“Calenda vuole costruire un partito, almeno così dice, aperto ad altre culture politiche. Tra cui,
almeno così pare, anche a quella popolare. Nel frattempo, però, sentenzia giudizi sulle singole
persone che rappresentano quella cultura politica. L’ultima, in ordine temporale, riguarda Beppe
Fioroni.
Ora, ognuno può dire ciò che vuole e quando vuole sulle singole persone. Semmai, il dato politico
rilevante è che i Popolari difficilmente sono compatibili con un capo partito che ironizza su alcuni
suoi esponenti più significativi. A conferma che, forse, di fronte ad una riedizione aggiornata del
partito liberale o repubblicano o tardo azionista, i Popolari devono contribuire a costruire un
Centro dinamico, riformista, democratico e di governo da un’altra parte.
Calenda, del resto, è un autorevole esponente della cultura liberista, liberale, elitaria e
aristocratica del nostro paese. Distinto e distante dalla tradizione, dalla cultura e dalla storia dei
cattolici democratici, popolari e sociali italiani”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Popolari.
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