redazione il torinese

Tav, Toninelli: "Spreco di denaro. Ne parlerò con la Lega"

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Il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli intervistato da Omnibus su La7 ha detto a proposito di Tav  che  “M5s è sempre stato contro un’opera che è uno spreco di denaro assoluto. Se l’analisi costi-benefici sarà negativa, ne parleremo con la Francia, la Commissione Ue e  all’interno del Governo, e ne parleremo assolutamente con la Lega, senza alcun pregiudizio”. E ha aggiunto: “è importante per me oggi  gestire bene il portafoglio di denaro pubblico, cosa che prima non è mai stata fatta. L’analisi è arrivata. La stiamo analizzando, ci vorranno pochi giorni per dire se è ok”.

Venduti ai Minori: la complicità dei venditori nelle cattive abitudini dei nostri figli

 

Pub, discoteche e bar (64%), sono il principale accesso all’alcol dei nostri figli,  mentre il 65% dei rivenditori non ha controllato la loro età. Gravissimo il dato che segnala che quasi la  metà (48%) dei venditori di alcolici continua a somministrare alcol, nonostante lo stato di ubriacatura del minorenne

Il 40% del tabacco ai minori viene venduto nelle tabaccherie, mentre il 15% dichiara di avere accesso ai distributori automatici che vendono senza chiedere tessera. Mentre nei negozi che vendono la sigaretta elettronica, il 78% ha venduto ricarica di nicotina al  minore, senza verifica età.  In 7 cannabis shop su 10 erano assenti indicazioni relativamente all’uso del prodotto da collezione non adatto alla combustione e in ben il 68% dei rivenditori (quasi 7 su 10) dei cannabis shop hanno venduto il prodotto nonostante fossero minorenni.Rispetto al gioco d’azzardo, al 62% dei minori non è stato mai chiesto il documento per verificare l’età ed in un caso su due il rivenditore non si è rifiutato di farlo  giocare d’azzardo. Oltre 3 minori su 4 non hanno alcun filtro parental control sui propri device per impedire l’accesso ai siti porno. Solo il 15% dei rivenditori di connessione hanno avvertito del rischio pornografia utilizzando i device con le loro connessioni. Ben il 56% dei rivenditori dei videogiochi vende ai minori dei videogiochi 18+ cioè  con contenuti violenti o volgari. Obiettivo della ricerca è stato quello di conoscere il fenomeno della vendita, da parte degli adulti, ai minori dei prodotti vietati dalla legge come Alcol, Tabacco, Cannabis, Giochi d’azzardo, Pornografia ed autoregolamentati come i Videogioch 18+. “L’indagine del Moige apre uno squarcio molto ampio e decisamente preoccupante ed evidenzia la necessità di agire con urgenza per la tutela dei minori, rilanciando anche il tema dei controlli. Occorrono interventi normativi più stringenti verso chi compie atti così miserabili verso un minore.

Come Presidente di Commissione intendo, quindi, garantire un concreto e vigile supporto alle iniziative parlamentari nella individuazione di regole efficaci e inderogabili, per ricordarci che la tutela dei minori non è un optional per un Paese come l’Italia che deve ripartire puntando sui più piccoli: il senso stesso della vita futura”, ha affermato la Sen. Licia Ronzulli, Presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. ‘’Sono dati molto gravi e preoccupanti che fanno emergere un grande pericolo per la tutela dei nostri figli. Occorre ripensare e ridefinire il sistema di sanzioni, controlli e formazione. L’impegno a proteggere  i minori non può essere confinato solo in famiglia, ma riguarda tutti coloro che producono tali prodotti nocivi ai minori, che devono attivarsi fattivamente per garantire che non vadano a finire nelle mani dei nostri figli’’,  ha dichiarato Antonio Affinita, direttore generale del Moige – Movimento Italiano Genitori

 

 

I RISULTATI:

L’indagine, curata prof. Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma, insieme al suo team, riguarda un campione di ricerca di 1.388 minori tra gli 11 e i 17 anni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, con un’età media di 14 anni.  Rispetto alla collocazione geografica: 30% dal Centro Italia, 21% dal Nord Italia, 49% dal Sud Italia.

 

ACCESSO ALL’ALCOL. I minorenni acquistano alcolici, principalmente, in pub o discoteche (41,5%) o nei bar (23%), al supermercato (18,5%), al ristorante (7%) o all’alimentari (2,4%).

Da parte dei rivenditori non emerge una particolare attenzione al rispetto della normativa di tutela dei minori considerando che solo il 14% del campione ha visto il cartello di divieto di vendita nei locali; mentre il 33% non lo ha visto in nessun locale e il 15% solo in alcuni. Ma appare molto più preoccupante che circa 2 volte su 3 (65% dei casi) nessuno ha controllato l’età al momento dell’acquisto della bevanda alcolica e nel 38% dei casi, nonostante sia stata verificata la minore età dell’acquirente, gli esercenti non si sono rifiutati di vendere le bevande alcoliche. Inoltre, ancora più grave, nel 48% dei casi i venditori hanno continuato a vendere alcolici nonostante il visibile stato di ubriachezza degli under 18.

 

L’ACCESSO AL FUMO. L’accesso dei minori al fumo avviene attraverso le tabaccherie (51%) oppure sostengono di non acquistarle direttamente, ma di prenderle dagli amici (40%); Il 5% acquistano dai distributori automatici, mentre il 4% nei bar.  Considerando invece l’acquisto presso i distributori automatici, il nostro campione sostiene di aver aggirato il problema della verifica dell’età tramite tessera sanitaria chiedendo ad un amico più grande (66%) o utilizzando la tessera di un genitore o un fratello (19%). Un preoccupante dato il 15% dichiara, infine, che la verifica non era attiva, configurando quindi il macchinario come illegale. Anche nell’accesso al fumo di sigaretta vediamo che nel 63% dei casi non è stato controllato il documento di identità oppure che è stato controllato sporadicamente (34%);  Stesso copione anche per quanta riguarda la sigaretta elettronica, i giovani dichiarano che nel 78% dei casi non è stato chiesto loro un documento prima dell’acquisto e che 3 volte su 4 il rivenditore non si è rifiutato di vendere il prodotto nonostante fossero minorenni.

 

L’ACCESSO DEI MINORI ALLA CANNABIS LIGHT. Il campione intervistato riconosce come serie e permanenti le conseguenze del consumo di cannabis (68,1%) tuttavia non è da sottostimare il dato che il 7,5% dei minori ritiene che la cannabis non abbia nessun tipo di effetto sulla salute e sullo sviluppo. Per quanto riguarda la cannabis ‘’light’’ i ragazzi, tuttavia, non conoscono la norma che ne regolarizza la vendita e l’utilizzo, tant’è che solo il 27% di loro sa che è un prodotto tecnico e da collezione, non adatto alla combustione (quindi ad essere fumata) e vietato ai minori di 18 anni. Gli altri rispondono che è legale e si può fumare (27%) o che è sempre illegale (26%). Come per la cannabis, moltissimi (20%) rispondono che è legale su prescrizione medica; ancora una volta, probabilmente, le informazioni veicolate dai media tendono a confondere i giovani. Dai dati risulta che all’interno dei negozi che vendono canapa “legalizzata/light”: nel 30% dei casi  non erano presenti cartelli di divieto di vendita ai minorenni e il 35% dichiara di non averci fatto caso (quindi non esposti in luogo visibile). Solo il 21% degli intervistati li ha visti in alcuni negozi e il 14% dichiara di averli visti sempre. Inoltre: il 69,6% degli intervistati dichiara l’assenza di cartelli per spiegare il corretto utilizzo della sostanza; solo il 3,1% di loro dice di averli visti sempre. Nel 72,2% delle risposte i ragazzi dicono che non è stato chiesto loro un documento prima dell’acquisto della sostanza; il 19,5% di loro dichiara che gli è stato chiesto almeno una volta e solo l’8,3% che è stato fatto sempre. Infine, il campione afferma che nel 68% dei casi il rivenditore non si è rifiutato di vendere il prodotto nonostante fossero minorenni.

 

 L’ACCESSO DEI MINORI AL GIOCO CON VINCITA IN DENARO. L’83% dei ragazzi intervistati conosce correttamente la norma che vieta il gioco con vincita in denaro  ai minori di 18 anni, nonostante tra i minorenni che praticano il gioco d’azzardo solo il 38% ha visto il cartello relativo al divieto mentre il 62% non lo ha visto sempre o non ci ha fatto caso; anche in questo ambito, appare evidente la complicità degli adulti considerando che il 62% degli intervistati ha risposto che non è stato chiesto un documento per verificare l’età e, nel 54%, dei casi, anche qualora sia stata verificata la loro minore età, i rivenditori non si sono rifiutati di farli giocare; Sono le scommesse la principale azione di gioco d’azzardo che praticano i minori, che sono privilegiate nel 58% delle scelte dei minori. Anche rispetto al gioco d’azzardo on line, pare che i controlli non siano efficaci a fermare i ragazzi: il 50% dei giocatori dice di essere riuscita ad aggirare il controllo dell’età. Un dato interessante emerge dalla domanda su come hanno conosciuto il gioco d’azzardo: il 45% del campione dice infatti di aver visto una pubblicità in tv.

 

L’ACCESSO DEI MINORI AI CONTENUTI PORNOGRAFICI. Per l’accesso ai contenuti pornografici i ragazzi utilizzano principalmente smartphone (59,3%), tablet (14,1%), e pc collegato ad Internet (8,4%). È dunque, secondo il campione, attraverso Internet che hanno la possibilità di trovare materiale pornografico. Il 76% dei minorenni partecipanti all’indagine dice di non avere alcun filtro parental control sui propri device, o di essere riuscito ad eliminarlo (6,3%). Rispetto a come si procurano il materiale pornografico il 95% di loro dice di non comprarlo ma di cercarlo gratuitamente navigando on line dai propri device. I pochissimi che lo acquistano, il 38,2% lo fa su internet; gli altri lo comprano presso attività commerciali (26,5%), sulle bancarelle (16,2%) o sulla pay tv (10,3%). Sia per quanto riguarda la vendita fisica (59,2%) che la visione on line (78,8%) di materiale pornografico i ragazzi del campione affermano che non c’è stata verifica dell’età; addirittura presso i rivenditori fisici per il 56,3% di loro, non è stato un problema acquistare materiale pornografico, nonostante avessero accertato la minore età. Ancora una volta Internet si conferma come un mezzo per trasgredire facilmente.

 

L’ACCESSO DEI MINORI AI VIDEOGIOCHI 18+. Per quanto riguarda la dimensione della percezione del rischio e delle conseguenze, a breve e lungo termine, dell’utilizzo di videogiochi con contenuti violenti o volgari, il campione intervistato sottostima i rischi e, infatti, il 33,6% ritiene che non vi sia alcun rischio mentre il 42,3% che ce ne siano pochi; tra i minori che giocano è abbastanza diffuso il fenomeno del gioco on line e, infatti, spesso i ragazzi utilizzano la connessione on line per giocare con amici (26,8%) o con sconosciuti (4,8%). Quando abbiamo chiesto ai ragazzi se avessero mai giocato a giochi con contenuti volgari o violenti il 49,6% dice di averlo fatto; interessante leggere che il 16% di loro “non sa rispondere, perché non ci ha fatto caso”. Sembrerebbe che i giovani non prestino attenzione ai livelli di violenza o volgarità presenti nei loro videogiochi e, allo stesso tempo, che non siano guidati a comprendere i rischi che corrono. Solitamente i ragazzi acquistano videogiochi non adatti ai minori in negozio (56,2%), o li fanno comprare ai genitori (9,9%). Secondo il campione in questi negozi non è presente alcun avviso informativo sul prestare attenzione all’età minima consigliata (26%) o non hanno fatto caso alla presenza di quest’ultimo (19%), né il rivenditore glielo ha fatto notare (65%). Anche rispetto alle piattaforme on line, i ragazzi riferiscono di non aver visto avvisi (34%) o di averli visti solo poche volte (34%).

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Documento integrale dell’indagine e la relativa sintesi si possono scaricare su: www.moige.it/progetto/venduti-ai-minori

Piatti fuori norma per i cibi della casa di riposo

I Carabinieri dei Nas hanno effettuato il mese scorso, ma la notizia si è
diffusa soltanto ora, il sequestro di piatti e stoviglie biodegradabili (circa
4000) presso il Self service della casa di riposo di Casale Monferrato, del
quale usufruiscono come refettorio gli alunni della scuola media Leardi, in
quanto   sprovvisti   dell’etichettatura   prevista   dalla   legge.  Tutto   sarebbe
partito dalla segnalazione di una mamma preoccupata del racconto della
figlia dodicenne secondo cui la plastica faceva reazione a contatto con i
cibi   più   caldi.   Il   sindaco   di   Casale,   Titti   Palazzetti,   e   l’assessore
all’istruzione, Ornella Caprioglio, dopo aver ricordato che in tutte le mense
nelle  scuole   vengono  utilizzati   piatti  in   ceramica  e   posate   metalliche
precisano che “la ditta fornitrice, situata nel cuneese, sarà chiamata a
rispondere dell’inadempienza. Il Comune e la ditta che prepara i pasti non
hanno alcuna responsabilità in proposito e non erano stati avvisati, come
del resto la scuola, della problematica emersa”: In ogni istituto esiste la
commissione mensa, formata da rappresentanti di genitori e docenti di
riferimento che sono a diretto contatto con l’assessorato all’istruzione.
“Siamo dispiaciute – dicono ancora Palazzetti e Caprioglio – che l’episodio
non sia stato contestualmente segnalato alla scuola, alla commissione, al
Comune”.
Massimo Iaretti

Ragazzino di 15 anni muore in ospedale per meningite

DAL LAZIO    Un ragazzino di 15 anni è morto ieri in serata nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma, dove era stato ricoverato nella mattinata . Il decesso è dovuto ad una sepsi meningococcica. Sono immediatamente scattate le procedure di profilassi presso i familiari del ragazzo e gli amici che erano stati in contatto con lui e la profilassi è stata estesa anche alla scuola frequentata dal ragazzino nel territorio della Asl Roma 2.

Mala tempora currunt. Anzi, di più

Non mi riconosco più nel nostro Paese. Almeno in una classe politica che non perde occasione per polemizzare ed ascrivere a sé i meriti di  qualcun altro. In una eterna competizione che si chiama campagna elettorale
Mi sento apolide e francamente stanco con desideri di isolamento ed autocensura. Una classe politica che persino sull’arresto di Battisti polemizza. Dopo l’estradizione sarà completa la vittoria dello Stato italiano, come credo dello Stato brasiliano. Eravamo piccoli piccoli quando alle elementari ad educazione civica ci insegnavano che lo Stato è di tutti e fatto da tutti. Ma oramai l’ignoranza è dilagante. Non so se parte dalla società civile ed arriva alla società politica o viceversa. C’ è chi sostiene l’ inutilità dopo trent’anni della vendetta. Ignoranza pura. Lo Stato non si fa vendetta.  Lo stato applica le leggi e la giustizia. Ma mi sa che questa volontà di analisi razionale viene rifiutata dagli stessi nostri governanti. La propaganda è più forte di ogni altra cosa. Di ogni altra valutazione. Come ( ad esempio ) l’unità della nazione intorno allo Stato. Ne parlava all’inizio dell’Ottocento il filosofo idealista tedesco Fitche. Con Di Maio manco pretendiamo che lo conosca. Ma il Matteo lombardo-veneto dovrebbe essere impregnato di cultura e sapere il tedesco. Di contraltare, come una faccia della stessa medaglia, gli  individui della sinistra sbrindellata. Già molto arrabbiati per le manifestazioni i pro Tav non sopportano che Battisti venga definito un terrorista rosso. Sottolineano che il governo del Brasile sarà credibile solo se consegnerà anche  terroristi neri. Si danno la zappa sui piedi. Saranno ulteriormente credibili quando soddisferanno le italiane richieste anche sui terroristi neri. Anche. Da un lato il Matteo Fregolini si dà la medaglia di averlo arrestato . Singoli esponenti della sinistra sbrindellata che cercano giustificazioni per sminuire l’altro. Entrambi con il presupposto del falso. Entrambi con la netta certezza della propria e totale giustezza di un’idea che trova linfa vitale nell’altrui totale ingiusta idea. Lontani dall’ illuminismo. Dividersi  anche sul terrorismo è decisamente demenziale. Magari si guadagna nel breve tempo una manciata di voti, alimentando con la benzina il  fuoco non sacro delle polemiche. Altro nome della ingovernabilità di questo nostro Paese. E a Torino non siamo messi bene. Chiara Appendino si è incontrata con la sottosegretaria Laura Castelli per evitare il dissesto del nostro Comune. Arriverà il commissario? Siamo solo all’inizio di questo nuova tragedia. Il cambio del Sindaco ha semplicemente peggiorato le cose. Non tutta colpa loro. I torinesi hanno scelto un medico ed una medicina assolutamente inadeguati  Dunque è peggiorata la situazione. E l’ unica cosa da non fare è procrastinare le situazioni.  Assessori e consiglieri pentastellati si troveranno un lavoro. Un lavoro vero ancorché tanto lavoro non ci sia . Ma non mi si venga a dire che sei mesi dopo essere stati eletti non avevano capito. O per meglio dire ( forse ) la maggioranza dei pentastellati non aveva capito. Ma i capataz sicuramente avevano compreso e hanno tentato di salvare la situazione.  Ora tutto quello che c’era da vendere è stato venduto. Ed attrarre investimenti stranieri è pressoché impossibile. Così la risposta della Fiat non si è fatta attendere. Dopo questa finanziaria nessun investimento in Italia e dunque a Torino. Strumentale? Forse, ma non abbiamo la controprova. La tragedia rimane tragedia. Non diventa neanche farsa che in sé ha una dimensione di allegria Proprio ma proprio vero che non si può ascrivere solo ai pentastellati il dissesto.  I loro no hanno pesato e pesano come un macigno sulle sorte della. Città. No Tav. No Olimpiadi. No G7. NO è poi ancora NO. Vien voglia da dirgli tenetevi ben forte questi vostri no. No che portano ad un solo grande rifiuto. Il ministro Tria vuole e deve essere non allarmista. Ma in cuor suo sa che l’Italia sta entrando in recessione. Tutta l’Europa sta entrando se non è già in recessione. Meno consumi e  meno produzione. Meno lavoro. Di nuovo lo spettro di una pesante crisi. Ed il reddito di cittadinanza ha fatto il resto. Ovviamente in peggio. Lo ha fatto anche nella sua attuale indeterminazione voluta, tirando a campare fino alle elezioni prossime. Poi vedranno. Così la sommatoria di una crisi europea con una crisi italiana con una crisi di Torino. C’ è uno sconsolante filo che lega la vicenda del rimpatrio del terrorista Battisti con il possibile default del nostro Comune. Mai così profonda crisi sociale economica e politica del nostro sistema ha avuto una classe politica cosi incapace. Altro che mala tempora currunt. Di più, purtroppo.
Patrizio Tosetto

A lezione di tasse con i commercialisti

Da giovedì 17 gennaio riprende l’ iniziativa dell’ Ordine dei Commercialisti di Torino: “Tasse: ce le racconta il commercialista”, attuata con il patrocinio dell’ Ufficio Scolastico Regionale. Si parte dalla scuola elementare Chiovini, di Torino. Si sono prenotati altri 25 istituti


L’appuntamento è per giovedì prossimo, 17 gennaio, alle ore 10,30,alla scuola Chiovini, di via
Baltimora 76, a Torino. Gli alunni delle quarte e quinte elementari impareranno perchè è interesse del buon cittadino pagare le tasse, che servono per riparare le strade, comprare e far circolare bus e tram, costruire scuole e ospedali, tenere pulite le città. Concetti semplici, che i
commercialisti/docenti illustreranno con l’ aiuto di un filmato e di tavole illustrate. Ai bimbi sarà poi donato un libretto e un attestato di frequenza. L’ iniziativa dell’ Ordine dei Commercialisti di Torino e Provincia ha avuto sin dall’ inizio il sostegno dell’ Ufficio Scolastico Regionale e, infatti, alla prima lezione sarà presente il Dirigente Stefano Suraniti, che darà il benvenuto ai due commercialisti “in cattedra”, Rosanna Chiesa e Alessandro Martini. Altri 25 istituti scolastici (ma il numero potrebbe ancora crescere) si sono già prenotati per ospitare queste lezioni di legalità fiscale. l progetto “Tasse ce le racconta il Commercialista” ha preso il via a inizio del 2017 ed è stato subito accolto con favore da scuole e insegnanti. Il passaparola ha contribuito notevolmente alla sua diffusone. Novanta commercialisti, tutti volontari hanno seguito un corso di formazione presso il loro Ordine. “Il progetto – afferma il Presidente dell’ Ordine, Luca Asvisio – si inquadra nell’ambito delle attività che svolgiamo in modo volontario a servizio della società, secondo quella collaborazione interistituzionale che chiamiamo ‘Modello Torino”. Ad oggi le ore di lezione sono state 213 in altrettante classi quarte e quinte elementari, per un totale di oltre 5 mila bimbi coinvolti. Gli istituti che hanno ospitato le “lezioni di tasse” sono stati 90, 66 a Torino e 24 in provincia (Airasca, Buttigliera Alta, Carignano,Castiglione, Ceretta, Chieri, Coazze, Collegno, Cossano Canavese, Fiano, Foglizzo, Forno C.Se, Giaveno, La Cassa, Luserna San Giovanni, Moncalieri, Pino T.se, Piossasco, Rivara C.se, Robassomero, San Francesco Al Campo, San Maurizio C.se, Settimo T.se, Verrua Savoia). Un successo che ha suscitato l’interesse di Ordini dei Commercialisti di altre province, ultimo in ordine di tempo quello di Prato, dove la referente del progetto, Nadia Pompeo, e la Direttrice dell’Ordine di Torino, Lorella Testa, nei mesi scorsi si sono recate a tenere un corso di formazione ai colleghi che hanno poi tenuto le lezioni nelle scuole.

Dl sicurezza, Regione avanti con il ricorso

Il dibattito sul ricorso che la Giunta regionale presenterà alla Corte Costituzionale contro il “decreto sicurezza” del Governo ha occupato gran parte della seduta di martedì 15 gennaio, con le comunicazioni in apertura dell’assessora alle Politiche Monica Cerutti, chieste dal gruppo Forza Italia, e le conclusioni del presidente Sergio Chiamparino


“Il decreto sicurezza rischia di rappresentare un danno per il nostro territorio – ha spiegato Cerutti – e mette in discussione il sistema finora costruito. Prevediamo un aumento esponenziale degli irregolari, che per potersi mantenere rischiano di essere impiegati nel lavoro nero o di essere assoldati dalla criminalità. Il nostro ricorso alla Consulta è il naturale approdo dopo un lungo lavoro. Il decreto porterà allo smantellamento degli Sprar con la perdita di 350 posti di lavoro, graverà sul sistema sanitario regionale e, secondo l’Anci, le spese sociali aggiuntive saranno di 22 milioni di euro”. Il capogruppo di Forza Italia Andrea Fluttero ha lamentato “la mancanza di un confronto prima della scelta. Nel merito mi pare che l’unico elemento che presenta rilievi significativi sia quello della revoca della cittadinanza. Gli altri sono argomenti politici che non giustificano un ricorso alla Corte su un provvedimento che è stato già controfirmato dal Capo dello Stato. Molti presidenti di Regione non hanno scelto tale via. Abbiamo il 7,6% di Pil da recuperare rispetto alle regioni del nord, siamo al quarto posto. Chiamparino usi gli ultimi mesi della legislatura per risolvere i problemi dei piemontesi e ritiri il ricorso”. Per il Partito Democratico sono intervenuti i consiglieri Domenico RavettiPaolo AllemanoAndrea AppianoVittorio BarazzottoLuca CassianiNadia ConticelliAntonio FerrentinoGabriele Molinari sottolineando che “noi dovremmo comprendere le percezioni di cittadini e allinearle alla realtà, non fomentare la rabbia. Questo ricorso è un’azione per incidere davvero, in Italia molti sarebbero d’accordo e in questi giorni si è già sentita la voce di chi considera  questo governo il peggiore della nostra storia. Ieri l’Anci ha spiegato che ci sarà bisogno di circolari interpretative, che magari saranno diverse a seconda della prefettura. Siamo di fronte a una legge scritta male, che incide sui diritti fondamentali. Il ministro degli Interni dovrebbe fare un giro nei pronto soccorso delle periferie: mettere in discussione il sistema di accoglienza è frutto della volontà ideologica di cavalcare il tema, bisognava invece snellire le pratiche e garantire servizi adeguati”. Per Giorgio BertolaDavide Bono e Federico Valetti (M5S) “la realtà dei fatti è che c’è grande e grave disagio nei nostri territori. Chi abita in piazza vittorio come Chiamparino forse non ha contezza di quello che accade nelle periferie delle città. Non dobbiamo né cavalcare né ignorare il disagio. Questo governo sta cambiando l’immagine e l’autorevolezza dell’Italia in Europa, tutti devono essere parte della soluzione e non scaricare su qualcuno i problemi. a forza di retorica buonista e terzomondista, ci si dimentica delle persone che soffrono. Ci siamo preoccupati delle condizioni dei paesi da cui si parte e non di quelle in cui si arriva e accogliamo queste persone per permetterci di mantenere i nostri stili di vita con manodopera a basso costo”. Secondo Marco Grimaldi (Leu) “il decreto sicurezza minerà gli sforzi regionali per una distribuzione su tutto il territorio dell’accoglienza e smantellerà gli Sprar gestiti dai Comuni, che hanno favorito percorsi di integrazione e relazione, ingolfando i Centri di Permanenza per Rimpatri (ex Cie). Con questa legge odiosa si vuole negare in modo discriminatorio ad alcuni il diritto fondamentale alla salute, la possibilità di cercare o mantenere un contratto di lavoro, l’accesso ai servizi del territorio (i centri per l’impiego, un conto in banca, gli asili nido e le scuole dell’infanzia) e creare un esercito di invisibili Per questo in Piemonte dobbiamo proseguire lungo la strada dell’accoglienza diffusa, continuare a fornire cure e servizi e impugnare il decreto”. “Troviamo stucchevole – ha dichiarato il capogruppo Fdi Roberto Ravello – il solito spettacolo di soggetti che si arrogano senza alcun titolo il diritto di distribuire patenti di legittimità su chi è titolato ad esprimersi su certi temi, a partire dall’immigrazione. Ma soprattutto, registriamo l’ennesimo segnale di distacco della maggioranza di centrosinistra dalla realtà: da un lato abbiamo chi ha ridotto in modo consistente il numero degli sbarchi e dall’altra una Giunta regionale che lamenta la diminuzione dei richiedenti asilo nel circuito degli Sprar, invece che occuparsi dei problemi dei piemontesi”. Sulla stessa linea Gianluca Vignale (Mns): “voglio dire a Cerutti che dal 2014 al 2017 in Italia sono entrate 250 mila persone di cui abbiamo perso le tracce, di questi 40 mila sono minori non accompagnati. Questi sono dei clandestini che girano per l’Europa ospitale per cercare di avere sussidio economico e futuro. Per cui il vostro timore di mancanza di controlli è tardivo. In questa regione solo l’8-9% ha diritto d’asilo e sul fronte dell’emergenza sanitaria si spendono troppe risorse, garantendo un numero elevato di servizi ai clandestini con corsie preferenziali rispetto ai normali cittadini. L’idea universale di accoglienza è portata avanti da chi da troppo tempo non si confronta con la povertà che c’è in Piemonte”. Per Benito Sinatora (Lega Nord) “promuoviamo un ricorso come se il decreto avesse già prodotto effetti. Le leggi buoniste sono fallite, la Giunta vive una realtà diversa da quella dei cittadini comuni che subiscono gli effetti di un’immigrazione selvaggia e incontrollata. Queste politiche sono state bocciate dal popolo italiano che il 4 marzo ha dato un messaggio chiarissimo e oggi sperate che la magistratura si schieri contro il governo democraticamente eletto”. “Non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B – è stato l’invito di Stefania Batzella (Mli) – ho apprezzato il ricorso della Regione, dobbiamo difendere e tutelare i diritti umani e i diritti delle persone. Sembra che la storia, con le sue tragedie non ci abbia insegnato nulla. L’immigrazione va controllata e gestita, ma non si possono lasciare morire le persone in mare”. “Nell’avanzare questo ricorso ci siamo avvalsi di una prerogativa della Giunta, senza invadere alcuna competenza del Consiglio regionale”, ha concluso Chiamparino. “Il nostro ricorso non è sui principi costituzionali, anche se mi auguro che questi principi siano oggetto di altri ricorsi, ma è sul conflitto di attribuzione dei poteri perché il decreto ha effetto sulle politiche di cui siamo titolari, come la sanità e i servizi sociali”.

Una full immersion di cinema erotico sotto la Mole

Si apre domani al Cinema Massimo in collaborazione con il Museo del Cinema la quarta edizione di “Fish&Chips Film Festival” in programma fino a domenica 20 gennaio. Quattro giorni di full immersion tra 70 film, incontri, mostre, party e laboratori tutti imperniati sul mondo dell’erotismo e della sessualità

Sarà un’edizione arricchita da nuovi temi e collaborazioni con altri festival garantisce la direttrice artistica del festival Chiara Pellegrini. “Raccontiamo, descriviamo e viviamo l’erotismo, la pornografia e la sessualità in un periodo storico in cui si assiste al preoccupante ritorno di antichi oscurantismi e all’appiattimento dell’offerta culturale, che fanno mal sperare per il futuro.” afferma Marco Petrilli, vicedirettore del festival “Quattro anni per condividere un messaggio di libertà, coraggio e indipendenza che, ancora una volta, anche nel 2019, dalle sale del Cinema Massimo si diffonderà per tutti i luoghi del festival. E non solo.Anche quest’anno non mancano gli omaggi a personalità di spicco dello scenario erotico e pornografico mondiale e fra i protagonisti spicca il regista Davide Ferrario, presente anche in qualità di giurato, che presenterà in sala la proiezione in 35 mm di “Guardami “, film ispirato alla vita di Moana Pozzi da lui diretto vent’anni fa. Ad inaugurare il festival alle ore 21.00 al Cinema Massimo sarà il film vincitore dell’Orso d’oro alla scorsa Berlinale “Touch me not” di Adina Pintilie. Il film segue le vicende di diversi personaggi che cercano di superare le proprie barriere mentali per esprimere meglio la propria emotività nella sfera sessuale. Il Wet Party è la festa imperdibile di Fish&Chips di sabato 19 gennaio a mezzanotte, al Bunker con una novità: le ragazze del progetto Pornopoetica accoglieranno gli ospiti in una dark room per lasciare campo libero alla sperimentazione delle proprie fantasie erotiche. La performance live electro-wave-tropicale dei Dadi Etro e, a seguire, dj Gwen Stefaninini e Malormone Crew contribuiranno a scaldare l’atmosfera. Durante i giorni del festival sarà possibile, inoltre, visitare, nella galleria Spacenomore, la mostra Ginger&Glamour: una selezione di locandine di film hard anni Settanta e Ottanta che testimoniano un tempo neanche troppo lontano in cui il senso della trasgressione non era così esplicito e provocatorio come quello a cui siamo abituati oggi.

Giuliana Prestipino

Per maggiori informazioni consultare i seguenti link:

www.fishandchipsfilmfestival.com | info@fishandchipsfilmfestival.com

Facebook facebook.com/fishandchipsfilmfestival | Twittertwitter.com/fish_chipsff | Instagram instagram.com/fishandchipsfilmfest

 

Sofia Rastello: “l’Italia faccia la sua parte per il rifinanziamento del Fondo Globale”

 

L’11 gennaio il Fondo Globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria ha annunciato che punterà a raccogliere 14 miliardi di dollari per il prossimo triennio, somma necessaria per continuare a svolgere il suo lavoro nella lotta a tre delle malattie più mortali al mondo

 Il Fondo Globale, un partenariato tra governi, organizzazioni della società civile e il settore privato nato nel 2002, mira a raccogliere tale somma entro la conferenza di rifinanziamento del prossimo ottobre che vedrà riuniti i maggiori donatori mondiali, tra i quali anche l’Italia, a Lione, Francia. Sofia Rastello, Giovane Ambasciatrice dell’organizzazione anti-povertà ONE, ha reagito all’annuncio dichiarando: “Come giovane attivista ONE, mi batto per un mondo più equo dove la possibilità di vivere una vita dignitosa non sia un privilegio ma un diritto di tutti. Con la conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale il prossimo ottobre si presenta all’Italia l’opportunità di rinnovare il proprio impegno sul fronte della salute globale e di fare la sua parte affinché epidemie come l’AIDS, la tubercolosi e la malaria siano relegate al passato. La salute dovrebbe essere un diritto universale in ogni angolo del pianeta.”Nel corso del 2018 e nel contesto della campagna italiana ONE Vote Italia, Rastello e gli altri Giovani Ambasciatori hanno incontrato oltre 35 tra Ministri, Deputati e Senatori, tra i quali la Viceministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Emanuela Del Re, l’On. Paolo Gentiloni e la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, per chiedere il loro sostegno nella lotta alla povertà estrema e alle malattie prevenibili. Tra le raccomandazioni chiave che Rastello ha rivolto ai rappresentanti politici che ha incontrato, la necessità da parte del governo italiano di contribuire al pieno rifinanziamento di meccanismi multilaterali efficaci come il Fondo Globale che, ad oggi, ha contribuito a salvare oltre 27 milioni di vite nel mondo. Romilly Greenhill, referente di ONE per l’Italia, ha aggiunto: “È fondamentale che il Fondo globale, una delle organizzazioni più efficaci nell’ambito della saluta globale, sia pienamente rifinanziato per continuare a salvare milioni di vite. Ci auguriamo che anche questa volta l’Italia faccia la sua parta e rinnovi l’ambizione dimostrata durante l’ultima conferenza di rifinanziamento nel 2016, quando ha aumentato il proprio contributo al Fondo Globale rispetto al triennio precedente.”

 

Il Fondo Globale

Il Fondo Globale è un partenariato tra governi, organizzazioni della società civile, settore privato e persone affette da AIDS, tubercolosi e malaria, nato nel 2002 per accelerare la lotta contro le tre malattie. Raccoglie e investe quasi 4 miliardi di dollari l’anno per sostenere programmi gestiti da esperti locali nelle comunità e nei paesi più bisognosi. Milioni di vite sono già state salvate e servizi di prevenzione, trattamento e assistenza sono stati forniti a centinaia di milioni di persone, contribuendo a rivitalizzare intere comunità, rafforzare i sistemi sanitari locali e migliorare le economie. Per più informazioni sul Fondo Globale:

https://www.theglobalfund.org/en/

 

Cos’è ONE

ONE è un’organizzazione sostenuta da oltre 9 milioni di membri, tra i quali 70.000 in Italia, che opera con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà estrema e le malattie prevenibili, soprattutto in Africa. Apolitica, ONE mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lavorare di concerto con i leader politici per combattere l’AIDS e le malattie prevenibili, aumentare gli investimenti per l’istruzione, l’agricoltura e l’alimentazione e chiedere ai governi maggiore trasparenza nei programmi di lotta alla povertà. Per saperne di più visita: one.org

 

Programma “Youth Ambassador”

Gli ambasciatori ONE sono un gruppo di giovani volontari estremamente motivati, selezionati tramite bando pubblico, che conducono attività di sensibilizzazione in tutta Europa per porre fine alla povertà estrema. Sollecitano un impegno concreto dei responsabili politici, lavorano con i mezzi di comunicazione per aumentare la visibilità delle campagne ONE e incoraggiano il pubblico a sostenere le petizioni e le altre azioni ONE con attività online ed eventi locali. Per saperne di più visita: one.org/youthambassadors.

 

Sofia Rastello: "l’Italia faccia la sua parte per il rifinanziamento del Fondo Globale"

 
L’11 gennaio il Fondo Globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria ha annunciato che punterà a raccogliere 14 miliardi di dollari per il prossimo triennio, somma necessaria per continuare a svolgere il suo lavoro nella lotta a tre delle malattie più mortali al mondo

 Il Fondo Globale, un partenariato tra governi, organizzazioni della società civile e il settore privato nato nel 2002, mira a raccogliere tale somma entro la conferenza di rifinanziamento del prossimo ottobre che vedrà riuniti i maggiori donatori mondiali, tra i quali anche l’Italia, a Lione, Francia. Sofia Rastello, Giovane Ambasciatrice dell’organizzazione anti-povertà ONE, ha reagito all’annuncio dichiarando: “Come giovane attivista ONE, mi batto per un mondo più equo dove la possibilità di vivere una vita dignitosa non sia un privilegio ma un diritto di tutti. Con la conferenza di rifinanziamento del Fondo Globale il prossimo ottobre si presenta all’Italia l’opportunità di rinnovare il proprio impegno sul fronte della salute globale e di fare la sua parte affinché epidemie come l’AIDS, la tubercolosi e la malaria siano relegate al passato. La salute dovrebbe essere un diritto universale in ogni angolo del pianeta.”Nel corso del 2018 e nel contesto della campagna italiana ONE Vote Italia, Rastello e gli altri Giovani Ambasciatori hanno incontrato oltre 35 tra Ministri, Deputati e Senatori, tra i quali la Viceministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Emanuela Del Re, l’On. Paolo Gentiloni e la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, per chiedere il loro sostegno nella lotta alla povertà estrema e alle malattie prevenibili. Tra le raccomandazioni chiave che Rastello ha rivolto ai rappresentanti politici che ha incontrato, la necessità da parte del governo italiano di contribuire al pieno rifinanziamento di meccanismi multilaterali efficaci come il Fondo Globale che, ad oggi, ha contribuito a salvare oltre 27 milioni di vite nel mondo. Romilly Greenhill, referente di ONE per l’Italia, ha aggiunto: “È fondamentale che il Fondo globale, una delle organizzazioni più efficaci nell’ambito della saluta globale, sia pienamente rifinanziato per continuare a salvare milioni di vite. Ci auguriamo che anche questa volta l’Italia faccia la sua parta e rinnovi l’ambizione dimostrata durante l’ultima conferenza di rifinanziamento nel 2016, quando ha aumentato il proprio contributo al Fondo Globale rispetto al triennio precedente.”
 
Il Fondo Globale
Il Fondo Globale è un partenariato tra governi, organizzazioni della società civile, settore privato e persone affette da AIDS, tubercolosi e malaria, nato nel 2002 per accelerare la lotta contro le tre malattie. Raccoglie e investe quasi 4 miliardi di dollari l’anno per sostenere programmi gestiti da esperti locali nelle comunità e nei paesi più bisognosi. Milioni di vite sono già state salvate e servizi di prevenzione, trattamento e assistenza sono stati forniti a centinaia di milioni di persone, contribuendo a rivitalizzare intere comunità, rafforzare i sistemi sanitari locali e migliorare le economie. Per più informazioni sul Fondo Globale:
https://www.theglobalfund.org/en/
 
Cos’è ONE
ONE è un’organizzazione sostenuta da oltre 9 milioni di membri, tra i quali 70.000 in Italia, che opera con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà estrema e le malattie prevenibili, soprattutto in Africa. Apolitica, ONE mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lavorare di concerto con i leader politici per combattere l’AIDS e le malattie prevenibili, aumentare gli investimenti per l’istruzione, l’agricoltura e l’alimentazione e chiedere ai governi maggiore trasparenza nei programmi di lotta alla povertà. Per saperne di più visita: one.org
 
Programma “Youth Ambassador”
Gli ambasciatori ONE sono un gruppo di giovani volontari estremamente motivati, selezionati tramite bando pubblico, che conducono attività di sensibilizzazione in tutta Europa per porre fine alla povertà estrema. Sollecitano un impegno concreto dei responsabili politici, lavorano con i mezzi di comunicazione per aumentare la visibilità delle campagne ONE e incoraggiano il pubblico a sostenere le petizioni e le altre azioni ONE con attività online ed eventi locali. Per saperne di più visita: one.org/youthambassadors.