redazione il torinese

Assoluzione per un ex sindaca: non era omicidio colposo

“E’ finito un incubo che durava da oltre cinque anni. Adesso sono più tranquilla, voglio rilassarmi un attimo, dopo tanta tensione”. A parlare è Gabriella Paletti, già sindaco di Alfiano Natta, piccolo comune agli estremi confini della Provincia di Alessandria con quella di Asti. Mercoledì la Terza Sezione penale della Corte d’appello di Torino l’ha assolta dall’imputazione di omicidio colposo, accogliendo integralmente la tesi del suo difensore l’avvocato Aldo Mirate di Asti. Per l’ex sindaco il tempo si era come fermato a quel maledetto 26 aprile 2011 quando il cantoniere Giorgio Coppo, un lavoratore esperto, venne travolto da una frana di un lato dello scavo mentre stava eseguendo un intervento di scavo per installare delle tubature.

tribunale

Sepolto dalla frana, l’uomo morì di asfissia, nonostante gli interventi dei presenti, in particolare dell’uomo che azionava la pala meccanica. Del fatto la procura della Repubblica presso il Tribunale di Casale Monferrato (che all’epoca doveva ancora venire assorbito da quello di Vercelli,   dove si è celebrato il processo di primo grado) puntò le indagini sul sindaco che, per non onorare il Comune della spesa di un professionista, aveva ritenuto di assumere su di sé l’incarico di responsabile del procedimento che aveva per oggetto la sistemazione di diverse strade, per lo più in zone agricole, che erano state dissestate da eventi alluvionali. La stessa Paletti, che aveva scelto la via della difesa in processo non ricorrendo ad alcun rito alternativo, ha sempre sostenuto – sin dall’inizio – che lo scavo che era stato posto in essere dal Coppo era una variazione del programma dei lavori, che ignorava e che non aveva autorizzato. La sua linea difensiva, però, nonostante fosse sostenuta da testimonianze, non era stata accolta dal Tribunale di Vercelli che aveva condannato il 7 gennaio del 2015 l’ex sindaco a dieci mesi di reclusione con i benefici di legge. Dopo l’impugnazione della pronuncia del giudice di primo grado sono stati i magistrati della Corte d’appello a ribaltare la decisione. E l’avvocato Mirate, penalista di lungo corso (fu, ad esempio, il legale che nei primi anni Ottanta, si costituì per la prima volta come parte civile per la Regione Piemonte in un processo per reati legati alla sofisticazione dei vini) dopo l’assoluzione ha dichiarato che “E’ un atto di giustizia. La Paletti si era attribuita la qualifica di responsabile del procedimento al solo fine di fare risparmiare un po’ di soldi al Comune. L’istruttoria ha dimostrato la sua assoluta estraneità al fatto e, giustamente, la Corte d’appello l’ha assolta da ogni addebito”.

Massimo Iaretti

(foto: il Torinese)

 

Ma quanto ci piace la cultura? Boom di biglietti venduti nel 2016

cinema salaDa gennaio a ottobre 2016  i biglietti di cinema e musei piemontesi sono significativamente cresciuti rispetto all’anno precedente . Il dato incoraggiante  emerge dalla relazione annuale sulla cultura in Piemonte presentata  all’appuntamento finale degli Stati Generali della Cultura. I biglietti e gli incassi ai botteghini cinematografici sono egizio 22aumentati rispettivamente del 5,4% e del 4,6%. Nei primi sei mesi dell’anno  la crescita  è stata persino  maggiore, con i musei e i beni culturali dell’area metropolitana torinese che hanno registrato 2,6 mln di ingressi, vale a dire con  un incremento del 13%, (300 mila visite in più nei 5 principali musei dell’area metropolitana). Nel 2015 si evidenzia una leggera ripresa della partecipazione culturale dei piemontesi, che resta però su percentuali ancora contenute.

Investito dal camion terrorista a Nizza perse gamba. Ora valuta azione legale

francia italiaVoleva salvare  i nipoti dal tir che lo scorso tragico  14 luglio a Nizza ha investito 286 persone, uccidendone 84.  Gaetano Moscato, 71 anni, che in quella drammatica sera perse una gamba, è un pensionato Olivetti di Chiaverano, ha ripercorso  quei momenti al centro  ‘Vigorso’ di Budrio (Bologna), la struttura che lo segue nella ricostruzione dell’arto. L’uomo, informa l’Ansa, sta valutando un’azione legale. Ha ricordato come figli e nipoti, procurandogli una cintura per fermare l’emorragia dopo l’investimento, gli salvarono a loro volta la vita.

Quando l’antipolitica diventa pericolosa: i forconi aggrediscono Osvaldo Napoli

napoli-forconiIl presidente del Consiglio regionale Mauro Laus: “atteggiamento inquisitorio, molesto e squadrista usato dal gruppo di attivisti del Movimento 9 Dicembre Forconi”

Forconi scatenati: “in nome del popolo italiano la arrestiamo”, così alcuni aderenti al movimento (nella foto) hanno circondato e aggredito il capogruppo di Forza Italia al Comune di Torino, Osvaldo Napoli,  che si trovava a Roma davanti a palazzo Montecitorio. L’ex deputato credeva si trattasse di uno scherzo e così ha gentilmente risposto alle domande dei manifestanti che però lo hanno strattonato e immobilizzato. I carabinieri sono intervenuti per “salvare” Napoli dagli esagitati. . “Neppure sapevano chi  fossi – ha commentato  l’esponente azzurro -, avrebbero bloccato qualunque politico. Sono soltanto dei delinquenti”. Solidarietà al politico torinese dai suoi colleghi di partito e anche dal presidente del Consiglio regionale piemontese, Mauro Laus: “Qualunque protesta o contestazione deve sempre svolgersi nel rispetto delle persone  e delle istituzioni. Pur comprendendo lo scontento dei cittadini per il particolare momento politico ed economico in cui si trova il nostro Paese, non condivido l’atteggiamento inquisitorio, molesto e squadrista usato dal gruppo di attivisti del Movimento «9 Dicembre Forconi», che questa mattina ha costretto ad un processo di piazza, davanti all’entrata di Montecitorio, il consigliere comunale di Torino ed ex deputato, Osvaldo Napoli – ha commentato il presidente dell’assemblea piemontese Mauro Laus –  La messa in scena è andata al di là del lecito, arrivando perfino all’aggressione fisica, un gesto che,  in un paese democratico, non può essere tollerato. Esprimo dunque, a nome del Consiglio regionale del Piemonte, solidarietà al consigliere torinese”. 

 

UN FINALE MOZZAFIATO REGALA LA VITTORIA A FIAT TORINO

Di Manuela Savini

La partita casalinga di Fiato Torino è stata lottata fino all’ultimo rimbalzo ed ha regalato ai tifosi torinesi quel sorriso che la scorsa settimana era stato loro negato da una brutta prestazione della squadra.

 

Grazie alla sconfitta fuori casa della capolista della serie A,Emporio Armani Milano, contro una delle due dirette inseguitrici, Umana Reyer Venezia, la squadra torinese ha accorciato le distanze dalle prime posizioni e, soprattutto, ha consolidato la propria posizione a metà classifica. E’ ancora presto per fare previsioni, ma Fiat Torino ha intrapreso un percorso ben diverso rispetto all’anno scorso.

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CLASSIFICA (11a giornata): Milano 20; Reggio Emilia e Venezia16, Avellino e Caserta 14; Capo d’Orlando e Brindisi 12; Sassari,Torino e Brescia 10; Trentino, Cantù, Varese e Pistoia 8; Pesaro 6;Cremona 4. 

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Seppure ancora con una formazione non completa (Wright ancora fuori per infortunio), il coach Vitucci è riuscito a mettere in campo una squadra che è apparsa pronta a riscattare la brutta prestazione di domenica scorsa. La presenza dei due playmakers, seppure recuperati all’ultimo e non in formissima, ha consentito alla squadra torinese di reggere alla forza dei temibili avversari. Ad inizio partita, Fiat Torino è scesa in campo con Wilson, White, Washington, Vitale e Harvey, mentre fiat-basket-3Caserta si è presentata con Giuri,Putney, Watt, Gaddefors e SosaIl primo quarto si è chiuso con Caserta in vantaggio di 5 punti (24-19), distacco poi ridotto grazie ad una tripla di Poeta alla scadere del tempo. Nei secondi dieci minuti, Torino si è ricompattata ed ha approfittato di un momento di disattenzione da parte della squadra ospite portandosi avanti di 6 punti (46-40) a metà gara. Dopo l’intervallo, Fiat Torino è scesa in campo con un quintetto leggermente rimaneggiato (Wilson, White, Harvey, Washington e Poeta), mentre Caserta ha mantenuto gli stessi giocatori di inizio gara con Giuri, Putney, Watt, Sosa e Gaddefors. La squadra di casa ha chiuso anche il terzo quarto in vantaggio seppure di soli 4 punti (67-63), giocando in maniera equilibrata in tutti i settori, lottando su ogni palla e concedendo il meno possibile a Sosa, vero fuoriclasse di Caserta. E’ nell’ultimo quarto, però, che si è vissuta l’atmosfera di una partita terminata al fotofinish. Dopo che il solito Sosa ha regalato una tripla alla sua squadra accorciando le distanze, prima Harvey, poi, Washington ed, infine Alibegovic hanno consentito a Torino di allungare di 5 punti (74-69) a poco più di 5 minuto dalla fine del match. Grazie a due belle giocate di Mazzola, Torino ha ancora aumentato di 9 punti il vantaggio a meno di 4 minuti dalla fine, ma per chi conosce questo gioco, i minuti da giocare erano ancora tanti. E così Caserta ha recuperato grazie a due errori in attacco di Torino ed ad un minuto dalla fine, sul punteggio di 80-77, Caserta ha, prima, sprecato una tripla con Putneye, poi, non è riuscita ad infrangere l’insormontabile difesa costruita dai ragazzi di VitucciFinale dunque da mozzafiato e bella prestazione di Fiat Torino, che nonostante una mediocre partenza è riuscita a risalire con cuore, orgoglio e schemi fino a portare a casa due importanti punti.

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FIAT TORINOWilson 0, Harvey 1, White 3Parente 4Alibegovic5Poeta 8, Washington 17Okeke 18, Fall 20Mazzola 21, Vitale 23,Crespi 33, All. Vitucci

 

REGGIA CASERTA: Sosa, Riccio, CinciariniVentronePutney,Gaddefors, Jackson, Giuri, CefarelliMetreveliCzyz , WattAll. Dell’Agnello

 

Queste le dichiarazioni a fine partita:

Coach Vitucci: “Una vittoria importante perchè colta in casa e dopo una settimana travagliata dal punto di vista degli infortuni. I ragazzi meritano un bravo all’unisono perchè ci hanno creduto e non si sono fasciati la testa prima di entrare in campo nonostante l’emergenza. Male nei primi 10 minuti, poi bene, anche difensivamente e Sosa a parte che ha confermato di essere un grandissimo elemento. Avevamo provato diverse soluzioni tecniche e tattiche in settimana e siamo stati bravi a metterle in pratica, nonostante qualche disattenzione. Un ringraziamento va anche allo staff medico che ha consentito il recupero di Poeta e Parente, play comunque a disposizione. Abbiamo giocato e vinto menomati e senza un play di riferimento come Wright”.

 

fiat-basket1Coach Dell’Agnello:La squadra ha dimostrato ancora una volta carattere e voglia di vincere. Nel complesso abbiamo conquistato tre quarti su quattro ma siamo stati deficitari nel secondo. Siamo rientrati un po’ troppo rilassati all’inizio della seconda frazione ed abbiamo pagato caro l’atteggiamento. Torino è una squadra molto forte offensivamente. Bravissimo Sosa ma non è bastato. Il campionato è equilibratissimo e tutte possono vincere con le altre, Milano a parte che peraltro nell’ultima di campionato ha incontrato il primo stop”.

 

Giuseppe Poeta, playmaker di Fiat Torino“Una gran vittoria, come sempre del gruppo. Ho stretto i denti e ci ho provato cercando di mettere in ritmo i compagni e realizzando qualche canestro importante. Ho uno stiramento alla schiena e sono sceso in campo con il dolore, ma ne valeva la pena. Poi penserò alla sfida con Reggio Emilia, che vogliamo vincere per continuare a credere nel sognoFinal-Eight. Bravo anche Vitale, i numeri dicono che è stato quello che ha limitato maggiormente Sosa”.

 

Donato Vitale, diciottenne playmaker di Fiat Torino:“Un’emozione grandissima, quella della prima nella massima serie. Lo sapevo da venerdì e non nascondo di aver provato una certa paura del debutto. E’ stato bello esordire in quintetto a fianco e contro campioni del calibro di quelli che c’erano oggi sul parquet. Ho cercato di dare il massimo nei minuti in cui sono stato impiegato. Una vittoria, quella contro Caserta, che è di tutti”.

 

Alle Molinette, prima volta al mondo: trapiantato rene al posto della milza

Impiegata una tecnica innovativa e rivoluzionaria su una bimba, che dalla nascita non ha potuto bere ed urinare, presso l’ospedale della Città della Salute di Torino.

 

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Foto dell’intervento di trapianto, sullo schermo il momento delicato dell’impianto del rene donato

 

R. è una bimba di 6 anni in dialisi dalla nascita presso l’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino per una rarissima anomalia dello sviluppo del rene, associata ad una complessa malformazione dei vasi sanguigni addominali. Era già stato tentato un trapianto di rene nell’agosto 2014, che purtroppo non aveva ripreso a funzionare a causa delle anomalie vascolari. Il sistema immunitario della bambina aveva però risposto in maniera vigorosa allo stimolo rappresentato dalle caratteristiche tessutali incompatibili del rene trapiantato. Un ulteriore trapianto di rene risultava dunque molto problematico, sia per la complessità del collegamento vascolare con la piccola ricevente, sia per la necessità di reperire un organo particolarmente compatibile. Poiché la dialisi richiede un accesso vascolare per consentire la purificazione del sangue tramite la macchina, le anomalie vascolari della piccola bambina ponevano anche il rischio di non poter più avvalersi di vasi adeguati, mettendone a rischio la vita.

 

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molinetteSin dalla fase di discussione collegiale il caso di R. è stato seguito con particolare passione e dedizione dall’équipe del trapianto renale pediatrico del dottor Bruno Gianoglio (Direttore Nefrologia Regina Margherita), che ha coinvolto tutte le figure professionali del Dipartimento dei Trapianti. La complessità chirurgica è stata gestita dal chirurgo Renato Romagnoli (dell’équipe del professor Mauro Salizzoni), dai chirurghi vascolari diretti dal dottor Maurizio Merlo e dall’équipe degli urologi del professor Paolo Gontero, entrambi dedicati al trapianto renale dell’adulto dell’ospedale Molinette, in stretta collaborazione con la dottoressa Licia Peruzzi, responsabile clinica del trapianto renale pediatrico, e con gli anestesisti del dottor Pier Paolo Donadio, professionisti dedicati, nell’ospedale Molinette, al trapianto di fegato e di rene su pazienti adulti e pediatrici. La particolare malformazione della bambina rendeva impossibile l’impianto del rene donato con la classica tecnica convenzionale. L’unica possibilità per poter eseguire il trapianto nella cavità addominale era quindi quella di utilizzare un’altra via di collegamento al circolo sanguigno. La particolare condizione immunologica della bambina, che rendeva pressoché impossibile trovare un donatore compatibile, è stata gestita dall’Immunogenetica dei trapianti, diretta dal professor Antonio Amoroso, che ha identificato con tecniche avanzate quali potessero essere gli abbinamenti giusti per il trapianto.

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Con il supporto del Centro Regionale Trapianti, la bambina è stata iscritta nella lista di urgenza nazionale. Contestualmente presso il Centro trapianto renale pediatrico è stata effettuata una complessa rimozione degli anticorpi antitessuto. L’Immunogenetica ha continuato a monitorare costantemente il livello degli anticorpi fino a rendere possibile il trapianto. Finalmente il 9 dicembre è stato segnalato dal Centro Nazionale Trapianti un potenziale donatore di un’altra regione, che presentava le caratteristiche immunogenetiche e cliniche giuste. Nella notte tra il 9 ed il 10 dicembre la bimba è stata trapiantata. Per poter creare lo spazio necessario per il nuovo rene, è stata applicata una tecnica chirurgica innovativa e rivoluzionaria che ha comportato l’asportazione della milza e l’impianto del rene sui vasi splenici della stessa milza lungo il loro decorso dietro al pancreas. L’uretere del rene trapiantato (sufficientemente lungo grazie alle dimensioni del donatore superiori rispetto alla statura della piccola) è stato poi impiantato direttamente sulla vescica. In sala operatoria erano presenti i chirurghi Romagnoli, Tandoi, Merlo e Sedigh e gli anestesisti Andruetto e Crucitti e la dottoressa Licia Peruzzi, responsabile clinica del trapianto renale pediatrico. La bambina ora sta molto bene, ha ripreso ad urinare immediatamente e finalmente a bere dopo sei anni di anuria e di divieto assoluto di bere, diventato ormai insostenibile. Dopo pochi giorni in terapia intensiva nel reparto trapianti di fegato delle Molinette verrà a breve trasferita nuovamente al Centro di trapianto renale del Regina Margherita. Il suo trapianto è l’esempio della collaborazione di numerosi professionisti del trapianto – ognuno con le proprie competenze ed esperienze – della Città della Salute e della Scienza di Torino per completarsi con quelli della Rete nazionale di donazione e trapianto.

 

 

Ballare nel mondo del fitness

michieletto-2Sono passati ormai diversi anni dal momento in cui i ballerini quali Don Lurio e Heather Parisi, la compianta Sidney Rome e altri ancora, si presentavano al pubblico delle prime palestre di Fitness e lo conquistavano creando con le loro lezioni l’illusione di ballare tutti insieme in un incredibile mix di Varietà, circo Barnum e anche una piccola parte di accademia di danza. Questi incredibili mix sono ormai un fugace ricordo per chi li ha vissuti, eppure sono i primordi degli scontri del Big Bang Epocale delle palestre che ha permesso a tutti coloro che a vario titolo operano nei centri di fitness di proporre le prime lezioni di aerobica, e poi, supportate da varie attrezzature , le altre modalità di ballo.

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Ma esiste ancora il ballo nel “fantomatico” mondo del Fitness, o si è ridotto a pura energia fisica condensata in esercizi a tempi di musica? Potremo dire che sicuramente il ballo nel mondo del fitness è diventato da precursore di ogni attività a quasi ultima ruota del carro, e questo è un po’ forse quello che potremmo definire “un segno dei tempi”. Con questo intendo dire che mentre una volta la gente provava piacere nell’imparare cose nuove e migliorarsi in quello che apprendeva, ora, lo stress quotidiano e le preoccupazioni incombenti talvolta superano i livelli di “voglia di faticare” con la testa. Le recenti attività del fitness sono composte da alta energia da “spremere” e sudore da dispensare intorno a sé, ma sempre senza dover troppo pensare alle attività che si stanno eseguendo. Questo conduce ad una fatica notevole associata ad un senso di benessere nello scaricare tensioni pre-esistenti grazie al quale ogni attività non può essere altro che definita positiva, ma forse il senso della poesia nel movimento decade. Non c’è differenza nella difficoltà nel percorrere una maratona o effettuare una gara di pattinaggio artistico, ma sono due proposte di disciplina diverse. Ma la danza nel fitness esiste? Sì, ma bisogna volerla eseguire. Il movimento coordinato a tempo di musica è un ottimo esercizio ma non è ancora danza.

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Saper interpretare il brano che si ascolta o eseguirlo nelle movenze giuste non è facile. Difficile è infatti condurre il movimento in maniera adeguata alle richieste di natura artistica ed estetica. In questo nasce il mix del fitness che permette a tutti di “muoversi” e la danza che a pochi permette di “ballare”… . E allora, affinché la danza prevalga, l’allievo e l’allieva non devono accontentarsi di quello che sanno fare, ma devono osare guardarsi e tirare al limite la propria gestualità in modo da far avvicinare, quando non coincidere, l’immagine che hanno di sé e quello che appare nello specchio.. . E in tutto questo ha una parte fondamentale anche chi insegna, che deve essere una guida non solo nell’eseguire ma nel saper fornire le giuste “coordinate” per eseguire il movimento: l’insegnante migliore non è solo una persona che si muove bene (pur se fondamentale), ma è colui o colei che fa muovere bene anche tutti i suoi allievi, e questo sì che è altrettanto difficile. E’ un intrigante mix di fantasia e tecnica, di simpatia e severità, di preparazione delle musiche da proporre e attenzione ai particolari. E’ un patrimonio di pochi, anzi pochissimi, anzi …forse di meno ancora.

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E allora, che voi siate parenti di “Bolle”, o danzatori alle prime armi, sappiate che il Vostro limite siete Voi, quando Vi accontentate di quello che fate, di quello che non volete migliorare, di quando quello che vedete Vi soddisfa solo in parte e non cercate di fare ancora meglio, perché pensate che non ne valga la pena. Ma voi non ballate per gli altri, voi lo fate per voi stessi, e allora perché non amarsi al massimo? Un antico adagio mistico dice di amare il prossimo come sé stessi…e allora, se mi è permesso e dall’alto non mi arriverà un fulmine, proverò a traslarlo in altro linguaggio “ballerino”… “Ama il tuo prossimo ballo come te stesso, non accontentarti, tira al limite, trova la gioia nell’espressione del tuo corpo e aggrazia il tuo movimento e rendilo simile alla poesia”. Ma per fare questo bisogna avere guide sicure e voglia nell’anima. Se le trovate, se l’avete, allora siete pronti per raggiungere la Vostra Scala!

 

Paolo Michieletto  

Sesta vittima in montagna in una settimana

soccoros alpino elicotteroAncora una vittima in Piemonte, a causa della neve ghiacciata in montagna.  E’ la sesta in poco più di una settimana.  Francesco Sossi, 68 anni, l’ escursionista disperso sopra Castelnuovo Nigra, nel Canavese, è stato infatti trovato morto dal soccorso alpino sul monte Verzel, 2 mila metri di quota, dopo una caduta di molti  metri. Le ricerche, che  erano immediatamente partite dopo che la moglie si era rivolta ai carabinieri, si sono concluse alle 4 di stamane.

Le ceramiche libertine: mercatini, istruzioni per l’uso

Gli interessi culturali di Maria Enrica Magnani Bosio, prestigiosa studiosa di Casa Savoia, non si fermano ad argomenti prettamente storici poiché  la sua poliedrica curiosità intellettuale la spinge a considerare anche aspetti di vita quotidiana. E’ uscita così una singolare pubblicazione dal titolo” Le ceramiche libertine” una sorta di stupidario del mercatino d’antiquariato in cui viene presentato un campionario di sciocchezze libro-giulipronunciate da chi si aggira fra i banchi alla ricerca del tempo passato. Come non divertirsi nel sentire definire” libertine” le ceramiche Liberty o “ mobili resurrezione” i mobili restaurazione; non mancano perle da parte degli espositori che scambiano gli oggetti art  decò come appartenenti all “ art grecò” oppure chiamano “ tavolo cappuccino” un tavolo fratino. Esilarante il cartello esposto con la scritta “ costruisco su ordinazione mobili antichi del 600 e del 700”. Tante le amenità elencate con la consapevolezza che la componente di “ divertissement” rende ancor più piacevole e gioioso il clima del mercatino che, pur nell’ebrezza nel rintracciare l’oggetto ricercato da anni, mantiene sempre una punta di nostalgia del tempo che non ritorna più. Il tutto colto con leggera e bonaria ironia dell’autrice che non dimentica il preminente ruolo di ricercatrice e propone un affascinante excursus sulla storia dell’antiquariato a partire dagli antichi Egizi, Greci, Romani per arrivare ai giorni nostri. A conclusione un utile glossario definito con sentore poeticamente Leopardiano “ una piccola bussola per navigare nell’oceano infinito dell’antiquariato”

 

Giuliana Romano Bussola