La falsa giustizia - Il Torinese

La falsa giustizia

L’errore umano, detto bias di conferma in psicologia cognitiva, è all’origine dell’errore giudiziario nella casistica di omicidio, sia nella fase dell’indagine investigativa vera e propria sulla scena del crimine, sia in quella dibattimentale e giudiziaria nei tribunali.

L’affidabilità dell’esame del Dna come prova e la delicatezza della sua repertazione empirica, come la fallacia del contenuto della testimonianza, portano sempre più frequentemente alla condanna dell’innocente e all’assoluzione del colpevole, in una quantità sempre maggiore di sentenze, negli Stati Uniti della Common Law come nel nostro Paese, fondato sul diritto romano. A raccontarci tutto questo e a provare ha ovviare a questi gravi problemi, sono il Generale dei Carabinieri in congedo, perito legale,  biologo e fondatore dei RIS di Parma Luciano Garofano ( consulente di serie televisive R.I.S.- Delitti imperfetti, Quarto Grado su Rete 4 ) e la sociologa e antropologa criminale Maria Gaia Pensieri ( attiva sulla violenza di genere e il cyberbullismo ) nel loro ultimo saggio scientifico presentato a Casale Monferrato che ha per titolo ‘’ La Falsa Giustizia, la genesi degli errori giudiziari ’’( Infinito Edizioni, pgg.299, euro 17 ).  Partendo dalla disamina dettagliata di vicende criminali italiane ( i casi di Perugia Kercher-Knox-Sollecito, Cogne-Franzoni, Bossetti-Gambirasio, Vannini, Basile e molti altri ) e altrettante americane ( Castillo, Alcox, Krone, Maye etc. ) analizzate ai raggi x  e comparate, si arriva a raccontare i prodromi e la nascita dell’iniziativa dell’avvocato Baldassare Lauria, che realizza in Italia il ‘’Progetto Innocenti ’’ sul modello Ong americano dell’ ‘’Innocence Project’’ del 1992 ideato dagli avvocati Barry Scheck e Peter Neufeld della ebraica ‘’Yeshiva University Benjamin Cardozo School of Law’’. Un sodalizio di legali, ex detenuti, esperti di scienze umane e sociali che è riuscito a scagionare, grazie alla revisione del processo 365 persone, venti delle quali già nel braccio della morte, grazie all’esame del Dna e altre tipologie di prove. La prima sede italiana fondata nel 2014, dall’avvocato Luca Luparia, ha sede a Milano, è ramificata su tutto il territorio nazionale e fornisce il supporto scientifico e legale per la ricerca di nuove prove, utili alla revisione dei processi e la necessaria assistenza legale. Oggi quindi si rende opportuna nel campo della giustizia, una riforma che tenga conto dei progressi scientifici e tecnologici raggiunti nelle varie discipline, come una Banca dati nazionale del Dna, aggiornata sulle nuove normative internazionali ed europee, non solo centrata sulla tutela della privacy. Perché chiunque si trovi a giudicare può incorrere in errori fatali. Le più recenti teorie psicologiche, ci dicono che si tratta di errori sistematici, insiti nel comune modo di ragionare dell’essere umano, in situazioni di incertezza. Vanno attuati tutti gli sforzi per ridurre questo rischio alla stregua delle manovre di rianimazione quando un cuore smette di battere.

Aldo Colonna

 

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