redazione il torinese

I sentimenti del mostro, un omaggio al cinema

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

A Baltimora, nel 1962 – sono gli anni della Guerra Fredda, è l’anno della crisi di Cuba e l’anno successivo alla Baia dei Porci -, in un piccolo appartamento che confina attraverso il pavimento con un vasto cinema dalle architetture déco, pressoché vuoto, abita in solitario trantran, una giornata eguale all’altra, una giovane donna, Elisa Esposito, affetta da mutismo (ma ci sente benissimo) procuratole fin da bambina con la recisione delle corde vocali. Nell’alloggio accanto Giles, un disegnatore omosessuale, certo non più giovanissimo, a cui lei prodiga visite e premure e colazioni, sul posto di lavoro, un laboratorio governativo dove è addetta alle pulizie, Zelda, un’afroamericana sempre con le antenne dritte, vittima di un marito fannullone e iroso: sono i suoi unici amici. Elisa scopre un giorno, in questo avamposto costruito a contrastare con esperimenti le ricerche e la presenza inquietante del mondo sovietico, un essere anfibio, mezzo pesce e mezzo uomo, un “mostro” scovato tra le acque dell’Amazzonia e lì venerato, qui tenuto prigioniero e incatenato in una luminosa gabbia di vetro. Le premure che riversa su Giles, Elisa le trasporta verso l’essere sconosciuto, grazie al linguaggio dei segni, e a suon di uova, di musiche jazz e di canzoni dell’epoca instaura un rapporto fatto di affetto e di carnalità allo stesso tempo. Ma il tempo scorre, la vivisezione che le alte sfere comandano è ormai decisa, il crudele colonnello della base ha ordini ben precisi. Del progressivo innamoramento, degli inseguimenti e dell’epilogo di questa favola inventata dal visionario Guillermo del Toro (La spina del diavolo, Il labirinto del fauno) non diremo. Ricco del Leone d’oro veneziano e delle tredici candidature agli Oscar prossimi (miglior film e miglior regia, miglior interprete femminile come attore e attrice non protagonisti, colonna sonora e fotografia e montaggio, per tralasciare gli altri), La forma dell’acqua spazia con estrema padronanza nei più diversi generi cinematografici, saggia l’horror e sconfina nel musical, afferra il mélo e viaggia spedito nel fiabesco e oltre, si muove con appropriati, a tratti vorticosi movimenti della machina da presa, un grande inchino al cinema, settima arte con l’omaggio e l’ispirazione al

Mostro della laguna nera di Arnold che tanto colpì l’autore, ragazzino di dieci anni, e luogo dove sullo schermo scorrono le immagini di un vecchio film del ’60 di Koster, La storia di Ruth. Nella domanda che scorre lungo tutta la durata del film, ovvero chi sia il vero mostro, tra le opprimenti scenografie, ma pure capaci di liberare, liquide e no, di Paul Austerberry, Del Toro regala grazie a una sceneggiatura perfetta una love story inaspettata, non rinnega la lacrima, spreme con il superlativo commento musicale di Alexandre Desplat ogni sentimento, cerca a tutti i costi lo spiraglio dell’happy end, lavora di cesello sul rapporto tra la Donna e la Bestia (a lui non interessa il discorso della Bella e la Bestia, la scelta dell’accorata e bravissima Sally Hawkins è quanto mai significativa), rapporto che trascorre attraverso gli occhi prima e il gesto poi – la parola è esclusa ad entrambi -, mette su un innocente piedistallo la cultura del diverso. Oltre che dalla protagonista, è aiutato con concreta partecipazione, con un’immedesimazione che va ben oltre la buona prova interpretativa, da un gruppo d’attori che sono da citare in blocco, da Richard Jenkins a Doug Jones (la creatura da intravedere all’interno della sua armatura verdastra), da Octavia Spencer a Michael Stuhlbarg (il padre nel film di Guadagnino, un altro oscarizzabile) al perfetto Michael Shannon, anima inquieta e perfida nella sua voglia d’annientamento. Una storia, e un film, grandiosa nella sua particolare semplicità, che cattura i cuori senza troppa fatica: che il prossimo 4 marzo dovrà vedersela con quell’eccellenza cinematografica che per chi scrive queste note continuano a essere i Tre manifesti a Ebbing, Missouri. La mia scelta sta lì, nella desolazione violenta di quel paese e con tutta la rabbia di Frances McDormand. A meno che ci si debba ravvedere con sonore sorprese ancora in arrivo.

Appello dei Garanti dei detenuti al Ministro della Giustizia

Franco Corleone, a nome e per conto del Coordinamento nazionale dei Garanti regionali e territoriali delle persone detenute, nella giornata di venerdì 16 febbraio  ha formalmente inviato una presa di posizione ufficiale – che ora viene resa pubblica – sulla questione dei decreti delegati per la riforma dell’Ordinamento penitenziario all’attenzione del Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando, del suo Capo di Gabinetto dottoressa Elisabetta Maria Cesqui e dell’Ufficio legislativo del Ministero di via Arenula. Il documento qui sotto riportato ha avuto la più larga condivisione da parte dei Garanti regionali, provinciali e comunali. Definendo il testo condiviso, il Coordinamento dei Garanti delle persone detenute ha anche proposto per la giornata di giovedì 22 febbraio  – in concomitanza con la preannunciata riunione del Consiglio dei Ministri – l’adesione all’attuale mobilitazione nelle carceri a sostegno della riforma. La mobilitazione dei Garanti dei Detenuti assumerà la forma di un’adesione per 24 ore allo sciopero della fame in corso – iniziativa nonviolenta promossa dal Partito Radicale Nonviolento e da Rita Bernardini e fatta propria da oltre 10.000 detenuti ristretti nelle 190 carceri italiane – e si svolgerà appunto nel giorno in cui si riunisce il Consiglio dei Ministri che, secondo il Presidente Gentiloni ed il Ministro Orlando, dovrebbe adottare importanti decisioni sull’iter del decreto già presentato e sugli altri necessari per la piena attuazione della delega parlamentare della legge 103 del 23 giugno 2017. La partecipazione allo sciopero della fame di oltre 30 Garanti delle persone detenute rappresenta l’inizio di una mobilitazione per i prossimi 10 giorni affinché tutti i passaggi istituzionali e tutti gli spazi di manovra siano percorsi al fine di un ottenere una riforma il più ampia e significativa possibile.

IL TESTO INVIATO AL MINISTRO DI GIUSTIZIA:

Il Coordinamento dei Garanti territoriali delle persone private della libertà esprime il proprio apprezzamento per la conclusione dell’iter parlamentare di valutazione della bozza di decreto legislativo di riforma dell’ordinamento penitenziario già approvata dal Consiglio dei Ministri e auspica che il Governo voglia licenziare quanto prima il decreto e avviare l’iter delle deleghe ancora in sospeso, da quella sul lavoro penitenziario a quella sull’esecuzione penale minorile. In questa prospettiva, essenziale è salvaguardare le finalità della riforma in ordine al superamento delle condizioni ostative all’accesso alle sanzioni alternative al carcere. D’altro canto, nello spirito della riforma e degli Stati generali dell’esecuzione penale è auspicabile che il Governo tenga conto delle indicazioni pervenute dalle Commissioni parlamentari sulla territorialità e sulla qualificazione sanitaria delle sezioni penitenziarie destinate ad accogliere le persone detenute con problemi di salute mentale, così come sull’esercizio della delega in materia di affettività in carcere. A tal fine, sarebbe già un significativo passo in avanti anche il semplice riconoscimento della possibilità di svolgere colloqui non sottoposti a controllo visivo, lasciando a una successiva revisione regolamentare la concreta disciplina delle modalità di svolgimento di incontri riservati con familiari e terze persone.

GARANTI DELLE PERSONE DETENUTE O PRIVATE DELLA LIBERTA’ ADERENTI ALLO SCIOPERO DELLA FAME NELLA GIORNATA DI GIOVEDI’ 22 FEBBRAIO:

  • Franco Corleone – Garante Regione Toscana e Coordinatore nazionale dei Garanti regionali e territoriali delle persone private della libertà
  • Bruno Mellano – Garante Regione Piemonte e Vice Coordinatore nazionale dei Garanti regionali e territoriali delle persone private della libertà
  • Stefano Anastasia – Garante Regione Lazio e Garante Regione Umbria
  • Giovanni Fiandaca – Garante Regione Sicilia
  • Carlo Lio – Garante Regione Lombardia
  • Pino Roveredo – Garante Regione Friuli Venezia Giulia
  • Mirella Gallinaro – Garante Regione Veneto
  • Piero Rossi – Garante Regione Puglia
  • Enrico Formento Dojon – Garante Regione Valle d’Aosta
  • Leontina Lanciano – Garante Regione Molise
  • Andrea Nobili – Garante Regione Marche
  • Marcello Marighelli – Garante Regione Emilia Romagna
  • Gabriella Stramaccioni – Garante Città di Roma
  • Alessandra Naldi – Garante della Città di Milano
  • Eros Cruccolini – Garante Città di Firenze
  • Antonio Ianniello – Garante Città di Bologna
  • Sergio Steffenoni – Garante Città di Venezia
  • Elisabetta Burla – Garante Città di Trieste
  • Luisa Ravagnani – Garante Città di Brescia
  • Margherita Forestan – Garante Città di Verona
  • Franca Berti – Garante Città di Bolzano
  • Agostino Siviglia – Garante Città di Reggio Calabria
  • Paolo Mocci – Garante Città di Oristano
  • Mario Dossoni – Garante Città di Sassari
  • Nunzio Marotta – Garante Comune di Porto Azzurro (Li)
  • Vanna Javier – Garante Provincia di Pavia
  • Alessandro Prandi – Garante Città di Alba (Cn)
  • Davide Petrini – Garante Città di Alessandria
  • Sonia Caronni – Garante Città di Biella
  • Mario Tretola – Garante Città di Cuneo
  • Rosanna Degiovanni – Garante Città di Fossano (Cn)
  • Armando Michelizza – Garante Città di Ivrea (To)
  • Dino Campiotti – Garante Città di Novara
  • Bruna Chiotti – Garante Città di Saluzzo (Cn)
  • Roswitha Flaibani – Garante Città di Vercelli

Liberi e Uguali: Enrico Rossi a Torino il 23 novembre

COMUNICAZIONE 

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblica gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati, segreterie o esponenti politici di tutti i movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it

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Due gli appuntamenti in programma

“Più diritti, più lavoro, più salute, più istruzione”.

E’ questo il tema dell’incontro che si terrà venerdì 23 febbraio alle 21 al Cinema Romano, presso la Galleria Subalpina. piazza Castello a Torino. Il dibattito sarà concluso dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Intervengono:

Roberto Placido, candidato collegio uninominale Camera Torino 3

Tullia Todros, candidata collegio uninominale Senato Torino 1

Marco Grimaldi, candidato collegio uninominale Camera Torino 1

Erika Faienza, candidata proporzionale Torino – Collegno

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Lo stesso giorno, venerdì 23 febbraio 2018 alle 17.30 presso l’Oratorio San Filippo, in via Maria Vittoria 5 a Torino, Enrico Rossi parteciperà all’incontro ” La questione sociale e il futuro della democrazia. I cattolici popolari per un nuovo centro sinistra”.

Introduce: Giorgio Merlo – giornalista ed ex Parlamentare

Intervengono : Luciano Marengo – Presidente dell’Associazione ex Consiglieri regionali

Roberto Placido – candidato collegio uninominale Camera Torino 3

Alessandro Risso – Presidente Associazione i Popolari Piemonte

Gianni Rossetti – Direttivo Associazione i Popolari Piemonte

conclude : Enrico Rossi – Presidente della Regione Toscana

 

 

 

 

 

 

Barolo, Barbaresco e Roero alla conquista di Milano

Hotel MICHELANGELO – MILANO, Piazza Luigi di Savoia 6

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Barolo, Barbaresco e Roero si presentano a Milano giovedì 22 febbraio, rinnovando in città un appuntamento di grande successo che dedica speciali attenzioni alle nuove annate del Barolo, del Barbaresco e del Roero. Sede dell’evento l’Hotel Michelangelo di Milano, a fianco della Stazione Centrale, comodamente raggiungibile a piedi per chi è in grado di raggiungere Milano con il treno anche da città di altre regioni.  Si tratta di un’occasione unica per approfondire e per degustare! Per conoscere, attraverso la degustazione ed il dialogo, il profilo delle aziende presenti all’evento con la loro storia, i loro terroir, i piccoli segreti legati a vini che arrivano sulle tavole dopo un percorso di anni e di affinamento.

In degustazione anche grandi annate! Non saranno protagoniste solo le nuove annate. Alcune aziende presenteranno anche selezioni di annate anteriori: nel particolare contesto della serata si potrà così esaltare il valore di grandi vini che hanno nella longevità uno dei punti di forza.
Come ogni febbraio a Milano, ormai da parecchi anni, l’evento è impreziosito dal profilo delle aziende partecipanti, in coerenza con il mix che caratterizza l’enologia di Langa e Roero fra aziende storiche, vigneron pluripremiati, realtà che si stanno gradualmente consolidando.

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Ecco tutti i protagonisti della degustazione:

ADRIANO MARCO & VITTORIO
Frazione San Rocco Seno d’Elvio, 13/a – Alba
Tel 0173 362294 info@adrianovini.it
Barbaresco Sanadaive 2015
Barbaresco Basarin 2015
Barbaresco Basarin 2014
Barbaresco Basarin Riserva 2012

ALARIO CLAUDIO
Via Santa Croce, 23 – Diano d’Alba
Tel 0173 231808 Fax 0173 231433 info@alarioclaudio.it
Barolo Riva Rocca 2014
Barolo Sorano 2014

BARALE
Via Roma, 6 – Barolo
Tel 0173 56127 Fax 0173 56127 info@baralefratelli.it
Barolo Cannubi 2013
Barolo Castellero 2013
Barolo Bussia Riserva 2011
Barbaresco Serraboella 2015

BATASIOLO
Frazione Annunziata, 87 – La Morra
Tel 0173 50130 Fax 0173 509258 info@batasiolo.com
Barolo 2014
Barolo Briccolina 2010
Barbaresco 2014

BEL COLLE
Frazione Castagni, 56 – Verduno
Tel 0172 470196 Fax 0172 470940 info@belcolle.it
Barolo Simposio 2013
Barolo Monvigliero 2013
Barbaresco Pajorè 2015

BERA
Località Castellero, 12 – Neviglie
Tel 0173 630194 Fax 0173 630956 info@bera.it
Barbaresco 2013
Barbaresco Rabajà Riserva 2012
Barbaresco Rabajà Riserva 2011
Barbaresco Basarin Riserva 2009
Barolo 2013

…continua 

 

Il programma dell’evento:
Orari del Banco d’assaggio:
– 14.30-18.15: Degustazione riservata ad un pubblico di operatori del settore ristorazione/enoteche.
– 18.15: Intervento di saluto, consegna riconoscimenti “Premio Amici dei Grandi Rossi di Langa e Roero”.
– 18.45 – 22.00: Degustazione aperta al pubblico di enoappassionati.

Modalità di partecipazione al banco d’assaggio: 

Costo della degustazione ai banchi d’assaggio è di € 23,00.
Riduzioni: € 15,00 Soci Go Wine; € 20,00 associazioni di settore.
L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata (prima di accedere al banco d’assaggio).

ATTENZIONE: Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata ed il numero degli eventuali accompagnatori all’Associazione Go Wine, telefonando al n °0173/364631 oppure inviando un fax al n°0173/361147 o una e-mail a stampa.eventi@gowinet.it entro le ore 18 di mercoledì 21 febbraio 2018.

PER GLI OPERATORI DI SETTORE: l’ingresso gratuito è confermato esclusivamente se seguito da una mail di riscontro da parte di Go Wine alla Vostra richiesta di accredito. In caso contrario non sarà possibile usufruire dell’omaggio ma sarà applicato il costo della degustazione riservato ai nostri associati, ad esclusione di chi presenterà l’invito gratuito messo a disposizione dalle aziende presenti in sala.

Info: Associazione Go Wine – Tel. 0173 364631 e-mail stampa.eventi@gowinet.it

CURA, in mostra i racconti fotografici sulla Città della Salute

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E’ stata presentata presso il Palazzo della Regione Piemonte, nel corso di una conferenza stampa, la mostra ” CURA –  ” a cura di IED, l’Istituto Europeo di Design , realizzata grazie anche alla collaborazione con la Regione Piemonte e Roche. A illustrarne le particolarità sono intervenuti Bruna Biamino, Coordinatrice del Corso di Fotografia dello IED e Curatrice della mostra, Paola Zini, Direttore di IED, Giulio Fornero in rappresentanza della Città della Salute e della Scienza, l’ On. Antonio Saitta, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Dario Scapola, Direttore Market Access Roche. Dalla collaborazione tra lo IED e la Città della Salute e della Scienza è nato un inedito progetto di fotografia. ” Gli studenti – come ha spiegato la Docente Bruna Biamino, che li ha seguiti durante tutto l’iter progettuale – hanno vissuto per mesi tra i corridoi e nei vari reparti della Città della Salute per documentare e raccontare la buona sanità pubblica torinese”. “Alcuni studenti del Corso Fotografico IED – ha spiegato Paola Zini – hanno infatti lavorato per un anno ai rispettivi progetti di tesi aventi come focus la quotidianità che ruota intorno alla Città della Salute e della Scienza di Torino. I risultati di questo lavoro sono il cuore della mostra fotografica : una selezione di 150 scatti in esposizione presso il Palazzo della Regione Piemonte dal 19 febbraio al 13 marzo, tutti i giorni dalle ore 10 alle 18 con ingresso libero”. I progetti fotografici , oltre a raccontare storie di eccellenza sanitaria e professionale, mettono in luce un filo rosso che percorre corridoi, uffici, stanze e sale e che riguarda la dimensione umana. Dario Scapola di Roche ha poi messo in rilievo l’importanza della collaborazione fra pubblico e privato , collaborazione che può perfino fungere da acceleratore. ” E’ la prima volta – ha commentato Giulio Fornero – che abbiamo visto tutti gli ospedali di Torino raccontarsi tutti insieme in modo qualitativo ed efficace”. “Tradurre in immagini la malattia, con le goie, i dolori, la sofferenza che essa porta con sé,è stata una sfida molto complessa e importante”, ha concluso L’Assessore Antonio Saitta. La mostra consiste, oltre che nell’esposizione di pannelli fotografici, anche nella presentazione di alcuni video, uno dei quali molto particolare, che documenta un progetto , voluto e promosso dalla Prof.ssa Chiara Benedetto, Primario della Divisione di Ostetricia e Ginecologia del S.Anna e Presidente di Medicina a Misura di Donna Onlus, le “Vitamine musicali”. Dal 23 ottobre 2017 la Comunità di Jazz si è offerta al progetto ” Vitamine musicali ” del S.Anna, arricchendo così di jazz la densa programmazione della musica dal vivo in ospedale, in alleanza della cura al day hospital oncologico, nei reparti maternità e nei luoghi di attesa o transito. Un’operazione richiesta dallo stesso personale sanitario. L’invito alla Comunità degli Artisti Jazz di Torino da parte di Raimondo Cesa, regista teatrale ed esperto in arti performative, ha generato un’adesione valoriale con mobilitazione collettiva senza precedenti. Oltre sessanta artisti jazz con la loro generosità hanno già ampliato il programma di musica in ospedale. Nel video presentato alla mostra CURA possiamo vedere interventi di musicisti fra i quali Alfredo Ponissi, Fabio Giachino, Paolo Porta, Valerio Signetto, Pino Russo, Barbara Raimondi, Max Gallo, Ugo Viola, Fabio Gorlier, Enzo e Paolo Zirilli, Riccardo Ruggieri, Sergio Di Gennaro, Roberto Taufik, Gilson Silveira, Alberto Varaldo, Luigi Di Nunzio, Mario Tavella, Stefano Calcagno, Giulia Firpo, Sabrina Mogentale.

Helen Alterio

Frammenti di un bestiario amoroso

FINO AL 27 MAGGIO

Afghanistan, dintorni di Kandahar, 1974. Un giovane afgano, turbante nero intorno al capo e tunica lunga secondo gli usi locali, tiene dolcemente fra le mani una colomba bianca. Il becco gli sfiora appena il labbro inferiore, mentre il giovane ha lo sguardo fisso nel vuoto. Non si guardano, ma fra i due s’intuisce una strana misteriosa complicità di sensi. A migliaia di chilometri di distanza, siamo in Spagna, dintorni di Santiago, 1977. Sull’uscio di casa una tenera vecchietta gioca insieme al gatto con un bastoncino: due solitudini che s’incrociano

affettuosamente in un refolo di giocosa minuta quotidianità. E poi c’è la bimba nepalese seduta sullo scalino di una strada che ride di gusto accanto a un batuffolo di cagnolino, suo compagno di giochi e certo di birichinate; totalmente in contrasto con l’impeccabile signora english attorniata dalle oche in un giardino della City. Sono in tutto 46 gli scatti fotografici esposti dalla nota fotoreporter Marilaide Ghigliano nelle sale dello “Spazio Scoperte” della “Galleria Sabauda” di

Torino. Di origini cebane, la Ghigliano inizia la sua attività negli anni Settanta, incentrandola inizialmente sul tema della condizione femminile e dell’infanzia nei Paesi del Sud del Mondo, derivandone diverse mostre e collaborando per alcuni anni con la Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici del Piemonte. Realizzate fra il 1974 e il 2010 in un curioso e attento girovagare fra Europa, Asia e Africa, le fotografie oggi esposte alla “Sabauda” vogliono invece essere una documentazione – spesso curiosa spesso suggestiva sempre di immediata carica poetica – più che di “fatti” di “sentimenti”, incentrati sull’importanza degli animali nella vita dell’uomo e sull’amorosa liaison che ne deriva. O, meglio, che sempre dovrebbe derivarne. Dai cani ai gatti agli asini alle oche, così come ai gabbiani (che volteggiano in cerca di cibo sulla spiaggia deserta di Celle Ligure, sotto gli occhi incantati del bimbo che tiene forte la mano della nonna) fino alle colombe ai cavalli e alle mucche: sono un ricco campionario di emozioni i soggetti catturati dal teleobiettivo della Ghigliano, con discrezione e senza messa in posa, facendoci ben

capire “che con nessuno – come sottolinea Giovanna Galante Garrone, curatrice della mostra – si è liberi negli affetti come con gli animali”. Amore puro, totalizzante, senza finzioni. Come quello che Maria de los perros riserva ai “suoi” cani. Maria vive ad Antequera, in Andalusia, è una donna senza età, piegata dagli stenti e dalle privazioni. In foto la vediamo seduta su un muretto, gli abiti sdruciti, accanto a tre cani, tre dei diciotto che ogni giorno tenta – come può– di sfamare. “Solo due sono suoi – racconta Marilaidegli altri sedici sono ‘abusivi’. Maria ormai parla solo con i cani o ‘di’ cani. Il resto della sua vita è confuso, non ha più nemmeno ricordi. Di lei non è sopravvissuto altro che la capacità di amare”. Con la stessa passione che da sempre lega Marilaide Ghigliano al mondo animale, mirabilmente raccontato dai suoi storici calendari con immagini di cani e gatti, tutti assolutamente senza pedigree e protagonisti anche di varie mostre fra cui la recente “Scatto felino” (Mondovì, 2017): immagini rigorosamente in bianco e nero, il modo “più efficace per comunicare in modo diretto, senza distrazioni, e per esplorare, attraverso i tagli di

forma e luce, l’anima di persone e animali”. In modo istintivo. Perfino casuale. Perché Ghigliano, ha scritto bene la storica dell’arte Adalgisa Lugli “è una sorta di miracolata dello strumento che usa, dal quale è sorprendentemente libera, spontanea, slegata. Lavora viaggiando, guardando con una sorta di amore trasversale per le cose così poco classificatorio”. Vincente e suggestiva anche l’idea di arricchire la mostra alla “Sabauda”, con due importanti opere secentesche del bolognese Carlo Cignani: “Adone” e “Venere e Cupido”. Opere che facevano parte della quadreria del principe Eugenio di Savoia – Soissons perfettamente inserite nella tematica della rassegna, con Adone rappresentato nell’atto di accarezzare amorevolmente il suo cane, compagno di tante battute di caccia, e Cupido – cui Venere ha sottratto l’arco – che abbraccia una coppia di candide colombe simbolo di legame amoroso e fede eterna. E ancora un consiglio. Prima di lasciare la mostra, mettetevi bene in memoria gli occhietti parlanti del cagnolino portato a spasso nello zaino dal suo amico “padrone”. E come allora non dar ragione a tal Victor Hugo? “Fissa il tuo cane negli occhi – diceva il padre del Romanticismo francese – e tenta ancora di affermare che gli animali non hanno un’anima”.

Gianni Milani

“Frammenti di un bestiario amoroso”

Galleria Sabauda- Spazio Scoperte, piazzetta Reale 1, Torino; tel. 011/5211106 – www.museireali.beniculturali.it

Fino al 27 maggio

Orari: dal mart. alla dom. 8,30-19,30

Obla, la poesia diventa immagine e l’immagine poesia

“Obla”, versione femminile ed ingentilita di Oblo’, indica uno sguardo, un occhio rotondo aperto sul mare, cielo e terra da parte di un poeta-fotografo, Roberto Biscaretti di Ruffia, nella vita avvocato, con studi anche al Collegio Navale Morosini di Venezia, e discendente del fondatore del celebre Museo dell’Automobile di Torino, Carlo Biscaretti di Ruffia. Obla è il titolo del libro, edito da Allemandi, che verrà presentato venerdì 23 febbraio prossimo alle 21, al Circolo dei Lettori in via Bogino 9, nella Sala Grande, nel corso di una serata in cui si terrà una piacevole conversazione tra l’autore e la scrittrice Margherita Oggero. La lettura dei brani sarà affidata ad Eleni Molos. “Obla – afferma la scrittrice Margherita Oggero – accosta poesia e fotografia, contaminazione ed insieme esegesi del testo, grazie all’immagine, e viceversa. L’occhio svela la complessità volutamente ambigua del dettato e la parola decifra il senso dell’angolazione e del ritocco dell’immagine”. D’altronde la poesia, arte molto antica, deriva dal greco “poiesis”, a sua volta derivante dal verbo greco “poieo”, che significa invento, compongo. “Obla” può essere considerato una sorta di magnifici cahiers, alla guisa di quelli di poeti francesi come Verlaine, secondo un gusto per il quale i disegni di composizioni trovano esito nella fotografia e si specchiano in essi, che a loro volta si rispecchiano nelle immagini. Rispetto alla precedente opera di Biscaretti di Ruffia, dal titolo “Photolyricon”, Obla risulta più matura nelle concezioni delle immagini e dei versi. Struggente il dittico in morte di un padre e di un figlio, poesie che risultano senza parole, quasi sospese come una foglia che non toccherà mai terra, metafora del dolore più grande che un uomo possa soffrire, quello per la perdita del proprio figlio. Questa opera di immagini che si fanno poesie e poesie che si traducono in immagini contiene anagrammi, crittogrammi, calembour, rebus, a volte echi dai grandi del Novecento come Palazzeschi, anche innovazioni di provenienza dannunziana, come nella lirica- immagine dal titolo “Piombo fondente”, capace di suggerire riflessioni sui nembi oscuri ed incombenti. Si può guardare il mondo con gli occhi di un fanciullo, come fa l’autore di “Obla”, Roberto Biscaretti di Ruffia, con gli occhi del fanciullino pascoliano, servendosi dell’ausilio della fotografia, capace di raggiungere l’eternità fissando il singolo momento.

 

Mara Martellotta

Piazza San Carlo, proroga delle indagini. Prosegue l’iter per il risarcimento danni

Una proroga dei termini per le indagini sul dramma di in piazza San Carlo il 3 giugno è stata richiesta dalla procure di Torino. I pm Antonio Rinaudo e Vincenzo Pacileo, titolari delle indagini, ritengono si tratti di una necessità per approfondimenti investigativi dettati dalla delicatezza della vicenda. La notifica della proroga è stata consegnata a Maurizio  Montagnese e Danilo Bessone, dirigenti di Turismo Torino  che organizzò l’evento del maxi – schermo , le prime due persone che furono iscritte nel registro degli indagati e ad alcune delle persone rimaste ferite. Insieme al procedimento penale  anche quello civile degli avvocati dello studio Ambrosio & Commodo commissionato da decine di feriti per ottenere i risarcimenti danni.

 

(foto: il Torinese)

Sulle colline del Monferrato torna la Fiera dei Fiori

Torna in Fiera il Festival canoro San Giuseppe per giovani talenti. L’evento collaterale si terrà domenica 18 marzo a partire dalle ore 16

 

Nell’ambito della edizione numero 72 della Mostra Regionale di San Giuseppe, manifesttazione che si terrà al Quartiere Fieristico della Cittadella di Casale Monferrato, da venerdì 16 a domenica 25 marzo, a cura di D&N Eventi Srl, c’è anche quest’anno un gradito ritorno.

Domenica 18 marzo, a partire dalle ore 16, si svolgerà, infatti, la settima edizione del Festival San Giuseppe, manifestazione canora che è riservata ai piccoli artisti dai 7 ai 13 anni, suddivisi per categoria. Ad organizzarla è il Gruppo Artisti Canori che, anche quest’anno, ripetendo un’esperienza degli anni precedenti, sarà presente con un stand per tutta la durata della Mostra, con un banco di beneficenza, al quale potranno iscriversi coloro che vorranno prendere parte al Festival canoro.

“Domenica 18 marzo – anticipa Federico Marchese, direttore artistico dell’evento canoro e presentatore dello stesso – con me sarà a presentare la casalese Emanuela Capretto che è anche una collaboratrice del Gruppo e ci sarà la cantante Noemi Colombini, proveniente da Milano. E davvero una grande gioia poter dire che avremo due cantanti, una del territorio ed una che arriva da lontano”.

La Mostra, invece, continuerà a proporre i due ingredienti vincenti degli ultimi anni, l’ingresso gratuito e il percorso a giorni alterni, che tanta accoglienza positiva hanno sempre avuto da pubblico ed espositori e non mancheranno altri ritorni ormai classici, dall’Area Giochi riservata ai giovanissimi, alla “Piazzetta del Gusto”, con l’enogastronomia di diverse regioni italiane abbinata a quella del territorio, o “Arteinfiera”, ideata a curata dall’artista e critico d’arte Piergiorgio Panelli, quest’anno alla sua ventiquattresima edizione.

Ma l’offerta fieristica dell’edizione 2018 non si ferma qui: “Stiamo anche lavorando, in continuità con le edizioni precedenti – dice ancora Carlo Manazza – ad un programma di eventi collaterali, musicali, artistici, dibattiti, che vadano, da un lato a realizzare realtà del territorio, dall’altro a costituire un elemento di attrazione e di aggregazione”

 

Questi gli orari di apertura della Mostra

Feriali: dalle ore 18 alle ore 23

Sabato: dalle ore 15 alle ore 23

Domenica 18: dalle ore 11 alle ore 23

Domenica 25: dalle ore 11 alle ore 21

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Père-Lachaise, tra le tombe di poeti e pensatori

Il più suggestivo cimitero letterario, dove riposano grandi scrittori, poeti e artisti,  è senz’altro il Père-Lachaise di Parigi. Nel grande cimetière de l’Est sulla collina che sormonta la rive droite e  il Boulevard de Ménilmontant, nel ventesimo arrondissement parigino, l’atmosfera è unica, sospesa tra romanticismo e storia nei suoi 44  ettari e tra le circa 70 mila tombe  all’ombra degli alberi. Il suo nome si deve al gesuita François d’Aix de La Chaise (detto Père La Chaise), confessore di Luigi XIV e proprietario dei terreni sui quali, durante il periodo napoleonico,venne edificato il cimitero più grande di Parigi. Nel giugno del 1804 , infatti, Napoleone emanò l’editto di Saint Cloud (Décret Impérial sur les Sépultures) prevedendo che le tombe fossero collocate fuori dalle mura delle città per motivi d’igiene, vietando al tempo stesso le sepolture nei cimiteri annessi alle chiese. A Parigi furono costruiti diversi cimiteri, tra cui quelli di Montmartre a nord,  di Montparnasse a sud , di Passy a ovest e ad est della città, il Père-Lachaise . Il luogo è tra i più visitati al mondo ( si stimano oltre 3,5 milioni di visitatori ogni anno) non solo per i sepolcri di grande valore storico e artistico ma anche e soprattutto perché vi sono sepolti tantissimi personaggi famosi. Da Eloisa e Abelardo, i due amanti più famosi della storia, a pittori come Amedeo Modigliani, David , Camille Pissarro e Delacroix, Corot e Max Ernst ; musicisti come Chopin e Bizet, insieme a compositori come Cherubini, Bellini e Rossini ( di questi ultimi sono rimasti i cenotafi) ; scrittori e poeti come Oscar WildeLa Fontaine , Alfred de Musset, Balzac, Marcel Proust, Apollinaire, Paul Éluard e Gertrude Stein. Per non parlare di Molière, il grande incisore e illustratore Gustave Dorè  e Nadar, l’inventore della fotografia. Tra le tante tombe ci sono anche quelle di Piero Gobetti , del pianista jazz Michel Petrucciani , degli attori Simone Signoret  e Yves Montand , di Edith Piaf – il passerotto di Parigi –   e Jim Morrison, il leader carismatico dei Doors. A sud di questo luogo che racchiude storia e memoria si trova il “muro dei Federati“. Un luogo-simbolo dove – il 28 maggio del 1871 – furono fucilati dalle truppe di Thiers gli ultimi 147 comunardi sopravvissuti alla “semaine sanglante”, la settimana di sangue che pose fine al sogno ribelle della Comune di Parigi. Non distante sono sepolti, tra gli altri, la fotoreporter tedesca Gerda Taro – compagna di Robert Capa – Jean-Baptiste Clément,  musicista che compose “Les temps des cerises”, il tempo delle ciliegie, famosa canzone che ricorda metaforicamente la rivoluzione fallita  della Comune paragonandola ad un amore perduto. Il Père-Lachaise , per chi ama la cultura e i libri, merita una visita alle tombe dei grandi del passato per un doveroso omaggio. L’ingresso in questo grande “giardino della memoria” è libero e gratuito ed è possibile ritirare una mappa con le indicazioni delle tombe famose all’entrata principale. Uno strumento indispensabile per orientarsi tra i lunghissimi viali che lo attraversano, tra tombe e monumenti funebri ricoperti di muschio,  cripte gotiche dove si posano gracchiando i corvi neri, piccoli sentieri coperti di foglie che si snodano tra quelle sepolture che hanno ancora qualcosa da dire. Come ha scritto l’olandese Cees Nooteboom nel suo libro “Tumbas. Tombe di poeti e pensatori”,  “la maggior parte dei morti tace. Per i poeti non è così. I poeti continuano a parlare”. E “all’ombra de’ cipressi e dentro l’urne confortate di pianto”, come scriveva Ugo Foscolo, non pare proprio che rimpiangano niente. Quasi che, dalla sua tomba nella 97sima divisione, Edith Piaf cantasse ancora con la sua voce potente e malinconica “Non, rien de rien / Non, je ne regrette rien / Ni le bien qu’on m’a fait, ni le mal / Tout ça m’est bien égal”. 

Marco Travaglini

Le foto sono di Barbara Castellaro