Il mancato rispetto di un alt ad un controllo della Polizia di Stato è finito tragicamente dopo una folle corsa. Tutto è iniziato sabato 27 aprile in corso Orbassano a Torino quando gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale hanno intimato a 2 uomini in moto di fermarsi per un controllo. I due, però, si davano alla fuga e nasceva un inseguimento durante il quale il passeggero abbandonava la moto scappando a piedi, mentre l’altro proseguiva a folle velocità in direzione di Beinasco, andando a sbattere contro un’auto in sosta. Il conducente, un giovane, perdeva la vita durante la corsa in ospedale. La moto, intestata al conducente era priva di copertura assicurativa. Il passeggero veniva raggiunto ed identificato dagli agenti della squadra mobile di Torino. Da accertamenti successivi i due risultano avere precedenti penali.
Sono 15 le liste presentate per le Regionali e cinque i candidati presidenti. Massimiliano Panero di Casapound Destre Unite, ad oggi è escluso poiché la commissione elettorale ha bocciato la lista, ma lui farà ricorso al Tar. Sergio Chiamparino è sostenuto da sette liste del centrosinistra: Pd, Moderati, +Europa Si Tav, Chiamparino per il Piemonte del Sì, Demos, Liberi Uguali Verdi e L’Italia in Comune. Alberto Cirio, assessore nella precedente legislatura regionale di Roberto Cota, è candidato per il centrodestra, sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Udc e Sì Tav Sì Lavoro per il Piemonte nel Cuore. Si presenta alle Regionali anche il Popolo della Famiglia di Adinolfi, con Valter Boero, docente universitario, per la carica di presidente. Intanto il candidato alla presidenza della Regione, Giorgio Bertola, di M5s, ha presentato il proprio listino di candidati e si è detto “orgoglioso di presentare rappresentanti di tutte le otto province, tutte le età e professioni, persone convinte della necessità di un cambiamento sociale. E spero anche sia l’ultima volta che in Piemonte si debba presentare un listino: noi crediamo che i 50 consiglieri debbano essere eletti direttamente dai cittadini”. Nel listino pentastellato ci sono 7 uomini e 3 donne. La più giovane, Roberta Cavuoti, ha 26 anni, ed è esperta in materia tributaria e fiscale. Il più anziano è invece Giuseppe Paschetto, professore di matematica di Biella di 64 anni.
Clelia Ventimiglia
Nella mattinata di venerdì 26 aprile, in vista della “783° Corsa dei Buoi” in programma per domenica 28, un gruppo di attivisti dei movimenti animalisti ha fatto irruzione negli Uffici del Comune di Caresana esponendo uno striscione da un balcone dell’edificio contro lo sfruttamento degli animali con la scritta Stop Corsa dei Buoi, Stop Animal Abuse. La Digos di Vercelli, giunta immediatamente sul posto unitamente alle pattuglie dell’Arma dei Carabinieri, ha identificato otto persone, uomini e donne, provenienti da varie parti d’Italia, interrompendo la protesta e sequestrando lo striscione. Tutti gli otto attivisti sono stati condotti presso la Questura di Vercelli dove, dopo le procedure di identificazione, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per il reato di interruzione di pubblico servizio e per il mancato preavviso della manifestazione, sanzionato dall’art. 18 tulps. Inoltre, nei loro confronti il Questore di Vercelli ha adottato il provvedimento di foglio di via obbligatorio dal comune di Caresana, nel quale i manifestanti non potranno far ritorno per un anno e tre mesi.
Il Comando carabinieri tutela patrimonio culturale ha recuperato un’altra delle 32 preziose pagine miniate strappate nel 1990 dal Breviario di Ludovico da Romagnano, un prezioso ed antico codice pergamenaceo del quindicesimo secolo custodito all’interno dell’Archivio storico dell’Arcidiocesi di Torino. Il documento era entrato a far parte delle collezioni del Museo nazionale di arte occidentale di Tokio a seguito di una legittima acquisizione sul mercato dell’antiquariato. Il recupero è stato possibile in tempi rapidissimi grazie alla collaborazione della Direzione del museo giapponese che, appresa dai Carabinieri la notizia dell’illecita provenienza del bene ha immediatamente facilitato le operazioni. Il ritrovamento della pergamena è l’ultima di una serie di recuperi che il Comando carabinieri tutela patrimonio culturale ha ottenuto grazie alle attività investigative condotte sin dai primi istanti successivi al trafugamento. Sedici pergamene erano già state recuperate, nel 1996 e nel 2013, nell’abitazione privata dei responsabili del reato ed in una prestigiosa casa d’aste a Monaco di Baviera, ove le pagine erano state esportate per la vendita. Le indagini hanno consentito, nel tempo, di rinvenire e recuperare una pergamena a Tampa negli Stati Uniti ed altre due in vendita presso una casa d’aste a Colonia in Germania. L’individuazione delle pergamene miniate è stata resa possibile grazie al costante controllo del mercato antiquariale effettuato dai carabinieri, alla collaborazione di esperti e studiosi del settore e all’efficacia della ‘Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti’, la più completa banca dati di opere d’arte rubate esistente al mondo, gestita dal Comando carabinieri tutela patrimonio culturale, che consente una precisa comparazione delle immagini dei beni culturali oggetto di ricerca. Il codice pergamenaceo, considerato dagli studiosi ‘un manoscritto di straordinario pregio storico ed artistico’ è stato realizzato nel 1450 ed è caratterizzato da una scrittura in carattere gotico e da pregevoli miniature che riportano le illustrazioni di personaggi biblici nel giorno della loro ricorrenza secondo il calendario cristiano.
Una partita attesa oltre un quarto di secolo, per la precisione venticinque anni, dieci mesi e nove giorni (o, se preferite, 9444 giorni). Questo è il lasso di tempo tra il 19 giugno 1993 e il 28 aprile 2019, cioè tra il trionfo granata nella Coppa Italia 1992-’93 e la partita di domenica tra il Toro e il Milan. Con massimo rispetto per tutta la storia torinista e per tutti i giocatori che hanno difeso i colori granata, non è errato affermare che il Torino-Milan di domenica sera consiste nella partita più importante degli ultimi venticinque (abbondanti) anni di storia del Toro. Per chi in quel 1993 ancora non era nato (oppure era troppo piccolo), è giusto ricordare che in quella serata il Torino, pur sconfitto per 5-2 dalla Roma nella Città Eterna, riuscì meritatamente a conquistare la Coppa Italia, in virtù del secco successo per 3-0 maturato nella gara d’andata in Piemonte. Una Coppa Italia che tuttora consiste nell’ultimo trofeo conseguito dal sodalizio torinista. Certo, qualcuno potrebbe (non a torto) affermare che in quell’occasione si mise in bacheca una Coppa, mentre ora si è in lizza “solo” per la qualificazione alla Champions League, ma il fatto resta: per trovare una partita importante quanto quella di domenica bisogna andare a ritroso fino al giugno 1993. A render ancor più prestigioso (e, se vogliamo, storico) questo Torino-Milan sarà il fatto che, da quanto esiste la Champions League così come è attualmente strutturata, il Toro non solo non sia ancora riuscito ad accederci, ma neppure ci sia andato almeno vicino. Infatti, l’ultima esperienza del Toro nella “Coppa dalle grandi orecchie” risale all’annata 1976-’77, quando la manifestazione era ancora denominata Coppa dei Campioni, era riservata ai soli campioni nazionali (nonché alla detentrice dello stesso trofeo) ed era strutturata sull’eliminazione diretta, per ogni turno. Quel Toro si comportò più che dignitosamente, superando gli svedesi del Malmoe al primo turno (2-1 in casa all’andata e 1-1 in Svezia al ritorno), per poi inchinarsi (con una buona dose di sfortuna) al Borussia Moenchengladbach agli ottavi di finale, perdendo per 1-2 l’andata al “Comunale” e pareggiando per 0-0 il ritorno nell’allora Germania Ovest. La partita in terra tedesca (disputatasi a Dusseldorf) è tuttora ricordata come la lampante prova del “cuore Toro”: rimasti in otto uomini a causa delle discutibili espulsioni di Vittorio Caporale, Renato Zaccarelli e Luciano “Giaguaro” Castellini, i granata riuscirono a concludere indenni la contesa, per una soddisfazione (seppur platonica) enorme. A seguito dell’espulsione (al 71′) di Castellini, negli ultimi diciannove minuti la porta torinista venne difesa da Francesco “Ciccio” Graziani, che si destreggiò bene tra i pali, effettuando anche delle buone parate. Era il 3 novembre 1976.
Giuseppe Livraghi
Dopo le anteprime internazionali a Berlino, Zurigo, Monaco, Parigi e Madrid, Marco Mengoni apre il suo Atlantico Tour in Italia al Pala Alpitour di Torino. Il cantante ieri ha offerto un’anteprima in esclusiva dello show con una diretta Facebook con la tecnica Cross-Posting, visibile sulle pagine che hanno condiviso l’evento. Mengoni, che porta sul palco tutti i suoi più grandi successi e i brani dell’ultimo album di inediti Atlantico (tra cui la hit Muhammad Ali) ieri ha incontrato i fan in via Roma. (foto: Carlo Granisso)
Fiorenza Cossotto mezzosoprano a Brozolo
Mercoledì 1 Maggio dalle 15,30 nella Chiesa di San Giorgio a Brozolo, si terrà il secondo concerto di beneficenza con ingresso a libera offerta. Ospite d’onore sarà Fiorenza Cossotto, una delle più grandi mezzosoprano del XX secolo, a tutt’oggi ineguagliata a detta di molti critici musicali. Il suo nome evoca alla memoria i più famosi teatri della lirica, l’Arena di Verona, la Scala a Milano, il Covent Garden di Londra, il Metropolitan di New York e poi ancora Barcellona e Chicago, il repertorio lirico più prestigioso, Verdi, Rossini, Bellini, Puccini, per citarne alcuni, i nomi più illustri del bel canto. I suoi allievi Carla Fappani, soprano lirico e Christian Scherler tenore, affermati professionisti, si esibiranno in famose arie d’opera e lei stessa regalerà ai partecipanti intense emozioni con la sua straordinaria voce. Il giovanissimo Tommaso aprirà lo spettacolo, eseguendo al violino il brano Inno alla Gioia di Beethoven e due altri nell’intermezzo che comprenderà il saluto all’amministrazione al termine del suo mandato quinquennale e gli auguri a Fiorenza Cossotto per il suo compleanno.
L’iniziativa rientra fra le numerose organizzate dagli Amici dei Sentieri per raccogliere fondi da destinare al restauro dell’ex asilo che verrà diverrà centro di aggregazione e ostello Don Sorisio, mantenendo il nome del suo fondatore. Il progetto di creare un luogo di accoglienza diventa fondamentale per il territorio, essendo realtà consolidata un’imponente rete sentieristica che ha come tracciato principale il Cammino delle Colline del Po, da Moncalieri a Casale Monferrato e una serie di varianti, una delle quali, la Tuffo, Brozolo, Verrua, è tracciata proprio di fronte all’immobile oggetto del restauro. Vi è poi una rete capillare di sentieri che permette ai moderni pellegrini di raggiungere ogni angolo di questa bellissima zona del Piemonte, affascinante nella sua semplicità. Il teatro invece porterà il nome Fiorenza Cossotto, per celebrare una grande donna del nostro territorio.
Per informazioni sull’evento telefonare Amici dei Sentieri 3420000896 oppure 3463591114 o scrivere: amicideisentieri@gmail.com
La lezione dei Walser
Da questa straordinaria storia si possono trarre ancora oggi utili insegnamenti per la tutela del territorio, il rispetto dei delicati equilibri della montagna, la promozione di uno sviluppo turistico ordinato, rispettoso della natura e del paesaggio, l’attenzione a non sfruttare oltre misura le risorse di un’area limitata
Inospitali, misteriose, ricettacolo di luoghi paurosi da evitare. In passato le montagne non furono ritenute abitabili oltre certi limiti. Lo storico romano Tacito le definì “Infames frigoribus Alpes”, considerando le Alpi un ostacolo al commercio ed al passaggio degli eserciti. Ne passò del tempo fino ad arrivare a poco prima dell’anno Mille quando, nell’Alto Vallese, nell’attuale Svizzera, iniziò la colonizzazione delle alte quote, la conquista della montagna da parte del contadino medioevale nel periodo in cui tutti aspettavano la fine del mondo. Protagonisti principali furono i Walser (il nome deriva da una contrazione di Walliser, vallesano) discendenti di un popolo “alemanno”, penetrato nell’alto medioevo a ridosso delle Alpi centrali. Acclimatati alle grandi altitudini dell’alto Vallese, a partire dalla seconda metà del XIII secolo, i Walser colonizzarono le zone più elevate delle Alpi ed in particolare le valli intorno al Monte Rosa, dando vita alle comunità d’Alagna, Gressoney, Issime, Rimella, Rima, Macugnaga e Ornavasso. Un’altra spinta migratoria portò, attraverso il Passo del Gries, alla conquista della Val Formazza (Pomattal), da dove fu poi raggiunto Bosco Gurin, nell’elvetico Canton Ticino. Questi coloni, arroccati e isolati nell’aspro ambiente dell’alta montagna, programmarono e realizzarono la vasta opera di bonifica di zone a quei tempi perlopiù disabitate, creando villaggi autosufficienti in grado di sopravvivere ai rigori di lunghi inverni. I prodotti del loro lavoro erano soprattutto di tipo caseario: il latte, il burro e il formaggio, provenienti dagli allevamenti bovini degli alpeggi. Poi fu realizzata la “Alpwirtschaft”, un’economia che consisté nell’unire agricoltura e allevamento. Da questa straordinaria storia si possono trarre ancora oggi utili insegnamenti per la tutela del territorio, il rispetto dei delicati equilibri della montagna, la promozione di uno sviluppo turistico ordinato, rispettoso della natura e del paesaggio, l’attenzione a non sfruttare oltre misura le risorse di un’area limitata. Averne cura non solo è un dovere ma è anche un fattore strategico per lo sviluppo economico e turistico delle “terre alte”. L’abate valdostano Aimé Gorret, nella seconda metà dell’Ottocento scriveva: “Un viaggiatore che parta per la montagna lo fa perché cerca la montagna, e credo che rimarrebbe assai contrariato se vi trovasse la città che ha appena lasciato”. Parole sagge delle quali tener conto.
Marco Travaglini
Su Torino e Piemonte, dopo le piogge degli ultimi giorni, il tempo migliora. La perturbazione che ha portato rovesci e temporali sta abbandonando la nostra regione Secondo le previsioni di Arpa Piemonte, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, si verificherà in queste ore una progressiva attenuazione dei fenomeni e un miglioramento grazie al vento di foehn nelle vallate alpine. Con la pioggia dei giorni scorsi sono saliti i livelli dei corsi d’acqua, in particolare nel settore settentrionale della regione. Le nevicate in montagna sono accompagnate dalla ripresa dell’attività delle valanghe. Il pericolo è di grado 4 forte su Alpi Pennine e Alpi Lepontine, e varia da 2 moderato a 3 marcato sul resto della regione.
Coppa del Mondo, Tatiana Andreoli in finale a squadre
Brillano le squadre azzurre nella prima tappa di Coppa del Mondo in corso a Medellin (Colombia). Si giocheranno l’oro la formazione femminile dell’arco olimpico e quella maschile del compound, mentre cercherà di conquistare il bronzo il terzetto femminile del compound
Tra le ragazze dell’olimpico c’è Tatiana Andreoli, ventenne torinese tesserata per la Iuvenilia, che insieme a Lucilla Boari e Vanessa Landi sfiderà la Corea del Sud (Chang, Choi, Kang) domenica alle 17.25 ora italiana. Le tre azzurre, campionesse del mondo Junior nel 2017, hanno chiuso la qualifica al settimo posto e nel tabellone degli scontri diretti hanno poi superato in successione il Cile (Bassi, Elier Dabner, Marquez Rojas, 6-0), la Cina (Lan, Wu, Zhai, 5-3) e la Spagna (Canales, Garisteo, Marin, in rimonta allo shoot off 5-4 – 27-26). Adesso sono attese dal confronto con le forti coreane, nella finale che sarà trasmessa in diretta streaming dal canale youtube ufficiale della World Archery. A livello individuale la corsa di Tatiana Andreoli si è fermata ai sedicesimi di finale contro la francese Audrey Adiceom, vincente 6-5 (10-9) alla freccia di spareggio. In precedenza Tatiana aveva concluso la qualifica in 23esima posizione (633 punti) e al primo turno degli scontri aveva battuto 6-2 la colombiana Valentina Contreras.
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