ilTorinese

A Torino un seminario sull’accesso all’alloggio

A Torino ci sono famiglie senza casa e case senza abitanti. Su 502mila alloggi di civile abitazione, oltre 78mila, il 15%, sono sfitti, secondo Istat. Se riuscissimo ad utilizzarne anche solo la metà ai fini di edilizia sociale avremmo risolto buona parte dei problemi”. L’accesso all’alloggio per le fasce grigie è stato il tema di un seminario organizzato dalla cooperativa Liberitutti in collaborazione con Cicsene nell’ambito del progetto europeo Hero.

A Torino un seminario sull’accesso all’alloggio, promosso da Liberitutti nell’ambito del progetto sull’antiziganismo “Hero” (Housing and Employment of ROma people) realizzato in collaborazione con l’associazione Cicsene ha allargato il dibattito sulle condizioni di disagio abitativo vissuto dai Rom italiani a tutte le categorie svantaggiate e discriminate. E’ toccato al project manager Marco Buemi raccontare il cammino di due anni e mezzo del progetto europeo “Hero”, le ricerche a cura del professor Vincenzo Romania dell’Università di Padova sulla realtà abitativa dei rom a Torino, Genova, Dortmund e Budapest. “Tre gli obiettivi del percorso: accesso dei rom al lavoro, all’alloggio e all’educazione – ha spiegato Buemi –Hero cerca di combattere gli stereotipi anche attraverso la diffusione del cortometraggio realizzato con la tecnica stop- motion”.Le difficoltà di accesso all’alloggio per le categorie svantaggiate e discriminate, per quelle che sono definite le fasce grigie della società (sono a rischio a causa della perdita del lavoro, di divorzio, malattia) sono in costante aumento. Il tema è stato al centro del focus moderato da Cicsene, il Centro Italiano di collaborazione per lo sviluppo edilizio nelle Nazioni Emergenti, che ha come mission quella di intervenire sulle disuguaglianze abitative, per contrastare il disagio, e promuovere politiche abitative. Venticinque le organizzazioni locali che hanno preso parte all’incontro. Denunciata “una totale assenza di politiche nazionali per la casa, il dilagare degli sfratti, l’aumento delle liste di famiglie in attesa di una casa. E ancora: “sono sempre di più le persone senza dimora o in condizioni abitative di estrema precarietà, cresce il caporalato abitativo, è stato detto, a più riprese.

Gianfranco Cattai, presidente del Cicsene, oltre a presentare una riflessione in 17 punti sulle motivazioni dei proprietari che decidono di tenere sfitte le seconde case piuttosto che fittarle ha esaminato il fenomeno degli alloggi e delle categorie svantaggiate e discriminate.

A Torino ci sono famiglie senza casa e case senza abitanti, ma c’è un fenomeno nuovo: su 502mila alloggi di civile abitazione, il 15 per cento (dati Istat) oltre 78mila sono sfitti”, ha sottolineato il presidente Cattai. “Ora se approfondiamo e consideriamo che in virtù del turn over non tutti gli alloggi sono liberi, se consideriamo la quota degli alloggi fittati in nero e di quelle abitazioni che sono utilizzate con le formule di affitto breve turistico, tipo Airbnb – ha ragionato – possiamo stimare un dato credibile di almeno 40mila alloggi da recuperare a fini sociali”. “Se noi li riuscissimo ad utilizzare ai fini di edilizia sociale avremmo risolto buona parte dei problemi – auspica Cattai – Si pensi che le ultime richieste di case popolari a Torino sono state 14mila, troveranno risposta in 2mila. Punto. E tutti gli altri?

Per Cattai oltre alla questione “soldi e manutenzione delle case vuote” perché “non si deve costruire nulla di nuovo, c’è un urgente tema culturale da affrontare”. Quale? “La mancanza di fiducia di relazioni nella comunità”, dice Cattai che elenca anche alcune possibili soluzioni, a patto che si passi dalle parole ai fatti: “Non dobbiamo fare più solo discussioni sul welfare abitativo e sulla funzione della proprietà privata che è sicuramente personale ma anche sociale, ma occorre ragionare da una parte sulla tutela delle garanzie da assicurare ai proprietari, dall’altra riconoscere la priorità che l’accoglienza avvenga nel rispetto delle culture di origine di tutti gli stranieri”.

Tra le associazioni locali intervenute al Polo del ‘900 c’erano A.i.z.o. rappresentata dalla fondatrice Carla Osella, Fondazione Operti, Sinloc, Caritas della Diocesi di Torino e le associazioni Arteria, Il rosa e il grigio e Famiglie Accoglienti Torino. Hanno partecipato al dibattito anche i consiglieri regionali del Piemonte Silvio Magliano e Monica Canalis e l’assessore comunale al Welfare, Jacopo Rosatelli.

La sociologa e pedagogista Carla Osella, che dei Rom condivide ogni giorno peso e difficoltà, fondatrice dell’Associazione italiana zingari oggi (Aizo) ha parlato della sua esperienza diretta per diversi anni all’interno dei campi rom e ha sollecitato le istituzioni a “rendere protagonisti i rom, ad entrare nei campi per discutere e vedere cosa succede, senza fare politiche a tavolino”.

Se un gruppo famiglia rom chiede di vivere in 14, tutti assieme, in un’abitazione il tema va affrontato: è una proposta logica che traspone il loro modo di sentire la comunità nella nostra comunità – sottolinea il presidente Cattai – Serve flessibilità e creatività a una richiesta intelligente che rispecchia il modo di vivere dei rom. E’ vero che a Torino gli alloggi sono costruiti per due/tre persone e che il 44% dei nuclei è composto da una persona, ma dobbiamo attrezzarci per individuare una cascina, un alloggio che permetta di soddisfare le loro esigenze

Oggi giovedì 8 febbraio HERO giunge alle battute finali. Il progetto di Housing and Employment of ROma people, coordinato da Liberitutti scs, con il supporto di una rete internazionale di partner europei sarà presentato giovedì a Bruxelles nella sede della Commissione europea (Boardroom Rond Point Schuman 6, Box 5- dalle 13 alle 17,30). Saranno presenti: i responsabili del progetto, i rappresentanti dei partner – Università degli Studi di Padova, ARCI Liguria APS, GrünBau gGmbH (Dortmund), Létra Egyesület (Budapest) – ed esperti che porteranno i loro contributi sulle politiche e le strategie che mirano a promuovere la piena integrazione delle minoranze Rom nei paesi coinvolti: Italia, Germania e Ungheria.

Il progetto è cofinanziato dal Programma “Diritti, uguaglianza e cittadinanza” REC (Rights, Equality and Citizenship) dell’Unione Europea.

DATI SUI ROMANÌ E CENNI SULL’ANTIZIGANISMO

L’antiziganismo è un complesso storicamente costruito e persistente di discriminazione consuetudinaria contro un gruppo sociale stigmatizzato come gitano. La sua stessa definizione comprende una serie di specifiche controverse e storicamente accettate nella società, che comportano una mancanza di riconoscimento e comprensione della sua esistenza, nonostante crescano ogni anno iniziative di contrapposizione a questo stato delle cose (Alleanza contro l’Antigypsyism, 2019).

Dati recenti ci indicano che in Europa vivono più di 10 milioni di Rom, Sinti e Nomadi (EC, COM 406,2019). Il Rapporto Annuale della Commissione Europea 2019 sottolinea che solo il 43% della popolazione Rom tra i 24 e i 64 anni ha ottenuto un lavoro retribuito e più del 63% dei giovani non hanno accesso ad un’educazione appropriata, a un impiego stabile e a una formazione lavorativa; inoltre, il 67% delle famiglie vive in quartieri abitati esclusivamente o quasi da Rom, molto spesso all’interno di fabbricati estremamente precari o in aree fortemente esposte ad attività criminali. Una delle ragioni che determinano questo scenario è che il 43% dei Rom viene discriminato nel tentativo di affittare e acquistare casa o nella ricerca di un impiego professionale.

Nonostante negli ultimi venti anni sia stata registrata una diversa attenzione da parte dei governi nazionali attraverso strumenti legislativi e finanziari utili ad affrontare la questione, infatti, permangono per molte di queste comunità condizioni critiche di esclusione sociale e segregazione in aree marginali del contesto urbano, unite a condizioni di povertà estrema con basso accesso all’assistenza sanitaria e ad un alloggio dignitoso (Housing Right Watch, 2010). HERO si propone di contrastare l’antiziganismo e la discriminazione nell’accesso all’alloggio e al lavoro, innescando un cambio di paradigma rispetto agli stereotipi culturali che ne ostacolano l’inclusione e promuovendo azioni di responsabilizzazione nei confronti della comunità.

 

Settimana di grande curling a Pinerolo

Settimana di grande curling a Pinerolo, laddove i migliori atleti nazionali si sfidano nelle finali dei Campionati Italiani Assoluti. La prima stone verrà lanciata al Palacurling Olimpico alle ore 19 di mercoledì per poi giungere all’atto conclusivo di domenica dopo cinque intensi giorni di gare.

In campo maschile favori del pronostico per il Trentino Curling Cembra campione in carica di Retornaz e Mosaner, ma occhio alle tre formazioni piemontesi targate. A partire dalle due targate Sporting Club Pinerolo, ovvero il Team Ribotta (Alberto Pimpini, Simone Gonin, Fabio Ribotta, Fabrizio Gallo) e il Team Gilli (Stefano Gilli, Andrea Gilli, Francesco Vigliani, Fabio Fernando Carlisano, Lorenzo Messina) che promettono spettacolo di fronte al pubblico amico e i Renegades Virtus Piemonte Ghiaccio (Marco Onnis, Marco Pascale, Gioele De Luca, Stefano Perucca, Fabio Sola). A completare il roster delle sei finaliste, ecco poi anche Dolomiti Cortinabanca Colli e Bormio Curling.

Estremamente nutrita anche la rappresentanza regionale in campo femminile, tutte a caccia del Team Constantini strafavorito a sedersi nuovamente sul trono con, di fatto, la selezione azzurra al gran completo o quasi, compresa la nostra stella piemontese Angela Romei. Sfidanti agguerrite saranno senza dubbio DI.FO.B Curling Club Pinerolo (Giorgia Maurino, Roberta Tosel, Rebecca Dezzani, Anna Maria Maurino, Monica Rossetto, Lucilla Macchiati), Team Mariani Sporting Club Pinerolo (Rebecca Mariani, Lucrezia Grande, Letizia Gaia Carlisano, Rachele Scalesse), Mole2020 (Veronica Zappone, Arianna Losano, Barbara Gentile, Lucrezia Salvai, Amanda Bianchi) e Virtus Piemonte Ghiaccio (Denise Pimpini, Emanuela Matino, Roberta Giulianella Vergagni, Radha Singh Torta), con infine le ragazze del Trentino Cembra a chiudere il lotto delle partecipanti.

Photo Credit – Curling Photos

Dal 9 al 18 febbraio torna il festival delle orchidee Viridea

A partire da venerdì 9 febbraio Viridea propone in tutti i punti vendita (nel Torinese a settimo e Collegno) una straordinaria esposizione di orchidee, dedicata agli appassionati di questo fiore tropicale.

Il festival è un invito a conoscere da vicino tante specie differenti, anche insolite e poco conosciute, e lasciarsi conquistare dalle loro fioriture incredibili.

In occasione della mostra mercato i Viridea Garden Center accoglieranno un assortimento di oltre trenta diverse orchidee, dalle più note Phalaeonopsis, una varietà molto apprezzata perché in grado di assorbire sostanze nocive presenti negli ambienti domestici, al Cymbidium e Dendrobium, ad altre specie meno note, quali la Bletilla, la Cambia, la Ludisia, l’Oncidium, l’Epidendrum, il Paphiopelidum, il Pleione e Zygopetalum.

Non mancheranno neanche delle varietà speciali come le orchidee Vanda, che non necessitano di un substrato e possono vivere appese con le radici libere.

Il festival delle orchidee si terrà in tutti i Viridea Garden Center da venerdì 9 a domenica 18 febbraio, fino a esaurimento scorte. Saranno disponibili orchidee di varie tipologie e dimensioni, con prezzi a partire da 12.90 euro.

Maggiori informazioni su www.viridea.it

MARA MARTELLOTTA

A Torino conferenza su “Adolescenti e stili di vita”

Mercoledì 21 febbraio alle ore 15 in via Po 18 a Torino inizia un corso di “Educazione alla salute” organizzato dall’Accademia di Medicina di Torino e dal CE.SE.DI. (Centro Servizi Didattici) della Città Metropolitana di Torino.

Il corso è pensato per approfondire il ruolo di docenti referenti per l’educazione alla salute, per docenti di materie scientifiche in generale, per tutti quanti hanno a cuore una strategia complessiva di promozione alla salute.

          Interviene Giancarlo Isaia, Presidente dell’Accademia di Medicina di Torino, sul tema “Adolescenza e stili di vita”. Seguiranno al medesimo orario il 28 febbraio una conferenza di Alessandro Mauro, Professore di Neurologia, Università di Torino e Paola Rocca, Professore Ordinario di Psichiatria, Università di Torino sul tema “Alcool e sistema nervoso centrale” e il 6 marzo una conferenza di Elsa Viora, Presidente SIGO (Società Italiana Ginecologia Ostetricia), sul tema “Malattie sessualmente trasmesse”.

          I docenti interessati sono pregati di far pervenire al CE.SE.DI. l’apposito modulo online scaricabile al seguente link: https://bit.ly/iscrizione-corsi-cesedi.

Marziani e qualunquisti

Io sono un marziano. Me ne devo fare una ragione. Questa realtà proprio non la capisco.
Dalle guerre in giro per il mondo alla pochezza di questa nostra classe politica sia a Roma come a Torino. Tutti ormai sanno che non ci sono politiche serie e credibili, anche perché non ci sono più soldi. Praticamente il cosiddetto Stato sociale è saltato. Scuola sanità e servizi in generale stanno evaporando. E il Governo che fa? Tanto loro, i politici, lo stipendio continuano a prenderlo, e che stipendio aggiungiamo noi. Ebbene sì, confesso: oltre ad essere un marziano sono diventato un qualunquista. Sono tutti uguali?
Tranne alcune encomiabili eccezioni direi decisamente di sì. E che cosa fanno concretamente: nulla. O perlomeno una cosa la fanno: lavorano per mantenersi il loro posto o sono alla ricerca di un posto. Eccoci alle grandi manovre visto che si voterà per le elezioni europee e per alcune regioni tra cui il nostro Piemonte. Per Cirio Governatore conferma della candidatura ed al netto dei “nostri pistoleri in erba” la solita competizione tra Fratelli D’Italia e Lega per essere il primo partito. Non c’è storia tra Meloni e Salvini.
Vincerà sicuramente la prima che, alla bisogna è tornata ad essere la borgatara di Garbatella. Per Salvini essere il Capitano è oramai un lontano ricordo.
Anche il Pd non è messo bene. In Piemonte l’accordo tra PD e cinquestelle è chiaramente una chimera. Solo Conte potrà convincere l’Appendino di venir meno al suo storico e sedimentato odio verso l’attuale sindaco Lo Russo. Ruggine vecchia per le passate denunce. Dunque un netto rifiuto della candidatura di Valle attuale consigliere regionale. Poi c‘è il ritorno di Mauro Laus.
Ringalluzzito dalla positiva chiusura della verifica del commissario ministeriale sulla coop Rea. Sbaglierò ma mi sa che nel pd c’è l’ennesimo regolamento dei conti. La Schlein da chi è stata eletta? Dalla maggioranza dei non iscritti al partito. Bonaccini era maggioranza negli iscritti Pd. Dunque? I secondi vogliono una rivincita sul campo con candidati anti Schlein. Non mi sembra una cosa da poco. Un pd preso in mezzo da una sinistra sbrindellata che non va a votare e un centro destra sempre più destra destra con qualche spruzzo di centro. Povero Tajani, ce la mette tutta ma tutti sanno che la vera competizione è tra Meloni e Salvini.
Contenuti di questa campagna elettorale? Io non li vedo. Magari mi sbaglio. Ma si sa, oramai sono solo un marziano.

PATRIZIO TOSETTO

I cinquant’anni del Centro Studi del Teatro Stabile torinese

Se in questi giorni passeggiate sotto i portici di piazza San Carlo, avrete sotto gli occhi cinquant’anni di teatro, una ricchezza non soltanto per gli appassionati, una strada di piccole curiosità, una mostra fotografica, “cinquant’anni di memoria dello spettacolo dal vivo”, che non è che il curioso preambolo ai festeggiamenti l’anno prossimo per i (primi) settant’anni del Teatro Stabile torinese. Dal “Grande coltello” di Odets (stagione 1960/61) per la regia di Franco Parenti ad “Akhenaton”, un’Agatha Christie riadattata da Valter Malosti (stagione 2014/15), dal pirandelliano “Come tu mi vuoi” diretto da Susan Sontag con Adriana Asti (1980/81) all’”Ifigenia” di Valerio Binasco (2021/22), dalla “Commedia senza titolo” di Cechov diretta da Lavia (1997/98) a “Itala Film” di Giancarlo Sepe (1985/86) al lontanissimo “Come ali hanno le scarpe” di Alberto Perrini per la regia di Gianfranco De Bosio (1959/60). Per l’intero mese di febbraio, trentadue “bandiere” fotografiche, suddivise in quattro percorsi tematici – “appassionarsi”, “incontrarsi”, “abbandonarsi”, “cercarsi”: ovvero “le azioni attraverso cui i personaggi entrano in relazione tra loro o con il pubblico” -, che sono la vetrina del Centro Studi dello Stabile, fondato da Nuccio Messina e Aldo Trionfo, il luogo di raccolta e di conservazione di locandine, manifesti, recensioni, fotografie, schede e quaderni di sala, copioni, bozzetti e figurini, videoregistrazioni e note di regia “provenienti non solo dall’attività del Teatro Stabile di Torino ma anche dalle numerose collezioni librarie ricevute nel corso degli anni da artisti, compagnie, critici teatrali che hanno consentito un costante e capillare aggiornamento di tutto il materiale archivistico”, sottolinea Anna Peyron, responsabile del Centro.

Essendo il primo nucleo il fondo ricevuto da Lucio Ridenti, che alla fine del 1973 mise a disposizione l’archivio completo della rivista “Il Dramma”, dal 1952 al ’73 appunto, con al suo interno, tra l’altro, ricorda ancora Peyron, “un ricco carteggio tra Ridenti ed Eduardo, fotografie e ricordi, e le bozze di stampa delle “Voci di dentro” e “Questi fantasmi”, autografate”. A quell’importante lascito seguirono (e il risultato sono i 30.000 volumi attuali) quello di Gian Renzo Morteo, docente universitario e codirettore dello Stabile nella Direzione Collegiale che ne prese la guida tra il ’68 e il ‘71 (3000 volumi, più un centinaio di tesi di laurea), del Fondo Armando Rossi, del Gruppo della Rocca, del Cabaret Voltaire, del Teatro dei Sensibili di Guido Ceronetti, del Teatro Popolare Italiano di Vittorio Gassman, di Misa Mordeglia Mari e Febo Mari legati ai primordi del cinema torinese, di Fabio Doplicher e di Massimo Castri, indimenticato regista. Molto probabile ultimo tassello, sono in questi mesi in fase di acquisizione i materiali provenienti dall’archivio personale di Eugenio Allegri. È altresì da ricordare che nel 2009 il Centro Studi è stato riconosciuto come Istituto di ricerca attraverso un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e dal 2015, oltre a garantire un costante servizio al pubblico (su appuntamento), ha reso disponibile gratuitamente on line tutta la documentazione relativa alla storia dello Stabile, dalla sua fondazione (1955) ad oggi, per un totale di oltre 700 spettacoli (60.000 pagine di materiali d’archivio).

Sottolinea ancora Peyron: “È la nostra un’eccellenza a livello nazionale, visitata non soltanto da studenti nella preparazione della tesi ma altresì da critici e da attori di passaggio a Torino. E da un pubblico in cerca di semplice documentazione. Sorprendono sempre le ricchezze che il visitatore può trovare al suo interno, da una ricca documentazione sulla “scandalosa” “Arialda” di Testori messa in scena da Luchino Visconti all’Eliseo di Roma nel dicembre del ‘60, certe rare fotografie di Pirandello, tra gli altri i bozzetti e gli allestimenti firmati da Luzzati e da Colombotto Rosso, i modellini di Enrico Job per i “Sei personaggi” o di Giulio Paolini per la “Mandragola”, spettacoli entrambi firmati da Mario Missiroli. Un vero patrimonio, ricco e ineguagliabile, non soltanto a raccontare la polvere del palcoscenico ma costruito ad essere una memoria che ancora trova solide base nel tempo presente.

Elio Rabbione

Nella immagine di Luigi De Palma, “Ifigenia” di Euripide per la regia di Valerio Binasco (stagione 2021/22) e, foto di Tommaso Le Pera, “Itala Film”, regia di Giancarlo Sepe (stagione 1985/86); nella foto di Michele D’Ottavio, Gabriele Lavia in “Commedia senza titolo” di Cechov (stagione1997/98)

Torino: “Basta violenze sugli infermieri”

«Basta violenze sugli infermieri, è necessario agire subito». Ennesimo atto di violenza a scapito degli infermieri. E’ accaduto la scorsa settimana all’ospedale San Lorenzo di Carmagnola, dove un infermiere è stato aggredito da un paziente ricoverato in pronto soccorso, ma non è un caso isolato. «Sono in aumento preoccupante gli atti di violenza contro gli operatori sanitari – marca Ivan Bufalo presidente dell’Ordine degli Infermieri di Torino –  Il caso della scorsa settimana è uno dei tanti. Emerge la necessità di un’azione urgente e concertata per garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti coloro che si dedicano alla cura degli altri. Dobbiamo prevenire gli atti di violenza contro gli operatori sanitari attraverso la implementazione di misure che consentano l’eliminazione o riduzione delle condizioni di rischio presenti e l’acquisizione di competenze da parte degli operatori nel valutare e gestire tali eventi quando accadono».
Da qui l’appello della Federazione Nazionale degli Infermieri che tutte le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali, con particolare attenzione alle aree ad alto rischio come le emergenze, i servizi psichiatrici e i servizi territoriali, siano chiamate ad adottare un programma di prevenzione della violenza sia a livello regionale che nazionale. «È necessario prevedere un programma completo per la prevenzione alla violenza, analisi delle situazioni lavorative per identificare i fattori di rischio. Ma anche la definizione ed implementazione di misure strutturali, organizzative e di gestione degli episodi di violenza. Formazione del personale su tecniche di gestione della violenza e di de-escalation», prosegue Bufalo.
La raccomandazione, diffusa anche a livello nazionale, è che tutte le direzioni aziendali favoriscano lo sviluppo e l’implementazione di tali raccomandazioni e predispongano procedure per prevenire atti di violenza contro gli operatori.
«Gli infermieri ma anche gli operatori sanitari sono i pilastri del sistema sanitario e meritano di svolgere il loro lavoro in un ambiente sicuro e protetto. Condanniamo fermamente ogni forma di violenza contro di loro e chiediamo un impegno concreto da parte di tutte le parti interessate per garantire la loro sicurezza e il loro benessere.» conclude Bufalo.

Scherzo – avventure di Carnevale alla Reggia di Venaria

Con Fondazione TRG di Torino, da sabato 10 a martedì 13 febbraio

 

La Fondazione TRG propone due attività per festeggiare il Carnevale.

Sabato 10 e domenica 11 febbraio, alle 16:30, andrà in scena alla Casa del Teatro lo spettacolo di circo-teatro “INCOMICA”, della Compagnia Eccentrici Dadarò.

In scena tre personaggi, un po’ angeli e un po’ diavoli, ma sempre e comunque clown. Prima bambinetti della scuola materna con fiocchi, grembiuli e un enorme lecca-lecca da contendersi, poi adolescenti inquieti e ribelli che si scatenano sulle note del rap e poi, ancora, adulti annoiati dalla quotidianità e, infine, vecchietti mai arresi con velleità di giovinezza.

Prima dello spettacolo, a partire dalle 15:30, il pubblico potrà partecipare al Photoset, al Truccabimbi e ai laboratori creativi, mentre al termine dello spettacolo si svolgerà la sfilata delle maschere e l’imprevedibile battaglia di coriandoli.

Da sabato 10 a martedì 13 febbraio, attrici e attori della Fondazione TRG, in coproduzione con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, si esibiranno in più momenti della giornata in “Scherzo – avventure di Carnevale alla Reggia di Venaria”, meravigliando i visitatori con alcuni giochi teatrali e trascinandoli in un’avventura inaspettata, facendo della visita una esperienza di puro divertimento. Il pubblico presente sarà coinvolto a sorpresa, in vari momenti della giornata, in gag e scene comiche, vivendo una burla orchestrata a corte, dove si è sparsa la voce che sia in arrivo un importante ambasciatore per incontrare Re e Regina che, purtroppo, non sono presenti alla Reggia di Venaria. Il Gran Cerimoniere dovrà fornire indicazioni ai servitori presenti in Reggia per improvvisare un’elegante festa di musiche e danze per l’ambasciatore. Ognuno, come in un gran Carnevale, fingerà per l’occasione di essere quel che non è, credendo così di salvare la Corona.

Tra le sale, i personaggi appariranno all’improvviso conducendo i visitatori verso la festa finale, che si terrà nella Galleria Grande, dove avverrà lo svelamento dello scherzo. Durante tutta la giornata ci sarà un laboratorio di costruzione di maschere ispirate ai mascheroni, presenti nell’architettura della Reggia. “Scherzo – avventure di Carnevale alla Reggia di Venaria” è un progetto del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, in coproduzione con la Fondazione TRG di Torino.

La drammaturgia è a cura di Pasquale Buonarota, Claudio Dughera e Alessandro Pisci. Parteciperanno anche i danzatori della Compagnia Egri BiancoDanza. L’evento è compreso nel biglietto di visita della Reggia e sarà riproposto a più ripetizioni nel corso dei giorni indicati. Le modalità di visita al complesso della Reggia restano invariate.

Info: lavanderia.it – residenzerealisabaude.com

 

Mara Martellotta

Merlo: Centro popolare alternativo ai populisti. Sì alla lista civica

“L’incredibile balletto e rimbalzo di responsabilità tra il Pd della Schlein e i populisti dei 5 stelle
sulle prossime elezioni regionali piemontesi non meritano alcun commento politico. È sufficiente
assistere a questo triste e decadente spettacolo quotidiano per guardare politicamente altrove. Mi
riferisco, nello specifico, all’area centrista e cattolico popolare e sociale che, per coerenza con la
propria storia e la propria tradizione culturale, non può che impegnarsi per una prospettiva politica
riformista e, appunto, centrista e di buon governo lontana da ogni deriva populista.
Per questi semplici motivi una lista civica, centrista e profondamente radicata nel territorio
attraverso la rete degli amministratori locali – soprattutto dei piccoli e medi Comuni piemontesi – è
la casa naturale per un’area popolare centrista e moderata”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale “Tempi nuovi-Popolari uniti”.

I nuovi “cantieri di educazione civica”

Giovedì 8 febbraio alle ore 12, nei locali della Prefettura in piazza Castello 199/201, si svolgerà la cerimonia per la firma del protocollo d’intesa sui “Nuovi cantieri di educazione civica”.

Il documento verrà sottoscritto dalla presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, dal prefetto Donato Giovanni Cafagna, dal presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti Stefano Tallia, dalla dirigente dell’Ufficio scolastico torinese Tecla Riverso, dal Questore Vincenzo Ciarambino,dai Comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, dai dirigenti della Polizia postale e della Polizia stradale.

“Nuovi cantieri di educazione civica” è un progetto che prevede momenti di formazione dtenersi a Palazzo Civico e nella sede della Prefettura, dedicati alle studentesse e agli studenti delle scuole medie superiori torinesi dell’ultimo triennio.

Nel corso di questi incontri, verranno affrontate problematiche riguardanti il tema dell’educazione civica: la libertà di espressione e di comunicazione, diritti e doveri legati alle pratiche della partecipazione, la difesa dell’ambiente e la protezione civile, la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, l’uso corretto dei social, i diritti dei cittadini stranieri.