redazione il torinese

“Scrittori e trincee”, la Grande Guerra degli intellettuali italiani

Scrittori e trincee” è un bel libro che racconta come gran parte degli intellettuali italiani prese posizione nei confronti della prima Guerra mondiale. Edito da SEB27 nella collana Laissez-passer , il volume ospita interventi degli storici Marco Brunazzi, Leonardo Casalino e  Alberto CavaglionE in appendice un testo teatrale, “Gaddus alla Guerra Grande. Monologo per un attore e un mimo“, ideato e scritto da Leonardo Casalino e Marco Gobetti, liberamente ispirato al “Giornale di guerra e di prigionia” di Carlo Emilio Gadda. Molti intellettuali maturarono la consapevolezza, in modo vario e non senza contraddizioni, che l’imminente conflitto avrebbe prodotto una svolta epocale e che quel presente che vivevano si sarebbe, nel giro di pochissimi anni, radicalmente trasformato. Nel volume vengono sintetizzate alcune di queste voci presenti nell’uno e nell’altro schieramento, interventisti o neutralisti, a partire naturalmente dalle posizioni di Carlo Emilio Gadda. Lo scrittore che segnò la narrativa del Novecento fu sottotenente degli Alpini durante la Prima Guerra Mondiale. “Giornale di guerra e di prigionia”, il diario che tenne fra il 24 agosto 1915 e il 31 dicembre 1919, racconta la sua vita di soldato, prima al fronte e poi prigioniero degli austriaci che lo catturarono sulle rive dell’Isonzo, nell’ottobre del 1917. Un documento straordinario, nel quale Gadda descrive i combattimenti, la morte e la fame, il dolore e la voglia di vivere accanto alle tante “coserelle interessanti”, dimostrando coraggio, sensibilità e intelligenza sorprendenti. “Con una lingua in cui già traspare la potenza evocativa delle sue opere future – scrivono Gobetti e Casalino –  Gadda restituisce, un attimo dopo l’altro,   insieme alla propria, la storia dell’Italia di quegli anni”. Nel conflitto, come scrisse il drammaturgo tedesco Ernst Toller, che combattè con la divisa dell’Impero, si sentivano “ tutti viti in una macchina che si scaglia avanti e nessuno sa dove, che si ributta indietro e che nessuno sa perché […]”. Lo stesso Ungaretti , anch’esso partito volontario per la grande guerra, conobbe l’esperienza traumatica della trincea e del fronte. E scrisse, riferendosi al fuoco delle le mitraglie tedesche che abbattevano i suoi compagni d’armi nel  bosco di Courton, l’indimenticabile “ Si sta come/ d’autunno/ sugli alberi/ le foglie”. “Scrittori e trincee” è un libro utile per indagare su alcuni aspetti di quel tragico conflitto che il Papa di allora, Benedetto XV, definì una “inutile strage”, il “suicidio dell’Europa civile”.
 
Marco Travaglini

Le forme dell’attesa

FINO AL 3 MARZO

In parete scatti fotografici, un paio di disegni e videoarte. Complessivamente sono una ventina le opere esposte nelle Sale torinesi dello Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes (via della Rocca, 37b) realizzate da cinque artisti internazionali, attraverso le tecniche più varie, fra il 2016 e il 2017, con l’obiettivo comune di indagare sotto vari aspetti il tema dell’“Attesa”. Tema che rimanda al titolo stesso della rassegna e a cui era dedicata la quarta edizione dell’“Art Prize CBM 2017/2018”, il Premio Internazionale organizzato dal 2001 da Areacreativa42 e dedicato al pittore piemontese Carlo Bonatto Minella (1855 – 1878), allievo virtuoso dell’Accademia Albertina di Torino, scomparso giovanissimo e autore di una bellissima “Donna ebrea” del 1877, conservata alla GAM di Torino. Selezionati dalla Fondazione Bottari Lattes e da Areacreativa42, i cinque artisti sono fra i vincitori e i finalisti del Premio – che ha visto la partecipazione di artisti da oltre quaranta Paesi, per le sezioni Under e   Over 30 – e allo Spazio Don Chisciotte portano opere inedite, mai esposte prima in città. Sono opere di sicuro interesse. Alcune assai coinvolgenti nell’artistica volontà di cristallizzare quel “tempo dell’attesa” che non è mai tempo immobile, ma cascata vorticosa (pur se silente) di passioni emozioni ansie inquietudini e ipotesi di futuro su cui grava l’incertezza del dolore o della gioia infinita. E’ infatti “nell’attesa stessa – suggerisce Karin Reisovà, presidente di Arecreativa42 e, insieme ad Antonio D’Amico, alla guida della giuria internazionale del Premio – che meditiamo, valutiamo possibilità, imbastiamo i semi del futuro, ci prepariamo per l’avvenire”. Concetti, riflessioni, interrogativi che, insieme a mille altri, avranno toccato le corde dell’animo e della mente dei cinque artisti in mostra. Ed ecco allora quello che è stato definito “l’analisi visiva parossistica dell’attesa”: il video proposto dal macedone (residente a Roma) Stefan Nestoroski che ripropone la scena chiave del film “Amleto” (1948) in cui un giovane Laurence Olivier, in mano un pugnale che pericolosamente titilla su e giù in quell’area del petto che sta dalle parti del cuore, si interroga a voce alta se farla finita una volta per tutte o soprassedere all’insano gesto. E la scena si ripete all’infinito, in attesa di qualcosa che mai avverrà. Oltre al video, di Nestoroski sono esposti anche due disegni, a inchiostro e matita su carta, forme minimali, “tracce dell’inconscio” di astratta gestualità, pittoricamente gradevoli. Così come lo sono i collages creati dalla portoricana (oggi residente a Milano) Patricia Fraser Silva, utilizzando il transfer polaroid e trasferendo – con effetti che paiono acquerellati – su supporto di carta il distacco dell’emulsione. Foto sequenze sospese fra memorie (di lei bambina, di affetti e luoghi lontani) e realtà. Il barlettano (anconetano d’adozione) Angelo Iodice, chimico di formazione, riversa invece sulla fotografia uno sguardo attento e particolare, artistico e scientifico insieme. E l’attesa (con tanto di matematica equazione a fianco dello scatto realizzato e a prova documentata dell’evento) può essere indifferentemente scandita dal passare del tempo nel processo di Nucleosintesi Stellare, così come dalle rovine di un terremoto su cui gravita pesante e immobile l’angoscia della ricostruzione o ancor più semplicemente da un lampione acceso affogato nel blu della notte. Calma piatta, appunto. Particolarmente toccanti le fotografie dell’israeliano (che oggi vive a Berlino) Ben Livne Weitzman che ha cercato di vedere Milano con gli occhi della nonna, scappata dopo la guerra dalla Germania verso la Palestina portandosi dietro il sogno – che riuscì a coronare – di passare a Milano per vedere La Scala. Le sue sono immagini volutamente opacizzate, in quanto vive e vissute nel ricordo e nell’attesa di un ricongiungimento con un qualcosa, un qualcuno e un passato che non può tornare. Dal fotoreportage arriva infine il moscovita oggi residente in Israele, Ilia Yefemovich, che in mostra porta scatti incentrati in particolare sul conflitto arabo-israeliano. Suggestiva l’immagine, di inquietante immobilità, fermata in “A girl”, dove la giovane donna fotografata a piedi nudi in una sorta di paesaggio fuori dal tempo e da spazi riconoscibili, appare sospesa fra il peso del passato e la ricerca di almeno un attimo di quiete. Il suo sguardo va lontano, in attesa di un qualcosa che verrà. O forse no. Proprio come per la “Donna ebrea” di Carlo Bonatto Minella.

Gianni Milani

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“Le forme dell’attesa”

Spazio Don Chisciotte – Fondazione Bottari Lattes, via della Rocca 37b, Torino, tel. 011/19771755-1; www.fondazionebottarilattes.it

Fino al 3 marzo. Orari: martedì – sabato, ore 10,30 – 12,30 e 15 – 19

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Le immagini:

– Patricia Fraser Silva: “Apnea”, Polaroid emulsion transfer, 2016

– Ilia Yefimovich: “A girl”, Fine art photography, 2016
– Stefan Nestoroski: “Untitled (eclipse)”, inchiostro e matita su carta, 2017
– Ben Livne Weitzman: “Milano 3”, stampa fotografica, 2017

Torna Just the Woman I am per la ricerca sul cancro e contro la violenza

In piazza San Carlo il prossimo 4 marzo torna in pista la corsa non competitiva Just the Woman I am, sport, cultura, benessere e socialità a favore della ricerca universitaria sul cancro, evento organizzato dal Cus Torino in collaborazione con l’Università e il Politecnico. Di scena la prevenzione e la ricerca universitaria, l’ attività fisica e l’alimentazione. Scopo della manifestazione comunicare i valori dello sport e della prevenzione per la salute, e sensibilizzare l’opinione pubblica contro la violenza di genere. Lo scorso anno vi hanno partecipato 15.800 persone, con 80.000 passaggi nella giornata. Alla presentazione della quinta edizione,  al Castello del Valentino c’era anche la sindaca Chiara Appendino.

Cia Piemonte a congresso

Assemblea elettiva regionale, venerdì 9 febbraio all’hotel NH Torino centro, all’insegna del ricambio generazionale. Lodovico Actis Perinetto non si ricandida, al suo posto il quarantenne Gabriele Carenini

Assemblea elettiva regionale all’insegna del ricambio generazionale, venerdì 9 febbraio, alla Cia – Agricoltori italiani del Piemonte. Il presidente uscente, Lodovico Actis Perinetto, socio fondatore dell’Organizzazione, ha deciso di non ricandidarsi per lasciare spazio ai giovani ed al suo posto si presenta l’attuale vice presidente Gabriele Carenini, 40 anni, sposato, con un figlio, imprenditore agricolo a Valmacca (Al), dove produce ortofrutta nell’azienda di famiglia rilevata nel 2004. La votazione avverrà nell’ambito del convegno “Agricoltura: innovare per un futuro sostenibile” all’hotel NH Torino centro, in corso Vittorio Emanuele II 104, a Torino, con apertura alle 9,30. Carenini è stato presidente dell’Associazione Giovani Imprenditori Agricoli (Agia) della provincia di Alessandria, presidente di Agia Piemonte e vicepresidente Agia nazionale. La sua attività in Cia è stata prevalentemente indirizzata ad agevolare il ricambio generazionale attraverso l’inserimento dei giovani nel mondo agricolo, valorizzando i giovani imprenditori che già operano in agricoltura. Candidato alla vice presidenza è Alessandro Durando, 34 anni, presidente della Cia di Asti, titolare dell’azienda multifunzionale con annesso agriturismo “Terra d’origine”, in quel di Portacomaro (At). I delegati all’assemblea regionale, eletti nelle assemblee provinciali ed interprovinciali, saranno chiamati, oltre che a rinnovare la governance dell’Organizzazione, anche e soprattutto a definire le strategie ed i programmi di Cia Piemonte per il futuro. Cia Piemonte rappresenta oltre il 20 per cento delle aziende agricole della regione. In provincia di Torino è il primo sindacato agricolo per numero di aziende agricole datoriali associate. Nel Cuneese ha una presenza prioritaria nel settore vitivinicolo, mentre nel Biellese e nel Verbano-Cusio-Ossola è fortemente rappresentativa delle aziende montane.

Torino a misura di bambino

Torino fa felice anche i bambini, molti sono i luoghi dedicati a loro, le attività di intrattenimento sono diverse come quelle formative e culturali.

Sia come turisti che come abitanti di questa splendida città, i bambini possono essere coinvolti in esperienze spassose e interessanti, la vacanza ma anche una semplice passeggiata domenicale diventano così un momento di aggregazione familiare.

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Il Museo del Cinema è una tappa obbligata, divertente e magico con attrezzature cinematografiche antiche e moderne, riproduzione dei set dei primi film italiani, oggetti e personaggi di famosi film internazionali. Percorsi tematici e laboratori basati sulla scoperta, la creatività e la sperimentazione attiva: un approccio didattico interattivo e coinvolgente.

Salire sull’ascensore panoramico poi è un momento unico per ammirare Torino dall’alto.

 

Il Planetario e il Museo interattivo dell’Astronomia e dello spazio per scoprire e ammirare il cielo, approfondire temi astronomici attraverso percorsi interattivi ed esperimenti scientifici. Il primo weekend di ogni mese, “Lo Spazio ai bambini” interamente dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie, propone spettacoli, laboratori e un accesso a tariffe agevolate.

 

Il Museo Egizio di Torino è il più importante del mondo dopo quello del Cairo, dopo il rinnovamento propone una esposizione moderna e suggestiva. I suoi capolavori, gli oggetti arrivati da lontano storicamente e geograficamente ipnotizzano grandi e bambini, affascinano gli amanti della millenaria civiltà e incantano i piccoli e curiosi visitatori. Il museo organizza visite per famiglie.

 

Parco Avventura Tre Querce, che riaprirà il 31 marzo prossimo, è una divertente ed ecologica esperienza a due passi da Torino.  7 sono i percorsi avventura all’interno di un bellissimo bosco di frassini e querce, più di 60 giochi aerei eccitanti e avventurosi durante i quali i bambini saranno equipaggiati, istruiti e seguiti dagli istruttori.  Novità 2017: nuovo percorso Crypto Baby per bimbi dai 3 ai 6 anni e per i più coraggiosi invece il Tree Climbing con salto nel vuoto, un’arrampicata su una delle grandi querce per poi rituffarsi giù a terra, ovviamente il tutto in assoluta sicurezza.

 

Il Bosco delle Meraviglie, a San’Ambrogio di Torino, è un parco emozionale, un percorso fiabesco, interattivo, un vero bosco incantato, tra orchi, fate e cavalieri dove i bambini saranno coinvolti e immersi in una favola mentre gli adulti vivranno un momento ludico che li riporterà magicamente

indietro nel tempo. Nella Bottega si possono trovare giochi didattici, di strategia e classici per tutti.

Torino per tutti, Torino per vivere momenti formativi e ricreativi, Torino per rilassarsi e passare il tempo tutti insieme.

 

Maria La Barbera

 

Amianto all’Olivetti, al Palagiustizia di Torino è iniziato il processo d’appello

Il processo d’appello per l’amianto alla Olivetti, vicenda per la quale in primo grado, nel 2016, il Tribunale di Ivrea si era pronunciato con 13 condanne, le più elevate –  di 5 anni e due mesi –  per i fratelli Carlo e Franco De Benedetti ha preso il via al Palagiustizia di Torino. In primo grado le assoluzioni furono quattro.  I pg Laura Longo, Francesca Traverso e Carlo Maria Pellicano hanno fatto richiesta per l’acquisizione dei  documenti trasmessi dai pubblici ministeri di Ivrea in relazione all’inchiesta Olivetti bis. Si tratta di carte dell’archivio Telecom che, secondo i   magistrati certificherebbero la presenza in azienda di talco contaminato, dimostrando  come le problematiche fossero note anche ai livelli gerarchici aziendali più alti. La difesa, informa l’agenzia Ansa,  ha sollevato il caso del Quaderno della Salute sull’amianto, realizzato dal Ministero della Sanità  nel 2012. Uno degli autori sostiene che un passaggio per accertare le responsabilità degli imprenditori nei vari processi per malattie professionali celebrati in Italia è stato modificato a sua insaputa. Ma per la procura generale si tratta di una “questione irrilevante”. L’udienza è stata aggiornata al 14 febbraio.

BATZELLA (MLI), SANITA’: “SERVONO MISURE URGENTI CONTRO LE AGGRESSIONI A INFERMIERI E PERSONALE SANITARIO”

“LA SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO DEVE ESSERE GARANTITA”

 

All’interno degli ospedali, e in particolare nei pronto soccorso, è necessario garantire – con la massima urgenza – misure idonee a proteggere la sicurezza degli infermieri e di tutto il personale sanitario. L’episodio che si è verificato l’altro giorno nel pronto soccorso dell’ospedale di Ciriè (Asl TO4), dove un paziente ha aggredito tre infermieri, non è che l’ultimo di una lunga serie. Con sempre maggiore frequenza, infatti, il personale ospedaliero è vittima di aggressioni da parte di utenti che per svariati motivi danno in escandescenza. Il problema è ormai noto da tempo, lo conoscono bene sia l’assessore alla Sanità Saitta, sia i direttori generali delle diverse Aziende Sanitarie e Ospedaliere. E in particolare a conoscere bene il problema è proprio il direttore generale dell’Asl TO 4, che già in più occasioni è stata protagonista sulle cronache quotidiane per aggressioni e violenze contro il personale. Ma nonostante le continue denunce anche da parte delle forze sindacali, ad oggi nulla è cambiato. E’ ora di passare dalle parole ai fatti e di mettere in atto, in tempi rapidi, misure di sicurezza che tutelino il personale sanitario, già costretto a turni di lavoro estenuanti per il sovraccarico di lavoro e per la grave carenza di personale che affligge il comparto sanitario. La sicurezza sul posto di lavoro è fondamentale: deve essere garantita. Non è ammissibile lavorare nel timore di essere aggrediti.

 

 

Stefania Batzella,

Consigliera regionale Movimento Libero Indipendente

Un sultano in Vaticano

FOCUS INTERNAZIONALE di Filippo Re

In Vaticano arriva un sultano, più che un presidente. Varca le Mura Leonine il padrone di una Turchia sempre più autoritaria e dispotica, che calpesta i diritti umani e mette in galera chiunque osi criticarlo. Erdogan non è amato da nessuno in Europa e, crediamo, tanto meno da Papa Francesco che di recente rievocò il genocidio turco dei cristiani armeni nella Grande Guerra scatenando l’ira del governo di Ankara. Francesco ha già incontrato Erdogan in qualità di primo ministro ma non di capo di Stato. Sono infatti almeno due gli aspetti singolari e storici di questa visita. Da quasi 60 anni non metteva piede in Vaticano un presidente turco e soprattutto un protagonista di primo piano sulla scena internazionale come Recep Tayyip Erdogan, nei panni di un sultano-condottiero alla conquista del mondo islamico e cristiano. Una visita che, al di là dell’attualità politica, ha anche un’importanza storica. Tempo fa, in Vaticano, c’era un Papa che amava profondamente i turchi ed era pieno di rispetto e stima per le autorità della Turchia e da loro era ricambiato. Quel Papa era Giovanni XXIII, conosciuto da tutti come il “Papa buono”. Fu l’ultimo pontefice a ricevere in Vaticano un presidente turco. Era il 1959 ed era appena stato eletto Papa. Il 28 ottobre 1958 Angelo Roncalli, patriarca di Venezia, fu infatti designato nuovo pontefice con il nome di Giovanni XXIII. Roncalli trascorse dieci anni a Istanbul, dal 1935 al 1945, come nunzio apostolico, e aprì la strada all’istituzione ufficiale di rapporti diplomatici tra la Turchia e la Santa Sede. E non perse mai di vista l’amicizia e le relazioni con i governanti turchi anche in seguito, come nunzio a Parigi e poi come Papa, tanto che oggi in Turchia, Giovanni XXIII è ancora chiamato il “Papa turco”. Da 59 anni mancava, in udienza dal Pontefice, un presidente della Mezzaluna, dai tempi di Celal Bayar, capo di Stato turco dal 1950 al 1960, poi deposto da un golpe dei militari. Ora il capo della chiesa cattolica riceve Erdogan tra le mura Vaticane non solo come presidente della Turchia (eletto nel 2014) ma soprattutto come uomo forte della Mezzaluna che accentra nelle sue mani poteri assoluti e non nasconde ambizioni imperiali neo-ottomane. Papa Francesco, mite e pacifico come il suo illustre predecessore, incontra a casa sua un neo sultano, sovrano di una Turchia che sogna di diventare una grande potenza alla guida del Medio Oriente e di una parte del mondo musulmano, come un tempo l’Impero ottomano.

 

 

Papa Francesco ai lavoratori Embraco: “Lottate per salvare il posto di lavoro”

Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano una delegazione di lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri dell’Embraco, l’azienda del gruppo Whirlpool, che ha annunciato 497 licenziamenti e la chiusura della produzione. I dipendenti della fabbrica torinese sono stati i primi a essere ricevuti prima dell’udienza generale. Il pontefice ha parlato alcuni minuti  con i lavoratori invitandoli a proseguire nella  difesa dei loro posti di lavoro. “Il papa ci ha detto ‘dovete lottare e dovete avere fede anche nella lotta. Prego per voi'”, riferiscono all’Ansa  i partecipanti, che hanno anche ricordato a Papa Francesco che sua nonna era originaria di Portacomaro, il paese  nell’Astigiano a pochi chilometri  dallo stabilimento di Riva di Chieri. Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, incontrerà domani azienda e sindacati in Prefettura a Torino. 

 

(foto: archivio il Torinese)

Protesta no tav al convegno sulle grandi opere

Questa mattina a Torino, a margine del convegno sulle grandi opere organizzato nell’ aula magna della Cavallerizza Reale, con relatori Gustavo Zagrebelsky e i vertici di Anas, Ferrovie, Autostrade per l’Italia, alcune decine di attivisti di attivisti del centro sociale Askatasuna, dei collettivi studenteschi e dei No Tav sono scesi in strada, per protestare in via Verdi. Un  esponente del centro sociale  Askatasuna  ha cercato di forzare il blocco delle forze dell’ordine ma è  stato fermato dagli agenti della Digos e condotto  in Questura per accertamenti.

 

(foto archivio il Torinese)