redazione il torinese

Mostar, il parroco senza chiesa

FOCUS / di Filippo Re

Parroco senza chiesa in una città divisa tra cattolici e musulmani all’interno di una Federazione dove domina l’Islam. Il parroco è don Kreso Puljic che dalla collina di Mostar in Bosnia-Erzegovina, osserva i minareti che, dall’altra riva del fiume, svettano alti nel cielo e sovrastano l’abitato. La Federazione è quella Croato-Bosniaca in cui i musulmani sono l’80% e i croati cattolici il 20% mentre più a nord c’è la Repubblica serbo-bosniaca. Direttore della Caritas di Mostar negli anni della guerra 1991-1995 don Kreso è parroco dal 2010 a San Tommaso Apostolo, sulla collina bianca di Mostar.

I croati cattolici vivono nei quartieri occidentali della città e sono 50.000, a est ci sono 40.000 musulmani tra vecchie e nuove moschee. “A Mostar siamo più numerosi degli islamici ma nella Federazione Croato-Bosniaca siamo una minoranza di cattolici sotto la maggioranza islamica in continua espansione. Non c’è al momento ostilità tra noi e loro ma siamo ugualmente in grande difficoltà e ci sentiamo dimenticati dal mondo.

Don Puljic, come vivono i cattolici nella sua città, siete preoccupati?

R L’islamismo avanza, dilaga sotto i nostri occhi, ma non possiamo farci niente. Prima della guerra, in Bosnia, vivevano poco meno di un milione di cattolici ma adesso sono solo 420.000. Da una decina di moschee si è passati in poco tempo a quaranta luoghi di culto islamici. Ma ciò che preoccupa di più è l’arrivo di capitali dall’estero per islamizzare la regione. C’è il rischio che la Federazione Croato-Bosniaca diventi uno Stato unico, tutto islamico.

Teme per il futuro?

R Sì, abbiamo paura. Le moschee, nella nostra Federazione, sono già centinaia, almeno 400, e il denaro arriva a pioggia dai Paesi arabi, dall’Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi, dal Qatar ma anche dalla Turchia e dall’Iran. Comprano tutto, terreni per costruire moschee e nuovi quartieri, allargando la superficie di paesi e città. Sarajevo, per esempio è una città tutta musulmana.

Cosa succede a Sarajevo?

R Sarajevo, a 130 chilometri da Mostar, è una città quasi tutta musulmana e continua a espandersi. Attorno alla capitale è nata una nuova città araba di 40.000 abitanti. Ci sentiamo come soffocati da una marea islamica che continua a salire.

 

L’Isis non è poi così lontano da Mostar…

R Il pericolo jihadista è una realtà anche in Bosnia dove è cresciuto l’estremismo islamico e da qui si va a combattere nel Vicino Oriente. I campi di addestramento dell’Isis sono lontani, a 200 chilometri a nord del capoluogo dell’Erzegovina ma sappiamo che centinaia di bosniaci, circa 400 uomini armati, sono andati in Siria per unirsi alle milizie del Califfo. Ma ora tornano dopo la sconfitta del Califfato e con quali obiettivi?

Intanto nella Mostar cristiana soffia il vento dell’integralismo…

R Un certo timore serpeggia anche da noi dove si è formato un movimento giovanile wahabita sostenuto e finanziato dai sauditi che predica rigore e stretta osservanza della legge islamica e coranica. Lo teniamo d’occhio ma sappiamo che trova facilmente nuovi seguaci.
L’allarme non si ferma all’islamismo dilagante ma investe direttamente la sua chiesa che in realtà non c’è ancora.

Don Puljic fa il parroco in un ex magazzino di mobili trasformato nella parrocchia di San Tommaso Apostolo.

R A Mostar non è facile essere cristiani. Non esistono enti culturali e religiosi in grado di venire incontro ai problemi dei cattolici, di soddisfare le loro richieste. Di conseguenza molti se ne vanno, finiscono nella vicina Croazia o emigrano in Germania e in America. Questo è il grande problema di Mostar. C’è molta disoccupazione e si cerca lavoro altrove oppure si finisce nella criminalità e nella tossicodipendenza. L’esodo dei croati da Mostar non si arresta. Prima della guerra erano centomila e ora sono la metà.
La parrocchia però si riempie di fedeli nei giorni festivi..

R E’ una grande gioia vederla piena di gente, ci sono molti giovani, è un segno di speranza per un futuro che non si annuncia agevole. Qui per i giovani ci sono poche strutture educative e di svago, manca il teatro, manca una cultura cristiana, evangelica. Organizzo corsi di lingue e di computer, seguo tanti universitari e cerco di aiutarli in senso spirituale.

Don Puljic guarda con ottimismo al futuro.

R Prima di tutto vogliamo costruire la nostra chiesa parrocchiale. Il progetto edilizio è pronto da tempo, manca ancora qualche permesso ma contiamo di averlo in breve tempo. La realtà amministrativa a Mostar è paradossale: il sindaco c’è ma manca il Consiglio comunale poiché non si vota da otto anni. Poi toccherà all’oratorio, a una sala per le attività culturali e a tre sale per il catechismo e gli incontri con i ragazzi. In tre-quattro anni dovremmo farcela.Occorre denaro e l’aiuto di tutti.

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Per offerte e contributi per la parrocchia di San Tommaso Apostolo di don Krèso Puljic ci si può rivolgersi all’Associazione Maria Madre della Provvidenza onlus (AMMP) in corso Trapani 36 a Torino che proprio a Mostar ha costruito un orfanotrofio e aperto una cooperativa agricola.

 

Filippo Re

(dal settimanale “La Voce e il Tempo”)

Gli “Stra… fatti a mano” Marika e Fabio devono la loro fortuna ai Minions

SECONDA PUNTATA – Viaggio nel vasto mondo degli hobbysti, tra chi per sopravvivere alla crisi sta cercando di trasformare in mestiere una passione

 

Marika e Fabio, sotto il cartello “Stra… fatti a mano”, realizzano capi d’abbigliamento e accessori rigorosamente artigianali. Creazioni che esaltano tutto l’estro creativo della loro anima di stilisti autodidatti, concentrati su tessuti resistenti e modelli comodi, di fattura semplice. Approdati da quattro anni tra li hobbysti che espongono prodotti frutto del proprio ingegno nelle fiere cittadine, devono la loro fortuna a una ricca produzione di cappelli raffiguranti i supereroi mascherati dei fumetti, ma soprattutto ai personaggi di “Minions”, il film d’animazione del 2015 che in un batter d’occhio è riuscito a conquistare i cuori di grandi e piccini. Quarantenni, compagni di vita e di lavoro, Marika e Fabio sono arrivati “sulla strada” con il loro gazebo per disperazione. “Non riuscivo a trovare lavoro”, racconta Marika. “Qualche ora in bar e ristoranti a fare la cameriera, ma nulla di più stabile. Così – prosegue – ho incominciato a ricamare, a confezionare accessori in maglia e cotone lavorando con i ferri e l’uncinetto. La domenica mattina partivo con i miei borsoni di merce e passavo la giornata alle feste di quartiere a cercare di vendere quanto realizzato durante la settimana”.

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Poco tempo dopo anche Fabio rimane disoccupato: il ristorante in cui lavora chiude, e pure lui si ritrova in mezzo alla strada. La ricerca di un’altra occupazione non dà i risultati sperati, e prima che la depressione prenda il sopravvento Marika gli prospetta l’unica soluzione che riesce a intravvedere: “Ho comprato due pacchetti di Fimo, glieli ho messi in mano e gli ho detto di produrre bigiotteria”. “Il Fimo – spiega Fabio – è una pasta tipo il pongo, che si presta ad essere plasmata e modellata. Ho così incominciato a fare anelli, orecchini, ciondoli”. Al di là della passione e dell’entusiasmo che ci mettono, sono tempi difficili. La produzione va bene, ma le vendite scarseggiano. Poi, di colpo, per puro caso, la fortuna bussa alla loro porta. “Ho fatto per il mio fratellino – racconta Marika – un cappellino raffigurante i Minions e ho postato la foto su Facebook. E’ stato un successo. Immediatamente siamo stati sommersi di ordini: tutti volevano un cappellino come quello”.

 

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Per far fronte alle richieste anche Fabio impara a lavorare all’uncinetto. “Oggi è una scheggia, neppure io che lo uso fin da quando ero bambina sono così brava e veloce”, commenta Marika, mentre Fabio maneggia l’arnese con padronanza e maestria.  Sull’onda del boom e dell’inaspettato e notevole incremento degli incassi, decidono di lasciare la strada e affittare una casetta di legno all’ingresso dell’Area 12, il centro commerciale al confine tra Torino e Venaria. “Era un po’ come avere un negozio”, ricordano. Poi, però, il canone di locazione aumenta. Non ce la fanno più a far fronte alle spese. Lasciano la casetta, rispolverano il vecchio gazebo e ricominciano a girare i mercati della domenica. “I Minions ci hanno dato da mangiare per tre anni. Ad agosto uscirà un nuovo film, speriamo che il miracolo si ripeta”, raccontano, rivelando che il loro sogno è quello di riuscire, un giorno, ad aprire un negozio tutto loro, con annesso un laboratorio i cui tenere corsi per insegnare a creare, con le proprie mani, oggetti, accessori e capi d’abbigliamento.

 

Paola Zanolli

 

 

Il VolTo del volontariato

A Torino un Centro Servizi di eccellenza 

 

Esiste a Torino, unica nel suo genere, una “casa virtuale di tutti i volontari”. Si tratta di VolTo, il Centro Servizi per il Volontariato di Torino e Provincia, con sede in via Giolitti 21, che testimonia come la nuova legge 106 del 2016 relativa al settore del no profit sia in Piemonte già una realtà. Presidente di VolTo è Silvio Magliano, vicepresidente Vicario Luciano Dematteis.

 

“VolTo – spiega il suo presidente Silvio Magliano – è il risultato di un percorso condiviso nel mondo del volontariato, è nato il 1 gennaio del 2015 dalla fusione dei due centri di servizio già esistenti, “Volontariato, Sviluppo e Solidarietà” (VSSP) e Idea Solidale; con ben 1400 associazioni accreditate è uno dei maggiori in Italia. Il Centro Servizi per il Volontariato ha stilato per il 2017 una Carta dei servizi, che rappresenta il compendio di tutte le attività e opportunità che il Centro mette a disposizione delle organizzazioni di volontariato. Questa carta trae origine dall’analisi delle loro richieste e bisogni, ottenura stilando un questionario. Alcuni di questi servizi sono rivolti a una spiccata vocazione alla promozione multimediale, che è sensibile alle nuove frontiere come il web e il video. Uno dei servizi che consideriamo più prezioso è quello di consulenza, comprendente le prestazioni professionali che il CSV offre a sostegno e qualificazione delle OdV ( Organizzazioni di Volontariato ), nello sviluppo delle varie attività ordinarie e progettuali. Non manca neanche un importante servizio, quello dell’Ufficio stampa, che fornisce il supporto alla promozione delle attività e delle iniziative delle OdV,   tramite redazione e diffusione di comunicati stampa e la pubblicazione di articoli sul sito del Centro Servizi.”. “Un’importante novità – prosegue Silvio Magliano – nata dalla collaborazione tra il Centro Servizi VolTo e la School of Management dell’Università degli Studi di Torino è rappresentata dall’Accademia dell’Iniziativa sociale, presentata lo scorso 4 aprile nella nostra sede in via Giolitti 21.

Si tratta di una scuola di alta formazione in cui innovazione e ricerca sono al servizio   del terzo settore, e, di conseguenza, anche del volontariato, attraverso una serie di corsi altamente qualificanti. Rappresenta una delle sfide più affascinanti che lega il mondo del profit a quello del terzo settore. Il Centro Servizi VolTo da quando è nato, infatti, si propone tra i suoi compiti essenziali la formazione dei volontari che, nella società attuale, non può più essere improvvisata”. VolTo promuove anche l’organizzazione di campi di volontariato o solidarietà internazionale, che sono esperienze a breve termine, da dieci giorni a tre settimane, dove piccoli gruppi di volontari provenienti da tutto il mondo lavorano insieme, impegnati   in svariate attività, quali la ristrutturazione di edifici, anche scolastici, campi di scavi archeologici o ambientali, l’animazione con bambini, le attività con i rifugiati. Sono presenti anche campi per gli under 18 e per le famiglie. Un’altra iniziativa di cui si è fatto promotore VolTo è “Erasmus per giovani imprenditori”, un programma di scambio cofinanziato dalla Commissione europea, nell’ambito del progetto “Giove” – Giovani volontari in Europa, capace di offrire a giovani o aspiranti imprenditori   l’opportunità di imparare il mestiere da professionisti già affermati, che gestiscono piccolo e medie imprese in un paese UE, attraverso soggiorni e stage di lavoro da 1 a 6 mesi.

 

Mara Martellotta

LEGA NORD, SABATO ALLA GAM: FUTURO E LAVORO CON SALVINI

 

Sabato 8 aprile, alla GAM di Torino, il convegno incentrato sul tema del lavoro organizzato dalla Lega Nord, a cui parteciperà anche il segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini.

 

A presentare l’evento in conferenza stampa, il segretario nazionale della Lega Nord Piemont, Riccardo Molinari: “Un convegno dedicato al tema del lavoro organizzato non a caso nella città – Torino – simbolo dell’industria, del lavoro e della tutela dei diritti sociali. L’Europa ha tolto agli Stati la possibilità di avere un’autonoma politica economica, vincolando la possibilità di spesa, imponendo l’austerity e non difendendo il mercato interno dalla concorrenza sleale. L’Europa ha, quindi, grandissime responsabilità riguardo i problemi occupazionali del Paese e del Piemonte. Attraverso interventi di soggetti tecnici di altissimo valore, spiegheremo che tutto ciò che spesso viene etichettato banalmente come puro populismo, in realtà ha solide basi e valide argomentazioni”.

 

“La sinistra – ha aggiunto Molinari -, a livello sia nazionale che regionale, sta portando avanti riforme liberiste che non tutelano né il sociale, né il lavoro. Noi siamo l’unica forza che vuole puntare su una politica economica autonoma in grado di portare l’intero Paese verso una vera ripresa economica”.

“Quella di sabato sarà un’occasione importante – ha rimarcato il consigliere regionale della Lega Nord, Alessandro Benvenuto – per sottolineare che il Partito Democratico in questi due anni e mezzo alla guida della Regione ha fatto poco o nulla per rilanciare il Piemonte dal punto di vista sia industriale che occupazionale. Non esiste, oggi, grazie al Pd, una  politica regionale seria sul lavoro, quindi non c’è un vero piano di sviluppo”.

 

“Parlare oggi di lavoro a Torino – ha concluso Fabrizio Ricca, capogruppo del Carroccio in Comune – è, purtroppo, come parlare di acqua nel deserto. Un torinese su tre è senza occupazione, un giovane su due non  ha un impiego. Riportare l’attenzione su un tema come questo è il punto di partenza di una campagna elettorale, quella per le prossime regionali, che ci vedrà in prima linea, impegnati in azioni concrete”.

DROIDCON AL LINGOTTO: IL FUTURO DI GOOGLE ANDROID PER GLI INFORMATICI

 

Centinaia di partecipanti e speaker di livello mondiale alla due giorni  organizzata da Synesthesia. Protagonista l’Internet delle cose, che rivoluzionerà sempre più le nostre abitudini quotidiane

 

Gli oggetti si rendono riconoscibili, acquisiscono intelligenza e a loro volta rispondono ai comandi vocali: le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza, i vasetti delle medicine avvisano se si dimentica di prendere il farmaco. E’ il cosiddetto “Internet delle cose” (IoT), che è il protagonista assoluto dell’edizione 2017 di Droidcon, il più importante appuntamento italiano dedicato ad Android di Google, che si svolge il 6 e 7 aprile al Centro Congressi del Lingotto di Torino.

 

Il posto d’onore di questa manifestazione, organizzata dalla società Synesthesia, è per Android Things, il nuovo sistema operativo pensato dall’ azienda statunitense di Mountain View per i dispositivi IoT. E’ la prima presentazione in grande stile che viene fatta nel nostro Paese di questo programma informatico per lo sviluppo e l’utilizzo di dispostivi multimediali audio e video, videocamere di sicurezza, router e altri apparecchi direttamente collegati al web. Ed infatti sono giunti da tutta Italia oltre 800 sviluppatori informatici, il 10% in più dello scorso anno.

 

E’ l’occasione per un confronto ad ampio spettro fra sviluppatori ed esperti di livello internazionale. Ne emerge che il futuro di molti oggetti di uso quotidiano si chiama sempre più “riconoscimento vocale”, cioè la possibilità di comandare a distanza elettrodomestici e altre apparecchiature elettroniche e che il “cuore” di queste applicazioni è proprio Android Things. Lo spiega uno dei padri di questo sistema operativo, Wayne Piekarski, sviluppatore di Google di fama mondiale. Con lui salgono in cattedra (ma il termine è forse troppo pomposo per una manifestazione in cui tutti parlano con tutti) altri 60 “speaker”, come Mike Nakhimovich, leader nello sviluppo della nuova applicazione informatica del New York Times, che ha reso la consultazione dei contenuti del sito più facile e più veloce del 300 per cento; Sonia Sharma, ricercatrice di origine indiana che nel quartier generale di Mountain View fa parte del gruppo “Chromecast” di Google, che studia come collegare i vari device alla televisione, Ty Smith, uno dei leader del team di sviluppo del tanto discusso Uber. O ancora Marco Mazzaglia di Synesthesia, massimo esperto italiano nel campo dello sviluppo dei videogiochi; il francese Mathias Seguy, del gruppo Renault Nissan, che parla delle molte facce di Android Auto, il sistema applicativo che può rendere le nostre vetture sempre più intelligenti e sicure; Francesca Stradolini, ingegnere biomedico dell’Università di Genova, che racconta come la tecnologia indossabile (i cosiddetti wearable devices) possa essere di aiuto per il controllo a distanza di determinati malati; la newyorchese Lisa Wray, sviluppatrice di Android conosciuta a livello internazionale.

 

Al Lingotto sono molti i temi trattati con gli sviluppatori dell’ecosistema Android: dallo sviluppo al testing delle applicazioni, la sicurezza, la progettazione, il design, il marketing. Se ne discute in 50 talk, 4 workshop e 8 barcamp, riunioni aperte i cui contenuti vengono proposti dai partecipanti stessi.

 

Dopo due giorni la conferenza si trasforma in un ”hackathon”, la gara con tema a sorpresa che impegna, in 30 ore no-stop, gli sviluppatori più intraprendenti a sfidarsi riuniti in squadre, nella realizzazione di una nuova applicazione.

 

MNS, ALEMANNO IN VISITA IN PIEMONTE

Presentazione della raccolta  firme per modificare la legge sulla legittima difesa e visita al campo rom di via Germagnano

Venerdì mattina, 7 aprile 2017, il segretario nazionale del Movimento Nazionale per la Sovranità arriverà in Piemonte e a  Torino.

Fitta l’agenda degli appuntamenti previsti. Si inizierà alle ore 10.30 in via Garibaldi angolo piazza Statuto per l’avvio in Piemonte della raccolta firme di modifica della legge sulla legittima difesa presentata a Roma dal Movimento Nazionale per la Sovranità. Insieme al segretario nazionale, Gianni Alemanno, saranno presenti anche il coordinatore regionale del MNS, Marco Botta e Gian Luca Vignale, consigliere regionale in Regione Piemonte. Alle 12.30 i rappresentanti del Movimento si recheranno al campo rom di via Germagnano “ per dare un segnale forte – spiegano Alemanno, Vignale e Botta – ai cittadini che tra furti, scippi e campi rom abusivi si sentono sempre più soli e abbandonati dalle istituzioni. Siamo in una città dove si impongono domeniche a piedi e poi non si fa nulla per i roghi che inquinano, in una Regione che destina a bilancio 1 milione di euro per gli immigrati e non dà un solo euro ai sostegni alla natalità o alle famiglie. Il nostro  obiettivo è creare un movimento che ridia la parola ai tanti – troppi – italiani che ogni giorno vengono abbandonati da amministrazioni ipocriti e assenti”. Il tour del segretario nazionale del Movimento proseguirà poi nelle altre province piemontesi

Si schianta e muore a bordo della Porsche. Ferita la figlia di 5 anni

Aveva 32 anni l’uomo  morto nel pomeriggio sul raccordo autostradale Chivasso-Verolengo, a causa di un incidente. Stava guidando un Porsche Carrera, quando ha tamponato un tir del trasporto latte e si è schiantato contro i guard-rail nei pressi dell’uscita per Milano. E’ morto sul colpo mentre la figlia di cinque anni, che viaggiava sul sedile accanto, è rimasta ferita ed è stata trasportata in ambulanza all’ospedale  Regina Margherita di Torino. La dinamica dell’incidente è oggetto delle verifiche dei carabinieri di Verolengo.

 

(foto: archivio)

“A PASQUA SCEGLI LA VITA”

“A Pasqua scegli la vita, scegli veg”. E’ un semplice invito, indirizzato a tutte le persone di buona volontà, dall’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che in questi giorni, proprio quando la tradizione propone sulle tavole carni di agnello e di capretto, intensifica, con l’aiuto di decine di volontari, la campagna contro la strage dei cuccioli e per l’adozione di uno stile di vita sostenibile e rispettoso del diritto degli animali alla vita.

Nei banchetti sulle piazze del Paese, i delegati della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente  continueranno nel weekend a informare e sensibilizzare i cittadini: nonostante il continuo declino degli ultimi anni (si è passati da circa 812 mila tra agnelli e capretti macellati nel “picco pasquale” del 2010 a circa 500 mila dell’anno scorso), siamo comunque di fronte ad un’assurda, ingiustificabile mattanza. Per contribuire a fermarla, sui tavoli si potrà sottoscrivere la petizione (anche su www.nelcuore.org) che chiede al Parlamento di approvare la proposta di legge Brambilla in difesa degli animali giovani. Il testo vieta l’abbattimento, la macellazione, nonché l’importazione e l’esportazione per tali finalità, di animali che non abbiano raggiunto l’età adulta.

Ai passanti i volontari offriranno deliziose uova di Pasqua prodotte senza sfruttare gli animali, in cambio di un contributo che sosterrà l’attività dell’associazione sul territorio.

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TRE RAGIONI PER UNA SCELTA VEG

Tre ragioni per scegliere una dieta vegetariana o vegana.

E’ una scelta etica. Gli animali hanno elevato livello di consapevolezza, coscienza, sensibilità. Eppure, solo nel nostro Paese, ogni anno ne vengono uccisi e destinati all’alimentazione circa 700 milioni. Gli animali hanno diritto alla vita, a maggior ragione quelli appena nati, i cuccioli che ancora dipendono dalla madre e dalle sue cure.

E’ una scelta per l’ambiente. L’industria della carne richiede tanta acqua, tanto spazio, tanta energia. Insomma consuma in grandi quantità le risorse del pianeta. Dalla filiera zootecnica dipende circa il 14,5 per cento di tutte le emissioni di gas serra derivanti da attività umane: gli allevamenti di animali “inquinano” più del traffico.

E’ una scelta per la salute. Ormai è provato che l’eccesso di proteine di origine animale può essere pericoloso, che la dieta vegetariana è associata ad un tasso più basso di mortalità per malattie cardiovascolari e renali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso la carne lavorata tra le sostanze cancerogene, come il fumo di tabacco o l’amianto. E la carne rossa tra quelle probabilmente cancerogene.

Cartello al collo del bimbo: “Sono sporco”: genitori adottivi condannati

Un anno e 8 mesi di reclusione, è la condanna di oggi in Tribunale a Torino, nei confronti dei genitori accusati di maltrattamenti ai danni dell figlio adottivo. Si parla di vessazioni quotidiane e abituali, secondo l’accusa del pm Francesco Pelosi, che aveva chiesto per i due ben quattro anni di carcere. Il bimbo sarebbe stato costretto a portare al collo in un occasione  un cartello con la scritta ‘sono un bambino sporco’. I difensori della coppia intendono  impugnare la sentenza.

LEini GO! Mattoncini e fantasia

La seconda edizione dell’esposizione di creazioni con i mattoncini LEGO® vi aspetta a Leini (presso la palestra maggiore della Cittadella Sportiva in via Volpiano 38/d, Leini) nel weekend del 8 e 9 aprile 2017. La manifestazione, di oltre 1200 mq, è organizzato dal Comune di Leini con il supporto dell’Associazione Torinese Tram Storici e dell’A.P.S. “Sleghiamo la Fantasia”.

L’ingresso è gratuito. Gli orari? Sabato pomeriggio (orario 14 – 19) e domenica (9 – 13 e 14 – 18). L’accesso sarà permesso fino a 60 minuti prima della chiusura.

Troverete ben sei aree specifiche, ciascuna dedicata a un tema o a un’attività differente:

  • Area EXPO LEGO® FAN: gli appassionati dei mattoncini LEGO esporranno le loro creazioni, i loro diorami, le collezioni private e molto altro ancora.
  • Area “Monta&Smonta”: oltre 350 differenti scatole di montaggio saranno a disposizione di grandi e piccini (da 5 anni in su) per soddisfare la voglia di costruire.
  • Area DUPLO® – oltre 150 Kg di grandi mattoncini colorati i bimbi fino a 4 anni.
  • Area Mosaico – costruiamo insieme un mosaico (oltre 14 mq, quasi 60.000 pezzi) raffigurante un famoso edificio di Torino… per scoprire quale, basta venire a trovarci!
  • Area Mercatino – potrete trovare pezzi sfusi e scatole per arricchire la vostra collezione, ma anche i pezzi mancanti per le vostre realizzazioni!
  • Torino in mattoncini LEGO – ampio spazio al plastico dell’Atts, in cui tantissimi tram di Torino correranno lungo il viale di corso Vittorio Emanuele II, nell’animata piazza Castello, passeranno tra il duomo di Torino (novità 2017) e la Porta Palatina, viaggeranno all’ombra della Mole Antonelliana, sul ponte di piazza Vittorio Veneto, per poi girare attorno alla chiesa della Gran Madre di Dio. Altra novità di questa edizione, la presenza dello stadio Olimpico Grande Torino (novità 2017) che si affianca all’ormai classico Juventus Stadium, tutti fedelmente riprodotti!

Ma c’è di più. Una navetta bus vi trasporterà gratuitamente da piazza I Maggio (interscambio con la linea GTT n°46, che arriva da Torino Porta Susa) fino alla cittadella sportiva.

Insomma: che siate grandi o piccini, vi aspettiamo tutti a Leini per questo coinvolgente evento!