redazione il torinese

In cerca di fantasmi al castello di Arignano

8 / Il romanzo gotico è un genere narrativo che si sviluppa a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, è caratterizzato dall’unione di argomenti romantici e dell’orrore. Le vicende trattate si svolgono in antri oscuri, ignoti sotterranei o vetusti castelli diroccati. Centrale è la presenza dell’elemento sovrannaturale, un fantasma, un essere demoniaco o qualcosa di estraneo al mondo umano. Le atmosfere dei romanzi gotici sono buie, inquietanti e ricche di suspanceAppartengono a questo filone, ad esempio, i romanzi Il Castello di Otranto, di Horace Walpole, Dracula, di Bram Stoker, Frankenstein, ovvero il moderno Prometeo di Mary Shelly, o, ancora, Lo strano caso del dottor Jeckill e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson. Questa mattina, in compagnia di due amici, mi trovo a percorrere le strade di un luogo che riporta tutti i tratti tipici dei romanzi gotici: la rocca di Arignano. Le previsioni davano pioggia ma al momento fa solo tanto freddo. Mentre uno dei miei amici guida io mi perdo a guardare fuori dal finestrino: la città affollata di case si rilassa e diventa prima cintura, fino a quando anche le villette sporadiche scompaiono, lasciando spazio solo ai bassi arbusti della campagna. Il brutto tempo rende grigio topo il paesaggio circostante e ne esalta le ombre, tutte le cose assumono un che di spettrale. Mi concentro sugli alberi ancora spogli, alzano i rami nodosi verso il cielo, mi ricordano degli idoli arcaici, antiche e ambigue divinità. Arignano è l’ultimo comune della provincia di Torino, è situato in cima ad una collina verdeggiante a nord-ovest del Monferrato e a nord-est di Chieri, il torrente Levanetto lo attraversa come fosse un’arteria rigonfia. Di questo comune mi interessa il castello, edificato nella parte più alta del paesino. Esso è caratterizzato da una maestosa torre quadrata ornata con tipici merli quattrocenteschi, tutta la struttura, che risale al X secolo, reca testimonianze stratificate di interventi architettonici avvenuti nei secoli successivi. Quando arriviamo il paesino sembra essere ancora addormentato, incontriamo pochissime persone e un micio paffuto che pretende da noi un po’ di attenzioni, forse è lui il vero detentore del potere della zona e questo è il dazio che dobbiamo pagare per percorrere le sue strade: una volta convintosi della nostra incondizionata sudditanza ci permette di proseguire. Le strade sono fredde come l’aria che ci infastidisce la pelle, le finestre, pur con le ante aperte, mantengono un’aria sopita, sbircio qualche vetrina dei pochi negozi che ci sono. Non intravedo alcuna attività, ma trovo particolarmente tenera la scuola elementare, con i finestroni resi più belli dai disegni ingenui dei bambini. Su tutta la cittadina grava come un velo di tristezza.

Proseguiamo lungo la strada in salita, gli edifici sono tutti ben tenuti, i colori degli intonaci puliti, le piante, che ogni tanto sbucano tra una abitazione e l’altra, sono robuste e verdeggianti. Mi aggiro per un paese dall’apparenza ordinaria, in cui ogni cosa sta al suo posto, eppure trovo straniante la quasi totale assenza di abitanti. Mi accorgo che stiamo parlando a bassa voce, inconsciamente non vogliamo disturbare: chi o cosa non si sa. Il castello compare d’improvviso, lo guardiamo stupiti come ce ne fossimo dimenticati. È un’enorme struttura cadente ben incastonata nel resto del paesaggio, si mostra d’un tratto simile a un drago mimetizzato in mezzo alle rocce, è lui che decide quando è ora di farsi vedere. Le mura mantengono l’antico aspetto intimidatorio, le finestre ai piani più alti hanno i vetri rotti, quelle ai livelli inferiori presentano solo la componente in legno degli infissi. Scatto qualche fotografia. L’atmosfera piuttosto cupa di quel giorno inserisce il maniero in una tipica ambientazione gotica. Se lo dovessi disegnare userei il carboncino, farei il cielo calcando leggermente in alcuni punti, per dare l’idea della presenza delle nuvole temporalesche che si stanno avvicinando, e accentuerei i contorni del castello, facendolo risaltare in tutta la sua possanza. Ci avviciniamo lungo una strada che sembra portare ad un cantiere più che alla rocca. Arriviamo ai piedi delle mura guardando in alto, da questa prospettiva sembra ancora più grande. Su tutto sovrasta la torre quadrata, bucherellata da finestre dalle quali pare osservare il mondo, come il periscopio di un sottomarino che sbuca per controllare l’eventuale presenza dei nemici. Avvicinarsi ulteriormente alla rocca è impossibile, le spine delle piante lo avvolgono e lo proteggono dal mondo e dai curiosi come noi, si comportano come i più fedeli soldati, pronti a sguainare la spada contro chi supera la distanza minima da mantenere al cospetto di un re. Sbircio oltre il roveto con attenzione, intravvedo altre finestre dall’aspetto tipicamente medievale, hanno tutte i vetri rotti o quantomeno crepati, l’interno è completamente buio. Riesco a scorgere uno spiazzo erboso, forse un tratto di giardino interno, oltre il quale ci sono delle porte di dimensioni diverse, tutte ermeticamente chiuse. Cerco altre inquadrature, ma è solo una scusa per rimanere ancora un po’ lì, presa da quel particolare stato d’animo in cui speri che succeda qualcosa che un po’ temi, ma nulla accade, nessun tonfo sordo, nessun movimento inspiegabile tra i rovi. Il fantasma non si è fatto vedere. Avrà i suoi buoni motivi, dopotutto è stato messo in vendita, come dice l’annuncio pubblicitario che propone l’acquisto in un unico blocco castello, fantasma e tesoro. Chissà se l’agenzia è andata a chiedere il suo parere o il suo permesso?

Forse, oltre che offeso, è adirato perché il nuovo inquilino potrebbe inavvertitamente scoprire i passaggi segreti presenti nei sotterranei, potrebbe percorrere quei sacri cunicoli che portano fino alle grotte Alchemiche. Sarebbe davvero una spiacevole situazione, dato che solo pochi eletti hanno il permesso di varcare quelle mistiche soglie. Mentre torniamo indietro mi immagino l’ectoplasma che si aggira pensoso per il suo gigantesco castello, tutto corrucciato mentre medita nuovi metodi di infestazione. All’improvviso la pioggia. Le piccole gocce leggere cadono giù come in un finale perfetto, con i protagonisti della storia che si allontanano velocemente, senza trovare il tempo per le risposte che cercavano. Forse perché il fantasma stava dormendo, come il resto del borgo, esausto, dopo aver trascorso l’intera notte in piedi, su e giù per le segrete, come fanno solitamente gli spiriti. O forse quel giorno non era in casa, forse era andato a visionare altre dimore da occupare, l’idea di trovarsi senza un tetto sopra la testa da un giorno all’altro fa paura a tutti, meglio darsi da fare!

Alessia Cagnotto

 

#Nonbastavolerelapace

Ad Avigliana  il V raduno regionale dei Consigli comunali dei Ragazzi

 

L’appuntamento è per sabato 5 maggio in piazza del Popolo, ad Avigliana (To), per incontrarsi, confrontarsi e trovare soluzioni comuni per rendere la pace e la convivenza civile una realtà sempre più concreta. È questo il tema che coinvolgerà i giovani che prenderanno parte al V raduno regionale dei Consigli comunali dei Ragazzi (Ccr).

L’iniziativa, realizzata dall’Assemblea legislativa piemontese – che custodisce il Registro regionale dei Consigli comunali dei Ragazzi – ha come parola d’ordine gli hashtag #nonbastavolerelapace e #pacepiùpontimenomuri.

Introdotta dalle note della banda musicale e dall’esibizione degli sbandieratori, la giornata prenderà il via – a partire dalle ore 10 – con il saluto dei rappresentanti del Consiglio e della Giunta regionale e del sindaco del Comune e del Ccr di Avigliana.

Al termine dei saluti i presidenti dei Ccr di Balzola (Al), Dronero-Roccabruna-Villar San Costanzo, Verzuolo (Cn) Banchette, Candiolo, Montanaro, Foglizzo e San Giusto Canavese (To) ufficializzeranno il proprio ingresso nel Registro regionale e poi tutti i Consigli voteranno il documento finale del IV raduno, svoltosi nel maggio dello scorso anno a Occimiano (Al), sul tema del diritto all’istruzione. Al termine della cerimonia verrà presentato l’argomento della giornata, da cui prenderanno il via attività formative e didattiche di approfondimento.

Nel pomeriggio, dopo l’incontro dei referenti dei Ccr con i rappresentanti del Corecom Piemonte sui temi tristemente attuali del cyberbullismo, sarà possibile ascoltare le testimonianze dei volontari del Sermig di Torino che ogni giorno, attraverso le molteplici attività dell’Arsenale, s’impegnano “sul campo” a realizzare la pace. Seguiranno un momento ricreativo musicale con la compagnia Black Fabula e, soprattutto, l’approvazione del documento finale, che sintetizzerà e raccoglierà le riflessioni e le conclusioni svolte nel corso della giornata.

Questi i Ccr che aderiscono all’iniziativa suddivisi per provincia:

– Alessandria: Balzola, Cartosio, Conzano, Giarole, Mirabello Monferrato, Occimiano, Pozzolo Formigaro, Terruggia, Villanova Monferrato;

– Asti: Cellarengo, Mombercelli, Monale, Monastero Bormida, Montegrosso d’Asti, Nizza Monferrato, Unione dei Comuni Alto Astigiano;

– Biella: Ronco Biellese;

– Cuneo: Corneliano d’Alba, Dronero-Roccabruna-Villar San Costanzo, Grinzane Cavour, Monticello d’Alba, Rifreddo, Saluzzo, Vicoforte, Villanova Mondovì;

– Novara: Armeno, Castelletto sopra Ticino, Gozzano, Omegna, Orta San Giulio;

– Torino: Avigliana, Banchette, Bricherasio, Bruino, Brusasco, Brusasco Cirr, Candiolo, Casalborgone, Cavagnolo, Fiano, Foglizzo, Ivrea, Montanaro, Nichelino, Pino Torinese, Rubiana, Rueglio, San Giusto Canavese, San Mauro Torinese, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, San Secondo di Pinerolo, Sciolze, Venaria Reale, Verrua Savoia;

– Vco: Baveno, Varzo.

Torino capitale della coreografia

5 maggio. Una data importante non soltanto per la storia, come ricorda la manzoniana memoria, ma quest’anno anche per la danza torinese ed il teatro Nuovo, dove approda ” Coreografica” (www.coreografica.it), la prima edizione del concorso per danzatori, coreografi, compagnie e scuole di danza, nata con lo scopo di scoprire nuovi talenti appassionati di un genere artistico non facile come la coreografia. L’evento è previsto appunto sabato 5 maggio dalle 17 alle 21.30, nel teatro sito in corso Massimo d’Azeglio 17.

Saranno quasi cinquecento i partecipanti a questa rassegna, provenienti da oltre 35 diverse scuole e compagnie di ballo del Nord Italia, che si contenderanno premi e riconoscimenti davanti ad una giuria di livello internazionale. Ad organizzare la manifestazione sono Adriana Cava ed Enrica Patrito, con la collaborazione di Opus Ballet, ideatrici del premio “Torino Città coreografica”, rivolto in particolare a scuole, gruppi e compagnie professionali emergenti ed a giovani coreografi desiderosi di un confronto e di maggiore visibilità. Coreografica è organizzata in tre diverse categorie artistiche, parametrate per concorrenti under ed over i tredici anni di età: Classico e neoclassico, Modern e Jazz, Contemporaneo. La giuria esaminatrice comprende nomi di assoluto rilievo quali, tra gli altri, il ballerino e coreografo Rai André De la Roche, la direttrice di Opus Ballet Rosanna Brocanello, la coreografa Irma Cardano e la presidente Aidaf, Amalia Salzano. E se è vero che la “danza comincia dove la parola si arresta”, come affermò Alexander Tairoff, la coreografia ne rappresenta l’ossatura, l’arte di comporre danze e balletti, attraverso i passi e le figurazioni, fondamentale per la danza come lo strumento musicale lo è per l’esecuzione di una sinfonia.

Mara Martellotta

 

Partiti i lavori della V commissione per le indagini conoscitive sugli incendi nei depositi rifiuti

“Come richiesto dal gruppo di Liberi e Uguali in Consiglio Regionale”

 

È iniziato il lavoro della Commissione regionale ambiente presieduta da Silvana Accossato sul tema dei numerosi incendi ai magazzini di impianti di trattamento rifiuti differenziati verificatisi negli ultimi mesi in Piemonte. «La mattinata – è il commento del Presidente Accossato – è stata incentrata sulla programmazione dei lavori in seguito alla richiesta dei Consiglieri di LeU Marco Grimaldi e Walter Ottria al fine di condurre indagini conoscitive anche da parte degli organi regionali dirette ad acquisire notizie, informazioni e documenti relativi ai diversi casi di incendio avvenuti presso alcuni depositi di rifiuti del torinese e al confine col Piemonte, negli ultimi mesi».

 

Il dibattito è servito principalmente a identificare quali saranno gli enti e le associazioni chiamate ad interloquire con il Consiglio Regionale e a stabilire le modalità ed i tempi di svolgimento dell’indagine prevedono l’approfondimento del fenomeno sia attraverso incontri con i soggetti interessati quali Arpa, uffici di controllo di Città metropolitana e Province, Ato rifiuti, Confindustria e Confeservizi, i rappresentanti del Noe (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri) e dei Carabinieri forestali, della Città metropolitana, delle Province, degli Ato rifiuti, delle aziende di settore, associazioni nazionali quali Legambiente e Libera, sia acquisendo documentazione degli stessi soggetti.

 

Nella prossima seduta sarà convocato, quale primo soggetto interpellato l’Arpa Piemonte, cui seguiranno gli altri incontri tutti i giovedì’ per i prossimi 4 mesi. A questo proposito, e come richiesto anche dalla lettera di richiesta di Ottria e Grimaldi, la Commissione V condurrà l’indagine congiuntamente alla Commissione speciale d’indagine, presieduta dal Consigliere Giorgio Bertola.

 

«Gli incendi ai magazzini di impianti di trattamento rifiuti è un tema davvero preoccupante che interessa certamente questioni di legalità ma che ha un impatto molto forte sulla salute dei cittadini; i fumi sprigionati – conclude Accossato – causano infatti ingenti danni ambientali. Per noi è importante capire quali interventi normativi e regolamentari potrebbero essere utili per contrastare il fenomeno».

 

Rapinatore ex vigile del fuoco ferito nella sparatoria: “Ero disperato”

E’ fallito il tentativo di rapina a un furgone portavalori fermo di fronte all’ufficio postale di piazza Montale, ma il rapinatore, un cinquantenne italiano a volto scoperto e armato di pistola, è rimasto ferito. Il vigilante della All System lo ha colpito sparando diversi colpi. Trasportato  in ospedale, le sue condizioni  non sarebbero gravi. Il rapinatore avrebbe detto ai carabinieri della Compagnia Oltre Dora intervenuti:  “Non ce la facevo più, l’ho fatto  per disperazione” a causa di una difficile situazione personale. Ha detto di essere un vigile del fuoco sospeso dal servizio.

Il cielo sopra Torino

Uno spicchio di cielo azzurro tra la coltre di nubi che domina la città. La bella foto di Andrea Cherchi è stata scattata dal Monte dei Cappuccini.

Ream Sgr, Quaglia riconfermato

Giovanni Quaglia, presidente di Fondazione Crt, è stato riconfermato alla presidenza di Ream Sgr, fondo di gestione del risparmio costituito da diverse fondazioni piemontesi. Ream Sgr caratterizza la propria missione, identità e strategia in modo differenziato rispetto alle altre società di gestione del risparmio operative sul mercato, investendo anche  nel settore no-profit e nell’immobiliare destinato al social housing. Inoltre focalizza la propria attività su immobili presenti sul territorio delle fondazioni,  coniugando il perseguimento del valore sociale con l’incremento del valore economico. Il presidente Quaglia ha espresso soddisfazione per i risultati conseguiti nel  2017  e ha sottolineato la crescita delle attività di servizio alla persona, con particolare riguardo ad anziani e studenti.

“Vai a casa”: premio al progetto del Mauriziano

Il progetto dell’ospedale Mauriziano di Torino “VAI A CASA: la nostra presenza, competenza e i nostri valori ti sosterranno” ha vinto il primo premio IPASVI Torino (ora ORDINE Professioni Infermieristiche) ed un contributo economico che ha consentito di implementare le azioni operative. Alla luce dei risultati della ricerca descritta di seguito sono state realizzate due azioni, che verranno implementate in ospedale nei reparti di degenza a partire da questo mese.  Un Video informativo da utilizzare per la formazione / informazione del paziente in previsione delle dimissioni a domicilio, trasmesso ed accompagnato alla visione nei soggiorni dei reparti di degenza con cadenza programmata giornaliera. E la lettera di dimissione integrata informatizzata a cui partecipano, oltre ai medici, tutti i professionisti sanitari (infermieri, dietiste, fisioterapisti, logopediste), che prendono in carico il paziente durante il ricovero e che contiene importanti indicazioni utili a domicilio per una risposta a problematiche relative ai bisogni di base ed all’autonomia. La lettera viene compilata dall’infermiere prima della dimissione dopo una rivalutazione complessiva infermieristica della persona assistita.  I due strumenti sono stati realizzati con focus sui temi che si sono rivelati deficitari di informazione durante lo studio ed al fine di fornire semplici ma appropriate informazioni ed indicazioni necessarie al paziente ed alla sua famiglia al domicilio. Il progetto, a valenza triennale fatto proprio dalla Direzione Aziendale (dottor Silvio Falco) e coordinato dalla Direzione Sanitaria (dottor Roberto Arione) e dalla Direzione delle Professioni Sanitarie (dottoressa Graziella Costamagna e dottoressa Silvia Bagnato) aveva l’obiettivo di promuovere, sostenere e sviluppare, attraverso azioni proattive in fase di pre dimissione, l’autonomia e l’empowerment della persona assistita e del care giver dopo un ricovero ospedaliero per patologia acuta, potenziandone le competenze personali da utilizzare a domicilio nella prima settimana di fase post-acuta successiva all’ospedalizzazione. Ha visto la partecipazione di alcune professioni sanitarie assistenziali e della riabilitazione (infermieri, fisioterapisti, dietisti) e dei volontari dell’Associazione AVO. Particolarmente significativo è stato sul piano della comunicazione il contributo fornito dai volontari dell’AVO nella realizzazione delle interviste e del video per la loro capacità di relazionarsi e comunicare con un linuaggio non scientifico-professionale ma “semplice” e comprensibile dai destinatari. Una collaborazione facilitata dalla ormai collaudata disponibilità e capacità dell’Associazione di integrarsi, nel rispetto dei ruoli, nei progetti promossi dall’Ente ospedaliero per l’umanizzazione delle cure. Il punto di partenza sono stati i problemi delle riammissioni in PS, delle telefonate in reparto o in ambulatorio degli assistiti, dopo pochi giorni dalla dimissione. E’ stato condotto uno studio di tipo qualitativo prospettico per indagare e descrivere eventuali segnali che potessero indicare la presenza di problemi al domicilio degli assistiti, nella prima settimana dopo la dimissione, correlandoli con la percezione di carenza delle informazioni ricevute ed all’essere o meno riusciti ad aderire alle indicazioni ricevute al fine di rilevare eventuali criticità e proporre azioni di sostegno. Sono state condotte sul 10% degli assistiti del Mauriziano, in un periodo temporale definito, su base volontaria, 113 interviste telefoniche, dai risultati delle quali è risultata la necessità di un potenziamento del percorso di dimissione ospedaliero. Per l’INTERVISTA/QUESTIONARIO si è utilizzato il PADQUE: Problems After Discharge Questionnaire. Il questionario PADQUE era composto da 8 sezioni che indagavano rispettivamente: bisogni informativi, cura della personale, attività domestiche, mobilizzazione, gestione degli apparecchi medicali / presidi, prescrizioni informazioni date alla dimissione, disturbi fisici, disturbi psicologici. Il campione degli intervistati aveva una età media di 68 anni ed era in prevalenza di sesso maschile. I dimessi a domicilio all’ospedale Mauriziano di Torino rappresentano l’82% dei dimessi dall’ospedale hub. Dai risultati è emerso che la fase di dimissione necessita di pianificazione già a partire dalla presa in carico del paziente, con particolare attenzione alla mole di informazioni che si rischia di dover fornire al paziente al momento della dimissione. Si rende, pertanto, necessario identificare una modalità di interazione tra i professionisti, volta ad informare e preparare il paziente alla dimissione durante tutto il periodo della degenza per ridurre il sovraccarico di informazioni nel momento della dimissione che può rendere inaccessibili le informazioni davvero utili per il paziente.

Una giornata a casa degli antichi egizi

Sabato 5 e domenica 6 maggio, alle ore 10.10, i ragazzi e le famiglie in visita al Museo Egizio – via Accademia delle scienze 6 – sono invitati a partecipare alla visita guidata “A casa di Kha”.

L’attività – grazie all’ausilio del corredo funerario dei coniugi Kha e Merit, insieme agli aneddoti citati e riguardanti la realtà familiare – rende partecipi grandi e piccini di alcuni aspetti della vita quotidiana lungo le sponde del Nilo.

Mobili, vestiti e strumenti di lavoro permetteranno al pubblico di ricostruire le abitudini e le attività di tutti i giorni degli Antichi Egizi, creando un parallelo con la quotidianità dell’uomo moderno, diviso ancora oggi tra lavoro e famiglia.

Sorprendente, inoltre, la possibilità di ammirare gli straordinari reperti custoditi nella Tomba di Kha e Merit, capaci di coinvolgere i visitatori in un viaggio nel tempo alla scoperta della vita del più importante architetto e scriba del faraone, vissuto circa 3400 anni fa.

INFORMAZIONI UTILI
A casa di Kha
Pubblico: bambini (6-11 anni) accompagnati dai genitori
Data e orari: 5/6 maggio 2018, ore 10:10
Durata: 90 minuti
Prezzo al pubblico: € 5,00 (biglietto di ingresso escluso)
Prenotazione obbligatoria: dal lunedì al venerdì, 8:30 – 19:00; sabato, 9:00 – 13:00.
Telefono: 011 4406903 – mail: info@museitorino.it

Servizi sociali a Volpiano, 580mila euro nel 2017 tramite Unione NET

Il valore economico dei servizi sociali erogati a Volpiano attraverso l’Unione dei Comuni Nord Est Torino (Unione NET) nel 2017 è stato pari a 580mila euro. Il dato è stato comunicato al Consiglio comunale dall’assessora alla Salute Irene Berardo nella seduta del 26 aprile. Analizzando i singoli servizi, nell’area anziani sono 21 le persone che usufruiscono del sostegno alla domiciliarità, 16 dell’integrazione della retta per la residenza assistenziale, mentre altre 96 sono state oggetto di valutazione geriatrica per comprendere le reali esigenze di carattere sanitario. Nell’area adulti, tramite il progetto «Prima accoglienza» sono stati seguiti 49 casi, 20 persone hanno beneficiato del Reddito di inclusione (Rei) e del Sostegno per l’inclusione attiva (Sia), misure di contrasto alla povertà: complessivamente il servizio ha preso in carico 71 persone. Infine l’area minori, con le attività a sostegno di 24 disabili nel Centro Diurno Jolly, 7 ragazzi accolti al Centro educativo minori e 16 giovani che hanno usufruito degli incontri protetti in luogo neutro. Commenta Irene Berardo: «Ritengo che i servizi sociali abbiano svolto un buon lavoro: alcuni assistenti sociali sono stati sostituiti nel corso dell’anno, ma il servizio offerto è sempre stato un servizio di qualità. Chi si rivolge per la prima volta a questo tipo di servizio, spesso, non è a conoscenza delle opportunità presenti sul territorio e, data l’urgenza delle problematiche, si rivolge agli assessori o al sindaco. Noi possiamo solamente indicare il corretto percorso da seguire, ad esempio iscriversi al centro per l’impiego, contattare l’assistente sociale; ogni appuntamento ci offre, però, la possibilità di conoscere i volpianesi, di venire a conoscenza di problematiche, anche gravi, e di lavorare per migliorare la nostra realtà». «Oltre agli interventi – sottolinea il sindaco di Volpiano, Emanuele De Zuanne – realizzati tramite l’Unione con fondi comunali, che nonostante la loro importanza sono poco considerati perché non gestiti direttamente dagli uffici del nostro ente, il Comune adotta altre misure in ambito sociale in modo diretto; un settore, quello dei servizi sociali,  sicuramente complesso e che necessita della dovuta discrezione nel rispetto di chi è in difficoltà».