ilTorinese

Sul tram con 95 ovuli di cocaina nella bottiglia dello yogurt

Negli scorsi giorni, la Polizia di Stato ha tratto in arresto a Torino, in differenti contesti, 4 giovani gravemente indiziati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

In particolare, personale della Squadra Mobile–Sezione “Falchi” ha notato 2 cittadini tunisini sospetti all’interno dei giardini Montanaro. Uno di essi, minorenne, veniva raggiunto da un soggetto a bordo di un monopattino per ricevere una busta. Gli operatori vedevano il giovane allontanarsi, poi, insieme ad un connazionale di 23 anni e fermarsi su una panchina dove, dopo aver aperto una scatola di scarpe, occultava all’interno un calzino. Gli investigatori fermavano poco dopo i due, rinvenendo all’interno del calzino 81 pastiglie di colore rosa, verosimilmente riconducibili a ecstasy altamente pericolosa.

Da altra attività di osservazione, veniva controllata un’autovettura sospetta parcheggiata nei pressi di piazza della Repubblica: a bordo vi era un cittadino marocchino di 34 anni che aveva nascosto, all’interno del bocchettone dell’aria condizionata dell’auto, sostanza stupefacente già suddivisa in dosi pronte allo smercio; inoltre, nel parasole veniva rinvenuto un bilancino di precisione. A carico dell’uomo veniva, infine, sequestrata la somma di 220 € suddivisa in banconote di piccolo taglio.

Un ulteriore arresto avveniva a bordo del tram Linea 4, ove veniva controllato un cittadino marocchino sospetto: l’uomo aveva con sè una bottiglietta di yogurt da bere, al cui interno erano occultati 95 involucri di cocaina. La perquisizione domiciliare del suo appartamento consentiva anche di rinvenire oltre diciottomila euro suddivisi in mazzette, nascoste in alcuni mobili, probabile provento dell’illecita attività di spaccio.

Nascondeva un machete nel furgone: donna denunciata

La Polizia di Stato ha denunciato a Torino una donna quarantunenne originaria della Bosnia-Erzegovina per detenzione abusiva di armi.

Durante un servizio congiunto con il personale della Polizia Locale, gli equipaggi si recavano in via Azzi angolo via Pragelato, a fronte della segnalazione di un veicolo sospetto occupato da alcuni soggetti di etnia ROM.

Sul posto gli agenti del Commissariato di P.S. San Paolo individuavano il veicolo segnalato e, dopo avervi fatto accesso all’interno, notavano un manico di gomma nascosto tra alcuni oggetti e vestiti, risultato poi essere un machete lungo circa 50 cm con punta e taglio affilati.

Nel corso del controllo sono state anche rinvenute e messe in sicurezza due bombole di gas che venivano indebitamente utilizzate per cucinare.

Infine, il furgone veniva sottoposto a fermo amministrativo e la donna sanzionata dal personale della Polizia Locale per cambio di destinazione ed uso dei veicoli e mancato possesso di documenti di circolazione.

Brava gente: teatro di vite ai margini secondo Margherita Oggero

TORINO TRA LE RIGHE

Dovete sapere che in piemontese l’espressione “brava gente” ha un significato tutto suo, quasi opposto a quello che ci si aspetterebbe: non indica persone oneste e perbene, ma individui che vivono ai margini, in quel confine sfumato e instabile tra legalità e illegalità. È proprio questo il mondo che Margherita Oggero ci racconta nel suo romanzo Brava gente, edito da HarperCollins: una periferia torinese viva, pulsante, sgangherata e umanissima, dove ogni personaggio è una maschera e insieme una verità.
Margherita Oggero è nata e vive a Torino. Ha svolto l’attività di insegnante nei più svariati tipi di scuole e in seguito si è dedicata a scrivere a tempo pieno. Il suo primo romanzo, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore nel 2002, è stato La collega tatuata (da cui è stato tratto nel 2004 il film Se devo essere sincera, di Davide Ferrario, con Luciana Littizzetto). Tra le altre sue opere i romanzi pubblicati con Mondadori Una piccola bestia ferita (2003), L’amica americana (2005), Qualcosa da tenere per sé (2007), che hanno ispirato la fortunata serie televisiva della Rai Provaci ancora prof, con Veronica Pivetti come protagonista. Ancora per Mondadori ha pubblicato, tra gli altri, L’ora di pietra (2011), La ragazza di fronte (2015, premio Bancarella 2016) e La vita è un cicles (2018).Con Einaudi ha pubblicato Così parlò il nano da giardino (2006), Il compito di un gatto di strada (2009), Non fa niente (2017, vincitore del Premio Maria Teresa Di Lascia) e Il gioco delle ultime volte (2021). Il suo ultimo romanzo è Brava Gente (2023), pubblicato con HarperCollins.
Siamo a Barriera di Milano, quartiere a nord di Torino, dove convivono disperazione e voglia di riscatto, degrado e solidarietà, truffe improvvisate e sogni a occhi aperti. Un luogo reale, duro, ma anche narrativamente fertile, che la penna di Oggero sa trasformare in teatro, nel vero senso della parola: prima ancora che la storia abbia inizio, l’autrice presenta l’elenco dei personaggi come in un copione, pronti a salire sul palcoscenico di una quotidianità che sa di noir e commedia sociale.
C’è Deborah, detta Debby, quindici anni e già più disillusa di quanto dovrebbe. Ha lasciato la scuola, fa la baby-sitter e la badante “a ore”, e tra le sue fantasie c’è anche quella – tutt’altro che innocua – di uccidere il padre Oreste, ex bellone ora camionista, colpevole di aver dilapidato il patrimonio di sua moglie Linda. Linda, madre immatura e svampita, vive in un mondo tutto suo, dove la realtà si tinge di illusioni mai sopite.
E poi c’è lei, Caterina Mazzacurati, anziana vedova energica e indimenticabile, che Debby accudisce e rifornisce abitualmente di cannabis. Una figura ironica, tenera e ribelle, che lotta con le unghie e con i ricordi contro l’idea di finire in una casa di riposo. Sarà Arturo, vecchio amore riapparso dal passato, a cambiare le carte in tavola?
Intorno a loro si muove un microcosmo di anime: Florin, giovane camionista rumeno con la nonna da mantenere in patria e il sogno di un appartamento tutto suo; Albachiara, la cartolaia/edicolaia/souvenirista in perenne battaglia con la vanitosa Giuseppina-Vanessa Delice, manicurista e amante del parrucchiere Alexander The Best; fino a una Lana Turner in versione fantasmatica che compare, in bilico tra memoria e immaginazione, come simbolo di un passato glamour e irreale.
Oggero ci regala una carrellata continua di personaggi e situazioni, in un tempo narrativo che salta avanti e indietro, seguendo i fili intrecciati delle vite di “brava gente” che cerca di cavarsela tra uno scivolone e un colpo di fortuna. Nessun giudizio morale, nessuna forzatura: solo l’osservazione precisa, affettuosa, a volte tagliente di una realtà periferica raccontata senza pietismi.
Il quartiere di Barriera si rivela un set perfetto: ci sono bande, traffici, sparatorie, furti, ma anche momenti comici e slanci generosi, l’aria satura di smog e l’umanità densa che si respira in ogni riga. Perché qui, dove nulla è scontato, anche una vecchia auto può diventare il luogo di un incontro, e ogni piccolo furto è una forma di resistenza o una rivendicazione.
Brava gente è un romanzo corale, una mappa emotiva delle nostre periferie e delle loro mille contraddizioni. Un libro che intrattiene, fa riflettere e racconta Torino da una prospettiva vera, marginale forse, ma più che mai centrale. Come sempre, Margherita Oggero si conferma una voce lucida, elegante, profondamente radicata nel territorio e capace di dar voce agli invisibili con grazia e intelligenza.
MARZIA ESTINI
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Badante si fa intestare casa da due anziani fratelli: arrestata 44enne 

Una donna di 44 anni, residente ad Asti e impiegata come badante, è stata arrestata e si trova ora in carcere. Il provvedimento è scattato al termine di un’indagine condotta dai Carabinieri di Neive, in provincia di Cuneo.

La donna è accusata di circonvenzione d’incapace per aver approfittato, secondo quanto emerso, della vulnerabilità di due anziani fratelli: una donna di 87 anni e un uomo di 93. Tra gli episodi contestati, risulta che la badante si sarebbe fatta intestare un appartamento acquistato dal novantatreenne a Guarene nel settembre 2024.

L’incontro tra l’uomo e la badante risale al 2023, all’interno di una casa di riposo dove l’anziano era ospite. Poco dopo averla conosciuta, l’uomo avrebbe lasciato la struttura per trasferirsi dalla sorella in un alloggio di sua proprietà a Barbaresco, dove la vicenda avrebbe avuto seguito.

Bonifica amianto: oltre 3 milioni di euro dalla Regione per gli edifici pubblici

La Giunta regionale ha approvato l’avvio del nuovo bando per la rimozione dell’amianto dagli edifici pubblici di proprietà di Comuni, Province e della Città Metropolitana di Torino. Il bando, che sarà operativo entro la fine di luglio, dispone di una dotazione complessiva di 3 milioni e 141mila euro provenienti da fondi regionali, destinati al triennio 2025-2027.

Questa misura si inserisce nel quadro più ampio del piano regionale di bonifica ambientale, attivo da anni. L’obiettivo è quello di agevolare interventi prioritari in edifici dove, a seguito di una valutazione tecnica che tiene conto del degrado e del rischio di esposizione, sia stata riconosciuta l’urgenza di intervenire per tutelare la salute pubblica e l’ambiente.

«Continua il nostro impegno per combattere questo annoso problema sul quale da anni siamo fortemente impegnati – commenta l’assessore all’Ambiente ed Energia Matteo Marnati – Quello di oggi è un altro passo in avanti per risanare il territorio della nostra regione. Parallelamente proseguiamo con l’attività di mappatura dell’amianto rispetto alla quale intendiamo fare ricorso anche a nuove modalità e tecnologie e, grazie alla riorganizzazione della struttura della Regione, è stato individuato un settore che a breve avvierà i lavori per la redazione del nuovo Piano Regionale Amianto».

Oltre a sostenere la rimozione dell’amianto, la Regione Piemonte, attraverso l’Assessorato all’Ambiente e con il supporto di Arpa Piemonte, è impegnata sin dal 2004 nell’attività di mappatura della presenza di amianto, sia di origine antropica sia naturale. In particolare, la rilevazione dell’amianto di origine antropica si concentra sulle coperture, identificate tramite tecniche di telerilevamento e l’impiego di reti neurali artificiali in grado di riconoscere e classificare quelle in cemento-amianto.

La Regione è inoltre attiva nella bonifica dei Siti di Interesse Nazionale (SIN), come Casale Monferrato e Balangero, dove continua a fornire il proprio contributo operativo.

Nel corso dell’ultima riunione del Comitato strategico Amianto è emersa, per i prossimi anni, la volontà della Regione di estendere gli incentivi anche agli edifici privati. L’intento è promuovere interventi combinati che prevedano la rimozione delle coperture in amianto e, contemporaneamente, l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare impianti fotovoltaici.

A Torino torna il grande tennis in carrozzina con il Trofeo della Mole 2.0

 

Dal 23 al 27 luglio a Torino si rinnova l’appuntamento con uno degli eventi paralimpici più importanti del panorama nazionale: il Trofeo della Mole 2.0 tornerà a colorare i campi del Circolo della Stampa – Sporting, con ancora più atleti e con un montepremi ancora più ricco.

Giunto alla diciassettesima edizione, il torneo internazionale di tennis in carrozzina, organizzato dalla SSD Volare in collaborazione con ITF e FITP, fa parte della Uniqlo Wheelchair Tennis Tour e gode del patrocinio di Città di Torino, Regione Piemonte, Città Metropolitana, Comitato Italiano Paralimpico, Turismo Torino e Provincia, Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Torino “La Veja” e Panathlon Club Torino Olimpica.

Classificato come ITF Future Series, il torneo si conferma una rampa di lancio per atleti emergenti e una vetrina di prestigio per i migliori interpreti della disciplina. L’edizione di quest’anno vedrà la partecipazione di 53 atleti provenienti da 11 nazioni, che si sfideranno nelle categorie Open, Femminile e Quad, sia in singolare che in doppio, con tabelloni di consolazione per garantire il massimo del gioco e dell’inclusione.

“È con grande orgoglio che anche quest’anno la nostra città ha l’opportunità di ospitare un evento che racchiude in sé il meglio dello spirito sportivo – ha commentato l’assessore allo Sport della Città di Torino, Mimmo Carretta, intervenendo alla presentazione del torneo -. Il Trofeo della Mole va ben oltre la semplice competizione, è un’autentica celebrazione dei principi che rendono lo sport così speciale, rendendo tutti noi testimoni e sostenitori della bellezza dello sport e dei suoi ideali”.

TORINO CLICK

Sulla Pista 500 del Lingotto una serata speciale per gli 80 anni di “Roma città aperta” 

Festeggia 80 anni “Roma città aperta” che uscì nelle sale il 27 settembre 1945. Mercoledì 16 luglio, alle 21,30, il grande schermo allestito sulla Pista 500 – che ospita un’arena da 170 posti – omaggia il capolavoro neorealista di Roberto Rossellini, presentandolo nella versione restaurata da CSC-Cineteca Nazionale, Istituto Luce Cinecittà, Cineteca di Bologna e Coproduction Office.

L’appuntamento rientra nella rassegna cinematografica all’aperto “Cinema sulla Pista 500”, curata da Distretto Cinema e Pinacoteca Agnelli: sarà arricchito da un’introduzione di Ludovica Poli, docente di diritto internazionale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, e dalla lettura di un testo di Anna Magnani a cura dell’attrice Beatrice Modica. Un’occasione per una profonda riflessione sulla storia e sull’umanità attraverso l’arte cinematografica.

“Roma città aperta” è universalmente riconosciuto come una delle pellicole più influenti e rappresentative del neorealismo cinematografico italiano, nonché uno dei migliori film di tutti i tempi. La sua uscita segnò l’acquisizione di notorietà internazionale per l’indimenticabile Anna Magnani, co-protagonista insieme ad Aldo Fabrizi, entrambi in una delle loro interpretazioni più iconiche.

Il film, primo della “Trilogia della guerra antifascista” di Rossellini (seguito da Paisà e Germania anno zero), ha profondamente definito nell’immaginario collettivo l’immagine dell’occupazione tedesca di Roma e della Resistenza romana. Premiato con il Grand Prix al Festival di Cannes 1946 e vincitore di due Nastri d’argento (per la miglior regia e la migliore attrice non protagonista a Anna Magnani), “Roma città aperta” è stato anche candidato al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale ed è incluso nella prestigiosa lista dei “100 film italiani da salvare”.

UTILITA’

Biglietto 7 euro. Ridotto under 12 e caregiver: 5 euro. Biglietti in vendita alla cassa e online su webtic.it L’accesso alle proiezioni avviene dalla biglietteria della Pinacoteca Agnelli all’interno del Centro Commerciale Lingotto.

BIOGRAFIA Beatrice Modica – attrice

26 anni, conclude il terzo anno di recitazione al Centro Sperimentale nel 2023. Il suo percorso ha inizio all’età di sei anni tra pubblicità, musical e teatro (quest’ultimo anche in francese).
Il suo primo film da coprotagonista è “Banana” di Andrea Jublin nel 2015. Grazie a “Banana” con lo stesso regista girerà per Netflix “Per lanciarsi dalle stelle” nel 2022. Nel 2023 si interessa al genere horror con il film diretto dal regista Francesco Carnesecchi “Resvurgis” che viene presentato alla Festa del cinema di Roma nella sezione “Alice nella città”. Nel 2022 partecipa al Festival di Cannes con il cortometraggio “Il barbiere Complottista” di Valerio Ferrara, che vince il primo premio alla “Cinef”. Nel 2024 prende parte al film “Confidenza” con Elio Germano, regia di Daniele Luchetti. Il 2024 si conclude con l’uscita del film “Cortina Express” diretto da Eros Puglielli, con anche Isabella Ferrari e Cristian De Sica: Beatrice interpreta il ruolo di Giorgia, la figlia di Lillo Petrolo, il protagonista.
Ha appena finito di scrivere il suo primo spettacolo teatrale, in cui interpreta sei personaggi protagonisti di una brillante e divertente storia di quotidianità condominiale romana.
Nel tempo libero si diverte su TikTok, interpretando il personaggio di “Guendalina”, amato dai più giovani. Inoltre si dedica allo sport di prepugilista, motocross, ama la fotografia e la scrittura. Il suo sogno è “far sorridere”, diventando un punto di riferimento felice per le persone.

Al Politecnico di Torino finanziamento ERC Proof of Concept

Un progetto di ricerca del Politecnico di Torino è risultato vincitore di uno dei prestigiosi finanziamenti ERC Proof of Concept, un’iniziativa dello European Research Council volta a sostenere l’applicazione pratica e la valorizzazione dei risultati di ricerche di frontiera. I progetti vincitori sono in tutto 150, tra questi 9 sono italiani.

Prevenire i rischi dell’ipertensione e fornire diagnosi più accurate per l’insorgere di patologie cardiovascolari è oggi una sfida di primaria importanza, in tutto il mondo: il progetto dell’ateneo torinese premiato“HYSENS – HYbrid hydrogels based on 2D materials and conducting polymers for piezoresistive SENSing” presenta un impatto rivoluzionario nel settore, introducendo un sistema di monitoraggio della pressione sanguigna innovativo e all’avanguardia. Coordinato da Teresa Gatti, docente presso il Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT, il progetto – che ha ricevuto dall’Unione Europea un finanziamento pari a 150mila euro – mira infatti a migliorare le prestazioni dei sistemi di monitoraggio attualmente in uso, spesso percepiti dai pazienti come ingombranti e capaci di fornire solo letture intermittenti dei livelli di pressione sanguigna.

Centrale, nel nuovo studio, sarà quindi l’introduzione di nuovi dispositivi indossabili, sviluppati con sensori piezoresistivi avanzati – tipologia di sensori utilizzati per rilevare delle grandezze meccaniche e trasformarle in un segnale elettrico – e basati su idrogel ibridi – biomateriali fondamentali nel campo della medicina rigenerativa.

Nello specifico, l’approccio innovativo prende forma dal precedente studio sui materiali bidimensionali – o materiali 2D – condotto dalla professoressa Gatti, insieme al suo team di ricerca, nell’ambito del progettoJANUS BI (All-liquid phase JANUS BIdimensional materials for functional nano-architectures and assemblies) sostenuto dallo European Research Council con un finanziamento di tipo starting grant. I materiali bidimensionali – contenuti negli idrogel al centro del nuovo progetto HYSENS – presentano, rispetto ai materiali tradizionali, uno spessore estremamente ridotto e si estendono su due dimensioni, ovvero lunghezza e larghezza; le loro proprietà uniche, come l’alta resistenza meccanica e l’elevata conducibilità termica ed elettrica, li rendono così particolarmente versatili, un aspetto fondamentale nella sperimentazione in corso che permetterà di rispondere efficacemente alle variazioni di pressione con variazioni di resistenza.

Guardando all’applicazione del nuovo sistema di monitoraggio in ambito clinico, il progetto genererà due risultati sfruttabili commercialmente: un sensore senza batteria basato su NFC – Near Field Communication, tecnologia di comunicazione wireless a corto raggio che permette lo scambio di dati tra due dispositivi elettronici quando sono molto vicini – per misure rapide e puntuali, e un secondo sistema con una piccola batteria LORA – Long Range, della tipologia utilizzata per comunicazioni wireless a lungo raggio e bassa potenza integrata – per il monitoraggio continuo. Risultati, questi, che sono attualmente oggetto di un brevetto congiunto tra l’Ateneo e la Justus Liebig University di Giessen, in Germania, dove la professoressa Gatti aveva condotto le sue ricerche prima dell’arrivo al Politecnico, nel 2022.

Significativi sono quindi i vantaggi che riscontreranno i pazienti dall’utilizzo della nuova tecnologia: innanzitutto una maggiore precisione nella lettura dei livelli di pressione sanguigna e quindi la comodità derivante dal poter indossare i dispositivi di monitoraggio, con benefici importanti sullo stile di vita dei pazienti stessi. Se attualmente esistono smartwatch che effettuano letture continue con bassa precisione, il nuovo sistema studiato dal Politecnico di Torino permetterà invece una lettura diretta sfruttando la modifica del materiale intelligente (l’idrogel) causata dal pulsare del sangue. Grazie alla collaborazione con la startup Dropper – con base presso l’incubatore del Politecnico di Torino I3P – sarà inoltre possibile integrare nel sistema un chip prodotto daSTMicroelectronics, leader globale nei semiconduttori con clienti in tutti i settori applicativi dell’elettronica, che risolve il problema delle alterazioni indesiderate dovute al movimento del paziente. L’obiettivo è infatti consentire l’utilizzo della nuova tecnologia anche quando il paziente è in movimento, per una convivenza più agevole con la patologia cardiovascolare.

Una volta superati gli ostacoli tecnici e normativi, il potenziale impatto sul mercato, i benefici clinici e l’innovazione di approccio promessi da HYSENS avranno quindi la possibilità di guidare il futuro dell’assistenza sanitaria cardiovascolare personalizzata. Con questo progetto, il Politecnico di Torino testimonia così il suo impegno nella ricerca applicata e nello sviluppo di soluzioni innovative per sfide globali di primo piano, come la salute pubblica.

“È una grande soddisfazione vedere riconosciuto il potenziale di questa (nano)tecnologia, su cui il mio team lavora con passione da due anni e che stiamo riuscendo a portare verso TRL più elevati grazie al supporto fondamentale di Domenico Galdiero, CEO di Dropper, e al suo accesso privilegiato alle soluzioni più all’avanguardia di STMicroelectronics”, commenta la professoressa Gatti.

Conti Langosco di Langosco. L’espansione torinese

I conti Langosco di Langosco discendono da un ramo dei conti di Lomello e Pavia, nominati dall’imperatore Ottone III. Come i conti Sannazzaro di Giarole e i marchesi Faà di Bruno, fanno parte delle 100 famiglie italiane ed europee dalla storia millenaria, dai Longobardi al Sacro Romano Impero, dalle lotte tra comuni e signorie medievali ai nostri giorni. Oltre al feudo pavese di Langosco in Lomellina possedevano le contee di Stroppiana, Pavia, Carisio, Caresana, Motta dei Conti, Villarboit, Castelgrana, Borgomale e il marchesato di Ticineto. Importante la loro espansione nel territorio torinese con le contee di Caselle, Borgaro Torinese e il marchesato di Pianezza, proprietà della marchesa Beatrice di Langosco alla fine del 1500.
La nobile famiglia si scompose nel XIII secolo in tre rami, i Langosco di Stroppiana, Motta dei Conti e Langosco, ramo principale. Edificarono nel 1742 il loro palazzo in stile tardo barocco a Vercelli, oggi sede del Museo Leone e nel 1776 il complesso di Santa Croce a Casale, ex convento degli Agostiniani sede del Senato, palazzo dei Gonzaga duchi di Mantova e Monferrato e sede della biblioteca civica. Ricordiamo le loro parentele monferrine con i conti Sannazzaro e Pico Gonzaga, cognati del conte Luigi Teofilo Langosco sposato con Giuseppina Callori del conte Giulio Cesare Federico di Vignale, marito di Eleonora Ricci dei marchesi di Cereseto e conti di Piová Massaia.

Teresa Gozzani, contessa di Monromeo di Serralunga di Crea figlia di Giovanni Battista e Petronilla Callori del conte Camillo e Maria Teresa Pateroni, proseguì la parentela con i conti di Vignale tramite il matrimonio con Giulio Cesare, figlio di Luigi Teofilo Langosco. Giuseppina Callori, il marito Luigi Teofilo Langosco e il figlio Giulio Cesare con la moglie Teresa Gozzani furono sepolti nella chiesetta della tenuta Regina di Langosco, proprietà di famiglia. Alla vendita della tenuta Regina, le tombe furono translate nel cimitero di Langosco dal conte Guglielmo Langosco (1843-1895) marito di Giuditta Mascazzini (1854-1934).

Giovanni Battista Gozzani, capitano nella battaglia di Austerlitz a fianco di Napoleone,  maggiore nel reggimento di Cuneo e colonnello comandante di Vercelli e Casale, fu promosso maggiore generale dopo Austerlitz con 3000 lire di pensione più 981 franchi francesi. L’attuale discendente della casata nobiliare conte Riccardo Langosco ha partecipato nel 2018 all’inaugurazione del gonfalone comunale e all’intitolazione dell’area di fronte alla chiesa dedicata alla propria famiglia. Nel 2022 ha presenziato con l’amministrazione comunale e l’ANPI provinciale alla posa della pietra d’inciampo davanti al municipio dedicata all’antenato Luigi Langosco di Langosco nato nel 1876, colonnello in pensione domiciliato a Milano e patriota della valle varesina di Olona, cuore del Contado di Seprio luogo d’origine delle nobili famiglie Contin-Gozzano di Cereseto, Venezia e Roma.

Deportato in Germania come detenuto politico dall’organizzazione criminale nazista delle SS il 13-3-1944 a Mauthausen e nel castello di Hartheim, campo di sterminio per malati convalescenti allestito per mascherare le operazioni di eutanasia di oltre 30000 persone provenienti dai vicini campi di concentramento, morì il 18-7-1944. Lo stemma dei conti Langosco con il motto “Cum mero et mixto imperio” ossia con governo puro e misto, diretto richiamo alle funzioni sovrane del conte Palatino, è rappresentato dalla giustizia vestita di rosso e azzurro con spada e bilancia, visibile nella cappella gentilizia del cimitero di Casale situata accanto a quelle dei cognati Gozzani e Savio. Nel cimitero di Langosco sono conservate le lapidi e lo stemma in marmo della nobile famiglia. Il conte Riccardo Langosco vive a Genova con la moglie Maria Clarice.
Armano Luigi Gozzano