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Natale in Reggia, ultimi due appuntamenti 

Quattro appuntamenti pomeridiani nel magnifico scenario della Sala di Diana e nella Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria per vivere la magia delle festività fra brani salottieri romantici, gemme della musica da camera fin de siècle, ritmi spagnoli e rivisitazioni di grandi classici dal temperamento spensierato. Si intitola Natale in Reggia la nuova edizione della rassegna cameristica che Lingotto Musica presenta dal 27 al 30 dicembre in collaborazione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude entro il palinsesto di mostre e attività culturali della Venaria Reale. Protagonisti giovani formazioni emergenti quali il Trio Sheliak, il duo composto dal violoncellista Fabio Fausone e dal pianista Stefano Musso, la coppia flauto-chitarra con Rebecca Viora e Pietro Locatto, e l’ensemble Running Flutes.

La rassegna si apre, mercoledì 27 dicembre alle 16 in Sala di Diana, con l’omaggio a Schubert del Trio Sheliak, che esegue l’ampio Trio n. 2 in mi bemolle maggiore op. 100 D. 929, il cui secondo movimento è divenuto celebre in tempi moderni come colonna sonora del film Barry Lyndon di Stanley Kubrick. Nato nel 2019 alla Scuola di Musica di Fiesole e ammesso nel 2022 allo Stauffer Center for Strings di Cremona per studiare con il Quartetto di Cremona, il Trio Sheliak è formato da Emanuele Brilli al violino, Matilde Michelozzi al violoncello e Sergio Costa al pianoforte. Vincitore di numerosi concorsi, fra cui il Filippo Nicosia Chamber Music Award 2022, attualmente si sta perfezionando a Lucerna, oltre a frequentare il master di musica da camera tenuto dal violista Patrick Jüdt a Berna. Il concerto è realizzato in collaborazione con Le Dimore del Quartetto, di cui il Trio Sheliak è “Ensemble dell’anno” 2022.

Giovedì 28 dicembre alle 16 in Sala di Diana, spazio alla calda espressività del violoncello di Fabio Fausone che, in duo con Stefano Musso al pianoforte, affianca la breve e enigmatica Sonata n. 4 in do maggiore op. 102 n. 1, che segna l’avvio del terzo stile beethoveniano, alle miniature salottiere dei Phantasiestücke op. 73 di Schumann e a due rarità della musica da camera italiana di fine Ottocento quali la Romanza op. 72 n. 1 di Martucci e i Feuillets d’album op. 111 di Bossi. Entrambi musicisti provenienti dal Conservatorio di Torino, dove hanno iniziato a suonare insieme in giovane età, Fausone e Musso si sono perfezionati rispettivamente al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano e alla Hochschule für Musik di Basilea, avviando un’attività artistica che li vede regolarmente ospiti di istituzioni e festival italiani e europei. Il concerto è realizzato in collaborazione con De Sono Associazione per la Musica, che ha assegnato loro una borsa di studio.

Segue, venerdì 29 dicembre alle 16 in Sala di Diana, il viaggio nei ritmi e nei colori seducenti dell’esotismo musicale nella Francia dell’Ottocento proposto dal duo nato dalla collaborazione fra il chitarrista Pietro Locatto e la flautista Rebecca Viora, entrambi ex borsisti di De Sono che si esibiscono stabilmente per stagioni concertistiche di rilievo. Per questo organico insolito ma di notevole forza espressiva saranno adattati celebri brani di Ibert (Entr’acte), Fauré (Après un rêve op. 7 n. 1 e En prière), Satie (Gymnopédie n. 1 e Gnossienne n. 1) e Ravel (Pièce en forme de habanera), fino all’outsider argentino Astor Piazzolla (Histoire du tango).

Chiude, sabato 30 dicembre alle 18 nella Cappella di Sant’Uberto, la sorprendente cavalcata nella storia della musica dell’ensemble Running Flutes, originale riunione di famiglia che esplora tutte le possibilità timbriche del flauto con formazioni variabili (dagli 11 ai 18 elementi) composte da allievi ed ex allievi del Conservatorio di Torino. Si parte con Bach (Badinerie dalla Suite n. 2 in si minore BWV 1067), Vivaldi (Concerto in do maggiore RV 533) e Mozart (Divertimento n. 3 in fa maggiore KV 138), si prosegue con la Danza Ungherese n. 6 di Brahms e l’aria pucciniana di Lauretta “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi, per concludere con i Favourites di George Gershwin e la Bahn frei Polka op. 45 di Eduard Strauss.

BIGLIETTI

DOVE ACQUISTARE

  • Online su lavenaria.museitorino.it
  • Biglietteria c/o Reggia di Venaria (via Mensa 34, 10078, Venaria Reale) con orari consultabili qui

INFORMAZIONI

“Solaris”: l’ultimo spettacolo dell’anno al Teatro Astra è spaziale

Con la fantascienza di casa , per la regia di Andrea De Rosa

 

Solaris sarà in scena fino al teatro Astra fino a sabato 30 dicembre prossimo, per la regia di Andrea de Rosa.

Due domande aspre e complesse sono rappresentate da “chi sono io” e “Chi siamo noi veramente” . Da questi due interrogativi viene affrontata  un’opera come Solaris. Leggendo il romanzo originale,  scritto nel 1961 dallo straordinario scrittore polacco Stanislaw Lem, divenuto celebre dieci anni dopo nel noto film di Andrea Tarkovskij, Andrea De Rosa ha colte tutte le possibilità insite in un’opera che viene normalmente catalogata di fantascienza e che svela inusitate possibilità di comprensione del nostro tempo.

Nella versione teatrale, firmata da un drammaturgo dalla cifra robusta quale David Grieg, la storia del pianeta Solaris e degli sventurati astronauti che lo abitano assume i contorni di una metafora potente e al tempo stesso inquietante. Si tratta di un viaggio nell’inconscio individuale e collettivo, un confronto con le paure e i sogni, sospeso tra follia e libertà assoluta. Un viaggio che supera lo spazio e il tempo, per provare a rispondere, con i mezzi del teatro,  a domande eterne. Nello spazio profondo, lassù, di fronte all’oceano perduto di un pianeta sconosciuto, ecco la distonia di un racconto fantascientifico diventare struggente e poetica consapevolezza,  racconto amaro di amore e perdita.

“Ho letto Solaris durante la quarantena – afferma Andrea De Rosa – e mi aveva molto colpito questa idea che gli esseri umani potessero essere il virus e che il pianeta fosse costretto a reagire e   a difendersi dalla loro invasione. Solaris è una vera e propria creatura, un pianeta vivente che, attraverso il suo immenso oceano, cerca di comunicare con gli uomini attraverso i lorodesideri, che riesce a materializzare sotto forma di fantasmi”.

 

Mara Martellotta

Vince Esposito, la Corte: “Le intercettazioni non potevano essere usate”

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Stefano Esposito, ex senatore del Pd, quando era ancora parlamentare e’ stato intercettato per la bellezza di 500 volte in tre anni, nel periodo tra il 2015 e il 2018, nel corso di una nota inchiesta a Torino. E cento e passa di quelle intercettazioni erano persino state utilizzate per ottenere un rinvio a giudizio.  Oggi la  Corte costituzionale ha cancellato tutto e prosciolto Esposito: l’uso delle intercettazioni non era ammissibile. Scrive la Corte: «non spettava alle autorità giudiziarie che hanno sottoposto ad indagine e, successivamente, rinviato a giudizio Stefano Esposito, disporre, effettuare e utilizzare intercettazioni rivolte nei confronti di un terzo imputato, ma in realtà univocamente preordinate ad accedere alla sfera di comunicazione del parlamentare, senza aver mai richiesto alcuna autorizzazione al Senato della Repubblica». Una figuraccia della magistratura torinese.

Ricercato arrestato: deve scontare tre anni e pagare multa da 100 mila euro

Un cittadino di nazionalità bengalese di 25 anni è stato tratto in arresto dai poliziotti del Comm.to di P.S. Barriera Nizza in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale Ordinario di Imperia. L’uomo deve espiare una condanna di 3 anni e 18 giorni di reclusione e il pagamento di una multa di 100 mila € per un cumulo di pene per reati inerenti al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina al confine italo – francese. Essendo privo di una dimora stabile a Torino, i poliziotti della sezione misure di prevenzione, sicurezza e cautelari del Comm.to hanno messo in atto una serie di accertamenti volti al rintraccio del ricercato, riscontrando la sua presenza presso un’attività commerciale della zona di Porta Palazzo nei giorni precedenti. L’uomo è stato successivamente individuato e tratto in arresto negli uffici del Commissariato.

Il vuoto politico di oggi: Delors ed Europa

La scomparsa di Jacque Delors – figura chiave europea che durante i suoi tre mandati è stata testimone e supporto dell’istituzione del mercato unico, della firma degli accordi di Schengen e del Trattato di Maastricht – rappresenta una perdita significativa per il panorama dell’istruzione e della visione educativa che già da tempo sembrerebbe essere calante. La Commissione Delors, nel suo rapporto del 1997, ha delineato una proposta ambiziosa, forse oggigiorno utopica, sostenendo un approccio educativo basato su quattro pilastri fondamentali: imparare a vivere insieme, imparare a conoscere, imparare a fare e imparare ad essere. Tuttavia, sembrerebbe che negli ultimi anni l’Europa abbia allentato i legami con questo tipo di visione educativa volta a una concezione di società inclusiva, plurietnica e interculturale.

Le forze politiche orientate al populismo e al nazionalismo tendono a riflettere questa carenza, vedendo l’istruzione, l’economia e le politiche sociali in un’ottica isolazionista. Questo atteggiamento potrebbe privare non solo l’Italia, ma l’intera Europa, delle opportunità che derivano dalla collaborazione e dalla partecipazione attiva al panorama internazionale. Ciò che manca oggi è una concezione di un’Europa solidale e unita e gli impeti sovranisti che si dilagano pressocché ovunque non fanno che peggiorare questa situazione.

Recenti eventi, come la decisione presa dalla Germania e dalla Francia con il Patto di Stabilità, suscitano preoccupazione per il possibile impatto negativo futuro sull’economia italiana, evidenziando una mancanza di coordinamento e sostegno reciproco nell’Unione Europea. Conseguentemente, l’imbarazzo del Ministro Giorgetti e le sue dichiarazioni contrastanti con la politica del proprio governo riguardo questioni come Mes e Patto di Stabilità vanno a evidenziare l’incapacità governativa delle forze sovraniste. Da una parte, il ministro dell’economia dichiara che il problema italiano attuale è il debito e che deve essere messo sotto controllo, quindi che il Mes non è una possibile soluzione; dall’altra, vediamo come la manovra finanziaria sia in parte stanziata con un nuovo deficit di bilancio. Insomma, sembrerebbe che la maggioranza sia confusa e in bilico tra la necessità di mantenere vivi i rapporti con l’UE, dunque porre l’Italia in situazione decisiva, e contemporaneamente rispondere alle esigenze elettorali e propagandistiche così da tenere saldo il proprio consenso.

Davide Scaglione, Azione Piemonte

Sul volo Torino-Napoli due torinesi salvano passeggero colto da malore

L’associazione Nessuno tocchi Ippocrate scrive sulla sua pagina Facebook che ieri sera “sul volo Volotea V71725 da Torino a Napoli un giovane passeggero ha un malore, seguito da un paio di episodi di perdita di coscienza con trauma facciale e successivo rilascio. Due dipendenti torinesi, autisti ambulanza del COT 118 dell’Asl Napoli 1 di rientro da Torino, con l’ausilio di un medico presente a bordo, intervengono immediatamente in soccorso di questa persona, permettendo che il volo potesse proseguire in sicurezza e atterrare presso l’aeroporto di Napoli e dare il passaggio di consegne all’equipaggio dell’ambulanza del Pronto Soccorso Aeroportuale che attendeva in pista”. Insomma, un lieto fine ottenuto grazie al lavoro di squadra. (foto Facebook)

 

Maxi sequestro di botti illegali nel Torinese: denunce e un arresto

La Guardia di Finanza di Torino ha intensificato l’attività di prevenzione alla commercializzazione di fuochi d’artificio illegali, in occasione delle festività di fine anno, individuando, con diversi interventi, circa 1 tonnellata e mezza di materiale esplosivo detenuto abusivamente.

I Finanzieri del Gruppo Orbassano, attraverso il monitoraggio di note piattaforme web, hanno individuato un 27enne di Nichelino che pubblicizzava e proponeva la vendita di artifizi pirotecnici illegali di produzione artigianale, altamente pericolosi, pervenuti al giovane da fornitori ubicati fuori dal Piemonte e recapitati attraverso ignari spedizionieri che avevano consegnato l’illecito materiale ad un suo conoscente, un sessantenne di Torino.

Nel corso della perquisizione di una cantina pertinenziale all’alloggio del 27enne, effettuata dai militari del Corpo in Nichelino con l’ausilio degli artificieri del Comando Provinciale Carabinieri di Torino, sono stati rinvenuti gli artifizi esplosivi custoditi illegalmente risultati contenere, complessivamente, circa 24 chilogrammi di massa attiva esplosiva.

Nel prosieguo dell’attività, sono stati intercettati presso il Centro di smistamento delle Poste di Nichelino altri 2 colli indirizzati al 27enne, contenenti ulteriori 11 chilogrammi complessivi di analogo materiale esplodente confezionato artigianalmente.

Due i depositi di materiale esplodente scoperti dai Baschi Verdi del Gruppo Pronto Intervento. I Finanzieri hanno monitorato i movimenti di alcuni soggetti originari dell’estremo oriente asiatico, titolari di attività commerciali e depositi a Venaria Reale) e San Maurizio Canavese , rinvenendo oltre 100.000 articoli pirotecnici, contenenti circa 1 tonnellata e mezza di materiale esplodente, custoditi nel primo caso in prossimità dell’ingresso della clientela e accanto a materiale altamente infiammabile, nel secondo caso nel seminterrato di un condominio senza cautele di sicurezza, impianto estinguente in caso di incendio o uscita di sicurezza.

Due sono i titolari delle attività, che – anche in questo caso fatta salva la presunzione di innocenza sino a giudizio definitivo – dovranno rispondere all’Autorità Giudiziaria sia dello stoccaggio illecito di materiale esplodente, sia dell’omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

Capotreno aggredito in stazione da 35enne

Un 35enne nigeriano ha aggredito nei giorni scorsi  il capotreno che lo ha ripreso per il comportamento molesto nei confronti dei viaggiatori,  a bordo di un convoglio  regionale in partenza dalla stazione di Novara e diretto a Milano. L’’uomo, che non aveva tra l’altro pagato il biglietto, è stato denunciato dalla polizia ferroviaria.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Marta Viola, 14 anni, di Chieri, vince “Io canto generation”

Marta Viola, 14 anni, di Chieri, ha vinto ieri sera in tv “Io canto Generation”. Il programma in onda su Canale 5 condotto da Gerry Scotti che ha visto sfidarsi ben 24 giovani interpreti dai 10 ai 14 anni divisi in 6 squadre capitanate da Iva Zanicchi, Fausto Leali, Mietta, Anna Tatangelo, Cristina Scuccia e Benedetta Caretta.

A giudicarli, Al Bano, Orietta Berti, Michelle Hunziker e Claudio Amendola. Nella parte finale della serata Marta Viola, appartenente alla squadra di Benedetta Caretta, ha sbaragliato gli altri concorrenti in una sfida a tre contro Daniele Mattia Inzucchi e Sofia Leto. Marta ha fatto il pieno di 10 nelle due sfide conclusive. La scelta è  poi passata al pubblico presente in studio per la classifica finale che l’ha incoronata non di certo a sorpresa vincitrice. Marta Viola ha già rappresentato l’Italia allo Junior European Song Contest nel 2019 con il brano “Il sale della terra”. Un vero talento!

Igino Macagno

Quando, a Torino, Philip Roth intervisto’ Primo Levi

Rileggendo in questi giorni ‘’ Lamento di Portnoy ’’ (traduzione italiana Einaudi, ed. or. 1969 ) di Philip Roth salutato all’epoca come il primo scandaloso romanzo introspettivo della letteratura moderna americana, dove la grammatica del lettino dello psicoanalista, descriveva in prima persona e in forma parzialmente autobiografica, le nevrosi dell’americano medio sradicato, nichilista e oggi si direbbe postideologico e sessualmente frustrato, mi sono ricordato della visita nella nostra città del grande scrittore americano, in occasione di un incontro con Primo Levi nel 1986, per intervistarlo per il ‘’New York Times Book Review ’’. 

Venne a Torino con la moglie Claire Bloom che Levi amava ricordare per essere stata interprete di ‘’Luci della ribalta’’ che fu con la Paulette Godard del ‘’Grande dittatore’’ la musa ispiratrice preferita di Charles Chaplin. Andarono subito a Settimo alla Siva, lo stabilimento chimico industriale nel quale lo scrittore torinese lavorò per molti anni fino alla pensione, che Roth voleva visitare, per conoscere il background di Levi, di cui lesse. La distanza letteraria e culturale tra Philip Roth e Primo Levi non poteva essere più grande. Roth fu eccelso narratore dell’epopea yiddish e suo traghettatore alla fase attuale e postmoderna di Nathan Englander, Levi testimone dell’Olocausto tra i più alti. Uno con Bernard Malamud e Isaac Singer  la migliore espressione del milieu intellettuale ebraico nordamericano, l’altro voce documentaria e realista degli orrori del Novecento e dell’ebraismo piemontese laico e assimilato. Eppure si trovarono e avvenne ‘’miracolosamente’’ l’alchimia tra le due personalità e i due mondi, così tanto distanti. Andarono a pranzare al Cambio, si recarono alla libreria Luxemburg di Angelo Pezzana, dove Philip Roth firmò alcune copie delle sue opere più significative, poi si trasferirono allo studio di Primo Levi in corso Re Umberto 75, dove proseguì la loro conversazione, che fu trascritta curiosamente solo a distanza mesi dopo, al di là dell’Atlantico, in forma di epistolario, quando Philip Roth tornò negli Stati Uniti e rimise piede nella sua abitazione. Primo Levi non parlò a Roth della sua grave depressione e fece amicizia con la Bloom che trovò bella, colta ed empatica, all’epoca ancora legata a Philip. Roth scrisse che in Levi ‘’ la scrittura emanava come da un chimico divenuto narratore suo malgrado, piuttosto che il contrario’’, come l’opera ‘’Il Sistema periodico’’ starebbe a sottolineare e le necessità esistenziali dello scrittore torinese a richiederlo. Tutto in Levi è intuito, folgorazione, analisi caratteriale, fiuto del modo di pensare dell’altro, secondo l’americano. Primo Levi non parlò a Philip Roth della sua letteratura pur avendo letto alcune opere, preferì l’atteggiamento schivo, che da sempre umanamente lo caratterizzò, conoscendo poco la critica letteraria, attività che l’americano per contro esercitò sempre in parallelo, a quella di romanziere. Tra Newark nel New Jersey e Torino avvenne una storica stretta di mano e due ambienti culturali agli antipodi videro per sempre il proprio volto riflesso.

Aldo Colonna