redazione il torinese

Scienza e politica al teatro Colosseo

GiovedìScienza OGNI GIORNO. TRA SCIENZA E POLITICA. I valori scientifici dell’oggettività al servizio del bene comune

 Elena Cattaneo, Università di Milano, Senato della Repubblica

«Le sto chiedendo di continuare a essere uno scienziato attivo dentro e fuori il laboratorio, le offro la possibilità di farlo potendo intervenire e contribuire ai lavori del Senato della Repubblica». Elena Cattaneo, biologa famosa nel mondo per i suoi studi sulla corea di Huntington (malattia neurologica causata da un gene mutato) non dimenticherà mai le parole dell’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando nel 2013 le annunciò la decisione di nominarla senatrice a vita. Da allora la sua esistenza è profondamente cambiata e la sua attività scientifica si è arricchita di una funzione pubblica e istituzionale fondamentale per restituire alla scienza, troppo spesso bistrattata e abbandonata a se stessa, un ruolo di primo piano nel nostro paese.

 

Paladina dei “valori scientifici dell’oggettività”, Elena Cattaneo sarà ospite di GiovedìScienza il 15 febbraio (alle 17:45 al Teatro Colosseo, in Via Madama Cristina 71 a Torino) per raccontare la sua avventura “Ogni giorno, tra scienza e politica”. La neuroscienziata e Senatrice a vita, abituata al lavoro di squadra in laboratorio, spiegherà come al Senato sia affiancata da un gruppo di esperti con competenze in diversi ambiti, dal diritto parlamentare ai rapporti con le istituzioni e con gli istituti scientifici.

 

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Programma completo e diretta streaming su: www.giovediscienza.it

Segreteria organizzativa tel. 011 8394913

Regali online, le abitudini dei torinesi per San Valentino

L’analisi si è concentrata in particolare sul Piemonte e su Torino, rivelando i gusti e le tendenze a livello locale. Tra le principali rilevazioni, quelle relative al livello di interesse da parte di uomini e donne, fasce d’età più attive nella ricerca del regalo perfetto, spesa media per acquisto e regali più ricercati

https://www.regali.it/regali-online-san-valentino

 

 

La festa più romantica dell’anno è arrivata e la scelta del regalo perfetto per il partner impazza sul web. In questa occasione speciale Regali.it, piattaforma specializzata in idee regalo originali e divertenti, ha analizzato abitudini e comportamenti degli italiani, scoprendo a Torino un’attenzione particolare verso la ricorrenza e svelando le tendenze di acquisto a livello locale. Lo studio, dedicato ai regali online per San Valentino, è stato realizzato a seguito della recente diffusione dei dati sullo stato dell’ecommerce in Italia da parte dell’Osservatorio eCommerce B2c. Secondo la ricerca si tratta proprio di questo tipo di ricorrenze che ne spingono la crescita, stimata nel 2017 al 17% in più rispetto all’anno precedente.

 

Torino città degli innamorati

 Torino patria dell’amore. Il volto romantico della città si mostra in particolare nel famoso Parco del Valentino. I sui alberi ad alto fusto custodiscono i sogni delle migliaia di coppie che si perdono tra i suoi prati e viottoli. Oggi lo studio conferma questa vocazione della città,  inserendola tra le prime dieci in Italia per livello di attenzione a questo giorno speciale.  Ecco che, con il 6,9% di visualizzazioni dedicate a regali di San Valentino nel periodo che precede la ricorrenza, il capoluogo di regione è in terza posizione per livello di interesse sul piano nazionale. La precedono Milano, 15,5%, e Roma, 14,2%.

  

Donne in cerca del regalo perfetto

 San Valentino è un giorno da celebrare, anche attraverso l’acquisto di un dono per la propria metà. Secondo l’analisi, questa è un’inclinazione che accompagna in particolare le donne. Il numero di acquisti per queste ultime, infatti, è nettamente superiore a quello che caratterizza gli uomini.Ciò è vero sia a livello nazionale, dove la percentuale di transazioni è per la donna del 60,2%, contro il 39,8% degli uomini, che a livello locale. A Torino, spetta alle donne il 73,3% degli acquisti, mentre agli uomini solo il 26,6%.  ù

 

Giovani i più attenti alla ricorrenza

In linea con i dati nazionali, sono i giovani i più interessati all’acquisto di un regalo per il giorno più romantico dell’anno. A Torino, in particolare, è la fascia d’età compresa tra i 25 e i 34 anni la più interessata all’acquisto di un regalo. Le visualizzazioni di possibili doni per la persona del cuore rappresentano qui il  26,7% del totale.Una percentuale superiore anche a quella riscontrata sul piano nazionale. Qui i 25 – 34enni manifestano il 25,9% di interesse, superando i giovanissimi tra i 18 e i 24 anni, che conquistano invece il 25,9% Alto tasso di romanticismo in Italia anche per i 35 – 44enni al 21,5%.

 

Spesa maggiore per le donne

Ma quanto sono disposti a spendere i torinesi per la loro dolce metà?L’analisi indica che a Torino la spesa media per ordine è di 45,11 euro. In particolare, se gli uomini spendono mediamente 43,22 euro, sono le donne le più generose con 47,00 euro per ordine.Il dato si discosta da quello nazionale secondo cui l’uomo con il 28,6% delle visualizzazioni effettua il 42,4% della spesa complessiva, dimostrando di comprare meno ma di spendere proporzionalmente in più.

 

La magia di un aperitivo itinerante

Un vero e proprio cult a Torino. Si tratta dell’Aperitivo su tram, un tour della città da condividere con una persona speciale. Il regalo è tra i più gettonati del capoluogo piemontese, che partecipa così ai festeggiamenti offrendo la sua splendida scenografia.Ma le Emozioni da vivere in due sono tra le più ricercate anche nel resto d’Italia. Ne fanno parte soggiorni da favola, percorsi di degustazione e altre esperienze da condividere con la persona amata. Per i regali che la compongono, la percentuale di visualizzazioni a livello nazionale è dell’8,1%.

 

Nota metodologica

Studio effettuato nel mese di gennaio 2018 per un numero complessivo di oltre 1,5 milioni di pagine visualizzate e 5.000 idee regalo disponibili.

A San Valentino il regalo del cuore è la cultura

Per San Valentino il regalo perfetto per tutti gli innamorati è la Cultura. Con oltre 200 realtà, fra musei, residenze reali, castelli, giardini e fortezze diffuse in tutto il Piemonte, nelle città e nei piccoli centri, la tessera Abbonamento Musei Torino Piemonte è realmente lo stimolo migliore per esplorare insieme alla persona del cuore il paesaggio piemontese con gite fuori porta e visite illimitate per vivere a 360° un’intera regione.

 

L’Abbonamento Musei si rivolge infatti a ogni tipo di pubblico con tariffe dedicate ma sempre molto convenienti, ha una validità di 365 giorni e può essere sottoscritto o rinnovato in qualsiasi momento dell’anno. Perché dunque non sfruttare la festa degli innamorati per fare un regalo originale che permette di accedere, senza costi e limiti nel numero di visite, alle sedi e alle mostre negli enti convenzionati, e di godere di tutti beni paesaggistici e museali piemontesi che raccolgono la grande varietà dell’eredità culturale e della ricchezza naturalistica tipica dell’Italia. Oltre ad avere a portata di tessera l’intera offerta del panorama culturale piemontese con tanti appuntamenti e mostre, l’Abbonamento Musei permette di visitare a tariffe agevolate anche alcuni dei più importanti musei italiani e accedere ad eventi e visite guidate esclusive. Tra le più attese in Piemonte ci sono la mostra Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari, dal 24 marzo, dedicata al più importante esponente del Rinascimento in Piemonte, che si articola tra la Pinacoteca di Varallo, l’Arca di Vercelli e si conclude al Broletto di Novara. Sempre a marzo, la Reggia di Venaria ospiterà due importanti esposizioni: Genesi, l’ultimo grande lavoro di Sebastião Salgado, il più importante fotografo documentario del nostro tempo. Oltre 200 eccezionali immagini compongono un itinerario fotografico in un bianco e nero di grande incanto, raccontano la rara bellezza del patrimonio unico e prezioso di cui disponiamo, il nostro pianeta. Genio e Maestria. Mobili ed ebanisti alla corte sabauda tra Settecento e Ottocento presenta invece mobili d’arte di eccezionale rilevanza realizzati dai maggiori ebanisti e scultori dell’epoca, Luigi Prinotto, Pietro Piffetti, Giuseppe Maria Bonzanigo e Gabriele Capello detto “il Moncalvo”, alcuni mai esposti prima: due secoli di storia dell’arredo in circa 130 opere. Tante le mostre nel capoluogo piemontese. La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica un’importante esposizione alla pittura di Renato Guttuso, presenza di rilievo nella storia dell’arte italiana del Novecento e figura nodale nel dibattito concernente i rapporti tra arte e società. A Palazzo Madama la mostra Perfumum. I profumi della Storia. è un racconto sull’evoluzione e la pluralità dei significati del profumo dall’Antichità greca e romana al Novecento, visto attraverso più di duecento oggetti esposti, tra oreficerie, vetri, porcellane, affiches e trattati scientifici. La mostra Da Piffetti a Ladatte. Dieci anni di acquisizioni alla Fondazione Accorsi-Ometto permette di ammirare i pezzi acquistati negli ultimi dieci anni: i mobili, i dipinti, le miniature, gli orologi, gli argenti e gli oggetti montati esposti rappresentano tutti un omaggio incondizionato alle arti decorative. I disegni e i dipinti di Filippo de Pisis sono esposti, invece, negli spazi del MEF – Museo Ettore Fico. Le oltre 150 opere indagano la cultura dell’artista: l’inclinazione poetica, la passione antiquaria e collezionistica, il mondo musicale della lirica, l’indole del botanico naturalista e l’amore per le civiltà del passato.

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Uscendo dall’area metropolitana torinese, per la prima volta il Forte di Bard dedica una mostra evento agli impressionisti e lo fa con un progetto inedito dal titolo Luci del Nord. Impressionismo in Normandia. Più di 70 importanti opere raccontano la fascinazione degli artisti per la Normandia; tra questi Monet, Renoir, Boudin, Corot, Courbet, ma anche Delacroix, Dufy, Gericault. Ad Asti, Palazzo Mazzetti presenta, invece,Aleppo. Come è stata uccisa una città. Unica in Italia, la mostra ripercorre i cinque anni di guerra che hanno coinvolto Aleppo dal 2011 al 2016 con un allestimento che immerge il visitatore nella realtà della città siriana e dei suoi abitanti.  Le tariffe della tessera Abbonamento Musei sono suddivise secondo differenti fasce d’età per offrire a ogni tipo di pubblico la soluzione più conveniente e in linea con le proprie necessità. L’intero costa a 52 euro. Per chi ha più di 65 anni c’è l’Abbonamento Musei Senior a 45 euro; per chi ha dai 15 ai 26 anni (sino a 29 per i titolari della Pyou Card) quello Young a 32 euro; 20 euro dai 6 ai 14 anni per l’Abbonamento Musei Yunior. L’Abbonamento Musei è acquistabile e rinnovabile on-line, sul sito www.abbonamentomusei.it, con spese di spedizione gratuite, presso i punti vendita e numerosi musei della rete. Per maggiori informazioni è possibile contattare il numero verde 800/329.329.

Volpiano, sbloccati dal ministero 500mila euro per opere pubbliche


Il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha autorizzato il Comune di Volpiano a utilizzare 500mila euro dell’avanzo di amministrazione per lavori pubblici; la misura rientra tra gli «spazi finanziari» assegnati agli enti locali in deroga al vincolo del pareggio di bilancio

«Grazie ai conti in ordine della nostra amministrazione – sottolinea il sindaco di VolpianoEmanuele De Zuanne – abbiamo potuto sbloccare le risorse disponibili, frutto di efficienza economica, utilizzandole per nuovi investimenti. Si tratta di oltre 7 milioni di euro con i quali abbiamo finanziato più di cento progetti in questi ultimi tre anni». Gli importi sono stati utilizzati per edilizia scolasticaimpianti sportiviviabilità e per lamanutenzione del patrimonio comunale. Commenta l’assessore al Bilancio Giovanni Panichelli: «Siamo molto soddisfatti. Dopo un decennio in cui al Comune è stata di fatto negata la possibilità di spesa, negli ultimi tre anni, le cose sono cambiate. Il Comune di Volpiano si vede ancora una volta aggiudicatario di spazi di spesa in deroga ai vincoli di pareggio di bilancio, segno inconfutabile della buona situazione economico-finanziaria contraddistinta da un cospicuo avanzo di amministrazione, dal bassissimo indebitamento e da una buona liquidità. Con la concessione di tali spazi finanziari, con i vari contributi dei quali siamo appena risultati aggiudicatari e con le opere che saranno finanziate totalmente dall’ente, il nostro Comune si appresta a vivere un biennio nel quale si darà corso a numerose nuove attività indispensabili per il territorio e per i cittadini».

Anziano ucciso con un tirapugni: ergastolo per la donna accusata

Condanna all’ergastolo e  isolamento diurno per la durata di  tre mesi a Egle Chiappin, di 54 anni, accusata di aver ucciso con un tirapugni il pensionato Giovanni Battista Boggio, di 70 anni, nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del  2015 nel suo alloggio  Atc di via Forlì a Torino. La donna si era giustificata parlando di un tentativo di rapina, affermando di essere stata presente, anche se ad uccidere l’anziano, a suo dire,   era stato un complice. Ma la pm Laura Ruffino ha ritenuto  la Chiappin quale sola responsabile del delitto. La difesa della donna attende di leggere le motivazioni della sentenza.

“Potere al Popolo ha raccolto 90 mila firme”

Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista ed esponente di Potere al Popolo ha rilasciato questa dichiarazione:

“A Torino l’appello firmato da oltre cinquanta – ma tant@ altri stanno firmando in queste ore – tra funzionari e attivisti sindacali, delegati Rsu e Rsa,tutti di area Cgil, a sostegno della lista di “Potere al Popolo” non fa notizia. Una vera e propria vergogna che è la palese dimostrazione della faziosità e dell’oscurantismo praticato dalla maggior parte degli organi di informazione. Per molti di questi organi “Potere al Popolo” non esiste, pure essendo l’unica lista presente in tutta Italia dopo aver fatto il pieno nella raccolta firme, per la precisione dopo aver raccolto oltre 90 mila firme. In compenso l’informazione, su alcuni giornali, viene data prendendo ad esclusivo riferimento la presenza di quattro schieramenti o forze politiche. Tutto il resto non esiste o più precisamente non esiste “Potere al Popolo”, i candidati che ne fanno parte, le iniziative che vengono promosse, i lavoratori e le lavoratrici che lo sostengono. Vi pare informazione? No di certo. Questa è censura, il non voler rendere conto che la crisi e il discredito della politica politicante sta aprendo varchi di nuova partecipazione e di nuova volontà di cambiamento. Ci dispiace per lorsignori. Questi varchi non saranno certo rinchiusi dal clima di censura”.

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COMUNICAZIONE 

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblica gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati, segreterie o esponenti politici di tutti i movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it

Enrico IV: la vita? Meglio fingersi folli

Il tema della follia declinato da Pirandello va in scena al teatro Carignano dal 13 febbraio, alle 19.30, nell’ “Enrico IV”, capolavoro indiscusso del drammaturgo siciliano, per l’adattamento e la regia di Carlo Cecchi, che ne è anche superbo interprete. Il testo pirandeliano si basa sul pretesto da parte di un uomo di inscenare la propria follia, per ritirarsi dietro le quinte della realtà e, da lì, contemplare con un leggero sogghigno le miserie e le ipocrisie della società. Il protagonista, il cui nome rimane ignoto per tutta la durata dello spettacolo, dopo una caduta da cavallo nel corso di una rievocazione storica, decide di fingersi pazzo e mostrare di essere convinto di essere Enrico IV di Francia.   Carlo Cecchi riprende il testo pirandelliano, uno dei più penetranti e intensi sul tema della maschera e del rapporto realtà – finzione, nonché magistrale esempio di teatro nel teatro, rimaneggiandolo, però, in modo da farlo risultare ancora più incisivo, capace di sottolineare l’aspetto psicologico e di critica sociale. Cecchi riduce in modo drastico i lunghi monologhi che, in origine, erano stati scritti per Ruggero Ruggeri e colloca la vicenda in un costante equilibrio tra finzione e realtà. L’essere e l’apparire risultano due facce della stessa medaglia, cui si aggiunge il nascondersi dietro la lucidità insinuante e sferzante, dentro un mondo ovattato, in un’epoca remota della storia, o dietro maschere che ognuno di noi indossa, pur senza definirsi attore. Il protagonista vive, fingendosi Enrico IV, una esistenza fiabesca con l’aiuto di alcuni uomini da lui pagati per fingersi suoi consiglieri segreti; ad un certo punto riconquista la ragione, ma continua a fingersi pazzo ed osserva dall’esterno la sceneggiata predisposta per lui, che coinvolge anche la donna amata, Matilde Spina, e l’amante di lei, Belcredi, un medico che vuole provocare uno choc per farlo rinsavire. Cecchi elimina diverse ridondanze e non appesantisce di lunghi monologhi la piece teatrale, usando finzione e umorismo, riuscendo benissimo a rendere il pirandellismo del testo.

 

Mara Martellotta

Città della Salute, per Torino investimento di 456 milioni di euro

I Ministeri della Salute e dell’Economia e delle Finanze hanno ufficialmente sottoscritto gli accordi di programma integrativi della Regione Piemonte per l’intervento del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino e della Città della Salute e della Scienza di Novara

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore alla Sanità della Regione, Antonio Saitta,  che ha lavorato a lungo con la struttura dell’assessorato e con gli altri soggetti istituzionali coinvolti- per completare il complesso iter procedurale.  Con l’atto formale dei Ministeri si chiude un capitolo importante e se ne apre un altro legato alla procedura dei lavori che dovrebbero partire entro i primi mesi del 2019. Per Torino l’investimento previsto è di circa 456 milioni di euro per il primo lotto, di cui 142,4 a carico dello Stato con fondi assegnati alla Regione, 7, 5 milioni con fondi della Regione e 305,9 a carico del privato che realizzerà l’opera. Lo scorso 15 novembre la Regione aveva sottoscritto con il Comune, l’Università degli Studi e Città della Salute e della Scienza di Torino e la Società F.S. Sistemi Urbani, l’accordo di programma finalizzato alla realizzazione dell’opera. L’obiettivo generale è quello di concentrare in una nuova struttura le attività ad alta complessità fornite dalla Città della Salute e della Scienza di Torino e riorganizzare la rete ospedaliera esistente per garantire la gestione ottimale delle attività a media complessità. L’intervento si inserisce nel processo di riorganizzazione e razionalizzazione delle attività di assistenza sanitaria che si sta realizzando a livello nazionale ed europeo e prevede la costituzione di un sistema di attività volte alla cura, alla ricerca, alla formazione ed ai servizi alle persone con competenze e dimensioni tali da diventare un “player” a livello internazionale del processo di innovazione in campo clinico, organizzativo, gestionale e della ricerca. Per Novara, l’investimento previsto è di circa 320 milioni di euro, di cui 95 a carico dello Stato con fondi assegnati alla Regione, 5,2 milioni con fondi della Regione e 219 a carico del privato che realizzerà l’opera. La nuova struttura sorgerà su un’area di 390.000 mq nella zona piazza d’Armi ed ex polveriera, avrà una superficie coperta di 167.000 mq (compresa l’area per Università, incubatore d’impresa, asilo) mentre la superficie propriamente ospedaliera sarà di 156.000mq. Nel progetto sono coinvolti l’Azienda ospedaliera universitaria, l’Università del Piemonte Orientale ed il Comune di Novara. Nell’ultimo biennio c’è stato un forte impulso per far decollare il progetto che è considerato di fondamentale importanza per la città e per la parte del Piemonte che fa riferimento all’Azienda ospedaliera universitaria.

www.regione.piemonte.it

Galasso, un napoletano che guardava al Risorgimento e all’Europa

di Pier Franco Quaglieni

Con la morte di Giuseppe Galasso si è chiusa l’età dei grandi storici italiani. Era uno studioso di livello europeo, profondamente radicato nella sua Napoli ed impegnato sul terreno di un meridionalismo alto che riprendeva gli ideali di Guido Dorso rivivendolo in una temperie politico – culturale totalmente cambiata .Era stato partecipe dell’avventura di “Nord e Sud” di Francesco Compagna e Vittorio De Caprariis. Fu nella redazione di quella nobile rivista che lo conobbi negli Anni Settanta del Novecento sull’onda del ricordo di Mario Pannunzio, che per Galasso rappresentava una delle lezioni morali e politiche più importanti . L’ultimo articolo che ha pubblicato pochi giorni prima della morte fu quello dedicato a Pannunzio a 50 anni dalla sua morte. Gli telefonai per complimentarmi con lui che era riuscito a storicizzare la figura di Pannunzio, andando oltre le celebrazioni acritiche e le polemiche contingenti in cui si è impelagato Eugenio Scalfari. Fu generoso con me e mi disse che aveva letto e apprezzato il mio articolo su Pannunzio per il suo “taglio innovativo”. Mi disse che , pur essendomi occupato per quasi 50 anni dell’argomento, avevo saputo dare un taglio distaccato. Concordò con me sul fatto che Pannunzio non aveva avuto un biografo adeguato. Una telefonata di pochi minuti, l’ultima tra tante. Ma soprattutto la nostra frequentazione era avvenuta a Palazzo Filomarino, dove abitava Alda Croce e dove ha sede l’istituto italiano di studi storici in cui Galasso si era formato alla scuola di Federico Chabod, come accadde a Rosario Romeo e Renzo De Felice. Una volta gli proposi di succedere ad Alda Croce alla presidenza del Centro “Pannunzio”,lui ringraziò ma mi disse che spostarsi a Torino di frequente era per lui troppo disagevole. Nel suo ricordo di Alda Croce nel 2009 al momento della sua morte omise di ricordare che era stata Presidente del Centro “Pannunzio”,ma quando lo chiamai per farglielo notare, mi chiede scusa e mi disse che aveva dovuto scrivere il pezzo in pochissimo tempo. Un tratto essenziale, fondamentale di Galasso è che fu anche attivo politicamente: fu deputato repubblicano per tre legislature e sottosegretario di Stato ai beni culturali.

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Fu l’artefice dei primi provvedimenti seri a tutela del paessaggio con la legge che porta il suo nome e che va oltre la legge Bottai del 1939. Giovanni Spadolini ,dal momento in cui si dedicò alla politica, pose definitivamente fine alla sua ricerca storica .Galasso invece seppe coniugare politica e attività scientifica, senza mai lasciarsi condizionare dal suo agire politico. Non si sentì mai un intellettuale “prestato” alla politica perché si dedicò ad essa in modo appassionato,specie dopo la morte di Francesco Compagna da cui ereditò il seggio parlamentare a Napoli. Ma non si lasciò mai travolgere dalla politica mantenendo la sua fisionomia di studioso. La Legge Galasso ne è testimonianza e la sua presidenza della Biennale di Venezia dal 1978 al 1983 ( anni molto difficili per il clima politico del nostro Paese) e’ la dimostrazione di questa straordinaria capacità di vivere l’endiadi cultura e politica senza mai far prevalere l’una sull’ altra. Aveva una concezione profondamente laica, ma rispettosa delle fedi religiose. Era molto diverso dal laicismo molto radicato di Gennaro Sasso ,studioso come lui dell’opera di Benedetto Croce a cui si sentì molto legato. Aveva iniziato come storico ad occuparsi dell’età moderna per poi rivolgersi alla storia medievale e al Risorgimento. Su quest’ultimo tema aveva difeso, lui napoletano, come Croce, Omodeo, De Felice le ragioni dell’unificazione italiana contro le demonizzazioni marxiste ,le nostalgie neo borboniche e le volgarità leghiste. Quando seppe che un comico prestato alla politica voleva istituire un’ ennesima giornata della memoria in ricordo delle vittime del Risorgimento in occasione dell’ anniversario della presa di Gaeta, ebbe un sussulto. Gli lessi un articolo scritto a quattro mani con Dino Cofrancesco contro l’ assurda proposta, che venne presa in considerazione solo dal Consiglio regionale pugliese e mi confidò che Narciso Nada ,storico torinese del Risorgimento con cui avevo studiato all’Università, si sarebbe sentito orgoglioso di me. Anche questa volta rimasi colpito dalla sua generosità .Lui repubblicano seppe valutare positivamente il ruolo della Monarchia nel Risorgimento e considerare l’attaccamento sincero della gente del Sud alla dinastia sabauda dimostrata nel secondo dopoguerra. Era molto rammaricato dal fatto che le cattedre di Storia del Risorgimento venissero sostituite da quelle di Storia risorgimentale ed era amareggiato per la fine non bella degli Istituti per la Storia del Risorgimento, << ormai in stato comatoso e finiti in mano a persone inadeguate>>.

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Nel 2011 andammo insieme a Roma al Museo centrale del Risorgimento del Vittoriano e constatammo insieme la sua inadeguatezza. Aveva invece molto apprezzato quello nazionale di Torino così come lo aveva concepito Umberto Levra che <<aveva avuto il coraggio di eliminare la sala delle bandiere del movimento operaio e sindacale inaugurata da Pertini e che non c’entrava nulla con il Risorgimento>> Negli anni Settanta venne nell’Aula Magna dell’Università di Torino a presentare un suo libro sul Mezzogiorno. Era un’iniziativa del Centro “Pannunzio” .L’Aula era ormai quasi piena ed era già arrivato il sociologo Filippo Barbano che era, insieme a Giorgio La Malfa, il presentatore del libro. Un “proconsole” torinese di La Malfa arrivò trafelato annunciando che il deputato non sarebbe venuto e che chiedeva a Galasso di rinviare ad altra data la presentazione .Fu una grave umiliazione e un atto di suprema arroganza. L’autore non proferì parola e dovette subire. Erano episodi che rivelarono fin dall’inizio la decadenza del partito repubblicano torinese. Anni dopo gli ricordai a Napoli quel lontano episodio e mi rispose con eleganza superiore che non valeva la pena di ricordarlo. Ricordare la sua vastissima opera storica diventa impossibile nei limiti che ci siamo posti. Un capolavoro appare la sua “storia di Napoli” ,come già era accaduto per Croce. Galasso si era anche occupato di storiografia e di metodo storico, come aveva fatto Chabod. Mise in evidenza i limiti di una storiografia basata sull’ideologia e anche quelli dei celebrati “Annales” francesi, evidenziando come ingiustamente gli storici italiani siano stati poco considerati a livello internazionale, sia a causa del fascismo sia a causa della prevalenza della lingua inglese. La grande storiografia italiana invece andava valutata in tutta la sua importanza, da Gioacchino Volpe ( del quale evidenziava la grandezza per troppo tempo messa in discussione per ragioni politiche ) ad Omodeo, da Chabod a Giorgio Falco, da Arnaldo Momigliano a Delio Cantimori, seguiti da Walter Maturi,Franco Venturi, Rosario Romeo e Renzo De Felice. In questa galleria di grandi storici la cui ricerca era finalizzata all’unico scopo di indagare la verità storica, l’ultimo in ordine di tempo non certo di importanza, che trova posto è proprio Giuseppe Galasso, la figura più autorevole della cultura napoletana che seppe essere cosmopolita, europeo e nazionale. In Galasso vibrava la tradizione in lui sempre viva di Francesco De Sanctis.

 

scrivere a quaglieni@gmail.com

SANITA’, RUFFINO (FI): L’ASSESSORE ALLA SANITA’ TROPPO IMPEGNATO NELLA CAMPAGNA ELETTORALE PER RIAPRIRE IL REPARTO DI OFTALMOLOGIA AL SAN LUIGI DI ORBASSANO

L’assessore alla Sanità sarà troppo impegnato nella campagna elettorale per pensare alla salute dei piemontesi?“. A chiederselo é la candidata alla Camera dei Deputati per Forza Italia, Daniela Ruffino.

Il nodo del contendere é chiaro: “Il 19 gennaio era stata recapitata dalla Regione Piemonte la richiesta della direzione dell’Ospedale San Luigi di Orbassano, per la riapertura del reparto di Oftalmologia. La Regione ad oggi non avrebbe risposta di fatto bloccando la riattivazione delle sale operatorie e quindi arrecando nuovo sconcerto tra il personale sanitario e confusione tra i malati e i loro familiari“. Conclude Ruffino: “Saitta aveva assunto in Commissione e in Consiglio regionale impegni precisi sulle tempistiche per la riattivazione del reparto di Oftalmologia a Orbassano. Una promessa ribadita in occasione dell’inaugurazione del pronto soccorso. Denunciamo invece che quanto detto é rimasta lettera morta. L’attività dell’assessorato alla Sanità non può bloccarsi a causa della campagna elettorale. Sempre sperando che il Partito Democratico non abbia nuovamente cambiato idea e non voglia più provvedere a riattivare un servizio d’eccellenza che veniva offerto al San Luigi“.

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