ilTorinese

Autonomia differenziata: “La scuola in pericolo”

 

La proposta normativa elaborata dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, mira a mettere in pratica quanto stabilito nel terzo comma dellarticolo 116 della Costituzione. In conformità con tale disposizione, mediante un accordo tra lo Stato e la regione interessata, le regioni a statuto ordinario possono ottenere, su richiesta, specifiche forme e condizioni di autonomia in 23 settori. Si includono, dunque, anche quelle materie percepite come delicate e complesse nellottica di unautonomia regionale, sia dal punto di vista politico, sia da quello economico-sociale.Salute e Istruzione sembrerebbero essere i principali soggetti delle prossime discussioni politiche. In particolare, larticolo 8 del disegno di legge impone lesclusione di nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, mentre larticolo 9 prevede il previo riconoscimento delle risorse allo scopo destinabili e limplementazione di misure perequative e di promozione dello sviluppo economico, della coesione e della solidarietà sociale. Questi punti sollevano molti interrogativi riguardo alle implicazioni finanziarie e alla distribuzione delle risorse in relazione allautonomia differenziata.

Nonostante il Ministro Calderoli abbia respinto la possibilità di trasferire competenze concernenti le norme generali sullistruzione, preferendo invece unanalisi approfondita e concreta delle richieste regionali e quindi assicurando uno studio caso-per-caso, le perplessità su questa proposta di legge e sulle sue conseguenze sulla Scuola appaiono numerose. Il Governo potrebbe considerare listituzione di contratti territoriali specifici che avrebbero lo scopo di gestire vari aspetti, tra cui lassunzione del personale, integrando questioni economiche, la mobilità, il reclutamento e la gestione delle posizioni precarie. Di conseguenza, vi sono preoccupazioni anche in merito alla contrattazione collettiva, poiché questa potrebbe ridurre nettamente limportanza del contratto nazionale, relegandolo a un documento di scarso rilievo. Ciò potrebbe comportare che questioni cruciali, come la determinazione del salario, siano trattate attraverso accordi territoriali, con possibili ripercussioni sulla coesione sociale e sullaccentuazione delle disuguaglianze.
Viene previsto il trasferimento dei dirigenti scolastici in un possibile ruolo regionale, nonostante saranno autorizzati a mantenere la loro posizione nei ruoli statali. Docenti e personale ATA manterranno i loro ruoli statali, tuttavia, i nuovi docenti saranno reclutati tramite concorsi organizzati dalla regione. Inoltre, il progetto, presentato così come è stato votato in Senato, prevede la creazione di un sistema scolastico fortemente gerarchizzato a livello regionale, con un controllo diretto dei vertici del sistema, finalizzato a dettare gli orientamenti e i contenuti della formazione a livello regionale. Pertanto, la regione potrebbe assegnare gli incarichi ai dirigenti per mantenere il controllo sulla scuola, esercitato anche attraverso lacquisizione della valutazione dei risultati, e si presenterà anche una riforma degli organi collegiali, la quale, a sua volta, potrebbe andare a modificare i poteri della dirigenza. Insomma, è evidente che la proposta legislativa sollevi non poche inquietudini riguardo la modifica così radicale e netta dello stato giuridico dei dirigenti scolastici, in quanto non si evidenzia la presenza di un dossier dettagliato sul ruolo della dirigenza nellottica di unautonomia differenziata regionale. Si andrebbe a creare una sorta di corpo docente regionale, che attinge da risorse regionali e che potrebbe aumentare o diminuire selettivamente le retribuzioni del personale non dirigente, determinando così un possibile scarto tra aumento salariale da un lato e interventi metodologici e contenutistici dellinsegnamento dallaltro. Questo potrebbe portare a disparità salariali e condizioni di lavoro tra le diverse regioni, con il rischio che lavoratori in aree più svantaggiate guadagnino meno di lavoratori in aree con migliori condizioni di lavoro a causa delle differenze nel PIL e nelle disponibilità fiscali nelle varie regioni.

Sembrerebbe, quindi, che la Scuola sia nuovamente vittima di normative altamente verticali, pressanti dal punto di vista giuridico, quasi inutili dal punto di vista educativo. Ciò che manca al Governo è una visione più ampia della Scuola, centrata su studi pedagogici e non su visioni aziendalistiche. Potremmo persino avere venti sistemi scolastici diversi luno dallaltro e questo è un pericolo che sembra diventare sempre più concreto poiché alle Regioni verrebbe conferita la potestà legislativa sullintera questione. A questo proposito, viene riportata di seguito una breve intervista con un insegnante di Lingua, Letteratura e Civiltà Francese di una scuola di Torino, trasferitosi qui dalla Sicilia per lavoro, che ha preferito mantenere l’anonimato.

Professore, innanzitutto grazie per aver accettato. Partiamo subito dalla sua storia come insegnante: da quanto tempo lavora qui a Torino?

Sono arrivato a Torino quasi dieci anni fa, in un assolato giorno di fine settembre del 2014, per svolgere la mia prima supplenza da docente precario in una scuola superiore del capoluogo piemontese. Ricordo ancora il mio arrivo in questa splendida città, carico di aspettative e di sogni per un futuro lavorativo stabile che oggi, posso dire, ha una sua compiuta realizzazione. Giungevo dal profondo Sud, dopo anni di studio intenso tra le facoltà di Lingue di Palermo e di Roma. Non posso nascondere il dispiacere e anche la rabbia, nellaver dovuto – mio malgrado – recidere il legame quasi ancestrale con la mia terra dorigine, i miei affetti e la mia gente. Sono e sarò sempre grato a questa città che ho trovato accogliente, culturalmente stimolante e che ho scelto convintamente come mio luogo stabile di residenza.

Una sua opinione generale su questo governo?

Dopo una certa vis polemica che non ho mai incanalato in parole e atteggiamenti violenti e che ha caratterizzato gli anni della mia giovinezza, adesso sono in una fase della vita in cui prima di dare giudizi definitivi, osservo con molta attenzione idee, programmi e conseguenti scelte. Posso però dire che ciò che sempre di più noto nella politica di oggi, senza incappare nel timore di essere tacciato di qualunquismo, è la progressiva perdita, spero non definitiva, di valori etici e morali altissimi e universali: laccoglienza, lo spirito di servizio, il senso di giustizia, la totale mancanza di interessi personali, il rispetto di scelte cosiddette non tradizionali, la pacatezza. Molti di questi valori sono incarnati dalle parole della nostra Costituzione che ritengo, a partire dagli anni novanta del ventesimo secolo, sempre più in pericolo. Probabilmente, in noi italiani si sta sempre più sbiadendo la caratura etica e morale dei padri costituenti. Ci si trova a fare i conti con una politica che ha sempre di più labitudine di alzare la voce, in un frastuono generale che non risolve di certo i problemi, ma che astutamente confonde i piani per orientare lopinione pubblica in pericolose direzioni di cui la Storia ha inequivocabilmente già mostrato lassurdità. Figure di politici come Giorgio La Pira, siciliano come me, o Giuseppe Dossetti, che ha poi scelto la via del monachesimo, sono ormai impensabili, ahimè.

E per quanto riguarda il Ministro dellIstruzione Valditara, che opinione ha finora rispetto al suo operato?

Credo che il dicastero dellIstruzione e del Merito sia uno dei più difficili da gestire. Sulla scuola ogni governo, di sinistra, di destra e di unità nazionale, ha legiferato e ha fatto sentire concretamente i segni della sua azione politica con il pernicioso risultato che essa risente di scelte diverse, talvolta anche contraddittorie e diametralmente opposte. In altre parole, sulla scuola e sulla cultura più in generale, è mancata e spero non manchi anche oggi una visione non improntata allottica dellhic et nunc ma più lungimirante e che guardi al futuro con un approccio di tipo veramente olistico. Dalla scuola delle Tre I di morattiana memoria alla cosiddetta Buona scuola di renziana ispirazione per arrivare allannunciata e in via di attuazione riforma dellistruzione tecnico-professionale dellattuale ministro, on. Valditara, la scuola sta vivendo negli ultimi ventanni un vero e proprio terremoto con continue scosse di assestamento che non accennano a diminuire. Vorrei che i politici si confrontassero concretamente con i professionisti che nella scuola lavorano ogni giorno affinché si trovino le soluzioni più adeguate al fine di dare risposte alle reali esigenze delle studentesse e degli studenti che, insieme al Sapere, rappresentano il bene supremo della scuola e della nostra società del futuro. Se a quanto detto si aggiungono anche gli standard europei a cui occorre giustamente conformarsi, si capisce quanto sia complicata la gestione del sistema scolastico del nostro tempo.

Veniamo ora al dunque: il disegno di legge Calderoli sembra essere il nuovo soggetto di polemiche e diatribe politiche di oggi, quali sono le sue opinioni riguardo lautonomia differenziata?

Rispondo in maniera molto breve. La Costituzione prevede che alcune materie siano di competenza delle regioni. La riforma del Titolo V della Costituzione, la cosiddetta Legge Costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, lha attuata pienamente. Occorrerebbe partire da questo punto: questa legge ha realmente migliorato il nostro Paese? Se mi limito a pensare alla situazione della sanità in alcune regioni, la risposta non può che essere sconsolata. Non condivido lidea di uneccessiva centralizzazione dello Stato ma al contempo temo che alcune spinte centrifughe potrebbero riacutizzarsi. Penso anche allinanismo di pirandelliana memoria che sembra un termine attuale nel descrivere certa classe politica. Con una scuola differenziata su base regionale, che senso avrebbero poi certe indagini oggi condotte a livello nazionale o le attività di prestigiosi enti di ricerca? Penso ad esempio alle prove I.N.V.A.L.S.I. o alle attività di ricerca educative svolte da I.N.D.I.R.E. Sono quesiti a cui i politici dovranno dare risposte reali, non elusive. Per quanto riguarda listruzione, credo poi che aumenterebbero i divari qualitativi tra le diverse aree del Paese con effetti deflagranti anche in settori fondamentali per il benessere economico del nostro Paese.

 

Davide Scaglione Liberi! Piemonte

https://www.liberi-piemonte.it/

“Salone del Libro” in trasferta, per quattro giorni, a Parma

“Mi prendo il mondo”

Strepitoso successo per la nuova iniziativa 

Parma

Il programma si è tenuto largo e di grande interesse: dialoghi, lezioni magistrali e incontri con autrici e autori, divulgatrici e divulgatori, giornaliste e giornalisti “scelti per il loro sguardo sul mondo, la loro visione sui temi dell’attualità, la loro capacità di immaginare il futuro, le loro storie e le loro esperienze in grado di fungere da esempio per le nuove generazioni”. Questo, quanto messo in campo dalla prima edizione di “Mi prendo il mondo – In dialogo con le nuove generazioni su formazione, crescita, lavoro”, la nuova iniziativa ideata dal “Salone Internazionale del Libro di Torino”, insieme a “Direzione futura” (associazione di una cinquantina di studentesse e studenti di Parma e del parmense, di età fra i 15 e i 23 anni), in collaborazione con la “Città di Parma” e con il sostegno di “Fondazione Cariparma”Da giovedì 25 e domenica 28 gennaio scorsi: quattro giorni di trasferta per il “Salone”, guidato dalla nuova direttrice Annalena Benini, nella città della “Certosa” (di stendhaliana memoria), dove un pubblico di oltre 5.500 lettrici e lettori – soprattutto giovani – ha affollato il “Paganini Congressi”, decretando un successo strepitoso per l’iniziativa. Diverse sono state le aree al centro del dibattito (arricchite da workshop, laboratori, attività e presentazioni realizzati dalle realtà culturali locali), dove s’è registrato un “sold out” per tutti i personaggi invitati: dalle scrittrici e scrittori (solo per citarne alcuni) Chiara ValerioAlessandro D’Avenia e Marco Malvaldi, fino agli affollatissimi appuntamenti con Annalisa Camilli e Benedetta Tobagi sulle figure di coraggiose giornaliste italiane come Tina Merlin. Grande successo anche per la filosofa ed editrice Maura Gancitano e per il filosofo della biologia ed evoluzionista Telmo Pievani, non meno che per il fumettista Leo Ortolani, per la nuotatrice paralimpica Giulia Ghiretti e lo sciatore nautico paralimpico Daniele Cassioli. Per quanto riguarda i “confronti – dialoghi”, seguitissimi quello fra la filosofa Giorgia Serughetti e lo scrittore Jonathan Bazzi, così come quello fra l’imprenditore Federico Marchetti e il giornalista Luca Sommi. Di forte richiamo anche l’incontro (fra i tanti) con l’imprenditore digitale Raffaele Gaito.

“Mi prendo il mondo” si inserisce nel percorso di candidatura della “Città di Parma” a “European Youth Capital 2027”, in un contesto territoriale caratterizzato dalla presenza di “Università” e “Istituti di formazione” di alto livello, da un tessuto economico e imprenditoriale innovativo, capace di favorire opportunità di crescita per giovani, e da una storia culturale di rilievo, che rendono da sempre Parma luogo privilegiato di incontro.

Sottolineano i giovani rappresentanti di “Direzione futura”:  “Per noi l’iniziativa ha rappresentato prima di tutto la possibilità di prendere parola, farci presenti, renderci visibili. La possibilità di dimostrare che abbiamo la voglia e la capacità di partecipare e renderci protagonisti del nostro presente e del nostro futuro. Tutto questo non sarebbe stato possibile se non avessimo trovato persone e istituzioni decise a prenderci sul serio, ad aprirci le porte e a condividere gli strumenti per cambiare le cose. E ora non ci resta che prenderci il mondo”.

E ai giovani, fa eco Michele Guerra, sindaco di Parma: “La prima edizione di ‘Mi prendo il mondo’ è stata esattamente come l’avremmo voluta: un pubblico numeroso e appassionato ha gremito le sale del ‘Parco della Musica’ e tra loro un numero altissimo di giovani, che non è né usuale, né semplice coinvolgere in incontri come questi. Il valore ‘ispirazionale’ su cui queste giornate hanno fondato il loro programma si è espresso nella sua forma più concreta e il passaparola in città ha portato al ‘sold out’ di moltissimi appuntamenti. Ringrazio il ‘Salone Internazionale del Libro’ per aver accettato di scommettere su Parma e cominciamo a lavorare subito per l’edizione 2025 e per rafforzare sempre di più questo progetto così innovativo”.

g.m.

Nelle foto:

–       Gruppo di lavoro, terza da sinistra Annalena Benini, direttrice “Salone del Libro di Torino”

–       Immagine guida di “Mi prendo il mondo”

–       I giovani di “Direzione futura”

Crono di spicco e grande prova corale per la ValleBelbo Sport al Trofeo Filippini

RISULTATI Trofeo Filippini – Biella

Tecnologia piemontese per gli impianti sportivi francesi

Per la realizzazione della nuova LDLC ARENA di Lione, la più grande arena sportiva indoor di Francia fuori da Parigi, una delle più avanzate dal punto di vista tecnologico e ambientale, la regione francese di Auvergne-Rhône-Alpes ha affidato alla piemontese Sintra, Società Benefit specializzata in Sistemi Innovativi di Trattamento dell’Aria, la progettazione e la realizzazione del sistema di areazione, riscaldamento e climatizzazione degli ambienti dell’intera struttura.

Con una capacità di 16mila persone per i concerti e 12mila per le competizioni sportive, una superficie di 3136 m² e un’altezza di 28 metri, la LDLC Arena ospiterà fra i 100 e i 120 eventi all’anno.

Sintra è stata selezionata per la realizzazione degli aspetti più innovativi e sostenibili del nuovo stadio. L’uniformità della temperatura e l’assenza di sprechi energetici in un simile contesto saranno garantite dai sistemi brevettati MIX-IND® di Sintra per la pulsione dell’aria ambiente. La stessa tecnologia è in grado di adattarsi e soddisfare esigenze diverse a seconda delle situazioni di utilizzo della struttura.

“SINTRA è stata coinvolta fin dalla fase di ideazione del progetto – spiega Maxime Vercollier, responsabile commerciale Grand Est di Sintra France – Abbiamo collaborato con l’Ufficio Tecnico di Progettazione di Artelia, gruppo internazionale specializzato in ingegneria integrata, per studiare una soluzione in grado di garantire prestazioni e comfort omogenei per ogni evento. Il sistema di diffusione doveva essere estremamente flessibile per contrastare gli sprechi e far fronte alle esigenze altamente variabili a seconda delle situazioni. I nostri sistemi sono progettati proprio per adattarsi ai diversi contesti”.

Con sole 6 unità da 50.000 m3/h ciascuna, il sistema di Sintra permetterà di adattarsi  perfettamente alle esigenze effettive della sede in qualsiasi situazione, con un risparmio dei consumi energetici dell’80% rispetto ad impianti tradizionali, con una garanzia di tempi brevissimi di messa a regime per la climatizzazione della struttura e l’eliminazione totale del problema della stratificazione del calore.

Non è la prima volta che Sintra si trova a gestire in Francia spazi di notevoli dimensioni, dove le fonti di calore interne ed esterne sono in costante evoluzione ed è quindi particolarmente difficile mantenere omogenee sia le temperature interne sia il comfort per le persone. L’azienda novarese ha infatti già realizzato i sistemi di riscaldamento e climatizzazione dell’Arena Paris La Defense, il più grande stadio coperto d’Europa e location delle gare di nuoto delle prossimi Olimpiadi 2024.

L’Arena è alta ben 40 metri, ma grazie alla tecnologia italiana di Sintra la temperatura è costante dal parterre fino all’ultimo gradino, così come la qualità dell’aria, anche con 40.000 persone, la piena capacità della struttura.

Il mercato francese è fondamentale per l’azienda italiana, che qui ha già realizzato importanti installazioni in diversi grandi spazi pubblici e privati ed è presente con una filiale dal 2017.

Nel settore automotive, Sintra collabora da oltre 30 anni con il Gruppo PSA, con oltre 400 impianti realizzati, e recentemente è stata coinvolta da ACC – Automotive Cells Company per il progetto della nuova Gigafactory francese, simbolo della transizione dell’Europa verso nuove forme di mobilità e destinata a ospitare 2.500 dipendenti che produrranno 800.000 veicoli elettrici.

Parkinson, più risorse per cura e riabilitazione

«Le risorse destinate alle strutture che si occupano della cura e della riabilitazione dei malati di Parkinson, negli ultimi anni sono state confermate, con un lieve incremento. Nel dettaglio, infatti, gli stanziamenti per la struttura San Camillo di Torino nel 2018 ammontavano a 10.028.820 e nel 2023 a euro 10.064.784; per la struttura Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese nel 2018 ammontavano a euro 12.022.583 e nel 2023 a 12.030.395 euro.

Parallelamente non risultano affatto diminuite le prestazioni erogate per questa patologia in regime pubblico e privato convenzionato: sono state 5.754 nel 2018 e 6.591 nel 2023, quindi 837 in più.

Sono aumentati anche i ricoveri di questi pazienti: dai 581 del 2018 si è passati ai 693 nel 2023, oltre 100 in più. I fondi dedicati consentono una copertura del fabbisogno territoriale e si provvederà ad un adeguamento degli stessi in corrispondenza a nuove evidenze».

Così l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi in risposta all’interrogazione consiliare sulle risorse per la cura della malattia di Parkinson.

Solenghi e Lopez al teatro Colosseo

Da giovedì 1 a sabato 3 febbraio ore 21
domenica 4 febbraio ore 16
MASSIMO LOPEZ E TULLIO SOLENGHI
Dove eravamo rimasti
poltronissima 39,50 / poltrona 33,50 / galleria A 33,50 / galleria B 29,00 / ridotto under 16 31,00
Il nuovo spettacolo di Massimo Lopez e Tullio Solenghi, reduci dallo “Show” che li ha riportati sui palchi e nel cuore di tutta Italia, proporrà numeri, sketch, brani musicali, contributi picchi di comicità irresistibile come una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo, l’inedito Renato Zero di Solenghi inseriti nella collaudata dimensione di uno grande spettacolo. Il filo conduttore sarà quello di una chiacchierata tra amici, la famiglia allargata di appassionati spettatori di cui i due si sentono ormai parte, che collegherà i vari momenti di spettacolo. La band del maestro Gabriele Comeglio sarà ancora una volta sul palco, irrinunciabile “spalla” della cornice musicale.

Epilessie rare: Piemonte, Liguria e Sardegna a confronto

 Ecco le grandi sfide da affrontare in rete per assicurare ai pazienti il migliore percorso di cura e di assistenza

 

30 gennaio 2023 – I bisogni rappresentati dalle epilessie rare sono trasversali al mondo delle malattie rare e riguardano la diagnosi precoce, la complessità, la multidisciplinarietà, la difficoltà e necessità di portare avanti progetti di ricerca e di tracciare percorsi di continuità terapeutica, la realizzazione di raccordi interaziendali, interregionali e ospedale-territorio (per facilitare l’assistenza domiciliare), l’accesso alle nuove terapie e l’assistenza riabilitativa psicologica. Questi bisogni sono stati discussi nell’evento “EPILESSIE RARE: STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA” che ha coinvolto Piemonte, Liguria, Sardegna. L’evento, organizzato da Motore Sanità con il contributo non condizionante di Jazz Pharmaceuticals, si pone diversi obiettivi, in particolare mettere in luce il tema delle epilessie rare, patologie neurologiche croniche ad alto impatto sociale, stigmatizzate e scarsamente attenzionate dai mezzi di comunicazione, provare a dare soluzioni ai bisogni dei pazienti e favorire la conoscenza del mondo delle epilessie al pari delle altre malattie rare.

‘L’evento rappresenta un’opportunità unica per approfondire la diagnosi precoce, il management clinico e la presa in carico dei giovani pazienti con epilessie rare” ha spiegato il professore Pasquale Striano, Direttore Unità Operativa di Neurologia Pediatrica e Malattie Muscolari, IRCCS Istituto ‘G. Gaslini’ e Professore Pediatria Generale e Specialistica Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili (DINOGMI), Università di Genova, che ha condiviso le più recenti scoperte e migliori pratiche in questo campo, fornendo un quadro completo delle sfide da affrontare: “una presa in carico globale, una valutazione e un follow up regolare, una gestione migliore delle situazioni che coinvolgono i pazienti e che sono molto impattanti. Inoltre, ha continuato: “è importante capire quali sono i farmaci che impattano sia in senso positivo sia in senso negativo sul contesto cognitivo del paziente; bisogna comprendere meglio le correlazioni genotipo-fenotipo, quindi offrire degli elementi prognostici e anche gli aspetti di farmacogenomica possono aiutare a capire se un paziente è un metabolizzatore lento o rapido e di conseguenza se un farmaco è più o meno indicato. Questo comporta anche l’innovativo disegno di nuovi trials clinici. Infine, la transizione dall’età pediatrica a quella adulta, che vuol dire assegnare il paziente al medico dell’adulto deve assicurare una presa in carico olistica che comprende anche gli aspetti riabilitativi, sociali e di gestione globale del paziente”.

Sulla complessità del quadro clinico del paziente con epilessia rara è intervenuto Walter Merella, Coordinatore LICE – Lega Italiana contro l’Epilessia per la regione Sardegna. “Il 70% delle persone con epilessia è farmacoresistente e tra di loro un discreto numero è anche affetto da malattia rara – spiega Merella -. La complessità di tali condizioni ha un’influenza negativa sulla qualità di vita generale dei pazienti e dei loro familiari, con elevato rischio di esclusione sociale. La presa in carico globale di queste persone non può quindi che essere multidisciplinare. La risposta alla necessità, imprescindibile, di una presa in carico globale della persona con epilessia si realizza solo attraverso l’adozione di percorsi diagnostico terapeutici (PDTA) al fine di adattare le linee guida alle risorse sanitarie locali. Il PDTA è uno strumento fondamentale per il governo clinico dell’assistenza delle patologie croniche e complesse, ma queste persone devono essere assistite da specialisti (neuropsichiatri infatili, neurologi epilettologi). Il Tavolo tecnico sull’epilessia della Regione Autonoma della Sardegna è stato reinsediato, per la terza volta, un anno fa; ha redatto il PDTA regionale Epilessia e un progetto di Rete integrata di cure dell’epilessia. La RAS è prevista entro il prossimo febbraio.

La RAS nel 2017 ha stilato la lista dei centri di riferimento per patologia e l’elenco delle malattie rare ove è presente solo una forma di epilessia (l’epilessia mioclonica progressiva). Il Decreto indica gli ambulatori di “epilettologia” neurologici (per minori o adulti) di riferimento per le malattie rare che si associano in misura a epilessia. “La difficoltà ad attuare l’integrazione tra servizi era ed è dovuta all’insufficienza di risorse umane/professionali con competenza “epilettologica”, indispensabili per offrire le cure più appropriate alle persone con malattie rare ed epilessia associata o forme di epilessia “rare” (Dravet, West, Lennox Gastaut, Angelman, GNA01)” ha spiegato Walter Merella.

Il progetto di Rete integrata di cure dell’epilessia, che considera un percorso di cure fondato su centri epilessia di primo e secondo livello (per intensità di cura), prevede: centri per le epilessie esistenti che operanti da anni divengono realtà ufficiale; la necessità di istituire Centri di epilessia di primo livello sul territorio, soprattutto per gli adulti; si riconoscono due livelli di intensità di cura e si prevedono una serie di strumenti che consentano di attuare la Rete dei Centri esistenti (cartella clinica unica regionale, rete telematica informatica, protocollo della transizione, assistenza).

In Liguria il quadro generale è stato presentato dalla professoressa Paola BarabinoDirettore UOC Farmacia dell’IRCCS Gaslini di Genova, la quale ha sottolineato che essere un centro di riferimento consente sicuramente un accesso al farmaco in ospedale veloce e rapido. Inoltre ha evidenziato il ruolo della formazione: “un aspetto fondamentale sia per i neurologi dell’adulto e i neurologi del bambino ma anche per i farmacisti affinché sappiano in quale contesto e in quale patologia si muovono e possano così erogare una dispensazione che sia all’altezza della complessità del quadro clinico del paziente”.

Ha portato l’esperienza piemonteseSimone Baldovino, referente della Regione Piemonte presso il Tavolo interregionale delle Malattie Rare e del Centro di Coordinamento della Rete interregionale per le malattie rare del Piemonte e della Valle d’Aosta, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche Università di Torino, sottolineando che il Piemonte ha istituito una rete organizzata che coinvolge tutti i presidi, sanitari e locali e i grandi ospedali. “L’esempio della rete piemontese che poi si è espansa anche alla Valle d’Aosta – ha ricordato Baldovino – ci fa vedere come il paziente può essere preso in carico in maniera adeguata e più vicina alle sue esigenze, soprattutto se si sviluppa una rete di presa in carico diffusa che riservi agli ospedali hub la gestione delle attività di terzo livello e di ricerca”.

E proprio sulla presa in carico è intervenuta Irene Bagnasco, Coordinatore LICE – Lega Italiana Contro l’Epilessia per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta: “la presa in carico delle epilessie rare e complesse deve essere necessariamente di tipo globale sia per quanto concerne le problematiche sanitarie sia quelle socioriabilitativeCon l’avvicinamento all’età adulta le comorbidità neuropsichiatriche possono diventare prevalenti rispetto all’epilessia in sé e questo può comportare difficoltà nel reperire specialisti e operatori di riferimento. Il delicato percorso della transizione deve tenere in conto questi aspetti che differenziano il setting pediatrico da quello dell’adulto, il primo maggiormente orientato ad una comprehensive care e alla multidisciplinarietà spesso sinergica con gli operatori del mondo della riabilitazione e del sociale“.

Aggiornamento dei LEA con riconoscimento delle ESE, Percorsi Diagnostici Terapeutici alla ricerca dell’assistenza, continuità delle cure quindi transizione dall’età pediatrica all’età adulta. Questi, infine, i nodi cruciali portati all’attenzione di Katia Santoro, Presidente dell’Associazione Famiglie LGS Italia e rappresentante dell’Alleanza Epilessie Rare e Complesse. “Manca l’assistenza perché non c’è il collegamento con il territorio – spiega Santoro -, nel PDTA la parte Assistenziale deve essere considerata parte della cura, non “una cosa a parte”Per quanto riguarda la transizione viene ancora considerata come un momento, ma in realtà essa rappresenta l’inizio di una nuova fase della vita, che non è né transitoria né breve, pertanto deve risultare costruttiva e non riduttiva. Il team multidisciplinare pediatrico deve essere replicato, con i dovuti accorgimenti, anche nella fase adulta perché le cronicità e le comorbidità dei nostri bambini, ahimè, li accompagnano per tutta la vita, non spariscono con la maggiore età, anzi”. Secondo Santoro, è importante che le regioni facciano una mappatura dei sistemi e delle risorse territoriali per monitorare ciò che esiste e ciò che manca, c’è bisogno di fare rete (i vari livelli del sistema sanitario devono comunicare) e quindi gli sforzi di ogni regione andrebbero convogliati verso un fascicolo sanitario elettronico; poi serve uniformare e migliorare la distribuzione e l’accesso dei farmaci.

 

Anpas, 258 autisti formati nel  2023 dalla scuola guida mezzi di soccorso 

Anpas Comitato Regionale Piemonte per la formazione degli autisti dei mezzi di soccorso si avvale dell’esperienza decennale della prestigiosa scuola guida “Luigi Vigna- Ilario Naretto” di Anpas Piemonte e Croce Verde di Torino che, nel solo 2023, ha organizzato ben 27 corsi divisi in sessioni teoriche e pratiche di guida, formando 258 autisti soccorritori delle associazioni Anpas del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.

Il percorso formativo degli autisti delle ambulanze è molto selettivo e impegnativo e la finalità è quella di migliorare la qualità di guida del conducente, che si traduce in una maggior sicurezza per l’autista stesso, per i pazienti e per gli operatori trasportati, nonché nella riduzione del rischio di incidenti stradali, soprattutto durante la guida in stato di emergenza.

La novità del 2023 è stata l’organizzazione di corsi avanzati di guida plus, nei quali, oltre ai già previsti esercizi, come il percorso lento tra i birilli che simula un tragitto cittadino con paziente a bordo, la frenata d’emergenza per un ostacolo improvviso da evitare, la guida in retromarcia, l’esercizio a otto per imparare a usare correttamente lo sterzo, il freno e l’acceleratore, sono state inserite delle prove di guida più complesse. In particolare, nel corso avanzato, è stato inserito l’utilizzo dello skid car, un carrellino che viene posto sulle ruote posteriori del mezzo simulando la perdita di aderenza, costringendo l’allievo a porre in atto metodi di guida utili a riprendere il controllo del veicolo. Altro esercizio è lo slalom lungo nel quale diventa importante gestire l’acceleratore, la giusta frenata e l’impostazione della traiettoria della curva intorno al birillo.

Grazie a questi corsi si apprendono le tecniche di guida sicura e le peculiarità del mezzo di soccorso, oltre agli aggiornamenti del codice della strada.

“Ringrazio tutti coloro che hanno creduto nel progetto della scuola guida mezzi di soccorso e che ci hanno sostenuto in questi anni – afferma Massimiliano Manzini, direttore scuola guida per conducente mezzi di soccorso Anpas Piemonte Croce Verde di Torino – un doveroso ringraziamento va ai formatori per l’impegno profuso e la disponibilità in questi anni, dietro a ogni corso vi è una struttura organizzativa complessa che implica un impegno da non sottovalutare. Un ringraziamento ancora Cnh industriale e ai Comuni di Orbassano, Rivalta di Torino, Savigliano e Saluzzo per la messa a disposizione gratuita dei circuiti per le prove di guida in sicurezza”.

Nei dieci anni di attività la scuola guida Mezzi di soccorso Anpas Piemonte e Croce Verde ha formato 1812 autisti soccorritori con una media ei circa 180 discenti l’anno. 40 sono i formatori della scuola guida.

MARA MARTELLOTTA

Ravetti (pd): Irccs, una proposta di legge

RAVETTI (PD): “PREVEDERNE LA GOVERNANCE. DATA L’IMPORTANZA DEL TEMA AUSPICO CHE VENGA APPROVATA ENTRO LA FINE DELLA LEGISLATURA”

30 gennaio 2024 – “Si sta diffondendo in Piemonte una fibrillazione che spinge i diversi territori a candidare a Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) alcune Aziende. Si tratta sicuramente di un fatto positivo e il Partito Democratico è stato un promotore di queste trasformazioni” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.

“Nonostante il Piemonte – prosegue l’esponente dem – non si sia fino ad oggi dotato di un Piano strategico regionale per la ricerca sanitaria e biomedica, abbiamo presentato una proposta di legge per prevedere la governance di questi Istituti. La forma giuridica prevista dalla pdl è quella della Fondazione di diritto pubblico che favorisce un recupero del ruolo svolto dagli Enti Locali. Il ricorso a questo modello permette di instaurare quelle forme di coesione tra pubblico e privato che garantiscono modalità di finanziamento derivanti, non solo più esclusivamente, da sovvenzioni ad opera di soggetti pubblici, ma anche da privati che partecipano attraverso erogazioni liberali”.

“La proposta di legge – conclude Ravetti – mette al centro di questa trasformazione gli Enti Locali e prevede che la designazione dei componenti del Consiglio d’Amministrazione sia espressione del Presidente della Regione, acquisito il parere vincolante dell’Assemblea regionale, una scelta che coinvolge in prima persona tutto il Consiglio regionale. Data l’importanza del tema auspico che il provvedimento possa essere approvato entro la fine della legislatura”.

Marin (Lega): Ecco il Registro contro le barriere architettoniche

Preioni: Approvata in Consiglio regionale pdl per promuovere adeguamento di edifici e mezzi di trasporto e garantire la mobilità autonoma di tutti i cittadini

Eliminare le barriere architettoniche e garantire la mobilità autonoma di tutti i cittadini: sono questi gli obiettivi della proposta di legge 230, di cui è primo firmatario Valter Marin, consigliere regionale della Lega e presidente della II Commissione, con cui viene istituito il Registro telematico regionale per censire i Comuni che adottano i Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche (Peba) .

“Con questa pdl la Regione Piemonte fa propria la normativa nazionale, promuovendo interventi per adeguare edifici e mezzi di trasporto al fine di migliorarne l’accessibilità e la fruibilità, rispettando in primo luogo i principi costituzionali di uguaglianza e pari dignità di tutti i cittadini”, commenta Marin dopo l’approvazione in Aula di Palazzo Lascaris del provvedimento presentato, ‘Disposizioni per l’accessibilità e l’eliminazione delle barriere architettoniche’.

“Quello della disabilità – sottolinea Alberto Preioni, capogruppo della Lega – è un tema che è sempre stato prioritario per la Lega e sul quale ci si batte da anni, infatti siamo stati i promotori del Ministero per le Disabilità. Il sicuro e comodo utilizzo degli spazi e dei mezzi pubblici è un diritto di tutti, a prescindere dalle condizioni psico-fisiche in cui ci si trova. Questo diritto – rimarca – non deve trovare impedimenti per ostacoli fisici o perché mancano accorgimenti e segnalazioni utili all’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi o di eventuali pericoli per chiunque, ma in particolare per i non vedenti, ipovedenti e per chi ha qualsiasi disabilità”.

“Questa nuova legge – aggiunge Marin – istituisce il Registro regionale telematico dei Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (Peba) con lo scopo di monitorare e promuovere l’adozione dei Piani da parte dei Comuni, delle Province e della Città metropolitana. In questo registro dovranno essere indicati l’atto di adozione del piano, il cronoprogramma degli interventi e le risorse stanziate”.

Sono introdotti inoltre criteri di premialità, finalizzati a tutti i lavori pubblici finanziati, del tutto o in parte, dalla Regione: è stabilito dunque che un’opera pubblica debba riservare il 2% dell’importo dei lavori come contributo da erogare per la redazione dei Peba, “perché – rimarca Marin – nonostante la legge nazionale 13 dell’89, moltissimi Comuni non hanno ancora adottato il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche”, oppure destinare questo 2% alla realizzazione degli interventi per l’eliminazione vera e propria delle barriere.

Punti fondamentali della proposta di legge sono anche il tema dell’accessibilità degli ambienti di lavoro e l’introduzione del Disability Manager nei comuni con una popolazione superiore a 50mila abitanti.