redazione il torinese

Vede morire la moglie: un infarto lo uccide

DALLA CAMPANIA

Duplice  tragedia, stamane, a Eboli (Salerno). Vittime due coniugi. La donna 73enne è morta a causa della rottura di un’arteria femorale e il marito, cardiopatico, di 74 anni, nel vedere la moglie caduta a terra, è deceduto per un infarto cardiaco. I soccorsi non hanno potuto fare nulla per salvarli.

Motociclista urtato da auto si rialza, parla con il conducente e muore

E’ stato probabilmente un malore a provocare la morte del motociclista di 66 anni coinvolto in un incidente stradale in corso Ferrucci, Paolo Cardella. Dopo l’incidente l’uomo si è accasciato a terra mentre stava parlando  con l’automobilista che lo aveva urtato e che si era fermato per aiutarlo ad alzare la moto, una Piaggio X9, ed è morto poco dopo all’ospedale Maria Vittoria. Il motociclista e la vettura che lo ha toccato, una Volkswagen Polo, percorrevano  corso Ferrucci da piazza Adriano verso corso Einaudi. Poco prima delle 20, all’altezza del civico 46 è avvenuto lo scontro.

(foto: archivio)

Roberta Rudà prima Presidente donna dell’Associazione Italiana di Neuro – Oncologia

La dottoressa Roberta Rudà, che fa parte della Neuro-Oncologia Clinica dell’ospedale Molinette ed è la Responsabile del Gruppo Interdisciplinare Cure Neuro-Oncologico della Città della Salute e della Scienza che della Rete Oncologica piemontese, è stata eletta al recente Congresso Nazionale di Trento quale nuova Presidente dell’Associazione Italiana di Neuro-Oncologia per il prossimo quadriennio. Si tratta della prima donna a distanza di 20 anni dalla nascita dell’Associazione. Questo è un grande riconoscimento dell’attività di tutto il Gruppo. La dottoressa Rudà è una neurologa ed ha coordinato una Task Force Europea che ha redatto le Linee Guida sui Tumori Ependimali (nell’ambito dell’EURACAN), pubblicate sulla prestigiosa rivista scientifica americana Neuro-Oncology, che è la principale nel settore.

Bach Integrale per i 500 anni della Riforma Luterana

Prosegue la seconda parte della rassegna “J. S. Bach Integrale”, un evento inserito nelle manifestazioni che celebrano i 500 anni della Riforma Luterana, con il quarto concerto che avrà luogo venerdì 15 dicembre alle ore 20.45 nel tempio valdese di C.so Vittorio Emanuele 23. L’organista Gianluca Cagnani presenterà, tra gli altri, il Preludio e fuga in do minore BWV 546, ilTrio in sol maggiore BWV 586, la Triosonata in do maggiore – BWV 529 e la Fuga in do minore – BWV 575. Ingresso a pagamento, biglietti disponibili anche presso la libreria Claudiana in Via Principe Tommaso 1 di Torino. Per informazioni Tel. 011/6692838

La finestra sul cortile

La moda sartoriale di Jenny Monteiro

JMonteiro è uno dei brand che ha partecipato a Talent House la rassegna che ha dato spazio ai talenti emergenti che si è svolta a Torino lo scorso novembre. Fondato nel 2012 da Jenny Monteiro brasiliana di nascita trasferitasi in Italia 20 anni fa. Jenny è cresciuta in una famiglia attiva nel settore dell’abbigliamento specializzato in abiti da sposa, dove ha appreso i fondamenti di taglio e cucito artigianale e confezionamento degli abiti. Ha così cominciato a legare i capi di abbigliamento alla personalità di chi li indossa, per valorizzare ed arricchire il concetto di vestibilità e portabilità. Agli inizi ha collaborato e lavorato presso importanti maison italiane in ambito sartoriale partecipando a moduli formativi così da ampliare i suoi orizzonti e le sue competenze. Costumi per la scena, intimo donna, design, modellismo. Questi sono i molteplici interessi di Jenny che hanno influenzato la sua visione di moda fino alla realizzazione del suo brand. Ha quindi cominciato a farsi riconoscere per i dettagli delle sue creazioni, per la perseveranza e la meticolosità del lavoro, per la visione precisa degli abiti che escono dal suo atelier. Tessuti e tagli per risaltare le linee femminili accarezzate dei tubini. Abiti per ogni occasione resi unici da dettagli portabili. Collezione dopo collezione ha proseguito giocando sulle forme, mescolando aderenza e volumi, scultura e leggerezza. Ha coltivato con cura il principio di idee su misura, mantenendo tuttavia il valore dell’accessibilità: anche nella produzione in serie sono evidenti le caratteristiche di artigianalità e cura dei dettagli. Il suo pensiero è quello di vestire tutte le donne, nessuna esclusa, tutte le forme, inserendo in ogni capo particolari che rivelano il forte carattere della stilista trasmettendolo a chi lo indossa.  Vi invito a vedere il suo profilo Instagram dove si possono ammirare bellissimi scatti delle sue creazioni in cui tessuti, trame e modelli unici fanno da cornice ad un’espressione artistica e di un artigianato di stile.

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Annibale e il mito di Eracle a Palazzo Madama 

Proseguono gli incontri organizzati da Palazzo Madama e dalla casa editrice Il Mulino in occasione della mostra Odissee. Diaspore, invasioni, migrazioni, viaggi e pellegrinaggi. L’appuntamento di lunedì 18 dicembre vedrà protagonista Giovanni Brizzi, professore di storia romana all’università di Bologna e autore per Il Mulino della pubblicazione “Annibale”, tema dell’incontro, dedicata al leggendario condottiero cartaginese. Annibale generale tra i più grandi di ogni tempo e genio militare dalle insuperate doti di condottiero, nel corso della seconda guerra punica inflisse ai romani una serie di spaventose disfatte. Venne sconfitto a Zama ad opera di Scipione che avviò Roma verso il predominio sul Mediterraneo.Giovanni Brizzi, con la casa editrice Il Mulino ha inoltre pubblicato “Il guerriero , l’oplita, il legionario. L’esercito nel mondo antico”, “canne. La sconfitta che fece vincere Roma” e “Ribelli contro Roma. Gli schiavi, Spartaco, l’altra Italia”. La mostra Odissee racconta il cammino dell’umanità sul pianeta Terra nel corso di una storia plurimillenaria attraverso un centinaio di opere provenienti dalle raccolte di Palazzo Madama e da vari musei del territorio e nazionali: dipinti, sculture, ceramiche antiche, reperti etnografici e archeologici, oreficeria longobarda e gote, libri antichi, strumenti scientifici e musicali, carte geografiche. Gli incontri organizzati in collaborazione con Il Mulino proseguiranno  il 24 gennaio 2018 ore 17:30 con Piero Boitani – Il grande racconto di Ulisse e il 21 febbraio 2018 ore 17:30 con Franco Cardini – In viaggio.

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Abiti preziosi e piccoli visitatori 

Alla fondazione Accorsi-Ometto, che ospita già la mostra “La giornata di una Signora” (una collezione di Roberto Devalle con abiti risalenti al periodo 1895-1995), domenica 17 dicembre ore 15,30 le famiglie torinesi con bambini potranno accedere alle sale del Museo per permettere ai piccoli visitatori di ammirare gli abiti presenti in Museo e i ritratti esposti in mostra e dove potranno scoprire i cambiamenti della moda indossata da nobiltà e borghesia nel periodo tra settecento e novecento. Al termine della visita i bambini potranno vestire dei modellini in carta secondo la loro creatività. Al termine delle attività sarà offerta ad ogni bambino una merenda dell’azienda centrale del latte di Torino, partner dell’iniziativa. Durata: un’ora circa, evento rivolto a bambini dai 6 ai 12 anni, costo: bambini € 3; adulti € 8 oppure gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei; 2 adulti +1 bambino €15. Prenotazione obbligatoria al numero 011 837 688 int. 3

 

Sabina Carboni

Il caso Finpiemonte: che cosa non torna?

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Siamo sbigottiti al limite dell incredulità dopo le “rivelazioni” del Governatore piemontese in consiglio regionale su FinPiemonte e il suo ex presidente Fabrizio Gatti. Che qualcosa nella finanziaria regionale non andasse era palese con il cambio al suo vertice. Quando arriva Il dott. Ambrosini di fatto è considerato un commissario che tenta di rimettere a posto i conti. Ma da quello che abbiamo capito c’è dell’altro. Non ci sarebbe solo eventuale “malagestione”. Scelte imprenditoriali sbagliate,  sarebbero spariti dei soldi per coprire dei buchi di società “sospette”. Ovviamente il condizionale è d’obbligo. Ma Sergio Chiamparino é persona che sa dosare le parole e le pondera. In quelle parole l’amarezza d’ essersi fidato della persona sbagliata. Eppure Fabrizio Gatti era noto per essere un manager pubblico capace ed accorto anche lui nel ponderare scelte ed azioni.  Qualcosa non torna per come sono avvenuti i fatti.Gatti ha sempre ricoperto incarichi con successo. É stato consigliere comunale a Torino. Insomma conosce regole del gioco politico ed amministrativo. FinPiemonte è uno dei gioielli di famiglia. Nel cda ritorna come vicepresidente chiaramente indicato dal Pd. Maggioranza di centrodestra.  Deve le sue fortune alle dimissioni del presidente Massimo Feria. diventando prima di fatto e poi formalmente presidente, poi prontamente riconfermato da Chiamparino. Ma per Gatti FinPiemonte non è l’unica attività lavorativa.Ha incarichi fiduciari ed amministrativi in società controllate da privati nel sistema autostradale del Piemonte e della Valle d Aosta. Viene riconfermato, implicito il giudizio positivo. In FinPiemonte non essendo amministratore unico deve rendicontare al cda e ai soci. Investimenti  e operazioni finanziarie sono scelte del cda ed il controllo dei sindaci. Dunque qualcosa non ha funzionato se si parla di in ammanco di 11 milioni di euro. Difficile credere che Gatti abbia fatto – se ha fatto –  tutto da solo. Difficile non ipotizzate un atto di responsabilità civile sull’attività verso tutti gli amministratori. Ovviamente siamo tutti garantisti. Aspettiamo cosa farà la magistratura.La Regione  è socia di FinPiemonte e ci sono altri soci che debbono decidere se con la conduzione Gatti hanno avuto un diretto danno. E devono deciderlo subito. Ho assistito 10 anni fa allo scorporo di FinPiemonte con FinPiemonte partecipate, costola operativa delle politiche industriali. E, ad esempio, l’operazione sulla palestra di Collegno non mi pare negli scopi della società. Insomma, uno strappo alla regole societarie, qualcosa che è maturato nel tempo e non “farina” del solo Gatti?

CONTRO IL CANCRO: CHE LA FORZA DELL’ ADROTERAPIA SIA CON NOI

Nuove tecnologie per combattere i tumori  limitando i danni collaterali. Con Simona Giordanengo ed Elisa Fiorina, INFN sezione di Torino

Giocano un ruolo essenziale in medicina, in campo sia diagnostico che terapeutico. Sono le particelle, protagoniste dal 1895 – quando Roentgen scoprì i raggi X – a oggi di scoperte eccezionali, fino ad arrivare alle nuove tecnologie per combattere il cancro limitando i danni collaterali. In particolare negli ultimi anni, alla radioterapia si è affiancata l’adroterapia, che sfrutta le caratteristiche delle particelle cariche a interazione forte per ridurre il danno collaterale ai tessuti sani durante il trattamento di alcuni tipi di tumori. Nel mondo, e anche in Italia, il numero di centri che utilizzano protoni e ioni è in rapido aumento, e l’efficacia dei piani terapeutici migliora costantemente. Tutto ciò grazie a tecnologie inizialmente sviluppate per l’accelerazione e la rivelazione di particelle in esperimenti di fisica nucleare, opportunamente migliorate e adattate al contesto medico. Tra queste, la tomografia ad emissione di positroni (PET), nata per la diagnostica, consente di valutare in tempo reale la precisione nell’esecuzione delle sessioni di trattamento in adroterapia.  GiovedìScienza ha invitato a parlarne Elisa Fiorina e Simona Giordanengo, ricercatrici della sezione di Torino dell’Istituto Nazionale di Fisica, che con il loro lavoro rendono possibile lo sviluppo dei rivelatori di particelle e dei complessi algoritmi che gli permettono di funzionare. Giovedì 14 dicembre ultimo appuntamento del 2017 con “Che la forza dell’adroterapia sia con noi” , al Teatro Colosseo (alle 17:45 in Via Madama Cristina 71, Torino).

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Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Programma completo e diretta streaming su: www.giovediscienza.it

Studenti catalani sotto la Mole

Nei giorni scorsi il Movimento Universitario Piemontese ha incontrato gli studenti catalani presso il Campus Einaudi dell’Università degli studi di Torino, in seguito all’incontro promosso da un gruppo studentesco e ostacolato dall’Università stessa, perché ‘mancanti le informazioni sufficienti’. Il MUP è voluto intervenire per dare il proprio sostegno degli studenti catalani coinvolti, che pacificamente hanno esposto le loro ragioni davanti a un gruppo nutrito di universitari torinesi. Ha lasciato abbastanza perplessi che un tempio del sapere come può esserlo un’università, abbia negato un dibattito organizzato da studenti per studenti avvenuto tra l’altro, in modo del tutto pacifico e costruttivo. Il MUP ha ritenuto doveroso sottolineare come ora più che mai, le università debbano essere custodi e trasmettitrici di un sapere il più disinteressato possibile, oltre che svincolato da ideologie politiche: solo un sapere neutrale può portare a una conoscenza universale. “Abbiamo voluto essere presenti a questo incontro da una parte perché sosteniamo la causa catalana supportata dall’esito democratico del referendum e dal diritto internazionale, dall’altra perché difendiamo il diritto di espressione che dovrebbe essere alla base di ogni confronto sull’attualità. Per questo il nostro motto è ed è stato: ‘non condivido le tue idee, ma mi batterò fino alla morte affinché tu possa esprimerle'”: Queste le parole del portavoce del gruppo Alessio Ercoli.

Movimento Universitario Piemontese

Caso Eternit, una doccia fredda

Per tutti coloro che da anni combattono la lotta all’amianto l’intervento del

procuratore generale presso la Corte di Cassazione, Delia Cardia, davanti

alla Prima sezione penale (la stessa che aveva azzerato il processo Etenit

Uno) è stata, mercoledì mattina,  una vera e propria doccia fredda. L’alto

magistrato ha chiesto che vengano dichiarati inammissibili il ricorso per

Cassazione del procuratore della Repubblica di Torino e del procuratore

generale presso la Corte d’Appello di Torino contro la decisione del

Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Torino, Federica

Bompieri, che nel procedimento Eternit bis nei confronti del

multimilionario svizzero Stephan Schmidheiny, aveva praticamente

frazionato il processo per le morti da esposizione all’amianto dell’Eternit in

quattro tronconi, suddividendoli tra i tribunali di Torino (per le morti di

Cavagnolo), Vercelli (per quelle di Casale Monferrato), Napoli (per quelle

di Bagnoli) e Reggio Emilia (per quelle di Rubiera), derubricando il capo di

imputazione, a carico dell’imputato da omicidio volontario (come era stato

ipotizzato inizialmente dall’allora procuratore Raffaele Guariniello) in

omicidio colposo. Va ricordato, a proposito, che Schmidheiny, era già stato

condannato in primo e secondo grado per il reato di disastro ambientale e

poi assolto per prescrizione il 19 novembre 2014, e successivamente aveva

ricevuto la nuova contestazione dalla procura di Torino per la morte di 258

persone, ex lavoratori e semplici cittadini, “rei” soltanto di essere venuti a

contatto con la fibra d’amianto, deceduti tra il 1989 ed il 2014. In

conseguenza di questa impostazione, che faceva seguito alla pausa di un

anno perché il magistrato torinese aveva trasmesso gli atti alla Corte

Costituzionale per l’accertamento o meno di una presunta illegittimità, per

molti casi era intervenuta la sentenza di prescrizione, impugnata dal

procuratore della Repubblica e dal procuratore generale presso la Corte

d’Appello di Torino, unitamente alla derubricazione del reato in omicidio

colposo rispetto a quella in omicidio volontario. Quest’ultima era stata

predisposta dal procuratore Colace, già stretto collaboratore di Guariniello.

In Cassazione, il procuratore generale Cardia, ha richiesto (e questa è una

posizione che, anche se non vincola il Supremo Collegio tuttavia può avere

un peso notevole sull’esito) la non ammissibilità sostenendo l’erronea

redazione tecnica dei ricorsi. L’avvocato casalese Marco Gatti, che

difendeva come parte civile il Comune di Casale (presente a Roma con il

sindaco Titti Palazzetti) ha nella sua arringa riportato, con forte pathos, il

ricordo della strage compiuta dall’esposizione all’amianto a Casale,

sottolineando di aver visto morire amici e conoscenti. Ezio Bonanni,

presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, nonché legale di parte

civile nel procedimento, ha insistito perché i ricorsi dei pubblici ministeri

vengano accolti, perché “hanno centrato l’argomento ed in particolare i

profili di illegittimità della sentenza del Gup di Torino”, il tutto perché

riprenda il processo con l’imputazione di omicidio volontario.

Massimo Iaretti

Troppi morti per incidenti in bici

 

In Piemonte ventitré morti per incidenti in bicicletta in un solo anno. Il dato è emerso in seguito all’interrogazione di Gian Luca Vignale (Mns) che  in aula ha posto la questione all’assessore ai Trasporti Francesco Balocco, per chiedere quale sia il grado di sicurezza sulle piste ciclabili in Piemonte. Lo scorso anno su 10.905 incidenti accaduti nella nostra regione, ha risposto Balocco, 1.042 hanno coinvolto i ciclisti: 1.002 sono stati i feriti, mentre 23 le persone decedute. Nel 2015 i sinistri erano stati 11.134: 1.043 quelli che hanno interessato i fruitori delle due ruote, 997 sono stati i feriti e 13 i morti. La rilevazione degli incidenti stradali con lesioni alle persone è inclusa nel Programma statistico nazionale istituito dall’Istat, i dati – acquisiti da una molteplicità di enti tra i quali tutte le Forze dell’ordine e le Polizie locali – vengono poi trasmessi anche alla Commissione europea. Le percentuali di incidentalità ciclistica rispetto al totale dei casi verificatesi in Piemonte, mettono in evidenza che il 45,3% nel 2015 e il 43,7% nel 2016 si sono verificati nella provincia di Torino e gli incidenti che coinvolgono i ciclisti, nella sola provincia di Torino, risultano essere l’8% di tutti quelli che si sono verificati nell’intera provincia per tutti i mezzi di locomozione. Seguono Novara, Cuneo e Alessandria. Nella provincia di Novara si ha la percentuale più alta rispetto all’incidentalità dell’intera provincia,  di incidenti che vedono coinvolti ciclisti pari al 16,5% dei sinistri totali. I dati evidenziano inoltre che, seppur siano diminuiti gli incidenti nel 2016, sia al contrario aumentata la loro pericolosità: il numero dei decessi è passato da un valore pari a 13 nel 2015, ad un valore pari a 23 lo scorso anno e, nello specifico nella Città metropolitana si è passati rispettivamente da 6 morti a 11. Durante il question time è stata data risposta anche alle interrogazioni a risposta immediata di Davide Bono (M5s) sulla situazione del nuovo polo sanitario di Venaria (To), di Antonio Ferrentino (Pd) sull’utilizzo dell’erbicida glifosato, potenzialmente altamente pericoloso per la salute delle persone, per l’ambiente e la biodiversità, di Elvio Rostagno (Pd) sulla riqualificazione del rifugio Selleries in Val Chisone (To), di Francesca Frediani (M5s) sulla docente del Liceo scientifico “Gramsci” di Ivrea (To) che avrebbe accompagnato gli studenti ad un comizio di Matteo Renzi, di Federico Valetti sui disagi su tutto il servizio ferroviario regionale a causa della neve, di Angela Motta (Pd) sui requisiti per l’esercizio della professione presso le imprese funebri, di Marco Grimaldi (Sel) sul contrasto al dissesto idrogeologico, di Stefania Batzella (Gruppo misto – Movimento libero indipendente) sul progetto di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia “Prosantè” tra l’AslTo3 e il centro ospedaliero di Briançon, di Silvana Accossato (Mdp) sull’effettiva apertura e operatività della Clinica della memoria di Collegno (To).

 

MB – www.cr.piemonte.it

(foto: il Torinese)