redazione il torinese

Europee e Regionali: i timori di Forza (Fratelli d') Italia e le speranze di Chiampa

Altra balla di Conte e Toninelli.Trionfanti hanno detto di aver sbloccato la Asti Cuneo. Vero l’opposto. Hanno bloccato anche questo dopo aver bloccato tutto il resto.  Ci hanno ripensato ma oramai la frittata era fatta. Allo stato attuale dell’arte bisogna riprendere tutto da capo. Che cosa gli abbiamo fatto ai pentastellati non è dato saperlo. Non hanno fatto tutto da soli. Eppure i leghisti continuano nel volare nei consensi anche se, in verità, qualche voce fuori dal coro comincia ad esserci. Politologi sostengono che il Nord profondo tradirà Salvini. Lui imperterrito va avanti. Porti chiusi e prima di tutto gli italiani. Ma ogni leghista che si rispetti mostra ancora il distintivo raffigurante Alberto  Da Giussano, simbolo del Nord comunardo contro l’ imperialismo dell’ Imperatore. Solo Laura Castelli chiede chi è raffigurato. Potenza della scuola italiana. Anche per i leghisti il primo amore non si scorda mai. Nel mentre il centro sinistra piemontese fa campagna acquisti. Chiampa vola alto, dopo Salizzoni il costituzionalista Dogliani.  Ed anche il frenetico Portas non è da meno. Scrofani arriva direttamente dalla Federazione giuoco calcio.  E sempre Portas, sondaggista per passione e per professione dichiara: solo 6 punti di distacco tra Chiampa e Cirio.  Si può fare. Altro sondaggio che  circola.  In questo caso leggero vantaggio di Chiampa con una conferma: prende più voti il Presidente uscente della sua coalizione e Cirio meno voti della coalizione di riferimento.  Ma ecco il dato saliente: il 47% è indeciso. Dunque tutto aperto.  Il centro destra non se ne cura.  Bisticci a go- go per i posti nel listino, sicuri dell’ immancabile Vittoria.  I più scatenati Fratelli d Italia.  La Meloni si è abbeverata di Forza Italia.  I suoi (almeno) in Piemonte da lì arrivano.  Non limitandosi, pensate c’ è chi addirittura giunge dall’Italia dei Valori, transita con Airaudo e vira decisamente verso Roberto Rosso diventando innamorato ( politicamente parlando, s’intende) della Meloni.  Fascino dei vincenti. I più preoccupati quelli di Forza Italia. “Qui ne usciamo con le ossa rotta comunque vada”.  
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Chi ostenta sicurezza sono i leghisti: “Se abbiamo vinto in Basilicata figuriamoci in Piemonte”. Giggino sterza a sinistra puntando sulle donne capolista ma beccandosi il no dei pentastellati torinesi con una Appendino sempre più defilata e sempre meno in pubblico e un candidato, Bertola, che ha appena iniziato la campagna per la presidenza del Piemonte.  È il momento del vice Sindaco Montanari e dell’assessore La Pietra. Non c’ è proprio che dire: un momentaccio per i grillini.  Quando gli chiedono cosa stanno facendo rispondono : vedo gente faccio cose. Ed allora fotofinish, a  meno che non ci siano elementi di novità che facciano decisamente pesare la bilancia per uno dei due schieramenti. Manca poco alle elezioni come potrebbe mancare tantissimo. Appunto, si vedrà. Intanto si rischia di vedere non eletto alcun esponente piemontese al Parlamento europeo.  Di qualsiasi schieramento.  Un gioco di preferenze potrebbe penalizzarci.  Siamo molto ma molto preoccupati essendo sovranisti magari di risulta. Sarebbe la prima volta dal 1979, prime elezioni europee.  E come da copione, la Tav va avanti ed il governo rifinanzia.  Udite udite, Giggino ha cambiato idea sull’argomento: la Tav la voglio  concludere.  Faccia tosta? Sicuramente faccia disinvolta. E a questo punto non capiamo quelli del PD: “tanto Giggino è solo inaffidabile”. Viceversa dovrebbero sottolineare il positivo cambio di direzione. Tutto è sempre comunque negativo.  Peccato.  Gli irriducibili del no Tav mi ricordano quella barzelletta sul Tamigi, con il maggiordomo ed il Sir che leggeva tranquillamente il Time.  Solo quando il maggiordomo gli ha comunicato che il Tamigi era straripato ha capito il problema. Comunque meglio insistere.  Ne va della nostra sopravvivenza non solo economica.  Infatti mi sono stufato di ricordare i bei tempi che furono. Ora desidero, anzi pretendo, un futuro per i miei figli non assicurato da chi ha sempre solo detto no. E’ arrivato il tempo si saper dire sopratutto sì.
Patrizio Tosetto

La Gazzetta del Popolo, in mostra 135 anni di storia

“La storia del giornalismo, non soltanto torinese ma nazionale, scorre nelle pagine e nelle testimonianze della Gazzetta che vediamo in questa mostra. Non possiamo permettere che un patrimonio storico e culturale di questo genere vada disperso: troviamo una sede che possa ospitare questi preziosi materiali”

Con questo appello Luca Rolandi, giornalista e curatore del progetto, ha concluso la presentazione della mostra “Gazzetta del Popolo 135 anni tra storia, giornalismo, cultura” che si è aperta il 18 aprile alla presenza di numerosi giornalisti, grafici, fotografi che lavorarono in quel giornale.  

La mostra storica sul quotidiano torinese che per 135 anni, dal 1848 al 1983, ha raccontato l’attualità italiana è stata introdotta dagli interventi dei molti soggetti che hanno partecipato alla realizzazione del progetto: il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Sergio Soave e Alessandro Bollo presidente e direttore del Polo del ‘900, Daniela Orta responsabile ricerche Museo Nazionale del Risorgimento, Alberto Sinigagliapresidente Ordine dei giornalisti del Piemonte, Stefano Tallia Associazione Stampa Subalpina, Gianfranco Morgando Fondazione Donat-Cattin, Iole Scamuzzi e Mauro Forno Università di Torino. La realizzazione della mostra è stata possibile grazie alla collaborazione di: Consiglio regionale del Piemonte, Museo Nazionale del Risorgimento, Polo del ‘900, Fondazione Donat-Cattin, Ordine dei Giornalisti, Centro Pestelli, Museo della stampa di Mondovì, Archivio storico della Città di Torino, Università di Torino e la preziosa raccolta del collezionista Giorgio Coraglia. La mostra “Gazzetta del Popolo. 135 anni tra storia, giornalismo, cultura” – a ingresso gratuito – è articolata in tre sezioni storiche e tematiche:

Al MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO dall’anno della fondazione nel 1848 fino all’intervento dell’Italia nella Grande Guerra nel 1915. In esposizione litografie, prime pagine, bozzetti, inserti, caricature, oggetti che documentano i primi 67 anni di vita del giornale.  

Orario: sempre aperto dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17). Chiuso lunedì 6 e 13 maggio.

Chiusura della mostra: 19 maggio 2019.

PALAZZO LASCARIS gli anni dal 1916 al 1945, il periodo in cui il giornale era allineato con il governo fascista, fino alla Gazzetta d’Italia. In esposizione le pagine del Diorama letterario, i supplementi tematici, le vignette satiriche. Una parte è dedicata alla crisi del giornale del 1974 che portò alla prima sospensione della tiratura, crisi in cui il Consiglio regionale del Piemonte ebbe un importante ruolo di mediazione svolto dal presidente Aldo Viglione.

Orario: dal lunedì al venerdì 9 – 17. Chiuso nei giorni festivi.

Chiusura della mostra: 6 maggio 2019.

Al POLO DEL ‘900 il periodo tra il 1946 e il 1983. Sono presentate le interviste a chi lavorò alla Gazzetta tra gli anni ‘60 e ‘80, le prime pagine relative ai grandi eventi dal 1945 al 1983, i documenti delle crisi aziendali del 1974, 1981 e del 1983 e il periodo dell’autogestione.

Orario: dal martedì alla domenica 10-18, giovedì 14-22. Lunedì chiuso 

Chiusura della mostra: 19 maggio 2019

In tutte le tre sedi sono presentati video con le interviste a 15 tra giornalisti e grafici, le immagini storiche concesse dalla Teche Rai e dall’Archivio cinematografico della Resistenza sull’inaugurazione della sede in corso Valdocco del 1930, le gite sociali e la crociera con i lettori, il lavoro alla Gazzetta negli anni ’60. Il catalogo della mostra, coordinato da Alicubi, raccoglie i contributi di: Sergio Soave, Claudio Donat-Cattin, Alberto Sinigaglia, Luca Rolandi, Umberto Levra, Mauro Forno, Bartolo Gariglio, Iole Scamuzzi, Dino Aloi, Ezio Mauro, Giampaolo Boetti, Piero Bianucci, Salvatore Tropea, Gian Mario Ricciardi, Beppe Fossati, Cesare Martinetti, Cenzino Mussa, Giampiero Gramaglia, Lorenzo Gigli, Franco Piccinelli. Tre momenti di approfondimento arricchiscono il progetto culturale anche in occasione della Giornata della Libertà di Stampa:

Giovedì 2 maggio, alle 21, al Teatro Vittoria (via Gramsci 4 a Torino), lo spettacolo teatrale “NELLIE BLY – a cosa servono le donne” mette in scena la storia di Elizabeth Jane Cochran, in arte Nellie Bly. Giornalista d’inchiesta statunitense di fine ‘800. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria, mail: liberipensatoripaulvalery.com   tel. 349.7808023 – 340.2254582

Lunedì 6 maggio dall 9 alle 13, si svolgerà a Palazzo Lascaris (via Alfieri 15 a Torino) un convegno dal titolo: “LIBERI DI INFORMARE? Dalla Gazzetta del Popolo al City Journalism”, rivolto al pubblico ed ai giornalisti iscritti alla piattaforma Sigef.

Martedì 14 maggio alle 18, nella sede del Coworking Copernico in corso Valdocco 3 a Torino – negli stessi spazi occupati fino al 1981 dalla Gazzetta del Popolo – si terrà un incontro con i testimoni del tempo dal titolo: “LA CASA DELLA GAZZETTA DEL POPOLO: una storia da raccontare”.

 

I carabinieri scoprono sospetto rapinatore di gioiellerie

Nei giorni scorsi, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Saluzzo hanno arrestato un cittadino albanese, colpito da un mandato di arresto per fini estradizionali da parte delle autorità svizzere. L’uomo è stato fermato dai militari a bordo della sua autovettura nel corso di un normale controllo su strada, a seguito del quale gli operanti hanno accertato l’attualità di una segnalazione nella Banca Dati per le Forze di Polizia, per l’esecuzione dell’arresto del soggetto su richiesta della Svizzera. Il soggetto sarebbe fortemente indiziato di avere commesso, in concorso con altra persona, una rapina in danno di una gioielleria del luogo, impossessandosi di gioielli e denaro. L’arrestato è stato quindi condotto presso la Casa Circondariale di Cuneo e posto a disposizione della Corte di Appello di Torino, competente a valutare i presupposti per l’applicazione di eventuali misure cautelari e la stessa richiesta di estradizione.

M.Iar.

Pasqua in anticipo al Regina Margherita

La Pasqua è arrivata in anticipo all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino dove i bambini e i ragazzi ricoverati hanno ricevuto da Pam Panorama 150 sorprese contenenti quaderni e materiale per la cancelleria, oltre ad un uovo di cioccolato gigante da 10 kg. La storica insegna da anni è impegnata nel promuovere iniziative di solidarietà per portare spensieratezza e allegria negli ospedali pediatrici d’Italia. Una moltitudine di regali che i piccoli pazienti hanno ricevuto direttamente dalle mani dei rappresentanti di Pam Panorama e di Antonino Aidala, Presidente di FORMA Onlus – Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita: un momento di serenità e di “normalità” per chi purtroppo dovrà passare lontano da casa le festività pasquali. «Regalare un momento di felicità ai piccoli pazienti del Regina Margherita ci emoziona ogni anno sempre di più». – ha commentato Fulvio Faletra, Direttore Customer Engagement di Pam Panorama«Vedere la gioia nei loro occhi ci fa capire quanto sia importante che il progetto continui. Un ringraziamento speciale va a tutto il personale dell’ospedale che, giorno dopo giorno, si prende cura di questi bambini». «Obiettivo prioritario della Fondazione è l’umanizzazione dell’Ospedale, ovvero la promozione di tutte quelle attività che rendono il Regina Margherita più a misura di bambino e questa iniziativa ben si inserisce nel quotidiano di FORMA. » ha commentato Aidala, Presidente della Fondazione FORMA Onlus. L’appuntamento  fa parte di un progetto solidale più esteso a livello nazionale, che prevede la consegna di circa 1.250 doni da parte di Pam Panorama. Oltre al Regina Margherita, l’iniziativa coinvolge altre strutture sanitarie italiane tra cui: l’Ospedale dei Bambini Pietro Barilla di Parma, l’Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini di Genova, la Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova – in collaborazione con Fondazione Città della Speranza – il Dipartimento Salute della Donna e del Bambino di Padova – in collaborazione con Fondazione Salus Pueri -, l’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, l’Ospedale dell’Angelo di Mestre e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese Le Scotte di Siena.

Pasqua da tutto esaurito negli hotel sotto la Mole

Pasqua da tutto esaurito, secondo i dati di Confesercenti e Ascom, negli alberghi  torinesi nel periodo di Pasqua e fino al weekend del 25 aprile, con una occupazione che tocca il 95% delle camere. In crescita i turisti italiani (+2%) e anche gli stranieri (+2,1%)”. Il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri: “Il trend positivo del settore dolciario ed enogastronomico è una certezza per Torino. Il turismo del Gusto è in costante crescita”. Aggiunge Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino, che ci sono  “forti aspettative per la mostra dedicata a Leonardo”. I torinesi amano  sempre di più le uova e le colombe pasquali  artigianali, con un incremento delle vendite e degli ordini che  sfiora il 10%.
 
(foto: il Torinese)

EnAIP Piemonte tra i nuovi partner EURORESO

Si è svolta nei giorni scorsi, a Praga, in Repubblica Ceca, l’Assemblea Generale della Rete EURORESO, un’associazione internazionale senza scopo di lucro, con finalità educative e di diffusione scientifica, che raggruppa 63 istituzioni di 30 Paesi dell’UE
L’adesione è stata formalizzata grazie al supporto di CFIQ – Consorzio per la Formazione l’Innovazione e la Qualità di Pinerolo, con il quale EnAIP Piemonte collabora da anni nella gestione di attività formative e di progetti internazionali e già membro della rete. La partecipazione alla Rete EURORESO rappresenta per il nostro Ente una valida occasione di scambio di buone pratiche, di partecipazione a iniziative a livello europeo e di diffusione dei risultati dei progetti. Germano Nervo, Referente di EnAIP Piemonte per i progetti internazionali, ha preso parte all’incontro, presentando l’agenzia formativa ai partner e aderendo formalmente alla rete. Inoltre, durante l’incontro sono stati presentati i risultati di alcuni progetti europei di cui EnAIP Piemonte è coordinatore, nello specifico EMBRACEIRENE e SKIP.

Il genio di Walt Disney: «Se puoi sognarlo puoi farlo»

La mattina del 15 dicembre 1966, dieci giorni dopo il suo sessantacinquesimo compleanno, moriva Walter Elias Disney Junior. Era l’uomo dei sogni, l’artista visionario che tutto il mondo conobbe con il nome di Walt Disney, il “papà” di Topolino e di tanti altri personaggi. Disney amava dire che “l’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare”. Infaticabile, quarto dei cinque figli di Elias Disney e Flora Call, nato a Chicago ai primi di dicembre del 1901, agli albori del “secolo breve” applicò questa massima alle sue scelte. L’infanzia all’insegna dei trasferimenti con il duro lavoro nei campi del Missouri, il successivo approdo a Kansas City, dove aiutò il padre a consegnare i giornali, la partecipazione a sedici anni ( falsificando la data di nascita sul passaporto) alla Grande Guerra come autista volontario di ambulanze della Croce Rossa statunitense in Francia. Al ritorno a Kansas City s’impegnò negli studi d’animazione, realizzando cortometraggi come “Il Paese delle Meraviglie di Alice (Alice’s Wonderland)”. Disney, nel 1923, partì alla volta della California con quaranta dollari in tasca, diventando in breve tempo imprenditore, produttore cinematografico, regista e animatore. Con Ubbe Ert Iwerks, bravissimo e straordinario disegnatore, iniziò i primi esperimenti e intuì che, se fosse DISNEY2riuscito a far muovere quei disegni inanimati, avrebbe rivoluzionato il mondo del disegno. Il nome di Walt Disney iniziò a farsi sempre più noto, ma ciò che lo rese davvero celebre  – prima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo –  fu la creazione delle piccole serie animate dove il  protagonista era il coniglio Oswald. Il personaggio –  inventato nel 1927 –  diventò ben presto un’icona e il suo creatore riescì a costituire la prima azienda col suo nome: la Walt Disney Company. Narrano le leggende, che durante un viaggio in treno, Walt Disney stesse facendo uno schizzo di Oswald, cercando di semplificarne i tratti. La modifica più evidente era quella delle orecchie, che da lunghe diventarono piatte e tonde, decisamente più simili a quelle di un topo. Da quegli schizzi  nacque Mortimer Mouse, il personaggio che mandò in pensione Oswald. Tuttavia la compagnia decise di cambiarne il nome in Mickey Mouse. Ecco quindi Topolino, protagonista del primo film animato sonoro Steamboat Willie, che ottenne un successo planetario. Il successo crebbe a dismisura e arrivarono anche “gli altri”: DISNEY3Paperino, Pluto, la fidanzata Minnie, Pippo e tutti i personaggi che hanno accompagnato la nostra infanzia.  “If you can dream it, you can do it“, amava ripetere Disney : ”se puoi sognarlo, puoi farlo”. Così nacque l’impero della fantasia e dell’immaginazione: non solo film e fumetti, parchi a tema e prodotti di consumo, ma anche media e spettacolo. Basti pensare al gruppo televisivo Disney-ABC, ai canali sportivi ESPN o agli “studios” d’animazione della Pixar, acquisiti dieci anni fa. Già dal suo primo lungometraggio del 1937, “Biancaneve e i sette nani” (il primo film d’animazione prodotto in America, il primo ad essere stato prodotto completamente a colori) il mondo intero aveva intuito di aver a che fare con un genio sognatore. Non a caso,il giorno della sua scomparsa, l’allora governatore della California, il futuro presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, in sette parole, diede voce al pensiero di tanti: “Da oggi il mondo è più povero”.

Marco Travaglini

 

Banda ultralarga, Uncem: "Attivarsi per i Comuni montani"

Il Piano banda ultralarga è in ritardo. Deve essere accelerato e non può fallire. I cantieri devono partire. Subito, domani mattina. Lo hanno ribadito il Presidente Uncem Piemonte Lido Riba e il Presidente Uncem nazionale Marco Bussone nelle scorse ore ai dirigenti regionali e ai vertici degli Enti locali che compongono la “cabina di regia” per l’attuazione del Piano BUL nelle “aree bianche” del Piemonte, cioè nei Comuni montani dove gli investimenti per la rete vengono fatti grazie a 280 milioni di euro di fondi pubblici. Uncem ha richiesto un’urgente riunione della cabina di regia nella qualerimuovere ogni ostacolo affinché prendano il via i cantieri nei paesi, ad opera delle imprese incaricate da Open Fiber. Le ditte dovranno scavare, fare i ripristini perfettamente, agire velocemente e bene. Non c’è tempo da perdere e i Sindaci dei Comuni montani piemontesi avrebbero preferito l’avvio dei lavori prima delle elezioni amministrative. Una richiesta legittima, vista l’attesa eccessiva finora. Per lungaggini burocratiche e iter autorizzativi eterni, in molti Comuni che dalle tabelle diffuse da Infratel e Ministero dello Sviluppo economico risultano “in esecuzione”, i lavori per fibra e sistemi wireless non sono ancora partiti. Una situazione molto grave che Uncem vuole possa essere sbloccata nel giro di qualche giorno. “Ci abbiamo messo la faccia, abbiamo raccontato il Piano e lo abbiamo idealmente, istituzionalmente, socialmente sostenuto – precisano Riba e Bussone – Ora non devono essere le burocrazie italiane a fermare i lavori che daranno reti moderne e decisive per la competitività e la digitalizzazione dei distretti territoriali rurali e montani, PA, imprese, comunità, case, scuole e municipi. Si è già perso troppo tempo. Intervengano i vertici della Regione per evitare ogni ulteriore lungaggine. I Comuni vogliono quei lavori, già finanziati con fondi UE, nazionali, regionali, e al più presto da effettuare. Apriamo i cantieri, in Piemonte e in tutt’Italia. Subito”.

TRAFFICO CUCCIOLI, ON. BRAMBILLA: “BASTA CHIACCHIERE, OCCORRONO PENE PIU’ SEVERE”

“Non mi stancherò mai di ripetere che occorrono pene più severe per chi maltratta o uccide gli animali. Di fronte a comportamenti come quelli svelati dall’operazione “Crudelia”, dei carabinieri forestali di Reggio Emilia, sento levarsi voci indignate anche dalla maggioranza di governo. Bene. Spero allora che sia la volta buona e che finalmente il Parlamento esamini la mia proposta di legge AC 335 “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali”. L’ultima maggioranza parlamentare che si è dimostrata concretamente sensibile – ricorda l’ex ministro – è stata quella di centrodestra, che nel 2010 ha approvato la fondamentale legge 201 sul traffico dei cuccioli e per l’inasprimento delle sanzioni penali contro gli autori di maltrattamenti e uccisioni. Da allora solo chiacchiere e indignazione a buon mercato”. Così l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commenta gli esiti dell’operazione coordinata da Reggio Emilia contro trafficanti di cuccioli.