ilTorinese

Bambina nascosta in una busta per essere venduta, a Torino arrestati i genitori

I genitori di origini marocchine, sono stati arrestati dalla polizia a Torino accusati di avere portato illegalmente in Italia dal Marocco in una busta della spesa una neonata, nata nel mese di agosto, si ipotizza per essere poi venduta.

Sono state arrestate altre due persone, marocchine, accusate di favoreggiamento. Secondo gli inquirenti avrebbero nascosto in casa la bimba, pur sapendo che si trovava in Italia illegalmente, arrivata a ottobre su una nave da Tangeri.

Italia Viva lancia “BAstage”: le proposte per contrastare la precarietà giovanile

Il gruppo Stati Uniti d’Europa per il Piemonte ha ospitato “BAstage”, le proposte di Italia Viva contro la precarietà lavorativa dei giovani. Il pacchetto di proposte legislative, presentato ieri in Sala delle Bandiere, punta a contrastare una delle emergenze più critiche della Regione Piemonte: l’alto tasso di disoccupazione giovanile e i bassi redditi, che ostacolano la costruzione di un futuro stabile per le nuove generazioni.

“La nostra regione registra una disoccupazione giovanile più elevata rispetto alle grandi regioni del Nord, e oggi meno di un’assunzione su tre riguarda gli under 30” – ha dichiarato la consigliera regionale Vittoria Nallo (Stati Uniti d’Europa per il Piemonte) durante la conferenza stampa di presentazione delle proposte di legge. “Questi dati dimostrano l’urgente necessità di politiche mirate a favorire l’accesso dei giovani al mondo del lavoro”.

Alla conferenza stampa erano presenti il vicepresidente di Italia Viva, il senatore Enrico Borghi, e la presidente regionale del partito, la senatrice Silvia Fregolent, insieme a rappresentanti di associazioni giovanili. Proprio la senatrice Fregolent ha illustrato i contenuti principali delle quattro proposte di legge, panciate a Roma il 5 marzo scorso:
• Abolizione dei tirocini extracurricolari per evitare il loro utilizzo come forma di lavoro non retribuito;
• Regolamentazione dei tirocini curricolari, con una durata massima dai 3 ai 6 mesi, un’indennità obbligatoria di almeno 350 euro al mese e la copertura assicurativa INAIL;
• Dimezzamento dell’IRPEF per i lavoratori tra i 25 e i 35 anni;
• Reddito di formazione fino a 1.500 euro al mese per i giovani under 35 disoccupati che scelgono di frequentare corsi di formazione professionale o universitari.

Chiara Costumati, studentessa lavoratrice intervenuta all’evento, ha raccontato le difficoltà di chi studia lontano da casa “Studiare come fuori sede è possibile solo per chi ha una famiglia abbiente in grado di mantenerti alle spalle. Persone come me si alternano tra università e lavoretti nel fine settimana. Serve un impegno per garantire pari opportunità a tutti i giovani, indipendentemente dalle condizioni economiche”.

Il senatore Enrico Borghi ha sottolineato l’importanza dell’occupazione giovanile e femminile per la crescita del Paese: “Se l’Italia rinuncia all’occupazione di giovani e donne, si condanna a non crescere. Senza il contributo al PIL dato dal PNRR, l’Italia sarebbe già in recessione. Serve che la politica si occupi dei giovani, perché solo investendo su di loro possiamo costruire un futuro più solido per l’Italia”.

Nel corso della conferenza, la consigliera Nallo ha posto l’attenzione anche sulla questione dell’occupazione femminile a Torino. “La nostra città è scesa dal quarto al sesto posto tra le grandi aree metropolitane per tasso di occupazione femminile”, ha evidenziato. “La Giunta regionale continua a ignorare il problema, limitando il ruolo delle donne alla sola dimensione familiare, senza introdurre politiche efficaci di conciliazione vita-lavoro”.

Il gruppo Stati Uniti d’Europa promette di portare il dibattito in Consiglio Regionale, con l’obiettivo di promuovere misure concrete per garantire stabilità occupazionale ai giovani e alle donne, rendendo il Piemonte un territorio più attento alle nuove generazioni.

Forza Italia: Lo Russo interrompa collaborazione con Askatasuna

MINACCE A PG LUCIA MUSTI, ROSSO E FONTANA: LA SOLIDARIETA’ NON BASTA

«L’attacco ad un magistrato di Torino compiuto dal nuovo Patito comunista Italiano a tutela dei No Tav ci convince ancora di più che stiamo combattendo una battaglia giusta contro Askatasuna e che a dispetto degli strali della neo segretaria regionale di Azione lo sgombero di Askatasuna è doveroso. Se lei vuole dialogare con chi mette a ferro e fuoco la città di Torino, con chi minaccia agenti delle forze dell’ordine e magistrati rei solo di essere servitori dello Stato si accomodi, noi come Forza Italia staremo sempre dall’altra parte. Torniamo a domandare al Primo Cittadino di Torino se di fronte a questo nuovo attacco alle Istituzioni democratiche il Sindaco non abbia intenzione di riconsiderare la scellerata idea di legalizzare Askatasuna. Il rischio di un ritorno alla stagione delle Br si sta concretizzando sotto i suoi occhi sarebbe sufficiente che osservi i legami sempre più stretti tra autonomi, anarchici, No Tav e collettivi studenteschi. Chiediamo una risposta ferma e rimarchiamo alla Pg Lucia Musti tutta la nostra solidarietà sicuri che non si farà intimidire dalle frange estreme e meno estreme della sinistra torinese». Ad affermarlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretario Provinciale e Cittadino di Forza Italia a Torino a seguito delle minacce lanciate da N-Pci (nuovo Partito comunista italiano) al Pg Lucia Musti.

Abitare il carcere: criticità e prospettive

Una riflessione sugli spazi di detenzione. Incontro in Consiglio regionale

“A cinquant’anni dall’approvazione del nuovo ordinamento penitenziario, che ha ridisegnato funzioni e finalità degli istituti penali, è quanto mai necessario che gli Istituti di detenzione rispondano sempre più al dettato costituzionale che prevede che l’esecuzione penitenziaria rappresenti un’occasione di recupero e di reinserimento dei detenuti nella società. E, se è vero che l’anagramma di ‘carcere’ è ‘cercare’, è fondamentale mettersi in gioco per trovare le soluzioni più opportune”. Lo ha dichiarato il Garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano in apertura dell’incontro Abitare il carcere – Gli spazi della quotidianità nella detenzione che si è svolto a Palazzo Lascaris.

All’incontro, organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte con l’Ufficio del Garante in collaborazione con la Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, ha portato iI saluto, a nome del presidente Davide Nicco, il componente dell’Ufficio di presidenza Mario Salvatore Castello, delegato ai rapporti con il Garante, che ha sottolineato come “anche all’interno del carcere dovrebbe abitare la bellezza, che fa bene all’anima e spinge a migliorare e a migliorarsi”.

Simona Canepa, docente a contratto del Dipartimento di Architettura e design del Politecnico di Torino, ha illustrato la propria ricerca sulle carceri italiane denunciando che “dalla riforma di cinquant’anni fa ben poco è cambiato: si prevedevano ambienti per la vita individuale e collettiva, luoghi idonei per attività culturali, aggregative e lavorative ma lo Stato sembra non voler farsi carico di questi problemi: molti edifici risultano vecchi e necessitano di ristrutturazione, la luce naturale scarseggia e non di rado quella artificiale viene tenuta accesa tutto il giorno, molti ambienti vengono trascurati, come i cortili di passeggio, dove in molti casi mancano ripari per la pioggia o il sole cocente”.

Cristian Campagnaro, professore ordinario del Dipartimento di Architettura e design del Politecnico di Torino, ha evidenziato che “quando si progettano degli spazi è fondamentale interrogarsi su quale ruolo essi abbiano all’interno del progetto di vita delle persone che devono abitarli. E, a volte, l’impressione è che il progetto non ci sia. Ci siamo trovati di fronte a muri di silenzio e ad assenza di risorse, non solo economiche, per piccoli interventi che avrebbero contribuito a migliorare e a umanizzare le strutture anche per chi ci lavoro”.

Concentrandosi sulle tredici carceri piemontesi, Cesare Burdese, esperto di architettura penitenziaria, ha sottolineato che “sono afflittive e presentano tutti i limiti di un carcere punitivo. La narrazione del carcere che riabilita rischia di rappresentare uno slogan, una falsa lettura della realtà”.

“Quello che preoccupa – ha concluso – è la logica dei 7.000 moduli abitativi prefabbricati che si intendono inserire nelle carceri per supplire al sovraffollamento: un’idea di carcere simile a una bolgia dantesca dove detenuti e detenenti si fronteggeranno sempre più. Se non c’è altra soluzione a quella dei container possiamo chiudere i libri di architettura e smettere di studiare alternative”.

All’incontro hanno preso parte le consigliere Sarah Disabato e Laura Pompeo.

Fdi, A Pinerolo nessun allarme fascismo, solo sinistra senza argomenti

Binzoni replica a Canalis: “Nessuna impunità con il Governo Meloni. Preoccupa piuttosto il doppiopesimo della sinistra, che fa finta di nulla quando a venir bruciati sono i manichini raffiguranti il Presidente del Consiglio”

Riguardo ai presunti saluti romani durante la sfilata del Carnevale, credo occorra fare chiarezza – afferma Alessandra Binzoni, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale – prima di emettere frettolose sentenze di condanna”.

Detto questo – aggiunge Binzoni a Pinerolo non c’è nessun allarme fascismo, solo una sinistra senza argomenti. Stesso discorso vale per le affermazioni della Canalis, non c’è alcun clima di impunità, né da parte del Governo né tantomeno da parte di Fratelli d’Italia”.

Piuttosto, è notizia di pochi giorni fa, al Carnevale di Poggio Mirteto è stato dato alle fiamme un fantoccio raffigurante il Presidente del Consiglio Meloni. Cos’ha da dire al riguardo, da donna e da democratica la consigliera Canalis?”

Quest’ultimo è un fatto gravissimo, che dimostra il doppiopesimo della sinistra, sempre pronta a perdonare azioni di odio ed intolleranza quando rivolte all’avversario politico, per loro nemico da abbattere a qualunque costo ed in qualunque modo”.

L’evocazione continua del pericolo fascismo da parte della sinistra rischia unicamente di alimentare la violenza e di portare indietro l’orologio della storia alle pagine tristi e terribili del terrorismo” conclude il vice Capogruppo Binzoni.

Gaza, Grimaldi (AVS): Italia ed Europa si dissocino 

“Almeno 404 morti e 562 feriti sono arrivati negli ospedali della Striscia, dopo i molteplici attacchi aerei e bombardamenti dell’esercito israeliano, con diverse vittime ancora sotto le macerie. Il massacro a Gaza è ripreso a pieno regime, nello sconcerto dei vertici ONU. Il ministro della Difesa israeliano Katz dichiara che ‘le porte dell’inferno si apriranno a Gaza’ fino a quando tutti gli ostaggi non saranno rilasciati, ma l’inferno è già di casa a Gaza: senza più cibo, energia, acqua pulita, aiuti e medicine. La verità è che la tregua si è rotta per il rifiuto di Israele di dare seguito al ritiro delle truppe e a far cessare il blocco umanitario e gli attacchi. È il momento che l’Italia e l’Europa si dissocino e rifuggano ogni complicità con il criminale di guerra Netanyahu e il piano genocidario del suo governo di estrema destra; che si dissocino da Trump e sostengano con forza il piano di pace della Lega Araba, avallato dall’ONU; che chiedano sanzioni economiche e diplomatiche per Israele e chiudano ogni canale di approvvigionamento militare” – lo dichiara il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi

Le vostre foto. Un viaggio tra gli sfarzi di Palazzo Reale

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Dallo scalone monumentale che accoglie i visitatori con imponenza, si accede agli ambienti sontuosi, come la sala da pranzo, perfetta testimonianza della magnificenza regale.


L’Armeria Reale è una delle collezioni di armi e armature più ricche e antiche al mondo.

La Cappella della Sindone, capolavoro del Guarini, affascina per la sua straordinaria architettura barocca.


Un percorso che intreccia arte, storia e bellezza.

(Le foto sono della nostra lettrice Alessandra Macario)

Infrastrutture in Piemonte, emerge un quadro in chiaroscuro

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L’analisi dell’Osservatorio di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte su 67 infrastrutture del Nord Ovest registra progressi per le opere finanziate Pnrr. Rallentano il Terzo Valico e i collegamenti con Malpensa. Bene A33 AT-CN, Tenda e Frejus

A poco più di un anno dalla fine del Pnrr, sulle infrastrutture monitorate dal Rapporto OTI Piemonte 2025 emerge un quadro in chiaroscuro. Se sono infatti 11 su 67 le opere monitorate che registreranno avanzamenti rilevanti o saranno completate nel corso di quest’anno, salgono da 16 a 22 quelle che hanno subito un ritardo, mentre scendono da 9 a 5 quelle in grave ritardo. Passano poi da 30 a 31 le infrastrutture in linea con il programma, e cresce anche il numero complessivo di opere monitorate dall’Osservatorio Territoriale Infrastrutture, grazie all’aggiunta della Tangenziale di Carmagnola e del Quadrante casalese per lo sviluppo logistico. Scendono infine da 12 a 8 le opere in fase di proposta progettuale. Queste le principali evidenze del rapporto Oti Piemonte 2025 di Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte presentato a Cuneo questo pomeriggio, presso la sede della locale associazione territoriale.

Oti Piemonte si conferma uno strumento imprescindibile per le nostre imprese, perché infrastrutture materiali e immateriali rappresentano sempre di più un elemento cruciale per la competitività dei territori. Le multinazionali, così come i grandi gruppi nazionali, scelgono il Piemonte anche in virtù della posizione geografica, è un asset su cui dobbiamo continuare a lavorare, imprese e pubblica amministrazione per arrivare a progettazioni che raccolgano le esigenze delle tante filiere che compongono il tessuto economico del Piemonte e del Nord Ovest” commenta Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

Il Rapporto OTI Piemonte 2025 offre un’analisi dettagliata dello stato delle infrastrutture nella nostra regione, delineando un quadro che presenta sia elementi positivi che sfide da affrontare. A poco più di un anno dalla conclusione del PNRR, è motivo di soddisfazione constatare che 11 delle 67 opere monitorate sono in fase di completamento o registreranno progressi significativi nel corso del 2025. L’apertura della seconda canna del Frejus e il ripristino della storica linea Torino-Lione rappresentano traguardi importanti, che miglioreranno la connettività e la mobilità nel nostro territorio. Tuttavia, non possiamo ignorare le criticità. Questo richiede un’attenta valutazione delle cause e l’adozione di misure correttive efficaci. La collaborazione tra istituzioni, imprese e territorio è essenziale per superare le sfide e garantire che le infrastrutture siano adeguate alle esigenze del tessuto economico e sociale. L’Osservatorio Territoriale Infrastrutture si conferma uno strumento prezioso per monitorare l’andamento dei progetti, identificare le criticità e promuovere soluzioni condivise. Continueremo a lavorare con determinazione per un Piemonte dotato di infrastrutture moderne, efficienti e sostenibili, in grado di sostenere la crescita economica, attrarre investimenti e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini” commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

Scendendo nel dettaglio dei dati Oti Piemonte 2025 emerge come delle 67 opere monitorate, 34 opere sono lavori in corso 8 sono proposte progettuali, e 25 sono in fase di progettazione fattiva di cui 8 con progetto preliminare (invariate rispetto al 2024); 14 con progetto definitivo (-1 rispetto al 2024); 3 con progetto esecutivo (-1 rispetto al 2024). Il valore complessivo dei cantieri da completare entro il 2033 è pari a 27,4 miliardi, ci dui 2,5 miliardi quest’anno con 11 opere attese e 1,1 miliardi entro il 2026 con la conclusione del Pnrr con la previsione di 16 opere

Proprio riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza, le su 9 opere monitorate e finanziate da fondi PNRR, 8 procedono: quadruplicamento della linea ferroviaria Tortona-Voghera, potenziamento e ammodernamento delle linee Acqui Terme-Ovada-Genova, Linee ferroviarie Torino-Ceres e Canavesana, elettrificazione della Ivrea-Aosta, SP460 tra Lombardore e Salassa, Superstrada Novara-Vercelli e scalo di Torino Orbassano, mentre sul Terzo Valico dei Giovi ci sono stati rallentamenti (previsione attivazione nuova linea marzo 2027). Ulteriori 16,4 miliardi saranno spesi entro il 2030 e si attendono 13 opere in conclusione e infine altri 7,4 miliardi entro il 2033, grazie all’attivazione del tunnel di base del Moncenisio ovvero la tratta binazionale nota come Torino Lione e il primo lotto della Metro 2 di Torino.

Scendendo sulle , 11 opere che nel 2025 dovrebbero registrare passi avanti significativi o essere completate, cui spiccano: apertura al traffico della seconda canna autostradale del Frejus, forse già a luglio; dal primo aprile ritorno all’operatività della linea ferroviaria storica Torino-Lione chiusa da agosto 2023 per una frana in Francia; sulla A33 Asti-Cuneo entro fine anno sarà completata la tratta Verduno-Cherasco; a giugno in funzione la nuova canna del tunnel del Colle di Tenda. A queste si aggiungono: adeguamento SS33 del Sempione; potenziamento stazione ferroviaria di Rivalta Scrivia; adeguamento raccordo con scalo Boschetto per il CIM di Novara; completamento Tangenziale di Fossano; sul passante ferroviario di Torino, ultimazione della stazione Rebaudengo-Fossata; ultimazione tangenziale di Novara; apertura della tangenziale di Romagnano Sesia.

Focalizzando l’attenzione poi sui corridoi europei Ten-T, per quello Mediterraneo, che comprende la Torino-Lione, Oti Piemonte rileva una situazione complessivamente migliorata poiché procedono i lavori di realizzazione del tunnel di base del Moncenisio 40 km scavati totali circa il 25% dei 162 km di gallerie previste, con data di attivazione fissata al 2033, mentre nelle prossime settimane riapriranno sia il collegamento ferroviario storico, che la seconda canna del tunne autostradale del Frejus. A Chiomonte si sta lavorando allo svincolo autostradale a servizio e del cantiere per il tunnel di base lato Italia. Segnali contrastanti arrivano dal Corridoio Mediterraneo-Reno-Mare del Nord, dove sulla tratta italiana negli ultimi mesi sono emerse criticità legate alla situazione geologica particolarmente complessa sotto l’Appennino, tra Alessandria e Genova, dove si sta scavando il tunnel ferroviario, che sta condizionando il completamento del Terzo Valico. Positivo l’avanzamento sulle linee ferroviarie del Sempione e la linea Acqui Terme-Ovada-Genova che sono passate da una fase progettuale all’avvio dei lavori, e lo sblocco dell’iter per la riattivazione del servizio sulla linea ferroviaria Novara-Varallo.

Per quanto riguarda il sistema aeroportuale, positivo l’avvio dei lavori sulla linea Fossano-Cuneo per il collegamento con l’aeroporto cuneese e la prosecuzione dei lavori di messa in sicurezza sulla linea Torino-Ceres che dovrebbe concludersi nel primo trimestre 2026, mentre restano in stallo i progetti per il miglioramento dei collegamenti con l’aeroporto di Malpensa e il raccordo tra la SP662 e la A6 nel cuneese. Sui centri intermodali avanzano i lavori sui nodi logistici di S.I.TO Orbassano, C.I.M. Novara, Domo 2 e polo logistico alessandrino e l’interesse nella logistica aumenta in quanto abbiamo inserito come nuova proposta progettuale il Quadrante casalese. Per quanto riguarda i valichi alpini, oltre a Frejus e Tenda, sul traforo del Monte Bianco sono finora stati completati i primi due cantieri-test di risanamento della volta e in merito al raddoppio, l’ipotesi è stata accolta dalla regione Valle d’Aosta ed è stabilmente oggetto di discussione tra i Governi italiano e francese. Proseguono i progetti di viabilità stradale per l’accesso da sud al Sempione, mentre lato ferrovia si segnala positivamente l’avvio dei lavori di potenziamento dell’imbarco autotreni della stazione di Iselle di Trasquera. Infine, per i nodi urbani, si segnala positivamente il lancio dei bandi per Metro 2 previsti per fine 2025, la Tangenziale Cuneo, il passaggio da proposta progettuale a progetto preliminare per l’interconnessione con linea AV a Chivasso e rifacimento ponte Preti della SP665 nel canavese.

Passando alle connessioni immateriali, proseguono i lavori di posa della Banda Ultralarga, seppur a ritmi più lenti rispetto all’anno precedente. A febbraio 2025 sono 793 Comuni con cantieri chiusi con collaudo certificato (+170 rispetto al 2023); 293 Comuni con cantieri chiusi con collaudo certificato (+76 rispetto al 2023) e 992 cantieri chiusi (+113 rispetto al 2023).

Inaugurato l’anno accademico dell’Universita’ di Torino

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Si è svolta ieri  mattina al Teatro Regio la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2024/2025 dell’Università di Torino. La cerimonia dal titolo “Università e cittadinanza europea. La conoscenza come ponte verso il futuro” ha visto tra gli altri la partecipazione di Enrico Letta e il contributo musicale del Coro delle Voci Bianche del Teatro Regio e degli allievi e le allieve del Teatro Stabile di Torino.

Sul palco è intervenuto il sindaco Stefano Lo Russo che ha ribadito la vocazione universitaria di Torino. «Essere città universitaria – ha detto – significa anche pensare alla trasformazione della città fisica, sociale, economica, culturale con un’ottica che vede l’alta formazione scientifica e l’alta formazione di carattere universitario come una cifra caratterizzante di sviluppo. Credo davvero che la prospettiva che ha l’Università di Torino, in sinergia con noi, con la Regione, con l’altro sistema che compone questo territorio, sarà la chiave di volta vincente anche per il proseguo del nostro lavoro nei prossimi anni».

L’intervento è stato anche l’occasione per una riflessione sullo scenario internazionale “quello che sta succedendo a livello internazionale – ha aggiunto – sconvolge schemi che erano consolidati da decenni e, intorno alle risposte che daremo a queste nuove sfide, credo che si giocheranno i futuri decenni di prosperità e sviluppo dell’Europa, che uscì dal secondo conflitto mondiale praticamente distrutta, divisa, lacerata, e che è stata capace in questi ottant’anni di rappresentare per milioni di persone un modello di sviluppo, di inclusione sociale, di un’economia sociale di mercato, che è stata capace di garantire i diritti civili e i sociali in un mondo e in un contesto estremamente complesso”.

TORINO CLICK

Breakfast in America

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

 

I primi cento giorni del nuovo Presidente statunitense sono stati sufficienti per tramutare l’idillio iniziale con i mercati finanziari in un incubo.

Cosa è successo e perché l’umore è cambiato così velocemente?

Per meglio comprenderlo dobbiamo ricordare i presupposti che hanno consentito a Donald Trump di guadagnare il suo secondo mandato.

I timori sulla salute di Joe Biden ne avevano certamente minato la credibilità ma l’elemento chiave, presente in tutti i dibattiti tra i candidati presidenziali, era stata l’inflazione, ritornata ad erodere i redditi degli americani negli ultimi anni dopo essere stata pressoché assente nei decenni precedenti.

Su questo aveva fortemente fatto leva il candidato repubblicano i cui auto-dichiarati super-poteri, da Trump a SuperTrump il passo è breve, avrebbero consentito di rendere l’America nuovamente grande e, soprattutto, senza inflazione.

La sconfitta della malabestia sarebbe arrivata attraverso una politica di deregolamentazione (minori regole, maggiore competizione, prezzi di beni e servizi più bassi) unita a severi controlli sugli aumenti dei prezzi praticati dalle aziende produttrici, per evitare ingiusti arricchimenti a danno dei consumatori.

Ma il menu elettorale presentava anche altre portate, non tutte così gradite, quali gli sgravi fiscali a famiglie ed imprese, il taglio del numero di dipendenti pubblici e, in cauda venenum, i pesanti dazi sulle importazioni.

Un programma così assortito aveva in qualche modo disinnescato i timori derivanti da un ulteriore passo indietro verso la più antica tradizione degli Stati Uniti, che sul protezionismo ed i dazi hanno costruito buona parte della loro storia (sino almeno alla creazione del GATT, dopo la Seconda Guerra Mondiale).

La prima colazione servita dalla nuova amministrazione ha però smentito le troppo ottimistiche previsioni degli analisti finanziari: in questi primi mesi il presidente ha battuto e ribattuto esclusivamente la grancassa delle sanzioni e dei dazi, ignorando le altre, più gradite, iniziative preannunciate.

E dire che, sul piano internazionale, il processo di pacificazione dell’Ucraina, sembra procedere speditamente anche grazie alla spinta statunitense ma, anche qui, alcune sorprendenti prese di posizione, sul Canada, la Groenlandia, il canale di Panama, e, meno inaspettatamente, il disimpegno nei confronti del contributo alla difesa dei Paesi europei, hanno contribuito ad innervosire gli investitori. Viene da chiedersi il perché di tanto accanimento…

La spiegazione potrebbe essere legata al ciclo elettorale: il neopresidente ha di fronte a sé l’intero mandato quadriennale e due anni alle elezioni di mid-term, che, rinnovando tutta la Camera dei rappresentanti e un terzo del Senato, potrebbero ridefinire l’assetto del Congresso statunitense.

È, quindi, forse questo il momento ideale per servire i piatti più indigesti ai mercati internazionali e per chiedere sacrifici agli stessi americani (il primo effetto dei dazi potrebbe essere quello di far ripartire l’odiata inflazione) avendo poi tutto il tempo, prima del ritorno alle urne, per servire in tavola le portate più appetitose, favorendo così una risalita del consenso elettorale del partito del presidente.

L’incertezza, si sa, è la cosa che più detestano i mercati finanziari e la strategia, spesso ondivaga e dai toni tutt’altro che ortodossi, di The Donald non sta facendo altro che complicare le cose.

Si tratta indubbiamente di un percorso molto rischioso: saltellare sul filo a strapiombo dei dazi e delle sanzioni è molto pericoloso e disattendere la promessa fatta sull’inflazione, che potrebbe ripartire spinta dalle imposte doganali, finirebbe per alienare a Trump una fetta importante degli elettori che lo hanno riportato alla Casa Bianca.

Se però il progetto fosse proprio quello di fare seguire, al bastone dei dazi, la carota (estratta, durante il primo mandato, alla fine di aprile), riuscendo, prima, a negoziare accordi ragionevoli per dare, poi, spazio alle manovre pro-crescita, allora la correzione delle borse potrebbe essere una semplice pausa (con un benefico riequilibrio delle valutazioni, in particolare delle “Magnifiche 7”) nel loro ciclo di crescita e non una duratura inversione di rotta.

È ben noto, infatti, che i mercati azionari possono subire oscillazioni anche molto violente ma i periodi di discesa peggiori (e più lunghi), i “mercati orso”, coincidono con le recessioni economiche.

Questa non sembrerebbe la situazione attuale, sebbene una cattiva gestione dell’impeto fustigatorio trumpiano (con i suoi possibili effetti sulla ripartenza dell’inflazione e le conseguenti ripercussioni negative sulla crescita economica) renderebbe assolutamente possibile un esito negativo, ancorché indesiderato.

D’altronde, in barba alla tanto decantata “efficienza dei mercati”, non sempre le borse hanno ragione ed infatti, come ci ricorda un vecchio adagio, attribuito all’economista Paul Samuelson, gli indici di Wall Street hanno previsto ben 9 delle ultime 5 recessioni…

Va anche detto che quanto descritto provocherà comunque, con tutta probabilità, una recessione “tecnica”  (breve e dovuta a fattori temporanei) nei primi due trimestri dell’anno: i timori sui dei dazi in arrivo stimola, da un lato, l’accelerazione all’acquisto dei prodotti importati, prima che questi ne siano colpiti (rendendoli più costosi), e questo va a detrimento del PIL (nel cui calcolo le importazioni sono computate con segno negativo, quando queste salgono ne riducono la crescita) e dall’altro potrebbe congelare, vista l’incertezza, le decisioni d’investimento e nuove assunzioni da parte delle imprese.

La giuria, insomma, deve ancora pronunciarsi ma quello che sembra certo è che le radici protezionistiche stanno trovando terreno estremamente fertile oltreoceano e noi europei ce ne dovremo fare una ragione, prendendo atto del fatto che, dopo più di sessant’anni, la globalizzazione sembra ormai essersi arrestata.

Speriamo solo che, a ragion veduta, il “breakfast americano” servito da SuperTrump consenta una digestione non troppo complicata e faccia dormire sonni tranquilli anche a noi, poveri investitori.