redazione il torinese

"Nuovo locale a Santa Giulia? I residenti non ne possono più"

“Se all’Amministrazione interessa davvero combattere la malamovida in Vanchiglia, ci auguriamo che lo dimostri impedendo nuove aperture indiscriminate”

Secondo voci insistenti sta per aprire in Santa Giulia un nuovo locale di somministrazione al civico 10 D. L’ennesimo che, a quanto risulta, venderà anche alcolici. I residenti, che anche questa mattina si sono svegliati dovendo vedere lo scandaloso spettacolo dei “resti” lasciati dalla notte di malamovida, non ne possono più. Ci chiediamo se all’Amministrazione interessi davvero, o solo a parole, combattere questo fenomeno, ormai sfuggito di mano. La Giunta dimostri le sue positive intenzioni impedendo l’apertura indiscriminata di nuovi locali. Diversamente, serviranno a poco tutte le altre misure, compreso l’impegno relativo ai livelli rilevati dall’Arpa.Sembra quasi che ormai chiunque si senta di improvvisarsi barista o gestore di locali. È ora di iniziare ad applicare daspo urbani.

 

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Ferdinando DApice, Coordinatore II Commissione, Circoscrizione 7.

Giorno della Memoria, il dovere di non voltare lo sguardo altrove

di Marco Travaglini

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Così recita l’articolo 1 della Legge 20 luglio 2000, n. 211 che ha istituito il “Giorno della Memoria”. Il 27 gennaio del 1945 cadeva di sabato e le truppe sovietiche, giunte nella cittadina polacca di Oswieçim (in tedesco Auschwitz), a circa 60 km da Cracovia, abbatterono i cancelli del campo di sterminio, liberando circa 7.650 prigionieri. Ad Auschwitz, circa due settimane prima, i nazisti si erano precipitosamente ritirati, portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono lungo il percorso.

L’orrore dei campi della morte

In realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi nel profondo est polacco, come quelli di Chełmno e di Bełżec, ma questi, essendo di sterminio e non di concentramento, come Treblinka e Sobibòr, erano vere e proprie fabbriche di morte dove i deportati venivano immediatamente uccisi nelle camere a gas. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente, per la prima volta, al mondo l’orrore del genocidio nazista. Solo ad Auschwitz, furono deportate più di un milione e trecentomila persone. Novecentomila furono uccise subito al loro arrivo e altre duecentomila morirono a causa di malattie, fame e stenti. I soldati sovietici si trovarono di fronte non solo i pochi sopravvissuti ridotti a pelle e ossa, ma, durante l’ispezione del campo, rinvennero le prime tracce dell’orrore consumato all’insaputa del mondo intero: tra i vari resti, quasi otto tonnellate di capelli umani. Lì, nel sud della Polonia, a partire dalla metà del 1940, funzionò il più grande campo di sterminio di quella sofisticata “macchina” tedesca denominata “soluzione finale del problema ebraico”.

Sette milioni di morti

Auschwitz era una vera e propria metropoli della morte, composta da diversi campi come Birkenau e Monowitz, estesa per chilometri. C’erano camere a gas e forni crematori, ma anche baracche dove i prigionieri lavoravano e soffrivano prima di venire avviati alla morte. Gli ebrei arrivavano in treni merci e, fatti scendere sulla cosiddetta “Judenrampe” (la rampa dei giudei), subivano un’immediata selezione, che li portava quasi tutti direttamente alle “docce”, come i nazisti chiamavano le camere a gas.I morti nei campi di sterminio, ai quali vanno aggiunti anche le centinaia di migliaia di ebrei uccisi nelle città e nei villaggi di Polonia, Ucraina, Bielorussia, Russia, nei ghetti come quello di Varsavia e altri ancorafurono più di 7 milioni. Oltre che nei campi di sterminio più a est, gran parte delle vittime dei nazisti trovò la morte nei lager di Auschwitz-Birkenau, Dachau, Flossemburg, Dora-Mittelbau, Neuengamme, Ravensbruck, Mauthausen, Buchenwald, Terezin.

La deportazione italiana

Dei deportati italiani, almeno 8.600 furono gli ebrei e circa 30 mila i partigiani, gli antifascisti e i lavoratori (questi ultimi arrestati in gran parte dopo gli scioperi del marzo 1944). Ci furono, poi, centinaia di migliaia di soldati e ufficiali del disciolto esercito italiano che, dopo l’armistizio dell’8 settembre, lasciati senza ordini, soprattutto per quanto riguarda l’atteggiamento da tenere verso l’ex alleato tedesco, diventarono degli sbandati. Gli 810mila militari italiani catturati dai tedeschi sui vari fronti di guerra vennero considerati disertori e, quindi, giustiziabili se resistenti (in molti casi, soldati e ufficiali vennero trucidati, come a Cefalonia). Deportati nei lager, furono classificati come internati militari (Imi), non riconoscendoli come prigionieri di guerra, per poterli “schiavizzare” senza controlli, ignorando la Convezione di Ginevra sui Prigionieri del 1929. Oltre 600 mila, nonostante le sofferenze e il trattamento disumano subito nei lager, pur sollecitati ad aderire alla Repubblica di Salò e al regine nazista, rimasero fedeli al giuramento alla Patria e scelsero di resistere, pronunciando un orgoglioso e dignitoso “No” al fascismo. I militari detenuti presso le carceri di Peschiera del Garda furono i primi deportati italiani e giunsero a Dachau il 22 settembre 1943. Poi conobbero la tragedia dei lager nazisti gli ebrei, gli antifascisti condannati al carcere o al confino, gli altri militari arrestati sui diversi fronti di guerra.

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I campi di concentramento in Italia

Nell’Italia del Nord furono creati dei campi di transito dove gli arrestati (partigiani, antifascisti, ebrei) sostavano per un breve periodo, in attesa dei convogli che li avrebbero trasportati nei grandi lager del Reich e dei territori occupati. Uno era situato a Fossoli di Carpi, presso Modena. Fu smantellato nell’estate del 1944 e sostituito da un altro campo di transito situato più a nord, a Bolzano. Un altro si trovava a Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo. Anche in Italia venne istituito un campo di sterminio: la Risiera di San Sabba, a Trieste, dal 20 ottobre 1943 fino al 29 aprile 1945.

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L’attualità e il bisogno della memoria

In questi giorni la senatrice a vita Liliana Segre, espulsa dalla scuola quando aveva otto anni per la sola colpa di essere ebrea. e sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz e Ravensbrück, parlando agli studenti ha sottolineato l’importanza della memoria ” in tempi in cui si dimentica facilmente quello che è successo“. E ha aggiunto: “Anch’io sono stata una clandestina nella terra di nessuno, io lo so cosa vuol dire essere respinti quando le frontiere sono chiuse. Quando si ergono muri. Io lo so cosa vuol dire quando si nega l’asilo. Io sono una che le ha provate queste cose. Sono stata una richiedente asilo. Mi disse l’ufficiale svizzero che non era vero che in Italia c’era la guerra e ci rimandò indietro“. Un invito esplicito a riflettere su ieri e oggi, su memoria e futuro.

Primo Levi: “Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi. La peste si è spenta, ma l’ infezione serpeggia”

Quest’anno si celebra il centenario della nascita di Primo Levi. Fino dal tempo di detenzione nel campo di sterminio di Auschwitz, l’autore di “Se questo è un uomo ” e “La tregua” avvertì l’esigenza di raccontare la sua esperienza in quel girone  infernale e, subito dopo il ritorno, provò l’impulso di farne partecipi tutti, forse anche per liberarsi di un peso insopportabile da sostenere. Scrisse, in “Se questo è un uomo”: “Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici:considerate se questo è un uomo che lavora nel fango,che non conosce pace,che lotta per mezzo pane,che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna,senza capelli e senza nome,senza più forza di ricordare,vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno.Meditate che questo è stato:vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuore stando in casa, andando per via,coricandovi, alzandovi;ripetetele ai vostri figli“. Parole di rara potenza e umanità, che fanno riflettere, che obbligano a pensare. Con grande lucidità ci ha lasciato anche questo frammento di un ragionamento profondo, tremendamente attuale, incredibilmente inquietante. “A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “ogni straniero é nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa  premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager”.

 

Manifattura europea

Si è tenuta nei giorni scorsi a Bruxelles, la presentazione ufficiale dei partecipanti e degli obiettivi dell’Innovation Community EIT Manufacturing, promossa dal European Institute of Innovation and Technology (EIT), di cui Comau è azienda partner

La conferenza stampa ha permesso di illustrare le linee guida e le attività di EIT Manufacturing, nata per promuovere lo sviluppo e rafforzare la competitività del sistema manifatturiero a livello europeo, attraverso la collaborazione di 50 aziende leader nel campo del manufacturing e della sua filiera, insieme a Università e Istituti di ricerca internazionali. Durante il Panel “Discussion on Added Value Manufacturing”, Ennio Chiatante, Head of Digital Transformation Projects di Comau, ha rappresentato gli Industry Partner della community, soffermandosi sull’importanza di un ecosistema dei player industriali, quale è EIT Manufacturing, per lo sviluppo del settore manifatturiero in Europa. «Con la partecipazione a EIT Manufacturing, Comau dimostra, a livello europeo e internazionale, il suo impegno nella realizzazione di nuovi e sfidanti progetti volti al rafforzamento del comparto manifatturiero – afferma Ennio ChiatanteHead of Digital Transformation Projects di Comau -. Per favorire la capacità di innovazione delle imprese, uno tra i principali obiettivi della Community EIT, Comau mette a disposizione del settore industriale tecnologie e sistemi avanzati, ma anche il know-how e le competenze maturati in oltre 40 anni di presenza sul mercato, attraversole attività di formazione e alta specializzazione proposte dalla sua Academy».

L’isola del libro

Rubrica settimanale sui libri

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Murakami Haruki “L’assassinio del commendatore. Libro primo. Idee che affiorano” – Einaudi- euro 20,00

Un caleidoscopio di atmosfere fantastiche e oniriche, sospese nel mistero, ma anche lucida introspezione e senso della realtà, sono lo sfondo di questo romanzo dello scrittore giapponese. Preparatevi ad essere travolti dalla trama e dai personaggi, in un susseguirsi di sorprese, in questo che è il primo di due volumi dedicati a “L’assassinio del commendatore” (il 2°, in uscita il 29 gennaio, è sottotitolato “Metafore che si trasformano”). Dopo 6 anni di matrimonio il protagonista -senza nome- viene tradito e lasciato dalla moglie. Di lui si sa che ha 36 anni ed è ritrattista di un certo successo. La sua tecnica consiste nel non dipingere mai dal vivo: incontra i committenti, li fa parlare per capirne la natura, e poi li raffigura sulla base di qualche loro foto, semplici istantanee di vita quotidiana. Ma la sua vena artistica aspira a ben altro e non vede l’ora di dipingere solo per sé. E’ quello che si prefigge di fare dopo lo shock iniziale della separazione. Si ritira in solitudine nella casa nel bosco messagli a disposizione da un amico, figlio del famoso pittore Amada Tomohiko, ormai affetto da demenza senile e ricoverato in un istituto. Nella soffitta il protagonista trova un suo inquietante quadro nascosto, dallo strano titolo “L’assassinio del commendatore”…ed ecco il primo mistero. Qual è il significato della cruenta scena rappresentata? Perché nascondere la tela e quale passato oscuro aleggia sulla figura dell’artista padrone di casa? Secondo mistero: chi è il ricco ed enigmatico vicino di casa che abita da solo in un’imponente villa? Si chiama Menshiki, anche lui si porta appresso un passato di ombre e, dietro munifico compenso, commissiona al protagonista un suo ritratto che però deve essere assolutamente dal vero. Questo personaggio è uno degli assi portanti del libro e racchiude qualche segreto: per esempio…chi spia con un binocolo militare e perché è tanto geloso della sua privacy? Terzo mistero: perché la notte, sempre alla stessa ora, il protagonista viene svegliato dal rumore di una campanella nel bosco? Da dove proviene?Questi sono solo la punta dell’iceberg dei tanti fenomeni ambigui con cui Murakami avvinghia il lettore in una spirale di continui enigmi e scoperte.  

 

 

Lars Kepler “Lazarus” –Longanesi- euro 22,00

 

Lars Kepler è lo pseudonimo della coppia di scrittori svedesi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, che hanno unito le forze e formato un duetto vincente. Nel 2010 il loro “L’ipnotista” era diventato il caso editoriale europeo. Un successo enorme, tanto da fare concorrenza alla splendida trilogia di Larsson, e trasposto in un film diretto da Lasse Hallström. La loro scrittura a 4 mani ha regalato ai lettori una nuova serie di romanzi con protagonista l’ispettore   Joona Linna. Questa volta deve far fronte al ritorno di un vecchio nemico, il serial killer Jurek Walker. L’inizio è al fulmicotone: la polizia di Oslo indaga sull’omicidio di un ladro di cadaveri, da giorni morto nel suo appartamento. Durante il sopralluogo nel suo frigorifero vengono trovati i resti di più corpi, a diversi stadi di decomposizione; macabra scoperta di cui fa parte anche il cranio della moglie del commissario Joona Linna. Era morta di cancro anni prima ed era stata sepolta in Finlandia ma la sua tomba è stata profanata. Poi le cose si complicano ulteriormente con la scoperta del cadavere di uno stupratore e la vicenda si infiamma, tra serial killer, segni di flagellazione, inseguimenti, altri omicidi e malvagità ad un livello mai toccato prima che vi faranno stare col fiato sospeso fino all’ultima riga. La dimensione crudele è data dalla strategia del serial killer: priva le sue vittime di tutto quello che hanno di più prezioso al mondo, si insinua nelle loro menti e li colpisce proprio dove fa più male.

 

 

 

Jessica Fellowes “Morte di un giovane di belle speranze” -Neri Pozza- euro 18,00

E’ il secondo appuntamento con i delitti Mitford, ambientati nella Londra degli anni 20. Una serie di crime novel firmata da Jessica Fellowes, scrittrice e giornalista 45enne, già autrice di 5 libri sui retroscena della serie tv “Dowton Abbey” (alcuni annoverati nella lista dei bestseller del “New York Times” e “del Sunday Times”) e nipote del creatore della serie, Julian Fellowes. L’idea dell’autrice è quella di una serie di gialli, protagoniste le 6 famose sorelle Mitford alle prese con la risoluzione di delitti nell’alta società inglese. Dopo “L’assassinio di Florence Nightingale Shore”, ora alla ribalta c’è Pamela Mitford. Il giovane di belle speranze che fa una brutta fine è Adrian Curtis: attraente, ricco, scapolo ed ottimo partito. Peccato che muoia durante la festa per i 18 anni di Pamela, nella dimora di famiglia, Ashtall Manor, nel bel mezzo di una caccia al tesoro. Accanto a lui la cameriera Dulcie sulla quale ricadono subito i sospetti. Strategica ai fini della trama sarà Louisa Cannon (già in azione nel precedente romanzo) che, da ragazza povera e dedita a furtarelli, è riuscita a trovare un lavoro onesto al servizio delle sorelle Mitford. E’ lei che, non convinta della condanna di Dulcie, insieme al poliziotto Guy, si da fare per scovare il vero colpevole. Se amate i gialli di stampo classico inglese, all’Agatha Christie, e le atmosfere degli anni 20, epoca in cui le signore si cambiavano d’abito per cena e vivevano di gran mondanità, qui vi immergerete nella lettura e nel clima giusto. Allora la stampa britannica definì le sorelle Mitford “le più affascinanti del XX secolo” e furono, ognuna a modo suo, protagoniste nel bene e nel male del periodo tra le due guerre. Aristocratiche, più o meno anticonformiste, incarnarono lo stile di vita dell’elite dell’epoca. Dalla primogenita Nancy nata nel 1904 alla più piccola Debo venuta al mondo nel 1920. Erano tutte bellissime e affascinanti, con vite che presero strade diverse: dalla scrittrice alla castellana, dalla nazista convinta alla simpatizzante comunista.

 

 

E per finire una splendida chicca per i torinesi, ma anche da regalare a piene mani a chi ama leggere… a qualsiasi latitudine. E’ “Ritratto del lettore da giovane” di Nicola Lagioia pubblicato da COLTI, il Consorzio delle Librerie Torinesi Indipendenti. Lo trovate presso le librerie del gruppo, Euro 5,00; ma affrettatevi perché è in tiratura limitata. “Appartengo a quella non del tutto marginale schiera di persone che hanno avuto la vita salvata dai libri”.E’ l’incipit – che coglie al volo l’essenza di chi adora leggere- di questo raffinato libriccino di 13 pagine in cui l’autore racconta la genesi della sua passione. Formato mignon (11cm per 17) ma grandissimo spessore emotivo e intellettuale: tutto racchiuso in una busta che invita a spedirlo ad amici vicini e lontani; perché leggere vuol dire anche voglia di condividere con altri le righe che abbiamo scoperto. Lo scrittore, nato a Bari nel 1973 – dal 2106 Direttore del Salone Internazionale del libro di Torino- risponde alla domanda   “Cosa ha fatto di noi dei lettori?”   e lo fa portandoci all’origine del suo personalissimo “coup de foudre”. Nella casa dei suoi genitori non entravano libri, ma in quella dei nonni materni, invece, si. Non tanti, ma quanto basta per trovare la chiave di volta per una passione imperitura. Nella sua prima infanzia scopre così la bellezza delle illustrazioni di Gustave Doré dell’”Inferno” della “Divina Commedia” di Dante. E’ amore a prima vista perché, anche se ancora non sa leggere, quelle immagini sono per lui “…la cosa più bella che sono certo di avere mai visto nella mia ancora breve vita”. E il dado è tratto. Da allora gli anni scorrono; nella seconda infanzia impara a leggere e finalmente si addentra negli sconfinati mondi della parola scritta. Dapprima c’è l’entusiasmo per i fumetti e i suoi trucchi per comprarne a tonnellate, con episodi anche   molto divertenti (che lascio a voi scoprire). Poi arrivano i libri che possono fare la differenza… e così via fino all’adolescenza. Una traiettoria di lettore in cui possiamo riconoscerci se la pensiamo come Lagioia che scrive: “Mi porto a casa i libri da cui con tutta evidenza sono stato scelto e li leggo….Più leggo più sento che la mia coscienza si espande, i sensi si acutizzano…”

 

L'isola del libro

Rubrica settimanale sui libri
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Murakami Haruki “L’assassinio del commendatore. Libro primo. Idee che affiorano” – Einaudi- euro 20,00
Un caleidoscopio di atmosfere fantastiche e oniriche, sospese nel mistero, ma anche lucida introspezione e senso della realtà, sono lo sfondo di questo romanzo dello scrittore giapponese. Preparatevi ad essere travolti dalla trama e dai personaggi, in un susseguirsi di sorprese, in questo che è il primo di due volumi dedicati a “L’assassinio del commendatore” (il 2°, in uscita il 29 gennaio, è sottotitolato “Metafore che si trasformano”). Dopo 6 anni di matrimonio il protagonista -senza nome- viene tradito e lasciato dalla moglie. Di lui si sa che ha 36 anni ed è ritrattista di un certo successo. La sua tecnica consiste nel non dipingere mai dal vivo: incontra i committenti, li fa parlare per capirne la natura, e poi li raffigura sulla base di qualche loro foto, semplici istantanee di vita quotidiana. Ma la sua vena artistica aspira a ben altro e non vede l’ora di dipingere solo per sé. E’ quello che si prefigge di fare dopo lo shock iniziale della separazione. Si ritira in solitudine nella casa nel bosco messagli a disposizione da un amico, figlio del famoso pittore Amada Tomohiko, ormai affetto da demenza senile e ricoverato in un istituto. Nella soffitta il protagonista trova un suo inquietante quadro nascosto, dallo strano titolo “L’assassinio del commendatore”…ed ecco il primo mistero. Qual è il significato della cruenta scena rappresentata? Perché nascondere la tela e quale passato oscuro aleggia sulla figura dell’artista padrone di casa? Secondo mistero: chi è il ricco ed enigmatico vicino di casa che abita da solo in un’imponente villa? Si chiama Menshiki, anche lui si porta appresso un passato di ombre e, dietro munifico compenso, commissiona al protagonista un suo ritratto che però deve essere assolutamente dal vero. Questo personaggio è uno degli assi portanti del libro e racchiude qualche segreto: per esempio…chi spia con un binocolo militare e perché è tanto geloso della sua privacy? Terzo mistero: perché la notte, sempre alla stessa ora, il protagonista viene svegliato dal rumore di una campanella nel bosco? Da dove proviene?Questi sono solo la punta dell’iceberg dei tanti fenomeni ambigui con cui Murakami avvinghia il lettore in una spirale di continui enigmi e scoperte.  
 
 
Lars Kepler “Lazarus” –Longanesi- euro 22,00
 
Lars Kepler è lo pseudonimo della coppia di scrittori svedesi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, che hanno unito le forze e formato un duetto vincente. Nel 2010 il loro “L’ipnotista” era diventato il caso editoriale europeo. Un successo enorme, tanto da fare concorrenza alla splendida trilogia di Larsson, e trasposto in un film diretto da Lasse Hallström. La loro scrittura a 4 mani ha regalato ai lettori una nuova serie di romanzi con protagonista l’ispettore   Joona Linna. Questa volta deve far fronte al ritorno di un vecchio nemico, il serial killer Jurek Walker. L’inizio è al fulmicotone: la polizia di Oslo indaga sull’omicidio di un ladro di cadaveri, da giorni morto nel suo appartamento. Durante il sopralluogo nel suo frigorifero vengono trovati i resti di più corpi, a diversi stadi di decomposizione; macabra scoperta di cui fa parte anche il cranio della moglie del commissario Joona Linna. Era morta di cancro anni prima ed era stata sepolta in Finlandia ma la sua tomba è stata profanata. Poi le cose si complicano ulteriormente con la scoperta del cadavere di uno stupratore e la vicenda si infiamma, tra serial killer, segni di flagellazione, inseguimenti, altri omicidi e malvagità ad un livello mai toccato prima che vi faranno stare col fiato sospeso fino all’ultima riga. La dimensione crudele è data dalla strategia del serial killer: priva le sue vittime di tutto quello che hanno di più prezioso al mondo, si insinua nelle loro menti e li colpisce proprio dove fa più male.
 
 
 
Jessica Fellowes “Morte di un giovane di belle speranze” -Neri Pozza- euro 18,00
E’ il secondo appuntamento con i delitti Mitford, ambientati nella Londra degli anni 20. Una serie di crime novel firmata da Jessica Fellowes, scrittrice e giornalista 45enne, già autrice di 5 libri sui retroscena della serie tv “Dowton Abbey” (alcuni annoverati nella lista dei bestseller del “New York Times” e “del Sunday Times”) e nipote del creatore della serie, Julian Fellowes. L’idea dell’autrice è quella di una serie di gialli, protagoniste le 6 famose sorelle Mitford alle prese con la risoluzione di delitti nell’alta società inglese. Dopo “L’assassinio di Florence Nightingale Shore”, ora alla ribalta c’è Pamela Mitford. Il giovane di belle speranze che fa una brutta fine è Adrian Curtis: attraente, ricco, scapolo ed ottimo partito. Peccato che muoia durante la festa per i 18 anni di Pamela, nella dimora di famiglia, Ashtall Manor, nel bel mezzo di una caccia al tesoro. Accanto a lui la cameriera Dulcie sulla quale ricadono subito i sospetti. Strategica ai fini della trama sarà Louisa Cannon (già in azione nel precedente romanzo) che, da ragazza povera e dedita a furtarelli, è riuscita a trovare un lavoro onesto al servizio delle sorelle Mitford. E’ lei che, non convinta della condanna di Dulcie, insieme al poliziotto Guy, si da fare per scovare il vero colpevole. Se amate i gialli di stampo classico inglese, all’Agatha Christie, e le atmosfere degli anni 20, epoca in cui le signore si cambiavano d’abito per cena e vivevano di gran mondanità, qui vi immergerete nella lettura e nel clima giusto. Allora la stampa britannica definì le sorelle Mitford “le più affascinanti del XX secolo” e furono, ognuna a modo suo, protagoniste nel bene e nel male del periodo tra le due guerre. Aristocratiche, più o meno anticonformiste, incarnarono lo stile di vita dell’elite dell’epoca. Dalla primogenita Nancy nata nel 1904 alla più piccola Debo venuta al mondo nel 1920. Erano tutte bellissime e affascinanti, con vite che presero strade diverse: dalla scrittrice alla castellana, dalla nazista convinta alla simpatizzante comunista.
 
 
E per finire una splendida chicca per i torinesi, ma anche da regalare a piene mani a chi ama leggere… a qualsiasi latitudine. E’ “Ritratto del lettore da giovane” di Nicola Lagioia pubblicato da COLTI, il Consorzio delle Librerie Torinesi Indipendenti. Lo trovate presso le librerie del gruppo, Euro 5,00; ma affrettatevi perché è in tiratura limitata. “Appartengo a quella non del tutto marginale schiera di persone che hanno avuto la vita salvata dai libri”.E’ l’incipit – che coglie al volo l’essenza di chi adora leggere- di questo raffinato libriccino di 13 pagine in cui l’autore racconta la genesi della sua passione. Formato mignon (11cm per 17) ma grandissimo spessore emotivo e intellettuale: tutto racchiuso in una busta che invita a spedirlo ad amici vicini e lontani; perché leggere vuol dire anche voglia di condividere con altri le righe che abbiamo scoperto. Lo scrittore, nato a Bari nel 1973 – dal 2106 Direttore del Salone Internazionale del libro di Torino- risponde alla domanda   “Cosa ha fatto di noi dei lettori?”   e lo fa portandoci all’origine del suo personalissimo “coup de foudre”. Nella casa dei suoi genitori non entravano libri, ma in quella dei nonni materni, invece, si. Non tanti, ma quanto basta per trovare la chiave di volta per una passione imperitura. Nella sua prima infanzia scopre così la bellezza delle illustrazioni di Gustave Doré dell’”Inferno” della “Divina Commedia” di Dante. E’ amore a prima vista perché, anche se ancora non sa leggere, quelle immagini sono per lui “…la cosa più bella che sono certo di avere mai visto nella mia ancora breve vita”. E il dado è tratto. Da allora gli anni scorrono; nella seconda infanzia impara a leggere e finalmente si addentra negli sconfinati mondi della parola scritta. Dapprima c’è l’entusiasmo per i fumetti e i suoi trucchi per comprarne a tonnellate, con episodi anche   molto divertenti (che lascio a voi scoprire). Poi arrivano i libri che possono fare la differenza… e così via fino all’adolescenza. Una traiettoria di lettore in cui possiamo riconoscerci se la pensiamo come Lagioia che scrive: “Mi porto a casa i libri da cui con tutta evidenza sono stato scelto e li leggo….Più leggo più sento che la mia coscienza si espande, i sensi si acutizzano…”

 

Settimana fredda con pioggia e (sulle Alpi) un po’ di neve

E’ la perturbazione numero 10 del mese, quella di passaggio sul nostro Paese, che a inizio settimana porterà  un po’ di piogge, con nevicate  sulle zone montuose. Dopo un  lieve miglioramento martedì  il tempo tornerà a peggiorare  mercoledì, quando sono attese nevicate anche a quote di pianura al Nord e freddo in aumento sulla Penisola. Poi un parziale miglioramento giovedì ma una nuova ondata di maltempo è prevista anche a Torino nell’ultima parte della settimana, con pioggia e neve.

 

(foto archivio – il Torinese)

Settimana fredda con pioggia e (sulle Alpi) un po' di neve

E’ la perturbazione numero 10 del mese, quella di passaggio sul nostro Paese, che a inizio settimana porterà  un po’ di piogge, con nevicate  sulle zone montuose. Dopo un  lieve miglioramento martedì  il tempo tornerà a peggiorare  mercoledì, quando sono attese nevicate anche a quote di pianura al Nord e freddo in aumento sulla Penisola. Poi un parziale miglioramento giovedì ma una nuova ondata di maltempo è prevista anche a Torino nell’ultima parte della settimana, con pioggia e neve.
 
(foto archivio – il Torinese)

Cercansi medici di famiglia nei piccoli comuni

Nell’autunno scorso, grazie all’accordo raggiunto fra le Regioni e il Governo, è stata data la possibilità di utilizzare risorse del Fondo sanitario nazionale per finanziare 860 borse di studio supplementari per i medici di famiglia

La Regione sta cercando una soluzione per risolvere il problema della carenza dei medici di famiglia nei piccoli Comuni piemontesi. Nei giorni scorsi a Torino il presidente di Anci Piemonte, Alberto Avetta ha incontrato l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, il quale ha sottolineato che si tratta di “una vera emergenza nazionale, della quale le Regioni si stanno occupando da tempo. Nell’immediato servirebbero provvedimenti più urgenti: siamo al lavoro per inserire all’interno del nuovo contratto dei medici di famiglia, in discussione in queste settimane, una forma di premialità per chi svolge la propria attività nei piccoli centri con poca popolazione”. Saitta ha anche ricordato che si è riusciti a ottenere “un importante risultato come l’aumento delle borse di studio in Medicina generale” e che “si tratta di una difficoltà generata dal numero insufficiente di borse erogate dal Ministero della Salute, inferiore ai fabbisogni delle Regioni, e di conseguenza dal basso numero di medici di famiglia presenti”. Nell’autunno scorso, grazie all’accordo raggiunto fra le Regioni e il Governo, è stata data la possibilità di utilizzare risorse del Fondo sanitario nazionale per finanziare 860 borse di studio supplementari per i medici di famiglia: per il Piemonte significa 68 posti in più a partire dai prossimi corsi. Le borse diventeranno così 187 e verrà così consolidato l’incremento già deciso in questi anni dalla Giunta Chiamparino: nel triennio 2014-2017 le borse erano 80, per i trienni 2015-2018 e 2016-2019 sono passate a 110. Avetta ha dichiarato che “’Anci Piemonte organizzerà a breve un incontro con l’assessore Saitta e con i sindaci dei territori che maggiormente registrano questa carenza, in modo da poter affrontare in maniera puntuale le criticità che si sono presentate”. Nel frattempo la Regione conferma anche per il 2019 l’erogazione degli assegni di cura per le prestazioni domiciliari in lungoassistenza a favore delle persone non autosufficienti. Gli assessori alla Sanità, Antonio Saitta, e alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, hanno autorizzato i direttori delle Asl Città di Torino, Valerio Alberti, e TO3, Flavio Boraso, a proseguire nell’erogazione di assegni e prestazioni, in modo da scongiurare ogni possibile interruzione del servizio, ed evitare disagi ai cittadini pregiudicando ulteriormente la situazione di persone in condizione di non autosufficienza. Analoga indicazione è stata data a tutte le Aziende sanitarie locali per garantire la prosecuzione dei progetti di continuità assistenziale, a favore dei malati di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e delle loro famiglie, in attesa del riparto del Fondo per le non autosufficienze per il 2019.

 

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Muore investito da auto mentre attraversa il cavalcavia

DALLA TOSCANA   Era originario del Marocco ma residente a Brescia, il 50enne morto ieri sera a causa dei traumi riportati dopo essere stato investito da un’automobile su un cavalcavia a Viareggio (Lucca). Si trovava sul vecchio cavalcavia che porta dalla periferia al centro città, e si muoveva a piedi. Pare abbia scavalcato il parapetto ai lati della carreggiata e abbia attraversato mentre stava arrivando una vettura che lo ha investito. E’ stato trasferito in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale Versilia dove successivamente è deceduto.