redazione il torinese

Conte: "Una Juve cattiva come la mia avrebbe 20 punti in piu' "

conte

E’ stato premiato con la Panchina d’oro per la stagione passata

 

“Se questa Juve avesse la cattiveria della ‘mia’ Juve avrebbe 20 punti in più di vantaggio”: L’Ansa riporta le parole dell’ex tecnico bianconero, Antonio Conte, premiato con la Panchina d’oro per la stagione passata. Il ct azzurro ha detto che si sarebbe “aspettato un torneo più incerto e combattuto ma la Juve sta meritando questo primato in classifica, sta dimostrando di avere piu’ di qualcosa rispetto agli altri”.

Preso il maniaco che molestava le ragazze sul bus

POLIZIA CROCETTA

La polizia di Rivoli gli ha contestato i reati di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico

 

Palpeggiava giovani studentesse che incontrava sull’autobus e si masturbava vicino a loro. E’ stato arrestato un cittadino romeno di 25 anni. La polizia di Rivoli gli ha contestato i reati di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico. Gli investigatori ritengono sia lui il di numerosi casi verificatisi sulla linea del trasporto pubblico 36N, utilizzata in particolare dagli studenti. L’indagine è stata avviata dopo le denunce presentate  alcune ragazze.

PersonAtelier, quanto è difficile vestire una donna?

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personalatelier562Intervista con la stilista Elena Pignata

 

Quarta puntata del nostro viaggio nell’universo di “PersonAtelier” che, con un ciclo di seminari e workshop -tenuti da esperte di coaching, immagine, creatrici di moda e bijoux- aiuta le donne torinesi a rinnovare look ed atteggiamento.

 

Gli articoli precedenti sono pubblicati nell’archivio della rubrica MODA & MODI

 

Oggi incontriamo la stilista Elena Pignata che è proprio come l’avete vista (ed apprezzata) tra i concorrenti di Project Runaway. Un talento innato, grande carica umana, capacità di far tesoro  delle critiche e un carattere che, pur non lasciandosi mettere i piedi in testa, le ha permesso la convivenza con gli altri concorrenti, non sempre liscia come l’olio. Tutte doti che l’hanno condotta nell’Olimpo dei finalisti, a un solo passo dalla vittoria. Lei è così: sorridente, grondante entusiasmo, con due occhioni immensi spalancati sul mondo e, in automatico, fa subito simpatia. Il  suo curriculum è di tutto rispetto. Dopo aver lavorato per grandi marchi (tra cui Malloni, Jaggie, La Martina, Cotton Belt) nel 2006 ha fatto il grande salto e creato il suo brand “Ombradifoglia”, la cui anima è uno stile minimalista di fattura rigorosamente sartoriale.

 

Del suo ruolo a “PersonAtelier” ci dice: «E’la parte pratica in cui la coach Daniela Prandi mi ha chiesto di consigliare le donne nel modo più giusto rispetto a ciò che va di moda, e che non è detto  stia bene addosso a tutte. Come stilista e avendo un atelier, spesso mi capita di lavorare su misura per le clienti. E’ molto importante l’interazione che si crea, entrare in stretto contatto, capire le varie esigenze delle donne e suggerire il meglio per loro, proprio come farò a PersonAtelier».

 

-Per una donna, quanto può essere strategico farsi fare un abito su misura?

«Se per esempio c’è la paranoia dei fianchi  troppo larghi o si è insicure per qualche difetto, non esistono solo taglie 38 e 40; il posto giusto in cui andare è l’atelier e lasciarsi guidare da una professionista. Farsi fare un abito su misura vuol dire ragionare su quello che si ha in mente; può essere un discorso legato al carattere, allo stile di  vita e così via, allora il mio apporto è perfetto. Non è lo shopping compulsivo in un negozio perché si ha voglia di un vestito nuovo».

 

-Il tuo modo  di lavorare?

«Avendo la mia collezione, parto sempre dalla mia identità stilistica. Cerco di aiutare le clienti ad orientarsi rispetto alle tante proposte modaiole del momento. Poi creo l’abito su misura, pensato per stare bene addosso a quella cliente; scegliamo insieme un po’ tutto, dalla stoffa al colore, alla fascia di prezzo. Ma la mia non è una sartoria, quindi non faccio  riproduzioni di quello che magari si è visto alle sfilate: se piace un abito di D&G, io non lo copio. ».

 

-Quanto è difficile vestire una donna?

«Fondamentale è che la cliente si affidi a me, lasciandosi indicare i capi che le starebbero meglio. Alcune lo fanno; altre, invece, si fidano poco, hanno già in mente idee precise di cosa gli piace, anche se non sempre è quello che poi gli sta bene addosso. In questo caso diventa tutto più  difficile».

 

-Alcune buone regole da seguire?

«Una per tutte: dimenticarsi di quello che piace perché sta bene all’amica, alla modella o alla valletta di turno. Pensare piuttosto a cosa mettereste veramente, se quell’abito vi rispecchia, se lo volete davvero nell’armadio e se è adatto all’occasione a cui è destinato».

 

-Quando crei un abito a che tipo di donna pensi?

«Un po’ androgina, che non ostenti la sua femminilità e non sia fissata con scollature, moda e griffe. Una donna con un occhio attento a forme nuove, decostruite, magari con taglio più maschile; sensibile a linee un po’ più particolari e meno usuali».

 

-I tuoi colori preferiti?

«Al momento sono il rosa e mix inusuali, ma sto entrando nella fase del verde; anche se poi io mi vesto solo di nero».

 

-Cosa mi dici della tua esperienza a Project Runaway?

«E’ stata super formativa e mi è rimasto un ricordo bellissimo. Ci sentiamo ancora anche con  quei concorrenti con i quali la convivenza non è stata facile».

 

-Ma il mondo  della moda è davvero così spietato  come appariva nel reality?

«E’ anche peggio e le difficoltà per emergere aumentano se sei donna. L’ho riscontrato ancora recentemente, durante una presentazione in show room a Parigi, in  cui mi si faceva continuamente notare che ero l’unica stilista».

 

-I segreti per sfondare?

« Tenacia, sempre e comunque. Non smettere mai di lavorare e non  disperdere le energie, ma restare concentrati: questo lavoro è un po’ come essere in missione».

 

-Le tue soddisfazioni  più grandi?

«Il pubblico finale, ovvero le clienti che tornano e ritornano e si vestono con le mie creazioni: è questa la conferma da cui non si scappa».

 

Laura Goria

 

 

 

 

 

No al Suk alle ex Ogm: mozione di sfiducia in Sala Rossa

porta palazzo 23

MARRONE-ALESSI (FDI-AN):  SFIDUCIA AGLI ASSESSORI MANGONE E CURTI, “INACCETTABILE IMPORRE IN DEGRADO DEL SUK SEMPRE AI SOLITI QUARTIERI CONTRO PARERE DELLE CIRCOSCRIZIONI”

 

<< Altro che riforma del decentramento, la Giunta Fassino già calpesta i pareri delle Circoscrizioni presiedute da esponenti del medesimo partito su un tema fondamentale come il suk del “libero scambio” alle ex OGM! Ordini del giorno approvati dai Consigli della 7 e della 6, richieste di assemblee di quartiere, promesse di confronto sulla stesura del bando per il soggetto assegnatario della gestione del suk … Tutto respinto al mittente dalle imposizioni degli Assessori Mangone e Curti che hanno tirato dritto contro due interi quartieri decidendo tutto a colpi di delibere di Giunta! Ma noi non consentiamo che i territori vengano calpestati così>> attaccano Maurizio Marrone e Patrizia Alessi, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune di Torino e Circoscrizione 7, che annunciano: << Oggi insieme alla mozione della Lega di ritiro delle delibere di Giunta sul suk sarà discussa e votata anche una nostra mozione di sfiducia agli assessori Curti e Mangone, per cui chiediamo il ritiro delle deleghe al Decoro urbano e al Commercio da parte del Sindaco Fassino: ogni singolo Consigliere dovrà assumersi la responsabilità di assecondare le loro politiche di disprezzo per i quartieri torinesi oppure porvi fine prima dell’insediamento del “libero scambio” alle ex OGM!Con la stessa mozione proponiamo anche un tavolo di concertazione tra Conferenza comunale dei Capigruppo e le Circoscrizioni torinesi per individuare sistemazioni alternative alle ex OGM per la collocazione del libero scambio, in modo da evitare che sia insediato in zone densamente abitate come Borgata Aurora>>.

MPP: "No ai tagli delle poste nei comuni rurali, collinari e montani"

poste italiane

Il Comune di Casorzo e l’Unione dei ColliDiVini accolgono all’unanimità due mozione di Zatti e Iaretti

 

Il Movimento Progetto Piemonte si schiera nettamente contro la chiusura o la limitazione di orario degli uffici postali nei comuni rurali, collinari e montani. E, forte  dell’accoglimento all’unanimità di una mozione in questo senso nell’Unione della Valcerrina, ha presentato analoghi documenti a Casorzo, a firma di Marco Zatti e nel Consiglio dell’Unione dei Colli DiVini, a firma di Fabrizio Iaretti. Nelle mozioni si chiede l’apertura di un tavolo istituzionale di confronto con Poste Italiane Spa e, comunque, una moratoria per almeno cinque anni per qualsiasi riduzione del servizio, sotto qualunque forma. Inoltre viene chiesto a Poste Italiane Spa di pronunciarsi per un principio importante, quello dell’invarianza della presenza degli uffici postali in caso di ampliamento della sfera delle gestioni associate delle funzioni amministrative e di governo del territorio dei comuni.

 

In entrambi i casi le mozioni sono state approvate all’unanimità. “Lo spirito della nostra proposta – spiegano Marco Zatti e Fabrizio Iaretti – è stato pienamente colto sia in seno al consiglio comunale di Casorzo, sia in quello dell’Unione dei Comuni dei Colli DiVini. L’auspicio è che questa impostazione possa venire proseguita anche da altri Comuni e da altre Unioni di Comuni della Provincia di Asti e non solo in modo da fare sentire in modo chiaro e forte la voce dei piccoli e dei piccolissimi comuni che, altrimenti, con la chiusura o la diminuione dei servizio postale, da parte di una società che è in utile, oltre a riuscire incomprensibile, andrebbe a creare notevoli disagi, soprattutto tra le fasce di popolazione più anziana”.

 

Le amministrazioni che fossero interessate a fare proprio il documento possono richiederlo telefonando al 349 – 8773769 o via posta elettronica a portavoce@progettopiemonte.it

 

 

                                                                 

Massimo Iaretti

Presidente e Portavoce Movimento Progetto Piemonte                                                                       

 

 

Ecco il vocabolario della Social innovation

Mixura

innovationIl format scelto per il Vocabolario è innovativo: si gioca con una grafica divertente che spezza la rigorosità del vocabolario e dove il significato di ogni parola viene arricchito da un logo specificatamente creato per facilitarne la comprensione

 

Mixura, società di Management Consulting, ha ideato e realizzato il primo “Vocabolario italiano della Social Innovation” sotto il coordinamento di Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte. L’obiettivo è quello di rendere accessibile a tutti, e non solo ad un pubblico “esperto”, le idee e i principi della social innovation in modo da raggiungere nuovi soggetti e ispirare nuove azioni.

 

Mixura è parte attiva del processo di innovazione sociale, sia facendosi veicolo di questa espressione culturale (organizzazione di attività formative, convegni e iniziative di divulgazione), sia supportando soggetti pubblici e privati realmente motivati al cambiamento, nello sviluppo di progetti di si, ad esempio realizzando, al fianco delle PA, Laboratori di Innovazione Territoriale  o, come braccio di imprese orientate alla CSI, contest ad hoc per far emergere nuove iniziative imprenditoriali.

 

Il format scelto per il Vocabolario è innovativo: si gioca con una grafica divertente che spezza la rigorosità del vocabolario e dove il significato di ogni parola viene arricchito da un logo specificatamente creato per facilitarne la comprensione.  Sono anche presenti approfondimenti tematici (PA, Finanza, imprese) che scorrono lungo le pagine, come una storia continua, e che contestualizzano il significato delle parole stesse.

 

Il volume è scaricabile on line direttamente dal sito internet di Mixura (www.mixura.com) in una modalità “light” per consentire una stampa più sostenibile e, su richiesta, disponibile anche in formato cartaceo.

Sito web pinerolese hackerato dall'Isis? La polizia indaga

isis

L’amministratore delegato, Francesco Carcioffo, guida anche un consorzio che si occupa di importazione di metano dall’Est Europa e dalla Libia

 

Sul sito web di Acea Pinerolese Industriale Spa, è comparsa la scritta “Hacked by Islamic State”. Il sito è ora fuori uso. E’ molto nota l’ azienda che opera nel campo della raccolta rifiuti e nel settore energetico con grandi commesse nei Paesi dell’ex Unione Sovietica. L’amministratore delegato, Francesco Carcioffo, guida anche un consorzio che si occupa di importazione di metano dall’Est Europa e dalla Libia. L’azienda ha presentato denuncia alla Polizia postale per le indagini del caso.

Al Rugantino, delizie dell'8 marzo

RUGANTINO63

La tradizionale torta Mimosa e tante altre leccornie

 

Al Rugantino, in corso Sebastopoli 211/B, la festa delle donne si festeggia non solo con la tradizionale torta “mimosa”, ma con una pasticceria che è da sempre sinonimo di alta qualità. A chi piacciono le novità, il Rugantino propone “Rubino”, una torta Sacher rivisitata con un rivestimento di cioccolato bianco e uno strato di marmellata alla ciliegia tra i due strati di pan di Spagna. Per qualsiasi informazione e curiosità degna di un vero goloso, Agata, Valentina e tutto il personale sarà  a  disposizione con estrema gentilezza e professionalità. Il Rugantino rimane, per chi vive in zona Santa Rita, un punto di riferimento per una colazione golosa, ma anche luogo dove festeggiare con un ricco rinfresco eventi importanti come Battesimi e Prime Comunioni.

 

Angela Barresi

“Euralp. Le Alpi guardano all’Europa, l’Europa guarda alle Alpi”

monviso

Incontro promosso da Uncem Piemonte. Oggetto dell’analisi sarà la Strategia macroregionale alpina (8 Stati, 17 milioni di abitanti)

 

“Euralp. Le Alpi guardano all’Europa, l’Europa guarda alle Alpi” è il titolo del convegno che si svolge lunedì 9 marzo, dalle ore 9 alle 13, al Centro congressi dell’Hotel Fortino, promosso da Uncem Piemonte. Oggetto dell’analisi sarà la Strategia macroregionale alpina (8 Stati, 17 milioni di abitanti), ovvero l’armonizzazione delle politiche della montagna fra i diversi Paesi dell’Unione Europea. Interverranno Daniele Viotti, Eurodeputato; Alberto Valmaggia, Assessore regionale alla Montagna; Antonio Ferrentino, Consigliere regionale e Presidente Gruppo Amici della Montagna; Enrico Borghi Deputato e Presidente Uncem; Lido Riba, presidente Uncem Piemonte. A seguire, due tavole rotonde. La prima dal titolo “Regioni per l’Europa: una nuova via per l’Unione” con Raffaele Raja, Regione Lombardia, coordinatore in Eusalp delle Regioni Italiane; Nicolas Evrard, Segretario generale Associazione europea degli eletti della montagna; Marco Onida, DG Regio Commissione europea; Davide Donati, Dirigente Affari UE della Regione Piemonte; Paolo Bertolino, Direttore Unioncamere Piemonte. La seconda, su “Enti locali e Strategia, quale rapporto e sinergia” con Federico Borgna, Sindaco e Presidente Provincia di Cuneo; Stefano Costa, Presidente Provincia Verbano Cusio Ossola; Roberto Colombero Sindaco di Canosio e Presidente Unione montana Val Maira; Carlo Grosso Sindaco di Mosso e Presidente Unione Montana Biellese Orientale; Franco Revelli Unione montana Alpi del Mare.

 

Massimo Iaretti

Paradiso terrestre sotto la Mole vuol dire via Roma a piedi e centro storico salamella-free

BANCARELLAMimosa

pedoni via romaIL GHINOTTO DELLA DOMENICA

Giusto tutelare il decoro, ma non dimentichiamo che bancarelle e feste di strada danno un po’ di colore a una città spesso criticata come grigia e triste. Per tralasciare l’ipocrisia di un Comune che da un lato criminalizza le caciotte e dall’altro incassa  i lauti diritti di plateatico che il caciottaro versa per esporre le sue merci

 

Oggi è la festa della donna e il primo pensiero non può che andare alla dolce metà del cielo che allieta le nostre vite. Quest’anno la festa è stata contrassegnata dalla polemica sul sessismo della lingua italiana, innescata dalla presidente(a) della Camera. Insomma, si è detta la Laura Boldrini (nella versione originale, non in quella tarocca così magistralmente interpretata dal suo vice Simone Baldelli, vedi su Youtube): perché si dice cameriera, domestica, operaia e non si può dire ingegnera, avvocata, notaia? Le ha risposto magistralmente sulle pagine de La Stampa il prof. Beccaria, un’autorità indiscussa. La lingua, ha scritto l’esimio accademico, è una cosa viva, che cambia, si evolve e si adatta ai tempi. Certe parole sono nate e si sono consolidate quando esistevano in effetti cameriere e non notaie, operaie e non avvocate. Perciò è meglio evitare costrizioni e schematismi, paventando chissà quali congiure sessiste. Più ci saranno laureate in legge che praticano queste professioni, o che si dedicano a ingegneria o architettura (traguardo vicino, perché le donne laureate già battono gli uomini) e più questo uso spontaneamente su affermerà, senza che si facciano crociate, circolari, grida manzoniane, destinate a restare lettera morta.

 

Ma ora Ghinotto non si deve più far distrarre da queste quisquilie e vuole tornare a occuparsi delle questioni epocali che agitano i giorni e le notti dei torinesi che contano. Ovvero del dubbio amletico e angosciante che ha preso i nostri reggitori e che preoccupa anche molti cittadini: via Roma va chiusa alle auto e trasformata in isola pedonale? L’assessore Lavolta sembra averne fatto una ragione di vita, anche contro il buon senso e contro la lobby dei commercianti. Quanto al buon senso, beh non ci vuole molto a capire che una strada larga una dozzina di metri, fiancheggiata da due file di portici altrettanto ampli, forse non è adatta a essere riempita di fioriere. Quanto ai commercianti, sostiene l’assessore che non possiamo pensare a salvare i loro bilanci: peccato che dai loro bilanci, oltre alle numerose tasse, venga la possibilità di tenere aperti gli esercizi, di assicurare quindi la “vita” e il decoro del centro urbano. Un centro deserto, privo di auto e commerci sarebbe più attraente? Boh!

 

Qual è il problema che tormenta il buon Lavolta? E’ che i torinesi, poniamo, per andare da un punto A a nord a un punto B a sud si ostinino a pensare che la via più breve sia passare per il centro! Insomma, dovrebbero finalmente capire che, diversamente da ogni parte del pianeta, in Italia il tragitto più breve tra due punti non è una retta ma un arabesco, come aveva già osservato acutamente Flaiano. Per cui, hanno osservato in molti, la chiusura di via Roma non serve neppure ad abbattere lo smog, perché il traffico intasa le vie laterali trasformate in “camere a gas”. Che poi, dopo tutte le limitazioni e i progressi tecnologici dei motori euro 5, 6 e via numerando, proprio a Torino, capitale italiana dell’auto, si debbano criminalizzare le quattro ruote, dà un po’ il senso dell’imbizzarrimento collettivo e delle strane logiche che governano certe mode. L’ideologia ecologista che sostiene l’improbabile ritorno allo stato naturale, non ci porterà a un mai esistito “paradiso terreste”, ma all’inferno del sottosviluppo in cui si è arrabattata l’umanità per molti secoli. 

 

Altro tema, legato a questo, che toglie il sonno addirittura al sindaco Fassino, è quello delle bancarelle nelle piazze auliche. Basta caciotte e salamelle sotto palazzo Carignano, è stato il grido lanciato dal primo cittadino dopo alcuni episodi controversi. Giusto tutelare il decoro ed evitare accostamenti di cattivo gusto, ma non dimentichiamo neppure che bancarelle, mercati e feste di strada danno un po’ di colore a una città spesso criticata come grigia e triste. Per tralasciare l’ipocrisia di un Comune che da un lato criminalizza le caciotte e dall’altro incassa  i lauti diritti di plateatico che il caciottaro versa per esporre le sue merci. Come diceva già il buon Talleyrand, “sono assolutamente convinto che il fumo sia un vizio dannoso, ma trovatemi una virtù che porti una simile entrate alla casse statali e sarò felice di tassarla”.

 

Ghinotto

 

(Foto: il Torinese)