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Sinner in finale per il terzo anno consecutivo. De Minaur battuto in due set

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Jannik Sinner torna in finale alle Finals di Torino per il terzo anno consecutivo grazie alla vittoria su Alex De Minaur, sconfitto con il punteggio di 7-5, 6-2 in un’ora e 51 minuti di gioco.

Un match dai due volti, quello di Sinner. Il primo set è stato molto equilibrato e giocato al massimo dal tennista australiano, con alti e bassi dal numero 2 al mondo. Cambio di marcia decisivo di Sinner nell’undicesimo game, con un break all’ottava palla break del set. Nel secondo parziale non c’è stata invece partita, con un monologo di Sinner e De Minaur incapace di reagire.

Con questa vittoria Sinner diventa il terzo giocatore nella storia a giocare le finali in tutti gli Slam e alle Atp Finals nella stessa stagione dopo Roger Federer e Novak Djokovic. Domani alle 18 la finalissima del torneo, questa sera alle 20.30 si scoprirà se contro Carlos Alcaraz o Felix Auger-Aliassime.

Niente finale in casa invece per Bolelli-Vavassori, che nonostante il grande tifo dell’Inalpi Arena sono stati battuti da Heliovaara/Patten con il punteggio di 6-4, 6-3 in un’ora e 16 minuti. Decisivo in entrambi i parziali il break subito al terzo game, contro una coppia avversaria che ha disputato una partita di altissimo livello.

TORINO CLICK

The Final Set Closing Party Nitto Atp Finals

The Final Set Closing Party Nitto Atp Finals rappresenta un evento co- prodotto da Movement e OGR Torino  in collaborazione con Nitto Atp Finals e FITP, con il sostegno della Camera di Commercio di Torino, Kappa e Xerjoff, il patrocinio della Regione Piemonte, Città  di Torino e Turismo Torino e Provincia.
Sul palco salirà LP Giobbi, una delle dj e producer più acclamate della scena house mondiale, e il collettivo X&Ivy, tra le realtà più interessanti del nuovo sound italiano.

Domenica 16 novembre, nella sala Fucine delle OGR Torino, torna il party ufficiale delle Nitto ATP Finals , il torneo di tennis che dal 9 al 16 novembre ha portato a Torino  gli otto migliori giocatori al mondo, tra cui Jannik Sinner e Carlos Alcarez. Nella serata della finale,  le OGR Torino e Movement  celebreranno per il terzo anno consecutivo il grande evento con un appuntamento che unisce la scena internazionale del tennis all’energia della musica elettronica. Dalle 18 in poi si potrà assistere alla finalissima del torneo sul maxischermo. Durante la serata light dinner e cocktail service. Sul palco si alterneranno LP  Giobbi, una delle dj e producer più acclamate della scena house mondiale e X & Ivy, collettivo tra le realtà più interessanti del nuovo club sound italiano.
Si tratta di un viaggio sonoro tra sport e musica per chiudere in grande stile una settimana che ha acceso i riflettori su Torino e il Piemonte.
II Movement Torino Music Festival  è il format dance indoor più amato d’Italia, dalla forte connotazione underground.  Debutta nel 2006 per celebrare la chiusura delle Olimpiadi invernali. Nel 2016 the New York Times lo menziona come un appuntamento imperdibile. L’edizione 2019, l’ultima realizzata in presenza, ha ospitato più di 25 mila persone provenienti da tutta Europa per una programmazione di quattro giorni e 30 djs internazionali. L’ultima edizione ha visto la partecipazione di oltre 15 mila persone in una versione rinnovata dei format, 5 eventi in tre location cittadine diverse, tra cui le Ogr.

Mara Martellotta

Lo Zoo di Vetro: la visione delicata di Carlotta Micol De Palma

 

Va in scena una nuova ed emozionante edizione de Lo Zoo di Vetro, portata in vita da Carlotta Micol De Palma, che firma sia la regia sia l’interpretazione della protagonista. Con sensibilità rara e una profondità che attraversa il testo di Tennessee Williams senza mai appesantirlo, De Palma costruisce un mondo fragile e luminoso, capace di parlare allo spettatore contemporaneo.
Accanto alla sua interpretazione intensa, spiccano le scenografie di Giorgio Cecconi, che trasformano lo spazio scenico in un vero “giardino di vetro”: un ambiente sospeso, poetico, dove materiali, luci e trasparenze dialogano con le emozioni dei personaggi. Cecconi firma un lavoro raffinato, perfetto complemento della regia di De Palma, con cui forma una sinergia artistica di grande eleganza.
Questo Zoo di Vetro è uno spettacolo che colpisce per atmosfera, cura e autenticità. Un appuntamento teatrale da non lasciarsi sfuggire.

Enzo Grassano

Restructura, innovare attraverso la rigenerazione

Nella giornata dedicata alla rigenerazione urbana premiati i vincitori della Call4Ideas 2025: interventi che costruiscono nuovi equilibri tra spazi e comunità
 

Torino, 14 novembre 2025 – Innovare attraverso la rigenerazione: è il filo conduttore della seconda giornata di Restructura, il salone dedicato alla riqualificazione edilizia e alla sostenibilità organizzato da GL events Italia all’Oval Lingotto Fiere di Torino. Svelati i progetti vincitori della Call4Ideas 2025, promossa nell’ambito del salone: tre progetti che, in modo diverso, affrontano le sfide contemporanee del recupero edilizio, della valorizzazione dello spazio pubblico e del dialogo tra architettura e paesaggio. Vista la qualità complessiva dei progetti candidati, la giuria ha inoltre attribuito quattro menzioni speciali.

La Call4Ideas di Restructura 2025 conferma la manifestazione come osservatorio permanente sulle tendenze del costruire: «attraverso l’incontro tra progettisti, imprese, istituzioni e comunità locali, Restructura promuove la cultura della rigenerazione come atto culturale prima ancora che tecnico, capace di restituire identità ai luoghi e costruire città più sostenibili, accessibili» commenta l’amministratore delegato di GL events Italia, Gábor Ganczer.

L’impegno verso l’innovazione, quest’anno si esprime inoltre nello Startup Village, che riunisce 11 imprese emergenti provenienti da tre hub di eccellenza – Fondazione Piemonte Innova-Polo ICT, I3P incubatore del Politecnico di Torino e Impact Hub Torino– impegnate a ripensare processi, materiali e servizi per il futuro del costruire.

I vincitori dell’edizione 2025

  1. Spazio Elementare Parco Urbano – Architetto Alberto Becherini
    Il progetto trasforma l’area dell’ex scuola elementare di Rivarolo Canavese (TO) in un nuovo spazio verde permeabile e inclusivo, pensato come luogo di apprendimento e incontro. L’intervento amplia la riflessione sull’impatto sociale e ambientale della rigenerazione, che rigenera fisicamente il territorio e lo fa integrando la dimensione educativa.
  2. Masterplan Costa dei Trabocchi – Architetto Roberto Ricci
    Un piano di rigenerazione paesaggistica che valorizza un tratto di costa abruzzese nella provincia di Chieti attraverso una rete integrata di spazi pubblici, mobilità dolce e servizi diffusi. La capacità di coniugare tutela del paesaggio, nuove opportunità di fruizione e valorizzazione, offre un modello replicabile di connessione tra territorio e comunità.
  3. HQ Iren – Architetto Silvia Rossi
    La nuova sede Iren in piazza Raggi, a Genova, nasce come restituzione al committente e all’intera collettività di un un edificio obsoleto, trasformandolo in spazio di connessione tra quartieri e flussi urbani. Una dimostrazione di come anche il settore privato possa svolgere un ruolo attivo nella trasformazione sostenibile e condivisa della città.

Le menzioni speciali

  • Rigenerazione Urbana a Intermesoli di Pietracamela (TE) – Architetto Salvatore Settecasi
    Per la capacità di intervenire con rispetto nel contesto fragile di un borgo montano abruzzese, restituendo vitalità al patrimonio rurale.
  • Manualetto 2023, Ravenna – Architetto Francesco Rambelli
    Per la reinterpretazione originale del tema della rigenerazione temporanea, che dimostra come anche interventi effimeri possano generare valore e riuso duraturo.
  • Casa delle Tradizioni, Simala (OR) – Martino Picchedda
    Per l’attenzione rigorosa al patrimonio storico e territoriale, con un progetto che si confronta profondamente con l’identità locale.
  • Sella 137, Torino – Alberto Nada
    Per la scelta di un sistema costruttivo innovativo (LEED) in un intervento residenziale urbano. Primo edificio in Europa a ottenere la Certificazione WELL Residence 2025.

Startup Village

Con oltre 150 espositori, Restructura si conferma la piattaforma di riferimento per edilizia, architettura e progettazione. Con l’edizione 2025 si rafforza il ruolo di attrattore della manifestazione per le realtà più innovative del settore, grazie anche allo Startup Village, cuore dell’area dedicata all’innovazione: 11 imprese emergenti provenienti da tre hub di eccellenza portano idee e soluzioni all’avanguardia per ripensare processi, materiali e servizi.

Per Fondazione Piemonte Innova-Polo ICT: Plinn, che aiuta le imprese edili a ritrovare equilibrio e redditività, unendo consulenza, formazione e tecnologia; Codeploy, specializzata in sviluppo software e consulenza IT; GReD Geomatics Research & Development, Spin-off del Politecnico di Milano, che sviluppa tecnologie geodetiche per il monitoraggio del territorio e l’esplorazione del sottosuolo; Be-St, che presenta WOLL, innovativo termoarredo di design, personalizzabile; Elemento che rinnova il modo di usare il Cloud; Lilitech, un’azienda torinese che rende la domotica accessibile, affidabile e utile per professionisti e utenti.
Per I3P incubatore del Politecnico di Torino: Plino, che ha sviluppato un software che aiuta centinaia di aziende a semplificare e velocizzare le analisi e la gestione cassa; Reefilla, specializzata in sistemi mobili di accumulo energia da batterie di veicoli elettrici a fine vita; Smartotum, che propone una soluzione IoT per domotica wireless avanzata, facile da installare e a basso costo.
Per Impact Hub Torino: Enercade, specializzata in soluzioni di energy storage e power generation mobili; Newarc, proptech di ristrutturazioni smart chiavi in mano che ha l’obiettivo di sbloccare tutto il potenziale nascosto degli immobili.

Sabato 15 novembre

L’ultima giornata di Restructura propone appuntamenti dedicati al tema del restauro e alla trasformazione. Tra gli eventi principali del Restructura Stage: alle 9.30 Subtraction in architecture: progettare per sottrazione, che esplora il tema della riduzione come scelta architettonica; alle 14 Addizione: nuove strutture e materiali per trasformare l’esistente con focus sulle soluzioni off-site e sul concetto di “addizione” nel recupero edilizio attraverso l’uso di legno e acciaio.

www.restructura.com – organizzato da GL events Italia
Location: Oval Lingotto Fiere, Torino
Date: 13-15 novembre 2025
Orari di apertura: 09:00 – 19:00
Doppio l’accesso per facilitare i visitatori che arrivano dalla stazione ferroviaria Torino Lingotto e dalla fermata della Metropolitana Italia 61 (ingresso Oval Sud), per chi arriva in auto consigliato l’ingresso Oval Nord, dove è disponibile il parcheggio
Ingresso gratuito previo accredito per operatori professionali e studenti del settore edilizia.

Protocollo multi-agenzia contro la tratta di esseri umani

 

Donne e bambini, migranti, sono soprattutto loro al centro del nuovo Protocollo di Intesa sottoscritto questa mattina in Prefettura, contenente «procedure operative per la protezione e l’assistenza delle vittime di tratta e di sfruttamento e per la prevenzione e il contrasto della tratta di esseri umani», che si richiama al Meccanismo Nazionale di Referral adottato dal dipartimento Pari Opportunità per le persone trafficate in Italia.

«La tratta di esseri umani – ha spiegato il Prefetto di Torino Donato Cafagna – è un fenomeno connesso al flusso irregolare di migranti e si pone come uno degli aspetti più critici in quanto ne sono spesso vittime donne, bambini, persone fragili. Prevenirlo e contrastarlo è l’obiettivo di un Protocollo che rilancia e rafforza la rete torinese anti-tratta, armonizzando ulteriormente la cooperazione tra tutti i soggetti – istituzionali e del privato sociale – che hanno a che fare in base alle proprie competenze con le possibili vittime. Si vuole consolidare così un approccio sempre più concreto e proattivo che favorisce l’identificazione e l’assistenza delle potenziali vittime di tratta, anche attraverso lo scambio di informazioni e la promozione della formazione congiunta degli operatori del settore».

Tra i firmatari la Prefettura di Torino, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, la Regione Piemonte, la Questura di Torino, la Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Torino, l’Ispettorato nazionale del lavoro – Ispettorato d’Area metropolitana Torino – Aosta, l’IRES Piemonte, l’ANCI Piemonte, la Città di Torino, la Città Metropolitana di Torino, il Comando della Legione Piemonte e Valle D’Osta dell’Arma dei Carabinieri, il Comando Regionale della Guardia di Finanza del Piemonte-Valle D’Aosta, la Procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle D’Aosta, il Tribunale di Torino, il Tribunale per i minorenni di Torino; con la partecipazione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino, del Comitato Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino e delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL.

Una partnership importante che testimonia l’approccio multi-agenzia voluto proprio per trarre dal coordinamento operativo la maggior efficacia possibile sia sul fronte investigativo, per il contrasto del fenomeno, che su quello, centrale dell’assistenza e della tutela alle vittime.

«La protezione delle vittime – ha continuato il Prefetto Donato Cafagna – è uno dei punti-cardine del protocollo che punta a unire la forte attività di repressione dei traffici criminali con le competenze e la capacità di empatia e umanità nei confronti di persone fragili per un approccio interdisciplinare, con l’obiettivo della tutela della persona umana».

«La tutela delle persone più fragili e il contrasto alla criminalità organizzata che sfrutta esseri umani richiedono responsabilità, metodo e cooperazione – ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza e Immigrazione, Enrico Bussalino. Con questo Protocollo il Piemonte rafforza una rete istituzionale che lavora insieme, con regole condivise e con obiettivi chiari: proteggere le vittime, prevenire gli abusi e colpire con decisione chi trae profitto dalla tratta e dallo sfruttamento.

La Regione continuerà a impegnarsi affinché accoglienza, legalità e sicurezza procedano insieme, nella certezza che la coesione tra istituzioni sia l’unica strada efficace per garantire dignità e diritti a tutte le persone coinvolte».

Anche per Il Procuratore della Repubblica di Torino Giovanni Bombardieri «L’importanza di questo Protocollo, finalizzato alla emersione ed al contrasto delle situazioni di tratta e di sfruttamento a fini sessuali o lavorativi di soggetti deboli, è data dalle tante Istituzioni ed Enti   pubblici e privati che vi concorrono. Uno dei suoi aspetti fondamentali è proprio la formazione di quegli operatori che sono deputati ad “intercettare” le situazioni di disagio che nascondono veri e propri casi di sfruttamento: la professionalità e la capacità di relazionarsi alle vittime sin dai primi momenti risulta fondamentale per il successivo contrasto giudiziario dei vari fenomeni. Mettere insieme tutti i protagonisti di tali vicende è un risultato molto importante per il quale ringrazio il Prefetto di Torino».

Infine secondo Jacopo Rosatelli, assessore alle Politiche sociali della Città di Torino «Con la firma di questo protocollo, la Città conferma il proprio impegno pluriennale al fianco delle persone vittime di tratta e sfruttamento sessuale e lavorativo, che beneficiano di interventi di prima assistenza, accoglienza residenziale e inclusione sociale. Il protocollo rafforza la cooperazione interistituzionale per la protezione delle persone e il contrasto del fenomeno, anche attraverso la formazione e l’aggiornamento degli operatori. Per la Città, sono coinvolti quelli sia del Dipartimento servizi sociali, sia della Polizia locale, e desidero per questo ringraziare l’Assessore Porcedda che ha condiviso con me il percorso di questo protocollo».

Al Protocollo hanno manifestato l’intenzione di aderire anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cuneo e organismi internazionali quali l’Agenzia dell’Unione Europea per l’Asilo (EUAA), dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

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Il “Dracula” di Andrea De Rosa, tra il mostro e i crimini dell’amore

Vi sono temi, nella vita di ognuno di noi, che ciclicamente tornano, aprono e chiudono il senso di ogni esperienza attraverso personaggi, suoni e simboli che chiedono a gran voce di essere indagati ancora una volta.

Scrissi non molto tempo fa, a proposito del “Dracula” di Bram Stoker, della sua appartenenza a una schiera di personaggi letterari che, dopo Achille, hanno saputo diventare catalizzatori di eventi, sentimenti e passioni forti a tal punto da dare vita a tutto ciò che li circonda, e che senza la loro presenza non avrebbero avuto senso di esistere. Solo i “mostri” possono fare questo: “mostri” in quanto portatori di prodigi, ammantati e colpiti da un alito divino che ferisce, inquieta e terrorizza proprio a causa di quel mostruoso centro d’energia universale che rappresentano.

In un teatro Astra trasformato quasi per intero nel castello di Dracula, il regista Andrea De Rosa e il drammaturgo Fabrizio Sinisi ci consegnano uno spettacolo intenso, un Dracula, interpretato magistralmente dalla bravissima Federica Rosellini, ferocemente innamorato, inquieto e che inquieta, dannato solo per quella mostruosa volontà di non poter fare a meno di amare. In quella sottile striscia di terra che separa la vita dalla non morte, e il teatro da ciò che viene percepita come realtà, la Rosellini porta in scena la poetica di un personaggio oltre ogni aiuto o gesto umano, un Dracula che ha disimparato a essere uomo, a esistere in quei particolari limiti e oscurità che appartengono più alla vita che alla morte. Vive nel paradosso della dannata luccicanza, schiavo del suo essere amore e ormai in ritardo per amare senza dover morire. Tema universale, quest’ultimo, poiché rappresenta molte volte la nostra maniera di non essere sincroni a ciò che stiamo vivendo, e di trovarci a capire lo spartito divino quando l’orchestra ha ormai smesso di suonare. L’affascinante voce di Federica Rosellini si riflette in Dracula sotto una forma di avvertimento all’umanità, un monito che per più di un momento sembra gettare luce sull’ingiustizia, sul sentimento più nobile trasformato in una condanna. La riflessione che ne consegue, basata sul “mostro” in scena, o più semplicemente sulla mostruosità che viene proposta, è che ciò che è brutto, di per sé, non causa mai dolore; solo ciò che è terribile causa sofferenza, ed essa è priva di valori estetici. Dracula è un personaggio unico nella letteratura del mondo, il solo a tornare in grazia di Dio attraverso la dannazione, riabilitando in modo quasi messianico un crimine amoroso che nasce dal dolore.

Va inoltre evidenziata la bravura degli altri attori in scena, a cominciare da Chiara Ferrara, che sanguina di vita, erotismo e visioni nella sua straordinaria interpretazione di Mina, amore di Dracula, e ancora Michelangelo Dalisi, Marco Divsic e Michele Eburnea. Geniali i lavori al suono, di G.U.P. Alcaro, e alle luci, di Pasquale Mari.

“Dracula è la storia di un uomo che non riesce a morire, e di un pubblico che accetta di guardare negli occhi questo suo desiderio mostruoso – spiega Andrea De Rosa nelle note di regia – cosiccome il Conte Dracula non è solo un personaggio letterario, ma un vero e proprio archetipo della nostra modernità, e anche il suo castello è diventato un luogo che appartiene al mito. La dimora del Vampiro è un teatro di apparizioni ed epifanie, un luogo onirico dove le leggi dello spazio-tempo vengono sovvertite. Il castello di Dracula è il luogo di uno sprofondamento, di un deragliamento del pensiero e del sogno. Per questo motivo abbiamo trasformato in modo radicale la normale struttura del teatro Astra, facendone uno spazio evocativo e misterioso, livido e asettico, un grande altare spettrale dove si svolge un rito antico e, contemporaneamente, moderno”.

Lo spettacolo, consigliatissimo, sarà in scena al TPE Teatro Astra di Torino fino al 30 novembre prossimo.

Gian Giacomo Della Porta

Gabriele Lavia dirige e interpreta Re Lear di Shakespeare al teatro Carignano 

Andrà in scena martedì 18 novembre, alle ore 19.30, al teatro Carignano, “Re Lear” di William Shakespeare, interpretato da Gabriele Lavia, tradotto da Angelo Dalla Giacoma e Luigi Lunari. Protagonista dello spettacolo lo stesso Lavia che, a cinquant’anni dalla sua interpretazione di Edgar nello spettacolo diretto da Giorgio Strehler nel 1972, torna a confrontarsi con l’opera del bardo inglese per dare voce e corpo al tormentato Re Lear.

Con lui, in scena, Giovanni Arezzo, Giuseppe Benvegna, Eleonora Bernazza, Beatrice Ceccherini, Federica Di Martino, Ian Gualdani, Andrea Nicolini, Giuseppe Pestillo, Alessandro Pizzuto, Gianluca Scaccia, Silvia Siravo, Lorenzo Tomazzoni. Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti, le luci di Giuseppe Filipponio, le musiche di Antonio Di Pofi e il suono di Ruccardo Benaffi.

Composto all’inizio del Seicento, “Re Lear” affonda le sue radici nella leggenda del Re di Bretagna, ambientata prima della dominazione romana. Una storia antica, tramandata da cronache, poemi e sermoni che Shakespeare ha trasformato in capolavoro immortale, popolandolo di personaggi di intensa drammaticità. Lavia definisce “Re Lear” “una storia di perdite, della ragione, del regno, della fraternità”.

“Non resta che vivere in una tempesta – scrive Lavia nelle sue note di regia – ma la tempesta di Lear è quella della sua mente, la tempesta della mente dell’umanità, che ha abbandonato il suo Essere, e ora vive il suo Non-Essere nella tempesta della mente, che lo travolge, e tutti ne sono travolti, tranne colui che più degli altri ha sofferto e può Essere-Re della sofferenza come percorso di conoscenza. ‘Essere o Non Essere’ sono certamente le parole più importanti di tutto il teatro occidentale e, come si sa, le dice Amleto, che afferma: ‘Questa è la domanda’, come se la vita di ogni uomo, non solo di Amleto, che ogni uomo lo sappia o no, non fosse altro che porsi questa domanda. Re Lear nega questa domanda e decide il suo Non Essere, quello di non essere più Re. Dare via il proprio Essere, il proprio regno, è come dare via la propria ombra. Nel momento in cui Re Lear non è più Re, ma solo Lear, che cos’è Lear senza essere più Re? Non è che un uomo, uno come tanti, che non contano nulla. ‘Sono io Lear?” si domanderà disperato. Travolto dalla tempesta di non essere Lear, l’attraverserà fino alla fine, fino all’ultimo dolore, quando l’uomo Lear, portando in braccio la figlia Cordelia morta, urlerà agli spettatori: ‘Siete uomini o pietre? Avessi io le vostre gole e i vostri occhi, urlerei e piangerei fino a mandare in frantumi la volta del cielo’. In questo finale, colpo di genio, Shakespeare/Lear invoca le grida e il pianto di tutti gli spettatori, quasi un coro ideale per l’ultima scena del suo capolavoro. Le grida e il pianto dentro il silenzio degli spettatori, un silenzio che è un urlo di pianto. Forse il finale di Re Lear ci fa comprendere meglio il finale di Amleto, il resto è silenzio”.

Mercoledì 19 novembre, alle ore 16.30, a ingresso libero, Gabriele Lavia e gli attori della compagnia dialogheranno con Leonardo Mancini su “Re Lear” di William Shakespeare.

Teatro Carignano – piazza Carignano 6, Torino
Orari: dal martedì al sabato ore 19.30 / domenica ore 16
Info e biglietti: 011 5169555 – biglietteria@teatrostabiletorino.it

Mara Martellotta

Finite le riprese a Torino di “Sotto a chi tocca”

Sono terminate a Torino le riprese del film Sotto a chi tocca diretto da Giorgio Pasotti (che torna alla regia dopo Abbi Fede), adattamento cinematografico della commedia teatrale “Il metodo Grönholm” di Jordi Galceran. Sei candidati partecipano, chiusi in una stanza, a un colloquio di gruppo per una prestigiosa multinazionale. Scopriranno che il metodo di selezione sarà piuttosto insolito, in cui la regola principale è mors tua vita mea.

Oltre lo stesso Giorgio Pasotti nel cast anche Rocco PapaleoGiovanna MezzogiornoStefano Fresi,  Giacomo Giorgio, Claudia Tosoni e Linda Messerklinger. Sotto a chi tocca è prodotto da Wonder Film e Wonder Project, in coproduzione con Cinefonie, Lime film, Officina della Comunicazione, Stefano Francioni Produzioni, in collaborazione con Rai Cinema e realizzato con il contributo del PR FESR Piemonte 2021-2027 – bando “Piemonte Film TV Fund”, unitamente al supporto di Film Commission Torino Piemonte.

 

In una Torino contemporanea e impersonale, sei candidati si presentano per un colloquio di lavoro in una prestigiosa e misteriosa multinazionale. I protagonisti sono Fernando, Carlo, Daniela, Enrico, Giulio e Franca, ognuno con competenze, ambizioni e personalità diverse. Appena riuniti in una stanza d’albergo di lusso, i selezionatori scompaiono, lasciando i candidati soli con una serie di istruzioni inquietanti. Viene spiegato loro che il colloquio seguirà il “Metodo Grönholm”, un processo selettivo spietato e surreale. La regola fondamentale è semplice e crudele: chiunque decida di abbandonare la stanza verrà automaticamente eliminato.

“La tempesta perfetta” ad Alba apre nuovi orizzonti per il vino 

Presentati scenari e rotte alternative per il mercato del vino durante 

il convegno organizzato da “La Vendemmia a Torino – Grapes in Town” 

e “Portici Divini”, in collaborazione con “I Vini del Piemonte”

Alba, 12 novembre 2025 – Nell’ambito del convegno “La tempesta perfetta – Scenari e nuove rotte per il vino piemontese”, organizzato ad Alba da “La Vendemmia a Torino – Grapes in Town” e “Portici Divini” in collaborazione con I Vini del Piemonte numerose ed interessanti riflessioni sul vino piemontese hanno catturato l’attenzione dei produttori e degli operatori del comparto vitivinicolo della regione, che hanno potuto confrontarsi sulle strategie di internazionalizzazione e sulle opportunità di export verso nuovi mercati da un punto di vista inedito.

Ad aprire il convegno, moderato dal giornalista Danilo Poggio, è stato David LeMire, Master of Wine, Responsabile Sales e Marketing e Co-Amministratore Delegato presso Shaw + Smith, che ha proposto una visione ampia e articolata dei trend mondiali del vino, analizzando le sfide che i mercati si trovano ad affrontare a causa dei dazi, con un interessante punto di vista a partire dalla drammatica situazione che nel 2020 ha visto coinvolti i vini australiani a seguito del blocco commerciale cinese, primo mercato di esportazione.

Nel suo intervento, LeMire ha evidenziato come il vino piemontese, grazie alla qualità del terroir, alla riconoscibilità delle denominazioni e alla forza del proprio racconto, si inserisca pienamente nel segmento premium dei mercati anglofoni, rispondendo a una domanda sempre più orientata verso autenticità, origine e sostenibilità.

Ha inoltre sottolineato come l’Australia rappresenti oggi un mercato evoluto e aperto, con consumatori sofisticati e grande attenzione ai vini italiani di eccellenza, delineando così una prospettiva concreta di sviluppo per il Piemonte del vino oltre a interessanti suggestioni sull’approccio ai nuovi mercati e alle dinamiche di promozione verso i nuovi consumatori.

Nuove rotte e mercati emergenti

 

Nel corso dell’incontro è stato inoltre ribadito come l’Australia possa costituire una porta d’ingresso privilegiata verso l’Asia-Pacifico, un’area in costante crescita e sempre più recettiva nei confronti dei prodotti italiani di alta qualità. Anche il Nord America e i Paesi scandinavi emergono come mercati di interesse, accomunati da un’evoluzione culturale che premia la qualità, il rispetto dell’origine e la narrazione territoriale. È emersa con chiarezza la necessità per la filiera piemontese di adottare modelli di internazionalizzazione più snelli, rafforzando gli investimenti in branding, in formazione e nello storytelling dei propri vitigni simbolo – dal Moscato al Nebbiolo, dalle Langhe al Roero e al Monferrato – e potenziando la logistica e le partnership strategiche nei mercati più lontani ma ad alto potenziale.

Dopo la tempesta, il mare torna calmo e si può correre più veloci

Lamberto Vallarino Gancia, Wine Expert, Wine Consultant e Presidente di Brainscapital Benefit Company, ha illustrato come, nonostante le difficoltà che oggi attraversano il settore vitivinicolo – dall’eccesso di giacenze alle crisi produttive che colpiscono non solo l’Italia, ma anche territori storici come Bordeaux – sia fondamentale mantenere uno sguardo ottimista e strategico.

Richiamando la sua lunga esperienza nel mondo del vino e nelle strategie di valorizzazione territoriale, ha ricordato come proprio nei momenti di crisi possano nascere le opportunità più significative. “Dopo la tempesta, il mare torna calmo e si può correre più veloci– ha evidenziato – per questo è importante che la promozione diventi leva decisiva per creare valore, molto più efficace della semplice gestione delle eccedenze tramite distillazione o misure emergenziali”.

Oltre a ripercorrere i grandi passi avanti fatti negli ultimi decenni nella valorizzazione delle denominazioni e nella loro presenza sulle carte dei vini italiane e internazionali, Gancia ha anche espresso un sentito ringraziamento per “La Vendemmia a Torino – Grapes in Town”, riconoscendo il valore del brand e l’impegno nella promozione del vino piemontese e dei suoi territori.

Il contributo della FIVI: semplificare per crescere

 

Un momento di particolare rilievo è stato l’intervento di Pietro Monti, Vicepresidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI), che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una vera semplificazione amministrativa capace di rendere il mercato unico europeo pienamente accessibile anche per le piccole e medie aziende vitivinicole. Illustrando la
FIVI del Wine One-Stop-Shop, uno sportello unico che consentirebbe ai produttori di pagare le accise direttamente alla fonte, ha sottolineato come si potrebbe eliminare la necessità per i clienti privati stranieri di passare attraverso importatori o depositari fiscali. Un modello semplice, già adottato in altri settori, che permetterebbe ai vignaioli – in particolare ai più piccoli – di spedire il proprio vino direttamente a turisti e consumatori esteri incontrati in cantina, rafforzando il legame tra territorio e mercato.

Viviamo in un’Europa che si definisce mercato unico, ma sul vino il mercato unico non esiste” ha puntualizzato Monti, denunciando come l’attuale sistema penalizzi proprio le aziende che custodiscono i territori più fragili, come la viticoltura eroica e le aree terrazzate dell’Alta Langa.

Ha inoltre posto l’accento sulle criticità dei bandi OCM Paesi Terzi, strumenti teoricamente centrali per sostenere l’export, ma di fatto poco accessibili alle piccole imprese a causa della burocrazia e delle soglie minime di investimento troppo elevate. Un segnale positivo arriva però dal Parlamento Europeo, che il 4 novembre ha approvato un emendamento per semplificare l’accesso agli OCM per le aziende di piccola dimensione. Un passo sicuramente importante, che ora deve essere tradotto, dalla Commissione Europea, in misure concrete.

I Vini del Piemonte: un modello di promozione collettiva

 

Entrando nel vivo dello scenario piemontese, il Presidente de I Vini del Piemonte, Nicola Argamante, ha portato la testimonianza diretta di come un gruppo di produttori, uniti da una visione comune, sia riuscito a costruire negli anni una delle esperienze più efficaci di promozione internazionale del vino piemontese. L’associazione, nata con l’obiettivo di rappresentare il Piemonte nel mondo, porta i vini direttamente ai consumatori, ai professionisti e ai media internazionali, secondo il principio espresso da Domenico Clerico: “Vuoi vendere bottiglie? Apri le bottiglie e falle assaggiare”.

L’approccio di I Vini del Piemonte si distingue proprio per la capacità di dialogare con l’intera filiera dell’influenza – importatori, ristoratori, sommelier, giornalisti e wine lover – promuovendo il vino piemontese attraverso esperienze dirette e relazioni durature. Tra i casi più di successo, l’evento di Copenhagen, divenuto in 17 edizioni una delle più importanti manifestazioni enologiche della Danimarca, capace di generare flussi turistici verso il Piemonte e consolidare la reputazione internazionale delle sue etichette.

Argamante ha infine sottolineato l’importanza di assicurare continuità e autonomia strategica alle attività di promozione, ricordando come, in un momento come questo, si renda necessario un grande aiuto da parte delle istituzioni per semplificare l’accesso ai fondi europei destinati alla promozione in particolare in favore delle piccole e medie aziende, oggi demoralizzate dall’eccessiva burocrazia.

Il Piemonte protagonista nel mondo, il vino porta d’accesso

 

La giornata di lavori ha posto le basi per un impegno condiviso che prevede la creazione di un tavolo permanente tra operatori e istituzioni, la definizione di missioni commerciali nei mercati target, la valorizzazione del packaging e della narrazione enologica per i mercati anglofoni e la sinergia tra “La Vendemmia a Torino – Grapes in Town” e “Portici Divini” e le strategie di marketing territoriale del Piemonte. Un percorso che rafforza la visione di una regione che si conferma hub del vino italiano e trampolino verso i mercati globali.