ilTorinese

“Bloccare i trasporti? Lo impedisca una norma costituzionale”

Caro Direttore,
Le proteste sono il sale della democrazia ma fino a che punto possono spingersi? Nell’epoca di comunicazioni globali i trasporti sono come il sistema circolatorio per
l’uomo. Bloccare i trasporti è molto più che una protesta Sindacale o politica. Al Governo ebbi la responsabilità del Tavolo dei Trasportatori, il tavolo più difficile in assoluto come sanno bene Prodi e Enrico Letta che non riuscirono ad evitare il blocco dei tir del dicembre 2007. Un blocco che fece perdere al nostro Paese ben 4 miliardi di produzione. Senza dimenticare lo sciopero dei camionisti che portò al golpe cileno di Pinochet. Nei miei anni di governo durante la crisi economica più pesante l’Italia fu l’unico Paese in Europa a non avere il blocco dei tir. Me lo riconobbe al Senato anche la opposizione. Le proteste per la Palestina l’altro sera hanno portato al blocco del Frejus l’unico traforo aperto perché quello del Bianco è chiuso per manutenzione. Contemporaneamente venivano bloccati alcuni porti e aeroporti. Nella economia moderna il funzionamento del sistema dei trasporti è vitale. Bloccando i trasporti si bloccano le medicine, generi alimentari e quant’altro.  Chi ne paga le conseguenze? I più deboli , il lavoro , le entrate fiscali dalle quali dipendono le risorse per la Sanità e la Scuola.
Le Manifestazioni  debbono essere libere ma non possono danneggiare la Comunità e soprattutto la parte più debole. La protesta sarebbe tanto più convincente senza atti di violenza e di blocco . La libertà di manifestazione concede al popolo come il voto libero la più alta possibilità di espressione delle proprie posizioni. Chiedo ai giuristi se il divieto a bloccare i trasporti e gli snodi infrastrutturali delle reti di trasporto non possa essere inserito nella Costituzione.

Mino GIACHINO già sottosegretario ai trasporti

“Tormenti, visioni, evasioni” La mostra di Art Brut a Palazzo Lascaris

La mostra “Tormenti, visioni, evasioni”, che si svolgerà dal 10 ottobre fino al 16 gennaio prossimi, e che rientra nei programmi della Settimana della Salute Mentale, dal 6 al 10 ottobre, delle Giornate contro la solitudine del 21 ottobre e della Disabilità, prevista il 3 dicembre prossimo, inaugurerà venerdì 10 ottobre presso Palazzo Lascaris, a Torino.

L’esposizione, a cura di Tea Taramino e Lillo Baglio, propone una selezione di opere pittoriche e piccole sculture di grande impatto visivo che fanno parte della ricca collezione del Centro di Documentazione sulla Psichiatria di Collegno, realizzate da artisti di formazione non accademica che hanno frequentato il Centro Sociale Basaglia tra il 1983 e il 1999 e altri in anni precedenti.

“Accogliere questi lavori a Palazzo Lascaris significa restituire dignità a volti rimasti troppo a lungo in silenzio – ha dichiarato Davide Nicco, Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte – un modo per dare voce a chi poche volte ne ha, trasformando l’arte in occasione di incontro, riflessione e speranza”.

Gli autori esposti saranno Giorgio Barbero, Fedele Canuto, Pietro Augusto Cassina, Enrico Ferretti, Fioralba Nicosia Lippolis, Natale Napoli, Lucia Saltarin, Luigi Sopetti e Alfio Sampugnaro.

Il progetto è realizzato in collaborazione con l’associazione Forme in bilico APS e il Centro di Documentazione sulla Psichiatria, ex Ospedale Psichiatrico di Collegno dell’AslTO3, Asl Città di Torino, MAET / Museo di Antropologia dell’Università degli Studi di Torino, Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e Galleria Gliacrobati.

La mostra è aperta al pubblico, con ingresso gratuito, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 e nelle giornate di apertura straordinaria di Palazzo Lascaris del 7, 14 e 21 dicembre. Chiuso venerdì 2 gennaio 2026.

Visite guidate gratuite tutti i venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 18

Mara Martellotta

Cade sugli argini della Dora con il passeggino, grave bimbo di tre mesi

Un neonato di tre mesi ha subìto un grave trauma cranico  per una caduta dal passeggino su cui si trovava, che  è precipitato per tre metri sugli argini della Dora Riparia, davanti al Campus  Einaudi a Torino. Il passeggino sarebbe scivolato di mano alla nonna  sulla passerella pedonale di corso Verona. Ricoverato d’urgenza al Regina Margherita il piccolo è  in prognosi riservata.

Mediateca Rai “Dino Villani”, i mille volti dell’Archivio raccontati da Susanna Gianandrea

TORINO CITTA’ DEL CINEMA, DELLA RADIO E DELLA TELEVISIONE

Prossimi eventi, rubriche e tanto altro

In un’epoca in cui pare tutto intangibile, immateriale, vacuo, il lavoro silenzioso di strutture che accolgono e custodiscono prodotti di ogni genere – dall’arte fino alla scienza – è più fondamentale che mai. Questo è l’esempio delle Teche Rai, che, dalla nascita della Radio nel 1924 e della Televisione nel 1954, archivia i materiali di quasi un secolo di storia delle telecomunicazioni.

Nel corso dei decenni, le Teche Rai hanno seguito il flusso della digitalizzazione, mettendo in atto una graduale organizzazione online del materiale, caricandolo sul Catalogo Multimediale.

E’ stato anche realizzato da poco il servizio Teca Aperta che permette a tutti – da cittadini, a studenti, a professionisti – di poter consultare l’archivio, previa richiesta.

Il Catalogo Multimediale è consultabile fisicamente anche presso le sedi diffuse delle Teche Rai, tra Milano, Roma, Napoli e, ovviamente, Torino.

La Bibliomediateca Dino Villani, a un passo dall’Auditorium Rai e dal Centro di produzione Rai recentemente intitolato a Piero Angela, nutre tutt’oggi l’anima televisiva del capoluogo piemontese. All’interno della biblioteca si trovano

  • migliaia di volumi dedicati all’universo dello spettacolo, delle comunicazioni e del giornalismo

  • stampa periodica e rivista specializzate

  • locandine, manifesti pubblicitari e cartoline collezionati da Dino Villani, nominato il maestro della pubblicità, legata soprattutto a programmi ed eventi nazionalpopolari.

Proprio sul sito di Rai Teche è disponibile un cortometraggio dedicato a Dino Villani, visibile al seguente link: https://www.teche.rai.it/2019/03/dino-villani/

Un assaggio dei prossimi appuntamenti da non perdere

Rai Teche Torino ha in serbo ancora molte sorprese previste per i mesi finali del 2025.

Prestissimo Archive Alive! collaborerà con il Festival delle Colline, organizzato dal TPE Teatro Astra (dall’8 ottobre al 3 novembre). In occasione dello spettacolo dedicato a Salgari realizzato dal Festival, Rai Teche mostrerà un approfondimento sulla figura realizzato al centro di produzione Rai di Torino.

Poco dopo, in occasione del Glocal Film Festival (11 – 15 novembre) Rai Teche mostrerà del materiale inedito di Camilleri, non in quanto autore ma in quanto regista televisivo.

Cosa guardare sul sito di Rai Teche (senza la pubblicità di RaiPlay!)

Negli ultimi anni Rai Teche Mediateca Torino ha scavato all’interno dell’archivio per riportare alla luce materiali di repertorio da riproporre al pubblico contemporaneo in vari formati. I risultati di questo lavoro si trovano nella sezione speciali del sito ufficiale di Rai Teche: da La donna che lavora all’approfondimento sulla vita professionale di Massimo Castri, la sezione offre una grandissima varietà di contenuti.
Tra i più interessanti c’è sicuramente
RAI – Frammenti di un discorso amoroso, una serie di video che riprendono gli appuntamenti avvenuti dal vivo in cui esperti come Sergio Toffetti, Filippo Porcelli o Peppino Ortoleva parlavano al pubblico di tematiche inerenti la televisione e la radio italiane. Gli interessantissimi episodi possono essere ascoltati come se fossero quelli di un podcast, lasciandosi trasportare dai racconti e dalle esperienze di questi professionisti.

Un caso simile è quello di Lezioni con la tv, un progetto che trasforma l’Archivio Rai in strumento di conoscenza per le attività didattiche. Ogni lezione tratta un argomento diverso, volto alla ricontestualizzazione in chiave contemporanea di opere come l’Odissea e i Promessi Sposi e di attività come il restauro delle pellicole, raccontati da esperti del settore agli studenti.

Abbiamo avuto l’opportunità di fare qualche domanda a Susanna Gianandrea, responsabile della Mediateca e coordinatrice di tutti i progetti dell’Archivio.

Nel corso degli anni l’Archivio Rai di Torino ha progressivamente abbandonato la veste di struttura chiusa in sé stessa e si aperto sempre di più al pubblico, promuovendo interessanti iniziative di divulgazione culturale e non solo.

S. G.: Il repertorio archivistico è talmente vasto ed eterogeneo che le persone non se ne rendono conto. Quello che vogliamo fare attraverso queste iniziative orientate verso l’esterno, verso il pubblico, è far conoscere le peculiarità e il senso dell’archivio in quanto strumento di accompagnamento dell’evoluzione antropologica, di costume, culturale, politica e artistica che la Rai ha registrato fin dalla nascita della radio nel 1929. La nostra ricerca va oltre il mainstream visibile sulle piattaforme, cerchiamo i materiali che sono stati dimenticati ma, al contrario, meritano di essere ricordati e rivisti: un esempio è La Madre di Torino, un docudrama del 1967 vincitore del Premio Italia che racconta una vicenda familiare della Torino di quegli anni, ora visibile sia su Rai Teche che su Rai Play.

Come comunica la Mediateca Rai di Torino?

S. G.: In primo luogo realizziamo i flyer cartacei, nel quale scrivo delle righe di introduzione e contestualizzazione dell’evento. Questi materiali vengono distribuiti sia attraverso la mailing list di oltre 6 mila contatti preziosamente costruita nel tempo, sia manualmente, in quanto i volantini vengono portati in edifici e strutture di carattere culturale come il Teatro Stabile, il Cinema Massimo, il Circolo dei Lettori, il Polo del ‘900 e le Università.
Per quanto riguarda i social media, utilizziamo principalmente
Facebook e Instagram pubblicando post e aggiornamenti.
Inoltre, da ottobre a giugno, una volta a settimana sono presente alla Rubrica Buongiorno Regione del TGR a parlare degli eventi che facciamo e di vario materiale di repertorio archivistico – da Rossellini a Gassman a Lalla Romano.

Oltre a tutto ciò, attraverso i comunicati stampa ufficiali siamo presenti anche sui giornali.

I vostri eventi sono molto apprezzati dal pubblico, che ad ogni appuntamento riempie le sale della Mediateca di Torino. Questo feedback estremamente positivo è sicuramente un ottimo segno e fonte di grande soddisfazione.

S. G.: Siamo molto contenti e orgogliosi di questi appuntamenti nella “casa della televisione”, che accoglie chiunque voglia vedere i materiali più speciali, le chicche.

In particolare, l’afflusso dei giovani ci rende fieri del lavoro fatto. Rielaborare gli estratti dell’archivio in una chiave fruibile anche alle nuove generazioni non è sempre facile, eppure esempi come le pillole video di La donna che lavora mostrano la possibilità concreta di veicolare contenuti etichettati come “del passato” ricontestualizzandoli nella contemporaneità.

Beatrice Pezzella

Non andare in piazza e’ uno stile di vita

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

Pier Franco Quaglieni

Anche tre milioni di persone che marciano sono un’esigua minoranza di Italiani. C‘è chi dice che sono l’alternativa alla scarsa partecipazione al voto. Può darsi,  ma il vecchio Nenni diceva con qualche fondamento: piazze piene, urne vuote. Nelle Marche e in Calabria è accaduto così. Siete proprio sicuri che gli Italiani siano in maggioranza antiIsraeliani (malgrado il leader di Tel Aviv abbia fatto di tutto per inimicarsi il consenso e le simpatie?) e soprattutto antisemiti?
Il vecchio retaggio della sinistra  italiana e’ quello di essere contro Israele e filo- araba. Dal dopo guerra in poi.Sempre. Ma forse molti  non sanno che Israele è stata fatta oggetto di guerre  di aggressione che ha vinto e che vive minacciata dal terrorismo, da sempre. Molta gente non va in piazza perché non rientra nel suo stile di vita. Ma voi pensate  davvero che gli altri milioni di Italiani  non contino nulla? C’è un pesante conformismo che ristagna. Addirittura c’è chi vorrebbe persino limitare le pubblicità a pagamento sui giornali. Diceva Calamandrei che la libertà diventa importante quando incomincia a mancare. E’ una sensazione  che molti sentono .Il silenzio di Liliana Segre e gli insulti contro di lei sono un segno su cui riflettere.
Non si va in piazza perche’ non è nello stile di vita di molti, ma l’arma del voto, può essere più potente del vandalismo a cui alcuni si lasciano andare. Già nel Biennio rosso volevano “bloccare tutto” e hanno ottenuto il fascismo.  E’ una lezione storica che gli Italiani conoscono e non hanno dimenticato.

Falso tecnico del gas truffa anziana: arrestato con due complici

Nell’ambito delle attività della Polizia di Stato volte al contrasto del fenomeno dei reati predatori ai danni di persone anziane, nei giorni scorsi personale della Squadra Mobile di Torino ha arrestato tre uomini appartenenti alla comunità “sinti”, per un furto aggravato in abitazione commesso, poco prima, ai danni di un’anziana donna residente in città.

 

L’episodio si è verificato nel quartiere “San Paolo”, dove la vittima veniva avvicinata da un soggetto “spacciatosi” per un tecnico del gas. L’uomo riusciva a carpire la fiducia della signora con il pretesto di un malfunzionamento dell’impianto e della necessità di mettere in sicurezza alcuni oggetti metallici presenti in casa: fatto accesso nell’abitazione, convinceva la donna a consegnargli oggetti preziosi e monili in oro del valore di alcune migliaia di euro, oltre a 400 euro in contanti.

 

Per rendersi ancor più credibile, l’uomo utilizzava anche un piccolo dispositivo elettronico a luce rossa simulando un’anomalia tecnica e sottolineando che la probabile fuoriuscita di gas, unita alla presenza di metallo e banconote in casa, avrebbe potuto causare un incendio.

 

Questo modus operandi corrisponde ad una consolidata tecnica di raggiro ai danni di persone anziane, spesso sole in casa, che evidenzia la capacità, da parte degli autori, di assumere atteggiamenti credibili e rassicuranti, simulando competenze tecniche e situazioni di urgenza assoluta legate a esigenze di sicurezza domestica.

 

Dopo pochi minuti, approfittando di un momento di distrazione della donna, il finto tecnico si impossessava dei valori e si allontanava raggiungendo i due complici che lo attendevano in strada. Il loro veicolo, che si muoveva con targhe false per eludere eventuali controlli, è stato subito individuato da equipaggi della Squadra Mobile, che lo hanno fermato nei pressi di Vinovo.

 

La perquisizione dei tre e dell’autovettura permetteva di recuperare la refurtiva appena sottratta, tra cui una cassettina portagioie contenente monili in oro e una pochette con denaro contante. Venivano, inoltre, rinvenuti e sequestrati indumenti e strumenti “da lavoro” come radiotrasmittenti, guanti, un giubbotto ad alta visibilità e il dispositivo elettronico con luce rossa utilizzato per simulare l’urgenza dell’intervento.

 

Dopo l’arresto, sono state eseguite ulteriori perquisizioni domiciliari in provincia conclusesi con il sequestro di ulteriore materiale utile alle indagini tra cui diverse targhe automobilistiche contraffatte, pronte per essere applicate su quelle originali, indumenti per il travisamento, strumenti professionali per verificare la purezza dei metalli e bilancini di precisione nonché circa 66.000 euro in contanti, oltre a orologi di valore e oro.

 

La refurtiva, composta anche da preziosi di grande valore affettivo, è stata restituita alla donna mentre i tre uomini di origine sinti sono stati accompagnati in carcere.

 

La Procura ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto e ha disposto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.

“Detenuti senza ritegno a Torino: sputo in faccia a un poliziotto penitenziario”

“Non si arrestano gli insulti e le aggressioni verso gli agenti di Polizia Penitenziaria. Nel primo pomeriggio della giornata di lunedì 6 ottobre, un detenuto egiziano, ristretto presso la dodicesima sezione del Padiglione B, pretendeva di uscire dalla cella e girovagare all’interno del corridoio – spiega Vicente Santilli, Segretario del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria – anche se l’agente lo aveva informato che non avrebbe potuto seguire questa richiesta, il detenuto lo insultata e gli sputava in pieno volto. Stiamo parlando di un detenuto già noto per vari episodi di disordine”.

“Questa volta la Direzione di Torino – annuncia Santilli – deve prendere seri provvedimenti. È inaccettabile tollerare comportamenti di questo genere”.

“È una violenza che non si placa – commenta Donato Capece, Segretario Generale del SAPPE – a causa di una popolazione detenuta che non rispetta più niente e nessuno. Richiediamo che queste persone vengano trasferite in istituti, dove dovranno scontare la pena, in regime detentivo chiuso, fino a quando non impareranno a rispettare la Polizia Penitenziaria e tutti gli altri operatori. Non è più tollerabile che ogni giorno vi siano agenti feriti, a volte in maniera grave. Chiediamo l’applicazione del regime, di cui all’articolo 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario. Si prevedono particolari restrizioni, perché questi detenuti mettono a rischio la sicurezza negli istituti, anche attraverso possibili fenomeni emulativi”.

Mara Martellotta

Un complesso sportivo nel futuro dell’area ex Moi

La Giunta comunale ha approvato  su proposta dell’assessore allo Sport Domenico Carretta, il riconoscimento di pubblico interesse per una proposta di project financing relativa alla progettazione, realizzazione e gestione di un nuovo complesso sportivo nell’area degli ex mercati generali in via Giordano Bruno 181, che coinvolgerà parte delle arcate.

Presentato alla Città di Torino lo scorso 5 giugno, il progetto di GoFit Italia prevede il recupero architettonico e funzionale degli edifici per una superficie complessiva di circa 10.450 mq, distribuita su un unico piano terra. L’intervento prevede la realizzazione di un impianto sportivo moderno, con spazi destinati al fitness, al nuoto e ad altre discipline sportive, oltre a spazi accessori, tra cui una ludoteca e un ristoro dedicati alle famiglie.

Il progetto prevede la stipula di una convenzione con la Città di Torino per garantire condizioni agevolate di accesso alle attività sportive e promuovere corsi e iniziative, rivolte in particolare a famiglie e persone anziane, in un’ottica di benessere diffuso e partecipazione attiva alla vita del quartiere.

L’iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione urbana e sociale dell’intero comparto ex Moi, con l’obiettivo di favorire l’accesso alla pratica sportiva, rafforzare la rete cittadina degli impianti e promuovere nuove occasioni di aggregazione e inclusione. Il centro sportivo contribuirebbe a riqualificare l’area, restituendole una funzione pubblica e comunitaria.

“Questa proposta va ad integrarsi con le altre progettualità e i progetti strategici per la rinascita dell’area dell’ex Moi – dichiara l’assessore Domenico Carretta -. Per dare concretezza al progetto ci sarà un preciso iter da seguire; intanto siamo soddisfatti di questa proposta, che può ridare vita a uno dei luoghi simbolo di Torino 2006, mantenendo una vocazione sportiva e aprendosi al quartiere in modo inclusivo. La priorità della Città, come sempre in questi casi, è quella di garantire l’accesso alla cittadinanza attraverso il meccanismo delle convenzioni”.

Ora l’iter prevede la pubblicazione di un avviso pubblico per consentire ad eventuali interessati di avanzare ulteriori proposte rispetto a quella ricevuta; passati 60 giorni, potrà aver luogo la fase negoziale della procedura.

TORINO CLICK

Il PAV Parco Arte Vivente presenta “Sagesse des lianes”

Venerdì 31 ottobre, alle ore 18, il PAV ( Parco Arte Vivente) presenterà la “Sagesse des lianes”(La saggezza delle liane), mostra personale dell’artista Binta Diaw, a cura di Marco Scotini. Dopo le personali di Navjot Al Taf, Arahmaiani e Regina José Galindo, il progetto di Diaw, rappresenta un nuovo importante capitolo dell’indagine del PAV sui legami tra natura, corpo femminile e pensiero decoloniale.
Il titolo della mostra prende spunto dalla liana, pianta rampicante capace di adattarsi e resistere, simbolo di alleanze vitali e resilienza collettiva. Attraverso installazioni ambientali, materiali organici e riferimenti storici, l’artista affronta le tematiche della memoria diasporica afrodiscente, della sopravvivenza ecologica e della resistenza femminile. Nata a Milano nel 1995 da genitori senegalesi, Binta Diaw è un’artista visiva italo-senegalese attiva a livello internazionale. Cresciuta tra Italia e Senegal, si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, e l’École d’Art et de Design di Grenoble, in Francia. La sua pratica si esprime attraverso installazioni, sculture, video, fotografie e performance, ed è profondamente radicata in una riflessione filosofica sui fenomeni sociali che caratterizzano il mondo contemporaneo, come la migrazione, l’identità diasporica, il senso di appartenenza e le questioni di genere. I suoi lavori compongono un linguaggio plastico che mette al centro l’esperienza fisica e sensoriale dello spettatore, invitandolo a confrontarsi con il proprio posizionamento nel mondo di fronte all’opera. Il lavoro di Diaw si nutre di prospettive afrodiasporiche, intersezionali e femministe, proponendosi come un atto critico di fronte alla visione eurocentrica dominante. Attraverso le sue opere l’artista indaga i molteplici strati dell’identità, la propria, in quanto donna nera in un contesto europeizzato, e quella collettiva in un continente segnato da storie e geografie in dialogo e in conflitto. Le sue creazioni danno voce a memorie marginalizzate, promuovendo una visione del presente più consapevole, inclusiva e plurale.
Al centro della mostra due opere fondamentali: ”Dià s p o r a”, del 2021, installazione presentata alla Biennale di Berlino 2022, composta da una struttura sospesa simile a una ragnatela, realizzata con trecce di capelli. L’opera evoca la resistenza silenziosa delle donne schiavizzate, che nascondevano semi e mappe nei capelli, trasformando la materia in archivio vivente e luogo di sopravvivenza clandestina; “Chorus of Soil”, installazione che raffigura la pianta della nave negriera Brooks, realizzata con terra e semi. Le sagome degli schiavi, simboli di oppressione, diventano anche germinazione vegetali, trasformando la nave in giardino di memoria e rinascita. Accanto a queste opere, la mostra presenta lavori come “Paysage corporel” e “Ritual”, in cui il corpo dell’artista diventa paesaggio attraverso gessetti e materiali naturali, e “Juroom Ñaar”, installazione composta da colonne di carbone e trecce annodate, dedicata al sacrificio delle donne nel villaggio senegalese di Nder, che, nel 1819, scelsero il suicidio collettivo per sfuggire alla schiavitù. L’opera è accompagnata da voci in lingua wolof e evocando la tradizione orale dei Griot. Completa il percorso l’opera video ”Essere corpo”, che sintetizza le connessioni tra memoria, corpo e natura, trasformando lo spazio espositivo in un luogo di attraversamento e di relazione con il vivente.
La mostra si configura come un paesaggio corale in cui dimensioni estetiche e politica si intrecciano, offrendo nuove immagini di comunità e appartenenza. Con “Sagesse des lianes”, il PAV conferma il proprio impegno nella costruzione di una nuova ecologia politica, capace di ripensare i rapporti tra arte, natura e società globale.

Mara Martellotta