Maggio 2019- Pagina 6

Tratta di ragazze dell'est: arrestato astigiano

La vicenda risale al 2003 e riguarda un presunto giro di prostituzione all’interno del Night Club di Sulmona (AQ) denominato “Malibù” dove, secondo quella Procura della Repubblica, numerose ragazze straniere venivano usate e costrette ad intrattenere i clienti all’interno del locale. E’ questa la storia del “Processo Malibù”, un iter giudiziario lungo 10 anni che si è concluso con condanne, anche pesanti, a carico degli indagati tra i quali figura un astigiano. L’uomo, un 59 enne nato ad Aosta ma da moltissimi anni residente in città, è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Asti in ottemperanza dell’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di L’Aquila (AQ), relativamente alla commissione del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, essendo stato condannato all’espiazione di un anno ed un mese di reclusione oltre al pagamento di una pena pecuniaria di 11.000 euro. In particolare l’astigiano aveva favorito l’ingresso illegale delle giovani ragazze straniere da avviare a lavoro nero presso il locale notturno “MALIBU’” avvalendosi di fiancheggiatori impegnati nel produrre false dichiarazioni di ospitalità e polizze fidejussorie occorrenti per ottenere il permesso di soggiorno per “turismo”. L’arrestato espletate le formalità di rito è stato tradotto presso la Casa di Reclusione di Asti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

La lunga marcia del Pd nel Piemonte a trazione leghista

Matteo Salvini stravince. Luigi Di Maio straperde. Chi vince oltre ragionevoli speranze ora concentra la sua attenzione su come é andata in Europa. Lì i sovranisti non sono andati così bene da impensierire chi governerà ancora. Giggino è sparito. Quasi tutti i Pentastellati sono spariti. E fa onore alla Castelli l’ essersi, per prima, fatta vedere. Bocca cucita ma almeno si è fatta vedere. Ora Giggino ha il non invidiabile primato di aver letteralmente dimezzato il proprio consenso elettorale. Insidia il record a Renzi che ci ha impiegato quattro anni nel raggiungere simile risultato. Giggino, invece,  ci ha impiegato solo 12 mesi. Potenza degli apprendisti stregoni. Di dimissioni non se ne parla assolutamente. Meglio fare lo zerbino. E mi sa che i suoi seguiranno il suo esempio. Ma questa vittoria leghista sarebbe incompleta se non ci fosse stata la vittoria della Meloni. I due partiti superano insieme il 40 %, soglia per potere governare. Ma per potere governare da soli il centrodestra deve ricorrere a nuove elezioni. Più precisamente la destra, visto che Berlusca sembra tagliato fuori. E il dettaglio delle elezioni non è proprio un dettaglio.  Zingaretti gongola. Non avrà vinto ma ha tamponato l’ emorragia.  Con un altro dato: se si assommano  Bonino, verdi e sinistra sbrindellata si supera  il 9 %,  che aggiunto al  24, si arriva per il centro sinistra ad una cifra ragguardevole. Ma si sa che in politica le somme molte volte si fanno in modo diverso. Un 9 % inutile non produrrà nessun seggio. Il Pd torna ad essere il primo partito in molte grandi città.  I leghisti non scherzano nella Livorno  rossa: il 30 % è loro e se si votasse oggi la sinistra perderebbe anche la Toscana. Analoga cosa è avvenuta in Piemonte.  Centrodestra che stravince in ogni dove. Chiampa è primo solo in Provincia di Torino, comunque intorno al 40% e Cirio in tutte le altre dal 55 in su. Bertola si accontenta di un misero 10 % con punte del 13 %. Era nell’aria, aria che si respira tra la gente, tra gli elettori.  Onore allo sconfitto . Almeno ci ha tentato, con i Moderati che non superano il 3 %. La montagna ha partorito il topolino. Addirittura la quarta proiezione dava Cirio al 53 % e Chiampa al 34. Ed ecco la scelta dello sconfitto di dimettersi anche da consigliere. Altra cosa che gli fa onore.  Ora comincia la lunga marcia del PD per tornare ai fasti di una volta. In Piemonte ci sarà stabilità per 5 anni a meno che non ci siano terremoti non prevedibili. A bocce ferme Cirio rasenta il 50%, probabilmente un record.  Con piccole ma significative rivoluzioni interne  allo schieramento. Andrea Tronzano fa il miracolo di portare Forza Italia prima di Fratelli d Italia. Scontato non era. Con il personale successo di quasi  5000 preferenze. Ed ecco il ritorno in pompa magna di Roberto Rosso.  Ritorno in Consiglio regionale, visto che dalla politica non si era mai ritirato. Aveva prodotto qualche problema alla giunta Cota. Ma acqua passata non macina più. Serafici i 17 consiglieri della Lega,  tanto ci pensa il nostro Matteo Salvini.  Malconcio il PD con un nuovo gruppo capitanato da Salizzoni, leader di preferenze.  A Torino il partito ha retto, ma in giro per il Piemonte una debacle. La notte dei lunghi coltelli, mi sa, è già cominciata. Sinistra sbrindellata fuori da tutto, tranne Grimaldi. Sì spera per loro che qualche domanda se la pongano. Giachino non è riuscito ma ha già prenotato un posto per alto commissario  Tav.  Con i no Tav spariti anche in Val di Susa. Valsusini che stanchi dei loro inutili no hanno votato centrodestra ed il PD è inchiodato al 13%. Bertola si sta ancora chiedendo cosa è successo con i pentastellati a Torino. Nelle periferie ecco barriera di Milano, operaia ed antifascista che dà la maggioranza ai leghisti che una volta erano arrabbiati con i meridionali e ora tanto con quelli di colore. Così i meridionali di Barriera di Milano stanchi degli spacciatori di colore votano per il Capitano Matteo Salvini. Ed anche questo era previsto. Cari  compagni di sinistra, vietato stupirsi. Quando il popolo vota a sinistra è saggio e democratico e quando vota a destra è immaturo e corrotto? Destra e sinistra non sono concetti politici superati . In queste elezioni mi sembra che ne esca malconcio il centro politico, senza per questo asserire che essere di destra vuol dire essere fascista, come essere di sinistra vuol dire essere comunista. Ma mi sa che la storia poco insegni a chi ha commesso errori e non li vuole riconoscere. I sovranisti piemontesi sanno ora a chi rivolgersi. Mercedes Bresso per la prima volta non ce l’ ha fatta. Toccherà a leghisti e pentastellati la rappresentanza, francamente un brivido mi attraversa la schiena. Perché Matteo Salvini sempre lombardo è. Magari si inseriranno Pisapia o il ligure Benifei. O più realisticamente dovrà pensarci Cirio che è stato parlamentare Europeo. Le elezioni in Piemonte le ha vinte in coppia con Matteo Salvini e noi confidiamo nelle qualità diplomatiche del nuovo Governatore. Come le elezioni regionali sono state perse in coppia da Chiamparino ed il PD. Come Chiampa si è già di fatto dimesso dovrebbero fare i vertici del Pd. Ma mi sa che  questa  è pura illusione. Per ora Matteo Salvini si gode la sua vittoria. Il prossimo appuntamento è trattare con l’Europa.  Magari si porta dietro Conte e Tria.  Ci tiene al bon ton istituzionale. Forse il crocefisso che si porta dietro gli sarà d’ aiuto, mentre la burocrazia e tedeschi sono più sensibili ai conti. Soprattutto al farli quadrare, i conti. Loro sono fatti così. Nel mentre i leghisti locali hanno già presentato il conto a Cirio. Anzi, più precisamente era negli accordi iniziali: 80 % degli assessori. Sicuramente quello della Sanità, in arrivo un vercellese. Poi al carroccio anche il presidente del Consiglio e l’ 80 % delle presidente di Commissione. Insomma, ritocca a loro e non vogliono fare la fine di Cota. Ma, appunto, acqua passata non macina più e sono tante le cose da fare. E vigilerà Molinari, alessandrino tra i “bracci destri” del nostro Immortale e sempre presente Matteo Salvini. E statene certi che anche Cirio gli sarà riconoscente.
Patrizio Tosetto

Morta donna accoltellata dal marito dentista

DALLA LIGURIA
E’ morta la donna di 60 anni accoltellata dal marito dentista, nel corso di una lite nella loro abitazione a Bolano, in provincia di La Spezia. L’aggressione, scaturita da una lite per il malfunzionamento di una caldaia, avvenne il 20 marzo. Il marito, coetaneo, l’aveva ferita con un coltello da cucina. La donna era stata operata e ricoverata in terapia intensiva, ma  non si era mai ripresa. Era stato il coniuge a chiamare i soccorsi.

Gallerista condannato per 300 falsi Pistoletto

Condannato a due anni e due mesi di reclusione il gallerista pescarese riconosciuto colpevole di aver contraffatto oltre trecento opere del maestro Michelangelo Pistoletto

Il Tribunale di Pescara, concordando con le risultanze investigative raccolte dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, coordinati dalla Procura della Repubblica di Pescara, ha emesso sentenza di condanna alla pena di 2 anni e 2 mesi di reclusione nei confronti di un gallerista abruzzese per aver contraffatto opere del maestro Michelangelo Pistoletto della serie “Frattali”.L’attività investigativa è iniziata nel 2014 a seguito di una denuncia presentata dal maestro Pistoletto al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, nella quale il famoso artista biellese segnalava la presenza sul mercato di numerose opere, evidentemente false, che riproducevano grossolanamente i suoi “Frattali”. La denuncia ha portato ad una intensa e mirata attività di controllo del mercato che ha consentito di accertare, a fronte di una produzione autentica di 166 frattali grafici e 9 numerici, la circolazione in commercio di oltre 500 opere. Particolarmente articolata e convincente era la tecnica utilizzata dal responsabile, condannato in primo grado dal Tribunale di Pescara, il quale corredava le opere false con apocrife dichiarazioni di autenticità. Proprio questa falsa certificazione, ricorrente in tutte le opere giudicate false dal Maestro, ha consentito agli inquirenti di individuare la fonte della contraffazione nel gallerista pescarese, noto in Abruzzo per aver negli anni ‘90 organizzato numerosi eventi promozionali delle opere di Pistoletto ed in particolare per aver allestito, il 28 settembre 2000, la mostra nella quale venivano esposte le opere della serie frattali. Proprio in quelle occasioni, evidentemente approfittando della fiducia del maestro, il falsario aveva appreso alcune delle tecniche di creazione, provvedendo in proprio alla produzione delle opere. L’analisi dettagliata e il riconoscimento delle opere autentiche prodotte dall’artista ha quindi permesso di individuare le 356 opere contraffatte che in oltre un ventennio sono state acquistate attraverso varie gallerie, case d’asta e siti internet di settore per un valore economico superiore a un milione e mezzo di euro. Nel corso della attività, sono state sottoposte a sequestro 115 opere e i timbri utilizzati per la realizzazione delle false dichiarazioni di autenticità. I continui controlli dei Carabinieri, con l’ausilio della Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più completa banca dati di opere d’arte rubate esistente al mondo, consentiranno nel tempo di individuare anche le rimanenti opere, disperse per successive vendite, in tutto il territorio nazionale e mondiale. Chiunque, rivolgendosi ai Nuclei TPC competenti per territorio può richiedere un controllo della propria opera. Al maestro Pistoletto, che si è costituito parte civile per il danno morale e d’immagine, è stato riconosciuto il diritto all’integrale risarcimento, ma l’enorme produzione di opere false oltre ad averne nociuto al valore economico di acquisto, ha ingenerato un enorme danno di credibilità al mercato lecito.
 
(nella foto:  Michelangelo Pistoletto9

Salvini e no-tav, lo scontro si riaccende

“Le forze a favore del Tav hanno preso l’80%-85% e se fosse stato un referendum l’esito mi pare chiaro”. Così dice Matteo Salvini. “Credo- aggiunge – che il progetto possa essere rivisto e rimodulato nel nome del risparmio e dell’impatto ambientale. Sono sicuro che dall’Ue si possano avere altri fondi. Ma poi ieri si è votato in regione Piemonte”. Replica il movimento no Tav: “A giudicare dalla dichiarazioni post voto, il Tav è già da ora  il principale terreno di scontro e di resistenza, anche contro l’avanzata di Salvini. Le elezioni non ci hanno mai spaventato in tutti questi anni e nemmeno questa volta”.

SOLO PER NOIA DROGA, VANDALISMO (SOLO PER NOIA) E SCOMMESSE CLANDESTINE

La Guardia di Finanza di Torino, nei giorni scorsi, ha effettuato una serie di controlli in alcuni comuni della cintura torinese finalizzati, in particolare, al contrasto dei reati collegati allo spaccio di sostanze stupefacenti

Nel corso delle attività, i Finanzieri della Compagnia di Susa, che si sono avvalsi della collaborazione della Polizia Municipale di Alpignano, hanno denunciato tre giovani, appena maggiorenni, perché nel corso delle perquisizioni delle loro abitazioni sono stati trovati in possesso di un centinaio di grammi di marijuana. I tre, tra cui uno già noto agli inquirenti per possesso illegale di armi, sono anche responsabili, secondo quanto ricostruito dai Finanzieri, di avere ceduto dosi di sostanze stupefacenti ad alcuni minorenni. Durante le operazioni di servizio, sono state identificati 50 soggetti, la maggior parte dei quali minorenni, i quali avevano tra i principali luoghi di ritrovo un bar nel centro di Alpignano, comune dell’hinterland torinese. Nel corso del controllo, i Finanzieri hanno anche appurato come, all’interno dello stesso locale, venissero effettuate scommesse illegali sui principali eventi calcistici della Serie A e della Champions League; peccato però che tutto il “sistema” non fosse autorizzato e, pertanto, sconosciuto agli Enti competenti. Per questo motivo, i gestori del bar sono stati sia denunciati alla Procura della Repubblica di Torino che sanzionati, amministrativamente, per migliaia di euro. Nel corso delle indagini, sono stati anche accertati diversi episodi di vandalismo e danneggiamento, riconducibili ai ragazzi denunciati, verificatesi all’interno della biblioteca comunale di Alpignano ed in altri edifici pubblici cittadini. Pareti imbrattate, vetrate infrante, porte divelte anche a rischio della loro stessa incolumità; queste le “imprese” dei ragazzi accertate dai Finanzieri che, a riprova dei fatti, hanno anche acquisito le immagini del circuito di videosorveglianza comunale. Le incursioni vandaliche, che costeranno alla comunità circa 10.000 euro, sarebbero avvenute, secondo quanto emerso,per spezzare la noia della quotidianità.

Scalmanato prende a calci porte e vetrate

Quando perde il controllo si accanisce contro le porte, almeno così parrebbe visto quanto accaduto nella giornata di lunedì 27. Un 28enne, italiano, con precedenti nel pomeriggio è stato denunciato alla Procura di Torino per interruzione di pubblico servizio, danneggiamento aggravato e lesioni, dagli agenti del Compartimento di polizia ferroviaria perché aveva aggredito, nella stazione di Villastellone, personale ferroviario infrangendo una porta a vetro. Poche ore dopo, in serata, si è ripetuto, prendendo a calci la vetrata del triage dell’ospedale in via Juvarra. Poco dopo, a seguito di una segnalazione, veniva intercettato dagli agenti motociclisti della squara volante di Torino, in piazza XVIII dicembre, angolo via Cernaia, in compagnia di una ragazza. Qui ha assunto subito un atteggiamento di sfida nei confronti dei poliziotti che stavano procedendo al controllo: li ha minacciati ed ha tentato anche di colpirli con delle gomitate. Il ventottenne è stato arrestato per resistenza a Pubblico Ufficiale e denunciato in stato di libertà per minacce e danneggiamento.

M.Iar.

Allarme rientrato: Solo vestiti nel trolley abbandonato al Lingotto

Un trolley abbandonato in via Nizza, all’altezza della fermata Lingotto
metropolitana, ha creato un discreto subbuglio nel tardo pomeriggio di
martedì 28. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i loro artificieri.
Fortunatamente al suo interno, terminata l’ispezione, si è potuto costatare
che vi erano solo indumenti.

Gennaro Serio vince il Premio Italo Calvino

Con il romanzo L’attività letteraria a Gibilterra nel secolo XXI
 
Gennaro Serio è il vincitore della XXXII edizione del Premio Italo Calvino con il romanzo L’attività letteraria a Gibilterra nel secolo XXI. Una prima menzione speciale della Giuria va a Cristina Gregorin, per il romanzo L’ultima testimone, e una seconda a Daniela Gambaro, per la raccolta di racconti Dieci storie quasi vere. La “menzione speciale Treccani” è stata attribuita a Sergio La Chiusa per il romanzo I Pellicani
Il romanzo vincitore e le menzioni speciali sono stati proclamati martedì 28 maggio al Circolo dei lettori di Torino dai giurati Peppe FioreGiuseppe LupoRossella MiloneDavide Orecchio e Sandra Petrignani.
 
La Giuria ha deciso di assegnare il Premio a L’attività letteraria a Gibilterra nel secolo XXI di Gennaro Serio «per il coraggioso esperimento metaletterario condotto nel testo con lingua poliedrica, sulla scia dei modelli cosmopoliti di Vila-Matas e Bolaño. Un giallo sofisticato dal gusto ironico e parodistico che vede i protagonisti in viaggio per l’Europa dei luoghi di culto della scrittura terminando nella Gibilterra dell’immortale Molly Bloom.»
 
Queste, invece, le motivazioni delle due menzioni speciali della Giuria:
 
L’ultima testimone di Cristina Gregorin, «per la capacità di affrontare in modo obiettivo ed empatico la scabrosa pagina della storia italiana che ha per protagoniste Trieste e l’Istria fra guerra e dopoguerra tra conflitti etnici e politici in un complesso quadro internazionale. L’agire ambiguo dei personaggi gioca a favore della trama e della suspense ponendo in risalto il tema della moralità dell’azione.»
 
Dieci storie quasi veredi Daniela Gambaro, «una raccolta di racconti che ha come filo rosso il femminile nei suoi aspetti di oscurità, di mancanza, di desiderio, particolarmente incentrata sul tema della maternità variamente declinato e delineato. Punto di forza del testo una scrittura consapevole, attenta al dettaglio e rivelativa di un buon controllo sui meccanismi emotivi e narrativi.»
 
La motivazione della “menzione speciale Treccani” a Sergio La Chiusa per I Pellicani è la seguente:
 
«I Pellicani accoglie all’interno di un testo agile e compatto e per mezzo di una scrittura piana e puntuale in perenne equilibrio tra analisi e ironia, gli stilemi del contemporaneo e li fa suoi in maniera assolutamente originale. La lingua avvolge con sapienza una dinamica post metropolitana, in cui solitudine, angoscia e tensione divengono i colori esatti di una scrittura consapevole che agendo in levare delinea i contorni di un’emotività singolare e al tempo stesso plurale.»
 
Durante la cerimonia, infine, è stata assegnata a Sildenepro il fantasista ribelle di Roberto Peretto la “menzione speciale del Direttivo” (composto da Franca CavagnoliAnna ChiarloniMario MarchettiLaura MolleaCarla Sacchi Ferrero). L’opera è stata scelta, tra tutti i manoscritti partecipanti al bando, per il suo particolare valore sotto il profilo sperimentale.
 
Gennaro Serio è nato nel 1989 a Napoli, e qui si è laureato in Scienze Politiche. A Roma, dove vive, ha frequentato un master in giornalismo. Attualmente collabora con il Venerdì di Repubblica, occupandosi di letteratura contemporanea. Ha scritto di libri anche per D la Repubblica e per Il manifesto. A partire da settembre svolgerà uno stage presso la redazione di Alias.
 
Cristina Gregorin, triestina del 1964, vive a Venezia dove opera come guida turistica. Laureata con Claudio Magris, è dottore di ricerca in Letteratura tedesca. Ha collaborato con l’Unesco e col Consiglio d’Europa nel campo dei patrimoni culturali veneziano e bosniaco. È stata segnalata alla XXX edizione del Premio Calvino per il romanzo storico Almanacco veneziano.
Daniela Gambaro è originaria di Adria (1976). Dopo aver conseguito la laurea in Scienza della Comunicazione a Padova, si è diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, città in cui vive e dove svolge attività di sceneggiatrice cinematografica. Si è presentata al Premio con una raccolta di racconti e non ha pubblicazioni
precedenti.
 
Sergio La Chiusa è nato a Cerda (PD) nel 1968 e vive e lavora a Milano. Ha pubblicato nel 2005 due libri di poesia, I sepolti (LietoColle; finalista al Premio Montano 2006) e Il superfluo (e-book, Cepollaro). Sue composizioni, prose ed estratti di romanzi sono apparsi su varie riviste cartacee e blog letterari, tra cui NazioneIndiana, Le parole e le cose, Il primo amore, L’Ulisse.

Quando l'autobiografia diventa trattativa tra passato e futuro

Un libro nato a scopo benefico, il cui ricavato andrà all’ Associazione Italiana Parkinsoniani

“Storie tratte”, seconda opera del torinese Giorgio Formica, ricorda nel suo titolo la celebre locuzione attribuita dallo storico Svetonio a Giulio Cesare “Alea iacta est”, proferita dopo aver varcato il fiume Rubicone alla testa dell’esercito, nel gennaio del 49 a.C.
Si tratta di un libro di brevi storie di natura autobiografica che, una dopo l’altra, compongono il ritratto di questo autore, nato a Torino nel 1980 che, dopo gli studi classici compiuti al liceo D’Azeglio ( lo stesso frequentato da Cesare Pavese e Norberto Bobbio), ha poi scelto per passione il percorso di agente immobiliare.
“Ogni storia – spiega Giorgio Formica – può essere considerata un puntino numerato, all’interno di quel gioco che consiste nell’unire alcuni puntini per dar forma ad una figura. “Storie tratte” può essere considerata una sorta di trattativa tra passato e futuro, in attesa del contratto. In quest’opera racconto fatti realmente accaduti che, nella loro semplicità, racchiudono significati e valori molteplici, in quanto le storie si riflettono in quelle dei molteplici lettori”.
“Storie tratte – prosegue Giorgio Formica – è un libro nato a scopo benefico, il cui ricavato andrà all’ Associazione Italiana Parkinsoniani. Il Parkinson è una malattia nei confronti della quale sono particolarmente sensibile, poiché mia madre ne è affetta. In passato ho contribuito alla raccolta di fondi a favore di questa Associazione, attraverso eventi da me organizzati, e per questa ragione ho deciso di devolvere a lei il ricavato di entrambi i libri che finora ho scritto. Purtroppo ancora oggi il Parkinson non riceve un’adeguata attenzione da parte del mondo dei mass media”.
“Storie tratte” è il secondo volume composto da Giorgio Formica, presentato al Circolo della Stampa di Torino in corso Stati Uniti 27, mercoledì 15 maggio scorso. Il primo libro da lui scritto si intitola “All’imbuto”, una sorta di saggio, in cui le parole ballano e sprigionano sonorità, tra virgole e casualità.
 

Mara Martellotta