redazione il torinese

La nostalgia per il piccolo Caffè di Lutvo

E’ verde, la Bosnia. Boschi, vallate, montagne e fiumi sono le gemme  di una natura sfacciatamente bella da suscitare quasi imbarazzo. Fiumi limpidi che corrono nelle gole  tra monti aspri per poi precipitare in spettacolari cascate e laghi. Come l’Una, un fiume che – s’intuisce dal nome stesso – è davvero unico con le sue isole, i canali e una vegetazione tanto ricca da trasmettere un senso di pace incredibile. Delle cascate di Kravica, lungo il fiume Trebižat, a quaranta chilometri da Mostar,  dicono un gran bene. Io non le ho viste ma mi sono fidato di Mustafà che me le ha descritte  come uno dei luoghi più incantevoli dell’Erzegovina. In una versione ridotta di quelle del Niagara, sono alte una trentina di metri e precipitano in un anfiteatro naturale, offrendo uno spettacolo che lascia senza fiato. E la Neretva, dalle gelide acque verdi smeraldo, che attraversa il paese tra strette gole verso nord-ovest per poi piegare a sud, attraversare Mostar e sfociare nell’Adriatico? Qui, tra le montagne del nord della Bosnia, tra rupi e fitte foreste dove  gli orsi convivono con cervi e daini, dal gennaio all’aprile del 1943 si combatté la durissima “battaglia della Neretva”, con le formazioni di Tito che riuscirono , con una rocambolesca e geniale azione a compiere una  ritirata strategica che fece  fallire l’obiettivo dell’Asse di accerchiare e distruggere le forze partigiane. Neretva ( così in serbo-croato, altrimenti conosciuta come Narenta) “dove scorre il tempo irreale e scorre l’acqua. Acqua contro Terra. Tremante svanisce, tremante riappare”, come canta Ginevra Di Marco in una canzone dal titolo come il nome del fiume. Montagne massicce, dunque, formate dalle tre cinture parallele delle alpi Dinariche, con le principali vette bosniache della Treskavica e della Bjelašnica, del gruppo del Vlašić fino a quello del Jahorina, con l’omonimo monte e quelli bellissimi e tristemente noti del Trebević e dell’Igman, attorno a Sarajevo. Queste barriere naturali, situate a ridosso dell’Adriatico, hanno consentito la formazione di particolari microclimi caratterizzati da una grande, straordinaria biodiversità. Difficile dar conto della varietà di tesori naturali, di specie rare  di flora e fauna autoctone, difficilmente rintracciabili nel resto d’Europa. Per tanti aspetti la Bosnia è il corno dell’abbondanza, la cornucopia  d’Europa. Come definireste altrimenti  un paese di foreste e monasteri ortodossi, di chiese cristiane e antichi minareti, borghi medievali e tanti, tanti ponti ad unire e far incontrare le opposte rive dei fiumi? Un paese così non si trova in nessuna altra parte d’Europa.

Nonostante tutto. Nonostante le contraddizioni e la violenza che l’ha scosso fino nel profondo dell’anima del suo popolo. Nonostante tutto continua a offrirsi agli sguardi di chi non si limita ai luoghi comuni e continua a raccontare con la sua immensa storia e di cultura. Nonostante tutto, come gli avventori del piccolo Caffè di Lutvo, a Travnik. Nel suo “La cronaca di Travnik”, Ivo Andrić scriveva: “ In fondo al mercato di Travnik, sotto la sorgente fresca e gorgogliante del fiume Šumeć, è sempre esistito, da che mondo è mondo, il piccolo Caffè di Lutvo. Ormai neanche gli anziani ricordano Lutvo, il suo proprietario; da almeno cento anni egli riposa in uno dei cimiteri intorno alla città. Tuttavia si va sempre a “prendere un caffè da Lutvo”, e così ancora oggi il suo nome ricorre spesso nelle conversazioni, mentre quello di tanti sultani, visir e bey è da tempo sepolto nell’oblio”. C’è una frase che descrive bene la sensazione che prova un viaggiatore attento nell’avvicinarsi ad un luogo d’incontro di storie, culture che si uniscono, si contaminano e, al tempo stesso, prendono strade diverse o addirittura opposte. Un luogo molto bello ma non facile  e che, in ogni caso, non lascia indifferenti. La frase, quasi fosse una chiave con cui tentare di aprire una porta o un  forziere, senza peraltro riuscirvi,  la regala ancora l’autore de “Il ponte sulla Drina”: “Nessuno può immaginare che cosa significhi nascere e vivere al confine fra due mondi, conoscerli e comprenderli ambedue e non poter fare nulla per riavvicinarli, amarli entrambi e oscillare fra l’uno e l’altro per tutta la vita, avere due patrie e non averne nessuna, essere di casa dovunque e rimanere estraneo a tutti, in una parola, vivere crocefisso ed essere carnefice e vittima nello stesso tempo”.

Marco Travaglini

Giovani giurati per lo Young Audience Award 2019

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino partecipa a Young Audience Award 2019, la manifestazione  nata per premiare le produzioni cinematografiche destinate al pubblico giovane e promossa da European Film Academy e EFA Productions.
L’evento si svolgerà in contemporanea in oltre 30 paesi europei, il 5 maggio 2019. Per l’Italia, oltre al Museo Nazionale del Cinema, hanno aderito all’evento la Fondazione Stensendi Firenze e  Alice nella città in accordo con Fondazione Cinema di Roma. Una giuria pan-europea, composta da ragazzi di età compresa tra i 12 e i 14 anni, voterà il film preferito nella rosa dei tre nominati: LOS BANDO di Christian LoOLD BOYS  di Toby MacDonald e  FIGHT GIRLS/VECHTMEISJE di Johan Timmers. All’appuntamento del Museo Nazionale del Cinema, in programma al Cinema Massimo – MNCdalle 9 alle 18.30 di domenica 5 maggio, potranno prendere parte come membri della giuria 100 ragazzi. Per partecipare alla selezione, occorre compilare il form a questo LINK entro il 30 aprile. La partecipazione è gratuita.
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Trasporto disabili: i lavoratori non perderanno il posto

La parola fine sembra essere stata messa sulla vicenda dei  dipendenti Tundo, che non perderanno il posto di lavoro allo scadere del servizio in corso ma saranno impiegati presso le altre aziende vincitrici del bando. Nella sede dei Servizi educativi del Comune di Torino si è svolto un incontro tra amministrazione municipale, sindacati e rappresentanti delle tre ditte aggiudicatarie del bando per il trasporto disabili: Tundo (per la parte trasportistica), Ghi.Me (per la gestione amministrativa) e Aet (per l’assistenza). La decisione è quella di prorogare l’attuale gestione fino a fine anno scolastico per permettere alla nuova struttura organizzativa di essere pronta per settembre. Alla ditta Tundo, dei 59 dipendenti per i quali era stata avviata la procedura di licenziamento collettivo, resteranno i 21 autisti, mentre i 36 accompagnatori saranno riassorbiti dalla coop. Aet e i due impiegati saranno assunti dalla ditta Ghi.Me, applicando la clausola sociale prevista dal bando. L’accordo è stato sottoscritto insieme ai sindacati e a breve sarà convocato l’Osservatorio per il trasporto dei disabili,  per il monitoraggio del servizio, composto da rappresentanti del Comune e dal Comitato genitori di bambini disabili, per presentare la nuova tipologia di servizio.

Lite tra vicini a colpi di accetta e motosega

Al termine degli accertamenti di polizia giudiziaria, i Carabinieri della Stazione di Balzola hanno denunciato in stato di libertà per minaccia aggravata, danneggiamento e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere: un 61enne, una 20enne, e due 31enni. A vario titolo, tutte e quattro le persone coinvolte, si fronteggiavano sulla pubblica via, durante un diverbio per futili motivi tra vicini, danneggiando inizialmente la cassetta postale di proprietà di una 51enne balzolese, poi coinvolta nel diverbio. Nel corso della lite, un trentunenne. minacciava con un tubo in metallo il sessantunenne., che a sua volta si era armato di un’accetta. Nel tentativo di dividere i due litiganti, la ventenne. veniva colpita alla mano destra, venendo poi visitata all’Ospedale di Casale M.to (AL) con una prognosi di 7 giorni. Al termine della prima parte della lite e come conseguenza, l’altro trentunenne prendeva una motosega di sua proprietà, si recava in strada e minacciava le persone coinvolte nel diverbio. 

Donna sospesa nel vuoto, la polizia la salva

Quando gli agenti del Commissariato Ivrea e Banchette sono arrivati sul posto, dopo essere stati allertati per un tentativo di suicidio, hanno visto una donna che penzolava nel vuoto dal quarto piano dello stabile.

La donna, poco prima, dopo aver scavalcato il parapetto per lasciarsi cadere nel vuoto, era rimasta incastrata con l’avambraccio alla ringhiera. I due poliziotti, avendo riscontrato che il braccio era fratturato e che l’ancoraggio creatosi non avrebbe potuto reggere a lungo, non potendo raggiungere l’alloggio della donna, sono andati uno al piano inferiore e l’altro nello stabile attiguo. Quest’ultimo, dopo aver scavalcato la ringhiera, ha afferrato la donna, accompagnandola verso il basso, dove l’altro poliziotto, dal balcone del piano inferiore, l’ha presa e messa in sicurezza, nonostante i tentativi della signora di divincolarsi durante tutte le fasi del salvataggio. La donna è stata poi trasportata in ospedale.

Troppi pregiudicati tra i clienti, chiuso il bar

Il Questore di Torino ha sospeso per 15 giorni la validità della licenza per la somministrazione di cibi e bevande dell’esercizio commerciale di via Gorizia con l’immediata chiusura al pubblico del locale per prevenire il ritrovo di persone potenzialmente pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica.

In un controllo effettuato nei giorni scorsi, gli agenti del Commissariato “San Secondo” hanno riscontrato la presenza nel bar di diverse persone con precedenti di polizia a carico.  Già nei precedenti controlli, effettuati tra ottobre dello scorso anno e marzo 2019, gli agenti del Commissariato “San Secondo” avevano riscontrato più volte riscontrato una situazione simile a quella accertatala nei giorni scorsi.

Considerato che il locale è frequentato da persone pregiudicate e che ciò rappresenti un pericolo per la sicurezza dei cittadini e per l’ordine e la sicurezza pubblica tale da arrecare pregiudizio al normale svolgimento della vita collettiva, il Questore ha emesso il provvedimento di chiusura per l’esercizio.

Ladri buttano bicicletta dal terrazzo. I carabinieri li individuano

Evidentemente se oggi Vittorio De Sica fosse ancora al mondo e dovesse girare un film, ‘Ladri di biciclette’ lo ambienterebbe a Saluzzo. Da qualche tempo, ormai, la città è toccata in modo forte da una serie di furti ripetuti di due ruote. E i carabinieri sono impegnati, a tutto tondo, a contrastare quello che è un fenomeno criminoso a tutti gli effetti.

Questa volta è toccato ad un altro gruppo di giovanissimi ragazzi, tutti minorenni, i quali con grande disinvoltura e, probabilmente, con una radicata convinzione di impunità, in pieno centro cittadino, si sono impossessati di una bicicletta lasciata dal proprietario nei pressi di un esercizio pubblico.

Sono bastati pochi istanti per tagliare catena e lucchetto che la tenevano vincolata ad un palo ed allontanarsi dal luogo. Ma questo non è bastato ai tre minorenni, perché uno di loro, salito al primo piano di uno stabile commerciale del centro città, ha sollevato di peso il velocipede e, senza alcuna remora, lo ha scaraventato giù dal balcone. Solo per un soffio l’episodio non si è trasformato in tragedia, visto che quel luogo è frequentato da molte persone, poiché vi sono diverse attività, tra cui anche una ludoteca e un negozio per bambini.  

Tutte le fasi di questo cinico “gioco” sono state riprese da alcune telecamere di videosorveglianza, che hanno consentito ai Carabinieri di dare immediatamente un volto e un nome ai responsabili di un fatto che, per le sue modalità esecutive e la potenzialità lesiva, ha suscitato allarme e sdegno nei cittadini che vi hanno assistito.

I tre giovanissimi dovranno rispondere alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino dei reati di concorso in furto e danneggiamento aggravati, nonché getto pericoloso di cose.

La bicicletta, rinvenuta gravemente danneggiata da alcuni passanti, è stata successivamente restituita al legittimo proprietario.

 

Massimo Iaretti

 

La moglie: "Passi troppo tempo al computer". Lui la picchia, arrestato


La moglie si è lamentata  con il marito che, a suo dire,  passava troppo tempo su internet ed è stata picchiata. L’episodio è avvenuto  a Madonna di Campagna. Lui, un italiano di 59 anni, è stato arrestato dalla polizia. Gli agenti della squadra volante sono entrati nell’appartamento e lo hanno trovato comodamente disteso sul divano, la donna piangeva e aveva delle ferite a un labbro. La coppia viveva di nuovo  insieme da quasi due anni dopo una precedente separazione. La moglie ha detto alla polizia che l’uomo si comportava con violenza fisica e psicologica anche durante il periodo di fidanzamento.

C'è un futuro per il basket torinese?

ULTIMA ORA L’Auxilium Torino porterà a termine la stagione in corso. La Federazione Italiana Pallacanestro annuncia in una nota che la società “sembra aver reperito le risorse necessarie per portare a termine il campionato in corso”. Ed è  Dmitrij Gerasimenko l’imprenditore straniero intervenuto in soccorso. Si tratta del magnate russo di origini ucraine, ex proprietario della Pallacanestro Cantù.
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Dopo una esaltante vittoria sul campo a Pistoia che regala la matematica salvezza all’Auxilium i giocatori vengono ampiamente ripagati. Da febbraio gli stipendi non vengono pagati. Tre mesi su dieci e l’ incognita per gli altri
 Continui rinvii con richieste di proroghe. Ma questa settimana o si scuciono 450 mila euro per la Federazione Nazionale o salta tutto. Oramai l’unica cosa certa sono i debiti accumulati. Questo è il vero ed unico dilemma tra chi vuole vendere e chi vuole o vorrebbe comperare. Se abbiamo capito bene da una parte il Presidente Forni e dall’altra Feira e la cordata di azionisti.  In mezzo (appunto) i giocatori e chi ha lavorato. Visto che non sono stati stipendiati l’ allenamento è facoltativo. Surreale, veramente surreale.  Non possiamo nemmeno paragonare l’ attuale situazione a Caporetto o all’ 8 settembre,  perchè dopo queste date ci furono la vittoria e la Liberazione dai nazifascisti.  Qui c’ è solo desolazione. Non si intravede via d’uscita se non il fatto che possa saltare tutto. Sconsolante anche il silenzio di chi  ha creato le basi per questo disastro economico e sportivo. Chi avrà il compito di vedere fino in fondo i  conti della società avrà anche il compito di ricostruirne tutta la storia. Contraddizioni e limiti non sono solo dell’oggi o di un passato prossimo. Siamo solo all’inizio di una fine che attraverso la sua agonia peggiora la già grave situazione, in Italia anche qualcosa di ben più grave della singola realtà di Torino. In altre località presidenti di società arrestati o denunciati. Principalmente per reati fiscali valutari e di falso in bilancio. Aveva fatto da apripista Siena, con un coinvolgimento nello scandalo della Banca MPS. Poi ritiri dai diversi campionati per mancanza fondi ed in alcuni casi fideiussione bancaria o assicurativa farlocche. Anche cose meno  gravi come a Biella dove il comune ha dovuto revocare la convenzione con  l’ Angelico   perchè non  pagava l’ affitto del Palasport. Basket preceduto dal calcio sempre primo in tutto. Ovviamente ci sono vari gradi e varie gravità nei comportamenti.  Cambia proprio tutto. E’ cambiato lo sport ed  è cambiato il basket. Cambiato in peggio, s’ intende. Seguendo ciò che avviene nella società civile e  nella politica. Non voglio né posso fare di tutta l’ erba un fascio e magari i fenomeni di altre regioni non sono riscontrabili a Torino.  Una cosa è chiara: il clima generale ha negativamente inciso anche a casa nostra. In che modo? Illudendo se stessi ed altri che volevano credere (giusto un anno fa) che vincere aumentando la posta economica fosse l’ unica soluzione possibile. Viceversa omettendo i problemi si sono aumentate le cause dell’ attuale situazione. Ora altra sconfitta sul campo. La salvezza in serie A è, nelle attuali condizioni, sicuramente un successo sul campo di gioco. Rischia di essere o forse è già una vittoria di Pirro. C’ è chi continua ad essere possibilista.  Ottimismo di maniera giusto per non pagar dazio. Come nelle vittorie anche nelle sconfitte ci sono diversi stili. I giocatori con la vittoria a Pistoia si sono salvati la faccia. Cosa che non hanno fatto i dirigenti Auxilium.  Con l’eccezione del Presidente Forni, che ha sicuramente sbagliato ma almeno ci ha messo dei soldi, e tanti.
Patrizio Tosetto