Sull’autobus 56 sono apparse targhette sui sedili: “Riservato a invalidi di guerra e presidenti della Camera“ un evidente e ironico riferimento al viaggio in bus del presidente Roberto Fico al suo primo giorno a Montecitorio. Le immagini delle scritte sono state inviate al neo consigliere regionale Pd Luca Cassiani, che le ha postate su Facebook e che la scorsa settimana è entrato a Palazzo Lascaris subentrando a suoi
colleghi di partito eletti deputati. Lui stesso il giorno di insediamento a Palazzo Lascaris aveva ironizzato imitando Fico e facendosi un selfie mentre andava in bus alla sua prima seduta del Consiglio regionale.
A Torino il Salone internazionale del riso
La celebrazione di un alimento completo e prezioso
Il Riso, in greco Oryza, è una pianta erbacea della famiglia delle Graminacee le cui origini ci riportano in Cina nel VI millennio A.C. e costituisce una fonte di cibo per almeno la metà della popolazione mondiale. Ne esistono tre varietà, la indica, japonica – quella prodotta nel nostro paese e utilizzata per i risotti – e la javanica. L’italia è il 27° produttore al mondo in coda a molti importanti paesi come l’India, il Vietnam, gli Stati Uniti e ovviamente la terra della Grande Muraglia che detiene il primo posto. Le molte varietà sono legate al tipo di lavorazione a cui il riso viene sottoposto, da quello grezzo a al semi-sbiancato, dal raffinato al camolino fino ai brillati e paraboiled privati delle specificità originarie ma più resistenti alla cottura. E’ un alimento completo che contiene carboidrati, fibre e proteine, un cereale ad alta digeribilità molto indicato, per la bassa quantità di sodio, a chi soffre di ipertensione arteriosa. E’ inoltre privo di glutine, adatto quindi a chi è affetto da celiachia, e nella versione integrale un grande alleato, grazie sue proprietà sazianti, di coloro che sostengono diete dimagranti. La sua azione antistress, dovuta all’alto contenuto di potassio e alle vitamine del gruppo b, e le sue caratteristiche biochimiche, che ne fanno un eccezionale ingrediente nelle ricette di bellezza anti-età, ci confermano che il riso è una risorsa importante che arricchisce con proprietà benefiche la nostra routine alimentare e ci supporta nella preparazione di trattamenti legati alla salute e alla cosmesi. Per celebrare questo alimento e raccontarne più a fondo le peculiarità, si svolgerà a Torino dal 7 al 10 ottobre Sainder – il Salone Internazionale del Riso. Durante la manifestazione ci saranno degustazioni delle più rinomate tipologie di riso accompagnate dagli alimenti che meglio vi si sposano , convegni e presentazioni di libri dedicati. Si potranno acquistare inoltre le varietà del prodotto che più ci piacciono o quelle che non troviamo facilmente nella spesa quotidiana. Un impulso questo a conoscere meglio questo prezioso alimento presente sulle nostre tavole ma anche una spinta ulteriore al suo consumo per le sue proprietà nutrienti, la facilità nella preparazione e i costi contenuti. Come dice un anonimo cinese “Mangia il tuo riso, al resto ci penserà il cielo”.
Maria La Barbera
“La storia di una giovane coppia dà voce a chi attende da anni una risposta dalla Sanità”
L’Assessore Saitta ha risposto all’interrogazione urgente del consigliere di LeU Marco Grimaldi su un caso di negazione dell’accesso e della copertura, da parte della Sanità Piemontese, per un intervento di fecondazione eterologa.
Marta e Giulio sono i nomi fittizi di una giovane coppia accomunata da una disabilità che, nel caso della donna, si accompagna a una patologia, la sindrome di Turner (ovaie nastriformi senza follicoli antrali), la quale non le consente di affrontare una gravidanza. La coppia ha dunque deciso di ricorrere alla fecondazione eterologa.
In Piemonte, tuttavia, non ci sono al momento centri pubblici che pratichino questo tipo di trattamento, a causa della mancanza di donatrici e donatori (i centri sarebbero il Sant’Anna di Torino, il Maria Vittoria di Torino e l’ospedale di Fossano). Nell’Italia centro settentrionale vi sono 2 o 3 centri con liste d’attesa chiuse e l’esiguità dei centri in tutta Italia ha come conseguenza liste d’attesa molto lunghe.
La scelta quasi obbligata della coppia è stata dunque quella di recarsi all’estero, presso il Centro FIV di Marbella, dove la presenza di una donatrice dedicata ha consentito ai coniugi di perseguire il loro obiettivo. La fecondazione eterologa è costata loro complessivamente 13mila euro.
Tuttavia, l’AslTO 5 ha rifiutato di coprire anche solo parzialmente questa spesa. L’Azienda sanitaria ha allegato la relazione del Centro di Riferimento Regionale per l’autorizzazione per cure all’estero del Sant’Anna, nella quale si adducono le motivazioni del diniego: in Italia è possibile fruire dell’eterologa fino a 43 anni e dunque la paziente “ha un sufficiente numero di anni per poter accedere alle prestazioni offerte da Ospedali italiani” che pratichino la fecondazione eterologa con donazione di ovociti; pertanto la prestazione sarebbe fruibile “in tempi sostenibili” per la richiedente.
L’Assessore ha aperto alle richieste del Capogruppo Grimaldi, dichiarando che da subito il Comitato Tecnico Scientifico per la PMA lavorerà per studiare le soluzioni messe in pratica da altri centri italiani (Toscana e Friuli) per l’approvvigionamento di gameti all’estero.
“Trovo inaccettabile la risposta data alla coppia: potete tranquillamente aspettare fino ai 43 anni, come se non fosse ovvio che per una donna, a maggior ragione se affetta da una patologia, con lo scorrere degli anni una gravidanza diventa sempre più difficile” – ha ribadito in aula il Segretario di Sinistra Italiana Grimaldi. – “Questa storia ha però almeno dato voce a chi attende da anni una risposta dalla Sanità e ha provocato una reazione positiva: il Piemonte comprerà ovociti dall’estero.
Come diciamo da tempo” – prosegue Grimaldi – “in assenza di un reale sostegno anche economico per le donatrici, non saremo mai nelle condizioni di garantire di fatto a una coppia di avere un figlio attraverso la fecondazione eterologa. Oggi si apre una nuova stagione, speriamo che presto si esca dall’ipocrisia e si arrivi anche a campagne di sensibilizzazione e supporto per le donatrici e i donatori in Italia”.
Inventato un software in grado di verificare la presenza di uno stato di coscienza in pazienti in stato vegetativo o comatoso, grazie ad una interfaccia cervello – computer che possa permettere ai medici di diagnosticare la presenza di uno stato di coscienza in pazienti non responsivi, cioè in quei pazienti che usciti dal coma sembrano non rispondere più agli stimoli esterni. L’obiettivo di sviluppare un’interfaccia che permetta di rilevare le intenzioni motorie dei pazienti senza considerare i movimenti più o meno visibili. Ha preso il via il progetto scientifico “Interfaccia Neurale per valutare il livello di coscienza dei pazienti non responsivi e favorirne la comunicazione con l’esterno”, coordinato dal Centro Puzzle e cofinanziato dalla Fondazione Cassa Risparmio di Torino (CRT). Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare un software in grado di verificare la presenza di uno stato di coscienza in pazienti post-coma che non riescono a comunicare. La strumentazione della ditta EB Neuro è stata fornita dalla ditta piemontese Viglia s.r.l.. Il gruppo di ricerca del Centro Puzzle (che collabora con l’ospedale Cto e l’Unità Spinale Unipolare della Città della Salute di Torino), grazie ad un cofinanziamento della Cassa di Risparmio di Torino, sotto la guida della dottoressa Marina Zettin, ha iniziato a sviluppare un’interfaccia cervello-computer per permettere ai medici di diagnosticare la presenza di coscienza in pazienti non
responsivi, cioè in quei pazienti che, usciti dal coma, sembrano non rispondere più ad alcuno stimolo. Il progetto è stato ideato dal dottor Vito De Feo ed è svolto in collaborazione con il Neural Computation Laboratory dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Rovereto (diretto dal professor Stefano Panzeri), con il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino, che partecipa tramite il gruppo di ricerca della professoressa Gabriella Olmo, e con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, che partecipa tramite il gruppo di ricerca diretto dal professor Giuliano Geminiani.
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A seguito di importanti eventi traumatici (per il 40% incidenti stradali), vascolari (es.: ictus o emorragia cerebrale), anossici o infettivi, il cervello può andare incontro a severi danni, che spesso conducono al coma. Duecentociquantamila persone ogni anno entrano in coma a seguito di incidenti, intossicazioni o malattie. Il coma, tuttavia, rappresenta solo una condizione transitoria. Alcuni pazienti non riescono a superare la fase acuta e muoiono. Altri, invece, dopo alcuni giorni o qualche settimana, si risvegliano. I più fortunati, circa un soggetto ogni tre, recuperano completamente lo stato di coscienza. Gli altri pazienti, invece, passano dal coma ad una serie di condizioni cliniche identificate come Stato Vegetativo (SV), in cui la coscienza è totalmente assente, e Stato di minima coscienza (SMC), dove, invece, c’è uno stato emergente di coscienza, spesso molto difficile da diagnosticare. Mentre i pazienti in coma non riescono a svegliarsi, i pazienti in SV e SMC recuperano la vigilanza, ovvero riaprono gli occhi e alcuni riflessi involontari. Fino a qualche anno fa si riteneva che tutti i pazienti usciti dal coma, che non erano responsivi, fossero in SV, privi totalmente di consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante. Negli ultimi anni, tuttavia, si sono accumulate le evidenze di presenza di coscienza anche in pazienti non responsivi, rivelando una elevata incidenza di errore diagnostico. Alcuni studi, infatti, suggeriscono che ben il 43% dei pazienti oggi diagnosticati come SV, pur avendo recuperato lo stato di coscienza, non riescano a manifestare alcun segno di presenza di coscienza durante i test diagnostici. Il motivo è che questi test si basano unicamente su risposte motorie a comandi verbali e i pazienti in SV, spesso soffrono di una totale paralisi che include anche il battito palpebrale ed i movimenti oculari.
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A livello nazionale si stima che le persone che giacciono in stato di non responsività siano alcune migliaia e che tale numero sia inesorabilmente destinato a crescere, sia in considerazione dell’accresciuta precocità ed estensione sul territorio della medicina d’emergenza, che alla prolungata sopravvivenza. Appare quindi chiaro che i criteri e gli strumenti ad oggi utilizzati per fare diagnosi differenziale tra pazienti in stato vegetativo e pazienti in condizione di minima coscienza non-responsiva siano insufficienti. La valutazione clinica, infatti, allo stato attuale non è in grado di distinguere oggettivamente tra riflessi motori che potrebbero celare, in realtà, tentativi malriusciti di esecuzione intenzionale di movimenti, e riflessi automatici privi di intenzionalità di alcun genere. Per avere un’idea dell’entità del fenomeno, basta considerare che, in Italia, una persona ogni tre che si trova in coma, ha un’età compresa tra 0 e 15 anni e circa 700 bambini si trovano attualmente in SV. La dottoressa Zettin ed il suo gruppo di ricerca, tra cui il dottor Danilo Dimitri, vogliono rispondere all’esigenza di riuscire a sviluppare un’interfaccia cervello-computer che permetta di rilevare, grazie a misurazioni non invasive, come quelle elettroencefaliche ed elettromiografiche, le intenzioni motorie di questi pazienti indipendentemente dal fatto che producano o meno un movimento visibile all’esaminatore. L’ipotesi progettuale presuppone che le persone con basso grado di coscienza siano in grado di pianificare i movimenti richiesti dall’esterno, ma non siano in grado di eseguirli correttamente. Grazie ad un innovativo metodo di analisi di questi segnali elettrofisiologici, cercheranno di isolare e classificare i cosiddetti potenziali elettrici di prontezza, usati per la prima volta in pazienti non responsivi. L’analisi di questi segnali permetterebbe di distinguere tra movimenti totalmente inconsapevoli (es. riflessi) e movimenti intenzionali rivelando la presenza di intenzione e coscienza. L’obiettivo principale è quello di sviluppare un’interfaccia cervello-computer in grado di fornire ulteriori dettagli diagnostici che possano rilevare gradi di coscienza in pazienti non responsivi, attraverso la realizzazione di un software dedicato. Il programma computerizzato consentirà l’analisi di specifici parametri elettrofisiologici (Elettroencefalografia, EEG) ed elettromiografici (Elettromiografia, EMG), per distinguere i movimenti intenzionali da quelli riflessi. L’interfaccia progettata, non solo permetterebbe una migliore diagnosi nelle realtà cliniche, ma consentirebbe anche ai pazienti stessi di comunicare semplici intenzioni (es. “sì”, “no”) al personale medico, aumentando considerevolmente la loro qualità di vita e l’efficacia delle terapie neuro-riabilitative. Attualmente sono state concluse le operazioni di creazione del paradigma sperimentale e del software, mentre l’applicazione sperimentale è in corso di svolgimento presso il Centro Puzzle.
Amianto all’Olivetti: tutti assolti
Tutti assolti dalla Corte d’Appello di Torino gli imputati nel processo per le morti da amianto alla Olivetti di Ivrea, riguardante i casi dei dipendenti dell’azienda che si erano ammalati o erano morti per le sostanze nocive sul luogo di lavoro. Anche i fratelli Carlo e Franco De Benedetti erano stati condannati in primo grado a 5 anni e 2 mesi. Ma per i giudici “il fatto non sussiste”. Tredici gli imputati, tra i quali anche l’ex ministro Corrado Passera, per lui in primo grado erano stati inflitti un anno e 11 mesi.
Pink Floyd, il lato oscuro della luna
“The Dark Side of the Moon”, ottavo album in studio dei Pink Floyd, nacque dopo numerose sperimentazioni musicali che Waters e compagni studiarono durante i loro live o registrazioni
“Ci incontreremo sul lato oscuro della luna” (I’ll see you on the dark side of the moon). Con questa promessa, quattro decenni fa (era il marzo del 1973) i Pink Floyd pubblicavano “The dark side of the moon”, disco storico del rock che portò al gruppo britannico una (meritata) fama che continua a resistere nonostante il passare degli anni e delle generazioni. Il gruppo, formatosi a Londra nel 1965, dal cantante e chitarrista “Syd” Barrett, dal bassista Roger Waters, dal batterista “Nick” Mason e dal tastierista Richard Wright. (ai quali si aggiunse, due anni dopo, il chitarrista David Gilmour che in breve sostituì Barrett, genio sregolato che s’emarginò dal gruppo a causa del pesante uso di droghe che lo portò all’alienazione), riscrisse le tendenze musicali della propria epoca, diventando uno dei gruppi più importanti della storia. Presentatosi con un titolo intrigante e una copertina con un’immagine molto semplice, minimalista ma ricca di significati (un prisma triangolare rifrangente un raggio di luce sul fronte), famosa, si è fissato nell’immaginario collettivo come la celebre bocca con la lingua dei Rolling Stones.“The Dark Side of the Moon”, ottavo album in studio dei Pink Floyd, nacque dopo numerose sperimentazioni musicali che Waters e compagni studiarono durante i loro live o registrazioni, ma senza le lunghe parti strumentali che erano diventate una caratteristica peculiare del gruppo dopo l’abbandono nel 1968 di Syd Barrett.
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L’album prima di essere pubblicato e registrato in studio venne eseguito in tourneè, in modo che potessero perfezionare le musiche, come nel caso di “Time”, in origine decisamente più lenta che nella versione poi pubblicata. Venne suonato per la prima volta il 17 Febbraio 1972 al Rainbow Theatre di Londra. Il concerto venne ripetuto quattro volte, fino al 20 Febbraio, e vi assistettero circa 12 mila persone. Nell’occasione venne registrato anche un bootleg Pink Floyd Live, di cui furono vendute la bellezza di 120 mila copie, credendo che fosse il nuovo album del gruppo.“The Dark Side of the Moon” fu un successo immediato e duraturo nel tempo: nel marzo 2013 ha toccato le 1050 settimane nella classifica US Top Catalog, con 50 milioni di copie vendute in tutto il mondo. I testi furono scritti da Toger Waters, mentre il batterista Nick Mason ricevette un premio speciale come compositore solista di “Speak to Me” e Alan Parsons si guadagnò un Grammy Award per il miglior album prodotto, come tecnico del suono, del 1973. Brani come “Money”, “Time” e “Us and Them”sono conosciuti ovunque. Questo disco ha affascinato e continuerà ad affascinare diverse generazioni perché, come le più grandi opere d’arte, si fa portatore di temi universali. Parla della società, dell’uomo, del suo lato luminoso e di quello oscuro. Affronta i temi del conflitto interiore, il rapporto con il denaro, il trascorrere del tempo (straordinario il ticchettìo e lo scoccare degli orologi in “Time”) e quello dell’alienazione mentale, ispirato in parte dai disturbi mentali di Barrett. Oltre al suo successo commerciale, “The Dark Side of the Moon” è spesso considerato uno dei migliori album di tutti i tempi.
Marco Travaglini
Il Gruppo Iren lancia IrenGO
La nuova linea di business dedicata all’e-mobility
In linea con quanto anticipato in occasione della presentazione del piano industriale 2018-2022, il Gruppo Iren lancia oggi IrenGO una nuova linea di business trasversale al Gruppo e dedicata alla e-mobility. L’operazione si colloca all’interno delle quattro linee strategiche portanti del piano di sviluppo, ovvero innovazione trasversale, sensibilità ambientale, investimenti a valore aggiunto e centralità del cliente-cittadino. Sostenuto da un importante piano di investimenti, il progetto IrenGO prevede in prima istanza la sostituzione con mezzi elettrici del 10% della flotta waste e del 25% della flotta leggera aziendale da portarsi a termine nell’arco del prossimo biennio. In arco piano si arriverà all’introduzione in flotta di 400 veicoli elettrici di ultima generazione da utilizzare per le attività operative nei territori di presenza del Gruppo. Il settore ambientale sarà inoltre interessato dall’acquisto di 230 mezzi elettrici leggeri dedicati ai servizi di igiene del suolo e di raccolta rifiuti che andranno ad aggiungersi ai 90 già presenti in flotta per un totale di 320 mezzi elettrici operativi al 2022. Per la mobilità dei dipendenti del Gruppo e già in fase di attivazione un servizio di car pooling con 25 city car elettriche che sarà affiancato dall’introduzione di 22 e-bike collocate presso le principali sedi aziendali. I siti Iren saranno inoltre attrezzati con circa 300 punti di ricarica (ad oggi già 30 operativi sulle sedi di Torino) per rispondere alle esigenze energetiche della flotta interna. I nuovi mezzi, forniti da costruttori specializzati leader del settore, contribuiranno al miglioramento della qualità dell’aria nei contesti urbani in cui si troveranno quotidianamente ad operare, ad ulteriore testimonianza dell’attenzione del Gruppo per i valori della sostenibilità ambientale. Il progetto IrenGO è sostenuto anche da un importante piano commerciale per i clienti esterni. Il Gruppo, infatti, attraverso accordi di partnership con soggetti leader di settore, si propone come player autorevole per un’offerta full service di servizi di mobilità elettrica.
I target individuati delle offerte IrenGO sono:
- clienti consumer e piccole e medie imprese;
- grandi aziende con flotte interne e strutture alberghiere;
- pubbliche amministrazioni.
Ad oggi il progetto è già in avanzata fase di avvio:
- sono state installate le prime wall box presso abitazioni private;
- sono stati avviati tavoli di lavoro con amministrazioni pubbliche per definire il posizionamento di stazioni di ricarica su strada e in luoghi privati aperti al pubblico;
- sono stati sottoscritti i primi accordi per l’installazione di colonnine di ricarica presso alberghi nella regione Liguria ed è in fase di definizione un accordo con l’Associazione degli Industriali di Novara (AIN).
La proposta spazia da servizi di analisi preventiva alla definizione di offerte commerciali customizzate e vantaggiose per la fornitura a noleggio di una vasta gamma di veicoli elettrici, incluse le e-bike. Il cliente sarà supportato nell’installazione e manutenzione di infrastrutture di ricarica e nell’implementazione di sistemi per il monitoraggio e il controllo dei consumi. Inoltre saranno messi a disposizione servizi evoluti di assistenza e mobile app per la geolocalizzazione dei mezzi e delle colonnine di ricarica. Tutte le attività sopraelencate saranno sostenute da azioni di marketing territoriale e da attività di education e promozionali (couponing, programmi di loyalty, test drive su strada…). I prodotti e i servizi di e-mobility saranno forniti con energia elettrica a totale produzione green derivante dalle centrali idroelettriche del Gruppo Iren. Nei prossimi giorni sarà attivo il sito www.irengo.it, dove saranno inserite informazioni e dettagli riguardo l’offerta e-mobility del Gruppo.
A un giorno dalla conferenza stampa di presentazione del programma completo – in programma giovedì 19 aprile 2018 alle 11 al Sermig di Torino – il Salone Internazionale del Libro anticipa un po’ di numeri e di dati
Sono aperte le biglietterie online sul sito salonelibro.it. Con il servizio messo a disposizione da GL events Italia – Lingotto Fiere attraverso il circuito VivaTicket è possibile saltare le code e acquistare fin d’ora il proprio biglietto per il Salone. Immutate le tariffe: 10,00 euro l’intero, 8,00 il ridotto. Con una novità: il biglietto Ridotto Giovani Web a 8,00 euro, fino allo scorso anno riservato fino ai 18 anni, quest’anno viene esteso fino ai 26 anni di età.
E veniamo alle novità sugli espositori. Cresce del 28% la superficie commerciale netta venduta, con 13.482 m2rispetto ai 10.557 del 2017. Un positivo overbooking determinato non soltanto dal ritorno dei grandi gruppi e di molti nuovi editori, ma anche dal considerevole aumento della superficie espositiva media richiesta da molti di essi.
Vento in poppa anche per l’Ibf – International Book Forum, in programma da mercoledì 9 a sabato 12 maggio 2018 in una nuova sala appositamente realizzata all’esterno del Padiglione 3 di Lingotto Fiere. Il progetto Ibf è realizzato grazie al sostegno della Regione Piemonte e di Ita–Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Sono già 370 gli iscritti (313 nel 2017), provenienti da 30 Paesi: Albania, Argentina, Austria, Bangladesh, Canada, Cina, Danimarca, Egitto, Francia, Georgia, Germania, Grecia, India, Italia, Islanda, Israele, Macedonia, Norvegia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Palestina, Polonia, Principato di Monaco, Regno Unito, Siria, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Turchia.
A quattro settimane dall’inizio sono già 15.300 gli studenti che hanno fissato la visita al Salone con la loro classe grazie al servizio di prenotazione scuole. Arrivano dal Piemonte, ma anche – tra gli altri – da San Bartolomeo in Galdo (Bn), Viareggio (Lu), Giba (Ci), Padova, Iglesias, Brembate di Sopra (Bg), Altamura (Ba), Tolentino (Mc), Pisa, Cittadella (Pd), Tortoli (Nu), Parma, Bassano del Grappa (Vi), Rimini, Roma, Napoli, Palermo, Pescara, Nuoro, Cagliari, Teramo, Campobasso, Urbania (Pu), Foggia.
Per i ragazzi del Piemonte, dalle elementari alle superiori, in omaggio 15.000 Buoni da leggere del valore di 10 euro cadauno messi a disposizione dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e da spendere agli stand del Salone. E le prime 150 classi prenotate da fuori Piemonte ritireranno al Bookstock Village una copia ciascuno del grande Vocabolario Treccani offerta dall’editore.
L’Esercito alla Sandhurst di West Point
Si è appena conclusa la competizione militare internazionale denominata Sandhurst 2018 presso la United States Military Academy (USMA) di West Point – New York – U.S.A alla quale ha partecipato una rappresentativa di Ufficiali frequentatori del 195° corso del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino. La Sandhurst, aperta agli ufficiali allievi delle accademie militari mondiali, ha visto la partecipazione di 64 squadre provenienti da: America, Australia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Corea del Sud, Germania, Giappone, Lettonia, Messico, Polonia e Regno Unito. Le gare si sono
svolte tra il 13 ed il 14 aprile , nel comprensorio militare di West Point su un percorso complessivo di circa 50 km. La competizione si è sviluppata in un arco temporale di 36 ore continuative, nel quale ogni squadra è stata sottoposta ad esercizi valutativi quali percorsi di functional fitness, tiri con armi portatili (pistola M9 e fucile M4), assalto di squadra, navigazione notturna, primo soccorso ed esfiltrazione di ferito, superamento di un percorso ad ostacoli ed attivazione NBC, impiego messaggistica NATO e superamento di un corso d’acqua con gommone. La partecipazione alla gara ha richiesto elevati standard addestrativi, le squadre sono state valutate sulla capacità di operare in condizioni di criticità ed in team, sulla capacità di leadership, di orientamento e
navigazione topografica diurna e notturna. La rappresentativa italiana, alla sua prima partecipazione, ha ottenuto un risultato di tutto rispetto, ottenendo la Bronze Standard Patches. La gara, nata nel 1967 con l’intento di confrontare le capacità addestrative dei cadetti di Regno Unito e Stati Uniti, con il passare del tempo ha visto un incremento delle Nazioni partecipanti. L’esperienza addestrativa, dall’alto valore formativo, ha permesso ai nostri ufficiali di potersi confrontare con i vari colleghi non solo dal punto di vista tecnico professionale, ma anche dal quello umano, potendo operare sinergicamente, scambiare opinioni ed approcci nei confronti delle varie situazioni proposte.
Imparare la Storia con Radetzky’s march


