redazione il torinese

Chi vuol essere faraone? L’antico Egitto in pillole

“Chi vuol essere faraone? L’antico Egitto in pillole” è il titolo della visita guidata che accompagnerà i visitatori sabato 23 e domenica 24 giugno, alle ore 10.10, attraverso le sale del Museo Egizio – via Accademia delle scienze 6 –  con un’attività coinvolgente e interattiva
Grandi e piccini saranno invitati al confronto e alla riflessione grazie alla serie di quiz e indovinelli distribuiti lungo tutto il percorso espositivo, in un gioco dove bambini e genitori si sfidano nella ricerca della risposta corretta da fornire alle domande poste dell’egittologo, guida abile ed esperta dell’attività. Il Museo Egizio è il più importante al mondo dopo quello del Cairo? È vero che in certi periodi storici dell’Egitto faraonico i litigi in famiglia erano considerati motivo giustificato di assenza dal posto di lavoro? Queste e molte altre domande verranno presentate ai piccoli visitatori, insieme a numerosi altri enigmi indecifrabili, che condurranno i partecipanti alla scoperta di soluzioni talvolta inattese.
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INFORMAZIONI UTILI 
Chi vuol essere faraone? L’antico Egitto in pillole 
Pubblico: bambini (6-11 anni) accompagnati dai genitori
Data e orari: sabato 23 e domenica 24 giugno, ore 10:10
Durata: 90 minuti
Prezzo al pubblico: € 5,00 (biglietto di ingresso escluso)
Prenotazione obbligatoria: dal lunedì al venerdì, 8:30 – 19:00; sabato, 9:00 – 13:00
Telefono: 011 4406903 – mail: info@museitorino.it

Piazza San Carlo, Appendino verso il processo

La Procura della Repubblica di Torino avrebbe deciso di inviare la richiesta di rinvio a giudizio al giudice per le indagini preliminari, in relazione alla tragica notte di un anno fa in piazza san Carlo, quando morì una donna e rimasero ferite oltre 1500 persone.  A quel punto i 15 indagati  diventeranno imputati. Con la sindaca Appendino vi sono, l’ex questore Angelo Sanna, i capo-gabinetto  Giordana e Mollo (Comune e Questura),  alcuni dirigenti di Palazzo Civico  e della polizia, e i manager di Turismo Torino, l’ente incaricato di organizzare la manifestazione sfociata in dramma. Trasmessa la  richiesta di rinvio  si fisserà l’udienza preliminare, fino al decreto ufficiale di rinvio a giudizio  o il non luogo a procedere.  (foto: il Torinese)

Ma i nomadi possono essere felici?

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
Claudio Lolli cantava: “Ho visto gli zingari felici in piazza Maggiore ubriacarsi di vino, ballare…”Cantautore bolognese in attività dal ’72 vicino, fino ad esserne organico all’Autonomia Operaia. Per chi è debole di storia, e ultimamente sono in molti , soprattutto nella politica, Autonomia stava a ciò che ora sono gli antagonisti. Avete presente l’insegnante torinese che augurando la morte ai poliziotti è stata licenziata? Ecco, Autonomia era simile alla ex professoressa. Lui con licenza poetica poteva usare il termine zingari. Lui sì, noi no perché politicamente scorretto.  A noi rimane la domanda ma i rom sono felici? Felici di vivere nei campi abusivi o autorizzati con precarissime condizioni igieniche? Felici di vivere di espedienti? Non mi sembra che il mio dubbio sia retorico.  Come mi sembra un nostro dovere impedire che si possa vivere in questo modo.  Ora le affermazioni del ministro Matteo Salvini hanno riportato alla ribalta il problema.  Problema mai tramontato nella nostra città ” circondata ” da molti campi.  Ma non tutti i rom vivono nei campi. I campi sono una peculiarità Italiana. Proprio cosi, esistono solo in Italia.  Il problema sono le persone o i campi in cui esse vivono, o se volete sono gli “altri” che vedono i rom come un problema? Abbiamo poche certezze ma sull’argomento una certezza: il problema c è.  Arriviamo da dove siamo partiti: ha ragione Salvini nel volere il censimento? Probabilmente la maggioranza dei cittadini lo confuta nel suo atteggiamento.La domanda è mal posta.Ci permettiamo di riformularla.  Perché Salvini  ha solo detto che avrebbe voluto fare. Qualche sospetto lo desta per le modalità con cui si è manifestato.  E’ il primo Ministro dell’ Interno che non utilizza il necessario riserbo che il suo ruolo impone. Simpatico – a modo suo –  è simpatico. Sempre la risposta pronta. La battuta pronta. Continua a “schizzare” da un punto all’altro dell’Italia.Da quello che si vede lavora molto.Deciso e perentorio, con un nostro dubbio: quando si vuole arrestare un delinquente i poliziotti avvisano la stampa che arresteranno il delinquente? Non mi pare. Similitudini con l’annuncio del censimento dei Rom. Sia ben chiaro similitudini. E l’esempio utilizzato serve solo come allegoria per significare che qualcosa nell’atteggiamento del ministro non funziona.  Il suo mi sembra più lo stile di in leader politico di partito. Non di  un ministro dell’Interno, per giunta vicepremier. Sicuramente qualcosa ha già portato casa. Come  ad esempio una certa marginalità dei pentastellati. Ma non divaghiamo. Lolli dopo 45 anni ci riporta alla realtà. Lui ha visto i zingari felici in piazza Maggiore. Noi no. Ammettiamolo, non abbiamo visto dei rom felici. E quando li vediamo questuanti e gli rifiutiamo una monetina riceviamo qualche ben assestato insulto.  Il che non vuol dire che tutti loro siano accattoni. Come non tutti vivono ai margini della società  o nei campi. Come i tristemente famosi Casamonica.  Vivono in lussuose ville anche un po’ pacchiane. Giusto per ostentare opulenza e ricchezza. E loro ci tengono nel sottolineare la loro quasi secolare appartenenza alla cittadinanza italiana. Loro non vivono nella sporcizia o nei campi di raccolta per nomadi. Loro sono stanziali. Proprio cosi, stanziali nella fortificata e monitorata abitazione. E dunque la vera emergenza sono i campi. La vera emergenza è che i rom vivono in totale indigenza.Non tutti. Anche qui, non tutti, anche nei campi sono diversi. La maggioranza subisce e una minoranza impone le condizioni. Forse era ciò che voleva conoscere Salvini. Ha  tutti i Prefetti a disposizione.  Ci risulta che ci sono 68 Prefetti pronti a Roma. Vuol dire che non hanno un incarico specifico. Ed istituire delle apposite forze per la lotta al crimine prodotto dai campi Rom è ottima cosa. Si passerebbe dalle enunciazioni all’azione per rendere più vivibile la nostra città. E zona Nord con gli altri comitati delle periferie ha chiesto al prefetto di Torino il superamento dei campi Rom. Elegante modo per dire: aboliamoli.  Si parte da qui. Il censimento sarà la conseguenza.

NUOTO: le torinesi Rari Nantes e Centro Nuoto sul podio

Due società sul podio, altre non distanti dalle primissime posizioni. Il Piemonte si conferma ai vertici del nuoto giovanile italiano, con diverse squadre molto ben piazzate nella classifica generale del Campionato Nazionale a Squadre Ragazzi, ufficializzata in questi giorni dalla Federazione. La Rari Nantes Torino femminile ha totalizzato 11970 punti e ha conquistato la medaglia d’argento alle spalle della President Bologna (12039) e davanti alla vicentina Leosport (11891). In campo maschile il Centro Nuoto Torino si è invece classificato terzo con 10846 punti dietro Circolo Canottieri Aniene (11649) e Team Nuoto Toscana Empoli (11609). Nella top 10 maschile anche Rari Nantes Torino, ottava, e Dynamic Sport, decima. Al Campionato hanno partecipato 155 formazioni maschili e 146 femminili. L’articolo completo su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20180621153239&area=1

Al Gru Village grande musica con la PFM

La PFM, Premiata Forneria Marconi, la storica band progressiv-rock italiana, mezzo secolo di storia della musica, dopo il Tour che l’ha portata a girare il mondo tra Giappone, Americhe e Regno Unito, torna in Italia e riparte da Grugliasco, dal palco del GruVillage 105 Music Festival

 

Franz Di Cioccio e compagni, con il loro travolgente rock, da sempre uno dei migliori in Italia, con la loro calda voce, le loro emozioni, e soprattutto la loro musica hanno, per oltre due ore, riportato un po’ indietro nel tempo chi come il sottoscritto seguiva la band davvero tanti tanti anni fa. Una bella serata nella quale alle “antiche” e più famose sonorità si sono affiancate le altrettanto coinvolgenti note del nuovo album “Emotional Tattoos” che dà anche il titolo a questo nuovo Tour nazionale. La prossima tappa del Tour sarà a Vascon di Carbonera (TV) il prossimo 23 giugno e poi Grado, Roma, Rimini, Roccella Ionica, Bellinzona, solo per citare alcune tappe che, fino al concerto di Ventimiglia del 25 agosto, porteranno la band in giro per lo stivale in questa calda e appassionata estate di grande rock. Invece, per tornare al GruVillage 105 Music Festival… saranno grandi appuntamenti musicali per giugno e tutto il mese di luglio con i concerti, tra gli altri, di Piero Pelù, Francesco De Gregori, Gianna Nannini, Gianni Morandi, ma anche dei giovani Riki, Fabrizio Moro e Lorenzo Fragola, solo per citare quelli che quest’anno sicuramente non ci faremo scappare.Tutte le informazioni e il programma completo su www.gruvillage.it, mentre qui di seguito vi potete gustare le immagini migliori di questo nostro primo appuntamento a bordo palco.

 

Claudio Benedetto

foto: www.fotoegrafico.net

Superga ci guarda dall’alto

supergaUna splendida immagine della Basilica di Superga, uno dei simboli più riconoscibili della nostra città. La foto è stata scattata dal lettore del Torinese Arash Javidi

La Questura contro le truffe agli anziani

La questura di Torino adotta la linea dura contro le truffe agli anziani. Cinque arresti, cinque denunce e 558 persone identificate sono i primi riscontri del progetto ”Medusa”, una serie di interventi messi in atto  da una task force  che affianca la raccolta dei dati alle attività investigative e alle azioni di prevenzione. Molti controlli sono stati effettuati in quattro campi nomadi a Torino, Pinerolo e Frossasco: gli esiti delle elaborazioni analitiche, infatti,  hanno condotto alla conclusione che la maggior parte dei malviventi siano sinti piemontesi.

“Punto Castello” per la Stampa alla Reale Mutua

Da alcuni giorni il quotidiano torinese della Stampa ritorna in centro, e lo fa in un luogo di eccellenza per offrire sempre il meglio ai propri lettori. Sono trascorsi alcuni anni da quando la storica sede di via Roma, oggi occupata dallo Store Apple, è stata trasferita prima in via Marenco e dopo in via Lugaro. Da questa settimana, grazie all’accordo stipulato con TORINO CASTELLO, Agenzia Principale di Reale Mutua Assicurazioni, tutti i lettori che desiderano abbonarsi al quotidiano, o rinnovare il proprio abbonamento, potranno scegliere di farlo anche recandosi nel Tower Center, sito al 4 piano di Piazza Castello 111, nella prestigiosa sede di TORINO CASTELLO. L’accordo tra queste due storiche realtà del territorio nasce da una collaborazione avviata già anni fa e ora consolidatasi grazie sia alla fase di trasformazione avviata nel quotidiano, sia alla filosofia che è alla base dell’attività di Reale Mutua Torino Castello, struttura assicurativa torinese, che vanta un elevato livello di servizio ai soci assicurati i quali, anno dopo anno, rinnovano la propria fiducia al brand e agli uomini che la rappresentano. Dal 2016 Torino Castello opera con una struttura multi divisionale organizzata nelle aree Arte, Eventi e Food orientate a generare valore aggiunto ai propri assicurati perché essere clienti di Reale Mutua significa essere soci, non semplici clienti. La Divisione Arte propone mostre di artisti affermati o giovani talenti mentre la Divisione Eventi ha lo scopo di creare incontri nei quali comunicare e consolidare il tema del welfare con l’aiuto di personalità e professionisti del settore . Con l’apertura del punto vendita di abbonamenti de La Stampa, non soltanto si attua un auspicato ritorno in centro di una parte della struttura del quotidiano torinese, dopo l’apertura della moderna redazione in via Lugaro, ma si vuole offrire anche un ulteriore miglioramento dei servizi offerti. Saranno due consulenti della struttura di Reale Mutua Torino Castello, Giovanni e Giulia, a occuparsi degli abbonamenti. Gli uffici seguiranno il seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.45 alle 17.30.
Antonio De Carolis

Per i cani no botti, sì droni. Ma le altre 364 notti?

AVVISTAMENTI ANTICONFORMISTI  / di EffeVi *
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Il Comune si accoda a una società schizofrenica: via i fuochi perché spaventano gli animali per una notte. E pazienza se per il resto dell’anno migliaia di mastini, bracchi da caccia, cani da slitta e da lavoro, soffrono vite contrarie alla loro disposizione genetica, forzati in una routine da cagnolini da salotto, per soddisfare il capriccio delle famigliole.
In attesa che anche a Capodanno i comuni cittadini possano sostituire gli articoli pirotecnici (costo medio: da 10 a 200 Euro per la confezione) con i droni (costo medio: da 170 Euro in su, senza contare il necessario rigging di proiettori), per San Giovanni la nostra illuminata Amministrazione Comunale ha stabilito di inscenare uno spettacolo di son et lumière con avveniristici droni, al costo di 18.000 Euro al minuto, invece dei tradizionali fuochi pirotecnici che sarebbero costati meno per l’intera serata. Tanto, come è noto, la situazione finanziaria del Comune è florida. Si tratta di una posa, molto modaiola e parecchio ipocrita, per varie ragioni.
Innanzitutto i fuochi artificiali, come tante altre cose che ci accompagnano da secoli, hanno vissuto la loro evoluzione: i professionisti del settore oggi possono inscenare spettacoli pirotecnici tutti fondati sulla luce e con suono scarso o nullo, con i fuochi cosiddetti a bassa intensità. Ancora: la scelta di affrontare una spesa esorbitante per i droni è giustificata con l’argomento della copertura dei costi da parte degli sponsor. Classico falso dilemma, perchè i gentili Fastweb e altri sponsor potevano essere coinvolti per pagare cose più essenziali dei droni: per esempio adottare piazze e giardini della città in completo stato di abbandono, con le erbacce alte mezzo metro. Ma l’argomento più urticante è senz’altro quello della protezione degli animali: vero, gli animali domestici, specie quelli che vivono in prossimità, possono essere turbati dai rumori, dai cosiddetti botti. Problema risolvibile con l’adozione di articoli pirotecnici moderni. Ma no, bisognava far parlare di sè, della “rivoluzione di San Giovanni”.  E va bene, facciamo stare tranquilli cani, gatti e canarini per una notte. Restano, per dirne solo alcune, altre occasioni: Capodanno, le partite decisive dello Scudetto, i Mondiali, la Champions. Tutti i fracassoni, ubriaconi e alterati di varie sostanze che ogni notte, perlopiù impuniti, strepitano sotto le nostre finestre. Non è che gli animali non li sentano.
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Ma poi resta un problema di fondo. Ieri mi trovavo in centro e ho visto un cane Akita distrutto dal calore, al guinzaglio di una bella signora borghese che lo esibiva come fosse un accessorio di lusso. Si tratta di una razza selezionata di cani da slitta, da caccia e da lotta: che ci fa tra i tavolini dei dehors di piazza San Carlo? A chi non è capitato di vedere un husky siberiano curvo sotto la fatica di un caldo urbano a cui non è predisposto? Un golden retriever insofferente e nervoso per la mancanza di spazio e di esercizio fisico necessario alla sua costituzione? Quanti mastini, bracchi da caccia, cani da slitta e da lavoro, soffrono ambienti e vite contrarie alla loro disposizione genetica, forzati in una routine da cagnolini da compagnia, per soddisfare il capriccio delle famigliole , l’esigenza di uno status-symbol, le rogne del figlio che gli dedica la stessa attenzione che presta all’ultimo giocattolo recapitato da Amazon?
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La Lega Anti Vivisezione calcola che il Piemonte sia una delle Regioni con più cani per abitante, con quasi 500 mila esemplari (l’anagrafe canina regionale ne conta quasi 800mila, ma probabilmente i proprietari non registrano i decessi e quindi il dato ne risulta distorto). Un Piemontese su otto ha un cane. La legislazione a difesa degli animali ha fatto passi avanti, riconoscendoli a livello europeo come esseri senzienti (ma questo lo disse prima Giovanni Paolo II): persino gli animali da macellazione hanno diritto a minimi standard di spazio, alimentazione, idratazione, sicurezza. Invece migliaia di cani (e altri animali) continuano a soffrire nelle case dei buoni borghesi. Quelli che, a Torino, si preoccupano della notte di San Giovanni, ma che non si fanno scrupolo di tenere il cane di razza artica in città a 35 gradi e il cane da caccia al cinghiale nella mansarda chic in piazza Carlina. Persone a cui nessuna autorità contesterà mai il maltrattamento e che non riceveranno mai la visita degli inviati di Striscia o delle Iene perchè, in fondo, anche loro appartengono a un mondo di strabici. Se volessi comprarmi una giraffa e tenerla nel salotto di casa, la legge giustamente me lo vieta. Evitando di scivolare in legislazione illiberale, mi parrebbe di buon senso che chi vuole acquistare un animale debba dimostrare di disporre dei mezzi per garantirgli una vita in linea con le sue esigenze, soprattutto per razze specializzate e geneticamente selezionate per la vita all’aria aperta. Se no ci sono tante razze da compagnia. O, se siete davvero così interessati agli animali non come articolo di lusso da esibire all’ora dell’aperitivo, migliaia di bastardini in canile, pronti per l’adozione. 
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* Nel ritratto in alto Antoine Rivarol  (1753-1801) intellettuale conservatore francese e scrittore del ‘700 che si accorse di tutti i pericoli della furia sanculotta. Ma non fu mai ascoltato

Ludopatia, interviene Cassiani (Pd)

“La normativa sembra aver favorito forme di gioco illegale e non sembra che ci sia alcuna strategia per il contrasto alla criminalità”

 “La legge regionale di contrasto e prevenzione alla diffusione del gioco d’azzardo patologico, approvata nel maggio 2016, e il “Piano integrato delle attività di contrasto, prevenzione, diagnosi e cura del gioco d’azzardo patologico” del dicembre 2017 si sono posti l’obiettivo di contenere tale fenomeno, riducendo le conseguenze negative legate alla dipendenza sia per il singolo individuo sia per il nucleo familiare e, tuttavia, a distanza di tempo, sembra abbiano sortito l’effetto contrario” ha spiegato il Consigliere regionale del Gruppo Pd Luca Cassiani.

“L’introduzione, a livello regionale, di norme fortemente restrittive – ha proseguito il Consigliere Cassiani – ha generato, a fronte di una modesta flessione del volume complessivo di giocate (3,8%, se si confronta l’ultimo quadrimestre 2017 con il primo quadrimestre 2018), ha avuto impatto esclusivamente sulle slot, mentre la Guardia di Finanza ha, di recente, accertato un notevole e preoccupante incremento di totem illegali, nonché di macchine slot non collegate legalmente all’Agenzia delle dogane e dei monopoli e uno sviluppo, ancora più preoccupante, del gioco online domestico che può indurre dipendenza con maggiore facilità ”.

“Ho presentato – ha affermato Luca Cassiani – un’interrogazione a risposta immediata in Consiglio regionale al fine di sapere dall’Assessore competente come giudichi gli effetti prodotti da una  normativa regionale in materia che si è distinta per un carattere fortemente espulsivo della filiera del gioco legale e che non sembra aver ottenuto, nella nostra Regione, benefici evidenti in termini di contributo alla prevenzione del gioco d’azzardo patologico e alla tutela degli individui maggiormente vulnerabili, favorendo, invece, il proliferare di forme di gioco illegale, spesso controllate dalla criminalità organizzata”.

“A distanza di sei mesi dall’entrata in vigore della normativa, con il settore del gioco legale in ginocchio e con la criminalità che aggredisce quotidianamente gli spazi da esso lasciati liberi – ha concluso Cassiani – non posso essere soddisfatto dalla risposta dell’Assessore Pentenero che non prefigura alcuna strategia per il contrasto alla criminalità e rinvia a dopo le ferie il confronto su un tema che, invece, richiede un’immediato intervento. Non abbiamo più tempo! Le imprese, le attività, gli esercizi commerciali, tutto l’indotto che paga le tasse viene penalizzato e sta morendo. Nel frattempo, il mondo della criminalità sta agendo indisturbato, si sta arricchendo e sta distruggendo individui e famiglie”.