Un gesto di affetto e solidarietà. I compagni di classe del bimbo di sette anni ferito sabato sera in piazza San Carlo hanno scritto questo messaggio alle finestre della II B della scuola: “Forza Kelvin, siamo con te”. L’istituto è la primaria Maria Montessori di Borgo San Pietro, frazione di Moncalieri, dove il piccolo studia e abita con la famiglia.
“Evanescenze liquide”
In occasione del bicentenario della Fondazione della Diocesi di Nicosia (Enna), Nadia Presotto presenta la sua mostra personale “Evanescenze liquide” acquarelli e oli che ritraggono delicati e suggestivi angoli del Piemonte ed in particolare del Monferrato.
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Palazzo Riggio, Nicosia (Enna) dal 10 al 18 giugno 2017.
Orari 10-12,30 —– 16,30-20,30
La Croce Verde Torino sente l’obbligo di relazionare autorità e cittadini in merito all’intervento volontario attuato nella notte del 3 giugno 2017, nella piazza San Carlo, gremita da cittadini che assistevano alla trasmissione della finale della Uefa Champions League fra la Juventus ed il Real Madrid.
L’assistenza sanitaria sul posto era stata affidata ad Associazione non aderente all’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), presente con quattro autoambulanze, implementate da P.M.A. (postazione medica avanzata composta da tenda presidiata da medico ed infermiere), con il supporto di venti volontari della Protezione Civile, istituzionalmente non adibiti all’assistenza sanitaria. Alle ore 22,30 circa, per ragioni da accertare, la folla occupante la piazza iniziava a muoversi scompostamente al fine di sottrarsi a potenziale pericolo poi rivelatosi inesistente, travolgendo persone e cose, prima fra tutte la postazione medica avanzata, con un fuggi-fuggi generale che provocava la caduta al suolo di numerosissime persone, molte delle quali vittime di fenomeni di schiacciamento e di ferite da taglio causate dai cocci delle bottiglie di vetro presenti nella piazza. Sul posto era presente volontario soccorritore della Croce Verde di Torino, nell’occasione adibito al coordinamento della Protezione Civile come Funzionario della Polizia Municipale, il quale si poneva immediatamente in contatto con il Direttore della Centrale operativa 118, con il Direttore dei Servizi della Croce Verde Torino e con il Delegato della Croce Rossa Italiana, segnalando la gravità della situazione e l’opportunità di attivare i protocolli previsti per le maxi emergenze 118. Nel frattempo personale volontario della Croce Verde Torino affluiva spontaneamente presso la sede di via Dorè, consentendo l’immediato invio sul posto di cinque autoambulanze nonché la prestazione di adeguato soccorso presso la sede stessa della Croce Verde Torino ad oltre cento feriti lievi, lì giunti con propri mezzi. In seguito, superate le prime difficoltà di liberare le vie di accesso ad entrambi i lati della piazza San Carlo, giungevano sul posto numerosissimi mezzi della Croce Verde Torino, di altre pubbliche assistenze Anpas e della Croce Rossa che, coordinati dal medico della postazione avanzata, effettuavano mirati servizi di ricovero degli infortunati.I dati in nostro possesso confermano il transito presso i vari ospedali di: 6 codici rossi; 35 gialli e circa 1.200 tra codici verdi e bianchi. Con la presente comunicazione s’intende fornire elementi di valutazione a chi di competenza e non già sollecitare riconoscimenti, rientrando l’opera prestata dai volontari nella loro istituzionale attività di soccorso ed assistenza socio-sanitaria.
Torino, 5 giugno 2017
Paolo Romagnoli – Consigliere Croce Verde Torino Delegato alla comunicazione
(Foto di Claudio Benedetto – www.fotoegrafico.net)
Un procedimento penale per lesioni plurime e anche per possibili “omissioni” è stato aperto ufficialmente dalla procura di Torino, mentre la sindaca Chiara Appendino riferiva in Sala Rossa sulla drammatica notte in piazza San Carlo: “Siamo rimasti profondamente colpiti – ha detto ai consiglieri – non solo perché un momento di festa si è trasformato in terrore e sofferenza, ma perché la ragione, che in un primo momento era stata collegata ad atti scellerati di pochi incoscienti perpetrati in un clima di incertezza globale, ora resta ancora ignota”. Poi la sindaca affronta il tema dei venditori abusivi che, a causa dei cocci delle bottiglie da loro vendute in piazza, sono stati la causa principale di tanti feriti. Un problema, dice la prima cittadina che deve “essere affrontato soltanto con ulteriori azioni di prevenzione e repressione, che devono essere condivise da tutte le forze dell’ordine”. Intanto scoppia la polemica politica. “E’ necessario chiarire tanti aspetti ancora oscuri: il diffuso
abusivismo di bevande fin dal mattino, l’assenza di un’ordinanza di divieto del vetro, aspetti di pubblica sicurezza e il ruolo della polizia municipale”. Lo dichiarano i segretari regionale e provinciale del Partito democratico, Davide Gariglio e Fabrizio Morri, al termine di una riunione avvenuta con i parlamentari piemontesi presso la sede del PD in via Masserano a Torino. “Quello accaduto in Piazza San Carlo – continuano – è una pagina drammatica per Torino, resa possibile da una somma di errori gravissimi. Le responsabilità della sindaca Appendino sono evidenti: a partire dalle sue deleghe, sia quella alla polizia municipale e sicurezza sia quella ai grandi eventi. La Sindaca – rimarcano – avrebbe potuto invocare i nuovi poteri che il decreto Minniti prevede sulla
sicurezza urbana, sarebbe bastato porre la priorità al Comitato per l’ordine e la sicurezza che la stessa Sindaca presiede insieme al Prefetto di Torino”. Secondo Piero Fassino, predecessore della Appendino: “la gestione della piazza per la finale Champions è stata affrontata con superficialità, richiamandosi solo all’ordinarietà, quando invece erano necessarie misure straordinarie”. “Ciò che è successo dimostra che Sindaco, Questore e Prefetto non sono in grado di fare il proprio mestiere”, sostiene invece il leader leghista Matteo Salvini ai microfoni di Radio Cusano Campus. Per il capogruppo di Forza Italia, Osvaldo Napoli “bisognerà attendere gli sviluppi della vicenda giudiziaria per trarre le giuste conclusioni”. In un post su Facebook la sindaca ha poi scritto: “voglio ancora una volta esprimere a nome mio e della Città di Torino tutta la vicinanza ai feriti, in particolare ai più gravi ancora in ospedale. E, ovviamente, un profondo ringraziamento a tutte le forze dell’ordine, al personale sanitario, ai taxisti, agli autisti GTT e a tutti i cittadini che hanno dato supporto per affrontare l’emergenza. La Questura è al lavoro per determinare l’esatta dinamica dell’accaduto”
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(foto: il Torinese)
“E’ necessario chiarire tanti aspetti ancora oscuri: il diffuso abusivismo di bevande fin dal mattino, l’assenza di un’ordinanza di divieto del vetro, aspetti di pubblica sicurezza e il ruolo della polizia municipale”. Lo dichiarano i segretari regionale e provinciale del Partito democratico, Davide Gariglio e Fabrizio Morri, al termine di una riunione avvenuta con i parlamentari piemontesi presso la sede del PD in via Masserano a Torino. “Quello accaduto in Piazza San Carlo – continuano – è una pagina drammatica per Torino, resa possibile da una somma di errori gravissimi. Le responsabilità della sindaca Chiara Appendino sono evidenti: a partire dalle sue deleghe, sia quella alla polizia municipale e sicurezza sia quella ai grandi eventi. La Sindaca – rimarcano – avrebbe potuto invocare i nuovi poteri che il decreto
Minniti prevede sulla sicurezza urbana, sarebbe bastato porre la priorità al Comitato per l’ordine e la sicurezza che la stessa Sindaca presiede insieme al Prefetto di Torino. Riempire una piazza di persone – sottolineano – senza vietare la vendita di bottiglie di vetro, indirizzando le persone verso un solo maxischermo, non come nel 2015 che erano due, e senza prevede adeguate vie di fuga hanno rappresentato le condizioni peggiori per creare una situazione drammatica. Fare copia incolla di delibere del 2015, senza una dovuta valutazione delle circostanze attuali, non assolve l’amministrazione attuale anzi la rende ancora più colpevole. Amministrare – rimarcano – vuol dire assumersi le responsabilità, soprattutto nei momenti difficili; invece, in questa situazione, l’amministrazione si è più preoccupata di trovare qualcuno su cui scaricare la colpa. Un Sindaco è il primo cittadino sempre e non solo per le inaugurazioni. A poche ore dalla peggiore pagina degli eventi pubblici a Torino, continueremo a chiedere chiarezza a tutti i livelli istituzionali dove siamo presenti; lo dobbiamo – concludono i segretari e i parlamentari dem – a chi sta lottando in condizioni critiche negli ospedali torinesi e alle tantissime persone testimoni di una serata che nessuno potrà più dimenticare”.
5 giugno, Carabinieri in festa, a Torino, città che diede i natali all’Arma nel 1814, per il 203esimo anniversario della fondazione dell’Arma. La cerimonia, data la pioggia battente, si è svolta nella palestra della caserma Cernaia. Presente il gen. Mariano Mossa, comandante della Legione carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, che ha consegnato alcuni dei 190 encomi e dei 100 elogi di cui i militari sono stati insigniti per la loro attività. Alla Cernaia anche il comandante provinciale dei carabinieri di Torino, colonnello Emanuele De Santis, la sindaca Chiara Appendino, il prefetto Renato Saccone, il questore Angelo Sanna, il procuratore generale Francesco Saluzzo e il procuratore Armando Spataro.
(foto: il Torinese)
“La nostra regione, oltre a essere stata la prima in Italia a stabilire, con un’apposita e specifica legge – quarantuno anni fa, nel 1976 – l’istituzione di un comitato per la difesa e l’affermazione dei valori della Resistenza e della Costituzione, è stata anche tra le prime realtà a promuovere progetti di studio sulla storia contemporanea, coinvolgendo – a partire dal 1981- oltre 42 mila studenti e 1.600 insegnanti, organizzando centinaia di viaggi nei luoghi della memoria. Continuiamo a proporre questi viaggi affinché anche le giovani generazioni possano condividere e tenere vivi i valori che sono alla base della nostra democrazia e della nostra Costituzione. Un ringraziamento particolare va agli istituti storici piemontesi per l’importante lavoro svolto e anche ai tanti insegnanti che hanno supportato l’iniziativa testimoniando un reale esempio di buona scuola”.Così ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti aprendo, nell’Aula di Palazzo Lascaris, la cerimonia di premiazione della 36esima edizione del progetto di storia contemporanea, indetto dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale.
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A essere premiati sono stati 125 ragazzi, appartenenti a 20 istituti scolastici e 5 centri di formazione delle diverse province piemontesi e in particolare agli istituti: Gobetti di Omegna, Fauser, Bellini-Nervi e Carlo Alberto di Novara, D’Adda di Varallo, Cavour-Lanino e Lagrangia di Vercelli, Afp di Dronero, Grandis di Cuneo, Vallauri di Fossano, Foscolo, Vercelli e Casa di carità di Asti, Afp colline astigiane di Agliano, Balbo di Casale, Galilei di Alessandria, Darwin-Scafidi di Sangano, Porporato di Pinerolo, Grassi, Cavour e Bodoni-Paravia di Torino, Pininfarina di Moncalieri, Faccio di Castellamonte, Enaip di Domodossola e Addestramento edile di Cuneo. Gli elaborati scelti, non solo testi scritti ma anche multimediali, sono stati selezionati sulla base di una graduatoria redatta dalla commissione di valutazione composta da membri degli Istituti storici della Resistenza piemontesi.Gli argomenti delle tre tracce sviluppate in questa edizione del progetto sono stati il razzismo e la violenza del colonialismo fascista a ottant’anni dalla proclamazione dell’Impero italiano d’Etiopia (scelta dal 45% dei partecipanti), i nuovi assetti europei nel XX secolo (indicata dal 15% degli studenti) e i temi legati a lavoro, ambiente e sicurezza dal dopoguerra a oggi (preferita dal 40% dei partecipanti).La premiazione di oggi fa seguito ai tre viaggi studio nei luoghi della memoria che quest’anno hanno avuto come mete Trieste, sul confine orientale italiano, il lager austriaco di Mauthausen e quello polacco di Auschwitz-Birkenau, il luogo simbolo della Shoah, tragico emblema concentrazionario nazista.
Sono disponibili presso la sede Amiat di Via Giordano Bruno 25 gli oggetti personali non di valore recuperati in piazza San Carlo a seguito delle operazioni di pulizia dopo i fatti avvenuti durante la proiezione della partita di calcio tra Juventus e Real Madrid. Da oggi e fino a venerdì 9 giugno chi avesse perduto oggetti personali non di valore (es. indumenti, scarpe, zainetti, ..) può recarsi in Via Giordano Bruno 25 in orario 8-18 presso la portineria. Sono esclusi tutti gli oggetti di valore e/o documenti, che invece sono stati consegnati in altri siti (per l’elenco consultare il sito web della Città di Torino http://www.comune.torino.it/).
(foto: il Torinese)
Al momento ci sono né indagati né ipotesi di reato, spiega il procuratore di Torino, Armando Spataro, a proposito dell’indagine sulla serata di piazza San Carlo. “E’ prima necessario ricostruire la dinamica precisa dei fatti”. Questo pomeriggio la sindaca Chiara Appendino relazionerà al Consiglio comunale e si terrà inoltre un vertice in Procura per fare il punto sull’inchiesta.
(foto: il Torinese)
Esportare un modello di Parco Tecnologico sostenibile e vincente nei paesi emergenti, proponendosi come guida per la crescita dell’imprenditoria locale e, nello stesso tempo, aprendo a nuove opportunità di business per le aziende piemontesi e italiane in mercati dal grande potenziale. Con questi obiettivi il Bioindustry Park di Colleretto Giacosa (Torino) ha intrapreso una serie di missioni internazionali, dalla Cina, alla Tunisia fino in Iran.
Proprio in Cina, in qualità di rappresentante di bioXclusters (l’alleanza strategica fra cluster europei sulla medicina personalizzata, di cui il Parco piemontese fa parte come gestore del Polo bioPmed), Bioindustry Park ha firmato un accordo triennale con il Fenglin Biomedical Center (BioFM), per promuovere la competitività delle PMI (acronimo che sta a significare piccole e medie imprese) biomedicali italiane ed europee, aprendo loro un canale privilegiato per il mercato cinese, per i finanziamenti privati e per l’identificazione di nuovi partner. L’accordo mette anche a disposizione delle imprese le infrastrutture per visite lavorative presso il Fenglin BioMedical Park di Shanghai, in cui sono insediati ospedali, centri di ricerca e imprese come Shanghai Pharm e Quintiles IMS.
Sinergie sono in corso anche in Iran. Proporsi come modello di riferimento, mettendo a disposizione la propria imprenditorialità tecnologica per lo sviluppo di progettualità comuni, è l’oggetto dell’intesa che il Parco di Colleretto Giacosa sta portando avanti con il proprio omologo iraniano, l’Isfahan Science and Technology Town, il più antico Parco Tecnologico del paese asiatico, che incuba al suo interno circa 150 aziende operanti in diversi settori di attività. Il Parco iraniano potrebbe diventare un’importante porta d’accesso per un mercato in grande fermento, che guarda all’Italia come possibile paese partner per uno scambio di pratiche tecnologiche. Se, infatti, il paese asiatico ha sviluppato una buona competenza nella realizzazione di prodotti hi-tech in diversi settori, ha la necessità di importare nuove tecnologie soprattutto in campo bio-medicale. Una comunanza di interessi che potrebbe tramutarsi, nei prossimi mesi, in un vero e proprio accordo di collaborazione, estendibile anche agli altri Paesi dell’Eco Science Foundation (tra cui Pakistan, Azerbaijan, Tajikistan e Turkmenistan), l’organizzazione intergovernativa che opera con l’obiettivo di stringere nuove partnership con imprese europee.
Dall’Asia alle coste del Mar Mediterraneo, in Tunisia, dove Bioindustry Park è coinvolto nel progetto triennale “Appui aux pôles de compétitivité tunisiens”, inserito nell’ambito del protocollo di accordo tra i governi italiano e tunisino per la realizzazione di un «Programma di sostegno al settore privato» del paese nord Africano. L’obiettivo è accompagnare i Poli tecnologici tunisini nel loro percorso di creazione e rinforzo delle competenze, nei settori del tessile e dell’abbigliamento (Monastir/El Fejja), della meccanica e meccatronica (Sousse), dell’agroalimentare (Bizerte) e della chimica (Gabès), grazie al coaching di un’Associazione Temporanea di Imprese che, oltre il Bioindustry Park, comprende l’altro Parco piemontese, l’Environment Park di Torino, Arthur D Little Italia e il tunisino Tema Consulting.
Massimo Iaretti