ilTorinese

Arriva Gabbani!

Grande attesa per il concerto che il celebre cantautore carrarese terrà fra i monti e i prati di Sampeyre

Domenica 20 luglio, ore 13

Sampeyre (Cuneo)

“Viva la vita, così com’é. Viva la vita, questa vita che è solo un attimo, un lungo attimo …”. Sembra già di sentirlo nell’aria – fra le conche e le alture della Valle Varaita, fino agli oltre 3mila della “Cima delle Lobbie” – l’ormai celebre ritornello di quell’inno alla vita (da vivere appieno) portato da Francesco Gabbani, cantautore carrarese dell’‘82, all’ultimo “Festival di Sanremo” e piazzatosi 8° nella classifica finale dei Big. “Viva la vida” in spagnolo, “Lunga vita” o “ Viva la vita”. Testo che non smetteresti mai di cantare, anche se stonato come una campana, note acchiappanti e brano (come tutti gli altri del suo felice repertorio) interpretato da Gabbani a piena voce e contagiosa empatia. Brano che, insieme a tanti altri appartenenti alla tappa piemontese del “Summer tour 2025 – Dalla tua parte”, si potrà godere totalmente livedomenica prossima 20 luglio (ore 13), nel “Vallone di Sant’Anna” a Sampeyre (Cuneo) dove Francesco Gabbani si esibirà  nell’ambito del cartellone di eventi di “Suoni delle Terre del Monviso”, il Festival nato dalla collaborazione tra i “Suoni del Monviso” e “Occit’amo Festival”.

Attenzione, però! Per preservare l’unicità e la bellezza dei luoghi, l’area del concerto sarà raggiungibile esclusivamente a piedi , con un percorso accuratamente segnalato (+600 metri di dislivello) e un sentiero tra verdi radure e paesaggi boschivi, oltre a diverse alternative (e-bike anche affittabile o servizio di seggiovia fino al “Rifugio Sant’Anna”) per chi non ha modo di affrontare la camminata, con un comodo “parcheggio” a Sampeyre. Biglietti su ticketone.it  o presso i rivenditori autorizzati, ridotto per under 10, omaggio con prenotazione obbligatoria per bambini fino ai 5 anni compiuti, scrivendo a info@suonidalmonviso.it , fino all’esaurimento della capienza dell’area riservata.

Insomma per sentir Gabbani, signori miei, s’ha da camminare. Ma il gioco, è certo, vale la candela. Per due motivi: per godere di un concerto che lascerà sicuramente il segno e per “abbeverarsi”, anima e corpo, ad un paesaggio davvero mozzafiato. Che farà da stupendo anfiteatro alla voce dell’artista e al coro di tutti i partecipanti che non potranno esimersi dall’intonare a squarciagola quell’esaltante “Viva la vita” dello scorso “Festival della Canzone Italiana”. Un “Festival” che Gabbani, nel corso della sua carriera ha vinto per ben due volte, rispettivamente nel 2016 nella sezione “Nuove Proposte” con il brano “Amen” e nel 2017, nella categoria “Big”, con “Occidentali’s Karma”, diventando così il primo cantante nella storia del “Festival di Sanremo” ad aver vinto nelle due principali categorie della manifestazione in due edizioni consecutive. Sempre a “Sanremo” si è anche classificato al secondo posto nel 2020 con la canzone “Viceversa”, ottenendo il Premio “TIMmusic”. Nel 2017, inoltre, ha vinto la prima edizione del “Power Hits Estate” con il brano “Tra le granite e le granate”.

Per ulteriori info: www.occitamo.it o www.suonidalmonviso.it

g.m.

Nelle foto: Francesco Gabbani e Vallone di Sant’Anna a Sampeyre

“Bruxelles contro la nostra economia agricola e i nostri produttori”

«La proposta di bilancio presentata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – dichiara Bongioanni – non è soddisfacente nonostante tutto il lavoro fatto dal vicepresidente della Commissione Raffaele Fitto, per cui lo ringrazio. Condivido le criticità evidenziate dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, e lo ringrazio per aver lavorato ogni giorno per far riconoscere al settore primario la sua importanza. Grazie all’Italia, infatti, alcuni risultati sono stati raggiunti. Pensiamo a investimenti, strategici per il Piemonte, come quelli per il sistema di approvvigionamento idrico con semplificazione e fondi aggiuntivi rispetto a quelli della Pac, una diversa visione sulla gestione della fauna selvatica nel rispetto della produzione, la cancellazione di alcune follie ideologiche del Green Deal e soprattutto una valutazione differente dell’agricoltura come primo difensore dell’ambiente».

Prosegue Bongioanni«Ha ragione dunque il ministro Lollobrigida nel dire – purtroppo – che l’attuale proposta della Commissione non è minimamente all’altezza degli obiettivi e confidiamo che possa essere profondamente corretta dal Parlamento Europeo. Sembra che la commissione continui ad essere ispirata a modelli di programmazione finanziaria eredi del Green Deal e delle follie di Timmermans, in evidente contrasto con gli interessi della nostra economia agricola e dei suoi produttori di ricchezza. Ci troviamo ancora una volta di fronte a un’Europa dei tecnocrati, inscalfibile e incapace di comprendere le sfide di competitività che la nostra agricoltura è chiamata ad affrontare in questo momento, con il problema incombente dei dazi per non citare che il più appariscente. Ma l’Italia tutta lavorerà per cambiare in meglio questa proposta di bilancio».

Silvio Baldini nuovo commissario tecnico dell’Italia Under 21

 

Inizia la corsa verso Euro 2027 e Los Angeles 2028
È ufficiale: la FIGC ha nominato Silvio Baldini nuovo commissario tecnico della Nazionale Under 21. Una scelta che segna un cambio di passo deciso per gli Azzurrini, affidati a un tecnico di grande esperienza e temperamento, reduce dalla promozione in Serie B con il Pescara.
Per Baldini si tratta della prima esperienza alla guida di una selezione giovanile, ma il suo stile diretto e la capacità di lavorare sui valori umani, oltre che tattici, lo rendono una figura ideale per accompagnare i talenti italiani nel delicato percorso verso la Nazionale maggiore.
Da settembre inizieranno le qualificazioni per l’Europeo Under 21 del 2027, appuntamento fondamentale anche in ottica olimpica: la rassegna continentale metterà infatti in palio i pass per i Giochi di Los Angeles 2028. L’obiettivo è chiaro: riportare l’Italia tra le protagoniste assolute del calcio giovanile europeo.
Con Baldini al timone, gli Azzurrini si preparano a voltare pagina con ambizione e identità.

Enzo Grassano

L’estate di casa Gianduja: Spettacoli, burattini, musica e magia nel cuore di Torino

Luglio e Agosto 2025

Casa Gianduja, Via Pettinati 10. Torino

Da un ex circolo ricreativo abbandonato nasce uno dei poli culturali più vivaci dell’estate torinese: Casa Gianduja, sede del Museo Teatro delle Marionette e dei Burattini, è pronta ad accogliere il pubblico con un cartellone estivo ricco di spettacoli, musica, laboratori e intrattenimento per tutte le età.

 

Fino al 15 agosto, questo spazio si anima con un programma accessibile e coinvolgente, pensato per famiglie, bambini, giovani e adulti.

Il calendario si articola in tre appuntamenti settimanali, ciascuno con una propria identità, per offrire al pubblico un’estate di cultura e divertimento all’aria aperta.

VENERDI’: IL CABARET CHE TI FA RIDERE… E POI PAGARE (SE TI È PIACIUTO!)

Ogni mercoledì sera, l’arena estiva ospita una rassegna di cabaret dal vivo curata da Mauro Villata, volto storico di Colorado Cafè. L’ingresso è gratuito, ma il pubblico potrà lasciare un contributo simbolico di 5 euro… solo se si sarà davvero divertito: è la formula “pay what you laugh”.

 

Un umorismo diretto e mai banale, con alcuni tra i comici più frizzanti della scena italiana:

25 luglio – Enrico Luparia – Attore, showman e artista di circo
1 agosto – Gabriele Rigo – Illusionista giovane e brillante, tra magia e risate

 

SABATO SERA: “ARTE VARIA” – SPETTACOLI CHE INCANTANO

I sabati di Casa Gianduja celebrano il teatro popolare in tutte le sue forme: musica, varietà, magia, danza e marionette, con spettacoli serali pensati per stare insieme e condividere emozioni. La rassegna “Arte Varia” rende omaggio allo spirito delle serate di una volta, tra leggerezza, qualità e sorpresa.

 

In programma:

19 luglio – Fantastico Show – Illusionismo con Beppe Brondino e Madame Zora
26 luglio – Gran varietà – Marionette e comicità in stile café-chantant con le marionette di Augusto Grilli
2 agosto – Serata danzante con DJ – Speciale anni ’70, ’80 e ’90
9 agosto – Arie d’operetta – Grandi melodie della tradizione italiana con le marionette di Augusto Grilli
14 agosto – Anguriata e serata danzante con DJ

Biglietti: intero 10€, ridotto 8€, gratuito over 65.

 

DOMENICA: I BURATTINI DEI BAMBINI (E DEGLI ADULTI CHE SANNO ANCORA SOGNARE)

Le domeniche sono dedicate ai più piccoli (e a chi ha ancora voglia di meravigliarsi). Si parte alle 17 con un laboratorio creativo, seguito alle 18 da uno spettacolo di burattini firmato dai migliori burattinai italiani. Un’occasione unica per avvicinarsi al teatro di figura attraverso gioco, fantasia e narrazione.

 

Ingresso: 8 euro – Gratuito fino a 3 anni

20 luglio – Farse meneghine – Valerio Saccà (MI)
27 luglio – Testacce di legno e gran bastonate – Riccardo Pazzaglia (BO)
3 agosto – Gianduja senza paura – Marco Grilli (TO)
10 agosto – Il castello degli spaventi – Miro Strinati (CE)
15 agosto – Ferragosto speciale – Anguriata e spettacolo con Il Cerchiotondo (LC)

 

Ingresso posto unico 8€, gratuito fino a 3 anni.

 

Possessori tessera ARCI prezzo ridotto.

 

https://marionettegrilli.it/casagianduja/

INFORMAZIONI

Casa Gianduja, Via Pettinati 10, Torino

Info: +39 334 261 7947

www.fondazionemarionettegrilli.it

La grande estate dell’artigianato valdostano

L’estate ad Aosta si illumina anche con l’artigianato: tradizione, innovazione e creatività nel cuore della città

L’artigianato valdostano non si ferma mai. Tra luglio e agosto, il centro storico di Aosta si trasforma in un vivace crocevia di tradizione e innovazione: un viaggio affascinante tra saperi antichi, abilità tramandate e nuove visioni, dove la creatività incontra la cultura in un continuo dialogo tra passato e futuro.

Si parte sabato 19 luglio con la 72ª Mostra Concorso: un appuntamento atteso, in piazza Chanoux, che ogni anno celebra le eccellenze dell’artigianato valdostano. Nata nel 1952 come competizione riservata agli scultori, oggi la Mostra abbraccia un’ampia varietà di settori: intaglio, tornitura, oggetti agricoli, tessitura, lavorazione del cuoio, ferro battuto, costumi, mobili e calzature tipiche. Ogni categoria è ispirata da un tema, su cui gli artigiani si cimentano dopo un attento lavoro di ricerca. Non mancano i manufatti denominati “ARTernativi”, frutto di linguaggi più contemporanei che, pur restando legati all’artigianato, superano le tecniche tradizionali.

Accanto alla Mostra, nelle stesse giornate, torna anche il Foire Festival, rassegna musicale che animerà le serate estive con le voci più suggestive del panorama corale valdostano e alcune speciali anteprime di eventi culturali.

Dal 31 luglio al 3 agosto, piazza Chanoux ospita anche l’Atelier des Métiers, espressione autentica del “saper fare” valdostano: un’esposizione che accoglie gli artigiani professionisti per offrire al pubblico manufatti unici, nati da passione, tecnica e inventiva. Qui, ogni stand racconta una storia, ogni pezzo in mostra è il risultato di un percorso di dedizione e maestria.

A portare una ventata di freschezza e sperimentazione ci pensa ORSOFF – il Fuori-Fiera, in programma dal 31 luglio al 3 agosto: 26 artisti e artigiani – provenienti dalla Valle d’Aosta, da altre regioni italiane e dalla Francia – metteranno in scena un laboratorio a cielo aperto, dove tradizione e innovazione si fondono. I materiali tipici dell’artigianato valdostano vengono riletti attraverso nuovi linguaggi artistici e approcci culturali differenti, offrendo al pubblico un percorso alternativo e stimolante. Gli oggetti sono in vendita e potranno essere acquistati.

 

In questa bella cornice, il 2 di agosto ogni angolo della città diventa palcoscenico per celebrare un patrimonio vivo e in continua evoluzione: con la 56Foire d’été, uno spaccato della millenaria Fiera di Sant’Orso, circa 400 artigiani invadono le strade della città raccontando a chi accorre dalla valle, o anche da fuori, una storia antica, fatta di sgorbie, scalpelli, mazzuoli, pialle, i cui suoni ci proiettano già, al solo ascolto, nella fine dimensione del lavoro manuale. Ma la Foire non è solo scultura: accanto al legno o al ferro infuocato, plasmati da sapienti mani, trovano spazio anche manufatti più artistici e meno tradizionali, di vetro, ceramica, rame, oro e argento. Si può godere anche di buon cibo, musica tradizionale, danze e spettacoli.

Un’estate a misura di artigiano, dove il passato incontra il futuro e ogni visitatore può sentirsi parte di un racconto collettivo fatto di bellezza, manualità e identità.

 

Per ulteriori informazioni: lasaintours.it

Treni, revocato sciopero dalle ore 3 del 20 alle ore 2 del 21 luglio

Aggiornamento: lo sciopero è stato revocato

La Segreteria regionale Piemonte e Valle D’Aosta dell’Organizzazione sindacale Orsa ha proclamato uno sciopero di 23 ore del personale mobile della Direzione Business Regionale di Piemonte e Valle D’Aosta di Trenitalia dalle ore 3.00 di domenica 20 alle ore 2.00 di lunedì 21 luglio 2025.

“FALLO”… Sì sì, proprio in quel senso! Embé…?

Dalle maioliche del Cinquecento alle trasgressive opere “erotiche” di Carol Rama, un “fil rouge” espositivo al torinese Museo “Accorsi – Ometto”

Fino al 14 settembre

“Fallo”. Ma no, non in quel senso. Non nel senso di “Fallo” come “voce del verbo fare, imperativo presente, seconda persona singolare”. Che avete capito? “Fallo”, proprio nel senso di cui non osavate, forse, far menzione parlando di un’esposizione d’arte. Eppure, sapete bene di quanti “falli” hanno perfino abusato secoli e secoli di storia dell’arte? Allora, per i più “lenti”, ve lo spiego, che fa più fine, con le parole – vangelo della “Treccani”“In anatomia comparata (più spesso nella forma lat. scient. ‘phallus’) trattasi dell’organo copulatore, o pene, dei vertebrati e tipico dei mammiferi. Nell’embriologia di questi ultimi, si dà il nome di ‘fallo’ a una sporgenza del tubercolo genitale che, nel maschio, dà origine al pene e, nella femmina, alla clitoride”. Tutto chiaro? E nessun bigotto stupore, se proprio con tale accezione (ripeto: “fallo” uguale a “pene”), Luca Mana, direttore della “Fondazione Accorsi-Ometto”, ha inteso presentare nei giorni scorsi la rara coppa in maiolica, precoce esempio di istoriato faentino del terzo decennio del XVI secolo, acquistata dal “Museo” di via Po, in un incontro dal titolo, per l’appunto benevolmente provocatorio, di “Fallo”.

Quale il soggetto?  Al centro della maiolica è raffigurata una giovane donna seduta, intenta a maneggiare dei “falli”. In prossimità del volto e della nuca, ne appaiono altri due, sotto forma di elementi onirici e anche sulla tesa sono dipinte, con buona maestria, quattro coppie di “falli” inseriti “araldicamente” in una elegante decorazione floreale. Acquisto compiuto oggi non a caso. La “coppa”, infatti ben s’inserisce nel percorso espositivo della mostra – “CAROL RAMA. Geniale sregolatezza” – dedicata, fino a lunedì 14 settembre e sotto la curatela di Francesco Poli e Luca Motto, alla figura e all’arte trasgressiva (pienamente “consacrata” solo in tarda età) della “nostra” Carol Rama, a celebrazione proprio dei dieci anni dalla sua scomparsa (Torino, 1918– 2015). E ben sappiamo quanto alla base dell’arte di Carol fosse sempre ben presente una sorta di “macabro, masochistico erotismo” (frutto dei non pochi eventi traumatici legati, soprattutto, alla sua adolescenza) espresso, attraverso segni e colori d’impronta fortemente simbolica ed espressionista, in “serpenti” o “lingue biforcute”“falli” o “simboli fallici”“teatrini di piedi” che dire “strani” è dir poco e “scene di masturbazione femminile” così come oggetti evocativi quali macabre “dentiere” spesso associate a “corpi mutilati” costretti in letti di contenzione o su sedie a rotelle. Su questa linea, va dunque inteso l’acquisto della “coppa” faentina, a perfetta e “didattica” riflessione anche sulla retrospettiva dedicata a Carol Rama. Sottolinea infatti Luca Mana“La produzione cinquecentesca di maioliche a soggetto erotico non è così insolita e piuttosto diffusa negli ambienti colti. Lo dimostrano la riscoperta della ‘letteratura erotica classica’ e la libera circolazione di ‘sonetti’ e di ‘romanzi’ a contenuto sessuale. La recente acquisizione di questa ‘coppa’, insieme ad altri due oggetti del Cinquecento entrati a far parte delle Collezioni (una seconda ‘coppa in maiolica’ e un ‘cofanetto’ in legno, pastiglia e foglia d’oro), intende colmare un vuoto all’interno delle raccolte museali. L’obiettivo è quello di far conoscere il nostro Museo, non più solo a livello locale, ma nazionale, puntando sul Rinascimento e sul primo Novecento, due periodi cardine della storia culturale e figurativa italiana”. Dove non mancano per altro, ai tempi della “coppa” in questione, altri esempi di curiosa “arte erotica” che vanno, sottolinea ancora Mana, dalla “medaglia con il ritratto di Pietro Aretino, sul recto, e sul verso una testa disseminata di ‘falli’” alla “Testa de cazzi” (sic! la più famosa della storia) di Francesco Urbini, fino al disegno “con testa all’antica composta da falli” attribuita al manierista Francesco Salviati. Ma già, in tal senso, perfino “l’oscuro Medioevo aveva un lato giocoso e godereccio”: a darne prova lo storico Alessandro Barbero, nel suo godibilissimo “La voglia dei cazzi (sic!) e altri fabliaux medievali” (“Edizioni “Effedì”), libro in cui lo scrittore torinese propone una ventina di racconti “a tema”, tratti da poemetti francesi duecenteschi. E di Barbero dobbiamo ben fidarci!

Ciò detto, altra nota positiva, rivelata dal direttore Mana, è che nel frattempo, la retrospettiva di Carol Rama si è arricchita, per l’occasione, di altre quattro opere, provenienti da una prestigiosa Collezione privata parigina: di due acquerelli – “Teatrino n. 2” del 1937 e “Proibito” del 1944 – di un olio su tela – “Prostituta n. 6” (1947) – e di un ‘bricolage’ – “Senza titolo (1968)” – con i famosi “occhi di bambola” applicati su cartoncino nero. Opere sempre perfettamente in linea con l’innata “geniale sregolatezza” – si dice che nel ’45 la sua prima mostra a Torino sia stata sospesa per “offesa al pudore” – dell’artista con casa e studio (oggi “Museo”) in via Napione 15, a Torino. L’artista che apertamente dichiarava: “Non ho avuto maestri pittori, il senso del peccato è il mio maestro. Il peccato è una trasgressione del pensiero”.

Per info: Museo di Arti Decorative “Accorsi-Ometto”, via Po 55, Torino; tel. 011/837688 -3 o www.fondazioneaccorsiometto.it

Gianni Milani

Nelle foto: “Coppa con soggetto erotico”, Bottega faentina, maiolica, 1510 – 1520; Carol Rama “Proibito”, acquerello, tempera e matita colorata su carta, 1944; Carol Rama “Teatrino n. 2”, acquerello e matita colorata, 1937

“Fiori dentro l’anima”: quarto libro e primo romance di Arianna Frappini

Informazione promozionale

E’ un romance, anzitutto storia d’amore tra Ariel e e il suo corrispettivo maschile, l’orgoglioso ma dolce imprenditore Gabriele Temperelli, che cerca l’amore in grado di ammorbidire i suoi spigoli, ma parla anche di temi importanti come la disabilità, la libertà di scelta, il rispetto e la lotta ai pregiudizi. 

 

L’AUTRICE

Arianna Frappini è nata nel 1997 a Gualdo Tadino, piccola città tra le colline e le montagne dell’Umbria, in provincia di Perugia. Scrive da sempre, da quando ne ha memoria, e questa passione è cresciuta con lei, sviluppandosi lentamente e venendo coltivata, ma se non ci fosse quella scintilla che la collega ad altri mondi e alla dimensione meravigliosa in cui esistono i personaggi dei quali racconta le storie, niente di questo sarebbe possibile. Scrivere per lei è respirare: semplice, naturale, spontaneo, necessario.

E scrive per se stessa, poi se lo legge qualcun altro e arriva alla pubblicazione, ne è felice. Ha pubblicato varie poesie in raccolte collettive con altri autori all’interno di iniziative dell’Aletti Editore e una silloge personale, “Di una vita” nel 2013. Tuttavia, ha sempre sostenuto e ripetuto che la sua vera vocazione è quella di romanziera e allora sono usciti quattro libri: “L’ultimo dono prima di morire” (Albatros, 2020) e “L’eternità per ritrovarsi” (Albatros, 2023), due romanzi storici collegati tra loro, ambientati nel Cinquecento e nel Seicento, tra Spagna, Italia e Impero turco, “Il soldato che amava l’alba” (Zona, 2022) ispirato ai racconti del militare di suo padre e “Fiori dentro l’anima”, (Amazon, 2025), che è quello di cui parleremo oggi, primo romance contemporaneo e prima esperienza in self-publishing. Attualmente gestisce il blog personale “Oltre” in cui parla di libri e di musica e coltiva tutte le sue passioni: scrivere, leggere, ascoltare la musica (soprattutto quella di Ermal Meta), concerti inclusi ovviamente, e seguire il tennis (sta ancora festeggiando e si sta ancora emozionando per la vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon).

IL LIBRO

Fiori dentro l’anima” è il suo nuovo romanzo ed è uno dei libri a cui tiene di più e in cui ha messo più di sé. In effetti, le persone che lo hanno letto hanno sottolineato a più riprese la sincerità sentita di queste pagine. La protagonista è Ariel Serenelli, scrittrice, giardiniera, consulente floreale (a ogni fiore un significato, a ogni personalità il suo insieme di fiori), creatrice e sostenitrice dei giardini sensoriali (percorsi da fare a occhi bendati e a piedi nudi). È sincera, determinata, testarda, orgogliosa, dolce con chi vuole, molto selettiva e senza filtri e senza maschere, crede nell’amore, più per i suoi personaggi, ed è convinta che non faccia per lei, temendo che possa ostacolare la sua libertà spirituale. È anche ipovedente, come l’autrice, e vedono entrambe la disabilità come una possibilità e un dono, non come qualcosa verso la quale provare pietà.

Sì, perché “Fiori dentro l’anima” è un romance, anzitutto storia d’amore tra Ariel e e il suo corrispettivo maschile, l’orgoglioso ma dolce imprenditore Gabriele Temperelli, che cerca l’amore in grado di ammorbidire i suoi spigoli, ma parla anche di temi importanti come la disabilità, la libertà di scelta, il rispetto e la lotta ai pregiudizi. A rendere questo libro davvero speciale e possibile non sono solo le discussioni anche divertenti tra i due protagonisti, non solo i loro caratteri forti che non possono far altro che scontrarsi e incontrarsi, non solo la convinzione che l’amore nasca dalle e nelle imperfezioni, ma le amiche. Ariel ha un gruppo di amiche che assomigliano più a sorelle: insieme a lei Amina, Mia e Serena. Sono inseparabili, capaci di esserci, protettive a volte anche troppo, però sono disposte a fidarsi delle altre, pure oltre le proprie convinzioni. Sono quella famiglia che si sceglie e costituiscono un modo per combattere i pregiudizi e conoscere: Ariel è ipovedente e vede la disabilità come una ricchezza e poi è una scrittrice e viene etichettata come strana, come tutti gli artisti; Amina è nata in Italia da genitori tunisini, si sente italiana e viene considerata da troppa gente una straniera senza diritti; Mia ama il sesso e i ragazzi e per la società è una poco di buono, mentre, se fosse un ragazzo, sarebbe ammirata; Serena è lesbica , perfettamente in linea con la sua natura e troppe persone la vedono come contronatura. Ariel, Amina, Mia e Serena esistono e meritano di essere viste e di non doversi nascondere.

 

Per acquistare Fiori dentro l’anima, copertina flessibile, Kindle e anche Kindle Unlimited:

https://amzn.eu/d/9PU5zGb

 

Per visitare il blog dell’autrice:

https://oltreblogdiariannafrappini.wordpress.com/

Forza Italia: no a proposta delibera per requisire case ai proprietari

LO RUSSO INIZI A REQUISIRE ASKATASUNA

«Chiediamo con forza il ritiro della proposta di delibera del Comune di Torino che prevede il diritto di requisire le case ai legittimi proprietari». Ad affermarlo il senatore Roberto Rosso, segretario provinciale di Forza Italia Torino e Responsabile nazionale per gli Azzurri del Dipartimento Casa; Marco Fontana, segretario cittadino di Forza Italia a Torino; Federica Scanderebech, capogruppo del partito in Sala Rossa e Domenico Garcea, vicepresidente vicario in Consiglio comunale a Torino.

«Il solo fatto che venga messa in discussione rappresenta un vero e proprio attentato al diritto alla proprietà privata, che non ammette sfumature. Un proprietario ha il sacrosanto diritto di decidere se affittare o usufruire dell’appartamento, come e a chi affittarlo, e a quanto locarlo. Non ci possono essere margini di ambiguità su questo. In un Paese civile, queste ovvietà non possono essere oggetto di interpretazioni. Comprendiamo che un’Amministrazione come quella di Lo Russo, che considera gli occupanti di Askatasuna come soggetto di diritti, abbia le idee confuse, ma qui siamo all’ABC. Così come non è pensabile aumentare l’Imu – peraltro la più alta d’Italia sulle seconde case – e la Tari, una tassa che dovrebbe essere basata sul consumo puntuale» – spiegano gli Azzurri.

«Anche solo immaginare una requisizione di una proprietà privata non adibita ad usi impropri è da film horror. Perché il Comune di Torino e il sindaco non requisiscono Askatasuna? Non siamo convinti che sia neppure utile censire gli immobili sfitti: chi pagherà i costi di questo lavoro, se poi – come è ovvio – non si potranno requisire? Si tratterebbe di una spesa indebita da Corte dei Conti. Il mercato delle locazioni lo crea appunto il mercato, non fantomatiche ronde punitive contro i proprietari. Se il Comune di Torino vuole davvero modificare il mercato, ha un’unica strada: quella di incentivare l’affitto alle fasce più deboli in modo più vantaggioso rispetto a quanto fatto finora. Deve guardare il mondo della casa dalla parte di chi ha faticato decenni per comprarla, a causa di una tassazione che proprio il Partito Democratico ha innalzato a livelli intollerabili. Oggi chi rinuncia ad affittare lo fa sempre più spesso per mancanza di garanzie di tornare in possesso dell’immobile, dovendo affrontare spese folli causate da reiterati processi per sfratto che spesso non portano al ristoro dei mancati introiti da locazione. La Giunta Lo Russo, come sempre, vive in un altro pianeta: un’isola che non c’è, perché basata sull’ideologia, su una visione a senso unico e non sul contatto con la realtà. Oggi i proprietari sono soli; se venisse votata questa delibera, lo sarebbero ancora di più, e si disincentiverebbe l’acquisto di case».