“Time for Change”: il Festival CinemAmbiente torna in sala per sensibilizzare, informare, divulgare

I film vincitori di CinemAmbiente e gli altri più di 80 titoli proposti saranno visibili gratuitamente sulla piattaforma OpenDDB, dove il Festival prosegue online fino al 13 ottobre.

Si è conclusa da poco la 24° edizione del Festival CinemAmbiente (dal 1° al 6 ottobre) con una particolare attenzione al riscaldamento globale. Il claim di quest’anno “Time for Change” suona come un’esortazione, la constatazione che non c’è più tempo da perdere, la necessità improcrastinabile di portare avanti una transizione ecologica in grado di arginare gli ulteriori effetti devastanti dei cambiamenti climatici e le conseguenti trasformazioni sociali, politiche, economiche che ci attendono. “I film realizzati oggi non fanno più plausibili profezie (puntualmente avverate), non proiettano scenari distopici in un prossimo futuro, ma registrano l’esistente, documentano cambiamenti ormai certificabili. La centralità della questione climatica nel dibattito mondiale sta dando – e darà probabilmente nei prossimi anni – una crescente visibilità al cinema ambientale, che oggi si fa largo anche nei grandi festival generalisti. E se il rischio di ogni cinematografia avviata a entrare nel mainstream è quello di eccessi di banalizzazione e spettacolarizzazione, il volano mediatico risulta positivo anche per quei film documentati, rigorosi, basati su dati scientifici e su fatti verificabili” tiene a precisare Gaetano Capizzi, direttore del Festival CinemAmbiente. Quest’anno sono tornate le sezioni competitive, temporaneamente abolite lo scorso anno, suddivise in due concorsi internazionali, uno riservato ai documentari e l’altro ai cortometraggi, aperti anche ai titoli italiani, in passato inseriti in una specifica sezione competitiva nazionale. Nell’edizione 2021 al cinema ambientale di recente produzione italiana, è stata dedicata una vetrina molto ampia attraverso la sezione non competitiva Made in Italy. Una seconda sezione non competitiva, Panorama internazionale, presenta, insieme a un classico da riscoprire, film di recentissima produzione, selezionati, anche se non inediti in Italia, per la loro rilevanza e il loro interesse per il pubblico del Festival. Molti sono stati quest’anno gli appuntamenti collaterali alle proiezioni ricompresi nella
sezione Ecoeventi e dedicati ad esplorare le nuove tendenze, i progetti, i dibattiti che animano oggi la realtà ambientalista.

I film vincitori e gli altri più di 80 titoli proposti complessivamente nel cartellone di quest’anno sono visibili gratuitamente (dietro prenotazione da effettuare sul sito www.cinemambiente.it) sulla piattaforma OpenDDB, dove il Festival prosegue online fino al 13 ottobre.

I riconoscimenti attribuiti al termine della 24^ edizione del Festival sono:

Premio Asja Energy per il miglior documentario della sezione internazionale ($ 5000) assegnato a:
Marcher sur l’Eau di Aïssa Maïga (Francia/Belgio 2021, 90’) dalla giuria composta da Roberto Danovaro, biologo marino, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Maciej Nowick, direttore di Watch Docs. Human Rights in Film International Film Festival, Polonia, Elèna Past, studiosa di ecocinema, Associate Professor di Italiano alla Wayne State University di Detroit, Michigan, Juliano Ribeiro Salgado, regista, Daniele Segre, regista con la seguente motivazione:
Nel raccontare una storia molto forte di persone che in Niger soffrono ogni giorno non solo la carenza d’acqua, ma anche, letteralmente, la sete, il film affronta un problema che riguarda tutti noi e le nostre responsabilità verso il Pianeta. Un esempio di cinema della realtà che focalizza il suo messaggio sulle conseguenze più gravi dei cambiamenti climatici in aree del mondo diverse dalle nostre, inducendo nello spettatore un senso di urgenza ad agire. La bellissima fotografia del deserto, la narrazione sviluppata nel linguaggio del luogo, l’immedesimazione nella vita dei protagonisti e nella quotidianità di un villaggio vista dagli occhi di una quattordicenne e scandita dal cambio delle stagioni testimoniano il lungo tempo trascorso dalla regista all’interno della comunità: sono immagini che coinvolgono profondamente lo spettatore e lo mettono a confronto diretto con il tema della giustizia climatica.

Premio Terna per il miglior cortometraggio della sezione internazionale ($ 1500) assegnato a:
Out of Sight, out of Mind (Aus den Augen aus dem Sinn) di Anna-Maria Dutoit (Germania 2021, 11’ 21”) dalla giuria composta da Sara Conforti, textile artist e performer, Enrico Vannucci, co-fondatore di Torino Short Film Market, programmatore e membro del comitato di selezione dei Pardi di Domani al Locarno Film Festival, Bruno Smadja, fondatore e direttore di Mobile Film Festival, Francia con la seguente motivazione:Grazie all’uso di una sapiente messa in scena che pone la figura umana in secondo piano, riducendola a una mera voce fuori campo, e grazie a una fotografia in bianco e nero che appiattisce gli appariscenti colori della moda, la regista pone l’accento su un problema ambientale certamente quasi del tutto sconosciuto alla maggioranza delle persone: la non riciclabilità dei prodotti della fast fashion, la seconda industria più inquinante sul pianeta, nonché tra le prime per consumo energetico e risorse naturali.

Premio IREN del pubblico ($ 1500), assegnato dagli spettatori del Festival a: Animal di Cyril Dion (Francia 2021, 120’) A cinque anni dal successo di Demain –
realizzato con l’attrice Mélanie Laurent e presentato al Festival nel 2016 – il regista francese ritorna sui cambiamenti climatici focalizzando, però, lo sguardo sull’emergenza concomitante del collasso della biodiversità. Attraverso il viaggio di due giovani attivisti, i sedicenni Bella e Vipulan, che, volendo capirne di più, interrogano studiosi ed esperti ai quattro angoli del mondo, il film esplora il fenomeno della sesta estinzione di massa, il nostro rapporto con le altre specie animali, la pericolosa convinzione umana di poter
vivere separatamente dalla natura.

Premio “Dalla Terra alla Terra”, promosso da Biorepack (€ 3000) per il film in concorso che meglio illustra le problematiche legate alla terra, al suolo, ai suoi problemi e alle soluzioni possibili per proteggere la salute umana, salvaguardare la biodiversità e garantire la sicurezza alimentare assegnato da Biorepack e dal Festival a:
The Ants & the Grasshopper di Raj Patel e Zak Piper (Malawi 2021, 74’). Lo straordinario dono persuasivo e la particolare tenacia di cui è dotata Anita Chitaya si rivelano fondamentali per affrontare i problemi che affliggono il suo piccolo villaggio in Malawi, colpito da una crescente siccità. Per questo la donna decide di intraprendere un viaggio negli Stati Uniti, nel tentativo di convincere gli americani che il cambiamento climatico è reale e riguarda il Pianeta intero. Incontrando scettici sul clima e agricoltori disperati, emergono tutti quegli aspetti contrastanti che modellano la storia e la società americana. Dal divario rurale-urbano, a quello tra ricchi e poveri, alla discriminazione razziale e la disuguaglianza di genere, i temi più urgenti dei nostri tempi si intrecciano nell’esperienza di Anita, alle prese con la sfida più grande della sua vita.
Premio speciale Movies Save the Planet, istituito dal Festival per un artista che abbia saputo declinare nella sua opera il tema dell’ambiente e della natura assegnato a
Yann Arthus-Bertrand

Giuliana Prestipino

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