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Sangue, il futuro delle donazioni

sangue avis sanitaConvegno organizzato dall’Avis regionale Piemonte che ha voluto fare il punto sul sistema trasfusionale italiano

 

Una legge importante che ha sancito la donazione di sangue gratuita, anonima, non retribuita, periodica e responsabile, ma la cui piena attuazione richiede di essere completata superando alcuni nodi critici.

 

Questo il focus del convegno ospitato a Palazzo Lascaris organizzato dall’Avis regionale Piemonte che ha voluto fare il punto sul sistema trasfusionale italiano, a 10 anni dall’approvazione della legge 219 del 2005 che disciplina le attività trasfusionali e della produzione nazionale di emoderivati.

 

“Fra i pregi di questa legge c’è stato il riconoscimento del ruolo importante delle associazioni del terzo settore all’interno di un confronto paritario con le istituzioni” ha affermato il consigliere regionale Daniele Valle, presidente della Commissione Cultura. “Ora a fronte dell’invecchiamento della popolazione si pone un problema prospettico che dovrà essere affrontato per evitare che, con l’incremento del bisogno di donazioni, si riduca invece la popolazione disponibile”.  

 

La legge 219 ha stabilito alcuni obiettivi fra cui l’autosufficienza nel garantire il sangue e i suoi componenti, la qualità e la sicurezza dei prodotti e delle prestazioni trasfusionali, l’appropriatezza nella gestione e uso clinico del sangue e ha sancito un sistema interamente pubblico, dalla selezione del donatore alla trasfusione, compresa l’emovigilanza.

 

“Con la nuova normativa si sottolinea e valorizza il compito delle associazioni e federazioni, ovvero chiamare i donatori e fidelizzarli mediante una convocazione puntuale e programmata”, ha spiegato Vincenzo Saturni, presidente nazionale Avis. “Ora fra le criticità da risolvere rimane il problema di garantire anche l’autosufficienza per i medicinali plasmaderivati e rafforzare il peso delle strutture di coordinamento regionale”.

“È importante ricordare come grazie alla legge 219 le attività trasfusionali siano state riconosciute fra i livelli essenziali di assistenza” , ha commentato Maria Rita Tamburini, direttore Ufficio VIII sangue e trapianti del Ministero della Salute. “Negli anni è poi proseguito il lavoro attuativo ma permangono ancora delle disomogeneità fra regioni che è necessario superare, ad esempio nei processi di autorizzazione, accreditamento e nelle verifiche”.

 

Il convegno, moderato dal presidente regionale Avis Giorgio Groppo, ha contato anche la partecipazione di Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità, dell’onorevole Mino Taricco, di Elide Tisi, vicesindaco del Comune di Torino, del direttore Cns Giancarlo Liumbruno, del presidente Simpti Claudio Velati, della responsabile Crcc Piemonte Rosa Chianese e della presidente della Commissione Sanità Emilia Grazia De Biasi.

 

www.cr.piemonte.it

Le emozioni in finanza possono condurci fuori strada

ferrareseL’angolo del Private Banker / di Fabio Ferrarese

 

Ciclicamente accade che i Mercati finanziari vengano colpiti da fasi di accentuata volatilità, nelle quali accade che la fiducia degli investitori venga in qualche modo minata da incertezze di natura  economica, da cambiamenti in materia di politiche monetarie o fiscali, da contagi finanziari o ancora da tensioni geopolitiche. Che cosa fare in questi momenti? Prima di tutto bisogna non farsi prendere dal panico, ma usare la calma per razionalizzare i dati reali e poi bisogna andare a cercare nel passato quali sono stati i comportamenti e le scelte che effettivamente hanno pagato. Sono passati 26 anni da quando ho iniziato questa magnifica esperienza nel mondo degli investimenti di natura finanziaria ed oggi ho maturato le seguenti convinzioni:

 

INTERNET WEBLE FASI DI RIBASSO DEI MERCATI POSSONO DIVENTARE MOMENTI INTERESSANTI.  Le fasi di discesa  sono uno dei momenti naturali di un Mercato al rialzo: è normale, direi persino salutare, assistere a più di una correzione nel corso di un Mercato rialzista. Uno storno dei Listini azionari è spesso un buon momento per investire in azioni, perché le valutazioni delle Società diventano più appetibili e chi decide di comprarle ha maggiori possibilità di realizzare rendimenti al di sopra della media al momento del rimbalzo di Mercato. Alcuni dei peggiori ribassi a breve termine sui mercati azionari sono stati storicamente seguiti da rimbalzi e nuovi massimi.

 

USCIRE E TENTARE DI RIENTRARE NEI MERCATI NORMALMENTE NON PAGA.

I risultati delle esperienze passate ci insegnano che perdere anche solo cinque dei giorni di migliore performance nel mercato può avere un impatto devastante sui risultati a lungo termine, quindi ne consegue che rimanere investiti consente di trarre beneficio dalla tendenza al rialzo delle Borse nel lungo periodo. Quelle che in gergo tecnico vengono definite come “le strategie di market timing”, con continue chiusure e aperture di posizioni, alla fine rischiano di pregiudicare i vostri rendimenti futuri perché il tempo di entrata e di uscita dai Mercati è la cosa più difficile da cogliere, rischiando, così facendo, di lasciarsi sfuggire i giorni di recupero migliori e le opportunità di acquisto più interessanti che si presentano normalmente nei periodi di volatilità.

 

NEL LUNGO PERIODO IL RISCHIO AZIONARIO RIPAGA. Chi decide di investire in azionario si assume dei rischi maggiori rispetto, ad esempio, a chi investe in titoli obbligazionari di Enti Sovrani, ma è anche ripagato da rendimenti mediamente più alti nel lungo termine. Per comprendere bene questo aspetto dell’investimento va ricordato che rischio e volatilità non sono sinonimi. I prezzi delle azioni possono oscillare più del loro valore intrinseco durante gli alti e bassi dei Mercati, per cui la volatilità dei prezzi spesso crea soltanto delle opportunità. Nel lungo termine le quotazioni azionarie sono determinate dagli utili societari ed è dimostrato come di solito esse superino di gran lunga gli altri tipi di investimento in termini reali (cioè al netto dell’inflazione).

 

Per chi decide dunque di fare degli investimenti quello che può fare veramente la differenza per vivere correttamente e serenamente le proprie scelte è  l’impostazione mentale. Se siete consapevoli sin dall’inizio che può accadere che nel corso di un investimento emergano delle  fasi di volatilità come quella che attualmente stiamo vivendo, è difficile che poi veniate colti di sorpresa ed è assai più probabile che riusciate a reagire razionalmente. Se riuscite ad accettare che  la volatilità è una parte integrante dell’investimento, diventerà poi certamente più semplice assumere un atteggiamento razionale e restare concentrati sugli obiettivi di lungo termine.

 

Per curiosità ed approfondimenti potete scrivere a fabio.ferrarese@yahoo.it

GREENPEACE IN ALTA QUOTA: NO ALLE SOSTANZE PERICOLOSE NELL'ABBIGLIAMENTO OUTDOOR

greenpeaceGreenpeace Torino sceglie la Val Chisone per dire no ai PFC nell’abbigliamento outdoor

 

Dalle località sciistiche ai parchi urbani, dai boschi ai monti di tutta Italia gli attivisti di Greenpeace e gli amanti della natura si sono uniti per protestare contro la presenza di sostanze chimiche pericolose e persistenti, dannose per la salute e l’ambiente, nei prodotti dei maggiori marchi del settore outdoor. Anche i volontari del gruppo locale di Greenpeace di Torino hanno partecipato a questa protesta globale, che si è tenuta in questi giorni in forme diverse in 19 Paesi del mondo dall’Australia alla Cina, dalla Germania alla Slovenia, recandosi in vari luoghi della Val Chisone (TO).

 

Nel rapporto “Tracce nascoste nell’outdoor”, pubblicato qualche settimana fa da Greenpeace, emerge come alcuni marchi presi in esame – tra cui The North Face, Patagonia, Mammut, Salewa e Columbia – continuino a usare PFC per impermeabilizzare i loro prodotti, nonostante si dichiarino sostenibili e amanti della natura.

 

I PFC sono composti chimici che non esistono in natura e, una volta immessi nell’ambiente, possono diffondersi ovunque, inquinando anche le aree più remote del Pianeta, accumulandosi nei tessuti degli animali e persino nel sangue umano. Queste sostanze, infatti, possono causare seri danni al sistema riproduttivo e ormonale, oltre ad essere collegati a numerose malattie gravi come il cancro.

 

“Piuttosto che andare in montagna con abbigliamento contenente PFC, abbiamo deciso di vestirci in modo insolito per far riflettere gli appassionati di montagna e sport all’aria aperta ma anche i marchi più popolari del settore sulla necessità di non usare sostanze pericolose” afferma Giuseppe Ungherese, campagna inquinamento di Greenpeace Italia.greenpeace2

 

Greenpeace ha analizzato 40 prodotti (votati nei mesi scorsi dagli appassionati di tutto il mondo sul sito web dedicato), trovando PFC non solo nell’abbigliamento, ma anche in scarpe, tende, zaini, corde e perfino sacchi a pelo. Solo in 4 prodotti non sono stati rilevati PFC, dimostrazione del fatto che solo poche aziende si stanno muovendo nella direzione giusta. Tuttavia questo risultato, ancora limitato a pochi prodotti, indica che è possibile produrre abbigliamento impermeabile non utilizzando sostanze chimiche così pericolose. 

 

“È paradossale che quando indossiamo l’abbigliamento per le nostre attività in mezzo alla natura contribuiamo a contaminarla con sostanze pericolose. Con la protesta di oggi gli appassionati dell’outdoor chiedono con forza ai loro marchi preferiti di invertire la rotta e scegliere alternative più sicure. Aziende leader del mercato come The North Face devono smettere subito di inquinare consapevolmente l’ambiente ed eliminare tutte le sostanze tossiche” conclude Ungherese.

 

Leggi il rapporto “Tracce nascoste nell’outdoor”: http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2016/Detox/Tracce-nascoste.pdf

 

La Biblioteca per la salute è online

computer webConsente agli operatori della sanità piemontese (personale sanitario e amministrativo delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere, Arpa, specialisti ambulatoriali, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) di accedere gratuitamente ad articoli, pubblicazioni scientifiche e banche dati sui temi della salute e dell’ambiente

 

Centralizzare l’acquisto degli abbonamenti delle più importanti riviste scientifiche, ottimizzare l’accesso alle informazioni, evitando sprechi di risorse pubbliche da parte delle singole aziende sanitarie regionali, e mettere a disposizione degli operatori della sanità pubblicazioni e banche dati indispensabili per la loro attività è la funzione della Biblioteca virtuale per la Salute del Piemonte (BVS-P), la cui attività è stata finanziata dalla Giunta regionale anche per gli anni 2016, 2017 e 2018.

 

La Biblioteca Virtuale per la Salute, istituita dalla Regione nel 2009 e gestita dal Centro di documentazione regionale per la promozione della salute dell’Asl TO3, consente agli operatori della sanità piemontese (personale sanitario e amministrativo delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere, Arpa, specialisti ambulatoriali, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) di accedere gratuitamente ad articoli, pubblicazioni scientifiche e banche dati sui temi della salute e dell’ambiente. Da qualsiasi postazione internet aziendale o personale si possono consultare, attraverso autenticazione, circa 1100 riviste elettroniche di grande rilevanza scientifica, importanti banche dati (tra le quali Cochrane Library, Codifa, Embase), alcuni archivi digitali ad accesso libero, come BioMed Central, PLoS – Public Library of Science, Inoltre, si possono effettuare ricerche con il motore PubMed della U.S. National Library of Medicine e si può accedere a circa 400 e-books, tra cui la collezione Biomedical and Life Sciences dell’editore Springer.

 

“Si tratta di un servizio molto innovativo che ha consentito di rendere fruibili le risorse elettroniche a tutti gli operatori della sanità regionale in modo generalizzato, realizzando anche un significativo contenimento dei costi – commenta l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta – Per questo abbiamo ritenuto necessario sostenere un’attività che nel corso degli anni si è consolidata come un utile ed efficace strumento per l’aggiornamento e la formazione degli operatori. La complessità del sistema sanitario è tale che è indispensabile poter accedere facilmente a informazioni di qualità, confrontando studi e ricerche nazionali ed internazionali, anche al fine di favorire l’appropriatezza delle cure, che è una delle sfide principali se si vuol garantire sostenibilità al sistema”.

 

La centralizzazione degli abbonamenti ha anche permesso una significativa riduzione della spesa (oggi di 1,8 milioni di euro, praticamente dimezzata rispetto dai 3,5 milioni ante 2009), ponendo fine alla pratica per cui ogni azienda sanitaria procedeva autonomamente agli abbonamenti delle riviste, con duplicazioni e sovrapposizioni negli acquisti.

 

Gianni Gennaro

gianni.gennaro@regione.piemonte.it

Verso l’edizione numero 70 della Mostra di San Giuseppe

casale 22In programma alcuni incontri di prestigio sul tema del florovivaismo

 

Lavora a pieno ritmo la macchina organizzativa della Mostra Regionale di San Giuseppe, che si svolgerà a Casale Monferrato – Quartiere Fieristico della Cittadella dall’11 al 20 marzo prossimi. Manazza Gefra Srl, la società specializzata nel settore fieristico di Cassolnovo (Pavia) che organizza l’evento anche per il 2016, ha preso possesso degli uffici di via Martiri di Narrirya che rimangono aperti dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17 – telefono 0142/71944, fax 0142/453992. Posta elettronica: mostra.sangiuseppe@virgilio.it

 

Come già annunciato, l’edizione di quest’anno, la settantesima della serie vedrà un ritorno alle origini di “Fiera dei fiori”, grazie alla presenza di Coniolo, comune che organizza ogni anno nell’ambito del contenitore “Riso & Rose in Monferrato” l’evento – ormai di carattere nazionale – Coniolo Fiori. E proprio in quest’ottica, oltre allo spazio in Mostra si stanno preparando due eventi di livello, in entrambi i fine setttimana della manifestazione, con relatori qualificati e la presenza di Asproflor, associazione che rappresenta i florovivaisti italiani e organizza il concorso dei “Comuni Fioriti”.

 

L’edizione del settantesimo, inoltre, conferma Arteinfiera, giunta alla ventiduesima edizione,, seguita anche quest’anno dal suo ideatore, l’artista e critico d’arte, Piergiorgio Panelli che sta lavorando per presentare una “squadra” di artisti di livello, e “CasaleComics”, appuntamento con gli eroi di carta del mondo della Sergio Bonelli Editore, curato dallo staff organizzativo di Monferrato Eventi in liquidazione.

 

La Mostra, per cui è stato chiesto il patrocinio dell’Amministrazione Comunale guidata da Titti Palazzetti, inoltre, vedrà riconfermati i due ingredienti che hanno contribuito al notevole afflusso di pubblico nelle ultime edizioni, sempre a cura di Manazza Gefra Srl, ovvero l’ingresso gratuito per tutti i visitatori ed il percorso obbligato a giorni alterni. Quest’ultimo accorgimento consentirà a tutti i visitatori di prestare la necessaria attenzione a tutte le proposte innovative che  erranno presentate dagli espositori nei vari settori merceologici.

 

 

 

: mostra.sangiuseppe@virgilio.it

 

LO SPORT / Manital Torino vince e risponde con carattere alle critiche

manital2manital3manital1manital4Manital Torino ha conquistato due punti importanti, grazie ai quali ha abbandonato la posizione isolata in coda alla classifica. Dopo la brutta performance di Venezia, i giocatori hanno risposto alle critiche, offrendo ai tifosi una performance convincente

 

Nella sfida casalinga contro Vitasnella Cantù, la squadra di casa ha mantenuto le aspettative con una vittoria sofferta, ma meritata. 79 a 72 il risultato finale. Dopo una partenza sprint che ha portato Manital Torino avanti di 14 punti, Vitasnella Cantù ha reagito nel secondo quarto riducendo, dapprima, le distanze e, poi, superando la squadra torinese, seppure per pochi punti con un parziale di +12 per la squadra ospite.

 

Il top scorer per la Manital al termine dei primi 20 minuti èstato Eyenga (8), seguito da Ebi (7) e DJ White (6). Nel terzo quarto, Manital Torino ha ripreso a difendere meglio ed trovare soluzioni offensive più concrete, anche se si è giocato punto a punto. Ebi si è portato a quota 17 punti ed ha troneggiato anche in difesa. Bene pure Kloof.

 

Nell’ultimo quarto, la squadra torinese ha reagito dimostrando di volere portare a casa i due punti. Grande prova di carattere e orgoglio grazie alle belle soluzioni di Ebi, di Eyenga, e di Kloof, ma nel complesso tutti hanno dato il proprio apporto. Alla fine anche Rosselli e Mancinelli hanno dato un contributo fondamentale.

 

Manital Torino ha conquistato due punti importanti, grazie ai quali ha abbandonato la posizione isolata in coda alla classifica. Dopo la brutta performance di Venezia, i giocatori hanno risposto alle critiche, offrendo ai tifosi una performance convincente.

 

Il giorno prima del match, il Coach Vitucci aveva chiesto di“mettere in campo orgoglio e determinazione, cambiando immediatamente l’atteggiamento sbagliato avuto a Venezia”ed aveva messo in conto che contro Cantù sarebbe stata una partita difficile, ma che sarebbe stato fondamentale“andare a caccia dei due punti, con tutte le nostre forze”.

 

L’arrivo del neo acquisto congolese, ex Sassari, Christian Eyenga è stato importante per la squadra grazie ai numerosi interventi in difesa ed ai suoi canestri in attacco. Ora Manital  Torino aspetta il rientro di Jerome Dyson che venerdì ha ripreso gli allenamenti, dopo l’aggressione subita settimane fa.

 

Complessivamente, una bella partita anche se un po’ sofferta: Manital Torino ha, però, meritato questa vittoria dimostrando carattere e qualità di gioco. Unico rammarico èstato il calo di attenzione nel secondo quarto che ha consentito alla squadra ospite di ridurre le distanze, salendo di tono.

 

Manuela Savini

Queste le formazioni:

 

Auxilium Cus Manital Torino

White 15, Giachetti, Mancinelli 4, Rosselli 12, Fantoni ne, Kloof 11, Mascolo ne, Dawkins, Eyenga 16, Miller 2, Ebi 19; allenatore Vitucci

 

Acqua Vitasnella Cantù

Ukic, Abass, Heslip, Zugno, Wojciechovski, Cesana, Johnson, Tessitori, Fesenko, Hodge; allenatore Bazarevich

La cultura si conferma regina di Torino: a migliaia sotto la pioggia per visitare i musei

CODA REALE MATISSE MUSEIIl Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) ha offerto, come di consueto, ogni prima domenica del mese, l’ingresso gratuito in numerosi musei e aree archeologiche statali

 

Nonostante la pioggia ieri migliaia di persone hanno fatto la coda per visitare i musei e le mostre a Torino.  Segno che la cultura e il turismo rappresentano i due motori per lo sviluppo dell’economia cittadina. Del resto i recenti dati sui vent’anni di Abbonamento Musei Torino Piemonte, che consente il libero ingresso in oltre 100 musei, è cresciuto fino a  145 mila tessere  nel 2015. Gli abbonamenti sono stati 118.500 con un incremento di oltre il 16%. Complessivamente gli ingressi con tessera sono stati 753 mila:  una media di 6,3% per abbonato.

 

I musei più visitati  la Reggia di Venaria e la Gam, con oltre 102 mila ingressi. E ieri il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) ha offerto, come di consueto, ogni prima domenica del mese, l’ingresso gratuito in numerosi musei e aree archeologiche statali. I monumenti e musei statali (e non) visitabili gratuitamente a Torino sono stati: Polo Reale di Torino, Galleria Sabauda, Museo Archeologico, Palazzo Carignano , Villa della Regina  In Piemonte il Mibact ha reso fruibile anche il Parco e Castello Ducale di Agliè. Numerosi i visitatori anche alle mostre si Matisse a Palazzo Chiablese e di Monet alla Gam. Quest’ultima chiuderà il 14 febbraio.

 

(Foto: Musei Reali Torino)

Pianeta Minori: l'intervento dell'avv. Bocciolini

boccioliniIl “Torinese” ha intervistato l’ Avv. Daniele Bocciolini, membro della Commissione famiglia e minori del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma

 

1)      Avvocato, è di sempre maggiore attualità il fenomeno del cyberbullismo.  Il fenomeno è responsabile di abbandoni scolastici,  di malesseri fisici e psicologici, oltre che di difficoltà relazionali e sociali da parte di pre adolescenti e adolescenti che vengono a trovarsi in situazioni di dileggio da parte dei coetanei. Come può essere combattuto nella società e nella scuola?

Con la Commissione e con la Polizia Postale stiamo portando avanti un progetto per I licei della Capitale proprio per sensibilizzare i ragazzi a questo fenomeno molto diffuso. Nella maggior parte dei casi, riscontriamo la mancanza di consapevolezza: i ragazzi non si rendono conto che commettere atti di bullismo è un reato e che, una volta superati a 14 anni di età si è pienamente imputabili, rischiando così anche il carcere. I ragazzi sono molto curiosi, spesso ci spiazzano con le loro domande e ho la sensazione che non siano ascoltati: inizialmente fanno difficoltà a raccontare episodi che li riguardano, ma alla fine si aprono. Ho notato anche, con mio sommo dispiacere, una mancanza di interesse da parte dei genitori e degli insegnanti: come se a loro non riguardasse. Addirittura ricordo una preside che mi confidò di aver raccolto le prove di un gravissimo episodio di bullismo ai danni di un ragazzo con un ritardo cognitivo. Mi chiese cosa avrebbe dovuto fare con le registrazioni perché i genitori del “bullo”, pur essendo stati debitamente informati, non avevano preso alcun provvedimento. 

 

2)       Di chi è, secondo lei, la colpa?

Questo giustificare a tutti i costi le condotte dei propri figli è la prova che la famiglia ha oramai abdicato alla funzione normativa: non è più in grado di dare regole. E i professori si sentono lasciati soli e senza adeguati strumenti. I minori sembra che vivano in un mondo senza adulti, come ne “Il signore delle mosche”. Probabilmente la colpa è quella di averli “adultizzati” in maniera eccessiva. La situazione è preoccupante perché anche se il bullismo è sempre esistito, le conseguenze oggi, con la diffusione virale dei contenuti attraverso i social network, possono essere devastanti. Pensiamo anche ai recenti casi di cronaca. Prima del gesto estremo, i ragazzi inevitabilmente mandano dei segnali, attraverso i propri comportamenti: lo fanno in famiglia, in classe. Dobbiamo essere in grado di coglierli prima che sia troppo tardi. 

 

3)      Esistono disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto di questo fenomeno?  Sono già in vigore e si stanno dimostrando efficaci?

A maggio è stato approvato con voto unanime in Senato, su iniziativa della sen. Elena Ferrara, un disegno di legge in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Attualmente, però,  è fermo, all’esame della Camera.  Il decreto, tra le altre cose, regola la rimozione dei contenuti offensivi dalla rete, stabilisce quando debba intervenire il Garante della privacy e, soprattutto, introduce una misura di ammonimento nel caso di reati commessi da minorenni ma con età superiore ai 14 anni (il questore convoca il ragazzo insieme ai genitori e lo ammonisce sulla sua condotta). La finalità è quella di “responsabilizzare” tutti i soggetti coinvolti (minori, famiglie e scuola).

 

4)       Sono in aumento i reati contro i minori? 

Sono in aumento alcune tipologie di reati. Purtroppo sono in crescita i maltrattamenti e gli abusi di tipo sessuale. Sempre più frequenti sono poi i casi di adescamento on line (il cd. “grooming”) che consiste nel tentativo, da parte di una persona malintenzionata o di un pedofilo, di avvicinare un bambino o un adolescente per scopi sessuali, conquistandone la fiducia attraverso l’utilizzo della rete Internet, in particolare tramite chat, blog, forum e social networks. Il reato di adescamento di minorenni, recentemente introdotto nel nostro codice penale all’art. 609 undecies c.p. consiste nel compimento di qualsiasi atto volto a carpire la fiducia di un minore di età inferiore a sedici anni per scopi sessuali, attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante Internet o altre reti o mezzi di comunicazione. Nel nostro progetto per le scuole cerchiamo anche di informare i ragazzi proprio sui pericoli che si nascondono in rete.  

 

5)       Cosa ne pensa delle maestre recentemente arrestate a Pisa e a Pavullo, nel modenese, per maltrattamenti ?

C’è un inquietante tratto comune nelle indagini in qualche modo parallele delle maestre arrestate per aver picchiato i bimbi all’asilo: ovvero l’indifferenza, se non addirittura l’omertà, di alcune colleghe. E’ molto difficile che nessuno degli altri operatori si sia accorto di quello che realmente accadeva lì dentro. Le immagini riprese dalle telecamere che sono state sistemate successivamente dagli inquirenti sono agghiaccianti. Mi auguro che le pene siano esemplari. Un genitore, quando lascia un bambino a scuola, deve essere sicuro che sarà protetto e tutelato: non possiamo riempire gli istituti scolastici di telecamere perché vengono assunte persone totalmente incapaci e violente.

 

 Mara Martellotta

TORINO-CHIEVO 1-2: fischi e fiaschi allo Stadio Olimpico

chievo torotoro flagMARCATORI: 19′ pt Benassi al 19’, 33′ pt aut. Bruno Peres, 26’ st rig. Birsa.

 

TORINO (3-5-2): Padelli, Maksimovic, Glik, Moretti; B. Peres, Benassi (27 st Vives), Gazzi, Obi (12’ st Farnerud), Avelar; Immobile, Belotti (14′ st Maxi Lopez). A disp. Ichazo, Castellazzi, Molinaro, Zappacosta, Jansson, Gaston Silva. All. Ventura.

 

CHIEVO: Seculin, Frey, Dainelli (1’ st Spolli), Cesar, Gobbi; Birsa (dal 34’ del s.t. Costa), Pinzi, Radovanovic, Castro; M’Poku (16’ st Floro Flores), Inglese.  A disp. Bizzarri, Bressan, Sardo, Damian, Pellissier. All. Maran.

 

Fischi e fiaschi in quel dell’Olimpico espugnato dagli avversari del Chievo che costringono i granata ad un 2-1 meritato. Non delle migliori la prestazione dei padroni di casa che nelle ultime dieci partite hanno vinto solo una volta, e non dei più rosei neanche il rapporto tra tifosi e Ventura, altamente contestato per le sue scelte. La decisione del tecnico di mettere dal primo minuti Obi e Avelar, non ancora in forma ottimale, non è stata forse la più azzeccata, così come i cambi degli unici che spingevano un po’ in avanti la squadra: Immobile e Benassi oggi in gol. Per il resto soliti schemi di gioco, solita squadra che si spegne dopo la mezz’ora e, complice anche un autogol di Peres, lascia liberi gli avversari di trovare la vittoria.

 

Tutto sembra filar liscio come l’olio, in realtà, nella prima parte di gara che vede già da subito i granata impegnare in difesa gli avversari. Sul quarto d’ora è infatti Benassi che dal limite prova la botta e obbliga Seculin ad alzare la palla in corner. Bastano 3′ al numero 15 granata per non sbagliarla di nuovo: Immobile dalla sinistra serve un cross perfetto per il tap-in dell’1-0. Ha sete di gol e voglia di far bene il centrocampista di casa, oggi alla sua terza rete stagionale, tanto che al 24′ si rende ancora pericoloso dalla trequarti, ma questa volta Seculin ci mette la toppa. Non da meno il compagno Ciro Immobile che poco prima della mezz’ora spreca ingenuamente un’occasione da gol: sponda di testa di Belotti che serve Immobile, ma due tentativi falliti, entrambe ottime opportunità per mettere al sicuro il risultato. Scoccata la mezz’ora sembra ridestarsi anche la squadra di Maran, finora rimasta a guardare, e lo fa con Birsa che riceve palla da Pinzi ma da buona posizione angola troppo la palla terminata a lato. Tutto sembrava troppo bello per essere vero per Ventura, ed infatti non lo era. Tanto che al 35′ Bruno Peres ci mette lo zampino segnando un autogol su un inserimento di Castro in area.

 

Caricati dal pareggio i giocatori del Chievo al ritorno in campo non hanno timore a rendersi pericolosi anche loro. E’ infatti di nuovo Birsa dal limite dell’area a tentare la conclusione messa in corner da Moretti. Alla crescita dei clivensi risponde ancora Benassi, decisamente il migliore tra i suoi, che quasi al quarto d’ora viene servito da Immobile e manda il pallone di poco lontano dal palo alla destra di Seculin. E’ ancora Chievo però al 20′ con Inglese che libero in aria cerca il sorpasso evitato però dai guantoni di Padelli. A poco serve, in realtà, perché subito dopo un’ingenuità di Avelar su Castro decide il rigore trasformato da Birsa. Il toro cerca goffamente di limitare i danni ma ormai la frittata è fatta: il Chievo vince per la prima volta sul campo del Torino e supera in classifica gli avversari che rimangono fermi a 28 punti. Troppo pochi per un Torino che era partito in quarta e rallentando la corsa si è ritrovato in salita.

 

Valeria Tuberosi

L'Islam nel Bel Paese e il buon esempio del Marocco

comunitaislamLA GANGALA VERSIONE DI GIUSI /

di Giusi La Ganga

 

I giovani marocchini in Europa, e particolarmente in Italia, frequentano moschee la cui predicazione incita alla violenza, cosa che non avviene nelle moschee di casa. E la ragione, ahimè, è assai inquietante.  I luoghi di culto in Italia sono quasi tutti realizzati con soldi provenienti dall’Arabia Saudita, soprattutto tramite fondazioni ad hoc, che sono portatori della versione wahabita dell’Islam, gravida di suggestioni radicali e violente

 

Il mondo nell’era della globalizzazione è un mondo complesso, policentrico, non facile da comprendere e da decifrare. La crisi in Siria, il rapporto con la Russia di Putin e con l’Iran sciita, le vicende del prezzo del petrolio, la stagnazione in Europa e mille altre questioni, richiedono tutte analisi complesse e soluzioni difficili. La politica sembra invece essere malata di “sbrigatività”. Il peso del web, le oscillazioni dell’opinione pubblica, l’emotività di crescenti minoranze di cittadini porta a continue semplificazioni, che, amplificate dalla velocità di comunicazione, inducono ad errori e a visioni prive di qualsiasi lungimiranza. Questa premessa per introdurre il racconto di un piccolo ma significativo episodio.

 

Qualche giorno fa incontro, su segnalazione di una vecchia amica, un giovane marocchino, cresciuto a Torino e impegnato in numerose attività artistiche e di spettacolo. E’ una buona occasione per raccogliere qualche informazione sul Marocco e sullo scontro in atto nel mondo islamico. Mi conferma che il Marocco è sostanzialmente esente, per ragioni storico-politiche e assetti istituzionali, dalla presenza di un islamismo radicale e terroristico. Ma, aggiunge, finora…  Infatti, mi racconta, c’è una generazione di nuovi marocchini, quasi tutti cresciuti in Europa, che sta iniziando a diffondere una religione molto più aggressiva.  Incuriosito, mi faccio spiegare.  I giovani marocchini in Europa, e particolarmente in Italia, frequentano moschee la cui predicazione incita alla violenza, cosa che non avviene nelle moschee di casa. E la ragione, ahimè, è assai inquietante.  I luoghi di culto in Italia sono quasi tutti realizzati con soldi provenienti dall’Arabia Saudita, soprattutto tramite fondazioni ad hoc, che sono portatori della versione wahabita dell’Islam, gravida di suggestioni radicali e violente.

 

Se in Italia vi fossero moschee finanziate diversamente, la predicazione avrebbe contenuti religiosi e non politici, ma qui in Italia, mi dice, l’opinione prevalente è quella che per questi scopi i mussulmani devono arrangiarsi con soldi propri.E quindi un popolo tranquillo e con una forte propensione alla modernità si ritrova compartecipe di progetti assolutamente diversi e largamente non condivisi. Piccolo esempio di mancanza di lungimiranza. Nelle politiche di accoglienza questo è un tema che meriterebbe di essere approfondito. Ma se qualcuno lo facesse, apriti cielo!