redazione il torinese

Povertà, carità e decoro

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Penso di conoscere molto bene la nostra città. Soprattutto il centro, perché sono tutto il giorno alla ricerca di notizie. Notizie o episodi che possono raccontare che cosa è diventata e forse potrà essere Torino. Il mio ricordo si alterna a ciò che vedo. Finalmente la mia curiosità è stata appagata da un incontro e le mie domande  mi hanno dato la possibilità di andare oltre ciò che vedevo. L’ essenza molto più profonda di ciò che mi appariva. Via Cernaia, due donne accovacciate a ridosso della vetrina di un minimarket. Le noto ma sono in ritardo ad una riunione.  Visivamente memorizzo ma non ci faccio caso più di tanto. Passata un’oretta le rivedo. La prima chiaramente una senzatetto.  La seconda che fa assistenza all’altra. Le parla e prima di lasciarla riassetta e pulisce intorno.  Mi fermo per osservare. La seconda ha una improvvisa accelerazione del passo. Mi chiedo: sarà di qualche associazione che si occupa di questi “poveretti”. Prendo coraggio e la fermo premettendo le mie intenzioni di voler conoscere.  Gentilissima e sorridente precisa: non lavoro per nessuna associazione. Sono anche io una di loro. Sono anche io una senza fissa dimora. D’istinto replico che non ci credo.  Non ha i segni di sofferenza tipici di una vita sulla strada. Bellissima, occhi celesti tendenti al blu.  Vestiti magari dimessi ma assolutamente non sdruciti. Lei incalza: sì, sì, sono senza fissa dimora ancorché ci tenga alla mia dignità e decoro. Semplicemente davo una mano ad una amica. Aveva bisogno di una carta d’identità e non sapeva come fare.Scelta consapevole?
Proprio cosi. Posso farle delle domande e riportare le risposte?
Si, basta che non sia strumentale.
In che senso?
Che non ci ricami sopra.
Bene. Quanti anni hai?
31 e sono laureata in filosofia. Poi ho deciso un mio percorso interiore.
In strada?
Anche, e come avrai notato aiutando gli altri.
C’è chi aiuta i senza tetto…
Sì, ma il più delle volte  c’è troppa burocrazia. Meglio le organizzazioni cattoliche o statali?
Sicuramente  le cattoliche.
Quanti sono i senza tetto a Torino?
Probabilmente 7 o 8 mila.
Cosi tanti?
Aumenta la povertà.
Tu sei di Torino?
No, ma piemontese.
Come mai nella nostra città?
E’ più accogliente di altre. Perlomeno lo era.
Io non volendola urtare sottolineo che  tossicodipendenza ed alcolismo sono alla base del fenomeno. Lei annuisce e sottolinea : non sempre. La discussione e il confronto continuano. Altri mi stanno aspettando ma lei ha voglia di parlare…. E prosegue: I senza tetto non solo dormono. Fanno tutto, dal mangiare al bere ai loro bisogni fisiologici. Situazione insostenibile. In città sono tanti e troppi i punti dove ” bivaccano”.
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Ci si lascia, ma questa storia ha due puntate. La settimana di ferragosto ho un appuntamento di lavoro, giornate terse. Belle. Arrivo in piazza San Carlo, splendida  come isola pedonale. Tanti turisti che la rendono ancora più bella e il Caffè Torino tutto un programma, con tutti i tavolini occupati. Del resto é l’ ora dell’aperitivo. Passo veloce sono in ritardo. Ho un appuntamento con Roberto Gerace sociologo. Giusto per una ricerca sui senzatetto a Torino. Quasi inciampo sul “giaciglio ” che si sono fatti dei giovani accompagnati da cani in libertà, a due passi dallo storico caffè, sotto i portici all’angolo con via Alfieri. Manca solo la televisione e  la lavatrice e poi ci sarebbe tutto, in questa casa improvvisata visibile da tutti i passanti. I “residenti” leggono un libro o consultano il telefonino. Anche loro cercano conforto nella modernità. Una situazione che il Comune o chi di competenza dovrebbe risolvere. Siano rispettati i diritti di questi senzatetto (che così non mi pare proprio vivano con dignità, bivaccati come sono sotto i portici) ma si trovi il coraggio di rendere decoroso il salotto di Torino. A Roberto chiedo subito come è possibile un simile fenomeno.
Parte tutto dalla cassa integrazione dell’ottanta alla Fiat.
Sicuro? Sono passati quasi 40 anni. Non ti sembra di partire troppo lontano?
Forse. Sono condizionato dal fatto che mio padre cassaintergrato Fiat mi ha indirettamente stimolato nella mia tesi di Laurea sui cassintegrati Fiat.
Dunque?
É stato il momento in cui la nostra città ha cominciato a perdere identità. Ed un filo sottile attraversa questi anni. Questo filo sottile si chiama povertà.
Su questo ti sequo…
Gli racconto dell’incontro con la ragazza che ha scelto di vivere in strada.
Roberto sorride e commenta ciò che gli racconto.
Non stento nel crederci.
Precisa che i senza tetto censiti in Torino sono 2200. E sottolinea censiti. Anche qui il fenomeno non è tutto alla luce del sole. Ribatto che a 100 metri di distanza non si direbbe e gli chiedo come risolvere la questione. Ed appunto lui mi parla di inclusione e lotta alla povertà. Insomma è un mostro tentacolare e non si sa come affrontarlo. Con la mia modesta e personale convinzione che se non lo affronteremo ne saremo travolti.

Con Cia sette talk agricoli a Carmagnola

All’ora dell’aperitivo da sabato 1 a sabato 8 settembre, con produttori, agronomi, cuochi e operatori del settore. Protagonisti gli agricoltori delle aree terremotate del Centro Italia e lo chef argentino Martin Vera

Ci sarà anche Martin Vera, lo chef argentino delle Tavole Accademiche dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, tra gli ospiti della Confederazione italiana agricoltori di Torino ai “talk” in programma da sabato 1 a sabato 8 settembre alla Fiera nazionale del Peperone di Carmagnola. Sette incontri con produttori, agronomi, cuochi e operatori del settore, ogni sera all’ora dell’aperitivo, dalle 19,45 alle 20,15, all’Accademia di San Filippo, in piazza Manzoni a Carmagnola, intervistati da Paolo Massobrio e Renata Cantamessa. Dall’innesto del peperone con i semi di terre lontane, al confronto con le produzioni di altre parti d’Italia, attraverso inedite degustazioni che vedranno protagonisti in primo piano gli agricoltori delle aree terremotate del Centro Italia e i loro prodotti tipici, dall’olio ai salumi, dal formaggio allo zafferano…

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IL CALENDARIO. In particolare, ecco gli argomenti e gli ospiti dei singoli incontri: sabato 1 settembre “La salsiccia di Norcia al peperone di Carmagnola”, con l’azienda Dall’Orso di Norcia; lunedì 3 settembre “Peperoni con radici lontane: la tecnica dell’innesto”, con il tecnico agronomo Flavio Reburdo; martedì 4 settembre “L’olio biologico delle Marche incontra il Peperone di Carmagnola per il pinzimonio. La tradizione marchigiana del vino cotto”, con le aziende Conca d’Oro di Appignano Del Tronto (Ascoli Piceno) e Carboni Settimio di Castignano (Ascoli Piceno); mercoledì 5 settembre “La ricotta salata aromatizzata al peperone e la lenticchia di Castelluccio”, con l’azienda Brandimarte di Norcia; giovedì 6 settembre “Segreti e sapori del peperone nel mondo”, con lo chef delle Tavole Accademiche dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Martin Vera; venerdì 7 settembre “Le produzioni di peperone nel Sud Italia”, con Edoardo Ramondo del Gruppo T18  di Torino; sabato 8 settembre “Lo zafferano e l’aglio nero di Norcia incontrano il peperone”, con l’azienda Bosco Torto -Etiche Terre di Norcia. L’ingresso e le degustazioni sono gratuiti. In più, nelle domeniche 2 e 9 settembre, sempre la Confederazione italiana agricoltori di Torino sarà presente in via Piero Gobetti a Carmagnola con le bancarelle dei produttori de “La spesa in campagna”.

Dormire sotto le stelle

Notti stellate, aurore boreali, viste incantevoli sull’oceano, tramonti mozzafiato circondati dalla giungla in compagnia di gazzelle o giraffe, una vacanza all’aperto, senza barriere tra l’uomo e la natura, senza filtri architettonici, liberi ma allo stesso tempo coccolati in strutture magnifiche, magari con piscina privata, letto a baldacchino o nei glamping, i campeggi di lusso

Una volta la vacanza a stretto contatto con l’ambiente era appannaggio di chi era disposto a soggiornare con vari disagi o di chi era dotato di una buona attitudine all’adattamento, ripagato ovviamente da visioni e sensazioni senza prezzo. Nella vacanza open air, nei camping soprattutto, i comfort non sono ammessi e ci si affida all’arte dell’arrangiarsi: niente bagno privato, cucina improvvisata, continui compromessi con l’habitat circostante. In molti, probabilmente, hanno rinunciato ad una esperienza simile per la poca confidenza con la scomodità, gli imprevisti o perché la vacanza spesso non può essere considerata tale se non comprende assistenza e sicurezza. Un vero peccato perdersi spettacoli naturali magici e straordinari, esibizioni uniche e indimenticabili non replicabili artificialmente. Le ultime   e modernissime realtà virtuali, per quanto avanzate e veritiere, non sono in grado di ricreare totalmente il profumo selvaggio del deserto né procurare la sensazione da brivido che solo una vera foresta e la sua fauna possono assicurare. Le cose sono cambiate però, finalmente si può pensare di fare una vacanza in mezzo alla natura e le sue meraviglie in ambienti confortevoli, circondati dalle comodità e perfino dal lusso. L’offerta turistica di hotel, resort e glamping che propongono questo tipo di servizio è notevolmente aumentata, moltiplicata potremmo dire, forse perché la tendenza è cambiata, forse perché la voglia di scoprire le bellezze naturali è nuovamente l’obiettivo per una vacanza da sogno. Se ne possono trovare di bellissimi e incredibili come l’hotel a zero stelle”, sul Gobsi in Svizzera un letto in cima alla montagna e niente più, a parte un maggiordomo a disposizione e uno chalet di appoggio in caso di emergenza. A Sumba, in Indonesia, tra la giungla e la scogliera, un meraviglioso e suggestivo baldacchino sotto il firmamento, lezioni di yoga ed escursioni. Nella Lapponia finlandese, un igloo moderno per ammirare le costellazioni e contare le stelle distesi comodamente sul letto. Fuori un paesaggio incantato, una natura sognante e silenziosa. In Malawi, il cielo dentro la camera da letto, una riserva popolata da animali protetti e rispettati, una esperienza dotata di ogni confort nell’Africa più bella, quella più selvaggia. In piena Europa, a Berlino nel quartiere Prenzlaurberg, una esperienza Balinese, un giardino esotico, una atmosfera lontana e affascinante. Veli, piante, letto all’esterno, niente ascensore ma molta atmosfera.

 

Maria La Barbera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Blatte e scarafaggi, incubo per gli italiani

 Un’indagine condotta da Doxa per l’Osservatorio Rentokil ha rivelato che uffici, bagni pubblici e palestre sono fra gli ambienti dove è più facile imbattersi in infestanti di varia natura

La fine delle ferie è uno dei periodi dell’anno più difficili da affrontare: riprendere con la routine quotidiana, affrontare il lavoro in ufficio e la palestra la sera fanno sentire da subito la nostalgia per la spensieratezza e la libertà delle vacanze. Cosa potrebbe peggiorare questo scenario? La risposta arriva da una recente ricerca che Rentokil Initial, leader mondiale in disinfestazione e derattizzazione, ha commissionato a Doxa con l’obiettivo di indagare in modo approfondito sentimenti e comportamenti degli italiani in rapporto alla presenza di infestanti, in particolare nei luoghi frequentati abitualmente. Dall’indagine[i] è emerso come proprio uffici, bagni pubblici, palestre e mense aziendali possano diventare “posti da incubo” per molti italiani perché sono ambienti dove, dichiarano, è capitato spesso di imbattersi in insetti di varia natura.  D’altra parte, è anche emerso che bagni pubblici, mezzi pubblici e spogliatoi di palestre e piscine sono i luoghi dove, secondo gli Italiani, è maggiormente elevato il rischio di contrarre malattie o infezioni a causa della scarsa igiene. “Se si dice la parola ‘igiene’, la prima cosa a cui pensano gli Italiani è ‘salute’. Analizzando i dati raccolti nel corso dell’indagine, emerge come il concetto di salute si declini in differenti aree di attenzione. Il binomio igiene-salute viene prima di tutto associato alla ‘cura di sé’ per 7 intervistati su 10, seguita dalla ‘cura e sicurezza degli ambienti e de gli alimenti’, intesa come assenza di malattie/infezioni e contaminazioni/intossicazioni, per 6 italiani su 10; al terzo posto troviamo ‘l’assenza di parassiti o insetti’ per ben 4 persone su 10” – commenta Paolo ColomboResearch Manager Doxa. “Inoltre, se ‘l’assenza di parassiti o insetti’ viene associata al concetto di igiene come prima risposta solo dal 4% degli intervistati, quando si considera il totale delle risposte questo dato sale al 41%, a confermare il legame fra i due concetti nella percezione degli Italiani”. Andando più a fondo nella ricerca, i dati rivelano che gli insetti striscianti come blatte e scarafaggi dominano la classifica degli “ospiti più sgraditi” con il 75% delle risposte, seguiti da ratti e topi (69%) e pulci e zecche (68%). Il primato di questi insetti si deve non solo al sentimento di disgusto che sono in grado di generare nel 63% degli italiani, ma soprattutto al fatto che la loro presenza è considerata sinonimo di scarsa igiene per il 71% degli intervistati, e quindi potenziali veicoli per la trasmissione di malattie e infezioni. In generale, quasi la metà degli italiani (45%) presuppone di trovare insetti striscianti nei luoghi chiusi come uffici, bagni pubblici e palestre e, effettivamente, i dati confermano questa ipotesi: il 36% ha infatti dichiarato di averli incontrati in un bagno pubblico, il 24% in ufficio, il 21% in palestra e il 15% in mensa.  La palestra, in particolare, è uno degli ambienti dove non si è disposti a mostrare indulgenza rispetto a igiene e disinfestazione, come affermato dal 64% delle persone la cui prima reazione, immaginando di trovare una blatta o uno scarafaggio nello spogliatoio, sarebbe quella di andare via e non tornare mai più. Decisamente più tollerati nei luoghi pubblici chiusi, invece, gli insetti volanti per un italiano su due, forse anche per una maggiore abitudine a trovarseli intorno: il 47% delle persone intervistate ha confermato di averli visti in ufficio, il 36% nei bagni pubblici, il 30% in palestra e il 27% in mensa. Per questi infestanti, inoltre, l’equazione “presenza di insetti=scarsa igiene” è meno forte e infatti zanzare, calabroni, api e vespe si trovano in fondo alla classifica, rispettivamente con il 6%, 4% e 3% delle risposte. Fanno invece eccezione le mosche con il 24%. L’unico “rifugio” sembra essere la propria casa: in fatto di igiene, secondo 8 italiani su 10, la propria abitazione è il luogo sicuro per eccellenza, con un rischio di contrarre malattie e infezioni molto basso. Inoltre, la casa è l’ambiente dove gli italiani non vorrebbero mai trovare infestanti, con percentuali che vanno dal 72% per gli insetti volanti all’83% per gli insetti striscianti.

 

 Da Torino a Bra in treno a vapore

Il 30 settembre in occasione dell’itinerario enogastronomico “Da Cortile a Cortile”. Prenotazioni aperte

Arrivare a Bra con un viaggio d’altri tempi, scoprendo il territorio da una prospettiva unica, comodamente seduti su un treno storico: da Torino alla città slow per eccellenza, per partecipare all’itinerario enogastronomico “Da Cortile a Cortile” con un suggestivo mezzo di trasporto, alimentato a carbone. E’ quanto succederà domenica 30 settembre 2018, con il treno a vapore che – in partenza dalla stazione di Torino Porta Nuova – tra sbuffi e nuovi ritmi, offrirà ai passeggeri l’occasione unica di un’indimenticabile domenica fuori porta. Si parte alle 9 dalla stazione di Torino Porta Nuova, dove le guide attenderanno i partecipanti. L’itinerario prevede tappe intermedie, con possibilità di salita, a Lingotto e Carmagnola. Giunti a Bra, i partecipanti avranno l’occasione di vivere una giornata che saprà coinvolgere tutti i cinque sensi, tra sapori, tradizioni, arte e musica, all’interno di piazze e cortili storici. A deliziare il palato, il percorso enogastronomico itinerante “Da Cortile a Cortile” in sette affascinanti location, dove deliziare il palato con i prodotti tipici del territorio: focaccia e l’immancabile salsiccia di Bra, antipasti misti, bagn’ant oli, agnolotti al sugo, bollito misto alla piemontese con salse, degustazione di formaggi con miele e dessert. Per i più curiosi e appassionati di arte e cultura, sarà la giornata giusta per godere di incantevoli scorci, visitare musei e luoghi di culto dallo spirito barocco oppure prendere parte alla mostra fotografica “Bra, Roero e Langa”, ospitata ad ingresso gratuito nelle sale affrescate dello storico Palazzo Mathis. Per tutta la giornata in città animazioni musicali, tour guidati gratuiti ed eventi collaterali. È possibile aderire alla giornata al costo di 42 euro (itinerario enogastronomico e viaggio a/r su treno a vapore compreso), oppure usufruire del solo viaggio di andata e ritorno (previsto con partenza da Bra intorno alle ore 18) in carrozza storica, al costo di 17 euro. Per partecipare, è necessario prenotare entro il 28 settembre all’Ufficio Cultura e Turismo del Comune di Bra allo 0172.430185. Posti limitati. Maggiori informazioni sul sito webwww.turismoinbra.it sui principali social network, cercando “Comune di Bra”. Il treno a vapore di “Da Cortile a Cortile” è un’iniziativa organizzata dal Comune di Bra in collaborazione con la Regione Piemonte – Assessorato ai Trasporti e Trenitalia.

(em)

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Info: Città di Bra – Ufficio turismo e manifestazioni

Tel. 0172.430185 – turismo@comune.bra.cn.it

I cattolici e l’immigrazione

di Giorgio Merlo
Un  recente  sondaggio  pubblicato  sul  quotidiano  “Libero”,  curato  dal  centro  sudi  Analisi  Politica,  fondato  e  diretto  dal  demoscopo Arnaldo  Ferrari  Nasi,  ci  dice  che  la  stragrande  maggioranza  dei  cattolici  praticanti  del  nostro  paese  condividono  la  linea  del  Ministro  dell’interno  Salvini  su  come  affronta  i  temi  dell’immigrazione.  Ovvero,  sempre  secondo  il  sondaggio,  per  l’85%  dei  credenti  sondati  “la  questione  degli  sbarchi  dei  clandestini  va  risolta  con  urgenza  e  fermezza”  e  il  convincimento e’ tanto più forte quanto più è alto il livello di religiosità dichiarato. Per non parlare  degli orientamenti politici dei credenti cattolici che, sempre secondo il sondaggio, premiano di gran  lunga la Lega salviniana – oltre il 30% – a scapito di Pd e Forza Italia che scendono a livelli sempre  più  bassi.  Il  Pd,  nell’arco  di  5  anni,  passa  dal  29%  al  19%  di  gradimento  e  il  movimento  di  Berlusconi addirittura dal 33 ad appena l’11%.Ora, al di là dei numeri e quindi dello stesso sondaggio pubblicato da “Libero”, e’ indubbio che sul tema   dell’immigrazione   noi   registriamo   una   progressiva   e   crescente   divaricazione   tra   le dichiarazioni   che   arrivano   dalla   Chiesa,   dall’associazionismo   cattolico   e   dalla   concreta  elaborazione   dell’episcopato italiano da ciò che, altrettanto concretamente, pensano e dichiarano  coloro  che  si  dichiarano  credenti  e  praticanti.  È  altrettanto  indubbio  e  noto  che  proprio  il  tema  dell’immigrazione,  la  sua  regolamentazione  e  la  gestione  dell’intera  pratica  a  livello  nazionale  ed  europeo, e’ stato al centro dell’attenzione della campagna elettorale dello scorso 4 marzo e che, lo  possiamo  dire  tranquillamente,  e’  stato  decisivo  anche  per  la  vittoria  di  Salvini  e  per  la  secca  sconfitta di ciò che è rimasto della sinistra e del centrosinistra nel nostro padre. Una linea ed una posizione politica, quella espressa da Salvini e dal suo partito, che continuano a mietere consensi  traversali e crescenti. Culture diverse, provenienze ideali e politiche diverse se non alternative, fedi religiose, organizzazioni sociali e professionali convergono su come viene affrontata la “questione migranti” malgrado l’opposizione dei soliti opinion leader milionari e salottieri della sinistra, di molti organi  di  informazione  cosiddetti  progressisti  ma  sempre  più  elitari  e  di  moltissimi  commentatori televisivi. Eppure il consenso popolare su come il Governo, cioè il Ministro Salvini, affronta e cerca di  risolvere  il  tema  decisivo  e  cruciale  dei  migranti  e  dell’immigrazione,  smentisce  tutto  ciò  che quotidianamente molti commentatori e soloni dicono e predicano su questi temi. Ma, in ultimo e per tornare alla riflessione iniziale, probabilmente anche l’area cattolica italiana, seppur  nelle  sue  multiformi  espressioni,  non  può  non  fare  una  profonda  riflessione  su  ciò  che concretamente pensano i cattolici e ciò che instancabilmente e coraggiosamente la Chiesa dice e diffonde ogni giorno. Una riflessione che non può più essere elusa o aggirata.

Quel 27 agosto del 1950 l’addio a Cesare Pavese

OGGI ACCADDE  / Si concludeva in un albergo in piazza Carlo Felice, a Torino, con il suicidio, il suo dramma esistenziale

27 agosto. Il mondo delle lettere, non solo quello italiano, celebra oggi l’anniversario della scomparsa di Cesare Pavese. Un motivo in più per ricordarlo qui in Piemonte perché Pavese era nato proprio a Santo Stefano Belbo, nelle amate Langhe, il 9 settembre 1908 e la sua vita si concluse, con il gesto risolutivo del suicidio, a Torino, il 27 agosto 1950, presso l’hotel Roma, nella centrale piazza Carlo Felice. Per capire ciò che sta a monte della drammatica fine di uno dei grandi scrittori taliani del Novecento, si può attingere alla categoria della maturità, di cui Pavese aveva fatto un mito. Secondo lui, attingendo anche alla celebre tragedia shakespeariana del Re Lear, “ripeness is all”, “la maturità è tutto”. Proprio questo mito gli sarebbe costato l’esperienza amara del confino, prima, e del suicidio poi, ma anche della certezza, come egli stesso scrisse quattro anni prima della morte, di “una fondamentale e duratura unità di tutto ciò che scriveva”. In lui la poetica avrebbe attinto al magistero di un grande maestro, il noto professore torinese Augusto Monti.

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La nativa Santo Stefano Belbo e la stessa Torino avrebbero trovato un successivo sviluppo in una geografia dell’anima, della coscienza, della natura e della storia. Il suo ingresso nel mondo degli adulti avvenne con le liriche di “Lavorare stanca”, che fecero da apripista a strade che avrebbe poi percorso da scrittore. Nella sua opera letteraria il racconto si faceva poesia, arricchito di continui riferimenti culturali, presenti in “Paesi tuoi”, “La bella estate”, “La spiaggia”, “La casa in collina”, “Il diavolo sulle colline”, “La luna e i falò “, e nella svolta mitico-antropologica e psicoanalitica dei “Dialoghi di Leuco’”. Pavese era convinto del fatto che “sulle colline il tempo non passa”, come ebbe modo di scrivere nella “Luna e i falò”, la cui epigrafe si faceva portavoce del pensiero “Ripeness is all”. Attraverso la scrittura Pavese aveva compreso che “crescere è un po’ morire”. A fianco del letto, nell’albergo in cui si diede la morte, lasciò un biglietto, un semplice cartellino di prestito della Biblioteca Nazionale di Torino, che fu rinvenuto in un suo romanzo, recante la data antecedente del 16 gennaio 1950, e contenente le parole “Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”. In realtà nulla dobbiamo perdonargli, ma ancora oggi chiedergli perdono per non aver compreso allora il suo dramma esistenziale.

Mara Martellotta

 

SERVIZIO CIVILE NELLE PUBBLICHE ASSISTENZE ANPAS: 350 POSTI IN PIEMONTE

Pubbliche Assistenze Anpas della provincia di Torino: 137 posti fra sociale ed emergenza 118

 

Opportunità di servizio civile universale in Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) per ragazze e ragazzi di età compresa fra i 18 e i 29 anni non compiuti. Anpas con 2.860 posti si conferma il primo Ente in Italia. Nelle Pubbliche Assistenze Anpas del Piemonte sono 350 i posti disponibili, 137 posti nella sola provincia di TorinoSi potrà presentare domanda entro le ore 18 del 28 settembre, i settori di attività sono i servizi di emergenza 118 e di trasporto socio sanitario di tipo ordinario come servizi di accompagnamento per visite, terapie e dialisi. Un anno di crescita civile e formativa, di alto valore sociale ed educativo e di cittadinanza attiva.

Pubbliche Assistenze Anpas della provincia di Torino con il totale dei posti (sociale ed emergenza):

Croce Verde Bricherasio (6 Posti), Vssc Volontari Soccorso Sud Canavese Caluso (6 posti), Vasc Volontari Assistenza Soccorso Caravino (6 posti), Croce Verde Cavour (6 posti), Croce Verde Cumiana (6 posti), Ivrea Soccorso (6 posti), Croce Verde None (6 posti), Croce Bianca Orbassano (8 posti), Croce Verde Perosa Argentina (6 posti), Croce Verde Pinerolo (12 posti), Croce Verde Porte (5 posti), Croce Bianca Rivalta di Torino (6 posti), Croce Verde Rivoli (12 posti), Pubblica Assistenza Sauze d’Oulx (1 posto solo in ambito emergenza 118), Croce Verde Bessolese di Scarmagno (4 posti solo in ambito emergenza 118), Croce Giallo Azzurra Torino (2 posti solo in ambito sociale), Croce Verde Torino(20 posti), Croce Bianca del Canavese di Valperga (3 posti solo in ambito sociale), Croce Verde Vinovo Candiolo Piobesi (6 posti), Croce Giallo Azzurra Volvera (2 posti), Croce Bianca Volpianese (8 posti). Ad eccezione degli appartenenti ai corpi militari o alle forze di polizia, possono partecipare alla selezione i giovani, senza distinzione di sesso, che abbiano compiuto diciotto anni e non superato i ventotto anni (28 anni e 364 giorni) al momento della presentazione della domanda e in possesso dei seguenti requisiti: cittadini italiani, cittadini degli altri paesi dell’Unione europea, cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti e non aver riportato condanne. La durata del servizio è di dodici mesi, 30 ore settimanali. Ai volontari in servizio civile nazionale spetta un assegno mensile di 433,80 euro.

I progetti di servizio civile in Anpas, approvati e finanziati, che riguardano l’ambito del socio sanitario in Piemonte sono: Una parola e un sorriso (45 posti), Un servizio per te (46 posti), Senza barriere (50 posti), Viaggio solidale (46 posti).

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Tali progetti prevedono lo svolgimento di servizi socio-sanitari sia su pulmini sia su autoambulanze per quei cittadini che devono effettuare terapie come dialisi, trasporti interospedalieri, essere dimessi da ospedali o case di cura, frequentare centri diurni di socializzazione o riabilitazione. In molti casi gli utenti possono essere persone disabili che spesso necessitano di essere accompagnate negli spostamenti in quanto non autosufficienti o perché bisognosi di particolari accorgimenti durante la fase del trasporto. I progetti di servizio civile in Pubblica Assistenza Anpas nel campo del soccorso di emergenza 118 in Piemonte sono: Io per te (44 posti), In soccorso per te (47 posti), 112 Arriviamo (38 posti), Un cuore in soccorso (34 posti). Questi progetti includono, oltre alla possibilità di effettuare i servizi sociali precedentemente descritti, anche l’impiego in servizi di emergenza urgenza 118.I volontari in servizio civile saranno quindi impegnati nel ruolo di soccorritore in ambulanza e in tutte le mansioni concernenti le attività di emergenza e primo soccorso. I progetti prevedono l’inserimento e il tutoraggio dei volontari a partire da un’adeguata formazione certificata dalla Regione Piemonte e da un successivo periodo di affiancamento a personale più esperto. Le lezioni teorico-pratiche riguarderanno, tra gli altri argomenti, la gestione dell’emergenza, la rianimazione, l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno, il trattamento del paziente traumatizzato, la comunicazione e la relazione d’aiuto. È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di servizio civile, da scegliere tra i progetti inseriti nel bando. La presentazione di più domande comporta l’esclusione dalla partecipazione a tutti i progetti. La domanda di partecipazione, va indirizzata direttamente alla Pubblica Assistenza che realizza il progetto prescelto, deve pervenire alla stessa entro le ore 18 del 28 settembre.

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Al seguente link l’elenco delle Pubbliche Assistenze alle quali presentare domanda divise per provincia:

http://www.anpas.piemonte.it/2018/07/servizio-civile-in-pubblica-assistenza-anpas-disponibili-posti-in-piemonte/

Banditi mascherati rapinavano farmacie e hotel. I Carabinieri li hanno presi

Erano il terrore di farmacisti e portieri di  notte nella zona nord di Torino. Ora i tre rapinatori sono nelle mani dei carabinieri. Si tratta di una coppia di fidanzati,  40 anni lui e lei 26 anni, che sono agli arresti con l’accusa di rapina aggravata, e di un complice denunciato. Quando restavano al verde impugnavano coltello e cacciavite, si travisavano con sciarpe o mascherine antismog e rapinavano  farmacie e alberghi. Cinque i colpi solo tra il 4 e il 7 giugno. I militari  della compagnia Oltre Dora li hanno identificati  grazie alle telecamere di sorveglianza.

Impiegato filmava con uno smartphone sotto la gonna delle clienti alle Gru

I carabinieri hanno identificato un impiegato di 34 anni che filmava con uno smartphone sotto le gonne delle clienti del centro commerciale Le Gru di Grugliasco. L’uomo e’ stato segnalato da una 30enne che era stata pedinata. Sembra che non si tratti dell’unica persona presa di mira dal trentaquattrenne.