AMBIENTE

Piemonte: col Piano rifiuti speciali arrivano due bandi da 36 e 80 milioni

Durante la discussione generale sul Piano Rifiuti speciali che si è svolta oggi in Commissione Ambiente, presidente Sergio Bartoli, l’assessore Matteo Marnati ha presentato gli aggiornamenti al 2024 del piano: “Attraverso l’approvazione di questo piano per i Rifiuti speciali – ha detto – con il regolamento interno aggiornato alle nuove direttive europee, sbloccheremo a breve i fondi necessari per attivare due nuovi bandi: 36 milioni per sviluppare le filiere dell’economia circolare piemontese e circa 80 milioni per le imprese, con un bando per il miglioramento dei processi produttivi, sia per risparmio e efficientamento energetico, ma anche per sostenere l’economia dei processi industriali”.

Il presidente Bartoli e l’assessore Marnati

“Con il tavolo rifiuti – ha proseguito l’assessore – realizzato con le associazioni di categoria per sviluppare tutte le filiere dei sottoprodotti, stiamo puntando tantissimo sul tema dell’economia circolare e della bioeconomia: sarà uno dei punti chiave all’interno delle prossime programmazioni per utilizzare gli scarti di lavorazione e farli diventare nuovi prodotti o nuova materia prima”.
I consiglieri Mauro Calderoni (Pd), Alberto Unia (M5s), Paola Antonetto (Fdi), Alberto Avetta (Pd), Vittoria Nallo (Sue), sono intervenuti per chiedere chiarimenti all’assessore.

La Commissione ha anche espresso voto favorevole a maggioranza sul parere preventivo circa la proposta di regolamento regionale “Criteri per la redazione del progetto di gestione degli invasi”.

Camminata al Bialbero e alla cantina di Casorzo

Domenica 23 marzo 

Camminata al Bialbero e Cantina di Casorzo, trekking ad anello organizzato da Cammini Divini di Augusto Cavallo, che dalla cantina di Casorzo porta a Grazzano Badoglio, per poi proseguire verso il famoso Bialbero per una bella passeggiata tra meravigliose colline che da oltre un decennio hanno fatto il loro ingresso nel Patrimonio UNESCO.

Domenica 23 marzo il ritrovo è previsto nei pressi della Cantina di Casorzo a partire dalle ore 13.30, con partenza alle ore 14. Il rientro è previsto intorno alle 17-17.30. Percorso ad anello di circa 12 km tra le splendide colline patrimonio dell’UNESCO su strade sterrate e asfaltate a bassa percorrenza. Dopo la partenza ci si dirigerà verso il centro abitato di Casorzo, costeggiando la chiesa della Madonna delle Grazie, per poi giungere alla chiesa parrocchiale di San Vincenzo. Si uscirà quindi dall’abitato scendendo a fondo valle, fino alla chiesa della Madonna del Cuvo, ormai in stato di abbandono. Da qui si risalirà verso Grazzano Badoglio raggiungendo la Big Bench #91, dedicata ad Alasia, moglie di Aleramo, fondatore del Monferrato, per una prima tappa. Si proseguirà rientrando nel Comune di Casorzo per raggiungere il famoso doppio albero, che è formato da un gelso su cui è cresciuto un ciliegio, che ormai ha un’altezza che supera l’albero che lo sorregge. Ciliegio che con le sue radici riesce a tenersi aggrappato al gelso con forza, facendo in modo di tenersi eretto anche sotto le sferzate del vento. Questo esemplare rappresenta una rarità per via delle dimensioni raggiunte. Si farà una pausa nei pressi del Bialbero per una sessione fotografica, e a seguire si proseguirà su un altro sentiero per poi far ritorno al punto di partenza attraversando vigneti in posizione panoramica. Al termine dell’escursione sarà possibile aderire alla degustazione facoltativa proposta dalla cantina di Casorzo, che comprenderà la visita alla cantina stessa e una spiegazione delle tecniche di vinificazione e di spumantizzazione, a cura del Capo cantina.

Contributo per partecipare all’escursione 9 euro – costo degustazione in cantina 12 euro

Info: Augusto Cavallo (339 4188277) – augusto.cavallo66@gmail.com

Mara Martellotta

Piemonte, rinnovabili al 19%

L’analisi dei dati 2022/2023 sull’energia in Piemonte evidenzia un trend di riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione. Allo stesso tempo però conferma la dipendenza della regione da fonti energetiche esterne, in particolare per il gas naturale”. Così ha spiegato l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati ai componenti delle Commissioni Ambiente ed Economia riuniti oggi in seduta congiunta, presieduta da Sergio Bartoli, per l’informativa della Giunta in merito all’aggiornamento del Rapporto statistico sull’energia del piano energetico ambientale regionale.

Il presidente della Commissione Ambiente Sergio Bartoli

Diversi consiglieri hanno posto domande all’assessore sulle fonti di energia rinnovabile presenti in Piemonte: Monica Canalis (Pd), Alberto Unia (M5s), Alice Ravinale (Avs), Roberto Ravello (FdI), Davide Buzzi Langhi (Fi).
L’assessore ha precisato che “il contributo delle energie rinnovabili al Consumo Finale Lordo è salito al 19,4%. Un dato significativo riguarda la crescita della produzione fotovoltaica, che nel 2023 ha avuto un incremento del 14%. Per raggiungere gli obiettivi europei ‘Fit for 55’ (almeno il 40% di energie rinnovabili entro il 2030) – ha concluso Marnati – è quindi necessario intensificare ulteriormente la diffusione di questo tipo di energia e aumentare l’efficienza energetica complessiva”.

Uff. stampa CRP

Rifiuti, in Piemonte aumenta la raccolta differenziata

In Piemonte aumenta la raccolta differenziata ediminuisce la produzione di rifiuti indifferenziati: anche per il 2023 si consolida dunque l’andamento positivo.

In particolare, il raggiungimento del 67,9% di raccolta differenziata supera l’obiettivo del 65% previsto dalla normativa nazionale e dal Piano regionale dei rifiuti e si avvicina alla quota del 70% prevista per la fine del 2025.

La differenziata risulta in crescita rispetto al 2022 di quasi un punto percentuale: ogni cittadino piemontese nel corso del 2023 ha separato 10 kg di rifiuti in più rispetto all’anno prima, lasciando nell’indifferenziato 162 kg contro 163. Così, del 2.140.900 tonnellate di rifiuti prodotte quelle raccolte maniera differenziata sono state 1.454.049. L’indicatore più significativo per verificare l’efficacia della raccolta differenziata e delle attività di riduzione della produzione di rifiuti è il quantitativo pro capite di rifiuto indifferenziato prodotto, il cui valore di riferimento per il 2023 era 159 kg pro capite: l’obiettivo è stato raggiunto in tutte le province tranne Alessandria (165 kg/anno per abitante, in miglioramento rispetto al 2022) e Torino (181 kg/anno per abitante con un obiettivo di 190).

«I dati ufficiali del 2023 dimostrano che il lavoro che stiamo portando avanti, in termini di piani e di investimenti, sta raccogliendo i frutti con risultati sempre migliori – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Passo dopo passo, dopo aver raggiunto quasi ovunque l’obiettivo del 65%, ci avviciniamo a quelli fissati entro la fine del 2025. Il costante aumento della raccolta differenziata indica che stiamo recuperando materiale da riciclare e quindi avere, da una parte un minore impatto sull’ambiente, e dall’altra andare nella direzione dell’economia circolare potenziando sempre più le filiere del recupero. Il Piemonte sta diventando una regione dove si rafforza sempre di più l’economia circolare col potenziamento di tutta la filiera del recupero dei materiali. Questo sarà uno dei punti chiave di sviluppo industriale».

La raccolta in dettaglio

La principali frazioni di rifiuti raccolte separatamente

Le frazioni maggiormente raccolte pro capite nel 2023 sono state la carta e il cartone (298.332 tonnellate, 70,2 kg pro capite), l’organico (267.885 tonnellate, 63 kg pro capite), sfalci e potature (150.242 tonnellate, 35,3 kg pro capite), il vetro (124.621 tonnellate, 29,3 kg pro capite) e il legno (110.155 tonnellate, 25,9 kg pro capite).

A livello di province l’obiettivo del raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, previsto dalla normativa nazionale e dal Piano regionale dei rifiuti, viene superato da tutte le province ad esclusione di Torino, che comunque registra un miglioramento di 2 punti percentuali rispetto al 2022, attestandosi ora al 64% contro il 62%.

A livello di Comuni quelli che nel 2023 hanno superato quota 65% di differenziata sono saliti a 757 (64,1%, erano 714 nel 2022 pari al 60,5%), la maggior parte dei quali, circa l’85%, ha meno di 5mila abitanti. In 182 hanno superato l’82% di raccolta differenziata.

Per quanto riguarda il dato di raccolta differenziata riferito ai Comuni capoluogo al primo posto si è collocata Novara (77,18%), seguita da Biella (76,75%), Verbania (76,71%), Vercelli (70,12%), Cuneo (67,67%), Asti (66,5%), Torino (57,2%) e Alessandria (47,8%).

A livello di Consorzio di area vasta il 65% di raccolta differenziata stato raggiunto o superato da 18 Consorzi su 21. Il podio spetta a Medio Novarese e Chierese, a pari merito con l’84%, seguiti da Albese Braidese (81%). Altri sei Consorzi sono tra l’80 e il 70% e restano al di sotto del 65% Alessandrino, Area Vasta Torino e Canavesano. L’obiettivo di riduzione dei rifiuti indifferenziati a 159 kg/abitante è stato raggiunto da 12 Consorzi su 21: il podio è occupato da Chierese (80 kg/abitante), Medio Novarese (84) e Basso Novarese (104).

Smog, fino a mercoledì 12 marzo confermato il livello 0 (bianco)

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Prosegue fino a mercoledì 12 marzo 2025 compreso – prossimo giorno di controllo – l’applicazione delle sole misure strutturali di limitazione al traffico: sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti da Arpa Piemonte è stato infatti confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

TORINO CLICK

Guardie ecozoofile a Chieri

Un’attività di vigilanza svolta da guardie eco-zoofile sul territorio della città di Chieri, con cadenza settimanale o bisettimanale, in particolare nei giorni di mercato: è quanto previsto dalla convenzione siglata tra il Comune di Chieri e l’associazione “Guardie Ambientali d’Italia”.

Le guardie eco-zoofile, provenienti dai distaccamenti di Torino, Rivarolo e Chieri, opereranno con appositi automezzi e divise, d’intesa e con il coordinamento del Comando di Polizia Locale, procedendo a sopralluoghi e controlli su segnalazione dello stesso Comando.

I controlli (che hanno finalità non solo sanzionatorie ma anche di natura informativa e preventiva) riguardano sia la vigilanza ambientale sia la tutela del benessere animale.

Spiega l’assessore alla Prevenzione e Sicurezza e Polizia Locale Biagio Fabrizio CARILLO: «Si tratta di un servizio di vigilanza che era stato attivato in via sperimentale per quattro mesi durante il 2024, con una trentina di controlli. Ora abbiamo rinnovato la convenzione e definito apposite linee guida per definire un piano di interventi preventivi e repressivi.Non si pensi che le guardie abbiano solo il compito di sanzionare le deiezioni canine o altri comportamenti bagatellari (ad es. la regolare condotta al guinzaglio o la verifica anagrafica del microchip e dei documenti). C’è molto di più: si tratta, infatti, di vigilare sul rispetto delle norme in materia di benessere animale, a cominciare da quelle previste dal nostro Regolamento comunale, contrastando gli abbandoni, l’incustodia o il maltrattamento. E questo riguarda sia gli animali d’affezione sia quelli presenti nelle aziende agricole. Inoltre, le guardie svolgeranno controlli sul corretto conferimento dei rifiuti e potranno essere impiegate durante lo svolgimento di particolari manifestazioni cittadine, per attività di assistenza informativa e di osservazione, sempre a supporto della nostra Polizia Locale».

Le guardie eco-zoofile dell’Associazione Guardie Ambientali d’Italia sono volontari che svolgono la loro attività in modo gratuito (salvo un rimborso delle spese sostenute) e rivestono la qualifica di pubblico ufficiale.

Comunità di energia rinnovabile, ecco il regolamento

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una delibera, presentata dall’assessora Chiara Foglietta, riguardante l’approvazione del Regolamento per la costituzione di un elenco di Comunità di energia rinnovabile (CER) dei gruppi di autoconsumo collettivo coerenti con i valori e gli obiettivi della Città e l’attivazione del registro delle CACER (Configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile).

Il testo del documento spiega che il perseguimento di azioni finalizzate allo sviluppo di Configurazioni di autoconsumo di energia rinnovabile si inserisce nel lungo percorso già sviluppato dalla Città nella lotta ai cambiamenti climatici e nella trasformazione del sistema energetico urbano verso un modello più sostenibile.

Pequesto è interesse dell’Amministrazione mappare le Comunità di energia rinnovabile che stanno nascendo sul territorio comunale, per sostenerle e garantire il loro massimo sviluppo, in coerenza con i principi ed i valori già precedentemente individuati dalla Città.

Rifacendosi alla normativa regionale che ha disciplinato le comunità energetiche, con questo provvedimento la Città intende quindi rispondere all’esigenza di monitorare lo sviluppo delle CER e dei Gruppi di Autoconsumo sul territorio e di sostenere la loro struttura e la capacità organizzativa oltre a verificare la trasparenza amministrativa ed economica delle Configurazioni e l’assenza di situazioni di conflitto di interessi con la Città.

Il provvedimento intende, infine, favorire la più ampia conoscenza delle Configurazioni locali, con l’obiettivo di coinvolgere un numero crescente di cittadini e risultare un modello per altre realtà locali; lo sviluppo di azioni in materia di produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili; gli interventi in favore delle famiglie in condizioni di povertà economica o di particolare vulnerabilità, con azioni dirette a sostenere interventi di natura sociale, educativa e culturale.

Nuovo inceneritore, i dubbi degli ambientalisti

Le associazioni ambientaliste torinesi  Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Comitato Torino Respira, SequS – Sostenibilità Equità Solidarietà, Giustizia Climatica Ora, Circolo Legambiente Molecola, Circolo Legambiente greenTO, Fridays For Future Torino, Ecoborgo Campidoglio Aps, Co.Mu.Net Officine Corsare, Comitato torinese del Forum Salviamo il paesaggio, Circolo L’Aquilone Legambiente, Legambiente metropolitano Torino esprimono dubbi e contrarietà in merito alla costruzione del nuovo inceneritore regionale

“Secondo l’analisi dei dati non è necessario. Impatterà fortemente sulle gestione virtuosa dei rifiuti, sulle emissioni climaalternanti e sul costo della tassa rifiuti che pagherà la cittadinanza”.

Autorità Rifiuti del Piemonte ha sciolto le riserve, indicando la realizzazione di una nuova linea dell’impianto del Gerbido come soluzione prescelta per dare seguito alle indicazioni contenute nel PRUBAI. L’opposizione all’impianto ha ragioni ambientali, sociali ed economiche.

Dalla cronaca torinese dei principali quotidiani apprendiamo che l’Autorità Rifiuti del Piemonte ha deciso che la (presunta) necessità di incenerimento aggiuntiva rispetto a quella oggi disponibile sarà soddisfatta con un ampliamento dell’impianto TRM del Gerbido. Una linea aggiuntiva che brucerà, secondo quanto riportato dagli organi di stampa “fino a 280 mila tonnellate in più l’anno”, de facto aumentando quasi del 50 per cento l’attuale capacità dell’impianto ( poco più di 600 mila tonnellate all’anno)” affermano le associazioni ambientaliste torinesi che esprimono forte contrarietà all’impianto, al netto della sua localizzazione per regioni ambientali, sociali ed economiche.

In una Regione che ha raggiunto il 65% di raccolta differenziata solo nel 2021, con nove anni di ritardo rispetto all’obiettivo di legge fissato per la fine del 2012, si torna a parlare di inceneritori. Sembra paradossale che Torino, uno dei Comuni piemontesi con valori di raccolta differenziata più bassi e con i maggiori problemi per una gestione sostenibile dei propri rifiuti, sia candidata a un’ulteriore scelta impiantistica.

Per gli RSU non serve un nuovo impianto. Usando i dati demografici scelti come riferimento nel PRUBAI per il calcolo dei rifiuti prodotti ( peraltro smentiti dalla recente pubblicazione dell’Annuario Stattistico Regionale predisposto dalla stessa Regione Piemonte in collaborazione con ISTAT), la necessità di smaltimento massima sarebbe di 576.592 tonnellate annue nell’operativo prescelto.

L’inceneritore del Gerbido ha bruciato nel 2023 più di 600.124 tonnellate di rifiuti e 604.532 tonnellate nel 2022, un quantitativo largamente sufficiente a soddisfare le esigenze di incenerimento nello scenario definito più conveniente dal PRUBAI.

Impatto economico Sul piano economico i costi della tassa rifiuti, la TARI aumenterebbero significativamente in tutta la regione: i costi di conferimento presso gli impianti di incenerimento sono già in forte crescita in tutta Italia e il nuovo impianto non potrà sottrarsi a tale tendenza.

Con la nuova modalità di calcolo della tariffa rifiuti prevista da ARERA verrà meno una fonte di introito importante per l’inceneritore del Gerbido perché i GRIN (ex certificati verdi, ovvero la tariffa incentivante con cui GSE acquista il 51% dell’energia prodotta dall’impianto) verranno fortemente depotenziati, fino al quasi totale annullamento.

Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato a larghissima maggioranza un emendamento al pacchetto di norme per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti noto come “FIT FOR 55”, che prevede che l’incenerimento dei rifiuti non sia più esentato dalla partecipazione al sistema di scambio delle emissioni di carbonio ( Emission Trade Scheme – ETS) che prevede il pagamento di un costo per ogni tonnellata CO2 emessa già dal 2026.

Di conseguenza anche gli inceneritori pagheranno una cifra che già oggi è 80 euro/ton e probabilmente destinata a crescere quasi raddoppiando così le tariffe di conferimento che sono oggi pari a 112,56 euro /ton.

Considerando il fattore di emissione utilizzato recentemente dalla Città di Torino nell’ambito del ‘Climate City Contract’, pari a 434 g/t di CO2 equivalente, l’inceneritore del Gerbido ha causato nel 2023 l’emissione di oltre 260 mila kg/anno di CO2, il che ne fa la singola fonte di emissione di gas climalteranti più importante della città.

“Ci chiediamo come un aumento di quasi il cinquanta per cento delle emissioni possa sposarsi con l’azzeramento delle stesse entro il 2030, come scritto nel citato Climate City Contract che la Città di Torino ha sottoscritto con l’UE, a meno di azzerare queste emissioni utilizzando tecniche di cattura e stoccaggio della Co2, ipotesi peraltro contenuta nel Ccc, priva si ogni analisi di fattibilità, che aggiungerà un costo ulteriore tale da rendere l’incenerimento dei rifiuti estremamente anti economico”. concludono gli ambientalisti.

 

Mara Martellotta

Pianezza e Rivalta di Torino Comuni Plastic Free

 

Napoli, 8 marzo – Rivalta di Torino premiata con “due tartarughe” per il suo livello di virtuosismo e Pianezza (TO). Sono due i Comuni Plastic Free piemontesi che hanno ottenuto il riconoscimento promosso da Plastic Free Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica. La cerimonia di premiazione della quarta edizione si è tenuta oggi a Napoli, presso il Teatro Mediterraneo, sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Comune di Napoli. In totale 122 i borghi, paesi e città italiane che si sono distinti per la lotta contro gli abbandoni illeciti, per la promozione di comportamenti responsabili e le opere di sensibilizzazione sul territorio nonché per l’impegno in una gestione virtuosa dei rifiuti urbani.

“Oggi più che mai, il riconoscimento di Comune Plastic Free non è solo un titolo, ma una responsabilità – ha dichiarato Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – Significa aver scelto un percorso virtuoso, fatto di azioni concrete per ridurre l’inquinamento da plastica, sensibilizzare i cittadini, educare le nuove generazioni e costruire una comunità più consapevole e sostenibile. Un Comune Plastic Free è un motore di trasformazione, un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di vivere il proprio territorio. E quando il legame tra Istituzioni e cittadini è così forte, il cambiamento non solo è possibile, ma diventa inarrestabile”.

Tra le autorità intervenute durante la cerimonia il sindaco di Napoli e presidente ANCI, Gaetano Manfredi, che ha ricevuto un riconoscimento speciale. “Essere Plastic Free non significa solo ridurre la plastica ma impegnarsi assieme quotidianamente per la propria comunità – ha dichiarato Manfredi – Come Sindaci siamo in prima linea, vogliamo fare tanto per i nostri territori ma vogliamo farlo assieme ai cittadini”.

In questa legislatura daremo attuazione al Green Deal che contiene una serie di misure per il contrasto ai cambiamenti climatici. Una di queste è la SUP che vieta la plastica monouso così da limitare l’impatto sull’ambiente – ha dichiarato l’On. Antonio Decaro, presidente della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo – Ringrazio Plastic Free Onlus per questo riconoscimento che mette in competizione virtuosa i Comuni, che possono così scambiarsi buone pratiche per tutelare i nostri splendidi territori”.

Per incentivare le iniziative ambientali sui territori locali e sostenere le Amministrazioni nei percorsi virtuosi, Plastic Free Onlus ha deciso di aprire le candidature per il 2026 già dal prossimo giugno. Nel frattempo, si aprirà una interlocuzione con gli Enti regionali per trovare le risorse che possano sostenere economicamente il cambiamento nei Comuni volenterosi.

Il Piemonte al 3° incontro annuale per lo Sviluppo sostenibile delle Regioni

Gli assessori Gabusi e Tronzano: «Piemonte pronto a giocare un ruolo da protagonista»

Si è tenuto nella sede di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) a Roma, il terzo Incontro annuale per lo sviluppo sostenibile delle Regioni, un appuntamento chiave per il confronto sulle strategie di crescita e innovazione del Paese.

A rappresentare la Regione Piemonte sono stati l’assessore al Bilancio, Finanze e programmazione economica e finanziaria, Sviluppo delle attività produttive, Andrea Tronzano e l’assessore alle Infrastrutture e trasporti Marco Gabusi, quest’ultimo in qualità anche di coordinatore della Commissione Affari istituzionali della Conferenza delle Regioni.

L’evento, promosso da Cdp, Conferenza delle Regioni e Associazione nazionale finanziarie regionali (Anfir), ha posto al centro del dibattito il Piano strategico Cdp 2025-2027, con un focus particolare su strumenti finanziari a sostegno degli investimenti territoriali, fondi pubblici, rigenerazione urbana e sostenibilità.

«La giornata di oggi ha fatto emergere chiaramente come la sfida attuale sia quella di costruire l’Italia di domani, rendendo le nostre regioni sempre più competitive e sostenibili. Il Piemonte è pronto e vuole giocare un ruolo da protagonista», hanno dichiarato gli assessori Marco Gabusi e Andrea Tronzano, sottolineando l’importanza del coordinamento istituzionale tra le Regioni per garantire un efficace utilizzo delle risorse disponibili.

Il Piemonte, con la sua visione strategica, punta su investimenti mirati per infrastrutture moderne e resilienti, strumenti di credito per le imprese e soluzioni innovative per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale.

Nei prossimi mesi, le indicazioni emerse dall’incontro saranno fondamentali per definire nuove progettualità e garantire un impatto concreto sul territorio.