


OLTRE 120 GIOVANI VOLONTARI COINVOLGONO LA CITTADINANZA NEL CENTRO DI TORINO

Grande partecipazione ed entusiasmo per l’evento organizzato dal Vol.To ETS
in occasione della Giornata Mondiale del Volontariato, la cittadinanza coinvolta

Vol.To ETS ha festeggiato la Giornata Mondiale del Volontariato coinvolgendo oltre 120 ragazzi in Servizio Civile, volontari civici e appartenenti a Enti del Terzo Settore, nella prima edizione della “StraVol.To – La gara di tutti”, “competizione” pensata per diffondere nella cittadinanza la cultura della solidarietà e rinforzare i legami tra i volontari.

I partecipanti, suddivisi in 14 squadre, tra le 8.30 e le 12 hanno invaso le strade del centro di Torino e si sono misurati tra di loro in una serie di prove (fotografia, street art, giochi di enigmistica, poesie.) con lo scopo di coinvolgere il maggior numero di cittadini, interrogarli sulle loro precedenti esperienze di volontariato e aumentare le fila dei potenziali nuovi volontari. Le squadre di volontari si sono sfidate nella ricerca di persone che hanno svolto attività di volontariato e le hanno coinvolte in fotografie, giochi di enigmistica e composizioni poetiche.

Al termine della mattina, in piazzale Valdo Fusi le tre squadre che hanno ottenuto il punteggio più alto sono state premiate. La Direttrice di Vol.To Maida Caria ha commentato così l’iniziativa in questa giornata particolare: “Vol.To nella sua funzione di Centro Servizi cerca di rafforzare il più possibile la presenza e il ruolo del volontario nella nostra società e nel nostro territorio. Oggi ha deciso di farlo coinvolgendo il maggior numero possibile di giovani, in maniera leggera e allegra. Siamo convinti che in questo possa raccontare bene tutta la nostra passione”. Anche il Consigliere Marco Bani ha messo l’accento sulla presenza di tanti giovani: “È bello vedere questa piazza così piena e colorati con tanti giovani. Ancor più se si pensa che nel mondo del volontariato c’è un estremo bisogno di un ricambio generazionale. Vedere oggi questo entusiasmo rincuora e ci dà maggiore forza”.

Sicurezza stradale a Bardonecchia

INIZIANO I CONTROLLI CONGIUNTI DELLA POLIZIA LOCALE E DELLA POLIZIA METROPOLITANA

Sono iniziati questa mattina, a Bardonecchia, i controlli congiunti della Polizia Locale e della Polizia Metropolitana. L’obiettivo è quello di tutelare la collettività e la sicurezza stradale per garantire sicurezza e migliore fruibilità del territorio, anche in vista dell’imminente stagione invernale.

“Ringrazio il nostro Comandante Diego Ciriaco e quello della Città Metropolitana di Torino Massimo Linarello per aver organizzato il dispositivo di controllo, che si ripeterà anche in futuro” ha dichiarato il Sindaco Chiara Rossetti.

“Oltre ai controlli riteniamo altrettanto utile la prevenzione ed è per questo – ha aggiunto il primo cittadino di Bardonecchia – che la nostra Polizia Locale, che ringrazio per l’operato, svolgerà prossimamente attività di sicurezza stradale nelle scuole, a cominciare dalla scuola dell’infanzia”.

 

Medici e infermieri in piazza a Torino

Lo sciopero di 24 ore dei medici e degli infermieri a Torino ha visto un’ampia partecipazione al corteo, partito da piazza Bengasi per raggiungere attraverso un tratto di via Nizza il grattacielo della Regione. La protesta, che ha visto l’intervento dei leader sindacali regionali, è stata indetta dai sindacati dei medici ospedalieri Anaao e Cimo e dal sindacato infermieri Nursing Up. L’allarme riguarda la riduzione delle pensioni e la carenza di professionisti che “emigrano” dalla sanità pubblica. La Regione Piemonte ieri ha intanto annunciato nuove assunzioni in sanità.
(foto G. Caruana Facebook)