redazione il torinese

“Un tormentato dopoguerra”. L’esodo giuliano-dalmata nei cinegiornali d’epoca

dalmati emigazioneUtilizzando come lente di ingrandimento le immagini dei cinegiornali del tempo, la serata del 10 febbraio intende approfondire le vicende dell’esodo giuliano‐dalmata e del confine orientale d’Italia

 

“Un tormentato dopoguerra”. L’esodo giuliano-dalmata nei cinegiornali”. Con questo titolo, mercoledì 10 febbraio, alle 20,15, al Cinema Massimo Tre di via Verdi a Torino, verranno proiettati documenti storici per il Giorno del Ricordo. L’iniziativa è promossa dall’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, l’Archivio nazionale cinema d’impresa, la Fondazione Vera Nocentini, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza in collaborazione con il Museo nazionale del cinema, l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la Città Metropolitana di Torino e il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese. Alla serata interverranno Nino Boeti, Vice Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte;Antonio Vatta, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia;Paola Olivetti, Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza;Marcella Filippa, Fondazione Vera Nocentini;Sergio Toffetti,Archivio Nazionale Cinema d’Impresa. Utilizzando come lente di ingrandimento le immagini dei cinegiornali del tempo, la serata intende approfondire le vicende dell’esodo giuliano‐dalmata e del confine orientale d’Italia. Una pagina della storia italiana inserita nel tormentato dopoguerra europeo, segnato da trattati di pace e spostamenti forzati di popolazione. Intrecciando realtà e propaganda i cinegiornali fissano i riflessi e le sfumature dell’esodo connettendo le partenze e gli arrivi degli esuli, e il loro difficile inserimento nella complessa realtà dell’Italia del dopoguerra. Le sequenze, frutto di un montaggio di filmati provenienti dal prezioso patrimonio dell’Istituto Luce e dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, dedicano particolare attenzione alla Questione di Trieste che scuoterà la storia nazionale fino al 1954, quando, dopo la firma del Memorandum di Londra, la città giuliana torna definitivamente a far parte del territorio italiano.

 

Marco Travaglini

 

Ridere fa dimagrire: si bruciano calorie!

DI LEI RIDERE COPPIAAnche la scienza conferma che ridere fa bene alla salute ed aumenta il nostro benessere e la forma fisica, perché si bruciano calorie

 

Ridere fa dimagrire e non è uno scherzo, infatti si bruciano calorie. Questa notizia è sta confermata dalla scienza. Eminenti scienziati e ricercatori inglesi, dopo avere effettuato vari studi con spettatori di programmi televisivi comici, hanno evidenziato che una risata intensa riesce a bruciare fino a 120 calorie orarie.

 

La direttrice Helen Pilcher, che ha coordinato il gruppo di ricercatori e lo studio svolto, ha dichiarato che ridendo intensamente si muove un notevole numero di muscoli ed il loro sforzo porta a bruciare molte calorie. Non solo, se si ride si ha la possibilità di ossigenare il sangue, eliminando tossine, che sono causa di varie patologie.

 

La quantità di calorie bruciate in un’ora di divertimento intenso, in cui la risata è intensa, porta allo stesso risultato di mezz’ora di sollevamento pesi, uno sport, come siamo a conoscenza non esattamente facile e molto impegnativo. Analogamente una casalinga che sistema la casa per tre quarti d’ora, brucia le stesse calorie.

 

Quando ridiamo infatti si cotraggono non solo i muscoli del viso, ma anche gli addominali, allo stesso modo degli esercizi fisici. Naturalmente questa notizia non ci deve fare eliminare la palestra o il movimento fisico, di cui conosciamo tutti i benefici, ma se associamo anche qualche oretta di buone e salutari risate, ne goderemo i risultati. In presenza di una sana alimentazione , servono ottanta ore di risata intensa, per perdere un chiletto.

 

E’ chiaro che non possiamo ridere ottanta ore continuamente, ma se consideriamoil tempo nell’arco di un anno, otteniamo che ci bastano venti minuti di risate al giorno, per perdere in media un chilogrammo all’anno. Naturalmente seguendo un sano stile di vita e muovendosi anche solo per una passeggiata al giorno all’aria aperta. Giorno dopo giorno i minuti si sommano e possiamo quindi ottenere il risultato voluto, prendendo in considerazione tutti i metodi.

 

Vedendo una serie televisiva comica e ridendo insieme agli amici, anche il nostro corpo ne risentirà positivamente. Le nostre nonne ripetevano all’infinito che “il riso fa buon sangue” e certamente non alludevano all’alimento, ma alle risate. Una buona ossigenazione al sangue e ridere porta anche questo beneficio, fa in modo che tutti gli organi e gli apparati del nostro organismo migliorino la loro funzionalità e di conseguenza tutto il corpo stia bene.

 

www.dilei.it

La tenacia di Elvira

Nata nel 1887, era figlia di un ingegnere, dipendente delle Ferrovie e di una contadina. Appena conseguito il diploma di maestra elementare, preferì lasciare Roma – era cresciuta tra la Capitale e Torino – per insegnare  a Taino, il piccolo paese lombardo sulle pendici collinari della sponda “magra” del lago Maggiore

 

elvira pajetta1Il 13 settembre del 1963, si spegneva Elvira Berrini, “mamma Pajetta”.Lo stesso giorno di settembre in cui, 25 anni  fa,cessava di vivere anche il maggiore dei suoi figli, Giancarlo. Elvira, nata nel 1887, era figlia di un ingegnere, dipendente delle Ferrovie e di una contadina. Appena conseguito il diploma di maestra elementare, preferì lasciare Roma – era cresciuta tra la Capitale e Torino – per insegnare  a Taino, il piccolo paese lombardo sulle pendici collinari della sponda “magra” del lago Maggiore,  di cui la famiglia era originaria. Quando si trasferì a Torino, dove sposò l’avvocato Carlo Pajetta, insegnò nel popolare e operaio Borgo San Paolo, il “borgo rosso”. Qui divenne amica e compagna di lotta di Camilla Ravera e qui nacquero i suoi primi due figli,  Gian Carlo e Giuliano. Il terzo e ultimo, Gaspare, nato a Taino il 27 giugno del 1925, morì giovanissimo in combattimento contro i nazifascismi  a Megolo, in Val d’Ossola,  il 13 febbraio 1944. elvira pajetta comune2

 

Arrestata col marito per l’impegno politico dei figli maggiori ed esonerata perciò dall’insegnamento, “mamma Pajetta” (come sarebbe stata affettuosamente chiamata nel secondo dopoguerra), fu tra le animatrici a Torino del “Soccorso rosso” e fece spesso la spola con la Francia, quando Giuliano vi si era rifugiato. Neppure la dolorosa perdita di Gaspare la indusse a desistere dalla lotta elvira pajetta3antifascista. Dopo la Liberazione, Elvira fu consigliere al Comune di Torino e assessore alla Pubblica Istruzione. Attivissima nel suo partito, il Pci,  e nell’Unione Donne Italiane, presidente dell’Istituto piemontese per la storia del movimento di Liberazione, fu sicuramente tra le donne più popolari del Piemonte nel secondo dopoguerra. Colpita da un grave male, lo combatté vanamente per due anni e, alla sua morte, venne sepolta nella stessa tomba che il giovane Gaspare divideva con l’amico Aldo Carletti, nel piccolo cimitero di Megolo. Nello stesso luogo all’ombra del Cortavolo dove, nel tempo, l’intera famiglia Pajetta si è riunita per sempre.

 

Marco Travaglini

Buon compleanno, Metrò! Biglietto unico e grande festa del decennale il 21 febbraio

metro genteSono stati 45 milioni i chilometri percorsi dall’apertura ad oggi, pari a quattro volte il tragitto dalla Terra alla Luna. L’opera è costata un miliardo di euro, ne serviranno altri 500mila per i prolungamenti in programma

 

Era il  4 febbraio 2006 quando il primo treno inaugurò la  tratta della nuova metropolitana torinese tra Porta Nuova e la stazione Fermi di Collegno. In occasione del decennale il Comune e Gtt hanno deciso di festeggiare, il 21 febbraio, con una giornata di spettacoli all’interno del metrò.

 

metro 2La festa coinvolgerà anche la linea 13, che da poco è tornata ad essere coperta dai tram anziché dagli autobus. Per festeggiare i dieci anni del metrò, viene anche riproposto il biglietto unico a 1,50 euro. In programma eventi con musica e animazioni nei locali sotterranei delle fermate.

 

Nel  corso del 2015 la metropolitana (lunga 13,2 km da Lingotto a Collegno) ha registrato una media di circa 110mila passaggi quotidiani. Sono stati 45 milioni i chilometri percorsi dall’apertura ad oggi, pari a quattro volte il tragitto dalla Terra alla Luna. L’opera è costata un miliardo di euro, ne serviranno altri 500mila per i prolungamenti in programma. Nel 2015 i passeggeri sono stati più di 41 milioni. Il totale nei dieci anni è di 277 milioni per  un milione di corse.

 

 

10 anni di Metropolitana: breve storia della Metropolitana automatica di Torino (fonte: Gtt)metro 1

 

1998: la Città di Torino affida a SATTI (oggi GTT) l’incarico di gestire progettazione, realizzazione ed esercizio dell’opera.
1999: il 21 aprile viene firmata la delibera CIPE che aumenta dal 35 al 60% la quota di finanziamento garantita dal Governo centrale.
2000: il 19 Dicembre, a Collegno, si da il via ai lavori della Linea 1 della metropolitana automatica di Torino.
2002: il 22 ottobre la talpa “Valentina” inizia a scavare il tunnel sotto corso Francia dalla stazione Fermi. Il 20 gennaio 2003 conclude lo scavo alla stazione Pozzo Strada.
2003: il 7 marzo la talpa “Madama Cristina” inizia a scavare dalla stazione Principi d’Acaja e termina il lavoro alla stazione Pozzo Strada il 9 dicembre.
2004: dal 4 febbraio al 17 giugno la talpa “Valeria” realizza il tratto di galleria tra Porta Susa e Principi d’Acaja. Il 10 Novembre arriva il primo treno dallo stabilimento Siemens di Praga.
2005: il 18 marzo, con l’arrivo della talpa “Valeria” nella stazione di Porta Nuova, viene completata la galleria della metro, dalla stazione Fermi, a Collegno, sino a Porta Nuova, a Torino. Il 9 settembre, nel tratto XVIII Dicembre-Massaua, viene realizzato il primo viaggio prova con le autorità cittadine.
2006: il 4 febbraio viene inaugurata a Torino la prima tratta della linea 1 della prima Metropolitana Automatica d’Italia. Il 20 marzo viene metro 10trasportato il 1° milione di passeggeri. Il 30 marzo iniziano in via Nizza i lavori per la realizzazione del prolungamento della linea 1 da Porta Nuova a Lingotto.
2007: il 5 ottobre viene inaugurata la seconda tratta della linea 1 da XVIII Dicembre a Porta Nuova.
2011: il 6 marzo viene inaugurato la tratta della linea 1 da Porta Nuova a Lingotto.
2011: il 9 settembre viene aperta la stazione metro Porta Susa integrata con la ferrovia.
2012: iniziano i lavori per il prolungamento Sud “Lingotto – Bengasi”.
2015: viene redatto il progetto preliminare della tratta “Collegno – Cascine Vica”, attualmente in attesa di approvazione da parte del CIPE

 

(Foto: il Torinese)

800 richieste da tutta Italia per adottare i cuccioli di pitbull

canileSolo sabato, ben 85 visite di possibili affidatari. I 32 cani,  vivevano in condizioni di degrado
 

Al canile municipale di strada Cuorgné sono già arrivate 800 mail di richiesta per adottare i pitbull messi sotto sequestro dopo l’operazione della polizia municipale, il 13 febbraio scorso, in un appartamento di via Martorelli, a Torino. Tante le telefonate da tutta Italia e, sabato, ben 85 visite di possibili affidatari. I 32 cani vivevano in condizioni di degrado. Ora si attendono ora le disposizioni della magistratura. In Comune l’opposizione critica però l’amministrazione torinese: “La questione era stata sollecitata da due anni – afferma il capogruppo di Forza Italia, Andrea Tronzano – E nonostante le segnalazioni non era stato fatto nulla, in particolare sulle verifiche delle condizioni igienico-sanitarie dell’appartamento”.

Viaggio a Mirafiori Sud, come rivitalizzare una "piccola Svizzera"

mirafiori1tosettoMIRAFIORI FACCIATAmirafiori4mirafiori2mirafiori3STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

Parchi e poi , ad esempio via Artom… non è più la vecchia via Artom. Attraverso il risanamento edilizio si è realizzata una maggiore fruibilità urbana. Tra corso Unione sovietica e ordinati palazzoni un piccolo borgo. Borgo che sa di antico, oserei dire turistico. Con le abitazioni ristrutturate o in via di ristrutturazione. Possibile che non ci siano problemi? La perfezione non è di questo mondo. La principale è l’invecchiamento della popolazione

 

Complice una bella e tersa mattinata mi ritrovo ad una decina di km dal centro di Torino, domandandomi : dove sono? Piacevole vedere strade pulite e la caoticità tipica dei mercati rionali contenuta. Parcheggio l’auto chiedendo informazioni su dove posso trovare la Circoscrizione. Indicandomi la strada, mi accompagnano per un pezzo. Tra corso Unione sovietica e ordinati palazzoni un piccolo borgo. Borgo che sa di antico, oserei dire turistico. Con le abitazioni ristrutturate o in via di ristrutturazione. Quasi una “Piccola Svizzera”.

 

Sono alla circoscrizione 10 Mirafiori Sud. La prima volta che “passeggio” per questa “realtà urbana”. La piacevolezza dell’insieme viene interrotta dalla consapevolezza nell’essere in ritardo. Mi scuso con chi avevo l’appuntamento, puntando sulla sua proverbiale cortesia. Marco Novello da cinque anni Presidente di Quartiere. Classe 1962 ha mosso i suoi primi passi politici all’Itis di Grugliasco, fucina negli anni 70 e primi anni 80 di giovani Comunisti. Consigliere di quartiere, consigliere provinciale e presidente di commissione. Oltre 40 anni in politica, con una robusta esperienza amministrativa.

 

Mi premette : desidera parlare con me solo della sua ultima esperienza, per lui ampiamente positiva, mentre sulla situazione nazionale ci sono solo delle delusioni. Delusioni per questa “scomposta” sinistra politica. Difficile essere di parola. Si alternano dati locali con quelli nazionali, ma emerge con forza che, nonostante le scarsissime risorse, molto è stato fatto in questi ultimi cinque anni.  Ammetto il mio positivo stupore. Davanti ad una cartina mi spiega l’insieme del quartiere.

 

Parchi e poi , ad esempio via Artom …non è più la vecchia via Artom. Attraverso il risanamento edilizio si è realizzata una maggiore fruibilità urbana. Possibile che non ci siano problemi?

 

“La perfezione non è di questo mondo. La principale è l’invecchiamento della popolazione . La prostituzione intorno ad aree industriali dismesse”.

 

Cosa avete realizzato e  quali sono i futuri obiettivi?

“Rivitalizzare. Ottimo strumento operativo è stato e sarà la Fondazione SanPaolo, poi il Politecnico con  Università del Design fanno arrivare studenti ed è nostro compito realizzare strutture di accoglienza. Abbiamo realizzato sale di studio e politiche di sostegno per affitti agli studenti. Lo stabilimento Mirafiori è stato positivo per il Borgo. poi di fatto ha diviso il Borgo dalla “Città”. Ora deve diventare occasione.Rivitalizzando il centro direzionale, Istituendo borse di Lavoro.

 

Prospettive?

“Continuare il lavoro svolto. Ora le cose si complicano un tantino. Ci accorpiamo con Santa Rita Mirafiori nord. Così si passa dai 40mila attuali a 145mila abitanti. Ma sono fiducioso.

 

Ti vuoi ripresentare?

“Sono a disposizione. Chi di competenza deciderà. Per parte mia desidero sottolineare un positivo giudizio sull’operato della giunta Fassino ed in particolare del Sindaco. Prezioso è stato anche il suo lavoro come Presidente dell’ ANCI. Tutelando, in questa difficile situazione gli enti locale, ha tutelato anche il nostro lavoro di amministratori di territorio.”

 

Ci salutiamo. Finalmente una esperienza positiva. Il nostro compito, anche in questo caso raccontare. Con la soddisfazione di raccontare  una volta tanto gli aspetti positivi, non solo quanto di negativo purtroppo c’è anche nella nostra citta.

 

E raccontare il bene dà molta più soddisfazione

Cara cicca quanto ci costerai? I commenti dei torinesi alle multe anti-mozzicone

sigaretta ragazzaLe considerazioni dei torinesi riguardano anche la difficoltà di far rispettare il divieto e la necessità di prendere provvedimenti, ad esempio, anche sui marciapiedi sporcati dai cani

 

Gettare a terra un mozzicone di sigaretta o qualche cartaccia, da qualche giorno costerà caro: fino a 300 euro. Abbiamo chiesto ai nostri lettori sulla pagina Facebook del Torinese le loro opinioni sulla nuova sanzione e abbiamo ricevuto centinaia di risposte. Eccone alcune. Le considerazioni dei torinesi riguardano anche la difficoltà di far rispettare il divieto e la necessità di prendere provvedimenti, ad esempio, anche sui marciapiedi sporcati dai cani.

 

Mauro Alfredo
Mauro Alfredo Quando escono leggi simili ( che ovviamente sono fatte solo ed esclusivamente per fare cassa e nulla hanno a che vedere con il concetto di pulizia delle città ) penso sempre a un paio di questioni che andrebbero prese in considerazione 1 io sono un fumatore e intendo restare tale ,pago le sigarette 5.20 € al pacchetto per ogni singolo giorno , essendo un fumatore mi si accusa di gravare sul sistema sanitario al che mi faccio un conto è dico spendo ogni anno € 1898 solo di sigarette poi essendo artigiano Inps Inail pago tassa raccolta rifiuti casa officina ecc ecc tenendo presente che i filtri delle sigarette sono biodegradabili realizzati in pura cellulosa tenendo presente che il costo delle sigarette è al 89% fatto da tasse tenendo presente che nella mia intera vita con immancabili aumenti sigarette ho aiutato come tutti i fumatori i terremotati gli alluvionali ecc ecc tenuto presente che se i soldi spesi fossero usati per pagare operatori ecologici che veramente tenessero pulita la città vivremmo in luoghi pulitissimi ma ammesso e non concesso che volessi comportarmi civilmente e decidessi di buttare mozziconi in cestini mi si accusa di essere un incendiario potenziale credetemi ma veramente dal profondo del mio cuore scatta un irrefrenabile Ande a pievlu an tal cul ( per i non Torinesi usate la fantasia Emoticon wink

Luciana Neftci
Luciana Neftci Bene. Mi piacerebbe però’ vedere qualcuno che mette delle multe ai vari incivili in giro per le città’ non solo per le cicche cartacce ma anche per i padroni degli animali per i petardi ecc ecc…. mi piacerebbe anche che poi qualcuno le pagassero. Soprattutto alcune categorie di persone che,forti del fatto che non hanno niente, se ne infischiano e lo fanno anche per dispetto. Questa e’ una nazione che è’ capace solo di mettere sanzioni e balzelli vari…poi però non si vede mai nessuno che fa rispettare la Legge di turno. E non parlate di educazione individuale perché’ noi italiani capiamo solo le cose quando ci toccano in tasca…

Yo Francys
Yo Francys Penso che il senso civico dovrebbe consentire di rispettare queste buone regole senza esserne obbligati.. Ma poiché noi italiani non abbiamo il senso civico sviluppato, abbiamo bisogno di disciplina… A patto che questa disciplina venga attuata…

Giuseppina Scibinico
Giuseppina Scibinico Non piovendo da mesi, i marciapiedi di Torino sono una sozzeria incredibile, cacche di cani, sputi di giovani e anziani, cicche di sigarette dei fumatori …camminare senza pestare qualcosa è diventato un miracolo …

1 risposta
Ines Elisa Masoero
Ines Elisa Masoero siii certoo! ogni 50 mt dovrebbe esserci un vigile che controlla chi butta le cicche, chi lascia i cani fare di tutto, gli umani che fanno di tutto, i brutti maiali che sputano per terra e chissà quali altre cose. Ma non dovrebbero pagare una multa, ma lavorare e pulire marciapiedi e muri. mettere dei vasi con i fiori, eccc…..

Enrica Shakti Colombi
Enrica Shakti Colombi Giustissimo! Chiederei però al Comune di Torino di mettere qualche posacenere per le strade. Se no si rischia di dare fuoco a qualche cestino. I distratti che rischiano di buttare qualche mozzicone acceso in un cestino pieno di carta ce ne sono di sicuro.

Marina Manfrin
Marina Manfrin Abito nella nuova zona Politecnico, quasi tutte le mattine passano i vigili per dare le multe per divieto di sosta o finto intralcio. I marciapiedi sono latrine per cani. Raccolta rifiuti (considerato quello che paghiamo) inesistente.

Monica Rossi
Monica Rossi A me piacerebbe sapere come mai con tutti gli spazi creati appositamente, continuano ad esserci i marciapiedi devastati dalle cacche dei cani!!!! E le multe?????? Boh!!! Vediamo cosa succederà con le cicche!!

Sabrina De Leo
Sabrina De Leo Penso che sia giusto, anche se è triste constatare che non abbiamo ancora capito che il mondo è casa di tutti noi e non dovrebbe esserci qualcuno che controlla se abbiamo buttato la carta e il mozzicone delle sigarette nel cestino… dovrebbe essere una cosa che ci viene naturale….

Ernesto Nicolosi
Ernesto Nicolosi Minchiate: finisce come le multe ai padroni dei cani che non raccolgono le deiezioni dei loro animali. Meglio continuare con i divieti di sosta: è più facile!

Michela Di Stefano
Michela Di Stefano X tornare a bomba ricordate anche di fare i passaggi e le discese x gli invalidi e carrozzine che x muoversi è meglio stare chiusi in casa VERGOGNATEVI. a ma già li bisogna spendere nn si guadagna. E gli invalidi rimangono a casa o viaggiano x le strade con il rischio di essere investiti e pure MULTATI. E quante c’è ne.

Maria Contarino
Maria Contarino Verissimo nn sono solo cicche.. che vedi in giro ..c’è di tutto ..ai giardini nn puoi camminare che c’è la caccia dei cani ..I spazzini invece di pulire stanno al bar ..x me buttano lo stesso cicche e tutto …a me arrivano sul balcone le cicche cenere e tutt’altro.

Daniela Brio
Daniela Brio Quanta ipocrisia.
Nelle famiglie dette normali queste cose capitano spesso…

Anna Longato
Anna Longato si va benissimo leducazione ci deve essere ma per tutti anche per chi sputta a terra e se ne vedono ti fanno perfino rebaltarti lo stomaco e chi piscia lasciamo perdere ci sarrebero di cose vogliono che non si gettono i mozziconi a terra i cistiniiiiiiiiiiiiiiiiiii dove sono cominciate dare fazzoletti a quei porci che sputano

Dilva Bianco
Dilva Bianco sono d’accordo per le multe, sporcizia da evitare e il fumo nuoce alla salute e aumenta l’affollamento nella sanità pubblica che sarebbe di tutti, anche di chi non ha mai fumato

Eliana Fontana
Eliana Fontana Ke sarebbe ottimo !!!le facessero !! Anke se x imparare l educazione nn dovrebbe essere necessario ricorrere a questi mezzi !!l educazione é fondamentale in tt le cose !!ma è una dote ke poki hanno !

Walter Constantino
Walter Constantino Che siamo il paese dei balocchi, non fanno le multe per le deiezioni dei cani, extracomunitari che urinano in ogni luogo ecc.ecc.

Francesco Usai

 

Francesco Usai Giusto!…penso sia una cosa giusta! Un po’ di civiltà….e sapete che dico…che dovrebbero fare anche la multa a chi non raccoglie le cacche dei cani se non esiste già una sanzione per essa!

 

FROSINONE-JUVENTUS 0-2: CUADRADO E DYBALA PORTANO AVANTI I BIANCONERI

frosinone-juventus- RETI: st 28’ Cuadrado, 46’ Dybala.

 

FROSINONE (4-3-3): Leali; Rosi, Blanchard, Russo, Crivello; Gori (36st Soddimo), Chibsah (27st Frara), Sammarco; Tonev, D.Ciofani (41 st Longo), Dionisi. All: Stellone.

 

JUVENTUS (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini (32 st Rugani); Alex Sandro, Sturaro (21st Pereyra), Marchisio, Pogba, Cuadrado; Dybala, Morata(48st Favilli). All: Allegri.

 

Una partita difficile, complicata da sbloccare e si sa che se non si riesce a segnare sin da subito l’impresa diventa ben più ardua, ed il merito va di certo al Frosinone ben attento a non scoprirsi. Alla fine rivediamo la Juventus a cui ci siamo abituati in queste ultime 14 giocate e, a risolvere il tutto ci pensano Cuadrado e Dybala.

 

I bianconeri soffrono le assenze di Khedira e Mandzukic ma provano subito a prendere in mano la situazione, al 5’ grande occasione per Sturaro, ma il centrocampista non arriva sul cross di Alex Sandro, e dopo poco è Morata ad andare al tiro ma non impensierisce Leali. Il Frosinone pensa più a difendere ma, al 13’,inizia ad affacciarsi dalle parti di Buffon: lancio di Blanchard per Ciofani, che aggancia bene e dopo calcia fuori. I bianconeri, nonostante fatichino a trovare i propri spazi al 35’ riescono ad impensierire Leali. Sturaro con una conclusione violenta da fuori area costringe Leali a deviare. Nel finale la Juve va vicino al vantaggio prima con Dybala, servito da Morata con un colpo di testa e subito dopo, giusto alla scadere del primo tempo, Morata supera due avversari, arriva davanti a Leali e conclude ma calcia direttamente addosso al portiere.

 

Nella ripresa i bianconeri scendono in campo con maggior convinzione e provano ad alzare il ritmo, ma le occasioni da gol faticano ad arrivare. Cuadrado e Pogba provano a movimentare il tutto con delle conclusioni personali, ma l’equilibrio si spezza solo dopo mezz’ora del secondo tempo: Alex Sandro crossa rasoterra dalla sinistra, trova il varco e sul secondo palo sbuca Cuadrado che con il destro insacca dietro Leali. La partita entra nel vivo e Cuadrado va ancora altre due volte verso la porta avversaria, ma la mira non è dalla sua parte. Nel recupero Dybala, spezza qualsiasi dubbio e assicura il risultato con un gran gol che si infila nell’angolino di Leali. Non resta che aspettare l’incontro di sabato con il Napoli.

 

Roberta Perna

Le rime migranti

POZZI LIBROIl tratto distintivo di queste composizioni è rappresentato dall’uso della lingua e di quello che, volgarmente, viene definito dialetto ma che – a ben guardare – , essendo “una varietà della lingua”, ne ha la stessa dignità, trasmette emozioni e calore, traduce i sentimenti in parole spesso più appropriate di quanto possano fare le lingue ufficiali

 

Le rime migranti” di Paolo Pozzi –  poeta, studioso di culture ed espressioni dialettali – sono raccolte in un piccolo, minuscolo e prezioso libricino di cento pagine che  si può definire, non a torto, un “breviario poetico”. Il tratto distintivo di queste composizioni è rappresentato dall’uso della lingua e di quello che, volgarmente, viene definito dialetto ma che – a ben guardare – , essendo “una varietà della lingua”, ne ha la stessa dignità, trasmette emozioni e calore, traduce i sentimenti in parole spesso più appropriate di quanto possano fare le lingue ufficiali.  Del resto, come dice il famoso linguista americano Noam Chomsky, le lingue “sono dialetti con un esercito, una marina e una bandiera”. Paolo Pozzi  usa le “varietà dellaconvento 2 chiesa suore lingua” che ben conosce con garbo e maestria, sia quella “bosina” – che svela la radice paterna, legata al territorio della provincia di Varese – che quelle friulane e istriane, rispettivamente della madre e della moglie, frutto del pluralismo linguistico che si trova sulla linea del confine orientale, dove la tradizione mitteleuropea sfuma nei Balcani.

 

Lì si toccano due mondi: l’Occidente, dove la verità è adeguamento della cosa all’intelletto; e l’Oriente, dove la verità è ciò che sembra che la cosa sia. Con un velo di malinconia perché, come ha scritto Paolo Rumiz, “in Europa l’Oriente non c’è più, l’hanno bombardato a Sarajevo, espulso dal nostro immaginario, poi l’hanno rimpiazzato con un freddo monosillabo astronomico: ‘Est’. Ma l’Oriente era un portale che schiudeva mondi nuovi, l’Est è un reticolato che esclude”. Nella poesia di Paolo Pozzi non c’è nulla di freddo, non esistono reti diverse da quelle dei pescatori e l’acqua salata dell’Adriatico si mescola con quella dolce del Maggiore.  Nella silloge “Le rime migranti” prendono corpo le atmosfere del Verbano, dove sente “l’acqua che sciaborda contro i sassi” ( vive a Brisino, sopra Stresa, dove si può spaziare con lo sguardo sul lago Maggiore) e dei monti che lo circondano ( “come stirate dalle dita del vento, delle nuvole grigie si strappano sulle cime della Val Grande”), così come quelle della Varese d’antan, della “dolce e aspra” Istria e del mare che ama (“Non si può solo camminare sulla riva per capire cosa vuol dire Mare! Ma con l’impeto di un’onda che ti spinge a vele tese, prova a navigare..”). L’amore – per Marisa, la moglie – è declamato un po’ ovunque, quasi fosse il lievito dell’impasto dei suoi pensieri, e così anche per la natura, sia che si presenti come l’immagine del cielo , sotto le spoglie di uno stelo di acetosella o nelle foglie che, sottovento, girano su se stesse in vortice, “macinate dalla tramontana”.

 

convento 1 chiesaStupendo il parallelo tracciato nelle due poesie intitolate “controvento” – una in dialetto bosino, l’altra in friulano – dedicate al Convento delle Romite Ambrosiane sulla cima del Sacromonte di Varese (“Erta e dritta, alta sul bastione una croce di ferro antico,battuto e arricciolato, par che ti inviti a cercare Dio e a fermarsi:non è tempo sprecato..”) e al Convento sull’isola di San Francesco del Deserto, nella Laguna di Venezia ( “Una croce ti aspetta sulla riva fatta di legno, antico a tarlato, pare che ti invogli a cercar Dio e a fermarsi..non è tempo buttato”). Ci sono anche riflessioni sociali, immagini d’attualità sull’Europa e sul dramma dei migranti – segno di una sensibilità ricca, profonda, mai banale – in questo peregrinare tra le brume e le nebbie del lago e l’ombra del campanile “dritto e aguzzo” di Pinguente (la croata Buzet di oggi, che fu sede del potere veneziano in Istria). Da quel paese d’origine, la moglie – con la madre, due fratelli e tre sorelle – dovette emigrare durante il dramma dell’esodo forzato degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia. Grazie ai consigli per “facilitare la lettura del dialetto bosino”, Paolo Pozzi invita non solo  a leggere questo prezioso “breviario poetico” ma a farlo ad alta voce perché – come scrive nell’introduzione Silvia Metzeltin – “la poesia dialettale, anche scritta, si può decifrare più facilmente con il ricorso dell’oralità, alla lettura a voce alta o sommessa”.

 

Marco Travaglini