ilTorinese

Riaprirà il Golden Palace Hotel di Torino

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Riaprirà i battenti il Golden Palace Hotel di via Arcivescovado, in quello che un tempo era il “Palazzo Toro”, vero e proprio modello di architettura del secondo dopoguerra.

Il fondo immobiliare GERAS 2 gestito da REAM SGR ha acquisito l’edificio che manterrà la sua funzione e verrà dato in locazione ad una importante catena alberghiera internazionale.

L’immobile si sviluppa su sei piani fuori terra per una superficie complessiva commerciale di circa 20mila metri quadrati. Sarà oggetto di un importante processo di ristrutturazione, con cui si candida a diventare un punto di riferimento per il settore ricettivo in un segmento di lusso.

“La riapertura del Golden Palace – afferma il sindaco Stefano Lo Russo- è una buona notizia per la Città e testimonia l’interesse crescente per lo sviluppo turistico di Torino. Vogliamo continuare su questa strada e auspichiamo che questi risultati possano consolidarsi nel tempo.”

Al Serenissimo di Cambiano “Ritorno al cavallino bianco”

La grande operetta  con Anna Marchesano

 

La stagione del teatro Serenissimo di Cambiano, sotto la nuova direzione di Stefano Mascagni, prosegue con la grande operetta. Sabato 3 febbraio prossimo andrà in scena ‘Ritorno al Cavallino bianco’ della compagnia Operette Champagne. Si tratta di un libero adattamento di Anna Marchesano per la regia di Fulvio Trivero. Una numerosa compagnia di cantanti e musicisti per un grande classico dell’operetta. In un albergo del Tirolo giungono, per una vacanza, un ricco industriale veneziano con la figlia Ortensia. L’uomo spera di trovare giovamento nel corpo e nello spirito, stressato da un lungo processo. Le sue speranze vengono presto deluse perché giunge nello stesso albergo un avvocato, che egli scoprirà essere il legale del suo avversario e che fa la corte a Ortensia, scatenando le ire dell’industriale.

L’operetta è un genere musicale e teatrale nato nel 1856, con la pièce “La rose de Saint Flour” di Jacques Offenbach, suo massimo esponente e divenuta famosa in seguito in Austria. Differisce dal melodramma tradizionale per l’alternanza sistematica di brani musicali e parti dialogate. Sotto questo aspetto l’operetta è vicina al teatro di prosa e al vaudeviĺle, anche se non bisogna dimenticare che, nell’Europa centrale, il teatro leggero o comico presentava già in precedenza una simile alternanza di canto e recitazione, nei generi dell’opera comique e del singspiel. Gli eredi dell’operetta saranno il musical e la commedia musicale.

La stagione proseguirà sabato 9 marzo con la compagnia teatrale I Masaniello, capitanata da Alfonso Rinaldi in “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta, un classico che, nell’adattamento del regista Rinaldi, rimanda fino al finale un vortice di crescente e travolgente comicità, che risucchia il pubblico in una spirale di trovate alle quali diventa impossibile opporre resistenza.

La stagione si concluderà sabato 20 aprile con una commedia, un giallo, tutta al femminile: Ussi alzati e Barbara Bertato saranno le protagoniste di “Piccoli crimini condominiali” di Giuseppe della Misericordia per la regia di Teo Guadalupi. L’improvvisa dipartita di un anziano vicino di casa scatena in due cugine il senso di rivalsa che da sempre covano nei confronti dello Stato contro i vicini e forse, anche contro se stesse. Perché non far sparire il corpo dell’anziano e continuare a incassare la sua pensione? Sembra la scelta più giusta da compiere. Le due donne decidono, così, di prendersi con cinica leggerezza quello che pensano di meritare e cercano di ricostruirsi una vita più felice. In fondo basta poco, qualche altro vicino da far sparire e qualche altra pensione da incassare.

Al teatro Serenissimo la biglietteria è aperta nel giorno dello spettacolo dalle ore 15.

 

Mara Martellotta

Agnese Moro spiega ai ragazzi la mediazione contro il bullismo

La figlia di Aldo Moro:  uno strumento utile per risolvere atti di bullismo. Il 7 febbraio prossimo

 

Il 7 febbraio prossimo sarà la giornata nazionale contro il bullismo e Cyberbullismo. Alle 10, presso la World International School, parlerà Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, sulla mediazione come strumento utile per risolvere atti di bullismo.

Decine di scuole da tutta italia, migliaia di ragazzi lavoreranno insieme a Torino il 7 febbraio, giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, per capire come l’importanza di disinnescare i conflitti e imparare a dialogare possa essere una strada vincente per risolvere gli atti di bullismo.

Il progetto è di EssereUmani, movimento di giustizia sociale che opera negli ambienti a rischio di disumanizzazione, da anni impegnato nella scuola anche attraverso azioni contro la dispersione scolastica, laboratori didattici e azioni formative per docenti e non solo.

L’appuntamento è a Torino alla Wins (World international School of Turin) dalle ore 10 del 7 febbraio e per chi non potrà essere presente sarà attivo un collegamento che permetterà ai ragazzi di seguire la mattinata. Sono già una decina le scuole che hanno deciso di partecipare al progetto con le loro classi di Torino, Novara, Ivrea, Vercelli e anche scuole dell’Emilia Romagna.

Ospite d’onore sarà Agnese Moro, figlia dello statista Aldo Moro, assassinato a Roma dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978. Ricordando l’impegno del padre nella riconciliazione democratica, racconterà ai ragazzi come il dialogo sincero e leale con gli assassini del padre sia stata la strada per risolvere i conflitti, e non la vendetta.

Scegliere la via del dialogo, quella della giustizia riparativa è stata per Agnese Moro “la vera salvezza che si è poi trasformata anche nella strada per la mia salvezza perché mi ha permesso di vedere davanti a me non gli assassini di mio padre, ma le persone, gli esseri umani”. E proprio ai giovani, che Aldo Moro non smetteva mai di definire “la parte migliore di noi” Agnese Moro ha scelto da anni di parlare per aiutarli a capire quanta strada si può fare, anche contro il bullismo, con il dialogo.

Accanto a lei, in dialogo con i ragazzi, Stefano Suraniti, direttore generale dell’USR per il Piemonte, Ylenia Serra, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Piemonte, Claudia Giudici, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia Romagna, Susanna Bombardelli e i peer del progetto per Tommaso, Irene Barbieri, del progetto Mediamente Bullo.

L’iniziativa nasce in collaborazione con insegnanti, educatori e autorità che da anni collaborano alle attività contro il bullismo e Cyberbullismo, per continuare a sollecitare i giovani su questi temi e a farsi promotori di una cultura nuova.

Il 7 febbraio sarà anche l’occasione del Passaporto della Riconciliazione, strumento didattico gratuito per tutte le scuole costruito da EsseriUmani con Agnese Moro sul tema della riconciliazione, mediazione e giustizia riparativa.

 

Mara Martellotta

I rifiuti come fonte di energia e calore

La Commissione Ambiente della Regione  in visita al termovalorizzatore

Sopralluogo al termovalorizzatore di Torino-Gerbido, ieri, per la quinta Commissione Ambiente, presieduta da Angelo Dago. “Una visita interessante – ha commentato Dago – dalla quale abbiamo avuto conferma che le emissioni di questo impianto così importante e realizzato seguendo allo scrupolo la normativa, sono molto basse, in linea con le previsioni progettuali. In questi cinque anni di legislatura abbiamo affrontato spesso il nodo della gestione dei rifiuti e questa è una soluzione moderna di smaltimento e valorizzazione”.

Hanno partecipato all’incontro i commissari Mauro Fava (Forza Italia), Matteo Gagliasso, Valter Marin (Lega), Sarah Disabato, Sean Sacco (M5s) e Giorgio Bertola (Ev).

La presentazione del termovalorizzatore è stata svolta dal presidente di Trm, Alessandro Battaglino, e dall’amministratore delegato Giusy Di Bartolo. “La peculiarità di questo impianto – ha detto Battaglino – è che viene prodotta energia equivalente al fabbisogno dei due terzi delle famiglie torinesi, in un momento in cui abbiamo scarsità di acqua e in un Paese che non ha abbondanza di materie prime come gas e petrolio, per cui possiamo dire che il rifiuto è una fonte utile di energia e calore”.

Parte dal Forte di Bard il tour di “Wildlife Photographer of the Year 2023”

La natura e i suoi protagonisti. In un click le migliori foto del 2023

59esima edizione. Fra i vincitori anche la piccola torinese Ekaterina Bee

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Bard (Aosta)

Un granchio a ferro di cavallo con il suo carapace protettivo dorato, che si muove lentamente sul fango nelle acque protette dell’isola di Pangatalan nelle Filippine, affiancato da tre piccole carangidi anch’esse dorate e a piccole strisce multicolori: siamo di fronte a uno spettacolo naturale in grado di ricordarci quanto sia grande e inattesa la bellezza del Creato, in ogni sua più piccola e vitale espressione. Ma siamo anche di fronte alla grandezza di una foto e di un “maestro” della fotografia capace di cristallizzare, nell’attimo che conta, quella meraviglia che d’improvviso si mostra ai suoi occhi per donarla a tutti noi. “The golden horseshoe è la foto vincitrice in assoluto della 59esima edizione di “Wildlife Photographer of the Year”, il più datato (1964) e prestigioso riconoscimento dedicato alla “fotografia naturalistica”, promosso dal “Natural History Museum” di Londra. E l’artista che la firma (“fotografo naturalista dell’anno 2023”) è il biologo e fotografo marino francese Laurent Ballesta, già vincitore nel 2021.

“Wildlife Photographer of the Year” fornisce “una piattaforma globale” che mette in mostra alcuni dei migliori talenti della fotografia provenienti da tutto il mondo da quasi 60 anni. Le immagini premiate (e giudicate in modo anonimo da una giuria internazionale di esperti in base all’originalità, alla narrazione, all’eccellenza tecnica e alla pratica etica raccontando e indicando possibilmente un futuro a difesa del Pianeta) intraprendono un “tour internazionale” che sarà visto nel complesso da oltre un milione di persone. Per l’Italia la prima tappa è nelle Sale delle Cannoniere al “Forte di Bard”, dove gli scatti premiati nelle 17 categorie saranno presentati, da sabato 3 febbraio a domenica 2 giugno, in un suggestivo allestimento all’interno di light panels (pannelli retroilluminati) capaci di renderli ancora più emozionanti.

Le cifre: sono 49.957 le iscrizioni da parte di fotografi di tutte le età e livelli di esperienza, provenienti da 95 Paesi, registrate nel concorso di quest’anno e scattate nel corso dell’anno appena concluso.

Accanto alla foto vincitrice del francese Ballesta, altro scatto decisamente curioso e intrigante è quello dell’israeliano Carmel Bechler, vincitore del “Young Wildlife Photographer of the Year 2023”, con l’immagine “Owls’ road house” che immortala alcuni barbagianni all’interno di un edificio abbandonato vicino ad una strada trafficata. L’autore ha sfruttato al massimo la luce naturale e ha utilizzato tempi di esposizione lunghi per catturare le scie luminose del traffico in transito. Occhi e mani al servizio di indubbie capacità tecniche e anima attenta alle voci di un’intensa emozionalità.

Tra i vincitori anche gli italiani Alessandro Falco (abruzzese di Montesilvano, menzione speciale nella sezione “Photojournalism”), i romani Barbara Dall’Angelo (menzione speciale nella sezione “Zone Umide”) e Bruno D’Amicis (menzione speciale nella categoria “Talento naturale”) e il milanese Pietro Formis (menzione speciale nella sezione “Ritratti animali”).

Un plauso speciale e (lo confesso) di parte, per l’undicenne torinese Ekaterina Bee (premiata nella categoria 11-14 anni) e già vincitrice del “Wildlife Photographer of the Year 2022” (nella categoria fino ai 10 anni). Titolo della foto presentata quest’anno: “Out of the blue”. Su una barca nelle acque dell’isola di Skye (Scozia), l’isola più grande dell’arcipelago britannico delle Ebridi, Ekaterina ritrae con sorprendente e rapida abilità, attraverso i varchi creati dal pacato ondeggiare delle acque, l’elegante scivolare di una coppia di “delfini tursiopi” men che meno, in questo caso, “acrobati dei mari”, ma placide creature alla ricerca – pare – della migliore posizione per permettere ad Ekaterina di scattare una foto davvero “da incorniciare”.

 

Gianni Milani

 

“Wildlife Photographer of the Year”

“Forte di Bard”, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Orari: Mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lunedì chiuso

 

Nelle foto:

–       Laurent Ballesta: “The golden horseshoe”, 2023

–       Carmel Bechler: “Owls’ road house”, 2023

–       Ekaterina Bee: “Out of the blue”, 2023

La magia delle bambole Lenci

Una passione torinese che si trasformo’ in successo internazionale

Il 23 aprile 1919 nacque a Torino la Lenci ,  “Ludus est nobis constanter industria” (il gioco è per noi costante lavoro), l’azienda delle famose e iconiche bambole conosciute in tutto il mondo che produceva anche altri giocattoli, mobili in legno, articoli per la casa e accessori per l’ abbigliamento.

Lenci non era solo l’acrostico del motto che i coniugi Enrico Scavini ed Elena Konig, donna colta e raffinata di origine austriaca, avevano creato per celebrare la loro attivita’ , ma anche il soprannome della signora che aveva cominciato la sua esperienza ludico-professionale in via Marco Polo 5 insieme al fratello che aveva deciso di aiutarla a creare le magnifiche creazioni che piacevano tanto ai Savoia.

Il marchio composto dall’immagine di una trottola, un filo e lo slogan che fa da cornice fu depositato nel 1922 e diede inizio ad una avventura che, oltre alla produzione e commercializzazione delle bambole, si configurera’ come punto di riferimento per la moda di quegli anni e sara’ motivo di ispirazione di artisti e sorgente di idee e creativita’.

Le Lenci non raffiguravano solo bambini, spesso dalla faccina imbronciata, ma anche silhouette con vestiti etnici e personaggi famosi come Marlene Dietrich e Rodolfo Valentino; raggiunsero presto un grande successo che le porto’ ad esposizioni molto importanti come quella di Parigi, Roma e Zurigo. Nel 1926 fu stampato il catalogo dell’azienda completo di tutti i prodotti che fu ampliato, a sua volta, nel 1927 con l’inserimento delle ceramiche. L’introduzione di nuove oggetti, oltre a rappresentare l’evoluzione della azienda, fu anche un ulteriore sforzo per combattere i diversi tentativi di concorrenza che misero l’azienda in crisi diverse volte. Dal 1928 la Lenci e’ nel momento di massima di espansione, ma questo non evitera’ difficolta’ economiche, dovute agli alti costi di gestione, che richiederanno la compartecipazione di un socio, Pilade Garella, che ne diventera’ proprietario unico nel 1937. Elena Koning rimarra’ come direttore creativo e si occupera’ di assicurarne lo stile e la linea fino alla morte del marito, momento in cui decise di lasciare l’azienda. Nel 1997 la Lenci venne venduta all’azienda Bambole Italiane che, purtroppo, e’ fallira’ nel 2002.

Ancora oggi si utilizza il panno lenci una stoffa non tessuta che viene usata per fare vestiti, ma anche accessori e collane grazie alla sua facilita’ di utilizzo e che rimanda alle famose bambole che erano foderate con un’ ulteriore strato di mussola, per renderle lavabili, e ricoperte di polvere vellutina.

L’avvento della celluloide rese le bambole di pezza obsolete e la produzione si concluse, ma ancora oggi le Lenci possono essere trovate nei mercati e nei negozi di antiquariato oltre che su diversi siti internet di commercio e di collezionisti.

Il loro successo fu talmente importante che vennero esposte nei musei di tutto il mondo tra cui New York e Tokyo, questa fama fu il frutto di una passione, trasformatasi poi in lavoro, che segno’ un periodo magico per Torino che ancora una volta si conferma luogo di fertile di estro e genialita’.

MARIA LA BARBERA

Gianduja e Giacometta in visita a Palazzo Lascaris

“In continuità con il lavoro svolto nel corso della legislatura per mantenere vive le tradizioni del Piemonte a livello culturale e identitario, presenterò una proposta di delibera per unificare e riconoscere ufficialmente, sotto un’unica legge, le maschere delle province e dei Comuni piemontesi, i gruppi e le manifestazioni storiche”. Lo ha annunciato il presidente dell’Assemblea legislativa piemontese Stefano Allasia durante l’incontro a Palazzo Lascaris con Gianduja e Giacometta e il gruppo di ballo di Piemonte cultura  Ij danseur del Pilon.

Nel corso dell’incontro, cui hanno preso parte il componente dell’Ufficio di presidenza Gianluca Gavazza e la presidente e il vicepresidente della Famija Turineisa Daniela Piazza e Giancarlo BonzoAllasia ha sottolineato quanto fatto dall’Assemblea “affinché tutti i 1.180 Comuni del Piemonte s’identifichino sotto il drapò, che quest’anno compie seicento anni, la Sacra di San Michele, monumento simbolo della regione, la Festa del Piemonte, istituita due anni fa, e in un inno in piemontese nel prossimo futuro”.

Gavazza ha sottolineato come “ogni maschera di Carnevale sia importate per rappresentare la storia e le tradizioni della città di cui è espressione. È importante continuare a far tesoro della memoria del Piemonte e a tramandarla alle nuove generazioni”.

“Caramella Choco Bistrot”, il nuovo spazio culturale nel quartiere Cit Turin

Ideato dall’editrice Paola Caramella situato in Corso Francia 34

Si inaugura un nuovo spazio culturale a Torino, nel quartiere Cit Turin, un luogo pensato per le presentazioni di libri ed eventi culturali di vario genere, un piccolo spazio nel quartiere Cit Turin di Torino, dal titolo “Caramella Choco Bistrot”, uno spazio della casa editrice guidata da Paola Caramella.

Questo luogo mira a diventare il punto di incontro prediletto dei suoi autori, degli amanti della buona letteratura, della buona musica e del cioccolato artigianale. Il tè e il caffè saranno accompagnati dal cioccolato realizzato da Nina Kakaw, la cioccolteria sociale che utilizza cacao equo e solidale e include le donne in situazioni di fragilità.

Il Caramella Choco Bistrot ospiterà regolarmente eventi di presentazione, dove i visitatori avranno l’opportunità di incontrare personalmente gli autori, dialogare con loro, porre domande e immergersi nell’universo letterario.

Il Bistrot offrirà selezione di buona musica, creando un’atmosfera unica per i suoi ospiti.

Questa iniziativa punta a creare un vero e proprio “Café Social”, dove i momenti trascorsi insieme e le idee possano essere condivise da un ampio pubblico attraverso i vari podcast che faranno parte del progetto.

 

Mara Martellotta

All’inferno e ritorno, la Reale Mutua Fenera Chieri ’76 rimonta

A Le Cannet da 2-0 e vince 2-3

All’inferno e ritorno. Nell’andata dei quarti di finale della CEV Volleyball Cup la Reale Mutua Fenera Chieri ’76 va vicina alla sua prima sconfitta in un anno e mezzo di partecipazione alle coppe europee ma, sotto 2-0 e 15-11 nel terzo set, ribalta la situazione e si impone 13-15 al tie-break in casa del Volero Le Cannet.

Bregoli schiera inizialmente la diagonale Malinov-Grobelna, Zakchaiou e Weitzel al centro, Kingdon e Omoruyi in banda, Spirito libero. Dall’altra parte della rete Pejovic mette inizialmente in campo Lee in palleggio, Popova opposto, Kochurina e Lyasko al centro, Kotikova e Yaneva in banda, Stimak libero.
Nel primo set dopo un avvio equilibrato (8-7) il punteggio gira rapidamente a favore delle padrone di casa che allungano a 21-14; nel finale Chieri recupera un po’ annullando pure due palle set sul 24-20 con Kingdon e Zakchaiou, prima di cedere 25-22 su invasione di Zakchaiou.
Secondo set: dopo un buon inizio di Chieri (3-6) si lotta punto a punto fino al 15-15. Bregoli getta nella mischia Skinner e Gray. Nel finale Le Cannet allunga e vince facile 25-18 su errore al servizio di Skinner.
Nel terzo set le padrone di casa si trovano avanti 15-11. Un paio di muri di Gray scuotono Chieri che su servizio di Weitzel ritrova la parità a 15, per passare in vantaggio per la prima volta sul 18-19 con Grobelna. Ancora Grobelna dà la prima palla set alla sua formazione (21-24), poi sbaglia il servizio e viene murata ed è 23-24. Al terzo tentativo infine Skinner chiude 23-25.
Il quarto set prende abbastanza rapidamente la strada di Chieri (4-7, pipe di Grobelna) che nelle fasi centrali allunga e tocca il vantaggio massimo di 7 punti sul 13-20 (ace di Kingdon). Alla prima palla un errore in attacco di Le Cannet porta l’incontro al tie-break.
Nel quinto set Chieri è avanti 6-8 (Kingdon) al campion di campo. le Cannet capovolge il punteggio in 10-9, rispondono Grobelna e Skinner ed è 11-11. Sul 13-13 un muro out delle francesi capovolge il punteggio in 13-14. Segue il muro di Malinov e l’incontro termina 13-15.

Finisce dunque 2-3 il classico incontro dai due volte, iniziato malissimo per Chieri e concluso nel migliore dei modi dopo aver ritrovato intensità, ritmo, convinzione e gioco. Fondamentale l’ingresso di Skinner che dal terzo set cambia volto alla gara, chiudendo con 15 punti, seconda miglior realizzatrice chierese dopo Grobelna (22) che viene anche premiata MVP. Quattro nel Volero Le Canner le giocatrici in doppia cifra, prima fra tutte Popova (20).

«È stata una partita con tanta intensità. Non è facile ribaltare il punteggio in una partita in cui nei primi due set non abbiamo fatto il nostro lavoro. Sono orgogliosa della squadra», il commento a caldo di Camilla Weitzel.

L’incontro di ritorno fra Reale Mutua Fenera Chieri ’76 e Volero Le Cannet si giocherà al Pala Gianni Asti di Torino mercoledì 7 febbraio con fischio d’inizio alle ore 20.

COMUNICATO STAMPA

Volero Le Cannet-Reale Mutua Fenera Chieri ’76 2-3 (25-22; 25-18; 23-25; 20-25; 13-15)
VOLERO LE CANNET: Lee 1, Popova 20, Kochurina 11, Lyasko 11, Kotikova 19, Yaneva 8; Stimak; Staniulyte 1, Schalk 3, Russu.
N. e. Borcic, Cisse, Kjrov, Dekeukelaire (2L). All. Pejovic; 2° Knudsen.
REALE MUTUA FENERA CHIERI ’76: Malinov 3, Grobelna 22, Zakchaiou 4, Weitzel 8, Kingdon 9, Omoruyi 8; Spirito (L); Morello, Anthouli, Gray 6, Skinner 15. N. e. Rolando, Kone, Tonelli (2L). All. Bregoli; 2° Daglio.
ARBITRI: Savic (Serbia) e Voudouris (Grecia).
NOTE: durata set: 26′. 24′, 26′, 29′, 19′. Errori in battuta: 16-13. Ace: 7-8. Muri vincenti: 9-11.
MVP: Grobelna.

Avetta (Pd): “Cirio non sottovaluti le proteste degli agricoltori”

 

«Il comparto agroalimentare è importante a livello nazionale e a maggior ragione lo è in Piemonte, dove altri settori sono in affanno a cominciare dall’automotive. L’agroalimentare piemontese vale il 14,9% delle esportazioni nazionali di settore, siamo la quarta Regione in Italia per importanza. La destra governa il Piemonte da cinque anni ormai, durante i quali questo mondo non ha ricevuto l’attenzione che merita. E la Giunta Cirio commetterebbe un grave errore se sottovalutasse questa protesta». Lo afferma il consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd) a margine della manifestazione di protesta a Caluso. «Tra il 2010 ed il 2020 le aziende agricole piemontesi sono calate del 23%, con un meno 6,9% di superficie coltivata. Sono dati allarmanti che confermano un fatto chiaro: chi vive di agricoltura oggi fatica a ricavarne un reddito adeguato. Se si produce in perdita non si regge a lungo. E gli agricoltori piemontesi da troppo tempo spendono più di quanto ricavano dalla vendita dei loro prodotti. Se quello agroalimentare è un comparto trainante per il Piemonte, allora come tale deve essere considerato dalla politica regionale».