Una vista impagabile dal dehors del caffè San Carlo, sull’omonima piazza, il salotto di Torino. La foto è di Mihai Bursuc.
Nel 160° anniversario della sua fondazione, dal 7 al 10 novembre 2019, il Politecnico di Torino organizza un Festival dedicato a tecnologia e società: sarà una grande occasione di incontro tra università, cittadini, imprese, pubblica amministrazione e terzo settore per informarsi e riflettere sulle grandi sfide di una società sempre più tecnologica
Dall’invenzione del fuoco al digitale, la tecnologia continua a rivoluzionare le società umane: in occasione del 160° anniversario della sua fondazione, il Politecnico di Torino organizza il Festival della Tecnologia con l’obiettivo di proporre una riflessione ampia sul rapporto tra tecnologia e società, avvicinare i cittadini al metodo scientifico e rafforzare il dialogo tra università e società civile.
Raccontare la tecnologia attraverso le persone e raccontare le persone attraverso la tecnologia: sarà questo l’obiettivo del Festival della Tecnologia, che proporrà dal 7 al 10 novembre 2019 un programma che utilizzerà strumenti diversi per offrire al grande pubblico di ogni età laboratori didattici e workshop, allestimenti interattivi e incontri con scienziati, artisti, sociologi, scrittori di fama internazionale. Il Festival si inserisce nel panorama nazionale e internazionale come uno dei primissimi momenti di questa portata specificamente dedicati a una riflessione sulla tecnologia, sul ruolo che ha avuto nella nostra storia e che avrà nell’affrontare le sfide future (dalle modifiche del clima alla rivoluzione digitale, dalla genetica alle energie rinnovabili, ecc.), promuovendo un dibattito partecipato e accessibile a tutti che si occupa di temi vicini alla vita delle persone e che utilizza anche linguaggi inediti per il mondo della tecnologia, come l’arte, il teatro, la letteratura e la musica. Inoltre, il Politecnico propone un Festival che è espressione non solo dell’Ateneo ma anche di una rete ampia e diffusa di partner che coinvolge centri di ricerca nazionali e internazionali, istituzioni pubbliche e imprese private, esperti, personalità e testimoni. I contributi di questa rete costruiranno un programma molto ricco di iniziative che a partire dalle sedi del Politecnico si estenderanno alla città quasi a realizzare un “Festival diffuso” su un territorio, come quello torinese e piemontese, che da secoli è fortemente connotato dalla tecnologia e dall’innovazione. Un territorio, però, che dall’altra parte ha fatto della cultura e dell’integrazione tra linguaggi differenti la sua seconda vocazione, e nel quale il Politecnico si fa promotore di un dialogo con la città e l’intera società, anche uscendo fisicamente dagli spazi dedicati all’accademia. Nasce così la stretta collaborazione tra il Politecnico e le realtà culturali del territorio per il Festival della Tecnologia, prima tra tutte il Circolo dei Lettori, che nei quattro giorni dell’evento ospiterà incontri e dibattiti e che nei giorni scorsi è stato la sede della presentazione della manifestazione, con l’accoglienza della Direttrice Maurizia Rebola.
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“Il Politecnico intende massimizzare il suo impatto sulla società ancor più di quanto non abbia fatto in passato e uno dei modi per farlo – a fianco di didattica, ricerca e trasferimento tecnologico – è proprio promuovere occasioni di confronto e di approfondimento su temi di grandi rilevanza, aperti a tutti i cittadini. Il Festival della Tecnologia è il contributo che il Politecnico vuole dare alla sua Torino, al Piemonte e al Paese in occasione del nostro 160° compleanno, un tassello della strategia complessiva di condivisione della conoscenza e di ruolo civile dell’Ateneo”, spiega il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco. Aggiunge il Delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione Juan Carlos De Martin: “Le radici tecnologiche di Torino e del Piemonte, che risalgono indietro nei secoli, rappresentano non solo la leva fondamentale per assicurare la prosperità economica presente e futura del nostro territorio, ma anche una risorsa importante per articolare una riflessione approfondita e fortemente interdisciplinare su quella che è l’aspetto decisivo del nostro periodo storico, appunto, la tecnologia. Ci sembra importante affiancare alle fabbriche, delle macchine e degli algoritmi – che è cruciale continuare a padroneggiare e promuovere – anche approfondimenti che ci diano gli strumenti per mettere lo sviluppo tecnologico al servizio della società nel suo complesso, anche in vista delle sfide che dovremo affrontare nei prossimi anni e decenni”. Un momento di riflessione importante per tutto il territorio, che ha una forte vocazione tecnologica e che può candidarsi, grazie anche a questo festival, a diventare un punto di riferimento nella discussione tra nuove tecnologie e cultura, come ha ricordato l’Assessora per la Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi, intervenuta alla conferenza stampa presso il Circolo dei Lettori, così come l’Assessora alla Cultura della Città di Torino Francesca Leon, che ha sottolineato il valore di un’iniziativa come il Festival della Tecnologia per l’amministrazione cittadina, anche alla luce della particolare attenzione che questa ha, fin dai suoi esordi, manifestato verso il tema delle tecnologie.
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Il programma delle iniziative sarà aggiornato nei prossimi mesi all’indirizzo www.festivaltecnologia.it e sui social network (hashtag: #FesTech19).
Pescatori nella rete a Slow Fish
Come ogni due anni la rete internazionale Slow Fish si dà appuntamento a Genova per parlare di politiche della pesca, donne e pesca, specie aliene e tanto altro ancora
Vengono dalle vicine coste del Mediterraneo, dall’America Latina, dalla Russia e dalla Corea del Sud, sono statunitensi, olandesi, turchi e sudafricani. Sono pescatori e rappresentanti delle associazioni di categoria e delle amministrazioni locali, ricercatori e cuochi, esperti e divulgatori, insomma gli stakeholder del mare. Si ritrovano a Genova ogni due anni durante Slow Fish, chi per la prima volta e chi come un appuntamento immancabile che restituisce il senso del proprio impegno verso il mare. Il pubblico del Porto Antico può ascoltare i loro racconti nei talk alla Slow Fish Arena o degustare le specialità della tradizione nei Laboratori del Gusto e nelle Scuole di Cucina. Ma i delegati vengono a Genova soprattutto per incontrarsi e discutere i temi su cui stanno lavorando con buoni risultati o che li preoccupano, disegnando un lungo ideale percorso di approfondimento e aggiornamento da un’edizione all’altra dell’evento. Tra i temi che anche quest’anno sono al centro dei Forum a loro dedicati e ospitati all’interno di Casa Slow Food, citiamo la discussione sulla blue growth, la strategia dell’Unione Europea dedicata allo sviluppo sostenibile in ambito marittimo, che dovrebbe mettere al centro il fattore umano e le comunità costiere; la creazione di sistemi di cogestione delle risorse del mare che coinvolgano pescatori, amministrazioni locali e società civile; il ruolo delle donne nella pesca, come fattore di equità e sostenibilità sociale; le specie invasive che possono rivelarsi una risorsa e non solo un danno. Ed è proprio questo l’esempio che raccontano i turchi Funda Kök Filiz e Fatma Esra Kartal che nella Baia di Gökova organizzano un festival gastronomico dedicato alle specie aliene, quelle che a causa dei cambiamenti climatici si sono spostate in nuovi mari alla ricerca di un ambiente più confortevole, alterando però l’equilibrio della catena alimentare in cui si inseriscono. In questa zona della Turchia infatti la richiesta di nuovi pesci è cresciuta del 400% tra il 2010 e il 2015, il loro prezzo è aumentato di almeno il 20% e i guadagni delle cooperative di pescatori di quasi il 200%. In Tunisia invece a sviluppare la filiera sostenibile della piccola pesca artigianale c’è il Club Bleu Artisanal, una comunità di pescatori che insieme ai ristoranti della zona organizza attività di educazione al gusto e alla scelta consapevole. Tra i fautori di questa bella e importante iniziativa, a Slow Fish incontriamo Yassine Skandrine, rappresentante della piccola pesca locale, che ci racconta la sua visione olistica del rapporto tra pescatori e risorse, pesca artigianale e acquacoltura, e delle azioni dell’uomo sulla terra e in mare. Gli fa eco Antonio García-Allut, presidente della Fondazione Lonxanet, che in Spagna ha attivato le energie per riunire un gruppo di cuochi che sostengono quei pescatori che attuano una gestione attenta delle risorse ittiche. Con Restauramar i cuochi aderiscono a un vero e proprio codice etico e si impegnano a inserire nei loro menù il maggior numero possibile di esemplari provenienti dalla filiera. Dalla Colombia arrivano Camila Zambrano e Octavio Perlaza Guerrero, rappresentanti della Ong Fondo Acción e del progetto Slow Fish Caribe, che riunisce organizzazioni di pescatori e reti impegnate nello sviluppo di sistemi agricoli sostenibili per migliorare la qualità della vita delle piccole comunità costiere e la condizione delle donne pescatrici.
Alla Venaria Reale: 17 aprile 2019 – 26 gennaio 2020. Con manifesti, dipinti, sculture, mobili e ceramiche, la mostra – con un corpus di 200 opere – racconta la straordinaria fioritura artistica che ha travolto e cambiato il gusto tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.
Informazione promozionale
“Dal 2015 sono referente del Presidio del Libro di Acquaviva delle Fonti con l’obiettivo principale di diffondere l’amore per i libri soprattutto fra i giovani, bambini ed adolescenti. Nel 2010 è nata, nel ricordo di mio padre, un’associazione culturale dal nome particolare “a casa di giacinto”
Giulia Calfapietro nasce ad Acquaviva delle Fonti, vicino Bari, dove vive con la famiglia e svolge la professione di insegnante di lingua e letteratura inglese
Sono sempre stata innamorata della parola e del suo potere comunicativo ed evocativo, mi ritengo un’accanita lettrice di opere italiane e straniere e dal 2015 sono referente del Presidio del Libro di Acquaviva delle Fonti con l’obiettivo principale di diffondere l’amore per i libri soprattutto fra i giovani, bambini ed adolescenti. Nel 2010 è nata, nel ricordo di mio padre, un’associazione culturale dal nome particolare “a casa di giacinto” ( www.acasadigiacinto.it) perché la sua sede si trova nella vecchia casa dei miei genitori. L’associazione si occupa di lettura, teatro, cinema, musica, natura, formazione e convegnistica e conta, oggi, oltre 150 soci con una sezione dedicata ai giovani fino ai 18 anni. Io ne sono il Presidente “tutto fare” perché, al suo interno, mi occupo personalmente dell’ideazione, organizzazione e gestione degli eventi con il supporto di un Comitato tecnico culturale formato da 7 amici di vecchia data. L’amore per la scrittura, da sempre passione primaria, mi ha portata, negli ultimi tre anni, a dedicarmi alla produzione scritta, sia in prosa che in versi. Per la casa editrice Pagine ho partecipato a diverse raccolte poetiche,” Riflessi”, “Prospettive”, “Messaggi” “Magnolia”. Nel marzo 2017 con la raccolta poetica “La voce di dentro” ho ricevuto il Primo premio assoluto dalla Otma2 per il concorso internazionale “Emozioni poetiche” città di Milano. Già autrice per l’Aletti di un romanzo breve “Prima di andare”, pubblicato nel luglio del 2015, inserito da un paio di anni in vari percorsi di formazione Miur, sui temi della nuova scuola e del gap generazionale fra genitori e figli, ho preso parte a tre edizioni del Premio Quasimodo non soltanto con il romanzo, ma con versi inediti ed una raccolta di poesie dal titolo “Mi (ti) racconto”, ricevendo per quest’ultimo lavoro una menzione di merito. Ulteriori scritti in versi sono contenuti nelle edizioni 2015 – 2016 – 2017 – 2018 de “Il Federiciano” e nelle enciclopedie dei poeti contemporanei della Aletti. Per la stessa casa editrice escono nel 2017 “Pensieri inVersi” per la collana Il paese della poesia; “Dedicato a…. poesie da ricordare” e si concretizza la possibilità di partecipare all’iniziativa letteraria “Alessandro Quasimodo legge i poeti contemporanei emergenti” con il componimento “Mio padre” che regalerà ai lettori un volume di 60 composizioni poetiche ed un audio libro con la registrazione dei testi poetici. Alessandro Quasimodo realizza un video nel quale, in studio di registrazione, legge “Mio padre” e la pubblica sui diversi canali di diffusione video della rete. Il mio ultimo lavoro, poiché ho sentito forte il bisogno di tornare alla prosa, è una raccolta di racconti brevi dal titolo“Anch’io sono una storia”. Fra i riconoscimenti più recenti è la menzione di merito per “L’ombra di me”, poesia con la quale firmo la nuova partecipazione al progetto letterario dell’Aletti “Verrà il mattino ed avrà il tuo verso”, la pubblicazione di questa raccolta è di Maggio 2018 con la prefazione di Mogol. Sulla rivista letteraria Le Muse escono le recensioni del romanzo “Prima di Andare” a luglio 2018, e, a ottobre 2018, della raccolta di racconti “Anch’io sono una storia”. Finalista del concorso internazionale di poesia indetto dalla Fondazione “Amici di Ron Hubbard” con il mio primo monologo scritto per il teatro ” Un sorso di vita”, finalista della 15° edizione del concorso “Tra un fiore colto e l’altro donato” dell’Aletti, che annovera in giuria personaggi come Mogol, Giuseppe Anastasi e Francesco Gazzé e componente della “casa dei Poeti 2018” con alcuni dei miei versi contenuti nel vol. 8 di “Luoghi di parole”. Le ultime mie poesie sono in uscita sulla rivista on -line “Liburni” che si occupa di versi e di pittura, mentre altre composizioni ed alcuni racconti ri-editati si trovano sul sito del Progetto Babele, comunità e rivista letteraria fondate nel 2002, delle quali sono collaboratrice. Convinta che, nella vita bisogna sempre mettersi in gioco e continuare a formarsi, mi sono nuovamente laureata presso l’E-campus , Facoltà di Lettere, nel corso di studi in “Letteratura, arte, musica e spettacolo” con una tesi in storia del cinema su “Charlie Chaplin e Luci della ribalta”. La tesi è plurilingue: scritta in italiano, inglese e francese.In questo periodo mi sto dedicando alla mia pagina Facebook, a quella dell’associazione e all’ideazione di percorsi di alternanza scuola – lavoro, in ambito culturale, che propongo agli studenti del liceo della mia città.
Riferimenti:
http://www.acasadigiacinto.it/
http://www.presidi.org/mappa-dei-presidi/ (Presidio di Acquaviva delle Fonti)
http://autori.poetipoesia.com/giulia-calfapietro/
https://www.facebook.com/Giulia-Calfapietro-Writer-551180518398550/
https://www.facebook.com/acasadigiacinto/
https://www.facebook.com/Vi-racconto-il-don-Milani-1872288636186675/?modal=admin_todo_tour
https://www.facebook.com/laculturacomebenecomune/
https://www.progettobabele.it/PHP/AREACOLLABORATORI/GESTIONEPROFILI/REGIONE.PHP?REG=PUGLIA
Rapinatori di supermarket riconosciuti e arrestati
Gli agenti del Commissariato “San Paolo” hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di due fratelli, L.M.M. e L.M.N., rispettivamente di 45 e 44 anni, entrambi con precedenti di Polizia. Il primo risultava già recluso per una precedente rapina.
Nel dicembre scorso, il quarantacinquenne, insieme a due complici travisati con calze in nylon, aveva rapinato, con la minaccia di un coltello, la cassiera di un supermercato in via Crimea a Collegno facendosi consegnare 300 euro in contanti per poi far perdere le tracce. La successiva attività info-investigativa aveva permesso di individuare nello scorso mese di febbraio due dei tre autori della rapina, nei confronti dei quali era stata emessa la misura della custodia cautelare in carcere. Nello stesso periodo L.M.M. in compagnia del fratello minore aveva rapinato anche il supermercato CRAI di via Asiago a Torino. Il modus operandi era lo stesso: avevano fatto ingresso nel market calzando passamontagna ricavati artigianalmente da barretti in lana e sotto la minaccia di un taglierino prelevavano denaro e il cassettino portamonete dal registratore di cassa, per poi scappare e far perdere le loro tracce. Ma, anche in questo caso, nonostante gli accorgimenti messi in atto per non farsi riconoscere, sono stati incastrati grazie alle immagini dell’impianto di video-sorveglianza dell’esercizio e alle analisi tecniche della Polizia Scientifica eseguite sugli indumenti che avevano indossato durante la rapina, sul taglierino e sul cassettino rinvenuti all’interno di un cassonetto dei rifiuti lungo le vie di fuga utilizzate dai fratelli, che consentivano il rinvenimento delle loro impronte digitali.
Si inaugurerà mercoledì 11 settembre prossimo alle 21, al Teatro Regio di Torino, il festival di TorinoDanza edizione 2019, con lo spettacolo “Sutra”, considerato un cult del nuovo Millennio, creato da Sidi Larbi Cherkaoui con i Monaci del Tempio cinese Shaolin e la collaborazione dello scultore Antony Gormley. L’artista belga con questo spettacolo raggiunge forse il punto più alto della sua sintesi personale tra filosofia orientale e pensiero occidentale, in un incontro tra la danza contemporanea e la pratica del Kung fu. Il risultato è quello di uno spettacolo energetico e fortemente razionale nelle linee geometriche della coreografia, in cui le arti marziali rivelano tutta la loro eleganza. Lo spettacolo Sutra è anche inserito in Mito SettembreMusica. Tra le più brillanti coreografe italiane protagoniste di questa edizione di TorinoDanza figura Simona Bertozzi, in scena il 13 settembre prossimo nello spettacolo “Anatomia”, al teatro Gobetti. Si tratta dell’ incontro tra due corpi, l’uno biologico, quello della coreografa, l’altro sonoro, quello di Francesco Giomi. Il suono permette alla coreografa e danzatrice di esplorare le potenzialità della sua anatomia ed a sua volta consente a Francesco Giomi di alimentare in scena il gesto sonoro.Il 19 e 20 settembre debutterà al teatro Carignano, in prima nazionale, le spettacolo “Session”, il lavoro piu recente di Sidi Larbi Cherkaoui, oprodotto da TorinoDanza, tappa del percorso del coreografo e dialogo tra le danze tradizionali irlandesi ed il suo interprete più prestigioso, Colin Dunne.
Tra le artiste italiane protagoniste della prossima edizione di TorinoDanza, sempre diretta da Anna Cremonini, figura Silvia Gribaudi, con una creazione nata nell’ambito del progetto “Corpo Links Cluster”, con cui la coreografa inizia il cammino verso la realizzazione di “Mon jour”, avviato con un laboratorio capace di coinvolgere le comunità del valli Chisone e Germanasca. Sarà ospite di TorinoDanza anche lo spettacolo intitolato “Xenos”, coprodotto dal Festival stesso e realizzato da Akram Kahn. Si tratta di un lavoro dalle forti implicazioni storiche e politiche legate a fatti oscuri accaduti durante la prima guerra mondiale, in scena il 25 e 26 settembre prossimi alle Fonderie Limone. Il linguaggio di movimento usato da Kahn oscilla tra il kathak classico e la danza contemporanea, rivolgendosi a temi quali il confine tra Oriente ed Occidente, antico e moderno, passato e presente, storia e mitologia. TorinoDanza si propone quest’anno come un Festival con 19 titoli e 36 rappresentazioni, costruito per blocchi in intersezione tra loro, in sintonia con la tradizione, ma capaci al tempo stesso di veicolare, attraverso la danza, riflessioni artistiche, etiche e politiche.Il festival, che si è dotato di un app dedicata grazie alla quale è possibile consultare l’elenco di tutti i suoi spettacoli, gli orari e le offerte, offre anche servizi navetta (un’ora prima degli spettacoli), per le Fonderie Limone con il rientro al termine della spettacolo, con una corsa con fermata alla stazione della metropolitana del Lingotto.
Mara Martellotta