ilTorinese

Borse di studio, la Regione paga il 100 per cento degli aventi diritto

Non erano mancate polemiche tra studenti e regione nelle scorse settimane per l’erogazione delle borse di studio. Oggi, in anticipo di due mesi sui tempi promessi, la Regione anticipa le risorse e completa il pagamento degli ultimi 1900 aventi diritto, per un totale di 17860 assegni e uno stanziamento record di 92 milioni di euro

Infatti sono già partiti questa mattina i bonifici per il pagamento delle 1959 borse di studio per altrettanti aventi diritto che erano in attesa dell’assegno. Il pagamento è stato possibile grazie a uno stanziamento straordinario da parte della Regione Piemonte che ha voluto anticipare 8,3 milioni di euro a Edisu che, in questo modo, può effettuare i bonifici e aggiornare la graduatoria. «Avevamo promesso che tutti i 17.860 aventi diritto avrebbero avuto la borsa di studio e così è avvenuto – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e gli assessori al Diritto allo studio universitario, Elena Chiorino, e al Bilancio Andrea Tronzano, ricordando che, con questo ulteriore stanziamento, la cifra destinata alle borse di studio supera i 92 milioni di euro, una cifra record.
«Questa amministrazione ha deciso di pagare tutte le borse di studio arrivando a triplicare le risorse che in passato erano destinate a questo capitolo del bilancio. E’ evidente che non potendo prevedere in anticipo il numero delle domande ammesse, e a fronte di un numero di aventi diritto più alto rispetto al passato, si è reso necessario integrare le risorse e, come avevamo assicurato, è stato fatto. Credere nell’Università e nello studio vuol dire fare investimenti reali ed è per questo che la Regione ha trovato tutte le risorse necessarie nel suo bilancio. Basti un semplice raffronto con il passato: nel 2019/2020, ultimo anno gestito dalla precedente amministrazione, le borse pagate erano state 13.805 per un totale di 41.403.412 euro. Nel 2023, con la giunta di centrodestra alla guida, sono 17.860 le borse di studio per un totale di 92.106.437 euro. Questa è la migliore risposta a chi ha polemizzato in questi giorni, perché il sostegno agli studenti lo si fa con i fatti e non con le semplici parole», concludono Cirio, Chiorino e Tronzano.

La Wash4green Pinerolo vince 3-1 il derby con la Reale Mutua Fenera Chieri ’76

Torino, 05/02/2024

Per la prima volta da quando entrambe le squadre sono in A1 il derby torinese fra Wash4green Pinerolo e Reale Mutua Fenera Chieri ’76 sorride alle pinelle che vincono 3-1.
Nonostante le tante assenze dovute agli infortuni la squadra di Marchiaro mette in campo un atteggiamento migliore, legittimando una vittoria che non fa una piega. Da parte delle chieresi c’è un po’ di rammarico per il secondo set perso 29-27 dopo non aver concretizzato tre set-point, in caso contrario la partita avrebbe forse potuto prendere un’altra piega, ciò non toglie che Pinerolo faccia meglio in quasi tutti i fondamentali (unica eccezione il muro), commetta meno errori e mostri più lucidità nelle fasi calde dei set. Per Chieri, orfana di Skinner (in tribuna per un leggero infortunio) fra le buone notizie di giornata è da segnalare il positivo debutto del neoacquisto Jatzko che viene gettata nella mischia nel terzo set: chiude con 6 punti e il 60% in attacco.
Il premio di MVP viene assegnato ad Akrari, seconda miglior realizzatrice di giornata con 14 punti (di cui 5 a muro). Top scorer Nemeth con 18 punti. Da parte chierese il maggior contributo realizzativo è di Grobelna (inizialmente a riposo, entrata nel finale del secondo set), Omoruyi e Zakchaiou, tutte con 11 punti.

Wash4green Pinerolo-Reale Mutua Fenera Chieri ’76 3-1 (25-21; 29-27; 21-25; 25-20)


WASH4GREEN PINEROLO: Cambi 3, Nemeth 18, Akrari 14, Polder 9, Sorokaite 11, Mason 10; Moro (L); Storck 7, Di Mario. N. e. Rostagno, Cosi, Bernasconi. All. Marchiaro; 2° Naddeo.
REALE MUTUA FENERA CHIERI ’76: Malinov 4, Anthouli 8, Zakchaiou 11, Weitzel 3, Kingdon 10, Omoruyi 11; Spirito (L); Morello, Grobelna 11, Gray 8, Jatzko 6. N. e. Rolando, Kone, Aliotta (2L). All. Bregoli; 2° Daglio.
ARBITRI: Cavalieri di Lamezia Terme e Vagni di Perugia.
NOTE: presenti 1505 spettatori. Durata set: 25′. 37′, 26′, 37′. Errori in battuta: 10-15. Ace: 6-2. Ricezione positiva: 60%-59%. Ricezione perfetta: 31%-28%. Positività in attacco: 38%-35%. Errori in attacco: 11-11. Muri vincenti: 9-15. MVP: Akrari.

La cronaca


Primo set – Dopo un inizio di marca pinerolese (5-2) il time-out di Bregoli dà il la a una favorevole a Chieri che capovolge il punteggio in 7-8 (Anthouli). Le padrone di casa tornano avanti sul 12-11 con un muro di Akrari. Si prosegue poi punto a punto fino al 18-17, quando un attacco di Mason e un muro di Polder portano Pinerolo sul 20-17. Nel finale le pinelle allungano ulteriormente e chiudono 25-21 alla terza palla set.

Secondo set – Sul 6-6 Pinerolo strappa a 9-6 (muro di Cambi), quindi raggiunge il vantaggio massimo di 5 punti sul 15-10. Alcuni errori pinerolesi e due attacchi di Anthouli riportano Chieri a contatto (19-18). Intanto Bregoli inserisce Gray per Weitzel e Grobelna per Anthouli. Le biancoblù pareggiano a 20 con Zakchaiou, passano in vantaggio 20-21 con Omoruyi e guadagnano sul 23-24 sul Zakchaiou la prima palla set, che Akrari annulla con un muro. È quindi

COMUNICATO STAMPA

Zakchaiou con nu muro ad annullare il primo set-point di Pinerolo. Seguono altre due palle set per Chieri annullate da Nemeth e Polder. Sul 27-27 Nemeth dà la seconda palla set alle pinelli, nello scambio successivo Kingdon attacca fuori ed è 29-27.

Terzo set – Da 2-4 per Chieri il punteggio gira a favore di Pinerolo. Sull’8-5 Breoli inserisce Jatzko per Omoroyi. Anche sopra di 4 punti sull’11-7 (Mason), le padrone di casa subiscono un break di 5 punti che gira il risultato in 11-12. Le biancoblù salgono a 13-15 (Grobelna) e 14-18. Sul 17-19 il videocheck dà ragione a Chieri che respira (17-20) e nel finale gestisce senza particolari problemi chiudendo 20-25 alla prima palla set.

Quarto set – Pinerolo prende subito qualche punto di vantaggio raggiungendo i 4 punti sul 9-5 (Polder). Di lì in avanti il set si sviluppa in modo molto lineare, con la squadra di Marchiaro sempre avanti e sempre in controllo. Dopo alcuni episodi dubbi nelle fasi centrali Chieri ha un sussulto sul 22-16 dimezzando lo svantaggio a 22-19. Le velleità biancoblù vengono definitivamente spente da Storck che realizza prima un attacco, poi un ace e ancora un attacco. Sul 24-20 Mason pone fine alla contesa.

Il commento

Ilaria Spirito: «Oggi è mancato soprattutto l’atteggiamento. Credo che da parte di tutte non ci sia stato l’approccio giusto alla partita. Avevamo bisogno di far riposare determinati giocatori per la partita di coppa e avevamo bisogno dell’apporto di tutta la squadra, ed è mancato».


Varaldo: “Askatasuna bene comune? Ecco perché non è giusto”

FATTI NOSTRI di Tommaso Varaldo

Il centro sociale Askatasuna per anni ha messo a ferro e fuoco Torino e preso parte agli assalti violenti al cantiere della Tav. Ha occupato abusivamente l’immobile di Corso Regina a spese dei cittadini onesti, ha attuato atti vandalici di ogni tipo attraverso la violenza dei suoi cortei e ha fatto dell’illegalità e della lotta allo Stato la sua bandiera. E’ questa l’Askatasuna “bene comune” che il Comune intende istituzionalizzare e a cui vuole dare il compito, tra gli altri, di svolgere “attività ispirate ai principi della non violenza”. Magari con le scuole? Insegnando ai bambini cosa sono i beni comuni? Askatasuna non è mai stato un bene comune e mai potrà esserlo. Ritenerlo tale e, quindi, meritevole di finanziamenti e di interventi a suo sostegno non è solo un ossimoro ma è uno sfregio a tutti i torinesi onesti e perbene. Negli anni Torino ha perso tanto, si sperava almeno che la sua amministrazione, unitariamente e senza distinzione di colore politico, avesse ancora il senso della legalità e delle istituzioni che mai dovrebbero andare a braccetto con i violenti e gli eversivi. Ancor meno dichiararli un bene comune. Una brutta pagina dell’amministrazione Lo Russo.
Tommaso Varaldo

Malinpensa by La Telaccia, “Raccontarsi dall’ideazione all’esecuzione”

Informazione promozionale

In galleria quattro artisti a confronto: Riccardo Bedini, Dario Frascone, Domenico Giaquinto e Fabrizio Passera

 

Dal 9 al 22 maggio si terrà alla galleria Malinpensa by La Telaccia una mostra di artisti tutta al maschile, con la partecipazione di Riccardo Bedini, Dario Frascone, Domenico Giaquinto e Fabrizio Passera.

L’artista Riccardo Bedini si avvale di materiali riciclati per realizzare le sue opere scultoree, rivelando una sensibilità creativa ricca di inesauribile virtù espressiva che è capace di comunicare al fruitore esprimendo concetti profondi le complesse condizioni del vivere e degli stati d’animo.

Le sue sculture sono frutto di meditazione e dal forte significato umano, sociale e ambientale. Nascono non solo dallo studio e da una costruzione attenta, ma anche dalle emozioni e dal sentimento di un artista, puro e sincero, che indaga la realtà e interpreta la materia con una forte interiorità. Affidarsi al recupero dei materiali quali ferro, plastica, legno, vetro e lana per l’artista Riccardo Bedini rappresenta un atto di vera importanza contenutistica, tanto da stabilire nel suo percorso risultati assolutamente originali che testimoniano un’autenticità espressiva. Diversi elementi fra loro rappresentati si intrecciano in un gioco armonioso dove la materia, sempre più mutevole nel soggetto, vive ben strutturata in un rigoroso equilibrio delle forme e in una efficace simmetria dei volumi, capace di rendere l’opera palpitante di energia. Il connubio coinvolgente della sostanza materica con gli acrilici e la resina dà vita a una evidente intensità cromatica, esaltando la scultura di effetti unici e suggestivi che entrano in perfetta armonia nell’opera, caratterizzandola sapientemente. La costante indagine per i materiali, a cui l’artista ridà nuova vita, è di fondamentale importanza per il suo iter, tanto da raggiungere livelli di reale contemporaneità all’insegna di un linguaggio inventivo e compositivo che richiama l’attenzione dello spettatore. Le sue opere sono modellate con sintesi formale e intensità espressiva e sono intrise di analisi, di potenza concettuale e di un forte messaggio di comunicazione che si carica di lirismo. Trasformare oggetti e materiali comuni per fargli assumere un valore, che va al di là del fascino indiscutibile dal punto di vista estetico, è il significato principale del suo fare arte in senso fortemente spirituale. Riccardo Bedini esprime con un totale impegno di elaborazione e con una continua ricerca, una propria capacità tecnica in cui dimostra di saper coniugare tradizione e innovazione in un divenire di passionalità e di stile che scuote l’animo e la vista dell’osservatore.

Un artista diverso ma egualmente intenso è Dario Frascone. La ricerca per l’artista Dario Frascone è di fondamentale importanza nel suo iter. Egli fa compiere all’osservatore un viaggio iniziatico fantastico tra realtà e irrealtà in cui immagini animate da ritmi formali, luci e spazi vivono magistralmente attraverso una composizione del tutto originale, pregnante di meditazione. Le sue opere, disegnate a mano e poi successivamente sviluppate in digitale con l’ausilio del computer, sono intrise di messaggi ricorrenti e di costanti aspetti simbolici che rappresentano la società in cui viviamo e il suo stato d’animo. Ogni soggetto vive di una contemporaneità suggestiva realizzata con riflessione e notevole tensione spirituale che rispecchia il senso e il non senso della vita moderna. Ogni dettaglio è descritto con una valida rispondenza estetica che evidenzia anche una scelta del colore piuttosto estrosa e vivace. Unione e sovrapposizione di varie scene di vita e di significati simbolici rivelano una compositiva autonoma e personale carica di un’atmosfera incantata dove tutto, nell’opera, si veste di intensità espressiva. Il colore è vivo e dinamico, la capacità tecnica notevole, le quali, unite ad una chiara simbologia, esprimono un impeto creativo evidente.

 

Attraverso una particolare vitalità formale e un acceso cromatismo, Dario Frascone ci propone memorie, aspetti di vita reale e sogni che cristallizzano, all’interno dell’opera, una narrativa completa all’insegna di un linguaggio universale ricco di valori e di sincerità espressiva. Nei suoi soggetti si coglie un gioco di luci e di colori, di forme di chiara impronta personale sempre segnata da una ricerca mai interrotta e da una chiarezza di comunicazione. Dario Frascone è portatore di messaggi e contenuti e realizza le sue opere digitali con notevole equilibrio formale e con piacevoli effetti visivi, segno di uno stile inconfondibile e di un percorso dettato da una composizione contraddistinta da equilibrio, che esercita interesse nell’osservatore.

Il terzo artista in mostra è Domenico Giaquinto, per il quale la materia è l’assoluta protagonista che egli conosce profondamente e che evidenzia con una dinamica strutturale e una resa formale di notevole temperamento. La sua tecnica policroma, ottenuta dall’utilizzo di piccole tessere in gesso dalla forma quadrata, rappresenta un processo creativo originale che si serve di una elaborazione rigorosa, supportata da sapienza compositiva e dallo stile unico.

L’intervento della sabbia dei vari frammenti di vetro, che l’artista fissa magistralmente sulla tela e sulla tavola mediante un meticoloso lavoro, si alterna al gioco cromatico di forte espressività. Con mano sicura e un notevole impegno per il dettaglio, Giaquinto mostra, al fine di comporre i suoi soggetti figurativi, una continua ricerca impregnata di significato e di necessità interiore. Si tratta di una dimensione carica di comunicazione che palpita di un’unità creativa e una personalità artistica inimitabile. L’attenzione e il rispetto verso l’esistenza umana, soprattutto femminile, lo vede particolarmente sensibile e gli permette di offrire ai suoi lettori un’arte costantemente intrisa di valori profondi e di messaggi contenutistici di intenso coinvolgimento. La scansione ritmica della materia, gli accordi cromatici e l’atmosfera armonica chiaroscurale si strutturano magistralmente nei suoi altorilievi, tanto da rivelare una continua dialettica compositiva altamente suggestiva, che trasmette al fruitore un’ampia riflessione. L’equilibrio tra gli elementi materici e il fascino del colore crea un percorso di assoluta indipendenza e di libertà interpretativa, da cui scaturisce una ricerca sincera che mantiene costanti il suo linguaggio e il suo stile. Le figure femminili, i volti e le loro capigliatura vibrano di un’intensa poesia e di serenità, regalandoci sensazioni piene di vita e ricchezza emotiva. Quello dell’artista Domenico Giaquinto è un dialogo che privilegia il tema della figura umana e del suo vissuto, cogliendo l’intima essenza della realtà del soggetto, tanto da raggiungere risultati di chiara interpretazione e immediatezza formale, all’insegna di un’arte ricca di sensazioni e emozioni.

Ultimo, ma non meno importante artista in mostra, è Fabrizio Passera, che riesce a creare nella sua scena fotografica un grande equilibrio compositivo e un potente dinamismo di pieni e di vuoti che vivono in armonia tra loro sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto quello concettuale, indice di un’evidente padronanza e di un’indagine continua.

In una serie di fotografie, scattate all’interno di una ex fabbrica di elettrodomestici della seconda metà del Novecento, ha rappresentato un ampio impianto di produzione ormai dismesso, e narra di una panoramica sulla nuova identità dove la natura si sta riappropriando dello spazio sottratto dalla cementificazione. L’elemento mutevole ed essenziale della luce, con le sue suggestive variazioni tonali e chiaroscurali, attraversa nel soggetto un autentico processo naturale, a volte spirituale, che si caratterizza dalla temporalità. L’artista Fabrizio Passera mette in campo fughe dritte e profonde accanto alla potenza della prospettiva, che va oltre l’immagine stessa e la cromia desaturata, sfumata e pacata, ma sempre incisiva, che evidenzia uno stile unico, molto personale e ben riconoscibile. Ombre e luci comunicano in una dimensione volumetrica movimentata da una spazialità e da una linearità che oltrepassano i confini dell’obbiettivo, e trasmettono al fruitore una fotografia altamente personale, intrisa di unicità. La sua fotografia, legata alle sezioni verticali e orizzontali, e alla purezza del colore, viene condotta con grande naturalezza e un impianto compositivo che esalta il contenuto del soggetto. Gli scatti fotografici sono realizzati con lunghi tempi di esposizione, e consentono all’artista di muovere l’apparecchio mentre registra l’immagine, producendo nella foto un’atmosfera sospesa tra la realtà e l’astrazione, in cui la compenetrazione tra i soggetti, trova risultati di notevole effetto che rendono ancora più significativa la sua arte. Passera, affascinato dalle architetture e dagli spazi urbani e sugli effetti che questi producono sul paesaggio, sia a livello ambientale, sociale e umano conduce una ricerca attenta di studio e di analisi. La sua è un’espressione di particolare significato e impegno totale che dimostra creatività e sensibilità profonda.

 

Mara Martellotta

Al Principe di Napoli morto va portato rispetto

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Andrò ai funerali di Vittorio Emanuele di Savoia che ho conosciuto, soprattutto come risposta ai suoi critici astiosi che non hanno rispetto per un morto e si sono lasciati andare a veri e propri insulti verso il principe, imitando gli anarchici che nel 2010 al palazzo reale di Torino lo accolsero al grido di “Viva Bresci”, l’attentatore di Umberto I. Forse quegli anarchici erano di Askatasuna, il bene comune oggi tanto apprezzato. Magari andranno a disturbare anche i funerali del principe, come forse farebbe piacere al prof. Barbero,loro grande estimatore con argomenti davvero inquietanti. Leggere gli insulti triviali contro il principe del conte Galli della Loggia mi ha stupito, ma mi ha anche indignato.  Avevo poca stima di Galli, adesso la stima nei suoi confronti si è azzerata.Non c’è stato neppure un tentativo di storicizzare la figura umana del principe che ha pagato in partenza per colpe non sue . Per le accuse a lui rivolte sotto il profilo penale valgono le assoluzioni, come ha detto Cesara Buonamici che si è distaccata dal coro dei suoi astiosi nemici che non hanno neppure atteso i funerali per scatenarsi contro di lui. Il “codardo oltraggio” verso un uomo malato di 87 anni rivela la meschinità settaria dei suoi detrattori. Io non ho mai scritto dei “servi encomi” per altro impossibili nei suoi confronti, ma mi indigno leggendo ed ascoltando la mancanza di pietas verso un morto. Un giudizio lo daremo a freddo senza indulgere alla maldicenza giacobina che la sua morte ha scatenato. Sono curioso di vedere chi andrà ai suoi funerali. Chi non ci andrà rivelerà che il senso della storia di Torino sabauda e risorgimentale non c’è più. Ad esso si è sostituito Barbero. Davvero ben poca cosa. Torino era la città di Cognasso e del repubblicano Levra che sapevano rispettare il passato della città. Levra voleva il principe a palazzo Carignano nel 2020 nel bicentenario della nascita del suo avo, il Re Galantuomo. Il Covid impedì di realizzare l’incontro.

Addio alla titolare della storica caffetteria gelateria

È mancata all’età di 85 anni Marianna Sarzotti, nota da tutti come «Nina», cofondatrice e  contitolare per decenni del Bar Corso di Cuneo, la  storica caffetteria, e gelateria nel centrale corso Nizza. La donna è deceduta all’ospedale Santa Croce, dov’era ricoverata per un’emorragia cerebrale. Con il marito aveva fondato il caffè nel lontano 1958.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Proseguono i controlli di polizia in zona movida, 155 persone identificate

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Nella scorsa notte sono stati effettuati i controlli congiunti della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia – Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale – nelle aree maggiormente caratterizzate dal fenomeno della “movida”.

L’attività, iniziata alle ore 20 di sabato sera, si è concentrata nell’area di Piazza Vittorio Veneto, con particolare riferimento a via Matteo Pescatore, via Bava, Lungo Po Cadorna,  via Mazzini, via dei Mille, nel quartiere San Salvario, nella zona di Piazza Santa Giulia e vie limitrofe.

L’attività ha portato:

  • all’identificazione di 155 persone;
  • al controllo di 8 esercizi pubblici;
  • all’emissione di 3 sanzioni amministrative nei confronti di 3 locali: un minimarket di via Bava è stato sanzionato per aver contravvenuto a quanto previsto dal Regolamento Comunale  riguardo alla “Tutela del riposo, della salute e della vivibilità urbana”; un locale di via Matteo Pescatore è stato sanzionato per vendita di bevande alcoliche a minori; infine, una paninoteca è stata sanzionata per violazioni in materia di  igiene e per criticità relative alla normativa HACCP.
  • 2 avventori di un bar sono stati, infine, sanzionati per detenzione di sostanze stupefacente per uso personale.

Elleieffe: borse così non le avete mai viste

Tre amiche, Laura, Ivana e Franca, da qui il nome del brand, decidono di concretizzare quella vena creativa che da qualche anno pulsa nelle loro menti; il desiderio di realizzare un oggetto iconico che abbia possibilmente un legame con il passato  e che preveda l’aspetto del riutilizzo.
In una giornata d’autunno, durante una gita in campagna, scorgono in una vecchia cascina un cestino di metallo alquanto mal ridotto, di quelli che usavano i nostri nonni per la pesca o le uova e scatta la folgorazione: quei cestini sarebbero diventati delle borse, particolari ed ultra chic.
Ma dove trovarli? Impossibile farli realizzare oggi, soprattutto a causa del caratteristico movimento morbido a molla che li distingue e ne fa oggetti unici.
Inizia così una lunga ricerca e alla fine li trovano all’estero ma sono ormai pochissimi e la maggior parte in brutte condizioni quindi una volta arrivati in Italia devono essere puliti, sabbiati, lucidati e verniciati con l’anti ruggine da artigiani esperti.
A questo punto si decide di creare un interno diverso per ogni cestino, vengono utilizzati scampoli di preziosi tessuti d’arredo, sete pesanti, velluti
pregiati e pelliccia ecologica.
Le ceste vengono confezionate artigianalmente, sono tutte diverse una dall’altra, alcune hanno una forma più tondeggiante, altre più ovale ma di base le misure sono due: la Madame e la Petite Madame.
I prezzi, di fascia medio alta, variano a seconda della grandezza e delle stoffe usate per il loro interno; ovviamente la stessa cesta può avere più interni, in questo modo, acquistando una sola borsa potete renderla estiva con un interno a quadretti Vichy, primaverile con una tinta pastello, invernale con una morbida ecopelliccia o autunnale con una stoffa dai colori caldi e avvolgenti e perché no una Petite Madame per la sera con un interno sparkling super elegante. La tracolla viene aggiunta su richiesta se la cliente la desidera.
Tutto quanto prodotto da Elleieffe può essere personalizzato e Laura, Ivana e Franca stanno già pensando ad una collezione che prevede lussuose vestaglie, coperte e cuscini per abbellire e rendere più confortevoli le nostre case. Potete contattare il brand su Instagram: Elleieffe
Didia Bargnani

Al  “Sereno Regis” partecipazione giovanile con un gruppo di giovani madri

Per una maggiore partecipazione alla vita democratica

 

Verrà presentato giovedì 8 febbraio prossimo, alle ore 11:00, presso la sala Poli del Centro Studi “Sereno Regis”, in via Garibaldi 13, a Torino, il progetto “We Care But Who Cares About Us”. Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento all’interno del programma “Erasmus Plus”, vede come capofila la cooperativa Educazione Progetto e, come partner, il Centro Studi “Sereno Regis”, la Città di Moncalieri e il Comune di Rosta. È un progetto di partecipazione giovanile costruito insieme a un gruppo di giovani mamme, e che si pone l’obiettivo di sostenere la partecipazione alla vita democratica di giovani genitori under 30, offrendo l’occasione di “study visit”, aumentando l’opportunità di confronto con i decisori politici locali, accompagnando i giovani nella redazione di riflessioni sul loro percorso di consapevolezza e volgendolo a una dimensione europea con la visita alle istituzioni europee, in particolar modo all’ European Economic and Social Commitee, a Bruxelles, per raccontare l’esperienza del progetto. Tutte le analisi empiriche fatte sui servizi all’infanzia, che la cooperativa Educazione Progetto gestisce, ma anche gli scambi frequenti con gli operatori delle realtà delle reti territoriali, riportano che i giovani genitori under 30 sono quasi tutti giovani con minori opportunità, un più basso livello di scolarizzazione, forme maggiormente precarizzate di lavoro o assenza di lavoro, soprattutto per quanto concerne le donne, background migratorio, scarsa rete sociale e invisibili a tutte le azioni di politica giovanili, culturali e di promozione dell’occupabilità. Sono giovani a cui si interessano i servizi e ai quali si intende proporre un coinvolgimento specifico su attività sostenibili e inclusive, che non creino conflittualità nella gestione del tempo famigliare ma che, al contrario, possano costituire parentesi di confronto, benessere, socialità e riappropriazione di se stessi.

Mara Martellotta