Settembre 2018- Pagina 41

Il giornalista Pianta morì per “rialzo termico” dopo la gastroscopia

Il giornalista Torinese Mauro Pianta, 47enne,  morì dopo l’esecuzione alle Molinette, lo scorso aprile, di una gastroscopia con radiofrequenza per monitorare  una esofagite da reflusso. L’autopsia eseguita da Alessandro Marchesi, indicherebbe che la morte e’ avvvenuta  “con tutta probabilità per il sanguinamento cardiaco provocato dal danno termico legato alla procedura endoscopica digestiva cui era sottoposto”. Insomma, un rialzo termico anomalo su cui bisognerà fare ulteriori accertamenti. Secondo il medico legale sembrano escluse  responsabilità dei medici, che avrebbero correttamente eseguito le fasi dell’esame medico.

PICHETTO (FI): “DOPO IL FALLIMENTO DELLA SINISTRA DI CHIAMPARINO I PIEMONTESI VOGLIONO IL CAMBIAMENTO”

“IL CENTRODESTRA PUÒ E DEVE RACCOGLIERE LA SFIDA. TIRIAMOCI SU LE MANICHE”

“Dopo i fallimenti dell’amministrazione regionale della sinistra di Chiamparino che ha portato il Piemonte ad essere fanalino coda alle regioni del nord produttivo per disoccupazione, servizi sanitari, sicurezza, difesa del suolo ed infrastrutture i cittadini piemontesi vogliono un cambiamento. La sinistra ha fallito e non ha più nulla da dire e da dare, i Movimento 5 stelle sta miseramente fallendo a Torino dimostrando la totale mancanza di concretezza e la impreparazione della sua classe dirigente”. Ad affermarlo il coordinatore regionale di Forza Italia Gilberto Pichetto.

“Tocca al centrodestra nella sua composizione più ampia e completa di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e società civile, raccogliere le aspettative di cambiamento dei piemontesi offrendo proposte chiare ed incisive per far tornare la nostra Regione tra le locomotive d’Italia, con più lavoro per i piemontesi, più sicurezza, una sanità efficiente che comprenda un sistema esteso di servizi alla popolazione che invecchia, infrastrutture moderne e sicure. Questo centrodestra può contare su una classe dirigente ampia e diffusa di Sindaci, amministratori comunali e provinciali che hanno fatto esperienza sul territorio ed ha entusiasmo, energie e competenza da mettere al servizio del nostro Piemonte”.

“I piemontesi ci chiedono di superare le piccole schermaglie politiche e personalistiche e di “tirarci su le maniche” per preparare seriamente e per tempo il nostro progetto per il rilancio del Piemonte. Ritengo sia ora che il nostro qualificato gruppo consigliare regionale, in armonia con Lega, Fratelli d’Italia e tutte le energie civiche disponibili, inizi fin da settembre a lavorare per mettere nero su bianco un “Contratto con i piemontesi” che comprenda pochi, chiari ed incisivi obiettivi da proporre ai cittadini della nostra regione per far ripartire il nostro Piemonte. Rimbocchiamoci le maniche!”

 

(foto: il Torinese)

Si prostituiva nell’appartamento: due denunce

Aveva subaffittato un appartamentino in via Petrarca, dove si prostituiva. Una donna straniera e la proprietaria di casa nel quartiere di San Salvario sono state denunciate dalla polizia per sfruttamento della prostituzione. La donna straniera e’ stata portata in commissariato per verificare la regolarità della sua presenza in Italia.

L’Unità in festa, ma i tempi del “Che” sono morti

di Pier Franco Quaglieni
A parte che il giornale l’ ”Unità” non esce più da tempo, sembra che l’elemento dominante del Pd di oggi sia più la rissosità, figlia della sconfitta, che un’unità che quasi sempre è causa ed effetto di una vittoria, come è stato per decenni nella storia del PCI. A fagocitare quel giornale fu “Repubblica”, fondato da Scalfari, che i militanti preferirono al quotidiano fondato da Antonio Gramsci. La fotografia travestito da Che Guevara scelta dal segretario torinese Pd per l’occasione è quanto di più sbagliato potesse escogitare, a meno che sia frutto di un’ironia difficile da cogliere . I tempi del Che sono lontani e non si attagliano ad un Pd che deve fare i conti col presente. Come diceva Ugo La Malfa, i conti si debbono fare con la realtà italiana di oggi e non quella dei paesi in via di sviluppo e della guerriglia armata di 50 anni fa. Ho letto il programma della festa: l’intero stato maggiore mobilitato in decine di incontri, anche molto interessanti. Non si riesce tuttavia a cogliere un’ apertura al dibattito esterno, che non sia quello a sinistra .Così il partito democratico rischia di isolarsi totalmente da chi ,rifiutando l’estremismo di Salvini e dei 5 stelle, potrebbe anche avere qualche ripensamento. Non è certo il richiamo ai duri e puri che possa aprire nuovi dialoghi e allargare i consensi. Anzi, contribuisce a chiuderli. Il centro-sinistra non trova spazio, resta solo la sinistra, quella che è rimasta ed è uscita sconfitta. Le tesi innovative di Calenda sembrano non trovare spazio, mentre in alcuni esponenti del PD aleggia la tentazione di un’alleanza suicida con i 5 Stelle, forse nell’illusione di recuperare o conservare in futuro il potere. I milioni di voti raccolti da Renzi e da Gentiloni sembrano non interessare più. O almeno questo appare il messaggio prevalente.

Senza fissa dimora: che fare?

Il problema dei senzatetto si fa sentire anche a Torino. E’ tornato all’onore delle cronache per la vicenda dei due clochard che bivaccavano da 18 mesi sotto i portici di piazza San Carlo, suscitando le polemiche dei commercianti e dei turisti e la pietà di molti passanti. Il caso è stato sollevato prima dal “Torinese” martedì e poi dalla “Stampa” mercoledì. Da qualche giorno sono stati fatti spostare dai vigli urbani anche se nel giro di qualche ora sono tornati nella loro “postazione” abituale. Nel frattempo il consigliere regionale di Forza Italia Andrea Tronzano propone un regolamento che preveda di garantire il decoro urbano e il rispetto dei diritti dei senza fissa dimora. A Torino i clochard sono circa 2000, una criticità sociale acuita dalla crisi che ha letteralmente messo sulla strada anche gente che fino a poco prima aveva un lavoro con cui pagarsi un tetto. E tra pochi mesi sarà inverno, con le complicazioni legate al clima rigido che spesso miete vittime tra chi vive sotto le stelle. Intanto la sindaca Chiara Appendino attraverso un post su Fb afferma: “Il fenomeno dei senzatetto che si sistemano nei punti di maggior flusso di persone – dunque spesso i centri storici o vicino a luoghi di interesse turistico – è comune alla stragrande maggioranza delle grandi Città italiane. Torino, attraverso i suoi Servizi Sociali per l’aiuto di adulti in difficoltà, mette a disposizione tutto l’anno numerosi strumenti per aiutare a superare questi casi di marginalità. Penso ai dormitori, al servizio Boa, che provvede a raggiungere fisicamente le persone in strada per dare sostegno, senza ovviamente dimenticare le preziose attività di altre Istituzioni e delle associazioni di volontari. Paradossalmente, proprio l’efficienza dei sistemi di assistenza della Città, fa sì che ogni inverno circa un centinaio di senzatetto provenienti da fuori Torino (circa la metà del totale) si stabiliscano qui, senza fare ritorno ai luoghi di provenienza. In altre parole, ogni anno a Torino aumentano i senza dimora di circa cento unità. Nonostante ciò vi assicuro che l’aiuto c’è e ci sarà sempre per tutte e tutti. Tuttavia quasi sempre quella di rimanere in strada – e il conseguente rifiuto degli aiuti – è una precisa scelta per accumulare elemosina. La solidarietà dei cittadini torinesi è nota – prosegue Appendino – e di questo vi ringrazio infinitamente. Tuttavia dare denaro a chi sta in strada molto spesso finisce per alimentare dipendenze o, nella peggiore delle ipotesi, veri e propri racket. Peggiorando così la situazione. Esistono tante meritevoli associazioni che invece, se avessero maggiori fondi, potrebbero fare ancora meglio il loro lavoro di aiuto e sostegno a queste persone, aiutandole a uscire da quella tremenda condizione di marginalità e reinserendole nella società permettendogli così di costruirsi un futuro e una vita normale.
Vi chiedo dunque di rivolgervi a loro se volete aiutare davvero queste persone. Ribadisco, senza dare soldi direttamente a chi sta in strada” “So che qualcuno ha parlato di Daspo Urbano, ovvero uno strumento con cui fare un “foglio di via. Ribadisco quello che ho detto già l’anno scorso: noi non adotteremo mai questo strumento nei confronti dei senza fissa dimora. La Città continua, come ha sempre fatto, a mettere in campo tutte le risorse possibili per contrastare queste condizioni di disagio. Anche con strumenti straordinari, come ad esempio l’apertura di Porta Susa l’anno scorso, in grado di ospitare persone anche accompagnate dai propri animali da compagnia”.

 

 

(foto: il Torinese)

Uccide il convivente con una coltellata al cuore

Ieri sera una donna di 47 anni ha ucciso il convivente di 65 anni con una coltellata al cuore. E’ stata lei stessa ad avvisare la madre che ha poi chiamato i carabinieri che l’hanno arrestata. La donna, italiana, ha confessato di avere ucciso il compagno, anche lui italiano, di 65 anni, dopo una lite scoppiata nella loro casa a Nichelino, in via Juvarra. I vicini di casa erano abituati ai litigi della coppia. Sembra che sia la  vittima sia l’ omicida soffrissero di problemi psichiatrici.

Il Toro vince 1-0 dopo il nubifragio

Sospensione della partita per campo impraticabile causa nubifragio al 18′ e poi il Torino vince contro la Spal per 1-0, grazie a un colpo di testa di N’Kolou al 7′ della ripresa. Soddisfatto e al tempo stesso autocritico il ct Mazzarri che guadagna tre punti per i granata a inizio stagione. Le sue parole all’Ansa:  “Siamo partiti bene rendendoci pericolosi con Belotti . Giocavamo bene e potevamo sbloccarla, ma dopo la pausa ci siamo ghiacciati:  tanti pensavano di non giocare più. Nel secondo tempo siamo andati in vantaggio meritatamente, creando occasioni da gol. Queste partite le devi chiudere per non rischiare di essere beffato”.

 

(foto Luca Tonatto)

Le undici isole del lago Maggiore

LAGO M 3

Flaubert: “il luogo più voluttuoso che io abbia mai visto al mondo”

 

Ma quante sono le isole del lago Maggiore? Una domanda all’apparenza banale, alla quale però nemmeno chi vive sulle sponde del “Verbano”, spesso, sa rispondere correttamente. Così, istintivamente, si pensa subito alle più famose, le Borromee. Ma, in realtà, le isole del lago Maggiore sono ben undici! Nel “conto” vanno messe, infatti, partendo dalle acque svizzere a nord, le due “dei Conigli o di St. Legér”, a Brissago, e le tre dell’arcipelago Malaga, più conosciute come i Castelli di Cannero (l’isola grande, lo scoglio delle Prigioni, e lo scoglietto del Melgonaro, poco fuori la torre verso Maccagno, su cui cresce solo una solitaria ma tenace pianta che ha affascinato poeti e incisori). C’è poi, il solitario e fascinoso isolino di San Giovanni, a Pallanza, dove il grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini, dal 1927 al 1952 , scelse di risiedere, godendone “la pace e d’ospitalità”, circondato solo da una stretta cerchia di amici. Più avanti, il  golfo Borromeo, incastona in un diadema ben quattro perle: Isola Madre, Isola Bella, Isola dei Pescatori, e lo scoglio della Malghera, l’isolotto  “degli innamorati”, collocato a metà strada tra quest’ultime due isole.

Fin qui, sommandole, fanno dieci. E l’undicesima? Dove sarai mai “l’undecima isola”?” A sud-est del lago, al centro del golfo di Angera, unica isola situata in territorio lombardo, nascosto dalle canne e dalle brume, c’è l’’Isolino Partegora (Isulin per gli angeresi). Su questo lembo di terra, secondo tradizione, si sono fermati i santi fratelli Giulio e Giuliano, originari dell’isola greca di Egina, oramai stanchi del loro girovagare per l’Italia a edificare chiese, volevano costruirvi una casa ed attendere la chiamata di Dio. Un mattino, Giulio, pervaso da spirito profetico, chiama Giuliano e gli dice: ” Un lupo ed una volpe qui faranno strazio di carni innocenti. Allontaniamoci!“. E così, abbandonarono Angera per portarsi sul lago d’Orta, dove Giulio diede il suo nome all’unica isola del più occidentale fra i grandi laghi prealpini. Ma l’isolino di Partegora è anche noto per un’importante scoperta scientifica risalente al 1776. Su quel lembo di terra, il 4 novembre di quell’anno, Alessandro Volta, ospite della famiglia Castiglioni, rovistando con un bastone nella palude che circonda la parte nord dell’isola, notò la fuoriuscita di bolle di gas dal fondo della melma: le raccolse in alcune bottiglie, e, nei giorni seguenti, durante alcuni esperimenti, riuscì a provocare la combustione del loro contenuto. Chiamò “aria infiammabile” quel gas, che in seguito venne classificato come “metano”.

Le undici isole condividono un’altra particolarità : sono un pò “ballerine” e “flottanti”. Almeno nelle riproduzioni pittoriche che hanno visto all’opera numerosi artisti. Non vi è mai stato uno di loro che abbia scelto di rappresentarle senza rinunciare a dare una propria interpretazione, un tocco personale, spostandole a piacimento, secondo le convenienze al fine  di ottenere i migliori effetti prospettici per stupire e deliziare il potenziale turista. Ma,di fronte ad un lago così, si può anche chiudere un occhio. Del resto basterebbe questa frase di Stendhal per  “farsene una ragione” : Se per caso si ha un cuore sensibile, bisogna vendersi anche la camicia pur di vedere i dintorni del Lago Maggiore”. E se proprio non vi basta, aggiungiamo l’altrettanto autorevole parere di Gustave Flaubert: “E’ il luogo più voluttuoso che io abbia mai visto al mondo. La natura incanta con mille seduzioni sconosciute e ci si sente in uno stato di rara sensualità e raffinatezza”. Ogni parola in aggiunta, stonerebbe. Arrivederci, allora, sulle isole del lago Maggiore.

 

Marco Travaglini

 

 

Lezioni recitate, un laboratorio storico-teatrale

Al Polo del ‘900, in via del Carmine 14 a Torino, dal 4 al 29 settembre 2018 e nei castelli di Mango, Sanfrè, Grinzane Cavour e Barolo negli ultimi due sabati di ottobre e nei primi due di novembre 2018 andranno in scena quattro nuove “Lezioni recitate” e due ri-allestimenti di Lezioni recitate già nel repertorio della Compagnia Marco Gobetti

Dal 4 settembre presso il Polo del ‘900 di Torino e nei castelli di Langa prendono il via le “Lezioni recitate”, all’interno del progetto “RIPRENDO LA STORIA – Conflitto, lavoro e migrazione dalle Langhe al mondo”, a cura di Associazione Turismo in Langa, Istituto di studi storici Gaetano Salvemini,  Associazione culturale Compagnia Marco Gobetti, Compagnia La robe à l’envers, Comune di Rodello, Associazione Strada Romantica delle Langhe e del Roero, con il Patrocinio di LUHCIE – Laboratoire Universitaire Histoire Cultures Italie Europe. L’iniziativa è realizzata grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo, nell’ambito del “Bando Polo del ‘900”, destinato ad azioni che promuovono il dialogo tra ‘900 e contemporaneità usando la partecipazione culturale come leva di innovazione civica [#CSP_Innovazionecivica, cic.compagniadisanpaolo.it]. E con il sostegno della Fondazione CRT e del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana. Al Polo del ‘900, in via del Carmine 14 a Torino, dal 4 al 29 settembre 2018 e nei castelli di Mango, Sanfrè, Grinzane Cavour e Barolo negli ultimi due sabati di ottobre e nei primi due di novembre 2018 andranno in scena quattro nuove “Lezioni recitate” e due ri-allestimenti di Lezioni recitate già nel repertorio della Compagnia Marco Gobetti. Le “Lezioni recitate” sono il frutto di un laboratorio storico-teatrale per attori organizzate dalla Compagnia, insieme all’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini e all’Associazione Turismo in Langa. Ogni fase del lavoro degli attori è pubblica e frequentabile dalla cittadinanza, in forma libera e gratuita: dalla loro formazione storica, con interventi degli autori delle nuove Lezioni (Anna Delfina Arcostanzo, Valentina Cabiale, Leonardo Casalino, Franco Pezzini) e di altri ospiti (fra tutti, Claudio Vercelli, Maurizio Pagliassotti, Diego Guzzi, Marco Brunazzi, Pietro Polito, Diana Carminati) nei giorni 4, 5 e 6 settembre; alle prove teatrali vere e proprie (dal 10 al 21, nei giorni feriali); per continuare con le anteprime delle Lezioni, ancora al Polo del ‘900 (il 25, il 28 e il 29 settembre) e per concludere, con le quattro prime nazionali in quattro castelli delle Langhe (20 e 27 ottobre, 3 e 10 novembre, con possibilità di abbinare visite guidate ai castelli stessi e degustazione di prodotti eno-gastronomici locali).

Sei gli attori coinvolti: Andrea Caimmi e Giuliano Comin (vincitori del “Premio Lezioni recitate”), Diego Coscia e Marta Zotti (vincitori del “Premio speciale CMG”); oltre a Marco Gobetti e Anna Delfina Arcostanzo, della Compagnia Gobetti. Il libro che contiene le quattro nuove lezioni recitate – “Enea profugo” (letteratura), “Meridione, lavoro, migrazione, guerre ed esilio: Salvemini e i conflitti del ‘900” (storia) di Leonardo Casalino, “Conflict Archaeology: quel che resta della Grande guerra” (archeologia) di Valentina Cabiale, “Armare il confine – Chiudere frontiere per aprirsi al conflitto: retorica e propaganda dalle trincee ai tempi di Frontex” (antropologia) – intitolato “Conflitti, lavoro e migrazioni”, esce per i tipi di SEB27 nel settembre 2018, ad azione in corso. Si sfrutta così al meglio l’onda lunga di un esperimento di produzione culturale (le “Lezioni recitate” – www.lezionirecitate.wordpress.com ) che ha avuto un significativo riscontro nel corso di questi ultimi anni e se ne fa volano e perno di una delle azioni del progetto “RIPRENDO LA STORIA – Conflitto, lavoro e migrazione dalle Langhe al mondo” (www.riprendolastoria.it ). Tutto ciò avviene nello spirito di una poetica tesa a rendere spettacolare ogni segmento del meccanismo produttivo teatrale, per perseguirne una ricaduta ampia e immediata in termini di produzione culturale; e per recuperare, tramite disordini intelligenti, la dimensione avventurosa di un teatro che sia “civile” già nella forma e per i modi con cui avviene. Significativa, pure in questo senso, è la collaborazione fra un istituto storico, una compagnia teatrale e un’associazione che da anni si spende per tramandare il patrimonio culturale immateriale langarolo.

 

Corso Grosseto, giù il viadotto

Via alla demolizione  del viadotto di corso Grosseto, a partire da lunedì 3 settembre, alla quale si aggiungeranno  la costruzione del nuovo collegamento ferroviario  Torino-Ceres. Disagi previsti per una settimana per gli automobilisti: il traffico è sospeso  in alcuni tratti di via Stradella, via Borgaro, corso Potenza e corso Grosseto. Lavori anche dal 10 al 14 settembre,  dalle 20 alle 6 del giorno successivo,  quando verranno chiusi al transito: corso Grosseto, in direzione est,  da corso Potenza a via Vische, corso Potenza, verso  nord, nel tratto compreso tra via Lucento e corso Grosseto, via Stradella,  nel tratto da via Vische a corso Grosseto, via Borgaro e via Cesalpino,  nel tratto tra via Lucento a corso Potenza.